1918
Ottobre
1°, gli Alleati sfondano la "linea Hindenburg"
occupandone la maggior parte dell'intricato sistema di capisaldi
e catturando oltre 4.000 pezzi di artiglieria, 25.000 mitragliatrici
e facendo oltre 250.000 prigionieri;
l'esausta e demoralizzata aviazione tedesca viene concentrata contro
lo strapotente numero dei bombardieri inglesi che ora effettuano
attacchi ogni giorno; si levano anche 50 caccia per volta ma inutilmente;
3, Max
di Baden è nominato cancelliere dell'impero tedesco;
tenta di avviare trattative di pace con l' «Intesa» sulla base dei
"quattordici punti" del presidente americano T.W.
Wilson, ma ha contro l'imperatore Guglielmo
II;
Fronte Occidentale
27, il gen. E.
Ludendorff si ritira dai campi di battaglia e viene sostituito
dal gen. Wilhelm von Gröner;
Fronte Orientale
24-31, 3ª
battaglia del Grappa:
Forze in campo:
- italiani: 4ª armata (ten.gen. G.
Giardino);
- austro-ungarici: Gruppo d'armate di Belluno (gen. von
Goglia).
Gli italiani muovono all'offensiva; la lotta continua accanita;
29, alla sera il nemico,
esaurito, si ritira;
31, la 4ª armata
libera Feltre e avanza in Val Piave inseguendo il nemico fino alla
conclusione dell'armistizio (4 novembre).
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24-4 novembre,
battaglia di Vittorio Veneto (Treviso):
Forze in campo:
- italiani:
cte in capo: re Vittorio Emanuele III
con il capo di S.M., gen. gen. A.
Diaz;
4ª armata (ten.gen. G.
Giardino),
12ª armata, con tre Div.ni italiane e una francese (gen. francese
Graziani),
8ª armata (gen. E.
Caviglia),
10ª armata (lord Cavan), con due
Div.ni inglesi e due italiane,
3ª armata (duca d'Aosta);
un reggimento americano - corpo di Cavalleria (conte
di Torino);
- austro-ungarici:
cte in capo: imperatore Carlo I con
capo di S.M., gen. von Arz;
Gruppo Belluno (gen. von Goglia),
Gruppo eserciti del Piave (feldmar.llo S.
Borojevic von Bojna), con le armate 6ª (gen. Schonburg-Hartenstein)
e 5ª (Wurm).
L'offensiva italiana è prevista in direzione di Vittorio
Veneto con le armate 12ª, 8ª e 10ª, tuttavia per
la piena del Piave il passaggio del fiume si rivela inattuabile.
Viene allora ordinato alla 4ª armata di attaccare.
La 4ª armata italiana dà inizio alla battaglia sul monte Grappa;
previsto come dimostrativo, l'attacco diventa risolutivo anche se
l'azione italiana è validamente contrastata dagli austro-ungarici
che anzi contrattaccano in più punti;
21, il C.d'a. del
gen. A.
Krauß attacca il fronte Spinoncia-Fontana Secca
difeso dagli italiani del III Raggruppamento alpini ed è
respinto.
23, dopo un'intera
giornata di lotta gli austriaci riescono a conquistare il Monte
Spinoncia (m. 1301, nel massiccio del Grappa);
24, battaglia
di Valderoa (monte nel massiccio del Grappa):
Forze in campo:
- italiani: Div.ne 50ª (Gastone Rossi)
e 80ª (Barco) del XXX C.d'a. (Montanari);
- austriaci: 17ª Div.ne del I C.d'a. (von
Kosak).
La Brg Aosta conquista il Valderoa;
26-27, la notte si inizia il
passaggio del Piave, difficilmente transitabile per le piene del
periodo, ma i ponti messi dal genio sono spazzati via lasciando
in condizioni critiche le teste di ponte italiane sulla riva sinistra;
la stessa notte passano il Piave su traghetti reparti della 1ª
Div.ne d'assalto (gen. Zoppi) del XXII
C.d'a. (Vaccari).
Sui ponti di Fontana del Buoro segue il rimanente della Div.ne:
la Brg Cuneo del XXVII C.d'a. (Di
Giorgio), la 57ª Div.ne (gen. Cicconetti).
Superata la prima linea di difesa (linea dei Molini), i reparti
d'assalto della 1ª Div.ne irrompono nella piana della Sernaglia
sostenendo vivacissimi combattimenti contro truppe austriache e
ungheresi che contrattaccano.
La 60ª Div.ne (gen. Mozzoni) passa
il fiume.
I ponti sono rotti dalle artiglierie austriache e dal fiume in piena
e le truppe oltre il Piave rimangono isolate.
Rifornite con barche e aerei resistono.
27, [segue battaglia
di Valderoa] con un contrattacco che incontra i resti di
due battaglioni alpini e del 5° fanteria gli austriaci riescono
a ritornare sulla cima del Valderoa, sotto alla quale gli italiani
rimangono aggrappati.
[La lotta ha una sosta fino al 31 quando la 4ª armata avanzerà
inseguendo gli austriaci in ritirata.]
[segue] battaglia del Monte Solaroli (m. 1676 nel
massiccio del Grappa): dal giorno 25 gli italiani dell'VIII Raggruppamento
alpini e la Brg Lombardia attaccano con grande valore gli
austriaci ma invano;
lo stesso giorno:
- la 12ª armata passa il Piave a Valdobbiadene,
- la 8ª armata, con il XXVII e il XXII C.d.'a., guada il fiume
nella piana della Sernaglia,
- la 10ª armata, alle Grave di Papadopoli.
Il gen. E.
Caviglia, poiché i suoi C.d'a. VIII e XVIII
non possono passare il fiume essendo i ponti distrutti, fa passare
il XVIII C.d'a. sui ponti della 10ª armata, in modo che questi
apra la strada all'8ª armata.
28, è giorno di crisi
per la reazione austriaca e la rottura dei ponti;
29, l'8ª armata
del gen. E.
Caviglia passa dovunque il fiume e riesce a progredire
dalle Greve di Papadopoli verso Nord, sbloccando la testa di ponte
di Sernaglia e aprendo la via all'offensiva italiana;
la 12ª armata estende la testa di ponte e la 52ª Div.ne
alpina avanza verso Monte Cesen;
il 1° C.d'a. della 4ª armata entra in Quero;
la 8ª armata avanza fra le colline a nord di Conegliano;
la 10ª armata occupa Conegliano e oltrepassa in alcuni punti
il Monticano.
Contemporaneamente si profila il crollo politico-morale
delle truppe austro-ungariche che si rifiutano di combattere.
29-30, gli austriaci sono costretti
alla ritirata in seguito allo sfondamento delle loro linee di pianura
sul Piave; l'attraversamento del Piave da parte delle truppe italiane
riesce anche perché i combattimenti sul Grappa (dove ci sono i due
terzi delle perdite complessive dell'intera offensiva) hanno raggiunto
l'obiettivo di tenere impegnato il grosso dell'esercito austriaco
il comando austro-ungarico chiede la sospensione delle ostilità,
ma V.E.
Orlando, gen. A.
Diaz e gen. P.
Badoglio preferiscono protrarre le trattative così da
permettere alle truppe italiane di riconquistare il Veneto e di
impadronirsi di Trento e Trieste;
30, una colonna celere di cavalleria
e ciclisti occupa Vittorio Veneto separando in due tronconi l'esercito
austriaco.
Lo stesso giorno:
- il I C.d'a. della 4ª armata avanza in fondo valle Piave;
- la 52ª Div.ne alpina della 12ª armata conquista Monte
Cesen puntando su Belluno;
- l'8ª armata avanza al piede delle Prealpi;
- la 10ª armata raggiunge la Livenza;
- la 3ª armata, che ha iniziato l'avanzata, procede rapidamente
all'inseguimento del nemico.
67 apparecchi tedeschi vanno perduti contro 41 alleati; tutti e
tre gli Jagdgeschwader vagano in lungo e in largo sulle linee
tedesche ormai in piena disintegrazione, servendosi sia dei Fokker
D. VII che dei pochi nuovissimi Fokker D. VIII: un caccia
rivoluzionario, ultimo contributo di Anton
Fokker all'industria aeronautica tedesca, un monoplano ad
ala alta, a parasole, molto veloce e maneggevole;
31, crolla la difesa austriaca
del Grappa e la 4ª armata libera Feltre; avanza quindi in Val
Brenta, nell'Agordino e in Val Piave inseguendo gli austro-ungarici;
gli alpini della 12ª armata scendono in val Piave dinanzi a
Belluno;
le armate 8ª, 10ª e 3ª avanzano rapidamente nella
pianura, precedute dal Corpo di Cavalleria lanciato all'inseguimento
del nemico.
Nei monti la 6ª armata avanza sull'Altopiano di Asiago.
Continuano i preparativi per l'offensiva contro l'Austria che si
delinea ora di grandi dimensioni.
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