1918
Novembre
24 ottobre-4
novembre, [segue ] battaglia di Vittorio Veneto
(Treviso):
1°, da adesso
tutto il fronte è in movimento:
- la 7ª armata (gen. Tassoni)
è a occidente del Garda;
- la 1ª armata (Pecori Giraldi),
tra il Garda e l'Astico, e la 6ª armata (gen. L.
Montuori) convergono nella valle dell'Adige in direzione
di Trento;
- la 4ª armata (ten.gen. G.
Giardino) avanza in val Brenta e valle del Piave.
Lo stesso giorno occupazione di Belgrado.
3, le truppe italiane entrano
in Trento e Udine; Trieste è liberata dal mare; mentre il
comando austriaco firma l'armistizio a Villa Giusti, presso Padova;
la flotta di Kiel riceve l'ordine di lanciarsi contro gli inglesi
al grido di «vincere o morire»,
e preferisce ammutinarsi;
4, ore:15:00, con l'ultima
eroica carica di cavalleria (Rgt Aquila) al quadrivio di
Paradiso, si conclude la battaglia di Vittorio Veneto.
Le truppe della 7ª e 1ª armata giungono ai passi di Resia
e del Brennero.
Perdite (morti e feriti):
- italiani: 35.180;
- inglesi: 1.600;
- francesi 300;
- austro-ungarici: n. spec.;
sono catturati 300.000 prigionieri austriaci e 5.000 cannoni.
Lo stesso giorno entra in vigore l'armistizio; finisce la I Guerra
mondiale sul fronte italiano;
5, il Geshwader Richthofen
ingaggia il suo ultimo combattimento aereo della Grande Guerra impegnandosi
contro una formazione di caccia Spad e riuscendo ad abbatterne
tre senza riportare alcuna perdita; poi viene il brutto tempo ed
è ormai impossibile volare;
7-9, sciopero insurrezionale
a Kiel, Amburgo e in tutta la Germania. In Baviera gli anarchici
G.
Landauer ed Erich Mühsam
collaborano all'organizzazione dei consigli dei lavoratori; la mobilitazione
popolare, di cui i socialdemocratici prendono la direzione, trionfa
in Baviera e in Prussia portando alla proclamazione della repubblica;gli
stessi socialdemocratici condurranno una spietata repressione.
9, il cancelliere Max
di Baden annuncia le dimissioni, all'insaputa
di Guglielmo II, nell'intento di salvare
la dinastia;
lo stesso giorno la rivoluzione abbatte la monarchia;
10, Berlino, Philipp
Scheidemann (un ex tipografo diventato il capo dei socialdemcoratici
– lo zelo bellico dell'SPD
(Partito socialdemocratico tedesco) si è ormai inacidito
– proclama la repubblica
di Weimar;
11, ore 05:00, i tedeschi
firmano la resa dettata dal mar.llo F.
Foch;
ore 11:00, viene firmato l'armistizio con la Germania;
il nuovo cancelliere tedesco F.
Ebert firma l'armistizio di Rethondes; questo impegna
la Germania ad abbandonare tutte le conquiste territoriali e a dichiarare
nulli il trattato di Brest-Litovsk e quello di Bucarest del maggio
1918 che ha imposto alla Romania la cessione della Dobrugia alla
Bulgaria;
lo stesso giorno l'imperatore tedesco Guglielmo
II e quello austriaco si rifugiano all'estero; finite le
ostilità si contano i morti:
- 1.800.000 tedeschi
- 1.400.000 francesi
- 750.000 inglesi (e 200.000 dei dominions)
- 600.000 italiani
- 1.350.000 austro-ungarici
- 350.000 serbi
- 150.000 americani
- 2.000.000 russi
Totale: 10 Milioni di morti.
[Alla fine della guerra le perdite italiane assommano a:
- 571.000 morti,
- 451.645 invalidi,
- 57.000 morti in prigionia,
- 60.000 non rientrati dalla prigionia o irreperibili.
Dati secondo Giorgio Rochat, L'esercito
italiano da Vittorio Veneto a Mussolini (1919-1925), Bari 1967,
il quale nota come il conto sia largamente approssimativo.
Dal confronto tra le cifre dei mobilitati e degli smobilitati forniti
dalle fonti ufficiali risulta un vuoto di circa mezzo milione di
uomini che rimane nel vago.]
Per milioni di tedeschi la sconfitta è difficile da digerire
e la vergogna è insopportabile.
Già comincia la caccia ai capri espiatori, perciò
i borghesi che hanno firmato il trattato di pace vengono battezzati
«i criminali di novembre».
Pochi mesi dopo i due general tedeschi che avevano intrapreso la
conquista della Francia diventeranno corresponsabili di un mito
che diffondendosi placherà un po' le ire della popolazione.
Il Corpo d'armata canadese termina la guerra l'11 novembre 1918
nella cittadina belga di Mons: il corpo di spedizione ha lasciato
sul campo 60.661 morti.
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