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ANNO 1918
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Benedetto XV

(1914-22)


L'Unione Sovietica si adegua al calendario gregoriano
.
I Guerra Mondiale

1918


Novembre

24 ottobre-4 novembre, [segue ] battaglia di Vittorio Veneto (Treviso):
, da adesso tutto il fronte è in movimento:
- la 7ª armata (gen. Tassoni) è a occidente del Garda;
- la 1ª armata (Pecori Giraldi), tra il Garda e l'Astico, e la 6ª armata (gen. L. Montuori) convergono nella valle dell'Adige in direzione di Trento;
- la 4ª armata (ten.gen. G. Giardino) avanza in val Brenta e valle del Piave.

Lo stesso giorno occupazione di Belgrado.

3, le truppe italiane entrano in Trento e Udine; Trieste è liberata dal mare; mentre il comando austriaco firma l'armistizio a Villa Giusti, presso Padova;
la flotta di Kiel riceve l'ordine di lanciarsi contro gli inglesi al grido di «vincere o morire», e preferisce ammutinarsi;
4, ore:15:00, con l'ultima eroica carica di cavalleria (Rgt Aquila) al quadrivio di Paradiso, si conclude la battaglia di Vittorio Veneto.
Le truppe della 7ª e 1ª armata giungono ai passi di Resia e del Brennero.

Perdite (morti e feriti):
- italiani: 35.180;
- inglesi: 1.600;
- francesi 300;
- austro-ungarici: n. spec.;
sono catturati 300.000 prigionieri austriaci e 5.000 cannoni.

Lo stesso giorno entra in vigore l'armistizio; finisce la I Guerra mondiale sul fronte italiano;
5, il Geshwader Richthofen ingaggia il suo ultimo combattimento aereo della Grande Guerra impegnandosi contro una formazione di caccia Spad e riuscendo ad abbatterne tre senza riportare alcuna perdita; poi viene il brutto tempo ed è ormai impossibile volare;
7-9, sciopero insurrezionale a Kiel, Amburgo e in tutta la Germania. In Baviera gli anarchici G. Landauer ed Erich Mühsam collaborano all'organizzazione dei consigli dei lavoratori; la mobilitazione popolare, di cui i socialdemocratici prendono la direzione, trionfa in Baviera e in Prussia portando alla proclamazione della repubblica;gli stessi socialdemocratici condurranno una spietata repressione.
9, il cancelliere Max di Baden annuncia le dimissioni, all'insaputa di Guglielmo II, nell'intento di salvare la dinastia;
lo stesso giorno la rivoluzione abbatte la monarchia;
10, Berlino, Philipp Scheidemann (un ex tipografo diventato il capo dei socialdemcoratici – lo zelo bellico dell'SPD (Partito socialdemocratico tedesco) si è ormai inacidito – proclama la repubblica di Weimar;
11, ore 05:00, i tedeschi firmano la resa dettata dal mar.llo F. Foch;
ore 11:00, viene firmato l'armistizio con la Germania;
il nuovo cancelliere tedesco F. Ebert firma l'armistizio di Rethondes; questo impegna la Germania ad abbandonare tutte le conquiste territoriali e a dichiarare nulli il trattato di Brest-Litovsk e quello di Bucarest del maggio 1918 che ha imposto alla Romania la cessione della Dobrugia alla Bulgaria;
lo stesso giorno l'imperatore tedesco Guglielmo II e quello austriaco si rifugiano all'estero; finite le ostilità si contano i morti:
- 1.800.000 tedeschi
- 1.400.000 francesi
- 750.000 inglesi (e 200.000 dei dominions)
- 600.000 italiani
- 1.350.000 austro-ungarici
- 350.000 serbi
- 150.000 americani
- 2.000.000 russi
Totale: 10 Milioni di morti.

[Alla fine della guerra le perdite italiane assommano a:
- 571.000 morti,
- 451.645 invalidi,
- 57.000 morti in prigionia,
- 60.000 non rientrati dalla prigionia o irreperibili.
Dati secondo Giorgio Rochat, L'esercito italiano da Vittorio Veneto a Mussolini (1919-1925), Bari 1967, il quale nota come il conto sia largamente approssimativo.
Dal confronto tra le cifre dei mobilitati e degli smobilitati forniti dalle fonti ufficiali risulta un vuoto di circa mezzo milione di uomini che rimane nel vago.]

Per milioni di tedeschi la sconfitta è difficile da digerire e la vergogna è insopportabile.
Già comincia la caccia ai capri espiatori, perciò i borghesi che hanno firmato il trattato di pace vengono battezzati «i criminali di novembre».
Pochi mesi dopo i due general tedeschi che avevano intrapreso la conquista della Francia diventeranno corresponsabili di un mito che diffondendosi placherà un po' le ire della popolazione.

Il Corpo d'armata canadese termina la guerra l'11 novembre 1918 nella cittadina belga di Mons: il corpo di spedizione ha lasciato sul campo 60.661 morti.


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