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Papa Concilio
Ecumenico 1436, Basilea:
1436, Leon Battista Alberti, nei trattati dedicati alla pittura e alla scultura, descrive la costruzione "legittima", fornendo la prima definizione del metodo rigoroso per disegnare in prospettiva. |
ANNO 1436
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Bossi, Donato (1436-1500
ca) cronista milanese, esercitò a Milano l'arte notarile;
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su Chronica (dalle origini del mondo sino al 1492; interessante in particolare per la storia del periodo visconteo). – Cammelli, Antonio o il Pistoia (Pistoia 1436-Ferrara 1502) rimatore toscano, vissuto alla corte di Niccolò da Correggio e in seguito presso Ercole I d'Este di Ferrara; caduto in disgrazia, ottiene un altro breve incarico per intercessone di Isabella d'Este, vagando poi negli ultimi anni della sua vita di corte in corte lamentandosi della sua miseria; Sonetti faceti (533 sonetti, postumi, 1865, 1884, 1908, alla maniera del Burchiello e preceduti da un "dialogo dei morti" di tipo lucianeo, dedicati a Isabella d'Este) Pamphila (1499, tragedia, rifacimento della novella di G. Boccaccio di Ghismonda e Guiscardo [Decameron, IV, I] Filostrato e Panfila (1508, postumo, tragedia in volgare). – Cisneros, Francisco Jiménez de (Torrelaguna 1436-Roa 1517) cardinale spagnolo, vicerè di Spagna; nato da una famiglia di hidalgos stabilitasi a Torrelaguna, nel feudo dei Mendoza, studia diritto a Salmanca e poi si reca a Roma; nonostante l'opposizione del cardinal Carillo, si aggiudica l'arcipretato di Uceda; 1484, si ritira presso i francescani nel convento della Salceda; 1486 ca, veste l'abito dei Frati Minori, passando i successivi tre anni di vita quasi anacoretica prima di assumere le più alte cariche dell'Ordine, della Chiesa e dello Stato; si aggiudica l'arcipretato di Uceda, nonostante l'opposizione del cardinal Carillo; 1495, arcivescovo di Toledo; vara severe riforme relative ai monasteri e al clero secolare; 1498, per combattere l'ignoranza religiosa, fonda l'università di Alcalá (in otto anni con 42 cattedre), dove fa insegnare teologia, greco ed ebraico da docenti di Salamanca e di Parigi (invita anche Erasmo da Rotterdam); 1449, si comporta con durezza verso i mori; 1502, ottiene una sanzione che costringe i mori alla conversione o all'esilio; 1507, cardinale; Grande Inquisitore di Castiglia; [Nella sua azione riproduce il programma francescano di Bonaventura e di Bacone. La sua nomina segna una reazione agli eccessi dei suoi predecessori] merito suo sono la definitiva vittoria sui Barbareschi e la conquista di Orano condotta a sue spese; Complutensis (1514-20, Bibbia poliglotta d'Alcalà, edita sotto la sua direzione) 1516, alla morte di Ferdinando II, diventa reggente di Aragona. – Coloccio, Marcantonio [Colocci, Cocci] o Marcantonio Sabellico (Vicovaro, Roma 1436 ca-Venezia 1506) storico, membro dell'Accademia romana; insegnò retorica a Udine, Venezia e Verona; Rerum Venetarum ab urbe condita libri ad Marcum Barbadicum (1487, storia di Venezia dalle origini, più tardi continuata da Pietro Bembo) Enneades sive Rapsodiae historiarum (compendio di storia universale, sino al 1504, in 92 libri) De latinae linguae reparatione (dialogo). – Müller, Johann o Regiomontano (1436-76) astronomo e matematico tedesco di Königsberg, vescovo di Regensburg; De triangulis (1533, postumo) [In cui dimostra, tra l'altro, la soluzione errata proposta da Niccolò Cusano circa la quadratura del cerchio.] – Raimondo di Sabunda o di Sebonde e de Sebiuda (n. Barcellona-Tolosa 1436) medico, filosofo e teologo spagnolo Liber creaturarum (1484, postumo col titolo Theologia naturali ; tradotto in francese nel 1569 da Montaigne). – Valdezoc[h] Valdizocco, Bortolamio de (Val o Vo di Zocco o Vo di Calcara - Bocca d'Orsato o S. Orsola, Padova 1436-?) tipografo padovano; [Figlio di Alvise.] [Il nonno era falegname; la famiglia, benestante, abitava a S. Bartolomeo, ovvero nella contrada ponte Altinate a Padova; il padre, doctor in utroque, fu attivo nel collegio dei giudici e in quello dei giuristi e nel 1439 giudice all'ufficio giudiziario del cavallo; fu anche massaro dell'Arca di Sant'Antonio.] primogenito di sei figli, inizia gli studi di diritto ma non si laurea; 1472-76, a questo periodo risale, in particolare, la sua attività editoriale; [La bottega ha sede, come tante altre nel periodo, tra porta Altinate, la chiesa di Santa Sofia e la via S. Biagio, ovvero nel centenato di S. Biagio, la zona delle scuole pubbliche dove gli stessi bidelli, per i facili guadagni, finiscono col farsi tipografi.] Nel primo anno di attività si serve di uno stampatore prussiano, Martinus Siebeneichen [de septem arboribus], che abita presso di lui. Fiammetta di G. Boccaccio (1472) Canzoniere e Triumphi di F. Petrarca (1472, III edizione del Petrarca italiano) Guerrin Meschino di Andrea da Barberino (1473, romanzo cavalleresco) De aeterna temporalique Christi generatione di Paolo Morosini o Mauricenus (1473) seguono altri libri scolastici; De modo studendi in utroque iure di Giovan Giacomo Cane [precettore di Bernardo Bembo] (1476, ultimo libro che esce dalla sua bottega) 1477, inizia la sua attività di imprenditore: vende libri e si mescola, a vario titolo, in imprese di altri; continua a collaborare con Paolo Maufer e la sua attività non si discosta molto da quella del primo stampatore padovano: Lorenzo Canozi di Lendinara. |
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