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Il Viandante |
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Papa 1323, condanna la dottrina della povertà assoluta della Chiesa provocando la reazione di uomini come Guglielmo di Ockham e Michele da Cesena ex generale dei francescani, che si rifugiano presso Ludwig IV [il Bavaro] accusando Giovanni XXII di eresia; dopo la pubblicazione del Defensor pacis, anche Marsilio da signoria di Padova e Giovanni di Jandun, sostenitori dell'autonomia dello Stato dalla Chiesa, chiedono protezione a Ludwig IV [il Bavaro]. «segue da 1233» |
ANNO 1323
– Nicola di Oresme (Oresme, Bayeux 1323 ca-Lisieux 1382) filosofo, teologo (magister theologiae), pensatore ed economista francese; vescovo; insigne rappresentante della rinascita naturalistica e scientifica derivata dall'occamismo; Prime traduzioni in francese delle opere di Aristotele: Traictie du ciel e du monde (De caelo et mundo) De uniformitate et difformitate intensionum o De configurationibus qualitatum et motuum Tractatus de origine, natura, iure et mutationibus monetarum (da lui stesso tradotto in francese) De commensurabilitate vel incommensurabilitate motuum caeli De proportionibus proportionum Traictie de la sphere (Quaestiones de sphaera). – Vieri di Cambio (1323-1395) primo vero banchiere dei Medici; 1348, il suo nome compare nell'elenco degli iscritti all'Arte del cambio; 1369, interessato al commercio, oltre che all'attività finanziaria, è a capo della compagnia Vieri di Cambio de' Medici & C. che spedisce merci attraverso il territorio di Pisa; con i proventi costituisce altre compagnie e crea filiali a Venezia e a Roma; 1378, il partito popolare sceglie per condottiero Salvestro, figlio di Alamanno, cugino primo del ns banchiere; questi, che è gonfaloniere di giustizia, tenta di far approvare norme che scardinano l'alleanza tra ricchi mercanti e aristocratici e, non riuscendoci, si appella al popolo; la risposta viene dai Ciompi, gli operai meno qualificati delle Arti, che si lanciano nei saccheggi; il tumulto prevale e, mentre Salvestro e il cugino Vieri vengono nominati cavalieri, conquista il potere; Piero degli Albizzi, capo del partito dei ricchi, viene decapitato; 1382, il potere torna nella mani degli Ottimati: Salvestro viene spedito al confino e Vieri si mantiene prudentemente lontano dalla politica; nello stesso anno egli avvia i parenti Francesco (1350-1412) e Giovanni (1360-1429), figli di Averardo di Bicci, del ramo di Cafaggiolo, nel mondo della finanza; 1385, inviato nella filiale di Roma, Giovanni diventa presto socio e direttore, investendo una parte dei 1.500 fiorini portatigli in dote dalla moglie Piccarda Bueri; la filiale diventa Vieri e Giovanni de' Medici in Roma, denominazione conservata per sette anni; 1390, dell'impresa fiorentina Messer Vieri e Francesco de' Medici, Francesco diventa socio principale; 1393, si rifiuta di capeggiare una nuova rivolta delle Arti minori, potendo così continuare indisturbato i suoi affari, dai quali però presto si ritira sciogliendo le sue compagnie poiché i figli sono ancora bambini; dal suo banco nascono tre società intestate: - 1) al nipote Antonio e dura appena due anni; - 2) a Francesco di Bicci che la intesta al figlio Averardo e proseguirà fino al 1443; -3) la Giovanni de' Medici e compagni in Roma è mantenuta in attività e ad essa si associa Benedetto di Lippaccio dei Bardi; 1395, muore. |
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