– Antonio
GAVA
(Castellammare di Stabia, Napoli 30 luglio 1930 – Roma 8 agosto 2008)
uomo politico italiano:
[Figlio di Silvio
Gava, pure Dc, 13 volte ministro, tra gli anni
'50 e '70.]
Laurea in giurisprudenza; avvocato, docente universitario, giornalista;
appartenente alla Democrazia
cristiana e alla corrente "Alleanza Popolare"
(Grande centro "doroteo") di cui fu uno dei leader, con Arnaldo
Forlani e Vincenzo
Scotti;
uomo tra i più potenti della Democrazia Cristiana, venne
soprannominato "il viceré"
per la sua capacità di spostare consensi e di influire incisivamente
sulla vita politica italiana e del partito del quale fu esponente.
fu coinvolto in procedimenti penali sul coinvolgimento nel malaffare
tra camorra e pubblica amministrazione.
_____________________
Come deputato appartenente a:
- Gruppo DEMOCRAZIA CRISTIANA
Membro dal 25 maggio 1972 al 4 luglio 1976,
Membro dal 5 luglio 1976 al 19 giugno 1979,
Membro dal 20 giugno 1979 all'11 luglio 1983,
Membro dal 12 luglio 1983 al 1° luglio 1987.
- Gruppo DEMOCRATICO CRISTIANO
Membro dal 9 luglio 1987 al 29 ottobre 1990,
Presidente dal 30 ottobre 1990 al 22 aprile 1992.
Come senatore appartenente a:
- Gruppo DEMOCRATICO CRISTIANO
Membro dal 27 aprile 1992 all'8 luglio 1992,
Presidente dall'8 luglio 1992 al 31 marzo 1993,
Membro dal 31 marzo 1993 al 14 aprile 1994
[Dal 26 gennaio 1994 il Gruppo assume la denominazione Partito Popolare
Italiano - Democrazia Cristiana.]
__________________
1960
25 marzo-26 luglio, ("governo
Tambroni);
26 luglio-21 febbraio 1962, (III "governo
Fanfani);
1961
presidente della Provincia di Napoli, carica che manterrà
fino al 1969;
1962
21 febbraio-21 giugno 1963, (IV "governo
Fanfani);
1963
28 aprile, (IV Legislatura – 1963 16 mag - 4 giu 1968);
21 giugno-4 dicembre, (I "governo
Leone");
4 dic-22 lug 1964, (I "governo
Moro");
1964
22 luglio-23 febbraio 1966, (II "governo
Moro");
1966
23 febbraio-24 giugno 1968 (III "governo
Moro");
1968
19 maggio, (V Legislatura – 1968 5 giu-24 mag 1972);
24 giugno-12 dicembre 1968, (II "governo
Leone");
12 dicembre-5 agosto 1969, (I "governo
Rumor");
1969
5 agosto-27 marzo 1970, (II "governo
Rumor");
Napoli, subentra a Ciro
Cirillo nel ruolo di segretario provinciale della
Dc mentre questi diviene presidente della Provincia di Napoli
(1969-1975);
1970
27 marzo-6 agosto, (III "governo
Rumor");
6 ago-17 feb 1972, ("governo
Colombo");
viene eletto consigliere regionale della Campania;
[Non riesce a diventare presidente della giunta, nonostante
il sequestro in un baule di un consigliere regionale Dc
a lui ostile.]
1972
17 febbraio-26 giugno, (I "governo
Andreotti");
25 maggio, eletto deputato (VI Legislatura),
per la Dc nel collegio di Napoli;
[Proclamato il 15 maggio 1972 - Elezione convalidata
il 20 ottobre 1972.]
Organi parlamentari:
- V Commissione (Bilancio e programmazione - Partecipazioni
statali): membro dal 25 maggio 1972 al 4 luglio 1976.
26 giugno-7 luglio 1973 (II "governo
Andreotti");
1973
7 luglio-14 marzo 1974, (IV "governo
Rumor");
Napoli è colpita da un'epidemia di colera e il potere dei Gava
subisce uno scossone.
Un'amministrazione di sinistra e un sindaco comunista si insediano al
governo della città.
[Egli stesso diviene il capro espiatorio della sconfitta
politica della Dc e l'emblema di un potere rozzo e
corrotto.
In questi anni escono due libri impietosi su di lui: I Gava
di Massimo Caprara, e Potere e società
a Napoli di Percy Allum.]
1974
14 marzo-23 novembre, (V "governo
Rumor");
23 novembre-12 febbraio 1976, (IV "governo
Moro");
1975
al congresso della Dc in cui Benigno
Zaccagnini diventa segretario (1975-80), egli viene accolto
alla tribuna da una bordata di fischi;
[È a questo punto della sua carriera che si rivela
l'abilità tattica dell'uomo. Fa finta di distaccarsi dalla sua
città, si trasferisce a Roma dove, malgrado i fischi, entra nella
segreteria politica di B.
Zaccagnini … (vedi 1980).]
1976
12 febbraio-29 luglio, (V "governo
Moro");
5 luglio, rieletto deputato (VII Legislatura),
per la Dc nel collegio di Napoli;
[Proclamato il 28 giugno 1976 - Elezione convalidata
il 24 novembre 1976.]
Organi parlamentari:
- VII Commissione (Difesa): membro dal 5 luglio 1976
al 19 giugno 1979;
- Giunta delle elezioni: membro dal 15 luglio 1976 al 19 giugno 1979;
- Commissione parlamentare per l'esercizio dei poteri di controllo sulla
programmazione e sull'attuazione degli interventi ordinari e straordinari
nel mezzogiorno: membro dal 5 agosto 1976 al 18 maggio 1977;
- Commissione speciale incaricata, in sede referente, dell'esame dei
progetti di legge concernenti disposizioni in materia di locazioni di
immobili urbani: membro dal 21 gennaio 1977 al 19 giugno 1979;
- Commissione speciale incaricata dell'esame, in sede referente, del
disegno di legge n. 696 concernente istituzione
e ordinamento del servizio per la informazione e la sicurezza: membro
dal 28 gennaio 1977 al 19 giugno 1979;
- Comitato parlamentare per il controllo sui servizi di informazione
e sicurezza e sul segreto di stato: membro dal 6 dicembre 1977 al 19
giugno 1979.
29 luglio-11 marzo 1978, (III "governo
Andreotti");
1978
11 marzo-20 marzo 1979, (IV "governo
Andreotti");
1979
20 marzo-4 agosto, (V "governo
Andreotti");
7-10 giugno, prime elezioni per il Parlamento europeo;
20 giugno, rieletto deputato (VIII Legislatura),
per la Dc nel collegio di Napoli;
[Proclamato il 9 giugno 1979 - Elezione convalidata il
28 febbraio 1980.]
Organi parlamentari:
- Giunta provvisoria delle elezioni: membro dal 20 giugno 1979 al 6
luglio 1979;
- II Commissione (Affari della presidenza del consiglio - Affari interni
e di culto - Enti pubblici): membro dal 11 luglio 1979 al 11 luglio
1983;
- Commissione parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza
e per il segreto di stato: membro dal 24 ottobre 1979 al 13 novembre
1980;
- Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, sul
sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e
sul terrorismo in italia: membro dal 20 dicembre 1979 al 7 marzo 1980.
4 agosto-4 aprile 1980, (I "governo
Cossiga");
1980
4 aprile-18 ottobre, (II "governo
Cossiga");
18 ottobre-28 giugno 1981, ministro senza portafoglio
("governo
Forlani")
[Con delega per i Rapporti con il Parlamento dal 21 ottobre
1980.]
…per poi passare nello staff di Flaminio
Piccoli, nuovo segretario della Dc, dove
svolge un ruolo nazionale importantissimo.
[Aiuta infatti il segretario a liberarsi di Antonio
[Toni] Bisaglia
fino ad affiancarlo nella gestione della corrente più numerosa
e potente della Dc.]
Il controllo del partito a Napoli lo lascia a Ciro
Cirillo, signore incontrastato delle tessere. In tutti i
congressi della Dc Ciro
Cirillo viene sempre indicato dal gruppo doroteo come presidente
del «primo seggio elettorale».
[In questo modo Antonio Gava
controlla i voti del suo partito a Napoli e nessun altro leader regionale
(C.
De Mita innanzitutto) potrà mai mettere piede nella
«sua città».
La sua abilità si manifesta anche nel non chiudersi a un rapporto
con il Pci. Egli assicura un voto di astensione all'amministrazione
di sinistra che regge Napoli, senza il quale si andrebbe allo scioglimento
del Consiglio comunale. Pur operando stabilmente a Roma mantiene saldamente
nelle sue mani il controllo delle altre istituzioni che contano (Regione
e Provincia), della stragrande maggioranza dei Comuni e degli Enti pubblici,
attraverso i suoi proconsoli Ciro
Cirillo, Armando De Rosa, Francesco
Patriarca [Ciccio a' prumessa],
Raffaele
Russo e Alfredo
Vito, astro nascente della corrente.]
1981
27 aprile, Torre del Greco, ore 21:45, nel proprio
garage di casa di via Cimaglia, Ciro
Cirillo viene sequestrato da un commando
di cinque appartenenti alle Brigate rosse
capeggiati da Giovanni Senzani.
28 aprile,
ore 00:15, la rivendicazione del "sequestro Cirillo"
arriva a «Il Secolo XIX» di Genova: sono state le Brigate
rosse;
28 giugno-23 agosto 1982, (I "governo
Spadolini");
1982
gennaio, viene arrestato Giovanni Senzani
che conferma il pagamento del riscatto nel "sequestro Cirillo";
23 agosto-1° dicembre, (II "governo
Spadolini");
1° dicembre-4 agosto 1983, (V "governo
Fanfani);
1983
26 giugno, rieletto deputato (IX Legislatura
– 1983 12 lug-1 lug 1987), per la Dc nel collegio di
Napoli;
[Proclamato il 3 luglio 1983 - Elezione convalidata
il 2 febbraio 1984.]
Organi parlamentari:
- II Commissione (Affari della Presidenza del consiglio - Affari interni
e di culto - Enti pubblici): membro dal 12 luglio 1983 al 1 luglio 1987.
4 agosto-1° agosto 1986, ministro delle Poste e Telecomunicazioni
(I "governo
Craxi");
1984
30 marzo, problemi giudiziari;
[È interrogato dal giudice istruttore napoletano
Carlo Alemi e dal collega Olindo
Ferrone, in ordine alle promesse che suoi emissari avrebbero
fatto a Raffaele Cutolo detenuto: denaro;
appalti e tangenti per la ricostruzione del dopo terremoto in Irpinia;
trattamenti di favore dentro le carceri e trasferimenti da un penitenziario
all'altro.]
17 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;
1986
1° agosto-17 aprile 1987, ministro delle Poste e Telecomunicazioni
(II "governo
Craxi");
1987
17 aprile-28 luglio, ministro delle Poste e Telecomunicazioni
(VI "governo
Fanfani);
14 giugno, rieletto deputato (X Legislatura),
per la Dc nel collegio di Napoli;
[Proclamato il 27 giugno 1987 - Elezione convalidata
il 12 febbraio 1991.]
Organi parlamentari:
- I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del consiglio
e Interni): membro dal 4 agosto 1987 al 25 ottobre 1990;
- III Commissione (Affari esteri e comunitari): membro dal 25 ottobre
1990 al 22 aprile 1992; subentra ad Adolfo Sarti;
- Giunta per il regolamento: membro dal 20 novembre 1990 al 22 aprile
1992.
28 lug-13 apr 1988, ministro delle Finanze ("governo
Goria");
1988
13 aprile-22 luglio 1989, ministro dell'Interno ("governo
De Mita");
[È il capo riconosciuto della corrente democristiana
più forte e influente, di quella corrente dorotea che ha avuto
un ruolo determinante nell'ascesa di C.
De Mita alla segreteria nazionale della Dc
e alla presidenza del Consiglio dei ministri.]
Come sia stato possibile che un uomo da tempo
chiacchierato come A.
Gava sia diventato ministro degli Interni è
uno dei misteri della storia politica degli anni Ottanta!
Il gen. Tavormina, alla guida dell'arma
dei carabinieri, controlla per conto di Antonio
Gava le iniziative delle opposizioni (Pci e
Msi) che chiedono le dimissioni del ministro.
28 luglio, al termine dell'istruttoria iniziata nel 1984,
lo stesso giudice istruttore Carlo Alemi deposita
l'ordinanza di rinvio a giudizio di vari personaggi che sarebbero stati
protagonisti della trattativa della Dc campana con la camorra
di Raffaele Cutolo per addivenire ad una
liberazione di C.
Cirillo, rapito dalle Br,
in cambio di favori nella concessione di appalti pubblici.
[Lui, F.
Piccoli e V.
Scotti sono indicati come i registi della trattativa. A sostegno
dei suoi convincimenti il giudice nella sua ordinanza scrive che effettivamente
i politici, nonostante lo avessero sempre negato anche durante gli interrogatori,
fecero delle promesse a Raffaele Cutolo
nel carcere di Ascoli Piceno, attraverso i servizi segreti e Francesco
Pazienza, affinché intervenissero per salvare la vita
a C.
Cirillo.
L'inciampo dell'ordinanza, che accredita la veridicità dell'ingresso
nel carcere di Ascoli Piceno di un emissario di V.
Scotti che positivamente quel giorno si dimostrò essere
altrove, viene colto dalla Dc per travolgere nella condanna pubblica
tutto il contenuto delle 1534 pagine dell'ordinanza del giudice istruttore
Carlo Alemi: ne derivano le dimissioni
da direttore de «L'Unità» di Claudio
Petruccioli (che aveva accreditato quell'incontro) e la reiezione
della mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti, presentata
alla Camera dai deputati dall'opposizione comunista.]
Il rinvio a giudizio diventa un caso nazionale ma, come in un copione
che si è ripetuto ininterrottamente per diversi anni, sotto accusa
va il giudice Carlo Alemi.
Il "caso Cirillo" diventa paradossalmente il "caso
Alemi".
[Il presidente del Consiglio C.
De Mita, rispondendo in Parlamento alle numerose interrogazioni
sul caso, senza aver letto una pagina del rinvio a giudizio, definisce
il giudice Carlo Alemi «un
giudice che si è posto fuori dal circuito istituzionale»,
ribadendo il concetto moroteo che ogni attacco agli uomini della Dc
è un attacco alle istituzioni.
E in aiuto ad Antonio Gava arriva anche
il ministro della Giustizia G.
Vassalli (Psi) il quale dà corso a una iniziativa
disciplinare nei confronti del giudice (si concluderà poi con
l'archiviazione).]
settembre, «l'Unità», diretto da Massimo
D'Alema, pubblica in un volumetto, curato da Vincenzo
Vasile e allegato al giornale, stralci dell'ordinanza di Carlo
Alemi, con prefazione di Luciano Violante;
a stretto giro, replica «Il Mattino», diretto da Pasquale
Nonno, che mette in pagina ampi brani della requisitoria redatta
dai pm della procura di Napoli, tra cui il pubblico ministero
Armando Cono Lancuba che nella sostanza 'assolveva' i politici
Dc.
[1990, febbraio, Carlo
Alemi viene assolto e l'assoluta legittimità
dei suoi atti viene riconosciuta in due processi:
- 1°, si riferisce alla querela contro Carlo
Alemi sporta dall'on. V.
Scotti. Il pretore assolve il giudice con formula piena,
e la sentenza viene confermata poi dal procuratore della Repubblica
e dal procuratore generale.
- 2°, si riferisce alla querela sporta dal giudice stesso contro
Pasquale Nonno, direttore de «Il
Mattino» di Napoli che, nella crociata contro Carlo
Alemi aveva definito la sentenza «una
diffamazione a mezzo giudice». Il tribunale di Salerno
condanna Pasquale Nonno per diffamazione.
Il Csm riconosce l'assoluta correttezza del comportamento del giudice
Carlo Alemi.
Ma Pasquale Nonno non si arrende. Dopo
la conclusione del processo mette a disposizione dell' "intellettuale"
Antonio Gava una rubrica fissa di commento
sul suo giornale dal significativo titolo «Etica e politica».]
1989
primavera, dopo 8 anni dal "sequestro Cirillo" si svolge il
processo;
[Vedi C.
Cirillo.]
18 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;
22 luglio-16 ottobre 1990, ministro dell'Interno (VI
"governo
Andreotti" - 22 luglio-12 aprile 1991);
1990
16 ottobre, in seguito ad un ictus è costretto a lasciare
la carica di ministro dell'Interno;
[Costretto dagli eventi a dimettersi, pretende, fino
a minacciare che da lì non se ne andrà mai, che a sostituirlo
sia V.
Scotti.
Questi sarà considerato da molti esperti e studiosi il
primo ministro degli Interni ad aver accelerato l'azione degli apparati
dello Stato contro il fenomeno mafioso, ma senza l'appoggio determinante
di A. Gava non avrebbe mai ottenuto questo
posto!]
1991
12 aprile-28 giugno 1992, (VII "governo
Andreotti");
1992
4 aprile, eletto senatore (XI Legislatura –
1992 23 apr-14 apr 1994) per la Dc, per la Campania;
[Elezione: 5 aprile 1992 - Proclamazione: 16 aprile 1992
- Convalida: 22 dicembre 1993.]
Organi parlamentari:
- Giunta per il Regolamento: membro dal 20 luglio
1992 al 14 aprile 1994;
- 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali):
membro dal 16 giugno 1992 al 17 giugno 1992,
Presidente dal 17 giugno 1992 al 7 settembre 1992, Membro dal 7 settembre
1992 al 14 aprile 1994;
- Commissione parlamentare per le riforme istituzionali: membro dal
3 agosto 1992 al 7 aprile 1993.
28 giugno-28 aprile 1993, (I "governo
Amato");
1993
28 aprile-10 maggio 1994, ("governo
Ciampi");
23 giugno, "sequestro Cirillo" si apre il processo
d'appello; dopo cinque anni dal processo di 1° grado tante
cose sono cambiate.
È la "Tangentopoli campana" a portarlo dal banco degli
accusati politici a quello degli imputati in procedimenti penali in
senso proprio;
viene accusato di ricettazione e associazione mafiosa;
[Per la ricettazione è condannato a 5 anni
in primo grado, a 2 anni in appello e in Cassazione scatta la prescrizione.
L'accusa di associazione mafiosa ha invece una storia ben più
complessa della precedente:
1993, capogruppo al Senato della Dc, vede bussare alla
porta di casa sua i Carabinieri che gli presentano un mandato d'arresto
con l'accusa di avere rapporti con la Camorra: egli viene accusato di
voto di scambio durante la campagna elettorale di quest'anno, reo di
aver barattato voti finanche con loculi cimiteriali. Essendo stato Ministro
dell'Interno, chiede di essere portato al carcere militare di Forte
Boccea nel quale passa tre notti; successivamente gli sono concessi
gli arresti domiciliari che durano dal settembre 1994 al marzo 1995.
A seguito del suo arresto, viene sospeso in via cautelare dal Consiglio
dell'Ordine degli Avvocati al quale appartiene.]
1994
27 marzo, (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8 mag 1996);
10 maggio-17 gennaio 1995, (I "governo
Berlusconi");
12 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;
1995
17 gennaio-17 maggio 1996, ("governo
Dini");
1996
21 aprile, (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29 mag 2001);
[Sistema proporzionale.]
17 maggio-21 ottobre 1998 (I "governo
Prodi");
1998
21 ottobre-22 dicembre 1999 (I "governo
D'Alema");
1999
13 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;
22 dicembre-25 aprile 2000, (II "governo
D'Alema");
2000
25 aprile-11 giugno 2001, (II "governo
Amato");
2001
13 maggio, (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27 apr 2006);
11 giugno-23 aprile 2005, (II "governo
Berlusconi");
2004
12-13 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;
2005
23 aprile–17 maggio 2006, (III "governo
Berlusconi");
2006
9-10 aprile, (XV Legislatura – 2006 28 apr-28 apr 2008);
17 maggio-8 maggio 2008, (II "governo
Prodi");
19 maggio, dopo una traversìa giudiziaria durata tredici
anni, viene definitivamente assolto in appello a causa di «mancata
impugnazione».
[Le motivazioni della sentenza di assoluzione, tuttavia, confermano
la sua contiguità con la camorra.
Nel corso degli interrogatori al pentito di camorra Pasquale
Galasso il suo nome è venuto fuori diverse volte.]
La difesa (portata avanti da suo nipote, Gabriele
Gava) rende noto che egli avrebbe chiesto un risarcimento allo
Stato per un valore di circa 38 milioni di euro.
[In particolare, la richiesta economica è inoltrata
in questi termini:
- 3.300.000 di euro per non aver potuto svolgere
attività professionale;
(la reintegrazione nell'Ordine è avvenuta solo 11 anni dopo)
- 10 milioni di euro per danno fisico,
- 10 milioni di euro per il danno morale,
- 15 milioni di euro per il danno all'immagine.
La difesa esibisce anche referti medici per dimostrare i danni subiti
dall'ex esponente della Dc.
2008
13-14 aprile, (XVI Legislatura – 2008 29 apr-14 mar 2013);
8 maggio-16 novembre 2011, (IV "governo
Berlusconi");
8 agosto, muore nella sua abitazione di Roma dopo una lunga
malattia.
[È sepolto nel cimitero di Trevi nel Lazio.]
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