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ANNO 1943
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Papa Pio XII
(1939-58)

II Guerra Mondiale
1943
Gennaio
II guerra cino-giapponese
i trattati vengono scambiati;
intanto
- Giappone
- Italia e
- governo francese di Vichy
dichiarano decaduti i privilegi stranieri in Cina a favore del governo di Nanchino.
10, i sovietici offrono alle truppe tedesche di Stalingrado la possibilità di arrendersi:  F.W.E. Paulus respinge la proposta;
12, Leningrado: i tedeschi perdono Schlüsselburg e riescono con una controffensiva ad aprirsi un varco per cui possono passare i rifornimenti alla cittą.
13, mobilitazione generale in Germania;
14-26, Conferenza di Casablanca: il presidente statunitense F.D. Roosevelt e il primo ministro britannico W. Churchill (invitati anche i francesi H.-H. Giraud e Ch. De Gaulle ) decidono di condurre la guerra contro le potenze dell'Asse; viene approvato lo sbarco in Italia.
14, "battaglia del Don": anche tedeschi e ungheresi abbandonano le loro posizioni lasciando scoperte le ali degli alpini italiani;
15, il feldmar.llo gen. Erhard Milch viene nominato da A. Hitler capo dei rifornimenti aerei di Stalingrado con poteri speciali;
17, il comando dell'Armir si decide a impartire l'ordine di ritirata che inizia in condizioni disperate: solo il sacrificio delle Div.ni Julia, Cuneense e Vicenza alla retroguardia e la tenuta della Div.ne Tridentina, che riesce a mantenere l'inquadramento alla testa della colonna, permettono la rottura dell'accerchiamento sovietico a Nikolaevka;
18, le truppe sovietiche riescono a creare una breccia nell'assedio di Leningrado, aprendo una via di comunicazione terrestre a oriente della città.
20, verso sera il magg. von Zitzewitz parte in aereo dalla sacca;
21, il magg. von Zitzewitz parla a Novocerkask con il feldmar.llo E. von Manstein il quale si schiera in favore della capitolazione di F.W.E. Paulus;
22, il magg. von Zitzewitz si presenta a rapporto da A. Hitler;
23, occupazione inglese di Tripoli; tutta la Libia cade in mani alleate, mentre le forze italo-tedesche ripiegano in Tunisia.
25, le truppe sovietiche liberano completamente la città di Voronez, da cui partirà la controffensiva in direzione di Kursk; a Nikolajewka alcuni reparti italiani superstiti riescono a sfondare le linee sovietiche e a sottrarsi all'accerchiamento; è l'ultimo atto della spedizione italiana in Russia che si concluderà con perdite impressionanti: circa 85 mila tra morti e dispersi e circa 27 mila congelati;
29, il capo di S.M. italiano, gen. U. Cavallero, viene destituito; sarà rimpiazzato dal gen. V. Ambrosio;
30, i resti del C.d'A. Alpino, a cui si sono aggregati sbandati ungheresi e tedeschi, possono considerarsi fuori della sacca dopo aver perduto l'80% degli effettivi;
nella ritirata in Russia periscono 84.832 soldati italiani.
[300.000 erano quelli inviati in due riprese, giugno 1941 e ottobre 1942]
31-2 feb., a Stalingrado, nonostante gli ordini contrari di A. Hitler, il gen. F.W.E. Paulus si arrende ai sovietici con la sua 6ª armata composta da 90-100.000 superstiti (pesantissime le perdite tedesche: 250 mila morti o feriti gravi, 150 mila prigionieri, enormi quantitativi di armi e mezzi distrutti o catturati dai sovietici);
[Nella sacca il 24 novembre 1942 (secondo le valutazioni del gen. F.W.E. Paulus) c'erano 220.000 uomini.
[Secondo dati russi 107.800 sono fatti prigionieri per cui, detraendo i 42.000 trasportati fuori in aereo (fino al 24 gennaio 1943, ultimo giorno), le perdite della 6ª armata dopo la formazione della sacca ammontano probabilmente a 70.200 morti.]
Subito dopo la cattura del feldmar.llo F.W.E. Paulus, si dichiarano sorpresi di trovarlo ancora lì gli alti ufficiali sovietici:
. Sciumilov, ten.gen., comandante della 6IV Armata a Stalingrado,
. Rokossovski, gen., comandante in capo del "fronte Don",
. Voronov, gen. dell'artiglieria,
. Vassilievski, gen., delegato capo della STAVKA, cioè del quartier generale dello S.M. per il "coordinamento delle operazioni presso Stalingrado".
Ancora per divergenze con A. Hitler, si dimette l'amm. E. Raeder, comandante supremo della flotta tedesca sostituito dall'amm. K. Dönitz.
Alla fine di gennaio l'1 a, col. Elchepp e l'1 c, ten. col. Niemeyer, compiono di loro iniziativa un tentativo di uscita dalla sacca.
[Da questo momento sono dispersi. 2 A è il col. Adam.]
Il col.gen. Jaenecke, ferito a Stalingrado, diviene poi comandante della 1VII Armata. Fatto prigioniero dai russi in Cecoslovacchia nel 1945, viene condannato a 25 anni di lavori forzati. Sarà rilasciato nel 1955.
Il ten.gen. Hellmut Schlömer, comandante della 3ª Div.ne di fanteria motorizzata, viene incaricato del comando del XIV C.d'A. corazzato dopo la partenza del gen. Hube.
Il ten.gen. Alexander von Daniels, comandante della 376ª Div.ne di fanteria entrerà a far parte dell "Unione degli ufficiali tedeschi".
Il magg.gen. Otto Korfes aderisce al "Comitato nazionale Germania libera". Dopo il 1945 sarà ufficiale superiore della polizia popolare della zona sovietica, dove si metterà in luce anche come storico della guerra e pacifista.
Il col. Bader, capo dell'intendenza della 6ª armata, è rimasto fuori della sacca.





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