1943
Gennaio II guerra cino-giapponese
i trattati vengono scambiati;
intanto
- Giappone
- Italia e
- governo francese di Vichy
dichiarano decaduti i privilegi stranieri in Cina a favore del
governo di Nanchino.
10, i sovietici offrono alle truppe
tedesche di Stalingrado la possibilità di arrendersi:
F.W.E.
Paulus respinge la proposta;
12, Leningrado:
i tedeschi perdono Schlüsselburg e riescono con una controffensiva
ad aprirsi un varco per cui possono passare i rifornimenti alla cittą.
13, mobilitazione generale in
Germania;
14-26,
Conferenza di Casablanca: il presidente statunitense F.D.
Roosevelt e il primo ministro britannico W.
Churchill (invitati anche i francesi H.-H.
Giraud e Ch.
De Gaulle ) decidono
di condurre la guerra contro le potenze dell'Asse; viene approvato
lo sbarco in Italia.
14, "battaglia
del Don": anche tedeschi e ungheresi abbandonano le loro
posizioni lasciando scoperte le ali degli alpini italiani;
15, il feldmar.llo gen.
Erhard Milch viene nominato da A. Hitler capo dei rifornimenti aerei di Stalingrado con poteri
speciali;
17, il comando dell'Armir
si decide a impartire l'ordine di ritirata che inizia in condizioni
disperate: solo il sacrificio delle Div.ni Julia, Cuneense
e Vicenza alla retroguardia e la tenuta della Div.ne
Tridentina, che riesce a mantenere l'inquadramento alla testa
della colonna, permettono la rottura dell'accerchiamento sovietico
a Nikolaevka;
18, le truppe sovietiche
riescono a creare una breccia nell'assedio di Leningrado, aprendo
una via di comunicazione terrestre a oriente della città.
20, verso sera il magg. von
Zitzewitz parte in aereo dalla sacca;
21, il magg. von
Zitzewitz parla a Novocerkask con il feldmar.llo E.
von Manstein il quale si schiera in favore della capitolazione
di F.W.E.
Paulus;
22, il magg. von
Zitzewitz si presenta a rapporto da A. Hitler;
23, occupazione inglese
di Tripoli; tutta la Libia cade in mani alleate, mentre le forze italo-tedesche
ripiegano in Tunisia.
25, le truppe sovietiche liberano
completamente la città di Voronez, da cui partirà la
controffensiva in direzione di Kursk; a Nikolajewka alcuni reparti
italiani superstiti riescono a sfondare le linee sovietiche e a sottrarsi
all'accerchiamento; è l'ultimo atto della spedizione italiana
in Russia che si concluderà con perdite impressionanti: circa
85 mila tra morti e dispersi e circa 27 mila congelati;
29, il capo di S.M. italiano,
gen. U.
Cavallero, viene destituito; sarà rimpiazzato dal
gen. V. Ambrosio;
30, i resti del C.d'A.
Alpino, a cui si sono aggregati sbandati ungheresi e tedeschi, possono
considerarsi fuori della sacca dopo aver perduto l'80% degli effettivi;
nella ritirata in Russia periscono 84.832 soldati italiani.
[300.000 erano quelli inviati in due riprese, giugno 1941 e ottobre
1942]
31-2 feb.,
a Stalingrado, nonostante gli ordini contrari di A. Hitler, il gen. F.W.E.
Paulus si arrende ai sovietici con la sua 6ª armata
composta da 90-100.000 superstiti (pesantissime le perdite tedesche:
250 mila morti o feriti gravi, 150 mila prigionieri, enormi quantitativi
di armi e mezzi distrutti o catturati dai sovietici);
[Nella sacca il 24 novembre 1942 (secondo le valutazioni del gen.
F.W.E.
Paulus) c'erano 220.000 uomini.
[Secondo dati russi 107.800 sono fatti prigionieri per cui, detraendo
i 42.000 trasportati fuori in aereo (fino al 24 gennaio 1943,
ultimo giorno), le perdite della 6ª armata dopo la formazione
della sacca ammontano probabilmente a 70.200 morti.]
Subito dopo la cattura del feldmar.llo F.W.E.
Paulus, si dichiarano sorpresi di trovarlo ancora lì
gli alti ufficiali sovietici:
. Sciumilov, ten.gen., comandante
della 6IV Armata a Stalingrado,
. Rokossovski, gen., comandante in
capo del "fronte Don",
. Voronov, gen. dell'artiglieria,
. Vassilievski, gen., delegato capo della
STAVKA, cioè del quartier generale dello S.M. per il "coordinamento
delle operazioni presso Stalingrado". Ancora per divergenze con
A. Hitler, si dimette l'amm. E.
Raeder, comandante supremo della flotta tedesca sostituito
dall'amm. K.
Dönitz.
Alla fine di gennaio l'1 a, col. Elchepp
e l'1 c, ten. col. Niemeyer, compiono
di loro iniziativa un tentativo di uscita dalla sacca.
[Da questo momento sono dispersi. 2 A è il col. Adam.]
Il col.gen. Jaenecke, ferito
a Stalingrado, diviene poi comandante della 1VII Armata.
Fatto prigioniero dai russi in Cecoslovacchia nel 1945, viene
condannato a 25 anni di lavori forzati. Sarà rilasciato
nel 1955.
Il ten.gen. Hellmut Schlömer,
comandante della 3ª Div.ne di fanteria motorizzata, viene
incaricato del comando del XIV C.d'A. corazzato dopo la partenza
del gen. Hube.
Il ten.gen. Alexander von Daniels,
comandante della 376ª Div.ne di fanteria entrerà
a far parte dell "Unione degli ufficiali tedeschi".
Il magg.gen. Otto Korfes aderisce
al "Comitato nazionale Germania libera". Dopo il 1945
sarà ufficiale superiore della polizia popolare della
zona sovietica, dove si metterà in luce anche come storico
della guerra e pacifista.
Il col. Bader, capo dell'intendenza della
6ª armata, è rimasto fuori della sacca.
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