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ANNO 1917
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(1914-22)

1917, agosto, chiede di iniziare trattative di pace.


I Guerra Mondiale

1917


Agosto
F. Turati e C. Treves chiedono in Parlamento di iniziare trattative di pace.

15, "decimazioni": 4 fucilati in una compagnia della 3ª armata sul Carso.
[Uno ogni cento, unico caso.]

17-31, undicesima battaglia dell'Isonzo (o battaglia della Bainsizza):
Forze in campo:
- italiani: 2ª armata (gen. L. Capello), con i C.d'a. IV, XXVII, XXIV, II, VI, XIV;
3ª armata (duca d'Aosta), con i C.d'a. XI, XXV, XXIII, XIII, e, in riserva, XXX e VII.
Riserva del Comando Supremo: 54 battaglioni di fanteria e 12 bersaglieri.
- austroungarici: 5ª armata (gen. S. Borojevic von Bojna), con i C.d'a. XV, XXIV, XVI, VII, XXIII.
Risrva: 6 Div.ni.

I C.d'a. XXVIII e XXIV passano l'Isonzo: il XXVII è arrestato sulle alture a sud di Tolmino; il XXIV avanza sull'altopiano, costringendo il nemico a ripiegare fin sull'orlo del vallone di Chiapovano e agevolando l'azione del II C.d'a. che conquista il Vodice, il Monte Santo, il Kobilek.
Limitati sono i progressi italiani sulle alture a oriente di Gorizia e sul Carso.

18-24, battaglia dello Hermada (monte nella regione meridionale del Carso, a nord di Duino):
caposaldo della difesa austro-ungarica sulla via di Trieste è ancora invano attaccato dalla 3ª armata italiana;

22-26,Torino, per 5 giorni la città è teatro di violenti scontri tra il popolo oppresso dalla fame e l'esercito che spesso solidarizza con gli operai: centinaia i manifestanti caduti.

24, Monte Santo (sulla sinistra dell'Isonzo): la Brg Forlì, premendo sugli austriaci in ritirata, conquista la vetta.

Perdite:
- italiani, 18.794 morti, 89.193 feriti e 35.087 dispersi: totale 143.074;
- austriaci, 110.000 complessivamente.

Il Comando Supremo austro-ungarico giudica di non poter più resistere ad un'altra offensiva italiana e chiede l'intervento dell'esercito tedesco.

 

a.f.: sul fronte dell'Isonzo il comandante supremo gen. L. Cadorna concentra i tre quarti delle truppe a sua disposizione, pari a 51 divisioni con 5200 pezzi di artiglieria; l'attacco si sviluppa da Tolmino al mare e l'Isonzo viene attraversato in più punti su ponti mobili ma lo sforzo principale si concentra sull'altopiano della Bainsizza la cui conquista deve aprire la strada verso l'altopiano di Tarnova in modo da spezzare in due il dispositivo austriaco e isolare i baluardi del monte San Gabriele e dell'Hermada; dopo un'iniziale avanzata dove vengono conquistati la Bainsizza e il monte Santo, la spinta offensiva si esaurisce contro San Gabriele e l'Hermada che si dimostrano inespugnabili; gli italiani falliscono ancora il loro obiettivo strategico pagando un prezzo esorbitante: 40.000 morti, 108.000 feriti e 18.000 prigionieri;
il comando austro-ungarico, dopo aver contenuto l'offensiva italiana della Bainsizza, costituisce la 14ª armata al comando del gen. O. von Below
L. Cadorna attesta le truppe su posizioni difensive bloccando ogni azione offensiva.

 

19-28, battaglia della Bainsizza (altopiano a oriente dell'Isonzo, fra la piana di Gorizia a sud e il fiume Idria a nord):
Forze in campo:
- italiani: 2ª armata (gen. L. Capello), con i C.d'.a. XXVII (gen. Vanzo, poi gen. P. Badoglio), XIV (gen. Sagramoso), XXIV (gen. E. Caviglia), II (gen. P. Badoglio, poi gen. L. Montuori);
- austro-ungarici: 5ª armata (armata dell'Isonzo, gen. S. Borojevic von Bojna), con i C.d'a. XV (gen. K. Scotti) e XXIV (gen. Lukas).

Gli italiani iniziano l'offensiva con un'ardita operazione di gittamento di ponti sull'Isonzo; oltrepassano il fiume e raggiungono l'orlo dell'altopiano.
Il XXIV C.d'a. avanza vittoriosamente al centro, mentre il XXVII sulla sinistra è arrestato.
Il II C.d'a. a destra avanza conquistando il Monte Santo. L'avanzata prosegue fin quasi all'orlo dell'altopiano verso il vallone di Chiapovano, dove è arrestata da una nuova linea di resistenza austriaca.

Il Comando Supremo austro-ungarico chiede l'intervento di truppe tedesche.

25, durante la battaglia il gen. von Arz, capo di S.M. dell'Eserctio austro-ungarico, superata l'opposizione dell'Imperatore Karl, sollecita l'intervento dell'Esercito tedesco, dubitando di non poter resistere oltre alle offensive italiane;
il Comando Supremo germanico, e cioè il mar.llo P. von Hindenburg comandante supremo dell'esercito e il gen. E. Ludendorff capo di S.M., inviano il gen. Krafft von Dellmensingen a fare una ricognizione sull'Isonzo.
Al suo ritorno il generale esprime parere favorevole ad effettuare un'offensiva nel settore Plezzo-Tolmino e tosto sono impartiti gli ordini per organizzarla.
Comandante della 14ª armata, incaricata dell'operazione, è designato il gen. Otto von Below, ricco dell'esperienza di guerra di movimento fatta in Romania, con capo di S.M. il gen. Krafft von Dellmensingen;
l'esercito tedesco dà due comandi di C.d'a. (gen. Stein e gen. von Berrer) e sette Div.ni;
- l'esercito austriaco dà due comandi di C.d'a. (gen. A. Krauß e gen. K. Scotti) e otto Div.ni.

Perdite:
- italiani: 143.000 uomini;
- austro-ungarici: 110.000 uomini.

È un autentica vittoria, ma una vittoria non decisiva.



_______

Alla fine del mese, il gen. P. Badoglio, un accentratore, sostituisce il gen. Vanzo nel comando del XXVII C.d'a; comandante dell'artiglieria è il col. brigadiere Edoardo Scuti valente artigliere.
Ha condotto con sé, come capo di S.M., il ten.col. Giulio Pellegrini, anziché un colonnello, appunto perché quest'ultimo, pur essendo un intelligente e capace ufficiale di S.M., è abituato con lui ad eseguire, più che ad agire d'iniziativa.
Tenendo sempre ad affermare la propria capacità di artigliere e mal tollerando il col. brigadiere Edoardo Scuti, competente e attivo – lo chiama in dialetto piemontese «I' prufesur» – il gen. P. Badoglio ne chiede la sostituzione e viene designato il gen. Oscar Fano.
Non soddisfatto della scelta, il gen. P. Badoglio telefona personalmente al gen. L. Capello, presente il magg. Oreste Cantatore, dicendogli di non gradire il gen. Oscar Fano, qualificandolo «menagramo»; alla fine, spazientito, il gen. L. Capello gli dice di prendersi pure il col. Cannoniere, nome suggerito dallo stesso gen. P. Badoglio.
[Prima comandante di poche batterie da campagna, il col. Cannoniere diventa così comandante di circa 600 cannoni ed è naturale che il gen. P. Badoglio gli dica quello che ha già detto al gen. L. Capello: che si riserverà di comandare personalmente l'artiglieria.]



[Emilio Faldella, Caporetto - Le vere cause di una tragedia, Universale Cappelli 1967.]





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