1915
Gennaio
24, battaglia navale di Dogger Bank;
Febbraio
7, battaglia dei laghi Masuri:
con una doppia manovra aggirante, le truppe tedesche di P.
von Hindenburg (l'VIII armata, al comando di O.
von Below, e la X armata di H.
von Heichon) fanno indietreggiare i russi e solo la disperata
resistenza del XX corpo d'armata nella foresta di Augustów ritarda
fino al 21 febbraio l'avanzata dei tedeschi; questi però sono ormai
penetrati stabilmente in territorio nemico e la minaccia russa sulla
Prussia Orientale viene allontanata;
200.000 uomini (tra cui 100.000 prigionieri) le perdite russe, lievi
quelle tedesche;
spedizione dei Dardanelli:
W.
Churchill, primo lord dell'ammiragliato, prevede con
un suo piano il forzamento dello stretto dei Dardanelli da parte
degli anglo-francesi e l'attacco di Costantinopoli con l'obiettivo
di aprire più facili comunicazioni con la Russia e costringere la
Turchia a ritirarsi dalla lotta.
19, la flotta alleata
composta da dodici unità antiquate e comandata dall'ammiraglio S.H.
Carden (poi sostituito da J. De Robeck),
bombarda i forti di Capo Helles e Kum Kale fino al 4 marzo;
Marzo
18, J. De Robeck
inizia l'attacco per forzare la stretta di Canakkale, ma le truppe
turche, riorganizzate dal gen. tedesco O.
Liman von Sanders, affondano la corazzata francese Bouvet
e quelle inglesi Irresistible e Ocean costringendo
la formazione alleata a ritirarsi;
Aprile
22, seconda battaglia
di Ypres:
i tedeschi rinnovano l'offensiva e, grazie all'impiego su larga
scala per la prima volta di gas asfissianti (clorina e fosgene),
riescono a sfondare il fronte francese; la loro incapacità di sfruttare
il successo iniziale e l'accorrere delle riserve franco-britanniche
permettono però il ristabilirsi della situazione e tramutano la
battaglia in una durissima guerra di posizione, che si protrarrà
ancora per settimane, senza guadagni decisivi per ambo le parti;
25, il comando alleato opera una
serie di sbarchi (a Seddülbahir, Gapa Tepe, Ariburnu) con l'impiego
di ca 150.000 uomini che vengono però bloccati nelle loro teste di
ponte; [20 dicembre, il reimbarco, protrattosi sino al 9 gennaio
1916, sanziona il fallimento di una operazione costata 30.000 morti
agli alleati].
26, patto di Londra:
- Inghilterra (E.
Grey)
- Francia (P. Cambon)
- Russia (conte di Benckendorff)
- Italia (G. Imperiali, ambasciatore
a Londra);
in base ad esso l'Italia del governo Salandra
aderisce al blocco della triplice intesa, sanzionata dal
patto di Londra del 4-5-settembre 1914 e a sua volta si impegna
ad entrare in guerra contro le potenze centrali entro un mese dalla
sua sigla;
al patto seguono alcune convenzioni militari;
gli accordi raggiunti promettono all'Italia:
- il possesso del Trentino e del Sudtirolo fino al Brennero;
- il possesso di Trieste, le contee di Gorizia e Gradisca, tutta
l'Istria con la provincia di Dalmazia, esclusa Fiume;
- la sovranità sul Dodecaneso e su Valona e un territorio albanese
a fini strategici, fatta salva la parte centrale del paese riservata
"per la costituzione di un piccolo stato autonomo neutralizzato";
- compensi nella regione di Adalia in Asia Minore ed eventuali territori
e rettifiche di frontiera in Africa a spese delle colonie tedesche;
- una parte sull'indennità di guerra "corrispondente ai suoi
sforzi e ai suoi sacrifici";
- un prestito monetario da parte inglese;
- l'esclusione della Santa Sede da "tutti i negoziati per la
pace e nel regolamento delle questioni sollevate dalla presente
guerra";
[il documento previsto come "segretissimo" si conosce
già a maggio e sarà pubblicato improvvisamente dal governo sovietico
nel novembre 1917;
il patto verrà disconosciuto dal presidente T.W.
Wilson e dalla diplomazia statunitense al tavolo della
pace di Versailles e costituendo solo oggetto di controversie sarà
lasciato cadere dagli stessi negoziatori italiani almeno per la
parte riguardante la Dalmazia];
Maggio
1-3, sfondamento
austriaco di Gorlice-Tarnów;
9 maggio-18
giugno, seconda battaglia dell'Artois;
24,
l'ITALIA entra in guerra
con 35 divisioni di
fanteria, ma poca artiglieria pesante, poche mitragliatrici, insufficienti
munizioni e, per contro, piani di impiego ambiziosi e sproporzionati,
tanto che L.
Cadorna pensa di raggiungere Lubiana e di lì puntare
su Vienna;
La Torino operaia risponde con le barricate all'annuncio dell'entrata
in guerra dell'Italia.
Giugno
I reparti della 2ª armata del gen. P.P.
Frugoni e della 3ª armata del duca Emanuele
Filiberto di Savoia-Aosta (in tutto 35 divisioni) raggiungono
l'Isonzo e lo attraversano in alcuni punti ma sono bloccati dalla
resistenza austriaca (14 divisioni al comando dell'arciduca Eugenio
e del gen. S.
Borojevic von Bojna cui si aggiunge l'Alpenkorps tedesco);
da questo momento e per due anni, ben 11 offensive si infrangeranno
contro la tenace resistenza austriaca;
23 giugno-7 luglio,
prima battaglia dell'Isonzo, gli italiani si impegnano contro
le teste di ponte austriache di Tolmino e Gorizia, al nord e al
centro, e contro le linee di difesa sul Carso, a sud: gravi perdite
e nessun risultato significativo.
Luglio
Espansione italiana in Libia: la riscossa araba ricaccia
gli italiani alle coste con gravi perdite;
18 luglio-3 agosto, seconda battaglia dell'Isonzo,
ha il suo epicentro sul Monte San Michele nel Carso: gli italiani
non riescono a mantenere le posizioni conquistate ad un prezzo durissimo;
Agosto
l'Italia dichiara guerra alla Turchia in ottemperanza
all'art. 2 del "patto di Londra";
19,
i tedeschi affondano il transatlantico inglese Arabic;
Settembre
25 settembre-13 ottobre, battaglia di Artois-Loos;
Ottobre
3, sbarco a Salonicco;
alla fine dell'anno l'esercito tedesco ha due milioni e mezzo di
perdite, tra morti (640.000), dispersi (320.000) e feriti (1.600.000);
ciononostante porta le sue divisioni da 92 a 161 (ognuna con un
minor numero di uomini ma una maggior potenza di fuoco); possono
contare su oltre sei milioni di uomini alle armi e 750.000 nei depositi;
gli altri stati non sono da meno e gli inglesi in particolare, con
arruolamenti volontari e la coscrizione obbligatoria, riescono a
metter in piedi un esercito di grandi dimensioni;
a ciò si aggiunga la sperimentazione di nuove armi come le bombarde,
i gas, l'aviazione e la nuova artiglieria pesante;
l'Italia prepara una spedizione
in Albania per appoggiare le forze serbe contro l'Austria.
18 ottobre-4novembre, terza
battaglia dell'Isonzo, gli italiani sviluppano un'offensiva
di vaste proporzioni in diverse direzioni: la valle di Vipacco da
Plava al Carso, le colline ad ovest di Gorizia, il Sabotino e il
Podgora;
Novembre
10 novembre-2 dicembre, quarta
battaglia dell'Isonzo, ripetuti attacchi italiani contro il
monte di San Michele e la zona a sud di Gorizia fanno arretrare la
linea difensiva austriaca di un km e permettono l'allargamento della
testa di ponte di Plava;
(dopo quattro battaglie:
- perdite italiane:
66.000 morti e 190.000 feriti;
- perdite austriache: 165.000 uomini;
Dicembre
nelle riunioni dell'alto comando franco-britannico viene programmata
per la primavera del 1916 una grande offensiva comune sulla Somme,
al punto di sutura tra i due eserciti alleati, con l'intenzione
di travolgere lo schieramento difensivo nemico e di avanzare in
profondità;
Note
settembre, alla conferenza di Zimmerwald si riuniscono i vari esponenti
socialisti di tutti i paesi in conflitto i quali chiedono una pace
senza annessioni e senza indennità;
le masse contadine accolgono la guerra con rassegnazione e quelle
operaie con passività o larvato malcontento, senza però avere la
forza di protesta politica;
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