Papa
Pio XII
(1939-58)
CECA
(Comunità europea del carbone e dell'acciaio)
«segue
da 1950»
1951, Parigi, 18 aprile, Francia, Germania, Italia, Belgio, Lussemburgo
e Olanda
firmano il trattato che la istituisce
«segue 1952»
NIOC
(National Iranian Oil Company)
1951,
sorge questa compagnia petrolifera di stato iraniana in seguito alla
nazionalizzazione dell'industria petrolifera;
«segue
1954»
|
IRI
(Istituto per la Ricostruzione Industriale)
- Presidente: Isidoro Bonini
(1950-1955) |
1951
Gennaio
-
|
|
Banche
|
1951
Banca di Credito Finanziario
o
Mediobanca
- Presidente: Eugenio Rosasco
(1946 giu - 1958)
- Amministratore delegato (dal 1949) e Direttore
generale: E.
Cuccia (1946 giu - 1988)
1951,
VI esercizio (1951 giu - giu 1952)
il successo ottenuto nel collocamento di obbligazioni delle imprese
è tale che il 70% del listino delle obbligzioni quotate
in borsa è rappresentato da titoli collocati da consorzi
da essa guidati;
R.
Mattioli, in seguito all'esito negativo ottenuto dai
contatti da lui avuti assieme a E.
Cuccia nella ricerca di interlocutori bancari stranieri,
avvicina la Société de Banque
Suisse – che nel 1998 si fonderà con UBS
(Union de Banques Suisses) –, proponendole di prendere
una partecipazione nell'Istituto ma la risposta è negativa;
«segue 1952»
Banca
Provinciale Lombarda
1951
dal 1950, l'Italmobiliare
(la finanziaria della Italcementi)
possiede i 2/3 del capitale sociale.
L'ing. C.
Pesenti è così di fatto il vero padrone
della banca.
Banca Popolare
di Vicenza
- Presidente: Angelo
Lampertico, (1950-78)
- vicepresidente: ?,
- Consiglieri:
. R. Brunelli,
. U. Frigo,
. G. Faggionato,
. N. Griso,
. A. Lancerotto,
. A. Lanza,
. U. Marton,
. P. Nizzero,
. A. Pozzan,
. R. Todescato,
- Collegio Sindacale:
. G. Tomba,
. S. Galizzi,
. G. Gasoli,
Direttore generale: Ugo Azzalin
(1948-67)
Banca
Cattolica del Veneto
- Presidente
. Massimo Spada
(1947-1983)
- Vice presidente
. conte avv. Giustino Di Valmarana,
- Amministratore delegato
. Secondo Piovesan,
- Consiglieri:
. ing. cav. Raffaello Bettazzi,
. avv. prof. comm. Giovanni Battista Biavaschi,
. Riccardo Carini,
. Alfredo Cursi,
. Luciano Giacomuzzi,
. dr. Enzo Guarnieri,
. avv. Gaetano Martelletto,
. avv. U.
Merlin,
. Alessandro Passi,
. Guglielmo Schiratti,
. Elio Somma [segretario],
. avv. Vittorino
Veronese,
. ing. Sergio Zanarotti.
- Sindaci effettivi
. Amedeo Gallina,
. Luigi Ricchieri,
. Pio Rumor.
- Sindaci supplenti
. Giuseppe Del Giudice,
. Antonio Guizzardi.
Comitato direttivo
- Presidente:
. ? ,
- Componenti:
. ?,
. ?,
. ?.
- Direttore generale
. Felice Saggiorato.
- Vicedirettori
. Bruno Bernardini
. Aurelio Ballarin.
1951
Febbraio
24, la rosa dei fidi si va allargando anche alle piccole
e medie industrie e le domande sono in continuo aumento; la banca
continua ad aprire filiali in tutto il Veneto vedendo accresciuto,
senza dubbio di flessioni, il livello dei depositi; tuttavia l'aumento
dei prezzi, lo spettro dell'inflazione, l'esodo di capitali verso
l'acquisto di terreni, la tendenza alla riduzione delle disponibilità
liquide, la concorrenza dei tassi passivi, spinge verso una rigorosa
disciplina delle operazioni attive e passive.
Eppure la voce beneficienza si dilata oltremodo.
È aumentato il numero delle chiese e delle opere religiose
in tutta la regione che chiedono, a vario titolo, prestiti ed
elargizioni, come anche più ampia e onerosa si è
fatta la fascia di contributi ai grandi organismi sociali cattolici,
impegnati in un lavoro di aggregazione di forte rilevanza politica:
- Comitati civici diocesani,
- ACLI,
- Unione degli impreditori cristiani,
presenti a turno nei verbali del Consiglio di amministrazione.
Le voci delle casse rurali e cooperative di una volta si sono
rarefatte, sostituite dalle nuove voci sociali che designano la
nuova mappa politico-confessionale estesasi in tutta l'area veneta
con una rapidità stupefacente. Si aggiunga a questo nuovo
e più articolato panorama della beneficienza, la crescente
forza politica della Democrazia cristiana del Veneto che ha
uno dei suo punti di riferimento non solo nel clero, come è
finora sempre avvenuto, ma anche nella banca.
Quanti uomini sono entrati in Parlamento rivestendo la carica
di ministro!
. avv. U.
Merlin, senatore di diritto,
. Valmarana, senatore per il collegio
di Bassano,
. Schiratti, deputato per il collegio
di Udine,
. sen. Ugo Guarienti di Verona,
. Cimenti, dipendente della banca,
. Biasutti, dipendente della banca,
. Vittorino
Veronese (eletto presidente dell'Azione cattolica nel
1946 da Pio XII)
senza contare Massimo
Spada maggiore esponente laico dell'IOR
della Città del Vaticano.
Dicembre
24, assemblea generale ordinaria per l'approvazione
del Bilancio chiuso al 31 dicembre 1950.
Banca
Popolare di Roma
- Presidente: ,
- vicepresidente: comm. prof. Puggioni,
- Consiglieri:
. comm. Foscolo Bargoni,
.
.
- Collegio Sindacale:
. Presidente: comm. Giuseppe del
Vecchio, direttore generale del Tesoro,
[Fa parte anche del Collegio sindacale dell'INA)
.
.
- Direttore: comm. Terrigno
(? - ?)
1951
Nel 1948 è stata acquistata dalla Compagnia
Finanziaria di Partecipazioni che ne ha fatto subito
aumentare il capitale da 3.820.000 lire a 101 Mni di lire.
Febbraio
3, il consiglio di amministrazione rifiuta di
votare l'ordine del giorno proposto dal comm. Forti
(rappresentante dell'INF
(Istituto Nazionale Fiduciario), cioè indirettamente
rappresentante dell'INA),
per la trasformazione della banca cooperativa in anonima.
Aprile
10, l'assemblea generale della banca in cui (come
in tutte le cooperative) ogni socio ha un voto, indipendentemente
dal capitale sottoscritto, espelle dal suo seno, per volontà
dei sopravvenuti cooperatori, lo stesso comm. Forti,
ed approva il bilancio per l'esercizio 1950, in cui si trovano
segnati all'attivo i 700 Mni di lire di credito verso la Compagnia
Finanziaria di Partecipazioni e la FINCOPAR
(già da un pezzo in liquidazione per dissesto) ed è
dichiarato un utile di 15,5 Mni di lire, a formare il quale contribuiscono
40 Mni di interessi attivi sui crediti verso le predette società,
di cui ben difficilmente si potrà ottenere il recupero
del capitale.
Quale partecipazione agli utili viene assegnata al comm. Terrigno,
direttore della banca, la gratifica di 1,5 Mni di lire.
Nella Relazione al bilancio della società, il
collegio sindacale esprime il suo più vivo compiacimento
per la «gestione proficuamente attiva
e il rafforzamento dello stato patrimoniale», che
la banca ha raggiunto «seguendo constantemente
l'indirizzo di oculati investimenti rivolti ad incoraggiare iniziative,
esaminate al vaglio di sani criteri economici e di un rigoroso
controllo della spesa».
«segue 1952»
|
INA
(Istituto Nazionale delle Assicurazioni) |
- Direttore generale: comm. prof. Puggioni
(? - ?)
Oltre alla gestione ordinaria di assicurazione sulla vita ha
due gestioni speciali:
- Fondo di indennità impiegati,
- INA-CASA.
Inoltre, profittando di una disposizione di legge che gli dà
la facoltà di partecipare a società di assicurazione
di qualsiasi natura, l'INA possiede le seguenti anonime:
|
|
Capitale
[Mni di lire] |
Partecipazione dell'INA
% |
Note |
LE ASSICURAZIONI
D'ITALIA (ASSITALIA)
- Presidente: ? (? - ?)
- Vicepres.te e Amm.re del.: rag. Ferdinando
Bussetti (?-?);
- CdA:
. comm. prof. Puggioni,
. comm. Foscolo Bargoni,
. ecc. |
800.000.000 |
90% |
|
FIUMETER |
730.000.000 |
100% |
|
PRAEVIDENTIA |
100.000.000 |
100% |
|
FIUME |
11.920.600 |
99% |
|
|
1951
Giugno
9, il ministro dell'Industria, on. Giuseppe
Togni (Dc), rispondendo all'interrogazione di un deputato,
assicura che la commissione da lui nominata «ha
poteri larghissimi», e che deve completare gli
accertamenti per dar modo agli organi di governo di «giungere
rapidamente a positivi conclusioni circa il miglior assetto
da dare ad alcuni reparti dell'INA».
Intanto il prof. Puggioni:
- viene ricevuto in udienza privata dal Pontefice;
- ottiene attestati di benemerenza dai ministri;
- presiede «raduni»,
nei quali si scaglia volentemente contro i detrattori della
sua gestione che sta conducendo l'istituto verso i più
luminosi fastigi.
Settembre
30, in un convegno regionale a Cassino, alla
presenza di parecchie autorità plaudenti, il prof. Puggioni
dopo aver ripetuta la dimostrazione che il suo istituto ha ormai
superata la crisi del dopoguerra, dichiara:
«Se il Parlamento approverà
la legge sulla rivalutazione immobiliare dell'Istituto, noi
potremo disporre di 50 miliardi, i quali andranno, per circa
10 a coprire l'attuale deficit di bilancio, e, per il resto,
la metà al maggior potenziamento dell'Ente, e l'altra
metà a beneficio di tutti coloro che, negli anni passati,
hanno versato all'INA denari buoni e corrono attualmente il
pericolo di ricevere carta svalutata».
[Non occorre conoscere neppure le prime nozioni di economia
per capire che una nuova rivalutazione per conguaglio monetario,
se venisse legislativamente concessa, porterebbe ad un aumento
delle cifre segnate all'attivo del bilancio per i beni immobili
dell'istituto; non potrebbe mai dare ai suoi dirigenti delle
nuove disponibilità liquide da spendere, come se si trattasse
d denaro fresco.]
In conclusione l'INF
(Istituto Nazionale Fiduciario) non ha potuto pagare
i debiti della Compagnia
Finanziaria di Partecipazioni e della FINCOPAR
verso la Banca
Popolare di Roma perché il presidente
e il direttoee generale dell'INA
continuano a negare che l'Istituto da loro rappresentato, abbia
garantito tali debiti.
Ottobre
5, a rettifica delle dichiarazioni fatte dal
prof. Puggioni a Cassino, «Il
Sole» riporta una dichiarazione del prof. Jannaccone,
consigliere dell'INA, il quale ha tenuto a far sapere che «la
materia della rivalutazione è di competenza del Consiglio
di amministrazione» e che il pensiero espresso
dal direttore generale sulla convenienza per gli assicurati,
la destinazione e l'ammontare delle eventuali rivalutazioni,
non è condiviso da tutti i i membri del Consiglio.
Il direttore generale continua a rimanere al suo posto.
14, l' «Ansa»
dà notizia che sei consiglieri di amministrazione dell'INA
si sono dimessi:
. ing. Leone Castelli, presidente
dell'Associazione costruttori edili;
. on. Angelo Corsi, presidente
dell'Istituto di previdenza sociale;
. prof. Pasquale Jannaccone, senatore
a vita;
. dottor Ruggero Mastrangelo, ispettore
generale del Tesoro;
. on. Eugenio Rosasco, vicepresidente
della Confindustria;
. dott. Lino Sartori, direttore
del Banco di S. Marco di Venezia
e presidente dell'Istituto Nazionale Fiduciario.
[Il comunicato non viene pubblicato né dal «Corriere
della Sera», né dal «Tempo», né
dall'«Unità» né dal «Popolo».]
Ordine del Giorno
presentato dai dimissionari: |
I sottoscritti:
- Esaminata la situazione della società
FINCOPAR e delle altre con
essa collegate, con particolare riguardo alla natura ed
all'origine dei rapporti tra esse e l'INA;
- rilevano che le dette aziende – pur essendo
sorte ed avendo svolto le loro operazioni al di fguori
dell'INA, senza alcun concorso del Consiglio di amministrazione
– hanno creato, a carico dell'Istituto, perdite
non ancora esattamente determinate, ma comunque ingentissime;
- constatato che la responsabilità dell'INA
è stata coinvolta, di fatto, per conseguenza di
iniziative arbitrarie del Direttore generale e della Presidenza
dell'Istituto;
- rilevano che le notizie sulle Finanziarie comunicate
al Consiglio nel maggio e nel settembre 1949 erano incomplete
e che furono presentate a fatti compiuti;
- dichiarano il loro pieno dissenso dalle dette
iniziative, poste in essere senza deliberazione del Consiglio
e respingono ogni inerente responsabilità;
- constatano che la legge e lo statuto dell'Ente
non attribuiscono al Consiglio i poteri necessari per
i provvedimenti del caso;
- denunciano tali fatti e tale situazione al
governo per i conseguenti improrogabili provvedimenti,
e pongono a disposizione del governo il loro mandato di
amministratori dell'INA.*
|
* Da notare che il direttore generale dell'INA
non può venire licenziato dal Consiglio di amministrazione,
quando non ne gode più la fiducia; per una disposizione
assurda della legge vigente esso «non
può essere rimosso né sospeso dall'ufficio,
altrimenti che con un decreto presidenziale, su proposta
del ministro dell'Industria, sentito il Consiglio dei ministri».]
|
16,
il «24 Ore» pubblica una corrispondenza da Roma
sotto il titolo «Il marasma
dell'INA – il direttore generale sollecitato a dimettersi
non vuole saperne».
19, la Radio dà
la buona notizia che il Consiglio dei ministri ha accettato
le dimissioni dei consiglieri dell'INA, ed ha completamente
rinnovato il Consiglio di amministrazione, licenziando il direttore
generale.
«segue 1952»
|
[Ernesto Rossi, Settimo:
Non rubare, Laterza Bari 1953.] |
FEDERCONSORZI
(Federazione italiana dei consorzi agrari)
– Cap. soc. L. 4.900.000= – |
- Presidente: on. Paolo Bonomi
(1949 - ?)
«segue da 1949»
|
1951
Marzo
1°, il D.M. 1° marzo 1951
(anche la legge 24 dicembre 1950, n. 1135) dispongono
che, per ottenere la riduzione o la esenzione della tassa di
circolazione, i carri agricoli devono essere muniti di ua targa
di riconoscimento fabbricata e venduta (chi sa perché)
dall'ENAL.
[A tale targa è collegata una polizza di assicurazione
a copertura dei rischi di responsabilità civile contro
terzi, garantita dalla FATA (Fondo
di assicurazione tra agricoltori).]
5, Angelo
Polenghi, ex presidente della Polenghi
Lombarda, si uccide con un colpo di rivoltella;
20, il rag. Giuseppe
Ronzi, procuratore della sede centrale di Codogno e della
filiale milanese della Polenghi Lombarda
si uccide asfissiandosi;
I giornali portano la notizia che l'on. Bonomi
sta attivamente interessandosi per ottenere che venga «difeso»
il settore caseario, con acquisti statali di burro e formaggio.
Soltanto la resistenza del Tesoro impedisce che abbia pieno
successo questa manovra (sostenuta con uno zelo degno della
miglior causa dal Ministero dell'Agricoltura) indirizzata a
trasformare le operazioni decise dal Consiglio dei ministri
per assicurare il rifornimento di grassi con acquisti all'estero,
in operazioni di acquisti all'interno, a danno dei consumatori
e ai favore degli industriali caseari.
La decisione, presa ora, di limitare gli acquisti di Stato a
5.000 quintali di burro di produzione nazionale è, però,
sufficiente a provocare un immediato sbalzo di 130 lire al chilo
nel prezzo del burro.
Aprile
28, alla richiesta di notizie inoltrata da don L.
Sturzo circa il problema dei finanziamenti bancari
delle «gestioni speciali»,
il presidente della Corte di Conti, Ortona,
risponde con una lettera:
«Le gestioni degli approvvigionamenti
alimentari, assunte per conto dello Stato dalla Federazione
dei Consorzi, sono soggette al controllo postumo
della Corte: ma questa non ha avuto finora la possibilità
di esercitarlo, perché ancora non sono stati presentati
i rendiconti».
[Da notare che nei collegi sindacali ci sono i rappresentanti
dei ministeri del Tesoro, dell'Agricoltura e del Lavoro (270
nei Consorzi provinciali e 3 nella Federazione).]
Giugno
22, rispondendo al Senato quale relatore del bilancio
del Ministero dell'Agricoltura, dopo aver rimproverato all'on.
Spezzano di «aver
varata, o di aver consentito che sia varata, una legge, la quale
crea una situazione per cui la federazione dei Consorzi agrari
rimane la dominatrice», l'on. Guarienti
(Dc) aggiunge:
«Il Direttore non è un dipendnete
del Consorzio agrario, ma è un dipendente della Federconsorzi.
Anche se il Consorzio agrario lo licenzia, esso viene riassorbito
dalla Federconsorzi. I consigli di amministrazione in tal modo
hanno un padrone in casa».
Nella relazione del Consiglio di amministrazione per il 1950,
così si commenta il lavoro di collocamento che l'organizzazione
federconsorziale attualmente fa del 55% dei carburanti agricoli
distribuiti in Italia:
«La capillarità della nostra
organizzazione favorisce il rafforzamento delle sue posizioni
in questo settore, che una volta costituiva il monopolio pressoché
esclusivo della concorrenza».
Agosto
31, Lodi, all'assemblea generale ordinaria
della Polenghi Lombarda
(cap. soc.: 600 Mni di lire) per l'approvazione del bilancio
chiuso il 30 aprile 1951, sono presenti oltre 400 azionisti.
Il dottor Leonida Mizzi, direttore
della Federconsorzi e presidente
della Polenghi Lombarda «deve
impiegare molto accorgimento per domare l'assemblea»
(così scriverà «Il Sole» del giorno
dopo).
Il Consiglio di amministrazione, insediatosi nel dicembre scorso,
annuncia una perdita di L. 1.011.000.000= e
propone di far fronte alla perdita di 1.010 Mni di lire in questo
modo:
a) utilizzando 437 Mni, risultanti da una rettifica alla rivalutazione
dei beni patrimoniali, già effettuata negli esercizi
precedenti, per «conguaglio monetario»;
b) facendo ricorso per 19 Mni alle riserve;
c) rilevando 555 Mni dal capitale sociale, che vine così
ridotto da 600 Mni a 45 Mni di lire: corrispondentemente il
valore nominale di ogni azione scende da 200 a 15 lire.
La riduzione a sole L. 15 del valore nominale di ogni azione
(pagata nel dicembre scorso a L. 370) dovrebbe corrispondere
(1.900.000 x 355) ad una perdita per la Federconsorzi
di 674 Mni di lire.
Data l'impossibilità di gestire un'azienda dell'importanza
della Polenghi Lombarda con un
capitale sociale di 45 Mni di lire, la relazione del Consiglio
di amministrazione propone di aumentare nuovamente tale capitale
a 495 Mni, con l'emissione di trenta milioni di azioni da 15
lire ciascuna, da offrire in opzione ai vecchi azionisti, in
ragione di dieci azioni nuove per ogni azione posseduta.
Ma gli umori dell'assemblea sono tali che nessuno ha
il coraggio di chiedere altri quattrini agli azionisti e l'operazione
viene sospesa.
«segue 1956»
|
[Ernesto Rossi, Settimo: Non
rubare, Laterza Bari 1953.] |
FRANCO TOSI |
Quasi tutta di proprietà dei signori Falck.
- Presidente:
. rag. Mario
Rossello (? - ?);
[Pure presidente della Edison.]
- Membri del Consiglio di Amministrazione:
. Giovanni Falck (? - ?);
[proprietario e presidente delle grandi Acciaierie
e Ferriere Lombarde.]
. Romualdo Borletti (? - ?);
[presidente della Rinascente.]
. Carlo Pesenti (? - ?);
[proprietario e amministratore delegato della Italcementi.]
. Massimo Spada (? - ?)
[presidente della Banca Cattolica del
Veneto.]
. ecc. (altri grossi calibri dell'industria italiana e vaticana).
|
1951
Con deliberazione assembleare del 24 marzo 1947 la
società ha provveduto alla concentrazione del complesso
aziendale del proprio cantiere di Taranto mediante apporto dello
stesso nella Società Cantieri
Navali di Taranto all'uopo costituita, conservando
la proprietà delle corrispondenti azioni rappresenntative
del capitale sociale.
Ora cede una parte delle azioni (operazione prevista in tre
riprese: 1949, 1950 e 1952).
Maggio
26, nell'assemblea gli amministratori della
Franco Tosi dicono che «sono
lieti» di comunicare di aver potuto definire la
vendita di un secondo pacchetto di azioni della Cantieri
Navali di Taranto (un atro 1/4 del capitale dell'azienda)
«alle condizioni desiderate, e cioè
senza perdita sui valori di bilancio».
|
[Ernesto Rossi, I nostri quattrini,
Laterza Bari 1964.] |
La Lockheed
Corporation e il supermercato delle armi.
|
- Presidente: R.E.
Gross (1934-56) |
1951
L'impianto a Marietta, appena acquistato, dà lavoro a
10.000 operai e l'espansione in Georgia segna una svolta nello
sviluppo della società.
R.E.
Gross sa benissimo che il futuro della Lockheed
dipende per intero da Washinghton e la sua espansione in Georgia
gli dà una nuova influenza sulle decisioni prese dal Congresso.
La nuova situazione gli dà infatti un vantaggio politico,
consentendogli di legarsi ai senatori del Sud in grado di influire
sui contratti stipulati dal Ministero della difesa, e in particolare
al sen. Richard Russell della Georgia,
presidente dell' "Armed Services Committee".
Direttore amministrativo generale della Lockheed
in Georgia è un giovane ragioniere dell'Alabama, Dan
Haughton.
In Francia Marcel Dassault fonda
il settimanale «Jours de France» [più tardi
sarà dedicato alle romanticherie e alla moda], ne nomina
redattore capo il suo braccio destro, il gen. de
Bénouville e utilizza il periodico come un veicolo
di indirizzi politici gaullisti. Eletto deputato per il distretto
dell'Oise, dirige una formidabile coalizione di deputati, abilmente
manipolati, a sostegno degli interessi della difesa. Assume come
funzionari per la sua società ex ufficiali di aviazione,
fra cui il gen. Gallois [il più
eloquente fautore della force de frappe francese, la forza
d'urto nucleare] che diventa consulente di Marcel
Dassault per gli aerei da
combattimento.
Per i britannici e gli americani la vastità del potere
politico privato di Marcel Dassault
è tale da confondere la mente, facendo apparire
banali gli attacchi degli americani al loro complesso militare-industriale.
Nessuna industria aerospaziale americana, neppure la Lockheed,
può esercitare un'influenza di tale sorta, sotto la protezione
del governo e al riparo da critiche pubbliche. Il rapporto di
Marcel Dassault con il governo francese,
qualunque sia l'orientamento politico, è in pratica lo
stesso tipo di rapporto che Krupp
aveva raggiunto col governo del Kaiser negli anni precedenti la
prima guerra mondiale [quello, per intenderci, tanto deplorato
dal ministro della guerra von Heeringen
quando aveva rassegnato le dimissioni].
Un impero privato quindi che può esercitare una costrizione
sulla democrazia, ma sembra un piccolo prezzo in cambio del contributo
che dà alla sicurezza nazionale e all'influenza del paese
all'estero.
«segue 1952»
|
Fonti:
- Anthony Sampson, The arms bazaar/Il
supermercato delle armi - Arnoldo Mondadori Editore 1977. |
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|
Italia
Popolazione |
47.224.000 |
Attiva |
41,2% |
Agricoltura |
42,2% |
Industria |
32,1% |
Servizi |
25,7% |
Analfabeti
(oltre i 6 anni) |
12,9% |
Confindustria: presidente
Angelo Costa.
Gennaio
1°, entra in vigore la riforma fiscale, detta "Vanoni",
elaborata dal ministro on. Ezio
Vanoni che riforma il sistema tributario italiano, ripristinando
la dichiarazione dei redditi.
Il commissario straordinario della AMB
(Azienda Monopolio Banane) bandisce un concorso per le assegnazioni triennali.
Tale concorso viene cucinato in modo così sfacciatamente camorristico
che il Consiglio di Stato ne suggerisce l'annullamento e nessuno ha il
coraggio di pubblicarne i risultati.
[Nonostante le concessioni siano distribuite in modo illegale e siano
scadute da più di due anni, i novanta concessionari rimarranno
sempre i medesimi.
Ernesto Rossi, I nostri quattrini, Laterza
Bari 1964.].
Febbraio
Marzo,
Aprile
10 il D.M. 10 aprile 1951 (che porta
la firma di Brusasca e Togni)
indice, finalmente un «concorso per l'assegnazione
di rivendite all'ingrosso delle banane nel territorio nazionale».
Non si tratta di una vera e propria gara ma di un concorso "per titoli".
In pratica, entro un mese dalla pubblicazione del bando, oltre alla «buona
condotta», i concorrenti devono dimostrare di avere le attrezzature
e il personale necessari per l'esercizio delle rivendita all'ingrosso.
Il bando:
- divide tutto il territorio nazionale in 34 zone;
- fissa in 80 lire al chilo il margine riservato ai concessionari (superiore
di due volte e mezzo a quello di cui si contentano i grossisti di banane
francesi).
Ma l'amministrazione dell' AMB
(Azienda Monopolio Banane) si riserva la facoltà di variare i prezzi
e di assegnare ai singoli concessionari particolari territori, determinanti
i limiti della loro attività di vendita; in più, lascia
indeterminata la quota percentuale che sarà attribuita a ciascun
concessionario sul quantitativo attribuito alla rispettiva zona.
Maggio
sull'esempio americano nasce in Italia la prima catena di
supermercati, mentre si espandono le reti commerciali dei grandi magazzini
esistenti, quali Upim e Standa.
Giugno
26 il sottosegretario Zini risponde
a una interrogazione dell'on. Roberto Tremelloni
che si è rivolto al ministro dell'Industria per conoscere, data
l'importanza che ha lo zucchero quale consumo essenziale per la popolazione
povera, e data la condizione monopolistica in cui si continua a mantenere
l'industria relativa (con un aggravio calcolato in 28 Mdi di lire per
i consumatori nel 1949), se non intenda, come è desiderabile, rendere
note al Parlamento:
- le conclusioni della commissione nominata quasi due anni fa (D.M.
11 ottobre 1948) per lo studio del problema zuccheriero in Italia;
- con quali criteri il CIP ha determinato il prezzo dello zucchero nella
presente campagna, specificando i risultati delle indagini sui costi della
impresa ottima e della impresa marginale.
27, con D.M.
27 giugno 1951 le concessioni, assegnate solo per un anno
nel 1950, sono prorogate «fino alla conclusione
del concorso, bandito con decreto interministeriale 10 aprile 1951 e alla
nomina dei nuovi concessionari».
[A concorso concluso i vincitori non vengono nominati; perché prima
di pubblicare i risultati, il Ministero delle Finanze vuole chiedere il
parere del Consiglio di Stato.]
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
19, Roma, l'Encc (Ente nazionale per la cellulosa e
per la carta), costituisce la S.A.F.
(Società agricola e forestale) per la gestione di aziende agricole
e forestali che presentino particolare interesse per la coltivazione di
piante da legno, da cellulosa e da pasta per carta.
Ha in Italia 2 istituti scientifici, 17 aziende agricolo-forestali. L'Encc
dal canto suo gestisce 3 aziende dello stesso tipo.
Novembre
14, sul disegno di legge n. 317 (sulla produzione
e il commercio delle sostanze medicinali) il senatore Giovanni
Battista Migliori (Dc) – Alto commissario per l'Igiene e la Santià
e tra poco membro del consiglio di amministrazione della Montecatini,
proprietaria della più grande azienda farmaceutica italiana, la
Farmitalia – valuta in circa 2.200 le officine
farmaceutiche esistenti.
Nella relazione allo stesso disegno di legge, il sen. Samek
Ludovici, assicura che il loro numero «si
sta rigorosamente accertando da parte dell'ACIS (Alto
Commissario per l'Igiene e la Sanità)».
[Tra sette anni il censimento non sarà ancora stato fatto… mentre
dal 1950 le specialità crescono al ritmo di un paio di centinaia
al mese.]
Il controllo dovrebbe essere esguito dall'Istituto Superiore della Sanità,
diretto dal prof. Marotta, che preferisce
destinare gli abbondanti fondi di cui dispone alla ricerca scientifica
(visto che per le decine di migliaia di specialità ci pensano le
case farmaceutiche mandando i loro uomini di fiducia in Parlamento…).
Lo stesso sen. Samek Ludovici, riporta una
lettera del prof. Egidio Meneghetti della
università di Padova, uno dei più valenti farmacologhi italiani.
Quest'ultimo, nell'affermare che «in buona
parte delle specialità in commercio non si trovano le qualità
di farmaco denunciate» porta l'esempio delle "insuline",
in cui «raramente vi è un titolo corrispondente
a quello che si trova nell'etichetta».
Intanto il reato di "comparaggio"
previsto dal Testo Unico è talmente diffuso che ormai fa parte
del folklore italiano!
Si avvia dietro suggerimento di U. La Malfa, la liberalizzazione degli scambi.
Dicembre
Le emissioni di biglietti da 50 e 100 lire cessano per essere
sostituiti da monete metalliche.
Nel 1951 sono stati importati 292.565 quintali di banane (258.101 dalla
Somalia e 14.116 dall'Eritrea).
[Le banane perdono in media il 7% del loro peso per liberarle dal cespo
e l'8% per scarti e cali. Se si apporta questa riduzione del 15% si può
calcolare che ai consumatori siano andati circa 25 milioni di chili: moltiplicando
questa quantità per 500 lire si ottiene 12,5 miliardi lire.]
I concessioanri produttori in Somalia fanno tutti capo alle due società
SAGA e SAG che
per ogni chilo di banane pesate a Genova ricevono dall'AMB
139 lire: in complesso quindi 5 miliardi di lire ca,
per il quantitativo che hanno esportato in Italia nel 1951.
Detraendo dalle 139 lire tutte le spese e perdite a carico dei concessionari
dopo la produzione (calo medio 12%, spese imballaggio 22%, spese trasporto
dalla concessione al porto somalo, dogana somala 5%, diritti portuali
1%, spese generali ecc.) residuano L. 80 al chilo cioè una somma
molto superiore a quella che i concessioanri stessi potrebbero ottenere
se invece di avere l'esclusiva in Italia dovessero vendere in concorrenza
con i produttori delle Canarie.
Ma un'indagine compiuta in Somalia a un tecnico di valore afferma che
il vero costo di produzione di un chilo di banane, pronte in concessione
si aggira sulle 30-35 lire al chilo. Quindi le 80 lire assicurerebbero
un guadagno ai produttori di 45-50 lire al chilo: in complesso circa un
miliardo e mezzo per tutta la quantità importata nel 1951 in Italia:
prima grossa mangeria.
L'AMB cede le banane ai
grossisti a L. 300 al chilo: tenendo conto del calo avrà incassato
per la vendita delle banane importata quest'anno circa 8 miliardi
di lire.
Il profitto di monopolio (differenza tra 8 Mdi e 5 Mdi spesi nell'aquisto
delle banane dalla SAGA e dalla SAG
più le spese di nolo, di porto ed accessori (un paio di miliardi)
è di ca 1 miliardo di lire.
[Per l'esercizio 1952-53 è previsto un profitto di 1.800 milioni
di lire).
SNIA
Viscosa
(Società nazionale industrie applicazioni viscosa)
«segue da 1934»
1951, porta il capitale da 375 Mni del 1938 a 21 Mdi di lire.
La società è ormai in mano della Courtaulds
di Londra, il cui presidente, amm.re del. e dir. gen. è il neofascista
cav. di Gr.Cr. e del Lav. Franco Marinotti.
A poco a poco ha assorbito le tre anonime del gruppo CISA,
collegandosi poi con la Châtillon nel
cartello Italviscosa per
vendere sul mercato interno a prezzi di monopolio.
Occupa ca 20.000 operai; i terreni sui quali sorgono i suoi impianti industriali
coprono un'area di 2.200 ettari e i suoi terreni agricoli occupano oltre
8.000 ettari;
controlla:
- Cotonificio Olcese (cap. 2 Mdi)
- un'altra ventina di società (tra le quali Pignone
(cap. 1 Mdo);
partecipa con un gruppo finanziario svizzero alla SIIA
per lo sfruttamento elettrico del Basso Cismon, e ha forti partecipazioni
in:
- SNIACE di Madrid,
- SNIAFA di Buenos Aires,
- Fibra-Diaçao Brasileira di San Paulo,
- ecc. ecc.
Negli ultimi tempi le vendite all'interno e all'estero hanno cominciato
a contrarsi per cui ha ridotto le ore di lavoro nei suoi due stabilimenti
piemontesi (Venaria Reale e Abbadia di Stura).
La quotazione del fiocco, parallelamente all'andamento della quotazione
del cotone, dal 1 ° settembre è stata riportata da 800 a 700
lire il kg, prezzo già in vigore nei primi mesi del 1951.
«segue 1977»
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