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ATENE

281-270, formazione della lega achea tra le città dell'Acaia;
279, i galli, invasa la Macedonia, sono respinti a Delfi, ma distruggono il regno di Tracia;
277-276, Antigono Gonata batte i galli a Lismachia e diventa re di Macedonia (fino al 239);
275, Pirro, sconfitto in Italia, torna in Epiro;
272, morte di Pirro ad Argo;

 

Verso il 275 a.C. viene riattivato l'antico canale (scavato per la prima volta nel VII secolo a.C.) che collegava il Mediterraneo al Mar Rosso.
[In epoca imperiale non sarà più agibile e, come ben si sa, per recuperare la possiblità di navigare da un mare all'altro bisognerà attendere circa due millenni!]

279-270 a.C.

Tra il 301 a.C. (data alla quale si interrompe la parte che ci rimarrà dell'opera di Diodoro Siculo) e il 221 a.C. (inizio delle storie di Polibio) non ci rimarrà alcun resoconto storico continuato.

[Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata, Feltrinelli 1996.]

EGITTO
305-30 a.C.: Epoca tolemaica.
- Tolomeo I [Sotere] 305-282 a.C.
- Tolomeo II [Filadelfo] 285-246 a.C.
- Arsinoe II (coreggente) 285-246 a.C.

 

CINA

Periodo dei Regni combattenti
(529-222 a.C.)

?
?-? a.C., imperatore della Cina;
continuano a succedersi sul trono i Chou, a capo di un impero che è tale solo di nome.
È la volta del ? successore di Wen Wang.
? a.C., Lo yang (valle del Lo), il sovrano celebra immancabilmente i culti degli antenati, del Cielo e della Terra, seguendo formule antiche di secoli; ma l'autorità dell'imperatore viene esercitata solo su una minima parte del territorio cinese. Nel rimanente regna l'anarchia. Ogni principe, ogni duca di un feudo autonomo celebra il culto come gli pare.

Nel conglomerato di piccoli stati si distinguono tre stelle di prima grandezza, i regni di:
- Ts'i;
- Ch'u (di derivazione militare);
- Ts'in (di derivazione aristocratica o feudale).
Seguono numerosi principati di minore importanza ma che svolgono tutavia un ruolo politico e militare non trascurabile: Wei, Chao, Han, Lu, Song, Yen, Ch'in.



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Eratostene (Cirene 275 (?) - 194 a.C.) matematico greco, contemporaneo di Archimede;
bibliotecario del Museo di Alessandria;
Sulla misurazione della Terra (opera che non ci è giunta)
[In cui vi è il maggior risultato della matematica applicata ellenistica nella direzione della geodesia: la misurazione del meridiano terrestre.
Siamo informati sul metodo da lui usato soprattutto da Cleomede in Caelestia.
Si sapeva che Siene (l'odierna Assuan) era quasi sul tropico: il Sole vi era infatti circa allo zenit a mezzogiorno del solstizio d'estate. L'angolo (misurato con una meridiana) che nello stesso momento i raggi del sole formavano con la verticale di Alessandria poteva quindi fornire l'angolo tra le verticali delle due città. Conoscendo anche la distanza lineare tra Alessandria e Siene se ne poteva dedurre la distanza corrispondente a un grado di cerchio massimo. La difficoltà di sapere ad Alessandria il momento in cui era mezzogiorno a Siene era superata dall'assunzione che Siene fosse esattamente a sud di Alessandria e che quindi nelle due città il mezzogiorno fosse contemporaneo.
Sulla base poi del lavoro di Dicearco da Messina, della propria misura del meridiano e della raccolta sistematica di altre informazioni, disegna la prima carta scientifica del mondo conosciuto, che si estende da Gibilterra all'India e dalla Somalia al circolo polare artico.
Successivi sviluppi: Ipparco di Nicea, Marino di Tiro e Claudio Tolomeo.]
[Crivello di Eratostene;
Mesolabio (egli accenna all'utilità del suo strumento per la progettazione delle catapulte. La sua descrizione sarà conservata (assieme ad altre soluzioni del problema) da Eutocio, nel suo Commento al trattato di Archimede Sulla Sfera e sul cilindro. Egli accenna all'utilità del so strumento per laprogettazione delel catapulte.]


Euforione (Calcide, Eubea 276 ca-m. 187 a.C.) poeta greco, amante delle parole rare e preziose, fu ammirato da Catullo e imitato dagli altri neóteroi del sec. I a.C. che Cicerone chiamò con disprezzo "cantores Euphorionis" (Tusculanae disputationes III, 45);
soggiornò ad Atene dedicandosi allo studio della filosofia: in età matura fu chiamato dal re Antioco III [il Grande] a dirigere la biblioteca di Antiochia, in Siria, dove rimase sino alla morte;
scrisse in prosa opere di erudizione storica e di critica filologica, ma la sua fama è soprattutto dovuta ai vari poemetti narrativi in esametri:
Il trace
Le chiliadi
Mopsopia

che compose rifacendosi alla tecnica allusiva e alla brevità di Callimaco;
[Restano due epigrammi nell' "Antologia Palatina" e scarsi frammenti della sua produzione epica, tra cui il più cospicuo appartiene al Il trace.]

Nevio, Gneo (n. 270 ca-Utica 201 ca a.C.) poeta latino;
forse di origine campana, visse a Roma dove per la sua ostilità agli ottimati subì il carcere; alcuni versi pungenti rivolti contro i Metelli e Scipione [l'Africano] gli costarono, pare, l'esilio in Africa dove morì;
235, fa recitare la sua prima rappresentazione;
Bellum punicum (poema in "saturni" sulla prima guerra punica, in cui il poeta ha combattuto)
[Probabilmente scritto durante la vecchiaia intorno al 209, nel momento in cui l'Italia era per gran parte occupata dalle truppe di Annibale o, quanto meno, minaccita dalle imprese del cartaginese.]
scrisse più di trenta commedie di ambiente greco (palliate), di cui restano scarsi frammenti e alcuni titoli, rifacendosi ad autori come Menandro, ma rendendole sapide con frecciate contro uomini politici;
Tarentilla (Ragazza di Taranto)
Della sua opera tragica sopravvivono solo sei titoli:
- Equos troianus (l'argomento piaceva ai romani),
- Aesiona (altra leggenda relativa alle catastrofi troiane),
- Hector proficiscens,
- Iphigenia (probabilmente un' "Ifigenia in Tauride"),
- Danae,
- Lycurgus (rappresentazione dionisiaca senza alcun dubbio in rapporto col diffondersi del culto di Bacco nell'Italia meridionale e nel Lazio durante gli ultimi decenni del III secolo).
Romolus o Lupus (praetexta)
Clastidium
(praetexta, sulla vittoria romana di Casteggio del 222 a.C. in cui Marcello aveva ucciso, di propria mano, il re dei galli ìnsubri Viridomàro).

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ROMA

280-275, guerra contro Pirro.
Rimane ancora libera soltanto una lucomonìa: la ricca e potente Volsinii; ultimo pilastro dell'impero etrusco in frantumi.
[il libro di T. Livio sulla caduta di Volsinii è andato perduto per cui l'atto conclusivo della lotta secolare tra l'Etruria e Roma rimane oscuro. Il quadro degli eventi, molto approssimato, ci è fornito soltanto da frammenti di altre tradizioni.]
Nel decennio successivo il regime aristocratico di Volsinii viene cacciato dalla plebe.
278, trattato tra Roma e Cartagine;
275, vittoria a Benevento su Pirro, che lascia l'Italia;
272, presa di Taranto; Livio Andronico a Roma;
270, presa di Reggio. Roma completa la sottomissione dell'Italia meridionale;

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