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Vito LATTANZIO

(Bari, 31 ottobre 1926 – Bari, 31 ottobre 2010)

uomo politico italiano;


Deputato al Parlamento, ininterrottamente, dal 1958 (III legislatura) al 1994 (XII legislatura), ha rivestito nella carriera moltissimi incarichi di governo, quale Ministro e Sottosegretario, e ha svolto anche il ruolo di Vice Presidente della Camera dei Deputati in due legislature, tra il 1983 e il 1988.

1968
26 giu-12 dic, sottosegretario al Lavoro e Previdenza sociale (II "governo Leone");

14 dic-5 ago 1969, sottosegretario all'Industria, Commercio e Artigianato (I "governo Rumor");


1969
7 ago-27 mar 1970, sottosegretario all'Industria, Commercio e Artigianato (II "governo Rumor");


1970
2 apr-6 ago, sottosegretario alla Difesa (III "governo Rumor");

7 ago-17 feb 1972, sottosegretario alla Difesa ("governo Colombo");


1972
23 feb-26 giu, sottosegretario alla Difesa (I "governo Andreotti");

30 giu-7 lug 1973, sottosegretario alla Difesa (II "governo Andreotti");


1973
12 lug-14 mar 1974, sottosegretario alla Difesa (IV "governo Rumor");


1974
16 mar-23 nov, sottosegretario alla Difesa (V "governo Rumor");


1976
29 lug-18 set 1977, ministro della Difesa (III "governo Andreotti");
(stesso periodo: cancelliere e tesoriere dell'Ordine militare d'Italia)

1977
settembre, è costretto a dare le dimissioni da ministro della Difesa in seguito alla fuga dall’ospedale Celio di Roma del criminale di guerra nazista Herbert Kappler ;
[Accordo segreto con lo Stato Italiano.]

18 set-11 mar 1978, ministro della Marina mercantile ad interim e ministro dei Trasporti (III "governo Andreotti");

1988
13 apr-7 lug 1989, ministro senza portafoglio per il Coordinamento della Protezione Civile, iniziato con il governo De Mita

1989
22 lug-12 apr 1991, …confermato Ministro senza portafoglio per il Coordinamento della Protezione Civile, con il governo Andreotti VI;
[Continuando il percorso organizzativo intrapreso da Giuseppe Zamberletti, porta al traguardo la Legge istitutiva del Servizio Nazionale della protezione civile, la 225/92, facendola approvare dal Parlamento nella sua ultima stesura, anche se alcuni rilievi costituzionali del Presidente Cossiga portarono all'approvazione definitiva qualche mese dopo il termine del suo mandato, sotto il nuovo ministro Nicola Capria.
Sotto la guida di Lattanzio la protezione civile si sviluppò nei campi della previsione e della prevenzione, mentre si rafforzò l’idea di un Dipartimento moderno ed attrezzato non votato esclusivamente al soccorso, e incardinato nella Presidenza del Consiglio, secondo quella che era l'idea fondativa. Lattanzio chiamò attorno alla Commissione Grandi Rischi decine di studiosi, professori universitari, scienziati, tecnici e ricercatori. Si ricordano in quel periodo due importantissimi incontri a Taormina ed Erice sulla previsione dei terremoti e sulle eruzioni vulcaniche, e un grande convegno a Cagliari sugli incendi boschivi. In quel periodo nacquero in Italia i progetti di sviluppo satellitare Argo e Cospar - Sarsatt.

Il triennio di Lattanzio al Dipartimento fu sottoposto ad alcune importanti prove di efficienza, anche di tipo internazionale, che testarono il livello qualitativo raggiunto dal servizio nazionale nel manovrare in particolare la forza emergente del volontariato di protezione civile. L’esempio più eclatante in questo campo fu dato nel 1991 dallo sbarco in Puglia di ventisettemila albanesi fuggiti dal regime nazionale, che pur in mezzo a immancabili dubbi e polemiche tra l'opinione pubblica, furono sveltamente dislocati e ricoverati presso centri sparsi in ogni angolo d’Italia, consentendo alla Commissione per i Rifugiati Politici di adempiere con la dovuta tranquillità ai propri doveri, con il riconoscimento dello stato di esule ad alcuni e la decisione del rimpatrio per altri nel rispetto del Trattato di Ginevra. L'impresa di accoglienza degli albanesi fu coordinata dal Dipartimento.

Sempre sotto il ministero di Lattanzio si sviluppò un'altra operazione di proporzioni e difficoltà notevoli, la realizzazione del “Villaggio Italia” a Spitak, in Armenia, dove quasi duecento Moduli Abitativi di Pronto Intervento (MAPI) furono installati per reinsediare la popolazione del villaggio colpito dal grande terremoto del dicembre 1988 che causò decine di migliaia di morti. Gli aiuti del Governo italiano, coordinati dal Dipartimento, dopo una prima fase dedicata al soccorso e all'invio quotidiano di aerei carichi di aiuti, viveri e medicinali, si concentrò sul reinsediamento di un migliaio di senzatetto nella zona di Spitak, epicentro del terremoto, nel cuore del rigidissimo inverno armeno. Il "Villaggio Italia", che a maggio 1989 riuscì ad accogliere 1300 persone, era composto da 196 moduli abitativi, 16 moduli di servizio, 40 container industriali e 13 container di tipo speciale, e integrato con un ospedale da campo fornito dagli alpini di Bergamo e da un centro socio-sanitario per l'assistenza ai bambini.]

 

[Rielaborazione, per esigenze del sito, da Wikipedia.]

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