– Filippo
Maria Pandolfi
(Bergamo, 1º novembre 1927)
uomo politico italiano, esponente della Democrazia
cristiana.
[La sua famiglia di origine era piccolo-borghese.
Il padre, ingegnere civile, era un esponente del Partito Popolare
Italiano, attivo nella zona di Bergamo.]
da ragazzino fa parte dell'Azione Cattolica;
si diploma al liceo classico Paolo Sarpi di Bergamo;
partecipò alla Resistenza nelle file del Fronte della
gioventù;
laureatosi in filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore
di Milano, si dedica all'insegnamento;
insegnante presso il Collegio di Celana;
successivamente diviene dirigente di una casa editrice di testi scolastici;
1945
si iscrive alla Democrazia Cristiana;
1950
Giuseppe Dossetti lo chiama come suo collaboratore
all'interno della segreteria politica della Dc;
1960
segretario della Dc a Bergamo, consigliere comunale
e capo della maggioranza consiliare;
1964
segretario provinciale della Dc (1964-68);
fa parte della "corrente dorotea" della Dc;
1968
5 giugno, eletto deputato (V Legislatura) nel collegio di Brescia-Bergamo;
1969
-
1972
25 maggio, rieletto deputato (VI Legislatura);
1973
-
1974
novembre-gennaio 1976, sottosegretario alle Finanze
(IV "governo
Moro");
1976
12 febbraio-30 aprile, sottosegretario alle Finanze
(V "governo
Moro");
5 luglio, eletto deputato (VII Legislatura);
[Da questo momento in poi sarà sempre il primo
degli eletti nel suo collegio di Brescia-Bergamo.]
luglio-gennaio 1978, ministro delle Finanze (III
"governo Andreotti");
[Riforma le regole di analisi e redazione del bilancio
dello stato, e nel 1977 introdusse il sistema del versamento d'acconto
delle imposte.
Si occupò ampiamente dell'IVA, partecipò ai negoziati
per l'istituzione del Sistema monetario europeo e condusse l'Italia
ad aderire all'accordo di cambio dello SME, secondo il cosiddetto "piano
Pandolfi" da lui presentato il 31 agosto 1978[1]. Propose l'introduzione
della lira pesante, ma senza successo[9]. Pandolfi fu molto legato al
governatore della Banca d'Italia Paolo Baffi[1].]
1977
[In qualità di ministro delle Finanze:
- riforma le regole di analisi e redazione del bilancio dello stato;
- nel 1977 introduce il sistema del versamento d'acconto delle imposte;
- si occupa ampiamente dell'IVA,
- partecipa ai negoziati per l'istituzione del Sistema monetario europeo
- conduce l'Italia ad aderire all'accordo di cambio dello SME, secondo
il cosiddetto "piano Pandolfi" da lui presentato
il 31 agosto 1978.
- propone l'introduzione della lira pesante, ma senza successo.]
È molto legato a Paolo Baffi, governatore
della Banca d'Italia.
1978
marzo-gennaio 1979, ministro del Tesoro (IV
"governo Andreotti");
1979
20-31 marzo, ministro del Tesoro (V
"governo Andreotti");
20 giugno, eletto deputato (VIII Legislatura);
in estate viene incaricato di formare il nuovo governo, ma non riesce
a ottenere il consenso sufficiente e diviene così presidente
del Consiglio Francesco Cossiga;
agosto-marzo 1980, ministro del Tesoro (I
"governo Cossiga");
direttore (1979-80) del comitato ad interim del Fondo
Monetario Internazionale;
1980
4 aprile-27 settembre, ministro del Tesoro (II
"governo Cossiga");
promuove la nomina di Tommaso Padoa Schioppa
a dirigente generale della Commissione delle Comunità europee;
aprile, organizza il primo vertice informale del "Consiglio
Ecofin";
dicembre-maggio 1981, ministro dell'Industria, del Commercio
e dell'Artigianato ("governo
Forlani");
Promuove la nomina di Tommaso Padoa Schioppa
a dirigente generale della Commissione delle Comunità europee.
Nell'aprile 1980 organizzò il primo vertice informale del Consiglio
Ecofin.
il governo tedesco pensa a lui come possibile presidente della Commissione
delle Comunità europee, ma gli viene preferito Gaston
Thorn;
1981
presenta il piano energetico che prevede la costruzione di quattro nuove
centrali nucleari;
È vicino a Raoul Gardini.
1982
dicembre-aprile 1983, ministro dell'Industria, del Commercio
e dell'Artigianato (V "governo
Fanfani);
1983
12 luglio, eletto deputato (IX Legislatura);
4 agosto-giugno 1986, ministro dell'Agricoltura e delle
foreste (I "governo
Craxi");
1984
elabora il piano agricolo nazionale;
è durante il suo mandato che viene ora istituito il sistema
europeo delle "quote latte";
[Egli sceglie come anno di riferimento per le quote il
1983, secondo dati fortemente sottostimati; contestato per questo, attribuisce
la colpa a un errore dell'ISTAT e promette che comunque
eventuali sanzioni non sarebbero state applicate ai produttori italiani.]
1986
agosto-marzo 1987, ministro dell'Agricoltura e delle
foreste (II "governo
Craxi");
1987
17 aprile-luglio ministro dell'Agricoltura e delle foreste
(VI "governo
Fanfani);
2 luglio, eletto deputato (X Legislatura);
luglio-marzo 1988, ministro dell'Agricoltura e delle
foreste ("governo
Goria");
1988
alla fine dell'anno si dimette dalla Camera dei deputati, dopo essere
stato indicato dal "("governo
De Mita") come commissario europeo dell'Italia;
1989
6 gennaio, inizia a far parte della "Commissione Delors
II" come commissario europeo per la scienza, la ricerca, lo sviluppo,
le telecomunicazioni e l'innovazione e la tecnologia dell'informazione
e vicepresidente della Commissione.
[Rimarrà in carica fino al 6 gennaio 1993.]
1993
6 gennaio, terminato l'incarico di commissario europeo, si ritira
dalla vita politica;
[Come commissario europeo:
- ha promoso il piano d' azione comunitario per lo sviluppo in Europa
della televisione in alta definizione;
- ha predisposto (1992), assieme a Leon Brittan,
il libro verde sulla liberalizzazione dei servizi postali adottato dalla
Commissione;
- ha lanciato iniziative comuni nel campo della ricerca con i paesi
dell'Europa centro-orientale;
- ha negoziato con gli Stati Uniti per ammorbidire la loro politica
difensiva in materia di ricerca;
- ha stretto rapporti particolarmente cordiali con Jacques
Delors e Leon Brittan.]
Il suo bilancio come commissario europeo non è ritenuto
come particolarmente brillante.
1996
assieme a tre suoi successori al ministero, è raggiunto da un
avviso di garanzia per falso in bilancio e abuso d'ufficio relativamente
all'agenzia per gli interventi sul mercato agricolo;
1997
viene denunciato, assieme ai suoi successori al ministero, per presunti
comportamenti omissivi in relazione alla mancata adozione delle sanzioni;
[Nel 1998 sarà assolto dalla Corte dei Conti.]
2000
fa parte del "Gruppo dei 10" dell' "Istituto
Luigi Sturzo";
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