1942
Novembre
6, Stalin
protesta per il rinvio dello sbarco in Europa. 7,
sbarco di truppe anglo-americane nel Maghreb;
8 ,
le truppe del gen. B.L.
Montgomery varcano la frontiera tra Egitto e Libia; 8-12,
truppe americane, al comando del gen. D.D.
Eisenhower, sbarcano in Algeria e Marocco, dove costringono
alla resa i reparti francesi di Vichy; 9-12 ,
operazione "Anton": la già limitata sovranità del governo
di Vichy, asservito ai tedeschi, viene ulteriormente ridotta
in seguito all'occupazione italo-tedesca (dopo lo sbarco anglo-americano
nel nord-Africa) della parte della Francia rimasta "libera",
compresa la Corsica e la Tunisia; 12 ,
le truppe britanniche rientrano a Tobruk. 13-15,
battaglia navale di Guadalcanal: la marina statunitense,
diretta dall'amm. W.
Halsey, comandante supremo del Pacifico meridionale, raggiunge
una netta superiorità aerea;
gli americani fanno fallire uno sbarco giapponese ma perdono tre incrociatori
e sette siluranti; i giapponesi perdono due corazzate, un incrociatore,
tre siluranti e sei navi da trasporto;
[la fine della conquista il 9 febbraio 1943]. 13,
sconfitta italo-tedesca ad el-Alamein e Tobruk cade definitivamente
in mano agli inglesi.
I tedeschi hanno ormai conquistato buona parte di Stalingrado e raggiunto
in più punti il Volga, ma non spezzato la resistenza dei difensori,
alimentata da cospicue riserve;
intanto i generali G.K.
Zukov, A.M. Vasil'evskij e
N.N. Voronov preparano una possente controffensiva;
19, battaglia del Don
che si abbatte su:
- 3ª armata romena,
- truppe italiane dell'Armir
- II Armata ungherese;
le forze dei generali K.K. Rokossovskij,
N.F. Vatutin e A.I.
Erëmenko (21ª armata sovietica e V armata corazzata) avanzano
e sfondano il fronte della 3ª armata romena sul Don;
[Il capo del grande SM romeno, ten. gen. Ilie
Steflea si trova a Rostov, dove, pochi giorni dopo, arriva
anche il ministro della difesa romeno, gen. Constantin
Pantazi. Entrambi hanno intenzione di far visita ai reparti
romeni nel settore meridionale del fronte orientale e di esaminare
la definitiva formazione del progettato gruppo di esercito tedesco-romeno
Don.
Come comandante in capo è previsto il "conducator"
mar.llo Jon Antonescu ma, poiché
costui non intende mettersi in evidenza per motivi di prestigio, il
capo della Missione militare tedesca presso i romeni gen. Hauffe,
che come capo di SM del gruppo di esercito Don si trova gia a Rostov,
propone di incaricare il col. gen. Dumitrescu
(comandante della IV Armata romena) di rappresentare in modo permanente
il maresciallo. Il gen. F.W.E.
Paulus (comandante della 6ª armata) deve diventare
rappresentante permanente tedesco.]
Il comandante in capo del gruppo di esercito B, col. gen. von
Weichs, e il suo capo di SM, gen. von
Sodenstern, ordinano alla 6ª armata d'interrompere tutti
gli attacchi a Stalingrado e di schierare reparti veloci, al comando
del gen. Hube (comandante del XIV corpo
d'armata corazzato), dietro la sua ala sinistra, a ovest del Don,
tenendoli pronti per il contrattacco.
Nello stesso giorno il col. gen. von Richthofen,
comandante in capo della 4ª flotta aerea, ha raggiunto in volo
il V corpo d'armata aereo a Maikop (Caucaso settentrionale), poiché
il tempo è buono, mentre è pessimo sul fronte Don-Volga.
20, la 51ª e la 5VII Armata
appoggiate da forti gruppi di carri armati, sfondano il fronte della
IV Armata corazzata e della IV Armata romena (comandata dal gen. Costantinescu)
a sud di Stalingrado. L'immediato intervento del XLVIII corpo d'armata
corazzato, unica formazione schierata dietro il fronte del Don, rimane
infruttuoso.
Così si delineano profonde incursioni del nemico su entrambi
i fianchi della 6ª armata. (Poiché situazioni del genere
si sono già viste sul fronte orientale, presso Demjansk il
gennaio scorso, non è il caso di meravigliarsi se al posto
di comando della 6ª armata a Golubinskaja sul Don venga riconosciuta
soltanto in parte la gravità della situazione).
Dal settore romeno le truppe sovietiche si aprono a forbice
a sud. 21 ,
solo ora il gen. F.W.E.
Paulus e il suo capo di SM,
generale Schmidt, si rendono conto dell'enorme
gravità della situazione. 22,
attraverso il gruppo di esercito B, A. Hitler dà ordini relativi
all'impiego del XLVIII corpo d'armata corazzato. Inoltre assegna al
col. gen. von Kleist il comando commissariale
del gruppo di esercito A nel Caucaso e nomina il comandante dell'11ª
armata, feldmar.llo E.
von Manstein, comandante in capo del gruppo di esercito
del Don. Da questo momento sono poste sotto il comando di costui,
nell'areaa del Don-Volga, la 6ª armata, la IV Armata corazzata,
e la 3ª e la IV Armata romena.
Il col. generale Hoth, comandante in
capo della IV Armata corazzata, sgretolata assieme alla IV Armata
romena, arriva a Niscne-Cirskaja, mentre è diretto al gruppo
di esercito B. La sua armata si è divisa in due tronconi in
seguito all'offensiva sovietica. Il IV corpo d'armata comandato dal
generale dei pionieri Jaenecke è
stato aggregato alla 6ª armata e ritirato in direzione nord-ovest;
la IV Armata romena si è ritirata nella steppa dei Calmucchi
verso sud-sud-ovest.
ore 14:00, il gen. F.W.E.
Paulus e il suo SM si trasferiscono in aereo da
Niscne-Cirskaja al nuovo posto di comando nella stazione di Gumrak.
Non è possibile tenere le posizioni a ovest del Don, dove si
trova l'XI corpo d'armata e il XIV corpo d'armata corazzato. In contrasto
con le disposizioni dell'OKH, entrambi i corpi d'armata devono essere
ritirati sulla riva orientale del Don.
Nel pomeriggio giunge un nuovo ordine dell'OKH: resistere e attendere
nuovi ordini.
Alla sera A. Hitler parte su un treno speciale
dall'Obersalzberg per Lipsia. 23,
al mattino A. Hitler si reca in aereo al
quartier generale nella Prussia orientale;
il capo di SM dell'esercito, gen. Zeitzler,
ordina al magg. Coelestin von Zitzewitz
di recarsi in aereo a Stalingrado dove è accerchiata la 6ª
armata per avere una relazione esauriente sulla situazione; egli tenta
di indurre il Führer ad accettare l'unica soluzione possibile
e ciè che la 6ª armata infranga l'accerchiamento e si
ritiri sulla diagonale Don-Cir; sono d'accordo del resto anche il
comandante in capo del gruppo di esercito B, col. gen. von
Weichs con il suo capo di SM gen. von
Sodenstern nonché il comandante della 6ª armata
gen. F.W.E.
Paulus con il suo capo di SM, maggiore generale
Schmidt. Fra tutti i comandanti della
6ª armata il più vivace fautore della sortita dalla sacca
si rivela il gen. d'artiglieria von Seydlitz-Kurzbach,
comandante del LI corpo d'armata; convinto che l'operazone debba essere
eseguita addirittura contro gli ordini del gruppo di esercito e del
quartier generale del Führer, ordina di propria iniziativa ai
reparti del suo corpo d'armata nell'area di Jersovka di abbandonare
le loro solide posizioni e di arretrare di 8-10 chilometri. Egli emana
l'ordine senza avvertire il comando d'armata. In questa ritirata la
94ª divisione di fanteria viene raggiunta e annientata dal nemico
che incalza. ore 16:00 (secondo notizie russe, già
il giorno precedente secondo fonti tedesche) travolta ogni resistenza
le forze corazzate sovietiche, comprendenti un centinaio di carri
armati, si congiungono nell'area Marinovka-Kalac, tagliando fuori
la 6ª armata del gen. F.W.E.
Paulus e parte della IV Armata
corazzata, circa 330.000 uomini;
i sovietici continuano la loro offensiva.
Nella sacca (secondo le valutazioni del gen. F.W.E.
Paulus) ci sono 220.000 uomini.
[Secondo dati russi 107.800 saranno fatti prigionieri per cui, detraendo
i 42.000 trasportati fuori in aereo (fino al 24 gennaio 1943, ultimo
giorno), le perdite della 6ª armata dopo la formazione della
sacca ammontano probabilmente a 70.200 morti.] 24 ,
contrariamente alle aspettative, A. Hitler dà l'ordine di
resistere nella sacca che verrà rifornita mediante aerei come
garantito dal comandante in capo della Luftwaffe, mar.llo del Reich
Göring, attraverso il suo capo diSM,
col. gen. Jeschonnek;
ore 21:00, attraverso l'OKH arriva un nuovo ordine di A. Hitler (il quale ignora l'azione
dissennata compiuta il giorno precedente dal gen. d'artiglieria von
Seydlitz-Kurzbach): al comandante del LI corpo d'armata vengono
affidati i fronti nord ed est della sacca (cioè proprio quelli
che avrebbero dovuto essere abbandonati per primi qualora il comando
dell'armata avesse riordinato i suoi reparti in vista della sortita
dalla sacca) e costui dovrà rispondere direttamente al Führer
per il mantenimento di questi fronti senza che ciò annulli
la sua responsabilità nei confronti del comandante in capo
dell'armata. 25 ,
i partigiani greci fanno saltare in aria il ponte ferroviario di Gorgopotamos,
interrompendo il flusso di rifornimenti per le truppe tedesche in
Africa settentrionale. 26 ,
si riunisce per la prima volta a Bihac, in Bosnia, il Consiglio antifascista
di liberazione nazionale jugoslavo, cui partecipano delegati di tutto
il paese; oltre il venti per cento del territorio jugoslavo è
già stato liberato dagli occupanti italiani e tedeschi.
26-27, per non cadere in mano
tedesca la flotta francese di Tolone si autoaffonda, alla vigilia
dell'occupazione della città. 29,
le truppe britanniche rientrano a Bengasi.
|