1917
Maggio
12-8 giugno, decima battaglia dell'Isonzo,
- Forze in campo:
- italiani: (Zona di Gorizia - gen. L.
Capello - con la 47ª Div.ne (C.d'a. II, VI, VIII
e, in riserva, XXIV. La 3ª armata - duca
d'Aosta - con i C.d'a. VII, XI, XIII e, in riserva, XIV,
XXIII e XXV).
- austro-ungarici (5ª armata - gen. S.
Borojevic von Bojna - con i C.d.'a. XV, XVII, XVI, VII,
XXIII).
L'offensiva italiana ha lo scopo di costituire una testa di ponte
oltre il Medio Isonzo per poi attaccare l'altopiano della Bainsizza
e di conquistare l'Hermada, sul Carso.
La 2ª armata conquista il Kuk, raggiunge la vetta del Monte
Santo che è riperduta per un contrattacco, occupa le pendici
del Vodice.
La 3ª armata giunge col centro e la destra fino alle pendici
dell'Hermada. Il successo è soddisfacente, ma non ancora
completo.
14, Plava
(villaggio sulla sponda sinistra dell'Isonzo): la 3ª Div.ne
(Bongiovanni) del II C.d'a. (gen. P.
Badoglio) muovendo dalla testa di ponte di Plava riesce
con durissima lotta a procedere verso le soprastanti alture da Palievo
al Kuk;
15, supera il conteso
abitato di Zagora, e la Brg Firenze e il LXXIV btg bersaglieri
conquistano la dorsale del Kuk.
Perdite:
- italiani, 13.524 morti, 73.897 feriti e 24.472 dispersi;
- austriaci, 7.300 morti, 45.000 feriti e 23.400 dispersi.
14, Monte
Santo (sulla sinistra dell'Isonzo):
il III Btg del 230° fanteria (Brg Campobasso) conquista
la vetta catturando 200 prigionieri.
14/15, nella notte,
rimasto isolato, è contrattaccato da forze ingenti;
15, nelle prime ore
del mattino, dopo un tragico combattimento svoltosi sotto un violento
temporale, il battaglione italiano è annientato.
I superstiti (7 ufficiali e 100 uomini di truppa) cadono prigionieri.
14, Monte
Vodice (sulla sinistra dell'Isonzo):
I battaglioni alpini Aosta e Monte Levanna della
53ª Div.ne (gen. Gonzaga) conquistano
la vetta.
23-29, battaglia
dello Hermada (monte nella regione meridionale del Carso,
a nord di Duino):
caposaldo della difesa austro-ungarica sulla via di Trieste è
invano attaccato dalla 3ª armata italiana;
a.f. 38 divisioni italiane con 2000 pezzi d'artiglieria contro
17 divisioni austriache appoggiate da 1250 cannoni;
la 2ª armata, ora al comando del gen. L.
Capello, investe il settore della Bainsizza e riesce
a conquistare l'importante roccaforte del monte Kuk-monteVodice,
la 3ª armata avanza per una profonditą di 4 km nel Carso ma
una potente controffensiva austriaca la rimanda indietro; enormi
le perdite italiane:
- 36.000 morti, 96.000 feriti, 25.000 prigionieri; le donne assumono
un ruolo di primo piano nei tumulti cittadini che avvengono in molte
parti d'Italia contro il carovita e la mancanza di alimenti.
Lo stesso mese, "decimazioni":
- 10 fucilati in un reggimento della 3ª armata sul Carso;
- 2 fucilati in un battaglione della 2ª armata;
- 11 fucilati in un reggimento della 3ª armata sul Carso;
- 2 fucilati in un reggimento della 3ª armata sul Carso;
A Londra G.S.
Sonnino ribadisce la posizione dell'Italia contraria
a paci separate.
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