Papa
Paolo VI
(1963-78)
Papa
Giovanni Paolo I
(33
giorni)
(† 28/29 settembre)
Papa
Giovanni Paolo II
(16.10.1978-2005)
«The
Times»
«segue da
1966»
1978, 30 novembre, dopo una ulteriore crisi finanziaria e una
lunga vertenza sindacale cessa le pubblicazioni;
«segue
1979»
«Le
Monde»
«segue
da 1968»
1978, espressione di una minoranza borghese di sinistra, non conformista,
democratica, riformatrice, critica verso le istituzioni e il potere,
ha negli anni '70 una tiratura di ca 400.000 copie.
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Casi storiografici |
Esce
Memorie dell'inferno di Eric Marco,
antico militante antifranchista catalano e figura simbolica in quanto
rappresentante dei deportati spagnoli nei Lager nazisti.
Meccanico di professione, antifranchista legato al movimento anarchico,
autodidatta che si è dato una discreta cultura storica e
politica egli rilascia nel 1978 una lunga, vivace e appassionata
intervista al periodico «Por Favor», in cui racconta
come nel 1943 fu arrestato dai nazisti e deportato nel Lager di
Flossenbürg col numero 6448. È preciso nei dettagli,
esatto nella descrizione di luoghi e ambienti e nella documentazione
delle atrocità dei carnefici e delle sofferenze dei prigionieri;
non mette mai troppo in risalto la sua persona, non si atteggia
a eroe né esibisce atti di particolare coraggio. Testimone,
egli fa parlare oggettivamente l'infamia dei Lager, l'orrore di
quel maledetti tentativi di cancellare l'uomo.
Tutto questo compare nel suo libro.
[A poco a poco Eric
Marco diventerà un personaggio
ufficiale, il rappresentante ideale dei deportati spagnoli… terrà
migliaia di conferenze in tutta la Spagna, specialmente nelle scuole,
salirà ai vertici del Cnt, il sindacato anarchico che dopo
tanti anni di repressione rinasce con la caduta del franchismo;
riceverà da Jordi Pujol, presidente
del governo catalano, la Croce di san Jordi.
2005,
27 gennaio, è l'ospite d'onore alla seduta ufficiale del
Parlamento spagnolo in memoria delle vittime del nazismo, diviene
presidente dell'Amical Mauthausen, l'associazione dei deportati
per la quale si prodiga con dedizione ed efficienza. Accanto a queste
attività, che gli procurano onore e fama ma non denaro, continua
ad esercitare il suo mestiere di meccanico di automobili.
2006,
mentre si trova in Austria, per preparare le celebrazioni del sessantesimo
anniversario della liberazione del Lager di Mauthausen, alla presenza
di Zapatero, viene richiamato con un
un pretesto in Spagna: si è scoperto (grazie al tenace
storico
Benito Bermejo) che non
è mai stato deportato a Flossenbürg, che il numero 6448
non corrisponde al suo nome, è il nome di Nessuno. L'unica
certezza è che
nel
1942 si era recato invece, volontariamente, in Germania a lavorare
nei cantieri di Kiel.
Il suo discorso – proprio quello scritto da lui –
lo legge un altro, un vero deportato, abbracciato alla fine della
cerimonia da uno Zapatero "emocionado"
dalla ricorrenza, dalla memoria dei suoi nonni fucilati dai franchisti…
È facile immaginare lo sconquasso provocato da questo smascheramento.
L'Amical Mauthausen espelle il suo presidente, il governo catalano
ritira con imbarazzo la medaglia di san Jordi; centinaia di giornalisti,
lettori, cittadini, famigliari dell'impostore e famigliari di autentici
deportati scrivono, commentano, protestano; vengono messe vivacemente
in discussione le nuove tendenze storiografiche che prediligono
le fonti orali. Aldilà di ogni stravaganza personale, la
colpa oggettiva che viene giustamente imputata a
Eric
Marco è di portare, sia pure involontariamente,
acqua al velenoso mulino del negazionismo. Se lui ha mentito può
sorgere il dubbio che abbiano mentito pure gli altri testimoni sopravvissuti
nei Lager, che nessuno sia mai stato deportato. In questo senso,
la sua irresponsabilità è criminosa, perché
in questi casi non è lecito scherzare né indulgere
ai propri fantasmi e deliri.
Contro questa accusa bruciante
Eric
Marco si difende con veemenza, si confessa
falsario, ma dice di averlo fatto per una giusta causa: ciò
che egli ha riferito è vero, e ha poca importanza che non
sia accaduto a lui ma a qualcun altro. Ciò che conta è
che le sue bugie contribuiscano a diffondere la verità sui
Lager, contro le menzogne di coloro che la negano.[…]
Eppure, espellendolo dall'Amical Mauthausen, la vicepresidente,
la storica Rosa Toran, ha dichiarato
che nessuno aveva lavorato con altrettanta passione e con altrettanti
risultati come Marco per l'associazioner e per la memoria delle
vittime del nazismo.
[Claudio
Magris, Alfabeti - Saggi di letteratura, Garzanti
2008.]
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«Secolo
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1978, alla direzione del quotidiano è chiamato M.
Tito.
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1978, alla fine dell'anno è sospeso per difficoltà finanziarie;
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torna a Firenze.
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1978, Milano, inizia la pubblicazione della collana "Antica Madre", sotto la direzione
di Giovanni Pugliese Caratelli.
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