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Papa cardinali: Anacleto
II Pietro
Pierleoni Vittore
III detto IV Gregorio
Conti, eletto cardinale lo stesso anno; «segue da 1137» |
ANNO 1138
– Yusuf ibn Ayyub Salah al-Din o Saladino (Takrit, Kurdistan 1138-Damasco 1193) sultano d'Egitto (1171-93) e di Siria (1174-93) fondatore della dinastia degli "Ayyubidi", nato in un villaggio curdo sulla destra del Tigri, dove risiedeva anche una comunità di cristiani monofisiti; figlio di un funzionario califfale, Negim al-Din, di cui seguì gli spostamenti prima a Baalbek, poi a Damasco presso l'atabek Nur al-Din (il Norrandino delle cronache occidentali), ebbe contatti con alcune scuole sufiche e pareva un giovane più incline al misticismo che alla politica, ma si distinse per acume ed energia, partecipando, a fianco dello zio Shirkuh, capo delle milizie di Nur al-Din, alla campagna in Egitto sollecitata dal califfo fatimide contro la pressione del regno franco di Gerusalemme; sopraffatto dai soccorritori siriaci, il califfo del Cairo al-'Adid, ormai privo di ogni autorità, nomina gran visir Shirkuh; 1169, alla morte di questi, succede lo stesso Saladino; 1171, alla morte di al-'Adid, egli si proclama sultano d'Egitto, restaurandovi la Sunna e l'ossequio al califfo di Baghdad, che invia, in segno di riconoscimento, il suo stendardo nero; ciò scatena la reazione del sultano di Siria Nur al-Din che nella nuova stirpe sultaniale del Cairo (che dal nome della famiglia del Saladino si chiama degli Ayyubidi) scorge un pericoloso concorrente; 1174, mentre già muove alla volta dell'Egitto, muore improvvisamente lasciando sul trono damasceno un erede di undici anni; luglio, liberatosi del pericolo, consolida il suo potere in Egitto e respinge un attacco delle flottiglie siculo-normanne al porto di Alessandria; novembre, chiamato dai damasceni, si sostituisce al figlio di Norandino sul trono di Siria (comanda ora un regno che comprende parte della Siria e della Palestina, l'Egitto, lo Yemen); oltre ad accordarsi con la pericolosa setta degli "assassini", ne diviene un loro protetto; mantiene rapporti di non pessimo vicinato con i principati franchi di Siria e soprattutto con la fazione facente capo al conte Raimondo II di Tripoli e a tutti quei feudatari franco-siriaci che, insediati da tempo in Terrasanta, hanno sviluppato ormai una sorta di "spirito coloniale" e sono inclini ad una politica di equilibrio politico e di convivenza con l'Islam; tendenzialmente tollerante in religione, odia però gli ordini monastico-militari, soprattutto i "templari"; ciononostante permane in Siria uno stato di endemica tensione, alimentata anche dalla turbolenza di certi feudatari della fazione oltranzista quali Rinaldo di Châtillon, signore dell'Oltregiordano, le cui incursioni giungono a minacciare le stesse carovane di pellegrini diretti alla Mecca; dopo la vittoria egli si comporta magnanimamente con i prigionieri, tra cui lo stesso guido di Lusignano re di Gerusalemme, ma fa uccidere i templari e di sua mano elimina Rinaldo di Châtillon; 2 ottobre, occupa Gerusalemme rispettando i luoghi santi cristiani e trattando i vinti con generosa umanità; la perdita di Gerusalemme scatena in Occidente un vasto movimento di reazione che dà origine alla terza crociata; durante la terza crociata egli contrasta valorosamente il campo alle armate cristiane trovando il suo principale avversario in Riccardo Cuor di Leone 1192, la pace lo lascia padrone di quasi tutta la Terrasanta,compresa Gerusalemme ed escluse le città costiere che rimangono nelle mani dei principi franco-siriaci; 1193, 4 marzo, egli muore a Damasco; morendo, divide il suo impero tra i suoi figli: - al-Afdal (governatore di Damasco) - al-Aziz (sultano d'Egitto) - al-Zahir (governatore di Aleppo) e suo fratello al'-Adil; le lotte dinastiche lacereranno presto la grande sua costruzione. |
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