– Franco
EVANGELISTI
(Alatri, Frosinone 10 febbraio 1923 – Roma, 11 novembre 1993)
uomo politico italiano, esponente della Democrazia
cristiana;
e dirigente sportivo italiano;
[Fratello di Gilberto
noto giornalista sportivo della Rai.]
1964-65
sindaco di Alatri;
1963-79
eletto alla Camera dei deputati ininterrottamente dalla IV all'VIII
Legislatura;
1965
già consigliere d'amministrazione dell'Associazione Sportiva
Roma, è ora nominato presidente;
[Proprio nel momento in cui la squadra è sull'orlo
del fallimento: intraprende quindi un'azione di risanamento finanziario
della società; per raggiungere tale obiettivo vende vari giocatori
e infine trasforma la squadra in una società per azioni nel 1967.
In campo calcistico, è anche presidente dell'Associazione
Sportiva Alatri, che conduce alla promozione in Serie D nel
1966.]
1969
agosto-febbraio 1970, sottosegretario al Turismo e Spettacolo
(II "governo
Rumor");
[Ricopre la carica di presidente (1969-73) della FPI
(Federazione Pugilistica Italiana).]
1970
sottosegretario al Turismo e Spettacolo:
marzo-luglio (III "governo
Rumor");
agosto-gennaio 1972 ("governo
Colombo");
1972
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio:
17-26 febbraio (I "governo
Andreotti");
giugno-giugno 1973 (II "governo
Andreotti");
1976
luglio- gennaio 1978, segretario alla Presidenza del
Consiglio (III "governo
Andreotti");
1978
marzo-gennaio 1979, segretario alla Presidenza del Consiglio
(IV "governo
Andreotti");
1979
agosto-marzo 1980, ministro della Marina Mercantile
nel (I "governo
Cossiga");
[Si dimette da quest'ultimo incarico a seguito del clamore
suscitato da un'intervista da lui rilasciata a «La Repubblica»
il 28 febbraio 1980, nella quale ammette di aver ricevuto finanziamenti
illeciti dall'imprenditore romano Gaetano Caltagirone.
In questa intervista racconta anche di come l'imprenditore lo salutasse
in principio di ogni telefonata chiedendogli «A
Fra', che te serve?», frase divenuta celebre.]
1983-87,
eletto al Senato della Repubblica nella IX e nella X Legislatura;
[Sarà ricordato per la sua decennale fedeltà
a G.
Andreotti, di cui rappresenta per decenni una sorta di "braccio
destro".]
Poco prima della sua morte, riferisce alla magistratura di un presunto
incontro segreto avvenuto fra G.
Andreotti e il generale dei carabinieri Carlo
Alberto Dalla Chiesa durante il quale i due avrebbero parlato
del memoriale completo di A.
Moro scritto da quest'ultimo durante la sua prigionia ad
opera della Brigate Rosse, e contenente
rivelazioni altamente compromettenti per G.
Andreotti.]
1993,
11 novembre, a Roma, a causa di una emorragia cerebrale, muore.
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