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Giovanni COSTA detto Nino

(Roma 1826-Bocca d'Arno, Pisa 1903) pittore italiano.

allievo dei neoclassici V. Camuccini e Podesti, si volge poi alla pittura verista, dipignendo assieme ad un gruppo di artisti stranieri, tra i quali J.-B.-C. Corot, la campagna romana;

1848
combatte come volontario;

1849
difensore della Repubblica romana;

1850

- Barca peschereccia (1850, ?)

1852

- Donne sulla spiaggia di Anzio (1852, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna)

1855
a Firenze il
Caffè Michelangelo diventa il centro di raccolta degli artisti più avanzati della penisola [i futuri "macchiaioli"]
dove va maturando quella nuova pittura, antiaccademica, detta pittura di "macchia";
[Abbati, Altamura, Banti, Boldini, Borrani, Cabianca, Cecioni, Costa, D'Ancona, De Nittis, De Tivoli, Fattori, Lega, Morelli, Sernesi, Signorini, Zandomeneghi. È Diego Martelli, teorico del movimento e critico d'arte, una delle colonne portanti del gruppo "macchiaiolo", termine che sarà usato nel 1862 in senso spregiativo dal critico della «Gazzetta del Popolo», intendendo sottolineare l'antiaccademico rifiuto del disegno e della forma a favore dell'effetto.]

1859
stabilitosi a Firenze, i suoi paesaggi, costruiti a macchie tonali, influenzano il gruppo del Caffè Michelangelo;
partecipa con i garibaldini alla seconda guerra d'indipendenza;

1861

- Il carro rosso (1861, Roma, coll. Lemon Costa)

1862
è l'anno di Aspromonte e le divergenze politiche hanno ormai disperso il gruppo di punta del Caffè Michelangelo;

1866
chiude il Caffè Michelangelo;

1867
partecipa con i garibaldini alla spedizione su Roma;

1870
dopo molti viaggi in Francia e Inghilterra torna a Roma assieme alle truppe che occupano la città;
qui
diventa un attivo promotore di associazioni pittoriche puriste;

1883
fonda la Scuola etrusca;

1900

- Leda e il cigno (1900, Pisa, eredi Costa)

1903
muore a Bocca d'Arno, Pisa.

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1927
esce postumo un suo libro di ricordi.

 

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