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89 - 80 a.C.
EGITTO |
305-30 a.C.: Epoca tolemaica. |
- Tolomeo IX [Sotere
Latiro] 116-110, 109-107, 88-80 a.C.
- Tolomeo X [Alessandro]
110-109, 107-88 a.C.
- Tolomeo XI [Alessandro]
80 a.C.
- Tolomeo XII [Neo
Dioniso Aulete] 80-58, 55-51 a.C. |
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CINA
Wu-Ti
[Dinastia Han]
Wu (il Guerriero), Ti è una delle parole
cinesi che indicano la maestà imperiale; figlio di King-Ti;
140-86 a.C., imperatore della Cina;
86 a.C., alla sua morte, dopo anni di lusso sfrenato, grazie
ai tributi delle nazioni soggette, ai doni dei sovrani stranieri,
ai viaggi dei commercianti che si fanno sempre più arditi,
lascia la rovina delle finanze pubbliche, un popolo assai meno
prospero di quello dell'epoca successiva a Wen
e a King e, nella classe dirigente,
una passione sfrenata per il lusso e una corruzione che preannuncia
la decadenza.
Lascia anche la successione aperta perché il principe ereditario,
poco prima della sua morte compromessosi in un oscuro complotto,
era stato giustiziato.
In attesa che il suo successore Chao-Ti
sia in età di regnare, viene designato un consiglio
di reggenza. Ciò significa aprire la porta agli intrighi
e alle fazioni.
La potenza dei barbari Hiung-nu
sta intanto crollando.
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– Calvo, Gaio Licinio (Roma
82-47 a.C.) poeta latino, di cui ci sono rimasti pochi versi;
[Figlio dello storico Licinio
Macro.]
divenne uno dei massimi esponenti dell' "atticismo" a Roma;
intimo amico di Catullo,
fu, dopo di lui, il maggior rappresentante della scuola dei "neoteroi";
21 Orazioni (famosa quella contro Vatinio)
Io (poemetto mitologico sulla fanciulla amata da Giove e trasformata
in giovenca da Giunone)
Epigrammi (anche contro Cesare e
Pompeo)
Epitalami ed elegie.
– Catullo,
Gaio Valerio (n. Verona, I sec. a.C.)
poeta latino.
[Secondo san Girolamo
(che ricava le notizie da Svetonio) 87
a.C. - 57 a.C., a trent'anni. Presupponendo abbia confuso il quarto
consolato di Lucio Cornellio Cinna col primo, i dati anagrafici
corretti sarebbero 84 a.C.-54 a.C..]
– Cinna, Gaio Elvio
(sec. I a.C.) poeta latino; originario di Brescia nella Gallia Cisalpina;
57 ca, amico di Catullo, si reca con lui
in Bitinia al seguito di Gaio Memmio;
esponente di primo piano del circolo dei "neoteroi" subisce
l'infusso del poeta Partenio
che suo padre aveva fatto prigioniero a Nicea;
Epigrammi
Propempticon Pollionis (56 a.C., "canto di accompagnamento",
per l'amico Gaio Asinio Pollione
in partenza per la Grecia)
Zmyrna (poemetto mitologico sull'amore incestuoso di Mirra
per il padre Cinira re di Cipro, alla cui
stesura lavorò per nove anni; è celebrato da Catullo
e da Virgilio)
[Alcuni storici lo identificano con l'omonimo tribuno
ucciso ai funerali di Cesare perché
scambiato dalla folla per il pretore Lucio
Cornelio Cinna, cognato di Cesare,
sospettato di essere uno dei congiurati.]
– Clodio Pulcro, Publio
(† Roma 52 a.C.) uomo politico romano, appartenente alla famiglia dei
Claudii, figlio del console del 79 a.C. e di una Metella; svolse tutta
la sua attività politica in senso popolare, attraverso il controllo
della plebe urbana ottenuto spesso con la demagogia o con la violenza;
63, durante la pretura di Cesare, ne viola
la casa mentre si celebrano i misteri della Bona Dea, con una cerimonia
riservata alle donne;
59, assolto dal processo, passa alla plebe, rinunciando all'ascendenza
patrizia per poter rivestire il tribunato, e assumendo in tale occasione
la forma plebea (Clodio) del nome Claudio;
58, in tale veste fa passare una serie di leggi:
Leggi Clodie:
- quelle frumentarie, per la distribuzione gratuita di grano ai poveri;
- una concernente il rinnovo, a scopi politici, di quei collegi che
erano stati soppressi nel 64 perché considerati "contrari
allo stato";
- una sull'ordine di assegnazione delle province consolari,
- una destinata a colpire Cicerone, suo
avversario politico, che prevede la condanna, l'esilio e la confisca
dei beni per chiunque faccia condannare a morte un cittadino romano
senza far ricorso ai comizi (come appunto è avvenuto per i catilinari);
la campagna contro Cicerone assume quindi
toni sempre più violenti: egli fa confiscare le ville di Tuscolo
e Formia e le fa distruggere insieme con la casa dell'oratore sul Palatinato;
presentandosi come l'esecutore politico di Cesare,
impegnato in Gallia, ma in realtà andando oltre il programma
del futuro dittatore, cerca di scatenaare la piazza per opporsi al senato
e a Pompeo, agitando il problema dei debiti
e organizzando bande armate;
52, nell'ennesimo contrasto, durante le elezioni nelle quali si presenta
per la pretura, viene ucciso da Milone,
un seguace di Pompeo.
[Una delle sue tre sorelle, Clodia
Maggiore, sarà identificata da numerosi critici con la
Lesbia di Catullo.]
– Metello Celere, Quinto Cecilio (†
59 a.C.) uomo politico romano;
[Marito di Clodia,
una delle tre sorelle di Publio Clodio Pulcro:
la Lesbia di Catullo.]
63, pretore, contribuisce a stroncare politicamente e militarmente la
congiura di Catilina;
60, console.
– Sallustio Crispo, Gaio
(Amiterno, Sabina 86-Roma 35 ca a.C.) storico latino;
[Non molto esatto (soprattutto per la cronologia), è
un inteprete appassionato, ma anche acuto (nei limiti di un moralismo
fondamentale nella storiografia antica.]
fece gli studi a Roma indirizzandosi verso
l'attività oratoria e politica;
52, viene eletto tribuno della plebe; in seguito all'uccisione di Clodio,
partecipa alla violenta reazione popolare contro il suo assassino Milone
e contro Cicerone (forse poi si riconcilia
con essi);
50, la nobilitas lo punisce comunque, facendolo espellere dal
senato per mezzo del censore Appio Claudio;
durante la guerra civile si schiera con Cesare;
49, prende parte ad un'operazione poco brillante nell'Illirico;
46, come pretore, prende parte alla campagna d'Africa;
avuta la stima e la fiducia di Cesare,
gli viene affidato il governo di una nuova provincia formata con parti
del regno di Numidia;
[Accusato di malgoverno e di peculato (accusa non infondata,
visto la splendida villa con giardini che si è fatto costruire),
evita la condanna in quanto protetto da Cesare,
ma deve ritirarsi a vita privata.]
De coniuratione Catilinae (43-40 ca a.C., monografia
sulla congiura di Catilina del 63)
[Opera conservata.]
Bellum Iugurthinum (43-40 ca a.C., monografia sulla guerra
contro Giugurta del 111-105)
[Opera conservata.]
Historiae (narrano la storia della
repubblica romana dal 78 in poi, riprendendo e sviluppando quelle di
Sisenna; la narrazione
arriva almeno fino al 67, ma viene interrotta dalla morte)
[Restano alcuni discorsi e lettere e poco più
di cinquecento frammenti.]
– Varrone Atacino, Publio Terenzio
(Atax, Gallia Narbonense 82-m. 35 ca a.C.) poeta latino, di cui ci restano
solo citazioni di grammatici;
Bellum Sequanicum (sulla campagna di Cesare
contro i seguaci
di Ariovisto nel 58)
Satire (di tipo luciliano, poco apprezzate da Orazio)
Argonautiche di Apollonio Rodio
(4 libri di epica mitologica, rielaborazione in latino)
Chorographia (poemetto geografico didascalico in tre parti: Europa,
Asia, Africa)
Libri navales (descrizione delle coste mediterranee)
Ephemeris (calendario agricolo in versi, sulla falsariga dei
Pronostici di Arato)
Leucadia [pseudonimo della donna amata] (una delle elegie d'amore
ricordate da Properzio e Ovidio).
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ROMA
e Atene
90-88, rivolta degli italici
(guerra sociale) che scuote la
potenza romana fin dalle fondamenta.
Una nuova legge promette il diritto di cittadinanza a tutte le popolazioni
che deporranno le armi.
La ben calcolata mossa politica ottiene il suo effetto. La resistenza
etrusca, appena iniziata, si spegne in un baleno mentre la guerra prosegue
nell'Italia meridionale.
88, la legge Plauzia-Papiria
estende la cittadinanza romana.
Ma il partito senatorio, per nulla intenzionato a passare la mano, nega
alla nuova legge ogni valore pratico ricusando di equiparare ai vecchi
i nuovi cittadini nel diritto di voto.
I contrasti tra ottimati e popolari si fanno sempre più aspri.
La rivoluzione prosegue con lo scoppio della guerra civile.
Silla, dopo aver schiacciato definitivamente
i sanniti, viene eletto console e incaricato
della guerra contro Mitridate VI, re del
Ponto, in Asia Minore.
Atene si schiera a fianco di Mitridate VI.
Sulpicio Rufo, tribuno della plebe, appoggia la sostituzione
di Silla con Mario
nel comando in Oriente contro il re del Ponto;
Silla rifiuta la deposizione, marcia su Roma alla testa del suo
esercito e fa spietatamente strage fra i nemici del senato e della nobiltà.
Mario, proscritto insieme con i suoi più
fedeli partigiani, riesce in circostanze avventurose e travestito da
schiavo, a riparare in Africa.
88-85, prima guerra contro Mitridate
VI.
Rimasto a Roma giusto il tempo per rimettere in sella la reazione, Silla
volge le spalle alla città e all'Italia – troppo grave è
il momento – e parte per la guerra.
I popolari, tuttavia, sono stati sconfitti e respinti ma non annientati.
In Etruria, coinvolta dagli eventi bellici, sulle rive del Chiana il
giovane Pompeo costringe alla fuga un esercito
di fedeli di Mario. Durante la battaglia
e la ritirata precipitosa cadono ventimila uomini fra cui migliaia di
etruschi.
Ma la rivolta continua fino al centro della Toscana. I resti dell'esercito
battuto del console Carbone, partigiano
di Mario, ripiega su Arezzo guadagnadosi
nuovi sostentori e la rivolta si riaccende dall'Etruria settentrionale
ma…
alla fine dell'anno finisce, dicono gli arùspici, l'ottava
era della vita della nazione etrusca.
87, Silla
cinge d'assedio Atene e il Pireo.
Intanto scoppia a Roma la tempesta contro il restaurato predominio degli
ottimati. Il regime sillano viene rovesciato e gli subentra quello dei
popolari scacciati e sconfitti.
Richiamato dai suoi partigiani, Mario si
affretta a tornare dall'Africa approdando a Talamone sulla costa etrusca.
A schiere corrono a lui i volontari perché egli promette libertà
e indipendenza a tutti i popoli e le tribù italiche soggette
a Roma.
Ben presto la sua forza conta seimila uomini e quaranta navi; le quali,
bloccata la foce del Tevere danno la caccia a tutti i carichi di cereali
destinati all'approvvigionamento della capitale.
Il console Cinna, cacciato dal senato,
è intanto riuscito a guadagnarsi le truppe stanziate in Campania;
cosicché lui e Mario possono marciare
su Roma con gli eserciti uniti.
Comincia un nuovo Terrore nel quale trovano la morte
tutti gli uomini eminenti, gli ottimati appunto, il partito di Silla.
I marinai tengono il potere, incontrastati, per quattro anni.
86, morte di Mario,
console per la settima volta.
Atene è presa e saccheggiata. Silla batte
l'esercito pontico a Cheronea e Orcomeno.
85, con la pace di
Dardano, Mitridate VI è
costretto a ritirarsi entro gli antichi territori.
84, durante una sedizione Cinna
rimane assassinato;
83-82, ritorno di Silla
in Italia; da Brindisi, alla testa del suo esercito vittorioso, cui
si uniscono anche Pompeo e Crasso,
intraprende la sua seconda marcia su Roma.
Mario e i suoi sostenitori, ben sapendo
che tornando il loro nemico si avvicina anche la reazione, si preparano
alla battaglia a Roma e nell'Italia intera mobilitando tutte le forze.
Il consolato viene ricoperto da due dei loro capi più risoluti:
Carbone e il figlio di Caio
Mario.
In Toscana viene inviato ad arruolare nuove truppe Quinto
Sertorio.
6 luglio, Roma, sul colle capitolino, avvolto in un mare di fiamme,
brucia sino alle fondamenta il tempio di Giove (fatto costruire da Tarquinio
[il Superbo]).
83-81, seconda guerra contro Mitridate;
82, lasciati gli accampamenti invernali
in Campania, Silla si dirige diritto verso
Roma, sconfiggendo e chiudendo in Preneste l'esercito comandato dal
console Caio Mario venutogli incontro nel
Lazio.
La via è libera, Roma può essere occupata.
Silla penetra in Etruria con due corpi
di truppa uno dei quali, avanzando verso la costa si scontra tra i fiumi
Ombrone e Albegna con un gruppo di volontari fedeli a Mario
che soccombe dopo breve combattimento presso Saturnia. Ma Silla
che sperava di strappare rapidamente la vittoria decisiva nella roccaforte
della resistenza, la Toscana, viene disingannato: inizialmente registra
un secondo successo poiché le sue truppe costringono alla fuga
reparti montati dall'avversario in val di Chiana; ma quando si scontra
poco dopo nel territoio di Chiusi,
il quartier generale mariano, con l'esercito di Carbone
[una grande battaglia], l'esito si fa incerto. Anzi, poiché le
sue perdite sono molto elevate, non può rischiare un'ulteriore
penetrazione e la sottomissione dell'Etruria.
Ben diversa la situazione sugli altri fronti dove le forze sillane mietono
continui successi.
Nel nord viene assoggettata tutta quanta la regione compresa fra le
Alpi e l'Appennino: le forze qui impegnate sono ora disponibili per
un attacco all'Etruria.
Quando ne ha notizia, il comandante Carbone
si perde d'animo e, lasciato segretamente il suo quartier generale di
Chiusi, si imbarca per l'Africa.
L'esercito, privo del suo capo, viene battuto da Pompeo.
1° novembre, i resti dell'armata popolare sono sconfitti
da Crasso presso Porta Collina.
Si conclude la guerra civile.
Nelo stesso mese Silla è nominato
dittatore.
81-80, proscrizioni dei
popolari.
Silla si dà spietatamente alla rappresaglia,
facendo seguire ai brutali massacri dei prigionieri di guerra – quattromila
sanniti nella sola battaglia davanti alle
porte di Roma – esecuzioni in massa quali mai hanno avuto luogo nella
storia delle conquiste romane.
Vengono introdotte liste di proscrizione e le tavole esposte pubblicamente.
Chiunque vi compaia, oltre ad aver confiscato ogni bene, può
essere impunemente ucciso e l'uccisore per di più riceve il prezzo
della taglia; nessun discendente del proscritto, fino ai nipoti, può
ricoprire cariche pubbliche; non sono previsti né processi né
commutazioni di pena.
Si instaura una turpe e selvaggia speculazione sui beni e le proprietà
confiscate.
Punite con confische territoriali e con la perdita o la limitazione
dei diritti civili sono anche tutte le città che hanno militato
sino alla fine nella parte avversa.
La punizione colpisce, oltre il Sannio, la terra che ha osato sfidarlo
più lungamente. In preda a cieca ferocia il vincitore infierisce
contro le famiglie etrusche. Si procede anche a una decimazione inesorabile
dei confini delle città etrusche: così Arezzo,
Chiusi e Fiesole
si vedono confiscate larghe zone territoriali.
Nella valle superiore del Cecina continuano a restare accampate truppe
sillane, e imperversa la lotta per Volterra.
legislazione di riforma dello stato;
estensione del pomerio al Magra e al Rubicone;
80-72, rivolta di Quinto
Sertorio, ufficiale mariano, in Spagna;
Biblioteca di Alessandria
«segue da III sec.»
I sec. a.C., le due biblioteche contengono 700.000 volumi;
47 a.C., la Biblioteca del Museo è quasi totalmente distrutta
nell'incendio quando Cesare e Cleopatra
vengono assediati nel palazzo dai loro oppositori.
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