ATENE
776 a.C.,
data tradizionale dell'inizio dei giochi olimpici;
754, data d'inizio della lista degli
efori spartani;
750 ca, colonizzazione greca di
Ischia e successiva fondazione di Cuma. Formazione dell'Odissea.
Esiodo, Le opere e i giorni.
734, data tradizionale della fondazione
di Nasso a opera dei calcidesi;
733, fondazione di Siracusa a opera
di Corinto;
730, fondazione di Catania e Leontini
a opera di Nasso e di Megara Iblea a opera di Megara Nisea;
770 ca, prima guerra messenica:
conquista della Messenia da parte di Sparta;
730-700, fondazione delle colonie
"achee" in Italia meridionale: Metaponto, Sibari, Crotone;
700 ca, fondazione di Taranto a
opera di Sparta.
|
VIII secolo a.C.
REGNO
DI ISRAELE e REGNO DI GIUDA
[dopo la scissione] |
720-597 a.C. |
gli Assiri – una nuova grande potenza proveniente
dall'Iraq settentronale – si abbattono sui due staterelli ebraici,
provocandone la scomparsa.
Da questo momento non ci sarà più uno stato ebraico
indipendente sino al XX secolo. Sebbene gli ebrei possiederanno
una certa qual autonomia nel regno maccabeo (166-163 a.C.) e in
quello successivo della dinastia di Erode.
Gli ebrei si distinguono dagli altri popoli che hanno invaso e che
si sono stabiliti in Siria e Palestina (che ha preso il proprio
nome dai Filistei – falastin in arabo) per due motivi fondamentali:
- perché evitano matrimoni promiscui e non fraternizzano
con gli altri popoli della regione;
- per la la loro geniale religiosità, che ha dato vita alla
prima delle tre grandi religioni monoteistiche. I Dieci Comandamenti
e il Codice legale ebraico, costituiscono indubbiamente
l'insieme di norme etiche più elevato e completo mai elaborato
da una mente umana prima della venuta di Cristo.
Ma siccome gli ebrei si considerano un popolo speciale, eletto da
Dio, l'ebraismo non sarà mai una religione dedita al proselitismo.
Non ci saranno infatti conversioni in massa all'ebraismo, come accadrà
per le religioni monoteistiche che lo seguiranno: il Cristianesimo
e l'Islam.
[Gli arabi vengono citati per la prima volta in
alcune iscrizioni assire dell'850 a.C. circa e descritti come un
popolo nomade del deserto arabico settentrionale che paga il tributo
dovuto ai signori assiri in cammelli, che risulta fossero stati
addomesticati per la prima volta nella penisola arabica circa cinquecento
anni prima.
Le loro origini razziali sono avvolte nelle tenebre.
Gli arabi moderni hanno ereditato una tradizione secondo la quale
essi deriverebbero da due ceppi:
- i Qahtan, originari dai piovosi altopiani dell'Arabia
sud-occidentale, sono discendenti del patriarca Qahtan;
- gli 'Adnan, provenienti dal nord e dal centro
della penisola arabica, sono i discendenti del patriarca 'Adnan.
Quasi ogni tribù araba si dichiara discendente dell'uno o
dell'altro.
Dei due, sono i meridionali, o yemeniti, a costituire oggi metà
della popolazione dell'Arabia e vengono detti «arabi
puri» mentre i figli di 'Adnan
vengono chiamati musta'rib, ovvero arabizzati.
Sebbene non esista oggigiorno nessuna evidente distinzione razziale
tra coloro che si dicono Qahtanidi e coloro che
si dicono 'Adnaniti, sono riconoscibili all'interno
della popolazione dell'Arabia due distinti tipi razziali.
Le persone alte, con fattezze ben delineate e aquiline provengono
prevalentemente dal nord, mentre quelle del sud tendono ad essere
più basse con fattezze più gentili e arrotondate,
segno di una probabile origine etiopica. È quindi strano
che siano i meridionali ad essere considerati gli «arabi
puri», tenendo conto che sono i settentrionali a fornire
l'immagine popolare dell'arabo e che fu nell'Arabia centrale e settentrionale
che nacque la lingua araba classica, veicolo della civiltà
arabo-islamica.]
[Peter Mansfield, A History of
the Middle East, 1991 - Storia del Medio Oriente, SEI
Torino 1993.] |
EGITTO |
Dinastie |
|
1075-332 a.C.: Epoca tarda. |
XXI
(1075) |
ramesside:
- Smendes, Psusennes
Il sommo sacerdote Herihor regna a
Tebe. |
XXII |
libica:
- Sheshonq
Capitale Tanis. |
XXIII
(715) |
libica:
Capitale Bubasti. |
XXIV
(725-710) |
saitica:
- Tefnakht, Boccori
Capitale Sais. |
XXV
(736-656) |
etiopica:
- Piankhi, Sabacone
Riunificazione dell'Egitto.
- Taharqa
Gli assiri invadono l'Egitto (671-664 a.C.) |
|
CINA
Secondo lo storico cinese Shu-ching
esistono due grandi sistemi nello stabilire le date della storia
cinese, quello del T' ong Kien Kang Mou e quello del Ychou
Chou Ki Nien, due opere assai venerate e che fanno testo.
Ma anche se i due sistemi si differenziano circa le origini, dall'827
a.C. coincidono.
827 a.C., alla morte di Li Wang
i grandi feudatari (che lo hanno spodestato governando al suo
posto per quindici anni) mettono sul trono il figlio maggiore,
Siuan Wang.
822 a.C., gli Unni (in latino Hunni, in indiano Huna),
guerrieri mongoli, i barbari Hiung-nu
[sono barbari anche le tribù che non si assoggettano, come
i barbari del King, i barbari del Diu ecc.], approfittando dell'indebolimento
della monarchia, dopo aver devastato una parte del paese saccheggiano
la capitale Hao durante un'assenza del re il quale però,
una volta ritornato, li sconfigge a Tai Yuan;
781 a.C., muore Siuan Wang;
gli succede il figlio Yu Wang
[il Malinconico] (soggetto al volere
di una delle sue concubine, Szeu di Pao);
771 a.C., invasione dei tungusi;
Yu Wang [il
Malinconico] viene massacrato;
è praticamente la fine della gloria dei "Chou
occidentali" (da Wu Wang a Yu
Wang) e la fine del potere imperiale… ma la dinastia
continua.
Uno dei più alti personaggi del regno, il duca
di Kuo, mette sul trono uno dei figli di Yu
Wang, il principe Yu cheng
che si stabilisce non molto lontano, a Huei (valle del Wei); ma
anche il cospiratore, il conte di Chen,
ha il suo candidato al trono, il legittimo principe ereditario
Yi Kiu il quale viene da lui stesso
proclamato imperatore al posto di suo padre, e dalla maggior parte
dei nobili riconosciuto come sovrano.
Gli stessi nobili insediano Yi Kiu
sotto il nome di P' ing Wang
[il Pacifico] nella nuova capitale,
Lo yang (valle del Lo), molto più a est di Hao, nella valle
del fiume Ho.
Periodo dei "Chou
orientali"
o delle "primavere e degli autunni"
(771-481 a.C.)
P' ing Wang [il
Pacifico]
771-719 a.C., imperatore della Cina;
771 a.C., Lo yang (valle del Lo), inizia questo nuovo periodo;
il conte di Chen è Primo ministro;
per circa vent'anni l'impero appare diviso in due stati: la parte
occidentale e la parte orientale.
750 a.C., con la sconfitta e l'uccisione del re occidentale,
le due parti vengono nuovamente riunite ma ormai si sono formati
degli stati indipendenti che lottano per la supremazia nell'impero:
sorge quindi l'epoca delle egemonie.
L'amministrazione della Cina è in questo periodo retta
da un primo ministro che governa in nome dell'imperatore.
Sotto il primo ministro operano altri tre ministri che
si suddividono l'amministrazione della vita quotidiana del paese:
- Direttore della Moltitudine, il "capo" della
classe più numerosa, anzi innumervole, quella dei contadini;
- Direttore dei Cavalli o Signore dell'Esercito, che è
contemporaneamente ministro della guerra e capo di stato maggiore
di un Paese le cui armate sono composte esclusivamente di militari
in congedo provvisorio;
- Direttore dei Lavori Pubblici che si occupa delle terre,
di cui redige l'inventario con grande esattezza; da cui dipendono,
nelle città e borghi, gli artigiani;
Il Direttore dei Criminali è il Ministro della
Giustizia dei Chou. È
incaricato di pronunciare le sentenze seguendo la legge delle
Cinque Pene e di sorvegliare la loro applicazione:
1 - la morte, applicata in maniera spesso atroce;
2 - castrazione per gli uomini, reclusione nel palazzo per le
donne.
3 - ecc.
Un codice penale preciso e dettagliato prevede 200 casi di delitto,
di assassinio e di infrazioni passibili della pena di morte, e
300 che meritano la castrazione.
Per le pene un po' meno gravi ci si accontenta di amputare tutti
e due i piedi. Le infrazioni di poco conto sono punite con il
taglio del naso o con un tatuaggio sul viso. Questi casi sono
circa un migliaio. Tutte le sanzioni possono tuttavia essere attenuate
o, al contrario, inasprite dopo aver considerato una quantità
di circostanze attenuanti o aggravanti.
[L'imperatore Mu Wang ha introdotto
anche il concetto di condono di pena. Così anche il marchio
sul viso può essere evitato mediante il versamento di 100
lingotti di rame; ce ne vogliono 200 per salvare il naso, 600
per conservare la virilità e 1000 per scampare alla pena
di morte.]
I grandi feudatari si battono sotto gli occhi del re impotente.
- il principato di Lu, tra il 722 e il 481 a.C., viene
invaso ventidue volte;
Huan
nipote e successore di P'
ing Wang [il Pacifico],
719-696 a.C., imperatore della Cina;
719 a.C., Lo yang (valle del Lo), egli tenta di scuotere il giogo
che gli è stato imposto dal conte Chuang,
che è successo al padre come conte
di Chen e come Primo ministro, ma la spedizione organizzata
contro quest'ultimo dal re aiutato dai signori che avrebbero voluto
stroncare un personaggio troppo potente, si risolve in un disastro;
707 a.C., si instaura una dinastia di Primi ministri parallela
a quella dei sovrani; in mezzo secolo i conti
di Chen hanno costituito un vero principato… ma non è
il solo.
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_________________________
– Arctino (Mileto
sec. VIII a.C.) poeta greco
Etiopide (in 5 libri, continua la narrazione dell'Iliade
fino alla morte di Achille, alla contesa per le sue armi e al suicidio
di Aiace)
Distruzione di Ilio (in 2 libri, narra la caduta della città
e la fuga di Elena).
– Esiodo (Ascra? secc.
VIII-VII a.C.) poeta greco;
[Figlio di un piccolo proprietario originario di Cuma,
in Asia Minore, stabilitosi ad Ascra in Beozia.
Le sole notizie certe sulla sua vita si ricavano dalla sua testimonianza
diretta in Teogonia, v. 22, dove cita il proprio nome. Come
rapsodo partecipò una volta a una gara poetica a Calcide in Eubea,
vincendo un premio. Sia pensa si amorto ad Ascra e sia stato sepolto
a Orcomeno.]
Teogonia (in 1022 esametri, non tutti autentici dove espone l'orifigine
degli dei e del mondo, combiand concezioni teologico-filosofiche e tradizioni
leggendarie, in parte di origine iorientale)
Opere e giorni (poema di 828 esametri)
[Dall'occasione personale (la lite sostenuta con il fratello
Perse per la divisione
delle terre ereditate dal padre) si passa ai problemi della vita rurale,
della convivenza e della vera giustizia.]
Lo scudo (poemetto di 480 esametri)
[Non autentico.]
Catalogo delle donne (Eoie) (in cinque libri ma quasi
completamente perduto)
[Non autentico.]
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ROMA
753 a.C., fondazione di Roma (secondo
i calcoli di Varrone)
[753-509 a.C., periodo monarchico.
(Leggenda)]
[575 a.C.: vera data
della fondazione di Roma (scientificamente provato) da parte del 1°
re etrusco Lucio
Tarquinio Prisco (607-569 a.C.)]
Nella sua Storia romana, terminata nel 1856, Th.
Mommsen scrive:
«Che l'età dei re abbia non solo
posto le basi dello stato romano, ma anche quelle della potenza romana
all'esterno, è indubitabile. Ma lo splendore di quella riposa
anzitutto sulla casa regale dei Tarquinii, come un rosso tramonto dove
annegavano i contorni, […] naturalmente non si può parlare assolutamente
di una vera e propria fondazione come vuole la leggenda… La favola della
fondazione di Roma… a opera di Romolo e Remo non è che un ingenuo
tentativo della pseudostoria più antica… Una storia che voglia
veramente essere tale, deve prima di tutto scrollarsi di dosso favole
del genere…».]
Le notizie generali sulla preistoria romana si limitano a quanto riportato
da alcuni autori classici:
. T. Livio:
nella sua monumentale opera (142 libri) composta sotto l'imperatore
Augusto, egli racconta i mutevoli destini
della città e dell'impero: ab urbe condita, dalla fondazione
della città alla morte di Druso
nel 9 d.C.;
Considerato la somma autorità, i suoi scritti conoscono la massima
diffusione. Nell'antichità il suo lavoro ha la palma fra le opere
storiografiche: la descrizione di come Romolo avrebbe fondato la città
eterna sul Palatino, adorna di bella retorica e di molta fantasia, sarà
divorata da generazioni di romani ed entusiasmerà in seguito
milioni di europei.
E la data fissata per l'atto di fondazione da un suo compatriota, l'erudito
Varrone,
al 753, sarà considerata da tutto il mondo come cosa certa.
Dal X sec. d.C. il colle Palatino è proprietà di privati
che lo sfruttano agricolarmente, piantandovi vigneti e pascolandovi
greggi… e così rimane fino al XIX sec.
Gli scienziati non conoscono nemmeno più l'ubicazione del Foro.
- 1803, vengono avviati i primi scavi presso gli archi di Settimio Severo
e di Costantino; ne seguuono poi altri presso le tre colonne di Castore
e il tempio della Concordia. Resta un lavoro incompleto.
1870, solo ora, con Roma capitale del nuovo Regno d'Italia, si viene
a una svolta: il giovane stato sembra dedicarsi finalmente a un'esploraazione
pianificata del territorio e l'antico centro di Roma è dicharato
d'ufficio «Zona archeologica»;
la quale comprende il Foro, il Palatino e l'area capitolina, toccando
da un lato il Quirinale, dall'altro la valle del Circo massimo e corre
dal Colosseo fino alla Via Appia antica.
Solo che ad ogni anche piccolo ritrovamento (selciati, mattoni, marmi
ecc.) gli scavi vengono sospesi e non viene permesso di scavare più
a fondo.
1902, aprile, grazie all'architetto romano Giacomo
Boni che riesce a stappare alla burocrazia il permesso di scavare,
iniziano le ricerche…[…]
Ecco allora che i sopralluoghi compiuti dagli archeologi nelle profondità
del suolo romano scuotono l'attendibilità della tradizione romana
più antica; la quale crolla ora, dopo due millenni, come un castello
di carte.
Per la prima volta ora si scopre che Roma non esisteva, come città,
né nell'VIII né nel VII sec. a.C.. Dove essa sorse in
seguito, si stendeva fin verso il 625 a.C. una zona selvaggia e inabitabile,
mai colonizzata fino a quest'epoca da mano umana.
Sul Palatino – sede tradizionale della prima Roma – come sui colli vicini
non v'erano, a quell'epoca, se non modesti agglomerati di capanne primitive,
cioè dei villaggi. Dei villaggi non formano però ancora
una città. E Romolo quindi – dato e non concesso che sia mai
esistito un individuo di tal nome – non poteva che essere il capo di
una di queste miserabili comunità; per cui non è neppure
il caso di parlare di un "regno" suo e dei leggendari successori
Numa, Tullo Ostilio
e Anco Marzio.
I primi quattro re di Roma, dei quali la tradizione racconta, non sono
mai esistiti.
Neppure il superbo nome di Roma è farina del sacco degli abitanti
dei colli: sull'origine di esso come di quello del suo preteso fondatore
non sussiste ormai alcun dubbio.
Dice Lopes Pegna: «Romolo,
il mitico primo re di Roma, non è mai esistito. Proprio al contrario
di quanto riferisce Livio (I, 7), non 'la città fondata assunse
il nome del fondatore', bensì dall'etrusco toponimo Rumlua,
latinizzato in Roma, venne coniato l'aggettivo Romulus.»
Dichiara lo storico A. Altheim:
«Anche i colli della Roma più antica
recano nomi etruschi o foggiati al modo etrusco. L'Ordinamento della
Roma arcaica contemplava una suddivisione della comunità in tre
tribù, ciascuna a sua volta suddivisa in dieci curie. Le tribù
portavano il nome di Tizi, Ramni e
Luceri. Come il nome di Roma, coincidente con quello
della gens Ruma, era etrusco anche quello delle tribù: tutti
e tre risalivano a schiatte etrusche, come pure una parte della denominazione
delle curie.»
[Werner Keller, La civiltà etrusca,
Garzanti 1971]
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