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Giuseppe ROMITA

(Tortona, 7 gennaio 1887 – Roma, 15 marzo 1958)

politico italiano, esponente del PSI (Partito Socialista Italiano);

[Figlio di Guglielmo Romita, contadino e in seguito capomastro, e di Maria Gianneli.
Una famiglia povera, con tre figli maschi e tre femmine.
Sposa (1920) Maria Stella che gli dà deu figli: Gemma (1922) e Pier Luigi (1924) che diverrà a sua volta un importante politico nel dopoguerra.]

1903
appena sedicenne, si iscrive al PSI prima ad Alessandria poi alla sezione di Torino, divenendo membro esecutivo della sezione locale della FIGS e corrispondente locale del suo organo «l'Avanguardia»;

1907
nonostante le umili origini, consegue il diploma di geometra ad Alessandria;

autunno, si iscrive al Politecnico di Torino al corso d'ingegneria dando lezioni private di matematica per mantenersi agli studi;

1910
18 ottobre, al congresso della Figs entra a far parte del consiglio nazionale e abbraccia le tesi anti monarchiche e repubblicane;

1911
diviene segretario della sezione del PSI di Torino, aumentando il suo coinvolgimento politico;

1913
si laurea in ingegneria;

1914
giugno, viene eletto in consiglio comunale sia nella sua Tortona che a Torino;

1917
ritorna alla segreteria della sezione torinese del PSI in seguito all'arresto del precedente segretario e partecipa quindi alla "rivolta del pane" (agosto) finendo in galera fino all'aprile del 1918;

1918
aprile, esce di galera;

1919
16 novembre, eletto, per la prima volta, deputato (XXV Legislatura del Regno);
direttore (1919-26) del «Grido del Popolo», nel movimento socialista tiene una posizione centrista;

1920
si sposa con Maria Stella ;

Durante il biennio rosso sfociato con l'occupazione delle fabbriche, anche grazie al suo esser ingegnere, è impegnato a dirigere la produzione industriale nelle fabbriche torinesi per garantirne la continuità operativa anche durante le occupazioni operaie.

1921
gennaio, dopo la scissione di Livorno, sceglie di restare nel PSI;
15 maggio, rieletto deputato (XXVI Legislatura del Regno);

1922
ottobre, il PSI sancisce l'espulsione dei riformisti che egli cerca di evitare mediando fino all'ultimo;
Al IV congresso della Terza internazionale difende le ragioni dell'autonomia socialista divenendone il principale sostenitore;

1923
aprile, al congresso straordinario del PSI, le sue idee appoggiate da P. Nenni impediscono sul nascere progetti di fusione col PCI;

1924
consigliere comunale di Tortona e Torino;
24 giugno, rieletto deputato (XXVII Legislatura del Regno), ultime elezioni;

partecipa alla "Secessione dell'Aventino", subendo la lenta decadenza del mandato parlamentare;

1926
5 novembre, con un decreto il governo fascista scioglie i partiti;

mentre il PSI decide di andare in esilio a Parigi, egli decide di rimanere in patria;
16 novembre, viene arrestato e condannato a cinque anni di confino prima a Pantelleria e poi nella più irraggiungibile Ustica;

1927
viene trasferito al carcere Ucciardone di Palermo in quanto accusato di reati contro il regime; assolto da quest'accusa, è confinato sull'isola di Ponza;

1929
ottiene la libertà condizionata, ma viene espulso dall'Albo degli Ingegneri;

1930
tornato a Torino, tenta subito con altri compagni e sindacalisti di riorganizzare la presenza socialista;

1931
31 agosto, di nuovo arrestato, è condannato nuovamente al confino presso Veroli ma qui puo essere raggiunto dalla famiglia;

1933
20 giugno, tornato in libertà, si stabilisce a Roma;

1939
nonostante lo scoppio della guerra, riesce ad aggregare un nucleo di socialisti e addirittura a rifondare in clandestinità un esecutivo socialista di cui viene eletto segretario col mandato di occuparsi del nord del paese;
operando in difficili condizioni riesce a ricostituire il Partito socialista che si fonde col Movimento di Unità Proletaria di Lelio Basso e l'Unione Proletaria Italiana prendendo il nome di PSIUP (Partito Socialista di Unità Proletaria);

1943
8 settembre, il giorno successivo si costituisce il CLN in cui, insieme a P. Nenni, è chiamato a rappresentare il PSIUP;

1944
è nominato vice presidente della Camera dei deputati, titolo meramente onorifico visto le vicissitudini del momento;




1945
21 giugno - 24 novembre, ministro dei Lavori pubblici ("governo Parri");
10 dicembre - 28 giugno 1946, ministro dell'Interno (I "governo De Gasperi);

Sin dal primissimo dopoguerra la sua attività prosegue su due piani paralleli.
Accanto al piano istituzionale, che lo vede addirittura sfiorare la presidenza dell'Assemblea costituente (poi andata a Giuseppe Saragat) e ministeriale, egli è, sul piano politico, autore e protagonista dei fermenti interni al PSI che porteranno alla nascita del PSU e successivamente all'unione col PSDI.


1946
deputato all'Assemblea Costituente;
2 giugno, referendum istituzionale sulla scelta fra monarchia e repubblica;

È lui, in qualità di ministro dell'Interno, a gestire il referendum ed è grazie al suo operato operato che si opta per un referendum popolare che decida la forma dello stato anziché lasciare tale decisione all'Assemblea Costituente.
[Per le sue idee repubblicane e per l'attivismo pro-referendum è coinvolto nelle polemiche perpetrate dagli ambienti monarchici per presunti brogli a favore della repubblica. In particolare il fatto che i risultati del referendum siano stati resi pubblici solo il 5 giugno a tre giorni dalle consultazioni fomenta tale sospetto.
In realtà egli si è preoccupato di tutelare l'ordine pubblico perché i primi dati giunti dal sud Italia davano vincente la monarchia, mentre in un secondo momento con l'arrivo dei dati dal nord le sorti si sono capovolte.
Egli temeva che l'alternarsi dei risultati riscaldasse gli animi del popolo già accesi e spaccati.
Fervente repubblicano, nei suoi diari scriverà del suo sconforto durante i primi momenti dello spoglio quando sembrava che la monarchia avesse vinto il referendum.]


luglio-gennaio 1947, ministro dei Lavori pubblici (II "governo De Gasperi);

1947
gennaio, è colto in contropiede dalla scissione di Palazzo Barberini con cui la rappresentanza del PSI alla Costituente quasi si dimezza.
Nasce il PSLI (successivamente PSDI).
In seguito alla scissione egli rientra nella direzione nazionale del PSI e diviene il principale rappresentate degli autonomisti all'interno del partito, posizionandosi nella destra interna al PSI;

febbraio-maggio, ministro del Lavoro e Previdenza Sociale (III "governo De Gasperi)


1948
19 gennaio, Roma, congresso nazionale del PSI;
[Nonostante gli autonomisti all'interno del partito siano fortemente critici nei confronti del PCI, essi evitano lo scontro e votano a favore del Fronte popolare in unione col PCI per le elezioni (maggio), ma mettendo ai voti una mozione per mantenere le liste separate.
La mozione non passa, ma ottiene comunque il 32,7% dei voti dei delegati.]


8 maggio
, eletto senatore (I Legislatura);

la sconfitta elettorale del Fronte Popolare alle elezioni costringe il PSI ad un nuovo congresso;
27 giugno, Genova, congresso nazionale del PSI:

gli autonomisti romitiani ottengono il 27%, risultato considerato buono visto la recente fuoriuscita dei saragattiani;

Gli autonomisti, e lui, continuano a dialogare sia con l'UDS che con la sinistra del PSLI, con l'obbiettivo di unire i socialisti in un'ottica autonomistica.

1949
11 maggio, Firenze, congresso nazionale del PSI:
si decide la sua sospensione dal partito per sei mesi;
ormai egli non si riconosce più nel PSI e si dedica all'obbiettivo di riunire tutti i socialisti autonomisti sotto un'unica sigla;
4 dicembre, a Firenze nasce il PSU (Partito Socialista Unitario), che riunisce, oltre agli autonomisti romitiani fuoriusciti dal PSI, l'UDS e le correnti di centro sinistra del PSLI;

La sua opera unitaria non viene meno neanche con la nascita di questo terzo partito socialista,

1951
gennaio, Torino, II congresso del PSU:
riesce a far passare (con una stretta maggioranza) una mozione per il dialogo unitario con il PSLI;
1º maggio (data simbolica), si giunge alla fusione fra PSU e PSLI;
Il nuovo soggetto, che riduce a due i partiti socialisti, prende in un primo momento il nome di PS-SIIS (Partito Socialista Sezione Italiana dell'Internazionale Socialista);

1952
3 gennaio, Bologna, al congresso il PS-SIIS assume la definitiva denominazione di PSDI (Partito Socialista Democratico Italiano) ed egli è chiamato alla segreteria nazionale;

1953
25 giugno, eletto deputato (II Legislatura);
d'intesa con G. Saragat, è fautore di un reingresso del PSDI al governo per evitare una deriva a destra di stampo monarchico conservatore;

1954
febbraio-giugno 1955, ministro dei Lavori pubblici ("governo Scelba);

1955
luglio-maggio 1957, ministro dei Lavori pubblici (I "governo Segni");

1956
eletto consigliere al comune di Torino e al comune di Roma;


È sotto il suo ministero che prende avvio il piano autostradale nazionale cui egli dà una forte spinta forzando le resistenze dell'ANAS che non ha ancora approvato i piani tecnici di costruzione.

1957
27 maggio, insieme al presidente della repubblica Giovanni Gronchi posa la prima pietra della futura "Autostrada del sole";

Venezia, congresso del PSI:
dopo le aperture del PSI, continua a lavorare per l'unità socialista in chiave autonomista;
Milano, congresso del PSDI:
viene eletto nel comitato centrale del partito;

Si dedica con la stessa forza ai piani per l'edilizia popolare, alla costruzione di acquedotti e al rafforzamento del sistema portuale italiano.
È fautore della creazione di una rete di infrastrutture che saranno determinanti per l'avvio del miracolo economico italiano (1958-63).
Dà il suo sostegno all'adesione alla Ceca e della Ced.

1958
15 marzo, a seguito di un attacco cardiaco muore a Roma.
[Senza poter assistere ai successi della sua politica di opere pubbliche e all'unificazione delle forze socialiste.]

 

 

 

Fonti
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