Warning: include(..//PowerAuth.php) [function.include]: failed to open stream: No such file or directory in D:\inetpub\webs\viandanteit\sito24\work\ZZZVARI\Politici\Italiani\DC\Ruffini Attilio.php on line 5

Warning: include() [function.include]: Failed opening '..//PowerAuth.php' for inclusion (include_path='.;C:\PHPVersions\PHP52\includes') in D:\inetpub\webs\viandanteit\sito24\work\ZZZVARI\Politici\Italiani\DC\Ruffini Attilio.php on line 5
Il Viandante - Politici - Ruffini Attilio

©

Il Viandante

in rete dal 1996


Se ti siamo stati utili effettua una
 

Nuova Ricerca

 

 

 

 

 


Attilio Ruffini

(Mantova, 31 dicembre 1924 – Roma, 23 giugno 2011)

uomo politico italiano, esponente della Democrazia cristiana;

 

[Nipote del card. Ernesto Ruffini e padre del giornalista Paolo Ruffini e dell'avv. e prof. di Diritto processuale civile Giuseppe Ruffini.]

saggista e conferenziere, gli viene conferita "ad honorem" la laurea in Diritto all'Università Cattolica di Buenos Aires, e in Sociologia all'Università del Salvador;
già Professore Onorario di Filosofia alla Kennedy University della capitale argentina.
È socio onorario dell'Istituto per lo sviluppo dell'America Latina.

compie i primi studi nella città natale;
conclusa la prima parte della sua formazione scolastica si trasferisce a Milano dove, avendo vinto una borsa di studio, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, retta da padre Agostino Gemelli;
[Vi conseguirà la laurea negli anni successivi al Secondo Conflitto Mondialea.]

1943
partecipa attivamente alla Resistenza, cooperando con i partigiani delle Brigate cattoliche delle Fiamme Verdi e facendo parte del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale);

1944-45
autunno, viene catturato da un gruppo delle Brigate Nere mantovane e condotto nella Caserma delle Brigate Nere di Cerese, ove viene sottoposto ai primi interrogatori in merito alla attività antifascista dei cattolici mantovani e, in particolare, degli universitari cattolici;
trasferito nel Carcere mandamentale di Mantova, in Via Poma, è poi preso in consegna dalle SS tedesche che lo trasferiscono nel Forte San Leonardo di Verona;
13 dicembre, è sottoposto all'ultimo interrogatorio, condotto personalmente dal comandante delle SS tedesche in Italia, gen. Wolff;
19 dicembre, è condotto a Verona, al Comando generale delle SS e lì finalmente viene liberato;
successivamente, fino alla Liberazione, fa parte della Brigata partigiana "Ivanoe Bonomi" che libera e presidia la città di Mantova fino all'arrivo delle truppe alleate;

1945
inizia la sua attività politica f nell'ambito della Dc , nella quale ricopre vari incarichi a livello locale e nazionale;
insieme a don Primo Mazzolari, Ennio Avanzini, Ottorino Momoli, a don Filippo Berselli e a Luigi Chiesi costituisce nella clandestinità il partito della Democrazia Cristiana di Mantova;

1946
eletto presidente del Consiglio Interfacoltà della stessa Università;
nello stesso anno, a Palermo, inizia la sua attività pastorale lo zio card. Ernesto Ruffini;

1947
eletto membro del Consiglio Universitario Nazionale;


iniziò l'attività forense a Mantova presso lo studio dell'avv. Ennio Avanzini, già componente dell'Assemblea Costituente e poi membro del primo Parlamento repubblicano;
nel frattempo diviene segretario provinciale della Dc;

1955
si trasferisce a Palermo dove sposa Zina Maria La Loggia, figlia di Giuseppe La Loggia, presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, e poi a capo del Governo Regionale;

a Palermo riprende ad esercitare la professione di avvocato (fino al 1963);

Sul finire degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta ha tra i suoi clienti anche la Satris, società che ha in appalto i servizi di riscossione delle imposte sul territorio siciliano, società fondata nell'immediato dopoguerra da Luigi Corleo e Francesco Cambria e di cui entrarono successivamente a far parte i cugini Nino ed Ignazio Salvo, dopo che quest'ultimo sposò la figlia di Luigi Corleo.


1963
16 maggio, eletto deputato (IV Legislatura), nella circoscrizione elettorale della Sicilia occidentale, rinuncia ad ogni incarico professionale;

Lo stesso anno i cugini Nino ed Ignazio Salvo ottengono il loro primo appalto decennale con una legge regionale approvata anche con il voto di alcuni deputati dell'opposizione.

[Successivamente saranno indicati dalla Commissione parlamentare Antimafia del 1976 come legati alla mafia.
I pregressi rapporti con Nino ed Ignazio Salvo, sebbene senza rilievo penale, saranno richiamati nel corso del processo di primo grado a Giulio Andreotti, quando sarà ricordata anche "la circostanza della vicinanza" tra Attilio Ruffini e Nino ed Ignazio Salvo "in occasione di una celebrazione del battesimo di Patrizia Salvo figlia di Nino Salvo, cerimonia alla quale partecipa Attilio Ruffini"; gli stessi troverebbero inoltre conferma in una lettera su carta intestata della Camera dei deputati "verosimilmente a firma di Attilio Ruffini indirizzata a Nino Salvo, dal tono molto cordiale" già agli atti del Maxi Processo di Palermo.]


1968

5 giugno, rieletto deputato (V Legislatura);

1969
diventa membro della direzione della Dc, capo della segreteria politica e consigliere nazionale;

1972
17-26 febbraio, sottosegretario alla Pubblica Istruzione (I "governo Andreotti");
25 maggio, rieletto deputato (VI Legislatura);
giugno-giugno 1973, sottosegretario al Tesoro (II "governo Andreotti");

1973
luglio-marzo 1974, sottosegretario al Tesoro (IV "governo Rumor");

1974
vice segretario nazionale unico (1974-76) della Dc, responsabile dell'ufficio stampa e propaganda e di quello degli enti locali;

1976
5 luglio, eletto deputato (VII Legislatura);
luglio-settembre 1977, ministro dei Trasporti (III "governo Andreotti");

1977
ministro della Marina Mercantile (ad interim);
1977-16 gen 1978, ministro della Difesa (III "governo Andreotti");

1978
marzo-gennaio 1979, ministro della Difesa (IV "governo Andreotti");

[Il (IV "governo Andreotti") è il primo Governo che ottenne l'appoggio esterno del PCI.]

16 marzo, Roma, via Fani, Aldo Moro presidente della Dc, viene rapito e la sua scorta viene assassinata;

[In questo periodo, nella veste di ministro della Difesa, prende parte al C.I.S. (Comitato Interministeriale di Sicurezza). Presieduto dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti, è composto dai titolari di diversi Dicasteri, tra i quali, un rilievo particolare è assunto, oltre che dal Dicastero di cui è titolare egli stesso, da quello dell'Interno, oraaffidato a Francesco Cossiga.
Dal momento del rapimento, il Comitato si riunisce con cadenza settimanale per tutta la durata dei cinquantacinque giorni del sequestro.

10 agosto, insieme al presidente del Consiglio e al ministro dell'Interno Rognoni firma il decreto di nomina del gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa a capo del coordinamento delle attività contro il terrorismo e il crimine organizzato.
[Nel libro dedicato a suo padre Vito Ciancimino, Massimo Ciancimino lo accusa di essere stato in contatto con ambienti mafiosi. Lo stesso libro presenta una lettera di Vito Ciancimino a lui indirizzata, in riferimento ad un'intervista pubblicata su «L'Ora» il 13 gennaio 1980, in cui egli respinge le accuse di connivenza mafiosa.
Massimo Ciancimino sarà stato arrestato con l'accusa di calunnia aggravata nei confronti dell' ex capo della Polizia Gianni De Gennaro per le dichiarazioni rese dallo stesso Massimo Ciancimino in merito ai rapporti tra mafia e politica.]

 

1979
20-31 marzo, ministro della Difesa (V "governo Andreotti");
20 giugno, eletto deputato (VIII Legislatura);
agosto-gen 1980, ministro della Difesa (I "governo Cossiga");


1980
gennaio-marzo, ministro degli Affari Esteri (I "governo Cossiga");
In questo stesso periodo, ricopre l'incarico di presidente di turno del Consiglio della Comunità Europea;
16 gennaio, a Bruxelles, nel corso della riunione straordinaria del Parlamento Europeo sulla crisi afghana, in qualità di presidente di turno del Consiglio della Comunità Europea, interviene duramente per stigmatizzare l'intervento militare sovietico;


1983

12 luglio, rieletto deputato (IX Legislatura);

1987
non si ricandida alle elezioni politiche, dedicandosi nuovamente all'attività professionale (fino al 1994);

2011
23 giugno, muore a Roma.

 

 

 

 

Fonti
- Altre

 

Torna su

 

Nuova Ricerca