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Papa
Vittore II

(1055-57)


1057, tornato a Roma, nomina Federico di Lorena, fratello di Goffredo, abate di Montecassino e poi cardinale; fa uso nello stesso tempo del ricchissimo tesoro di Montecassino;

Papa
Stefano IX

o Stefano X
(1057-58)

Federico di Lorena (Lorena-Firenze 1058)
fratello del duca di Lorena Goffredo II il Barbuto, viene assunto presso la corte pontificia da Leone IX;
1051, cancelliere e bibliotecario;
1054, a Costantinopoli tratta assieme al cardinale Umberto di Silva Candida, la riunione con la chiesa greca;
abate di Montecassino;
1057, cardinale, sostiene la riforma che vuole la piena indipendenza della chiesa dall'impero il «programma lorenese»;
succede a Vittore II con i soli voti del clero e del popolo, senza la prescritta designazione imperiale;
riesce a farla approvare, tramite un negoziato condotto dal monaco Ildebrando, presso la corte dell'imperatrice Agnese, madre e reggente del futuro Enrico IV

 

"pataria"
(movimento religioso)

1057, in questo periodo Arialdo, diacono della chiesa di Varese, inizia a predicare a Milano invitando il clero cittadino a seguire il modello di vita evangelico, abbandonando le ricchezze e i comportamenti riprovevoli;
la sua predicazione colpisce innanzitutto la pratica di concubinato del clero, ottenendo così l'appoggio popolare, per poi passare a posizioni più riformistiche caratterizzate dalla lotta antisimoniaca;
il movimento cerca di introdurre elementi nuovi nella vita ecclesiastica: per la prima volta sotto la guida del diacono si costituisce una canonica di chierici che vivono in comune, recitando frequentemente preghiere comunitarie e osservando una vita di povertà e rinuncia a tutti i propri beni;
molti chierici milanesi aderiscono inizialmente al movimento, per abbandonarlo poi in seguito alla scomunica lanciata dal vescovo Guido da Velate (1045-1071).
La "pataria" tuttavia non scompare perché alcuni chierici continuano a seguire Arialdo, tra cui Landolfo Cotta, appartenente al clero della cattedrale e perché i laici si sono appropriati della lotta alla corruzione del clero.
L'opposizione della chiesa ambrosiana diventa palese quando Arialdo e i suoi seguaci iniziano a colpire gli interessi e i privilegi dell'aristocrazia; d'altra parte i patarini si diffondono tra il ceto medio in ascesa infatti tra le loro fila si trovano numerosi monetieri e mercatores.
La pataria ha dunque un largo consenso popolare, poiché i cittadini sono attirati dalla possibilità di saccheggio dei beni ecclesiastici e dall'invidia per il benessere del clero.
Il movimento religioso entra inoltre nella grande lotta politica tra Papato e Impero per la libertas ecclesiae.
«segue 1066»

 

 

ANNO 1057









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