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Il Viandante |
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Papa 1057, tornato a Roma, nomina Federico di Lorena, fratello di Goffredo, abate di Montecassino e poi cardinale; fa uso nello stesso tempo del ricchissimo tesoro di Montecassino; Papa Federico
di Lorena (Lorena-Firenze 1058) "pataria" la sua predicazione colpisce innanzitutto la pratica di concubinato del clero, ottenendo così l'appoggio popolare, per poi passare a posizioni più riformistiche caratterizzate dalla lotta antisimoniaca; il movimento cerca di introdurre elementi nuovi nella vita ecclesiastica: per la prima volta sotto la guida del diacono si costituisce una canonica di chierici che vivono in comune, recitando frequentemente preghiere comunitarie e osservando una vita di povertà e rinuncia a tutti i propri beni; molti chierici milanesi aderiscono inizialmente al movimento, per abbandonarlo poi in seguito alla scomunica lanciata dal vescovo Guido da Velate (1045-1071). La "pataria" tuttavia non scompare perché alcuni chierici continuano a seguire Arialdo, tra cui Landolfo Cotta, appartenente al clero della cattedrale e perché i laici si sono appropriati della lotta alla corruzione del clero. L'opposizione della chiesa ambrosiana diventa palese quando Arialdo e i suoi seguaci iniziano a colpire gli interessi e i privilegi dell'aristocrazia; d'altra parte i patarini si diffondono tra il ceto medio in ascesa infatti tra le loro fila si trovano numerosi monetieri e mercatores. La pataria ha dunque un largo consenso popolare, poiché i cittadini sono attirati dalla possibilità di saccheggio dei beni ecclesiastici e dall'invidia per il benessere del clero. Il movimento religioso entra inoltre nella grande lotta politica tra Papato e Impero per la libertas ecclesiae. «segue 1066» |
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