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ATENE 478-477, fondazione della confederazone
di Delo (lega delio-attica) sotto l'egemonia di Atene; |
469-460 a.C.
– Ippocrate di Coo
(Coo 460 a.C.-Larissa, Tessaglia 377 a.C.) medico greco;
Torna su[Figlio di Eracleide e di Fenarete. Da non confondere con Ippocrate di Gela, tiranno, con Ippocrate di Chio, matematico greco, e con Ippocrate di Atene, generale, e con Ippocrate di Siracusa, generale cartaginese.] allievo de padre, del medico Erodico e del filosofo Democrito, viagga a lungo ad Atene, in Tessaglia, forse in Egitto ein Libia, ma la ma maggior parte dell'attività la svolge nella città natale; Corpus ippocratico: 52 opere in 72 libri: Della dieta Della prognosi Delle prognosi coiche Delle predizioni Degli aforismi Dell'officina del medico Delle ferite e ulceri Delle epidemie Delle arie, delle acque e dei luoghi Giuramento (scritto etico) [Pronunciato dai medici della scuola quando iniziavano l'esercizio professionale.] [Dottrina fondamentale della scuola venne chiamata quella della patologia umorale; per essa gli elementi del corpo umano e della vita sono quattro umori cardinali: il sangue, il flemma, la bile gialla e la bile nera. Tutta la sua dottrina è essenzialmente biologica; la sua medicina si stacca completamente da quella sacerdotale e magica e si fonda soprattutto sul ragionamento e sull'esperienza.] – Socrate (Atene 469-399 a.C.) filosofo greco; [Figlio dello scultore Sofronisco e della levatrice Fenarete.] ricevette l'educazione comune ai giovani della classe media del tempo: ginnastica, muscia e poesia; secondo la tradizione esercitò per un certo periodo l'arte paterna e si indicava come sua opera un gruppo di Cariti velate nell'Acropoli; manifestò comunque vivo interesse per la cultura del suo tempo, dalla fisica di Anassagora, alla tragedia di Euripide, alle questioni religiose agitate dall'orfismo e dal pitagorismo, alla sofistica; ben presto abbandonò la professione paterna, vivendo presumibilmente di una modesta eredità, per concentrarsi sulla sua attività filosofica ed etico-pedagoigica che sentì come una missione da svolgere nei confronti dei suoi concittadini; secondo la tradizione sposò Santippe ed ebbe tre figli: Lamproche, Sofronisco e Menesseno; partecipò come oplita alla campagna di Potidea e ancora combatté a Delio e a Anfipoli; 406-405, membro del consiglio dei cinquecento, di fronte al popolo che vuole la condanna dei generali vincitori alla battaglia delle Arginuse perché non hanno cercato di salvare i soldati rimasti in mare, è il solo a difendere il loro diritto ad un processo legale e regolare; 404, quando Crizia, capo dei trenta tiranni, gli comanda di arrestare il democratico Leonzio di Salamina, egli sa rifiutare questa azione che ritiene ingiusta, a rischio della propria vita; 399, accusato da Meleto, Anito e Licone di corrompere i giovani e d'introdurre nuove divinità, viene giudicato e condannato a morte. [L'intrepidezza con cui affronta la morte darà alla sua figura il valore di un esempio che si manterrà vivo in tutta la tradizione spirituale dell'occidente.] – Tucidide (Atene 460 ca-400 ca a.C.) storico greco; [Figlio di Oloro, ricco cittadino del demo di Alimunte, appartenente ad una famiglia benestante originaria della Tracia nei cui possedimenti gode dello sfruttamento di alcune miniere d'oro ed è influente tra i maggiorenti dell'entroterra di Anfipoli, centro strategico e commerciale sul fiume Strimone. Oltre agli elementi da lui stesso forniti nella sua opera, sulla sua biografia possediamo un frammento di una Vita (P. Oxy, 1800) e una compilazione denominata Vita di Tucidide e attribuita a un ignoto Marcellino.] ammiratore fedele di Pericle, vide tuttavia chiaramente i limiti della sua politica allo scoppio della guerra trentennale tra Atene e Sparta (431); La guerra del Peloponneso (431-411, in otto libri) [Secondo una partizione che non sembra risalire all'autore, l'opera, di cui si ignora il titolo originale, è sicuramente incompleta; si arresta infatti bruscamente alla campagna estiva del 411 mentre l'autore stesso ci assicura che era sua intenzione narrare gli avvenimenti fino alla conclusione della guerra nel 404 con la conquista delle Lunghe Mura e del Pireo da parte degli Spartani. Della continuazione si incaricherà Senofonte nelle Elleniche.]) 429 ca, contrae la peste ad Atene; 424, nominato stratego, quando è chiamato dal collega Eucle, assediato da Brasida in Anfipoli, non arriva in tempo per impedirne l'occupazione spartana; riesce soltanto a garantire la conservazione per Atene del porto di Eione; tornato in patria e posto sotto accusa, viene condannato a un esilio ventennale che trascorre in varie località del mondo greco (secondo altre fonti si trasferisce volontariamente nelle proprietà tracie della sua famiglia); 404, rientra in Atene; 400 ca, muore nella stessa Atene o in Tracia, assassinato. [La tradizione antica concorda nel ritenere che sia morto di morte violenta nel periodo dei Trenta Tiranni; la sua tomba, o il cenotafio, si trovava nel sepolcro della famiglia di Cimone.]. |
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