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Papa
Pio V

(1566-1572)

1570
Febbraio
25
, rende pubblica la bolla Regnans in Excelsis con cui decreta la scomunica dell'eretica regina Elisabetta I, esonerando altresì i cattolici inglesi dell'obbligo di fedeltà alla sovrana.
In urto con Filippo II e Massimiliano II, si ostina a esortare i principi cattolici alla concordia per lo sterminio dell'eresia.

Aggiorna il Messale romano [il primo ad essere dato alle stampe a Milano nel 1474] e lo rende obbligatorio per tutte le chiese cattoliche dell'occidente, rispettando solo il messale ambrosiano, quello mozarabico e alcuni messali di ordini religiosi;
il divieto di tradurlo in lingua volgare permane sino al 1661.
(vedi poi De sacra liturgia del 1963).

cardinali:
Paleotti, Gabriele (1522-1597) (dal 1565);
Della Chiesa Gian Paolo (1521-1575) (dal 1566).

Anabattisti

«segue da 1568»
1570
il duro pastore di Chiavenna, Scipione Lentulo, napoletano di patria, valdese di origine, ostilissimo agli eretici, riesce a far intervenire i predicatori di Coira, i quali ottengono dalla dieta federale un decreto per il quale chiunque voglia risiedere nelle trre di lingua italiana deve professare o la fede evangelica secondo la "Confessio Rhaetica" o la fede cattolica, mentre ogni altro errore anabattistico, ariano, o simili deve essere distrutto e sradicato dall'autorità civile. Ognuno deve sottoscrivere la professione di fede della sua chiesa, pena l'espulsione.
Questo decreto risolleva la controversia di quindici anni prima sulla condanna degli eretici da parte dell'autorità civile.
L'ammanno della Valtellina, Rodolfo di Salis, applica il decreto con larghezza accettando anche la sottomissione di Girolamo Turriani, del Cumulio e di Bartolomeo Silvio, predicatore di Traona.
«segue 1571»

 

Gesuiti

«segue da 1569»
generale: Francesco Borgia (1565-72);
1570,
[vedi Domicilia]
«segue 1571»

moriscos
(musulmani della Spagna cristiana)

«segue 1569»
1570, dal 1568 viene applicato il decreto di deportazione e internamento, in gruppi dispersi, nei villaggi della Castiglia;
«segue 1588»

Ugonotti

«segue da 1563»
1570, con la pace di Saint-Germain-en-Laye la libertà di culto è generalizzata, tranne che a Parigi; 
nasce contemporaneamente il sistema delle prime places de sûreté, attribuite quale garanzia agli ugonotti e poi accresciute: 
- La Rochelle, 
- Cognac, 
- Montauban, 
- La Charité;
«segue 1571»

Ordine del Collare
(poi dell'Annunziata)

«segue da 1518»
1570 e 1577, Emanuele Filiberto di Savoia modifica gli statuti, cambia il colore del manto, che in seguito muterà molte volte;
«segua 1607»

ANNO 1570



1570
Unione Elvetica
Confederazione dei tredici cantoni elvetici:

CATTOLICI
- Uri (1291),
- Schwyz (1291),
- Unterwalden (1291),
- Lucerna (1332),
- Zug (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Friburgo (1481),
- Soletta (1481).

PROTESTANTI
- Zurigo (1351),
- Berna (1353),
- Glarus (1353) [in parte],
- Basilea (1501),
- Sciaffusa (1501),
- Appenzell (1513).

1570
-

 



 
1570
Sacro Romano Impero
Massimiliano II
Albero genealogico

(Vienna 1527 - Ratisbona 1576)
figlio di Ferdinando I e di Anna Jagellone, fu educato in Spagna;
1544, partecipa alla campagna di Carlo V contro la Francia;
1547, partecipa alla campagna di Carlo V contro la Lega di Smalcalda;
1548, sposa Maria, figlia di Carlo V;
1548-50, luogotenente in Spagna;
1562-75, re dei romani e di Boemia;
1563-72, re di Ungheria;
1564-76, arciduca di Alta e Bassa Austria, Carinzia, Stiria e Carniola
1564-76, imperatore del Sacro Romano Impero;
cerca di assicurare la libertà religiosa ai luterani con un compromesso che scontenta sia i cattolici sia i protestanti;

1570
più o meno in questo periodo, mentre una Germania cattolica ed una Germania protestante continuano ad osteggiarsi, una terza ne sorge nelle regioni dell'ovest che si dà al calvinismo.
Ora, poiché i governi locali rifiutano ogni tolleranza e non ammettono che un culto estraneo coesista con quello dominante, così sono tre mondi distinti, tre campi ostili che si stabiliscono nel seno del Deutschum: blocchi irriducibili le cui inclinazioni ed alleanze non possono essere determinate che dalla religione.
Inspirato dai Wittelsbach, cattolici della Baviera, il sud si affianca naturalmente agli Absburgo, mentre l'Occidente ed il Settentrione si volgono ora, verso i correligionari scandinavi ed ora specialmente dopo la caduta della Ligue [Ugonotti] e l'avvento di Enrico IV – verso la Francia ove nel frattempo si è sviluppata la dottrina di Jean Cauvin.
Da questo momento, se la maggioranza de tedeschi continua a nutrire nel suo cuore l'idea nazionale, non ha tuttavia la possibilità di costituire un fronte unico, neppure per la difesa del patrimonio comune del germanesimo.


Re Giovanni Sigismondo concede agli unitari, quarta confessione esplicitamente riconosciuta in Transilvania, una chiesa in Klausenburg.




1570
ducato di Sassonia
Augusto I
Albero genealogico

(Freiberg, Chemnitz 1526 - Dresda 1586)
figlio secondogenito di Enrico [il Pio] e di Caterina di Meclemburgo;
1548, sposa Anna, figlia di Cristiano III di Danimarca;
1553-86, principe elettore di Sassonia;



1570
ducato di Prussia
Alberto II
Albero genealogico

(† 1618)
figlio di Alberto I e di ?;
1568-1618, duca di Prussia;
caduto in demenza, i suoi stati sono governati dal parente, l’elettore di Brandeburgo


1570
ducato di Württemberg




1570
ducato di Baviera
Albrecht V [il Magnanimo]
Albero genealogico

(Munich 1528 - Munich 1579)
figlio di Guglielmo IV [il Costante] e di Marie Jakobäa di Baden-Sponheim ;
1546, sposa l'arcid.ssa Anna d’Austria;
1550-79, duca di Baviera;

1570
Palatinato
Federico III [il Pio]
Albero genealogico

(Simmern 1515 - Heidelberg 1576)
figlio di Giovanni II di Simmern;
1557-76, conte di Simmern;
1559-76, elettore del Palatinato;
nel 1561 si è convertito dal luteranesimo al calvinismo ed è il primo principe dell'impero ad adottare il credo ginevrino, ponendosi così in contrasto con le clausole della pace di Augusta [unica scelta concessa tra luteranesimo e cattolicesimo];
nei suoi domini perseguita luterani e cattolici, favorisce con sovvenzioni economiche gli ugonotti francesi;







1570
Mainz [Magonza]











1570
REGNO di POLONIA
[nel 1569 è avvenuta l'unione di Lublino (unificazione della Polonia e della Lituania)]
Sigismondo II Augusto
Albero genealogico

(† 1572) (s.f.)
figlio di Sigismondo I Jagellone e di Bona Sforza († 1557);
sposa in prime nozze Elisabetta d’Absburgo († 1545);
sposa in seconde nozze Barbara Radziwillówna (1520-1551)
[forse avvelenata da Bona Sforza]
sposa in terze nozze Caterina d’Absburgo († 1572)
[sorella di Elisabetta]
1548-72, re di Polonia e granduca di Lituania;
sposa in seconde nozze Bona Sforza († 1557), figlia di Gian Galeazzo duca di Milano;
nel 1561 acquista la Livonia;


1570
-

 




1570
IMPERO OTTOMANO
Selim II [Mast-l'Ubriaco]
Albero genealogico
(1524 - 1574)
figlio di Solimano [il Magnifico];
sultano: 1566-74;
succeduto al padre, tralascia per l'Harem ogni cura di governo; preferisce infatti i piaceri del vino agli affari dello stato (controllati dal gran visir Sokollu Mehmet Pascià) ed inoltre è debole e poco determinato;


Gran Visir
Sokollu Mehmet Pascià
(1566 - ?)
1570
Annessione dello Yemen (1568-70);
pace con Ivan IV;
annesso lo Yemen (1568-70), conquista Cipro;
qui Lala Mustafa fa decapitare Baglioni e scorticare vivo il governatore Bragadin il martire di Famagosta;











1570
REGNO di FRANCIA
Carlo IX
Albero genealogico
(Saint-Germain en Laye 1550 - Vincennes 1574)
quartogenito di Enrico II e di Caterina de' Medici;
1560-74, re di Francia;
1570
sposa Elisabetta d'Austria, da cui non avrà eredi;



Primo ministro
[Sovrintendente delle Finanze]
René de Birague
(1568 - 1571)
Cancelliere-Guardasigilli
Jean de Morvilliers
vescovo di Orléans
(1568 24 mag - apr 1571)
Segretari di stato agli Affari Esteri
Claude de l'Aubespine
conte d'Hauterive
(1567 8 lug - set 1570)
Claude Pinard
signore di Comblisy e di Cramailles
(1570 13 set - 1588)
Simon Fizes
barone di Sauves
(1567 22 ott - 1579)
Nicolas de Neufville
signore di Villeroy
(1567 28 ott - 1588) 
 

1570

Agosto
la pace di St.Germain-en-Laye, ponendo termine alla "terza guerra di religione", viene concepita in termini più favorevoli ai riformati che non le precedenti;

Settembre
13
, Claude Pinard, signore di Comblisy e di Cramailles, è nominato segretario di stato agli Affari esteri (1570 13 set - 1588);

 
1570
REGNO di NAVARRA
Giovanna III d'Albret
Albero genealogico

(Pau 1528 - Parigi 1572)
figlia di Enrico II d'Albret e di Margherita di Valois, sorella di Francesco I;
1541, sposa Guglielmo di Cleve (le nozze vengono poi annullate);
1548, sposa Antonio di Borbone;
1553, nasce il suo figlio Enrico (futuro Enrico IV);
1555-72, regina di Navarra;
nel 1556 si è convertita al calvinismo imponendolo nel suo regno e al figlio;
nel 1568, assieme al figlio, ha difeso il caposaldo ugonotto di La Rochelle;

1570
-



1570
ducato di Lorena e di Bar
Carlo III (o II) [il Grande]
Albero genealogico

(1542 - 1608)
figlio di François I e di Christine di Danimarca;
1545-1608, duca di Lorena e di Bar;
sotto la tutela della madre e dello zio;
1548-50, il breve scontro con l'Inghilterra si conclude con l'acquisto di Boulogne da parte della Francia;
nel 1557 è entrato nella maggiore età;

1570
-



1570
Olanda, Zelanda e Utrecht
Guglielmo I [il Taciturno]
Albero genealogico

(Dillenburg, Nassau 1533 - Delft 1584)
figlio di Guglielmo VIII di Nassau-Dillenburg;
1559-84, statolder di Olanda, Zelanda e Utrecht;
nominato statolder (governatore) da Filippo II;
nel 1564 ha allontanato il cardinale Granvelle cui era affidata l'organizzazione ecclesiastica dei Paesi Bassi;



governatore
[inviato da Filippo II]
duca d'Alba
(1565 - 1573)

1570
rivolta dei gueux: i gueux de la mer stanno conducendo sotto la guida di Guglielmo I [il Taciturno] e con il tacito consenso inglese, un'aspra guerra di corsa contro la Spagna;





1570
REGNO d'INGHILTERRA e d'IRLANDA
Elisabetta I
Albero genealogico
(Greenwich 1533 - Richmond, Surrey 1603)
figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena;
1558-1603, regina d'Inghilterra;
dal 1559 è in vigore l' Uniformity Act;



1570
tollera largamente il dissenso religioso, quando non assume il carattere di insubordinazione politica;
Gennaio
21
,mentre l'agente dell'Entità Roberto Ridolfi ha creato nell'Europa del Nord un'efficiente rete di spie, Filippo II, per l' "avventura inglese", si consulta con il valoroso generale spagnolo duca d'Alba da questi ritenuta tuttavia una manovra avventata;

Febbraio
25
, appena scomunicata dal pontefice Pio V
[Una sentenza che colpisce più il popolo d'Inghilterra che la regina stessa, preoccupata più che altro che dietro alla firna del papa ci sia la mano di Filippo II di Spagna e quella di Carlo IX di Francia] comincia così a perseguitare i cattolici mentre i protestanti inglesi accusano il papa di essere l' "anticristo di Roma";
lo stesso Filippo II comunque lamenta, con una lettera al suo ambasciatore a Londra, Guerau de Spes, di non essere stato interpellato dal pontefice considerandone nello stesso tempo il comportamento una grave intromissione negli affari politici europei;

Dicembre
Roberto Ridolfi consulta il duca di Norfolk dal quale esige di essere rassicurato con documento scritto che, una volta l'operazione vada a buon fine, questi sposerà Maria Stuarda ed imporrà a tutti i cittadini del regno la religione cattolica;


IRLANDA
-
-
-
-

1570
dal 1560 è in vigore l' Uniformity Act;
«segue da 1569»
dopo la scomunica papale di Elisabetta I la maggior parte dei vescovi ribadiscono la loro fedeltà a Roma;
da ora l'attaccamento al culto cattolico diventa per gli irlandesi simbolo e fulcro della difesa della loro identità nazionale e culturale contro l'oppressione inglese;
«segue 1578»

a

1570
REGNO di SCOZIA
Maria [Stuarda]
Albero genealogico

(Linlithgow, Edimburgo 1542 - Fotheringhay, Northamptonshire 1587)
figlia di Giacomo V e di Maria di Guisa;
1542-67, regina di Scozia;
sotto la reggenza della madre;
dal 1548 vive in Francia dove viene educata;
nel 1558 ha sposato il delfino Francesco (ora Francesco II);
nel 1560, dicembre, è morto il marito;
dal 1561 si trova in Scozia;
nel 1566 ha sposato il giovane lord Henry Stuart Darnley, cattolico e imparentato con le famiglie reali d'Inghilterra e di Scozia;
dal 1568 è mantenuta sotto vari pretesti in una prigionia appena mascherata in Inghilterra da Elisabetta I;



Giacomo VI
Albero genealogico

(Edimburgo 1566 - Londra 1625)
figlio di lord Henry Stuart Darnley e di Maria [Stuarda];
1567-1625, re di Scozia;
incoronato a un anno, dopo la deposizione della madre;
Reggente (1567-70): J. Stewart, conte di Moray;
Precettore: G. Buchanan;




1603-25, re d'Inghilterra (Giacomo I);



1570
Gennaio
11
, J. Stewart conte di Moray, viene raggiunto e assassinato da Lamberto Macchi e dai suoi tre accompagnatori (tutti agenti dell'Entità); gli succede J.D. Morton;


a

1570
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Federico II
Albero genealogico
(Haderslev 1534 - Antvorskov 1588)
figlio di Cristiano III e di Dorotea di Sassonia-Lauenburg;
1559-88, re di Danimarca e di Norvegia;



1570
1563-70, "guerra dei sette anni": la pace di Stettino sancisce lo status quo;.
NORVEGIA
1570
-
ISLANDA
1570
-

1570
REGNO di SVEZIA
Giovanni III Vasa
Albero genealogico
(Stegeborg 1537 - Stoccolma 1592)
figlio di Gustavo I e di Margherita Lauenhaupt;
1556-92, duca di Finlandia;
dal 1563 è tenuto in prigione dal fratello Erik XIV, re di Svezia;
1568-92, re di Svezia;


1570
1563-70, "guerra dei sette anni";






1570
REGNO di PORTOGALLO
Sebastiano
Albero genealogico

(Lisbona 1554 - Alcázarquivir, odierna Ksar el-Kebir, Marocco 1578)
figlio postumo dell'erede al trono Giovanni di Braganza;
1557-78, re di Portogallo;
[1557-68, sotto la reggenza del prozio cardinale Enrico.]




1570
-
a

1570
REGNO di SPAGNA
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico
(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
dal 1543 è reggente della Castiglia e dell'Aragona, dal 1545 è vedovo e dal 1548 si trova presso il padre a Bruxelles;
nel 1550 ha fatto ritorno in Spagna;
nel 1551 ha ricevuto il giuramento del regno di Navarra;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
dopo l'incoronazione ricevuta dal padre, ha lasciato la Spagna per sposare la regina d'Inghilterra Maria Tudor;
1556-98, re di Spagna;
nel 1559 è morta la seconda moglie Maria Tudor;
1559-60, agisce contro il protestantesimo in Spagna e contro ogni supposto eretico assicurato dall'ortodossia tridentina;
nel 1561 Madrid è stata elevata al rango di residenza reale;
nel 1567 ha attuato l'assimilazione religiosa forzata dei mori dell'Andalusia e di Granada;
nel 1568 la morte della terza moglie Elisabetta di Valois ha allentato i rapporti con la corte francese; si è pure aggiunta la tragedia domestica che lo ha costretto ad imprigionare il figlio primogenito don Carlos (Carlo d'Austria);
1570
quarto matrimonio con la nipote Anna d'Austria che gli darà cinque figli [tra cui l'erede al trono Filippo III];






1580-98, re di Portogallo;

 
1570
1568-71, conduce contro i mori insorti dell'Andalusia e di Granada una vera e propria guerra che don Giovanni d'Austria conclude con il consueto rigore;
alla fine solo una minoranza dei mori è lasciata nelle sue sedi, la maggior parte viene invece trasferita in Castiglia e nelle province settentrionali;

i turchi conquistano la veneziana Cipro;








1570
ducato di SAVOIA
Emanuele Filiberto [Testa di Ferro]
(Chambéry 1528 - Torino 1580)
figlio di Carlo III [il Buono] e di Beatrice di Portogallo;
1536-80, principe di Piemonte;
1538-80, conte d'Asti;
1553-80, conte di Aosta, Maurienne e Nizza;
1553-80, duca di Savoia;
1553-80, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);
nel 1553 è stato nominato luogotenente generale e comandante supremo dell'esercito spagnolo in Fiandra;
1556, governatore dei Paesi Bassi;
nel 1560 la pace di Cateau-Cambrésis gli ha restituito i suoi stati (ad eccezione di alcune fortezze, rimaste ancora in mano francese e spagnola, e del territorio ginevrino a cui è riconosciuta l'indipendenza); la pacificazione è stata sancita dal suo matrimonio con Margherita d'Angoulême, duchessa di Berry, figlia di Francesco I, re di Francia. 
nel 1560 ha trasferito la capitale da Chambéry a Torino;
nel 1562 ha recuperato Torino;
il 7 febbraio 1563 è entrato ufficialmente a Torino;

 
1570
-



1570
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Paolo Giustiniani Moneglia
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1569 6 ott - 6 ott 1571, doge di Genova;


1570
-


1570
ducato di Milano

dal 1535 il ducato,
come previsto dal congresso di Bologna,
è stato devoluto all'impero [in pratica agli Absburgo].



Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
1556-98, re di Spagna;



1580-98, re di Portogallo;



– vedi Spagna –

 

1570
-



1570
ducato di Mantova
Guglielmo I
Albero genealogico
(1538 - 1587)
figlio di Federico II e di Margherita Paleologo, e fratello di Francesco III;
1550-87, duca di Mantova e marchese del Monferrato;
[dal 1561 è sposato con Eleonora von Habsburg.]



1574-87, 1° duca del Monferrato;



1570
-
a

1570
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Pietro Loredan

(Venezia 1482 - Venezia 3 mag 1570)
figlio di Alvise e di Isabella Barozzi;
1567-70, doge di Venezia; [84°]
1570
Febbraio
28
, l'Inquisizione veneziana interroga Paolo Avanzo «ligador giovane nella bottega all'insegna del Capello».

Febbraio
il doge Pietro Loredan intuisce che la prudenza ormai non servirà a nulla, in quanto il sultanto ha ordinato arresti in massa tra i mercanti e i marinai veneziani entro le mura di Costantinopoli.
Ma la Repubblica non possiede più la poderosa, temutissima flotta di un tempo, né il dominio dei mari, né tanto meno i capitani e gli equipaggi adatti a sostenere una così terribile sfida. Pertanto vengono inviate drammatiche richieste d'aiuto al papa, all'imperatore Massimiliano II e ad altri principi e sovrani d'Europa.
Nei suoi appelli il doge avverte: «Gli infedeli puntano al cuore della cristianità. È necessaria l'unione dei cristiani per una nuova crociata».

Maggio
3
, muore.


Alvise I Mocenigo
Albero genealogico

(Venezia 26 ott 1507 - Venezia 4 giu 1577)
figlio di Tommaso e di Lucrezia Marcello;
sposa Loredana Marcello († 1572);
ambasciatore presso la corte di Carlo V e di papa Pio IV;
1570
Maggio
11
, viene eletto doge.
1570-77, doge di Venezia; [85°]


- nunzio pontificio: Giovanni Antonio Facchinetti (1566 6 mag - 15 giu 1573)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)

1570
Aprile
2
, in seguito ad una denuncia per detenzione di libri proibiti, Vincenzo Bertoldi, un notaio 60enne da Bassano, viene arrestato dal Sant'Uffizio; morirà in prigione prima che il processo abbia inizio;
[Possedeva gli stessi libri di Francesco Stella (1549), Paolo Rosello (1551) e Pietro Cocco (1551).]
8, un prete, don Fasoli, sporge denuncia al Sant'Uffizio contro il patrizio Marc'Antonio Giustiniani il quale, dopo aver pubblicato libri ebraici a Venezia fino al 1553, è stato nominato governatore di Cefalonia ed ha fatto dell'isola, avamposto veneziano nel mar Ionio, una base di smistamento di testi israelitici, oltre che, probabilmente, un centro tipografico.
Secondo l'autore della denuncia, Marc'Antonio Giustiniani ha importato da Venezia per la distribuzione, dal 1565, dodici casse di libri, tra i quali alcuni di quelli sequestrati nel 1568 (che dovrebbero essere stati distrutti o «deportarti»). Con l'aiuto di un legatore e di un tipografo incisore esperto di arabo, ha inoltre impiantato un'officina tipografica nello stesso palazzo del governatore. Il progetto della stamperiaria araba non è stato poi realizzato, ma Marc'Antonio Giustiniani è riuscito a portare avanti un fiorente commercio di testi ebraici tra l'Asia minore e Venezia.
11, interrogati tre soldati in precedenza di stanza a Cefalonia, i deputati laici ordinano il sequestro della cassa;
19, si prende atto dell'avvenuta esecuzione dell'ordine;
Il Sant'Uffizio fa del suo meglio per evitare di portare alla luce ulteriori prove, ben evidenti.
Il prete denunziante ha sollecitato il tribunale a far sequestare al più presto alcuni libri ebraici provenienti da Cefalonia e chiusi a bordo di una nave in sosta a Venezia, che si pretende non siano passati al vaglio della censura, ma, quando, dopo almeno tre giorni di indugi, la cassa viene aperta, ne vengono fuori soltanto pelli e spugne.
Parimenti l'Inquisizione tralascia di interrogare due patrizi, bene al corrente dei fatti.
22, dall'interrogatorio suo e di altri, sembra che Marc'Antonio Giustiniani paghi una multa.
Alla fine è lo stesso Marc'Antonio Giustiniani a denunciare per diffamazione il prete suo accusatore e l'indagine viene abbandonata.
Il movimento clandestino dei libri ebraici non censurati tra Cefalonia e Venezia è tuttavia destinato a continuare.


Maggio
appena eletto, il nuovo doge Alvise Mocenigo affida all'ammiraglio Girolamo Zane il comando di settanta galee con l'ordine perentorio di attendere a Zara gli «imminenti sforzi dei paesi alleati».
Ma mentre i cittadini di Venezia e di altre città padane si mobilitano per la raccolta di fondi, e i carpentieri dell'Arsenale mantengono in cantiere nuove navi, la risposta dei sovrani europei è alquanto ipocrita e gelida:
. l'imperatore Massimiliano II si giustifica dicendo che il suo vecchio patto con i turchi è ancora in vigore, e gli impedisce di agire;
. Caterina de' Medici, reggente al trono di Francia, fa sapere che è troppo impegnata in una sgradevole contesa con la Spagna per la sovranità delle Fiandre;
. il re del Portogallo Sebastiano è in lutto per una epidemia di peste;
. una lettera allo zar Ivan [il Terribile] non ottiene neppure un rigo di risposta; del resto è al fronte, impegnato a guidare le sue truppe contro la Polonia.
Dunque non restano che:
. papa Pio V promette una dozzina di vascelli ma a patto che il doge provveda a fornire gli scafi: lui, il pontefice, recluterà l'equipaggio;
. il re di Spagna Filippo II affida una flotta di cinquanta navi agli ordini di Gian Andrea Doria (nipote di quel Doria che aveva tradito i veneziani a Corfù trent'anni prima).


Luglio
il Sant'Uffizio sceglie dai conventi veneziani circa cinquanta tra frati e monaci esperti di greco, d'ebraico, di storia, di diritto, di filosofia e teologia e, tra il luglio e l'agosto, li invia a coppie nelle botteghe.
Una delle prime visite viene fatta nell bottega di Francesco Ziletti, operante all'insegna del Pozzo, il quale, dopo averli intrattenuti per più di due ore, si decide a farli accompagnare al suo magazzino di San Zanipolo da un commesso.
Dopo un tira e molla i frati prendono i libri ritenuti proibiti e li portano al convento di San Salvatore.
Qui, il mattino successivo, scoprono che i sigilli dei libri sequestrati a Francesco Ziletti, a Vincenzo Valgrisi e a Giovanni di Gara sono stati rotti.
Come corre notizia delle ispezioni i librai si premuniscono.
Gilio Bonfadio (o Bnfadino), che vende libri all'insegna del Diamante a San Mosé, porta via dalla sua bottega, prima della visita dell'inquisitore, circa ottanta titoli, alcuni in più esemplari, che affida ad un vicino, il quale a sua volta li consegna al Sant'Uffizio.

Libri sequestrati nella bottega di Gilio Bonfadio (o Bonfadino), libraio all'insegna del "Diamante" a San Mosé


1° gruppo, volumi di argomento religioso:
- Scritture: la volgarizzazione del Nuovo Testamento di Antonio Brucioli, oltre ad edizioni e commenti pure volgari, curati dallo stesso libraio, a vari libri del Vecchio Testamento, il Vangelo di E. da Rotterdam, del quale l'Indice tridentino ha disposto l'espurgazione, ed una Bibbia latino-ebraica curata dal proscritto Sebastian Muenster;
- Alphabeto Christiano di J. de Valdés,
- Mercurio e Caronte di Alfonso Valdés;
- prediche del Savonarola, da espurgarsi,
- scritti religiosi dell'Aretino.

2° gruppo, opere per lo più letterarie:
- Ragionamenti e Lettere dell'Aretino,
- Discorsi e Istorie firoentine ed altri scritti del Machiavelli,
- Novelle di Masuccio Salernitano,
- Decameron del Boccaccio,
- Capricci del bottaio del Gelli,
dei quali è stata richiesta l'espurgazione.

3° gruppo, opere di erudizione, generalmente d'autore protestante:
- una Dialettica di F. Melantone (probabilmente la Compendiaria dialectices ratio),
- De corrupti sermonis di Mathurin Cordier,
- Ebrae grammaticae compendium di Francesco Stancaro,
- Terrae sanctae quam Palestinam… descriptio, di Jacob Ziegler e Wolfgang Weissemberger,
- Colloquia di E. da Rotterdam,
ed altri titoli in attesa di correzione.
Il libraio ha inoltre nascosto alcuni manuali di scienze acculte, quali quelle di Pietro d'Abano e di Bartholomaeus Cocles tutti condannati dalla decima regola dell'Indice tridentino.


[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983.]

Lo stesso mese, invasione turca a Cipro, lungo assedio di Famagosta…


Agosto
alcuni ispettori del Sant'Uffizio scelti tra il clero regolare esaminano i libri in arrivo alla dogana e gli inventari vengono effettivamente compilati, dallo stesso libraio importatore, forse, più che dal priore, mentre l'ispettore controlla i volumi ed autorizza a rimuoverli dai depostiti doganali.
Lo stesso mese Girolamo Scoto, dopo aver assistito ad un controllo doganale, protesta che il Sant'Uffizio, anziché distruggerli, venda i volumi confiscati.
[Nessun elemento conferma tuttavia la sua accusa (deposizione dell'ispettore dell'Inquisizione del 2 e del 5 settembre 1570).]
I librai sono colti alla sprovvista.

Settembre
ai primi di settembre il Sant'Uffizio ordina di dare alle fiamme pubblicamente in piazza San Marco, alcuni volumi sequestrati. Sottopone quindi ad interrogatorio, nel corso di un processo che durerà più di un anno, ventotto librai «fuorilegge», a cominciare da Vincenzo Valgrisi, trovato in possesso di ben 1150 volumi proibiti.

Libri sequestrati nella bottega di Vincenzo Valgrisi

Tra i 1150 volumi:
- Simulachri, historie e figure de la morte (oltre 400 copie; opera da lui stesso pubblicata, in cui sono unite le incisioni della danza della morte di Hans Holbein);
[Le incisioni di Hans Holbein sono state pubblicate per la prima volta nel 1538, insieme ad uno scritto di devozione d'ispirazione cattolica, da un editore di Lione. Quattro anni dopo ne è uscita, presso un altro tipografo lionese, un'edizione che contiene anche il libello protestante di Urbanus Rhegius della quale il libraio ha stampato una traduzione italiana proibita dall'Indice tridentino. Il falso titolo Le epistole di Cicerone, sotto il quale il tipografo veneziano vende il volume, figura su 300 delle copie scoperte dal Sant'Uffizio, mentre le altre 104 mantengono il frontespizio originale.]
Tra gli altri titoli:
- Medicina dell'anima del protestante Urbanus Rhegius (1489-1541);
- prediche di San Cipriano e di Giovanni Crisostomo ed altri trattatelli devozionali;
- Colloquia di E. da Rotterdam (una volgarizzazione pure stampata dal libraio nel 1545 e ancora nel 1549);
- De iudiciis nativitatem di Johann Schoener (1554),
- opere dell'Aretino e del Machiavelli,
- Alphabeto Christiano di J. de Valdés,
- numerose stampe francesi e tedesche messe all'Indice.


[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983.]

Vincenzo Valgrisi perora di fronte ai giudici la causa della sua numerosa famiglia, che ha sofferto della distruzione di tutti questi libri, e il parroco attesta che tanto il libraio che i suoi familiari sono buoni cristiani e cattolici praticanti.
Il tribunale gli commina comunque una multa di 50 ducati, ordinandogli di far penitenza.

9, la caduta di Nicosia sprona i veneziani che cominciano ad armarsi freneticamente per la guerra, mentre le trattative con la Spagna ed il papa procedono faticosamente, tra dispute e schermaglie;
13, le tre flotte (veneziana, spagnola e papalina) raggiungono il porto di Sitìa, sulla costa orientale dell'isola di Creta; e qui Gian Andrea Doria rinnova le sue aspre critiche a tutta l'impostazione tattica e strategica della missione. Non solo, ma accusa l'ammiraglio Girolamo Zane di aver imbarcato sulle galee veneziane degli equipaggi inadeguati, appena ottanta fanti da sbarco rispetto ai cento e più delle galee spagnole e papiste. Inutilmente l'ammiragio veneziano replica che ogni fante veneziano ne vale due di spagnoli: questo tipo di sarcasmo non giova certo al rasserenamento degli animi.
Arriva inoltre la notizia che i turchi sono sbarcati a Cipro e assediano la capitale Nicosia.
Nondimeno le flotte salpano da Creta, dirette a Cipro; ma hanno percorso poche decine di miglia quando apprendono da un vascelllo veneziano, fortunosamente sfuggito al blocco delle navi turche, che Nicosia si è ormai arresa.
A questo punto Girolamo Zane e Gian Andrea Doria decidono di consultarsi nuovamente sulla nave del marchese di Santa Cruz, che comanda il contingente napoletano.
Mentre tutti e tre gli ammiragli sono propensi per la ritirata, il provveditore generale di Cipro appena nominato dal Senato, Sebastiano Venier, è l'unico a favore della guerra.
Non essendo ascoltato il suo parere le navi ritornano alle loro rispettive basi di partenza.
Nel viaggio di ritorno una grave epidemia scoppia sulle galee veneziane. Ammalato, duramente piegato nello spirito, Girolamo Zane non ha neppure la forza di ripresentarsi al doge e rassegnare le dimissioni. Preferisce inviargli una lettera, tramite Sebastiano Venier che è immediatamente nominato capitano generale al suo posto.
Il destino di Cipro, dove Niccolò Dandolo ha già alzato bandiera bianca, è segnato.
A Famagosta invece, il generale perugino Achille Baglioni, che la Repubblica vi ha spedito il mese di aprile come comandante generale, e l'ammiraglio Marcantonio Bragadin decidono di resistere all'assedio del massiccio e bene armato eserrcito turco che conta più di centomila uomini. [Durerà quasi un anno.]
17, Famagosta, viene sparato il primo colpo di artiglieria sull'isola (gli assediati si arrenderanno solo il 1° agosto del 1571).

Nantas Salvalaggio, Signora dell'acqua, Piemme, Casale Monferrato 1997.]

A sostegno della guerra contro il Turco, i dieci titolari dei vescovati più ricchi del Dominio, tutti membri della classe dirigente, donano alla Repubblica tra 1000 scudi e 4000 ducati ognuno.
In cambio dell'appoggio prestato alla Repubblica contro il turco, Pio V riesce a nominare vescovo di Padova l'appassionato riformatore, a lui vicino, Niccolò Ormaneto che, originario di Verona, è almeno suddito veneziano.
[Unica deroga, nel Cinquecento, al pacifico possesso da parte di un patriziato veneziano del vescovato patavino.]

Ottobre
Luc'Antonio Giunti sostiene di aver stampato nove breviari diversi, cioè nove tirature in differenti formati; ma proprio ora l'Inquisizione veneziana gli ordina di sospendere le pubblicazioni dato che ha inserito nel breviario riformato del materiale nuovo senza autorizzazione.
[Il tipografo protesta e la questione viene (probabilmente) risolta con alcune correzioni.]

Novembre
vengono interrogati altri dei ventotto librai «fuorilegge»;

Dicembre
27
, Inquisizione: viene interrogato in carcere Gian Giorgio Patrizi… muore poco dopo l'interrogatorio (si ignora se di morte naturale o giustiziato).

L'Inquisizione di Reggio scopre sette eretici di Viadana e uno ne mette al rogo.
[Nel corso delle indagini il tribunale ha posto al corrispondente di Andrea Arrivabene delle domande sulle attività e sulle idee del libraio ma non è venuto a sapere granché. Ha trasmesso comunque le sue lettere ed il materiale che lo riguardano al Sant'Uffizio veneziano ma Andrea Arrivabene è già morto nei primi mesi dell'anno.
I testimoni del Sant'Uffizio hanno sostenuto che Andrea Arrivabene era protestante dalla metà del secolo e che la sua bottega serviva da luogo di riunione o recapito per i dissidenti.
Un fiorentino, interrogato sulle sue conoscenze nel mondo ereticale veneziano nel periodo tra il 1555 e il 1562, lo ha definito «in parte» eretico ed ha ammesso di avergli consegnato lettere di Francesco Stella e di Giovanni Bernardino Bonifacio, marchese d'Oria, aggiunendo che quest'ultimo, un nobile meridionale simpatizzante della Riforma, fuggito a Basilea nel 1557, ma di passaggio a Venezia l'anno successivo ed ancora nel 1560, era della stessa opinione su Andrea Arrivabene.
Un altro teste ha assicurato che tra il 1554 ed il 1559 Teofilo Panarelli è stato frequentatore della bottega all'insegna del "Pozzo".
Dopo il 1562 non si hanno più notizie su Andrea Arrivabene, sugli eretici e il traffico dei libri ereticali. Alla sua morte, nella prima metà del 1570, Francesco Ziletti ne rileva la libreria, in cui il Sant'Uffizio scopre subito uno stock di libri proibiti.
Il nuovo proprietario protesta che se li è trovati in bottega per il semplice fatto di aver acquistato il magazzino di Andrea Arrivabene.]
[Difficile dire se Francesco Ziletti sia sincero: il suo alibi è quello tipico dei librai sorpresi con volumi di contrabbando.]

Morto Bartolomeo Faletti, il legatore veneziano che ha avuto da Pio V un privilegio decennale universale ed esclusivo per la stampa del messale riformato, gli eredi si associano col veneziano Giovanni Varisco il quale ottiene il privilegio del Senato.
Quest'anno i continuatori della società Faletti-Varisco eseguono due edizioni a Roma.
[Quattro e tre ne stamperanno a Venezia rispettivamente nel 1571 e nel 1572.
Giovanni Varisco (o Guarisco) detto anche [Giovanni della Sirena], tipografo all'insegna della Sirena in Merceria, è originario di Brescia ed ha stampato, tra il 1558 e il 1588, 71 titoli, per lo più in società con altri stampatori. Non si riesce a trovare il privilegio veneziano da lui ottenuto, ciò che non stupisce date le accuse di truffa mosse contro di lui.]

[Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro Editrice, Roma 1983]


1570
ducato di Ferrara, Modena e Reggio
Alfonso II d'Este
Albero genealogico

(Ferrara 1533 - 1597)
figlio di Ercole II e di Renata di Francia;
1552-54, in contrasto col padre, fugge e combatte nelle Fiandre;
1557-58, combatte contro gli spagnoli in Italia;
1559-97, duca di Ferrara, Modena e Reggio;
nel 1560 ha allontanato da corte la madre, per le sue tendenze protestanti, che fa ritorno in Francia ritirandosi nel proprio feudo di Montargis;
nel 1567 è morta la prima moglie Lucrezia de' Medici;


 
1570
-


1570
Granducato di Toscana
Cosimo I de' Medici
Albero genealogico

(Firenze 1519 - Villa di Castello, Firenze 1574)
figlio di Giovanni [dalle Bande Nere] (ramo dei "popolani") e di Maria Salviati;
1537-69, duca di Firenze;
nel 1539 ha sposato Eleonora Álvarez de Toledo y Zúñiga († 1562);
nel 1562 ha istituito l'Ordine militare religioso di Santo Stefano;
1569-74, granduca di Toscana;

1570
-


1570
ducato di Urbino
Guidobaldo II
Albero genealogico
(Pesaro 1514 - 1574)
figlio di Francesco Maria I Della Rovere e di Eleonora Gonzaga;
1538-74, duca di Urbino;
1538-39, duca di Camerino;
nel 1548 ha sposato Vittoria Farnese;
dal 1553 è capitano generale della chiesa;
dal 1555 è prefetto di Roma;
dal 1558 è passato al servizio di Filippo II di Spagna;





 
1570
-



1570
REGNO di NAPOLI e di SICILIA
Filippo II [il re prudente]
Albero genealogico

(Valladolid 1527 - Escorial, Madrid 1598)
primogenito di Carlo V e di Isabella di Portogallo;
1539, muore la madre;
1540-98, duca di Milano;
1554-98, re di Napoli e di Sicilia (Filippo I);
dopo l'incoronazione ricevuta dal padre, ha lasciato la Spagna per sposare la regina d'Inghilterra Maria Tudor;
1556-98, re di Spagna;



1580-98, re di Portogallo;



– vedi sopra –


NAPOLI
Viceré
-
Nunzio apostolico
-

1570
-


SICILIA
Viceré
G. Toledo
(1564 - 1577)
1570
-





Ader, Guillaume (Lombez o Gimont, Gers 1570?-Gimont 1638) poeta francese di lingua occitanica;
Lou Gentilome Gascoun (1610, Il Gentiluomo guascone).

Alciati, Terenzio (Roma 1570-1651) storico ed ecclesiastico italiano;
1591, entra nella Compagnia di Gesù e raccoglie abbondanti documenti per una storia del concilio di Trento da contrapporsi a quella di P. Sarpi, ma ne scrive solo una minima parte; il materiale prezioso da lui raccolto sarà usato dal cardinale Sforza Pallavicino per la Istoria del concilio di Trento.

Bardi, Piero de' (Firenze 1570-1660) accademico e scrittore eroicomico italiano, fedele cronista dell'Accademia della Crusca, collaborò alla prima (1608) e alla seconda (1623) compilazione del Vocabolario;
Avino, Avonio, Ottone e Berlinghieri o Poemone (1643, opera eroicomica in sedici canti).

Brusantini, Vincenzo (Ferrara 1570 ca) poeta italiano;
Angelica innamorata (1530, in cui vuole portare alla conclusione i poemi del Boiardo e dell'Ariosto, giungendo sino alla morte di Ruggiero e alla vendetta che ne prendono Bradamante e Marfisa).

Champlain, Samuel de (Brouage, Charente 1570ca-Quebec 1635) esploratore e colonizzatore francese, il vero fondatore del Canada francese
1593-98, combatte agli ordini di Enrico IV contro la lega cattolica
1599, si reca per la prima volta nel Nuovo Mondo al comando di una nave spagnola e al suo ritorno in Francia (1601) scrive una relazione del viaggio che gli procura la nomina a geografo reale
1603, si aggrega a una spedizione diretta alla Nuova Francia (Canada) e arriva all'attuale Montreal
1608, fonda Quebec
1609 scopre i laghi Champlain, Huron e Ontario
1629, difende invano Quebec contro gli inglesi, 
1632, ne ottiene la restituzione con il trattato di Saint-Germain-en-Laye.

Chassignet, Jean-Baptiste (Besançon 1570 ca-1635 ca) poeta francese
Le mépris de la vie et la consolation contre la mort (1594, Il disprezzo della vita e la consolazione contro la morte).

Hardy, Alexandre (Parigi 1570 ca-1632) attore e drammaturgo francese
Marianne
Panthée
La force du sang
(La forza del sangue).

Micanzio, Fulgenzio (Passirano, Brescia 1570-Venezia 1654) teologo italiano, allievo di P. Sarpi, amico di G. Galilei e di Francesco Bacone;
1600, si laurea a Bologna in teologia che insegna poi fino al 1606, quando si trasferisce a Venezia nell'arroventato clima della "questione dell'interdetto"; sottoscrive il Trattato dell'interdetto di P. Sarpi;
1623, dopo essere stato difeso con fermezza dal governo veneto contro le accuse di eresia, ne diventa consultore teologo;
Vita del padre Paolo (?, biografia di P. Sarpi).

Middleton, Thomas (Londra 1570 ca-Newington Butts, Londra 1627) drammaturgo inglese; figlio di un muratore, studiò ad Oxford e iniziò la sua carriera scrivendo racconti satirici;
Michaelmas Terme (1604, La sessione autunnale)
A Trick to Catch the Old One (1606, Un trucco per accalappiare il vecchio)
A Mad World, my Masters (1608, E' un mondo pazzo, miei signori)
A Chast Maid in Cheapside (1611, Una casta fanciulla di Cheapside)
The roaring girl (1611, La ragazza che urla, scritto con Th. Dekker, dramma ispirato a Mary Frith, Moll la tagliaborse, - 1584-1659).
Women beware Women (1612, Le donne si guardino dalle donne)
The Changeling (1622, Il bambino scambiato, scritto con W. Rowley)
A Game at Chess (1624, Una partita a scacchi)
[È una satira contro l'arcivescovo M. De Dominis.
La trama è sviluppata come una partita a scacchi in cui il Bianco, simbolo dell'Inghilterra anglicana, sconfigge il Nero, che rappresenta la Spagna cattolica. Tra i personaggi, oltre a quelli corrispondenti ai normali pezzi degli scacchi, che comprendono Vescovi Bianchi e Vescovi Neri (gli alfieri italiani) vi è l'antieroe protagonista, esposto al ludibrio del pubblico, che non ha difficoltà a riconoscerlo: il ributtante Vescovo Grasso (Fat Bishop), né bianco né nero, errante tra i due campi e le due chiese.
Lucio Russo, Flussi e riflussi. Indagine sull'origine di una teoria scientifica, Feltrinelli 2003.]


Oña, Pedro de (Angol 1570-1645 ca) scrittore cileno;
Primera parte de Arauco domado (1596, Prima parte dell'auracano domato)
Vasauro (1635, La coppa d'oro)
Ignacio de Cantabria (1636, su incarico della Compagnia di Gesù).

Pázmány, Péter (Nagyvárad, odierna Oradea 1570-Pozsony, odierna Bratislava 1637) ecclesiastico e scrittore ungherese; di famiglia protestante, passò giovanissimo al cattolicesimo;
1587, entra nell'ordine dei gesuiti studiando poi filosofia a Cracovia e Vienna, e teologia a Roma, come discepolo del cardinale Roberto Bellarmino; nominato professore all'università dei gesuiti a Graz, diventa arcivescovo di Esztergom e primate di Ungheria: per vent'anni conduce una politica a favore del clero e a sostegno degli Absburgo;
Guida verso la verità divina (1613, parte della serie ungarica in sette voll; (distinta dalla serie latina in 6 voll.))
Imitazione di Cristo (1604, traduzione in ungherese del De imitatione Christi).
1635, fonda l'università di Nagyszombat (l'attuale università di Budapest).

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«segue da 1569»
1570
Venezia
si contano 53 piccoli librai stampatori, oltre i grandi nomi Giolito, Marcolini e i Manuzio.
Alla morte del libraio tipografo Andrea Arrivabene (all'insegna del Pozzo), il suo magazzino viene acquistato da Francesco Ziletti che continua ad operare sotto la stessa insegna.
Francesco Ziletti prenderà in moglie la seconda figlia di Nicolò Bevilacqua, piccolo stampatore.
[Dieci anni dopo sposerà la figlia (sorella di Felice e Giorgio) del vecchio Vincenzo Valgrisi, pure tipografo.
«segue 1571»

Index librorum proibitorum

«segue da 1568»
1570, il Sant'Uffizio, sempre più di frequente, indirizza agli inquisitori periferici direttive e liste di opere da proibire in aperto contrasto con l'Indice tridentino, divenuto nel volgere di pochi anni inutilizzabile.
«segue 1571»

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