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Publio VIRGILIO MARONE
(Andes,
più tardi Piètole, oggi Virgilio, Mantova 15 ottobre 70 a.C. - Brindisi
19 a.C) poeta latino.
Le ceneri furono portate a Napoli e sepolte sotto una pietra, col semplice
epitaffio:
"Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc/
Parthenope; cecini pascua rura duces".
il
maggiore fra i poeti romani, si riallaccia direttamente al gruppo dei
"poeti nuovi" e dei cisalpini;
apparteneva
alla piccola borghesia locale, romanizzata piuttosto di recente; la sua
famiglia possedeva una tenuta;
venne avviato agli studi abituali del tempo, di grammatica prima e poi
di retorica a Cremona e a Roma;
il periodo della sua formazione è dominato, sul piano letterario,
dalle personalità di Gaio
Valerio Catullo e di Gaio
Elvio Cinna, e dall'astro nascente di Gaio
Cornelio Gallo, un giovane suo coetaneo, nativo di Fréjus
(venuto dunque anch'egli dal territorio gallico), e ardito traduttore
dei più ermetici dei poeti alessandrini, Euforione
di Calcide;
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Appendix Vergiliana (formatasi tra il 35 e 50 d.C.; in
origine ne faceva parte il Catalepton liber: "libro
di poesie spicciole [o componimenti leggeri]", 16 epigrammi e 3 priapei,
che contengono preziose informazioni biografiche:
Aetna (54-44 a.C)
Culex (48 a.C., La zanzara, poemetto di 414 versi, diretto a Ottaviano
suo compagno di scuola)
Ciris (48 a.C., La gazza [o L'airone bianco], dedicato a Messalla
che aveva abbracciato la causa di Antonio,
forse mai pubblicato, avendone estratto vari versi e passi per le altre
opere)
Dirae (Le maledizioni)
Lydia,
Copa (41 a.C., L'ostessa, poesia in 38 versi),
cui poi si aggiunsero via via altri componimenti:
Elegia in Maecenatem,
due poesie di Ausonio
Moretum (La torta campagnola)
De rosis nascentibus
e altri ancora.
45
a.C.
lascia Roma per trasferirsi a Napoli;
convertito all'epicureismo, abbandona lo studio dell'eloquenza e la stessa
poesia per consacrarsi interamente alla filosofia nella scuola del maestro
greco Sirone, che abita nei dintorni di Napoli,
dove trascorrerà la maggior parte della sua vita;
alla morte di Sirone egli acquista la sua
piccola tenuta e vi insedia tutti i suoi familiari (compreso suo padre
che è ancora vivo).
[In questo periodo i triumviri distribuiscono infatti le
terre ai veterani che hanno aperto loro la strada del potere, e una parte
di esse viene presa dal territorio di Mantova. La sua tenuta, a quanto
pare, viene però confiscata e solo più tardi egli riuscirà
ad ottenerne la restituzione o quantomeno il versamento di una sufficeinte
contropartita in denaro.]
41
a.C.
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- Bucòlica (41 a.C., in latino
Carmina, Ecloghe nei manoscritti, Bucoliche: 10 egloghe
composte, secondo un criterio personale, in 829 versi)
[Fonti
principali: (vedasi Prolegomena del Ribbeck)
- Codex Palatinus Vaticanus 1631 (P) del sec. IV o V;
- Codex Mediceus XXXIX, 1 (M) delsec. V;
- Codex Romanus o Vaticanus 3867 (R) del sec. VI;
- Le Schedae Veronenses rescriptae 40 (ant 38), cod. palimpsesto (V) del
IV sec.]
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37
a.C.
29
a.C.
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- Georgicon libri IV (37-30
a.C., in IV libri [ o Canti], Georgiche)
vedi "Il lavoro nei campi".
Ciascun canto tratta un argomento preciso e presenta una
"digressione":
-
I Canto:
. Oggetto: precetti di carattere generale; in particolare, l'enumerazione
dei presagi eccezionali o regolari (moti degli astri) e dei segni che
guidano il lavoro dei campi nel sistema universale del mondo;
. Digressione: racconto dei prodigi che accompagnarono la morte
di Cesare.
- II Canto:
. Oggetto: coltivazione degli alberi e della vite;
. Digressione: elogio dell'Italia.
- III Canto:
. Oggetto: allevamento del grosso e del piccolo bestiame e sistemi
di sfruttamento dei terreni, italiani e no (Africa, Spagna, Illiria) che
non si prestano alla coltivazione della vite e dell'olivo;
. Digressione: la peste (epizootica) che infierì nel Norico
(le Alpi tirolesi).
- IV Canto:
. Oggetto: tema delle api (il miele ha un posto di rilievo in un'alimentazione
interamente priva di altri fonti zuccherine);
. Digressione: leggenda di Aristeo, il primo "apicultore",
nella quale si inserisce il mito di Orfeo e di Euridice.
[Il
finale del IV libro, dedicato all'amico Gaio
Cornelio Gallo, viene mutato dopo che questi è caduto in disgrazia
presso Augusto.]
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- Aeneis (dal 29 a.C. ca fino
alla morte, in XII libri, Eneide)
[Annibal Caro, Lazzaroni-Tabacco, Venezia
1755]
[Essendo il poema incompiuto, il poeta chiede venga dato
alle fiamme. Augusto non può permetterlo
e due poeti amici dell'autore, Vario e Tucca
(entrambi epicurei) sono incaricati di curarne la pubblicazione.]
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19
a.C.
nel corso di un viaggio in Grecia, muore a Brindisi.
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