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– Tito LUCREZIO CARO
(96-98 ca – 54 ca a.C.) poeta latino
Fonti: Chronicon di san
Girolamo che attinse dal De viris illustribus di
Svetonio.
Impazzì a causa di un filtro amatorio; negli intervalli di lucidità compose
la sua opera ed alla fine si uccise, a 44 anni di età.
"Vita Borgiana", presa da una prefazione all'opera di
Lucrezio, scritta nel 1502 dall'umanista Girolamo
Borgia, derivata a sua volta da una introduzione biografica del
filologo Probo: dice più o meno le stesse
cose.
Cicerone si occupò
della pubblicazione del suo poema, servendosi con ogni probabilità dell'amico
editore Tito
Pomponio Attico, a sua volta epicureo.
Fedele ad Epicuro.
Seguaci come Filodemo e avversari come Cicerone
elogiano il maestro.
De rerum natura (in
6 Libri, poema didascalico, in esametri dattilici)
[J. Cominus, Padova 1777]
Il titolo del poema richiama e riproduce quello dell'opera capitale di
Epicuro
in 37 libri, di cui si conservano pochi frammenti.
Dedicato a Gaio Memmio, questore di
Pompeo nella guerra sertoriana, pretore nel 59 e propretore in
Bitinia nel 60, epicureo pure lui.
- I serie (1° e 2° libro: dottrina degli atomi);
- II serie (3° e 4° libro: dell'anima umana);
- III serie (5° e 6° libro: sull'origine del mondo).
[per
la scienza vedi G.
Bruno e P.
Gassendi]
Codici:
Provenienti da un'antica raccolta posseduta da Isacco
Voss ora conservati nella Biblioteca di Leida
- Oblongus, sec. IX, così
chiamato dal Lachman per la sua forma, discende
da un archetipo del sec. IV;;
- Quadratus, sec. X, si
ricollega al precedente.
Altri manoscritti, frammentari, risalenti al IX sec.:
- quello di Copenaghen (1° libro e parte del 2°)
- quello di Vienna (parte dei libri 2°, 3°, 4°
In Germania, forse nell'Abbazia di Fulda, P.
Bracciolini scoprì nel 1417 un codice lucreziano, da cui trasse
una copia che trasmise in Italia a N.
Niccoli. Il manoscritto di P.
Bracciolini andò perduto; esiste invece una copia, fatta dal
N. Niccoli,
nella biblioteca Laurenziana di Firenze e chiamato appunto codice Laurentianus
(XXX, 30-L); esso si accosta sostanzialmente all'Oblongus.
Edizioni
a stampa:
Editio princeps: quella curata da Ferando
da Brescia nel 1473.
Scarsissimo valore hanno le altre edizioni fino al 1850, nel quale anno
venne alla luce un'edizione critica con commento in latino di K. Lachmann
a tendenza filologica.
Nel 1894 A. Brieger e nel 1896 C. Giussani, con l'intento di conferire al testo
quell'ordine, che la morte impedì all'autore di dare, compirono numerose
trasposizioni, manomettendo in pratica il poema.
Questo vezzo durò a lungo, sino all'edizione di H.
Diels (Berlino, 1924) che rivaluta in pieno la tradizione dei codici
e rispetta scrupolosamente l'ordine e la grafia del testo originario.
Una cosa simile la fece C. Bailey, nella
sua edizione oxoniense (1900) che appare migliorata nell'edizione del
1947, in tre volumi, con commento.
Versioni
straniere:
- H. Diels (1922, Lukrezstudien) in
esametri tedeschi;
- A. Ernout (1925) in francese;
- H. Munro (1864) e C.
Bailey (1947) in inglese.
Versioni
italiane (tutte in versi):
- A. Marchetti (1861) libera e altisonante;
- M. Rapisardi (1882) fedele;
- C. Giussani (1939), P.
Parrella (1941), B. Pinchetti (1953)
vicine all'originale;
Bibliografia
italiana:
- C. Giussani (Torino 1906, Studi lucreziani);
- V.E. Alfieri (Firenze 1929, Lucrezio);
- O. Tescari (Torino 1935, Lucretiana);
- G. Barra (Napoli 1952, Struttura e composizione
del De Rerum natura);
- F. Giancotti (Firenze 1959, Il preludio
di Lucrezio).
Bibliografia
francese:
- C. Martha (Paris 1869, Le Poéme de Lucrèce);
- P. Vallette (Bordeaux 1939, Lucrèce
et la diatribe).
Bibliografia
tedesca:
- O. Regenbogen (Lipsia 1932, Lukrez).
Bibliografia
inglese:
- Santayana (Cambridge 1910, Three philosophical
poets);
- C. Bailey (Oxford 1947, Lucretius).
Bibliografia
spagnola:
- C.A. Disandro (La Plata 1950, La poesia
de Lucrecio).
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