– Sergio
MATTARELLA
(Palermo 23 luglio 1941)
uomo politico italiano, laureato in giurisprudenza, esponente della
Democrazia cristiana;
[Quarto figlio di Bernardo,
politico democristiano, e di Maria Buccellato;
fratello di:
. sorella maggiore,
. Piersanti
(† 1980, assassinato) anch'egli politico democristiano,
. Antonino.
Suo padrino di battesimo fu l'amico paterno Salvatore
Aldisio, già deputato del PPI (Partito
Popolare Italiano) e ostracizzato dal regime fascista, che pochi anni
dopo sarebbe tornato a essere esponente di primo piano della ricostruzione
democratica.
Sposa Marisa Chiazzese,
figlia di Lauro Chiazzese ex rettore dell'università
di Palermo e docente di Diritto romano, e sorella di Irma
Chiazzese moglie del fratello Piersanti.
Uno dei loro tre figli, Bernardo Giorgio
(nato nel 1968), è ordinario di Diritto amministrativo
all'Università di Siena e alla LUISS e dal 2014 capo dell'ufficio
legislativo del Dipartimento della funzione pubblica presso la presidenza
del Consiglio dei ministri.]
Dati generali
- fino al 1994, Dc (Democrazia
cristiana),
- 1994-2002, PPI (Partito Popolare Italiano),
- 2002-2007, DL,
- 2007-2009, PD (Partito Democratico),
- dal 2009, Indipendente.
in gioventù, trasferitosi a Roma a causa degli impegni politici
del padre, milita tra le file del Movimento Studenti della Gioventù
Maschile di Azione Cattolica;
1961
diviene responsabile come delegato studenti di Roma e poi del Lazio
(1961-64) del Movimento Studenti della Gioventù Maschile di Azione
Cattolica, ;
aderisce in seguito alla FUCI (Federazione Universitaria
Cattolica Italiana);
si diploma al liceo classico San Leone Magno di Roma, istituto religioso
dei Fratelli maristi delle scuole;
1964
si laurea in giurisprudenza presso l'Università La Sapienza di
Roma con il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi su "La
funzione dell'indirizzo politico";
1965
assistente di Diritto costituzionale, diviene poi professore associato
nella stessa materia;
[Terrà la cattedra di Diritto parlamentare sino
al 1983 quando, eletto deputato, sarà collocato in aspettativa.]
1967
si iscrive all'albo degli avvocati nel Foro di Palermo ed esercita l'avvocatura
in un avviato studio legale palermitano specializzato in diritto amministrativo;
intraprende inoltre la carriera accademica presso l'Istituto di Diritto
Pubblico dell'Università di Palermo, come allievo di Pietro
Virga;
1971
1° marzo, muore il padre Bernardo;
1972
17 febbraio-26 giugno, (I "governo
Andreotti");
7-8 maggio, (VI Legislatura – 1972 25 mag - 4 lug 1976);
26 giugno-7 luglio 1973 (II "governo
Andreotti");
1973
7 luglio-14 marzo 1974, (IV "governo
Rumor");
1974
14 marzo-23 novembre, (V "governo
Rumor");
23 novembre-12 febbraio 1976, (IV "governo
Moro");
1976
12 febbraio-29 luglio, (V "governo
Moro");
5 luglio, (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979);
29 luglio-11 marzo 1978, (III "governo
Andreotti");
1978
11 marzo-20 marzo 1979, (IV "governo
Andreotti");
1979
20 marzo-4 agosto, (V "governo
Andreotti");
3 giugno, (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11 lug 1983);
4 agosto-4 aprile 1980, (I "governo
Cossiga");
1980
6 gennaio, il fratello Piersanti,
presidente della Regione Siciliana, viene assassinato dalla mafia;
4 aprile-18 ottobre, (II "governo
Cossiga");
18 ottobre-28 giugno 1981 ("governo
Forlani");
1981
28 giugno-23 agosto 1982, (I "governo
Spadolini");
1982
23 agosto-1° dicembre, (II "governo
Spadolini");
1° dicembre-4 agosto 1983, (V "governo
Fanfani);
Vicino per tradizione familiare alla corrente morotea
della Dc, in seguito all'assassinio
del fratello nel 1980 viene ora spinto da Ciriaco
De Mita, neo segretario del partito, ad un impegno politico attivo.
Lo stesso anno Cosa nostra è artefice degli
omicidi di Pio La Torre, segretario regionale
del Pci, e di Carlo Alberto dalla
Chiesa.
Questi eventi tragici scuotono la credibilità del sistema
politico regionale ponendo la Dc di fronte
alla necessità di una reazione nei confronti del fenomeno mafioso.
1983
febbraio, al congresso regionale di Agrigento della Dc,
viene eletto segretario regionale Giuseppe Campione,
di area Zac, che si impone sulla corrente di Salvo
Lima: in questa circostanza, è proprio lui a porre la
condizione che l'elezione del Comitato Regionale del partito avvenga
con liste contrapposte: tale misura, accompagnata dalla presenza di
una soglia di sbarramento, di fatto inibisce alla piccola corrente dell'ex
sindaco di Palermo Vito Ciancimino, ritenuto
contiguo ad ambienti mafiosi, di trovare rappresentanza nel massimo
organo regionale del partito.
26 giugno, eletto deputato (IX Legislatura – 1983 12 lug-1 lug
1987) per la Dc nella circoscrizione Palermo della
Sicilia occidentale;
[Circa la cattedra di Diritto parlamentare, occupata
dal 1965, è collocato in aspettativa.]
4 agosto-1° agosto 1986, (I "governo
Craxi");
1984
Ciriaco De Mita, rieletto segretario della
Dc, matura l'idea di agire
più incisivamente sulla via del rinnovamento e di azzerare i
vertici palermitani del partito.
30 ottobre, a tale scopo, cinque giorni prima della sua visita
a Palermo, gli dà l'incarico di commissario straordinario;
1985
in veste di commissario straordinario (1985-luglio 1988) della Dc
palermitana, si fa promotore della formazione a Palermo di una giunta
comunale di rinnovamento guidata da Leoluca Orlando,
che era stato tra i collaboratori di suo fratello Piersanti
alla Regione Siciliana: la "giunta Orlando" è uno degli
elementi distintivi della cosiddetta primavera palermitana;
1986
1° agosto-17 aprile 1987 (II "governo
Craxi");
1987
17 aprile-28 luglio, (VI "governo
Fanfani);
14 giugno, rieletto deputato (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr
1992) per la Dc nella circoscrizione Palermo della
Sicilia occidentale;
[Si mantiene vicino alle correnti di sinistra del partito
ed in particolare al segretario Ciriaco De Mita
e ai suoi collaboratori, come Roberto Ruffilli.]
28 luglio-13 aprile 1988, ministro per i Rapporti con il Parlamento
("governo Goria");
1988
13 aprile-22 luglio 1989, ministro per i Rapporti con il Parlamento
("governo De
Mita");
[In questi due anni segue l'iter di riforma dell'ordinamento
della Presidenza del Consiglio dei ministri e la modifica dei regolamenti
parlamentari che assegna carattere di ordinarietà al voto palese.]
1989
22 luglio-27 luglio 1990, ministro della Pubblica Istruzione
(VI "governo
Andreotti");
1990
vicesegretario (1990-92) della Dc;
direttore politico del «Popolo»;
gennaio, guida la prima Conferenza nazionale della scuola che
discute il rinnovamento del sistema dell'istruzione e affronta il tema
dell'autonomia scolastica;
marzo, mentre si tiene un maxiconcorso a cattedre per la scuola
superiore, egli interviene con il riordino dei programmi didattici del
biennio delle scuole superiori;
cura inoltre il progetto di riforma complessiva della scuola elementare
che dopo alcuni anni di sperimentazione, con la legge
148 del 23 maggio 1990, rende universale il modulo dei tre
insegnanti su due classi portando al superamento del tradizionale maestro
unico. Tale riforma, inizialmente avversata a causa dei maggiori costi
per il bilancio statale, sarà col tempo considerata di grande
portata innovativa sotto il profilo pedagogico.
giugno, alla fine del mese, trova approvazione la cosiddetta
legge antidroga, che demanda
alle scuole l'educazione alla salute;
[Il connubio tra sistema di istruzione e misure di prevenzione,
non solo in materia sanitaria, sarà in effetti parte delle linee
programmatiche che il ministro ha tracciato.]
27 luglio, si dimette dall'incarico di ministro insieme ad altri
esponenti della sinistra democristiana, per protestare contro la fiducia
posta dal governo sul "disegno di legge Mammì" di riassetto
del sistema radiotelevisivo;
[Soprannominato sarcasticamente "legge
Polaroid" in quanto, a detta dei detrattori, esso si limita
a fotografare la condizione esistente legittimando la posizione dominante
del gruppo televisivo di Silvio Berlusconi.]
dicembre, rimasto privo di incarichi di governo, diviene uno
dei due vicesegretari della Dc
durante la segreteria di Arnaldo Forlani,
in quota alle correnti di sinistra del partito.
[Manterrà l'incarico fino al 1992, quando gli
sarà affidata la direzione del quotidiano democristiano «Il
Popolo».]
1991
12 aprile-28 giugno 1992, (VII "governo
Andreotti");
1992
4 aprile, rieletto deputato (XI Legislatura – 1992 23 apr-14 apr 1994)
per la Dc nella circoscrizione Palermo della Sicilia
occidentale;
28 giugno-28 aprile 1993, (I "governo
Amato");
gli viene affidata la direzione del quotidiano democristiano «Il
Popolo»;
Solo sfiorato dalle inchieste su Tangentopoli – viene
assolto dall'accusa di un imprenditore siciliano di aver ricevuto 50
milioni di lire e dei buoni benzina – è uno dei protagonisti
del rinnovamento della Dc
che condurrà nel gennaio 1994 alla fondazione del PPI
(Partito Popolare Italiano).
1993
28 aprile-10 maggio 1994, ("governo
Ciampi");
1994
gennaio, nasce il PPI (Partito Popolare Italiano);
27 marzo, rieletto deputato (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8
mag 1996) per il PPI (Partito Popolare Italiano) nella
circoscrizione SICILIA 1;
10 maggio-17 gennaio 1995, (I "governo
Berlusconi");
[Nel corso della XII legislatura è relatore delle
leggi di riforma del sistema elettorale della Camera e del Senato che,
recependo l'esito del referendum del 1993, introducono una preponderante
componente maggioritaria sia pure mitigata dall'attribuzione, con il
sistema proporzionale, del 25% dei seggi.
La "legge Mattarella",
alla quale il politologo Giovanni Sartori
darà l'appellativo di "Mattarellum",
è impiegata per le elezioni politiche del 1994, del 1996 e del
2001.]
luglio, al congresso del PPI (Partito Popolare
Italiano), insieme alla componente più di sinistra dei popolari,
si oppone alla candidatura di Rocco Buttiglione
alla segreteria del partito, in sostituzione del segretario dimissionario
Mino Martinazzoli.
Con l'affermazione congressuale di Rocco Buttiglione,
di cui non condivide la linea politica orientata ad un'alleanza con
il PdL (Polo delle Libertà) di Silvio
Berlusconi, si dimette dalla direzione de «Il Popolo»,
che dopo lo scioglimento della Dc
è diventato il giornale di riferimento del PPI,
e continua la battaglia politica interna.
1995
17 gennaio-17 maggio 1996, ("governo
Dini");
Al culmine dello scontro interno al PPI, apostrofa
il segretario, che pervicacemente cerca l'alleanza con la destra, «el
general golpista Roquito Butillone...» e definisce «un
incubo irrazionale» l'ipotesi che Forza Italia
possa essere accolta nel PPE (Partito Popolare Europeo).
Sostiene sin da ora la candidatura di Romano Prodi
alla guida di una coalizione di centrosinistra (L'Ulivo)
comprendente, tra gli altri, il PPI e il PDS.
1996
21 aprile, rieletto deputato (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29
mag 2001) per la lista POP-SVP-PRI-UD-PRODI nella circoscrizione SICILIA
1;
[Viene eletto capogruppo dei deputati popolari.]
17 maggio-21 ottobre 1998 (I "governo
Prodi");
1997
fa parte (1997-98) dell'ufficio di presidenza della Commissione parlamentare
per le riforme costituzionali presieduta da Massimo
D'Alema;
1998
21 ottobre-22 dicembre 1999, vicepresidente del Consiglio (I
"governo D'Alema")
con delega ai servizi segreti;
1999
22 dicembre-25 aprile 2000, ministro della Difesa (II
"governo D'Alema");
2000
25 aprile-11 giugno 2001, ministro della Difesa (II
"governo Amato");
[L'incarico segue la delicata partecipazione dell'Italia
all'operazione "Allied Force", con
la quale la NATO è intervenuta nella guerra del Kosovo, e coincide
con l'approvazione della legge di riforma delle Forze Armate
che abolisce di fatto il servizio di leva obbligatorio.]
2001
13 maggio, rieletto deputato (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27
apr 2006) nelle liste de La Margherita nella circoscrizione
TRENTINO-ALTO ADIGE;
[La Margherita comprende l'intera componente
dei popolari; pochi mesi dopo il PPI si fonderà
in essa. Nominato, su iniziativa del presidente della Camera, componente
del Comitato per la legislazione, ne sarà vicepresidente sino
al 2002 e presidente fino al 2003. ]
11 giugno-23 aprile 2005, (II "governo
Berlusconi");
2005
23 aprile–17 maggio 2006, (III "governo
Berlusconi");
2006
9-10 aprile, rieletto deputato (XV Legislatura – 2006 28 apr-28 apr
2008) nella lista dell'Ulivo nella circoscrizione SICILIA
1;
17 maggio-8 maggio 2008, (II "governo
Prodi");
2007
è tra gli estensori del manifesto fondativo dei valori del PD
(Partito Democratico);
2008
28 aprile, scioglimento anticipato della XV legislatura;
non si ricandida alle prossime elezioni;
(XVI Legislatura – 2008 29 apr-14 mar 2013);
8 maggio-16 novembre 2011, (IV "governo
Berlusconi");
2009
22 aprile, viene eletto dalla Camera dei Deputati componente
del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa;
2011
5 ottobre, il Parlamento in seduta comune lo elegge giudice
della Corte costituzionale;
[Alla quarta votazione con 572 voti, uno più del
quorum richiesto.]
16 novembre-27 aprile 2013 ("governo
Monti");
2012
1° marzo, muore la moglie Marisa Chiazzese;
[Figlia di Lauro Chiazzese,
ex rettore dell'università di Palermo e docente di Diritto
romano.]
2013
(XVII Legislatura – 2013 25 feb-…);
[In occasione dell'elezione del presidente della Repubblica
Italiana il suo nome è nella rosa dei candidati che Pier
Luigi Bersani sottopone a Silvio Berlusconi,
ma gli è preferito Franco Marini,
che poi non viene eletto.]
28 aprile-21 febbraio 2014, ("governo
Letta");
2014
22 febbraio, ("governo
Renzi");
2015
gennaio, dimissioni del presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano;
29 gennaio, su proposta di Matteo Renzi,
segretario del PD e presidente del Consiglio, l'assemblea
degli elettori del PD decide all'unanimità di
votare il suo nome nella quarta votazione senza attendere che gli altri
partiti consultati sciolgano le riserve sulla candidatura;
31 gennaio, eletto 12° Presidente della Repubblica
Italiana;
[Al quarto scrutinio con 665 voti, con l'esplicito sostegno
dei partiti della maggioranza di governo e di SEL (Sinistra
Ecologia Libertà).]
3 febbraio, presta giuramento ed entra ufficialmente in carica.
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