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– Paolo BARBI

(Trieste, 23 agosto 1919 – Napoli, 10 giugno 2011)

politico italiano, esponente della Democrazia Cristiana.

[Nato da genitori di Lesina nell'odierna Croazia.]

Laurea in filosofia
Professore di Storia e filosofia nei licei

 

 

1939

marzo, (XXX Legislatura – (1939 23 mar - 2 ago 1943 - I della Camera dei fasci e delle corporazioni)
[Nei quattro anni di durata della legislatura i membri, compresi i sostituti, sono complessivamente 949.]

1940

17 maggio, data dell'ultima seduta pubblica del Senato del Regno;

II guerra mondiale
(1940-45)

1941

 

1942

 

1943


24/25 luglio
, seduta del Gran consiglio del Fascismo: "Ordine del giorno Grandi";

25 luglio 1943 - 23 maggio 1948, Ordinamento provvisorio;

25 lug-17 apr 1944, (I "governo Badoglio");

– 1943 23 set - 25 apr 1945 –
RSI (Repubblica Sociale Italiana)
[o Repubblica di Salς]

1944
22 apr-5 giu, (II "governo Badoglio");

18 giugno-12 dicembre, (II "governo Bonomi");
12 dicembre-21 giugno 1945, (III " governo Bonomi");

1945
27 aprile, B. Mussolini viene "passato per le armi" a Giulino di Mezzegra (Como);

21 giugno-10 dicembre, ("governo Parri);

22 set-2 giu 1946, Consulta nazionale;
[Organismo a carattere consultivo istituito dal (III "governo Bonomi") con decreto luogotenenziale n. 146 del 5 aprile 1945 – composta da membri designati dai partiti del Cln o da altri partiti o scelti, sempre attraverso nomina governativa, tra personalità del periodo prefascista; egli ricopre la carica di Presidente fino al termine dei lavori nel giugno 1946.
Presidente della Consulta: conte Carlo Sforza.]

10 dicembre-13 luglio 1946 (I "governo De Gasperi");

1946

2 giugno, Proclamazione della Repubblica;

22 giugno, entra in vigore la cosiddetta "amnistia Togliatti";
25 giugno-31 gennaio 1948, Assemblea costituente;

13 luglio-18 ottobre, (II "governo De Gasperi");
[I governo della Repubblica.]



1947
2 febbraio-31 maggio, (III "governo De Gasperi")

31 maggio-23 maggio 1948, (IV "governo De Gasperi");

1948
18 aprile, (I Legislatura – 1948 8 mag - 24 giu 1953);

 


23 maggio-27 gennaio 1950 (V "governo De Gasperi");

1949

Presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per un trentennio.
[Durante la firma del "Trattato di Osimo", si opporrà da deputato con un intervento alla Camera.]

a Napoli insegna Storia e Filosofia (1949-59) alla Scuola militare Nunziatella.

1950
27 gennaio-26 luglio 1951, (VI "governo De Gasperi");

1951
26 luglio-16 luglio 1953 (VII "governo De Gasperi");

1953
7 giugno, (II Legislatura – 1953 25 giu - 11 giu 1958);
16 luglio-17 agosto, (VIII "governo De Gasperi");
17 agosto-18 gennaio 1954, ("governo Pella);

1954
18 gennaio-10 febbraio, (I "governo Fanfani);
10 febbraio-6 luglio 1955, ("governo Scelba);

1955
6 luglio-19 maggio 1957 (I "governo Segni");

1957
19 maggio-1° luglio 1958, ("governo Zoli");

1958
25 maggio, eletto deputato (III Legislatura – 1958 12 giug - 15 mag 1963) per la Dc nel collegio di Napoli;
1° luglio-15 febbraio 1959 (II "governo Fanfani");

1959
15 febbraio-25 marzo 1960, (II "governo Segni");

1960
25 marzo-26 luglio, ("governo Tambroni);
26 luglio-21 febbraio 1962, (III "governo Fanfani);

1962
21 febbraio-21 giugno 1963, (IV "governo Fanfani);

1963
28 aprile, rieletto deputato (IV Legislatura – 1963 16 mag - 4 giu 1968) per la Dc nel collegio di Napoli;
21 giugno-4 dicembre, (I "governo Leone");
4 dic-22 lug 1964, (I "governo Moro");

1964
22 luglio-23 febbraio 1966, (II "governo Moro");

1966
23 febbraio-24 giugno 1968 (III "governo Moro");

1968
19 maggio, rieletto deputato (V Legislatura – 1968 5 giu-24 mag 1972) per la Dc nel collegio di Napoli;
24 giu-12 dic, sottosegretario all'Industria e Commercio (II "governo Leone");
12 dicembre-5 agosto 1969, (I "governo Rumor");

1969
5 ago-27 mar 1970, sottosegretario al Bilancio e alla Programmazione economica (II "governo Rumor");

1970
27 marzo-6 agosto, (III "governo Rumor");
6 ago-17 feb 1972, ("governo Colombo");

1972
17 febbraio-26 giugno, (I "governo Andreotti");
7-8 maggio,ri eletto deputato (VI Legislatura – 1972 25 mag - 4 lug 1976) per la Dc nel collegio di Napoli;
26 giu-7 lug 1973, sottosegretario al Bilancio e alla Programmazione economica (II "governo Andreotti");

1973
7 lug-14 mar 1974, (IV "governo Rumor");

1974
14 marzo-23 novembre,  (V "governo Rumor");
23 novembre-12 febbraio 1976, (IV "governo Moro");

1976
12 febbraio-29 luglio, (V "governo Moro");
5 luglio, eletto senatore (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979) per la Dc nel collegio di Castellammare di Stabia (Napoli);

[Membro della 10ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo).]


29 luglio-11 marzo 1978, (III "governo Andreotti");

1978
15 mar-19 mar 1979, sottosegretario alle Partecipazioni statali (IV "governo Andreotti" - 1978 11 marzo-20 marzo 1979);



1979
20 marzo-4 agosto, (V "governo Andreotti");
3 giugno, (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11 lug 1983);


7-10 giugno, prime elezioni per il Parlamento europeo;
viene eletto nelle liste della Dc, aderendo al gruppo parlamentare del PPE (Partito Popolare Europeo);
[Nel Parlamento europeo è membro della Commissione per i bilanci e della Commissione politica. Successivamente all'esperienza di parlamentare europeo, sarà per molti anni membro del Bureau del PPE (Partito Popolare Europeo). Finita l'esperienza politica della Democrazia Cristiana, aderirà al PPE.]


4 agosto-4 aprile 1980, (I "governo Cossiga");

1980
4 aprile-18 ottobre, (II "governo Cossiga");
18 ottobre-28 giugno 1981 ("governo Forlani");

1981
28 giugno-23 agosto 1982, (I "governo Spadolini");

1982
22 giu-25 mag 1984, capogruppo del PPE al Parlamento Europeo;

23 agosto-1° dicembre, (II "governo Spadolini");
1° dicembre-4 agosto 1983, (V "governo Fanfani);

1983
26 giugno, (IX Legislatura – 1983 12 lug-1 lug 1987);
4 agosto-1° agosto 1986, (I "governo Craxi");

1984

17 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;

1986
1° agosto-17 aprile 1987 (II "governo Craxi");

1987
17 aprile-28 luglio, (VI "governo Fanfani);
14 giugno, (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr 1992);
28 luglio-13 aprile 1988, ("governo Goria");

1988
13 aprile-22 luglio 1989, ("governo De Mita");

1989
18 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;

22 luglio-12 aprile 1991, (VI "governo Andreotti");

1991
12 aprile-28 giugno 1992, (VII "governo Andreotti");

1992
4 aprile, (XI Legislatura – 1992 23 apr-14 apr 1994);
28 giugno-28 aprile 1993, (I "governo Amato");

1993
28 aprile-10 maggio 1994, ("governo Ciampi");

1994
27 marzo, (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8 mag 1996);
10 maggio-17 gennaio 1995, (I "governo Berlusconi");
12 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;

1995
17 gennaio-17 maggio 1996, ("governo Dini");

1996
21 aprile, (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29 mag 2001);
[Sistema proporzionale.]
17 maggio-21 ottobre 1998 (I "governo Prodi");

1998
21 ottobre-22 dicembre 1999 (I "governo D'Alema");

1999
13 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;

22 dicembre-25 aprile 2000, (II "governo D'Alema");

2000
25 aprile-11 giugno 2001, (II "governo Amato");

2001
13 maggio, (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27 apr 2006);

[Le elezioni politiche del 2001 si tennero con un nuovo sistema di voto (la cosiddetta "Legge Mattarella"), in attuazione in seguito al referendum del 18 aprile 1993, introdotto con l'approvazione delle leggi 4 agosto 1993 n. 276 e n. 277, che prevedeva per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica un sistema elettorale misto: maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari unito, per il rimanente 25% dei seggi, ad recupero proporzionale dei più votati non eletti per il Senato (attraverso un meccanismo di calcolo denominato "scorporo") e al proporzionale con liste bloccate e sbarramento del 4% alla Camera.
Per la parte maggioritaria quindi (75% dei seggi), il territorio nazionale venne suddiviso in 475 collegi uninominali per la Camera, e in 232 per il Senato. L'attribuzione di questo primo gruppo di seggi avveniva in base ad un sistema maggioritario a turno unico plurality: veniva eletto parlamentare il candidato che avesse riportato la maggioranza relativa dei suffragi nel collegio. Nessun candidato poteva presentarsi in più di un collegio.
I rimanenti seggi (25%) erano invece assegnati con un metodo proporzionale, funzionante però con meccanismi differenziati fra le due assemblee. Per quanto riguarda la Camera, l'elettore godeva di una scheda elettorale separata per l'attribuzione dei 155 seggi residui, cui accedevano solo i partiti che avessero superato la soglia di sbarramento nazionale del 4%. Il calcolo dei seggi spettanti a ciascuna lista veniva effettuata nel collegio unico nazionale mediante il metodo Hare dei quozienti naturali e dei più alti resti; tali seggi venivano poi ripartiti, in ragione delle percentuali delle singole liste a livello locale, fra le 26 circoscrizioni plurinominali in cui era suddiviso il territorio nazionale, e all'interno delle quali i singoli candidati — che potevano corrispondere a quelli presentatisi nei collegi uninominali — venivano proposti in un sistema di liste bloccate senza possibilità di preferenze. Il meccanismo era però integrato dal metodo dello scorporo, volto a dar compensazione ai partiti minori fortemente danneggiati dall'uninominale: successivamente alla determinazione della soglia di sbarramento, ma antecedentemente al riparto dei seggi, alle singole liste venivano decurtati tanti voti quanti ne erano serviti a far eleggere i vincitori nell'uninominale — cioè i voti del secondo classificato più uno — i quali erano obbligati a collegarsi ad una lista circoscrizionale.
Per quanto riguarda il Senato, gli 83 seggi proporzionali venivano assegnati, secondo il dettato costituzionale, su base regionale. In ogni Regione venivano assommati i voti di tutti i candidati uninominali perdenti che si fossero collegati in un gruppo regionale, ed i seggi venivano assegnati utilizzando il metodo D'Hondt delle migliori medie: gli scranni così ottenuti da ciascun gruppo venivano assegnati, all'interno di essa, ai candidati perdenti che avessero ottenuto le migliori percentuali elettorali. Ancor più che alla Camera, ove lo scorporo era parziale, lo scorporo totale previsto per il Senato faceva funzionare la quota proporzionale di fatto come una stramba quota minoritaria, in aperto contrasto con l'impianto generale della legge elettorale.
Le "liste civetta"
Nelle elezioni valide per il rinnovo della Camera, sia la Casa delle Libertà che L'Ulivo (anche se quest'ultimo in un numero minore di collegi), aggirarono il meccanismo dello scorporo collegando i propri candidati nei collegi uninominali a liste circoscrizionali fittizie, dette "liste civetta", create appositamente per non essere votate da nessuno. Infatti, dato che i candidati dei collegi uninominali erano collegati a tali liste, era a queste liste che furono sottratti i voti dei candidati nei collegi uninominali, mandando così i voti della lista sottozero.
Le due liste furono chiamate rispettivamente Abolizione Scorporo (per intero: Movimento per l'abolizione dello scorporo e per il rispetto della sovranità popolare - per l'abolizione dello scorporo, per la stabilità di governo, no ai ribaltoni[8]) e Paese Nuovo. Curiosamente, entrambe le liste furono in realtà votate: la lista di Abolizione Scorporo ricevette comunque quasi 27 000 suffragi, mentre quella di Paese Nuovo ne ottenne più di 34 mila.
La presenza di tali liste civetta, unita all'ampio successo ottenuto in quelle elezioni dal centrodestra, provocò però un risultato paradossale per la coalizione di centrodestra: non fu possibile assegnare tutti i seggi della quota proporzionale perché non c'erano sufficienti candidati nelle vere liste proporzionali, in particolare quelle di Forza Italia.
Circoscrizioni
Come detto il territorio nazionale italiano venne suddiviso alla Camera dei deputati in 475 collegi uninominali e 26 circoscrizioni plurinominali ed al Senato della Repubblica in 232 collegi uninominali e 20 circoscrizioni plurinominali, corrispondenti alle regioni italiane.]


11 giugno-23 aprile 2005, (II "governo Berlusconi");

2004
12-13 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;

2005
23 aprile–17 maggio 2006, (III "governo Berlusconi");

2006
9-10 aprile, (XV Legislatura – 2006 28 apr-28 apr 2008);
17 maggio-8 maggio 2008, (II "governo Prodi");

2008
13-14 aprile, (XVI Legislatura – 2008 29 apr-14 mar 2013);
8 maggio-16 novembre 2011, (IV "governo Berlusconi");

2009
6-7 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;

2011
10 giugno, muore a Napoli.

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Fonti
- Altre

 

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