1943
Gennaio II guerra cino-giapponese
i trattati vengono scambiati;
intanto
- Giappone
- Italia e
- governo francese di Vichy
dichiarano decaduti i privilegi stranieri in Cina a favore del
governo di Nanchino.
10, i sovietici offrono alle truppe
tedesche di Stalingrado la possibilità di arrendersi:
F.W.E.
Paulus respinge la proposta;
12, Leningrado:
i tedeschi perdono Schlüsselburg e riescono con una controffensiva
ad aprirsi un varco per cui possono passare i rifornimenti alla città.
13, mobilitazione generale in
Germania;
14-26,
Conferenza di Casablanca: il presidente statunitense F.D.
Roosevelt e il primo ministro britannico W. Churchill (invitati anche i francesi H.-H.
Giraud e Ch. De
Gaulle) decidono di condurre la guerra contro le potenze
dell'Asse; viene approvato lo sbarco in Italia.
14, "battaglia
del Don": anche tedeschi e ungheresi abbandonano le loro
posizioni lasciando scoperte le ali degli alpini italiani;
15, il feldmar.llo gen.
Erhard Milch viene nominato da A. Hitler capo dei rifornimenti aerei di Stalingrado con poteri
speciali;
17, il comando dell'Armir
si decide a impartire l'ordine di ritirata che inizia in condizioni
disperate: solo il sacrificio delle Div.ni Julia, Cuneense
e Vicenza alla retroguardia e la tenuta della Div.ne
Tridentina, che riesce a mantenere l'inquadramento alla testa
della colonna, permettono la rottura dell'accerchiamento sovietico
a Nikolaevka;
18, le truppe sovietiche
riescono a creare una breccia nell'assedio di Leningrado, aprendo
una via di comunicazione terrestre a oriente della città.
20, verso sera il magg. von
Zitzewitz parte in aereo dalla sacca;
21, il magg. von
Zitzewitz parla a Novocerkask con il feldmar.llo E.
von Manstein il quale si schiera in favore della capitolazione
di F.W.E.
Paulus;
22, il magg. von
Zitzewitz si presenta a rapporto da A. Hitler;
23, occupazione inglese
di Tripoli; tutta la Libia cade in mani alleate, mentre le forze italo-tedesche
ripiegano in Tunisia.
25, le truppe sovietiche liberano
completamente la città di Voronez, da cui partirà la
controffensiva in direzione di Kursk; a Nikolajewka alcuni reparti
italiani superstiti riescono a sfondare le linee sovietiche e a sottrarsi
all'accerchiamento; è l'ultimo atto della spedizione italiana
in Russia che si concluderà con perdite impressionanti: circa
85 mila tra morti e dispersi e circa 27 mila congelati;
29, il capo di S.M. italiano,
gen. U.
Cavallero, viene destituito; sarà rimpiazzato dal
gen. V. Ambrosio;
30, i resti del C.d'A.
Alpino, a cui si sono aggregati sbandati ungheresi e tedeschi, possono
considerarsi fuori della sacca dopo aver perduto l'80% degli effettivi;
nella ritirata in Russia periscono 84.832 soldati italiani.
[300.000 erano quelli inviati in due riprese, giugno 1941 e ottobre
1942]
31-2 feb.,
a Stalingrado, nonostante gli ordini contrari di A. Hitler, il gen. F.W.E.
Paulus si arrende ai sovietici con la sua 6ª armata
composta da 90-100.000 superstiti (pesantissime le perdite tedesche:
250 mila morti o feriti gravi, 150 mila prigionieri, enormi quantitativi
di armi e mezzi distrutti o catturati dai sovietici);
[Nella sacca il 24 novembre 1942 (secondo le valutazioni del gen.
F.W.E.
Paulus) c'erano 220.000 uomini.
[Secondo dati russi 107.800 sono fatti prigionieri per cui, detraendo
i 42.000 trasportati fuori in aereo (fino al 24 gennaio 1943,
ultimo giorno), le perdite della 6ª armata dopo la formazione
della sacca ammontano probabilmente a 70.200 morti.]
Subito dopo la cattura del feldmar.llo F.W.E.
Paulus, si dichiarano sorpresi di trovarlo ancora lì
gli alti ufficiali sovietici:
. Sciumilov, ten.gen., comandante
della 6IV Armata a Stalingrado,
. Rokossovski, gen., comandante in
capo del "fronte Don",
. Voronov, gen. dell'artiglieria,
. Vassilievski, gen., delegato capo della
STAVKA, cioè del quartier generale dello S.M. per il "coordinamento
delle operazioni presso Stalingrado". Ancora per divergenze con
A. Hitler, si dimette l'amm. E.
Raeder, comandante supremo della flotta tedesca sostituito
dall'amm. K.
Dönitz.
Alla fine di gennaio l'1 a, col. Elchepp
e l'1 c, ten. col. Niemeyer, compiono
di loro iniziativa un tentativo di uscita dalla sacca.
[Da questo momento sono dispersi. 2 A è il col. Adam.]
Il col.gen. Jaenecke, ferito
a Stalingrado, diviene poi comandante della 1VII Armata.
Fatto prigioniero dai russi in Cecoslovacchia nel 1945, viene
condannato a 25 anni di lavori forzati. Sarà rilasciato
nel 1955.
Il ten.gen. Hellmut Schlömer,
comandante della 3ª Div.ne di fanteria motorizzata, viene
incaricato del comando del XIV C.d'A. corazzato dopo la partenza
del gen. Hube.
Il ten.gen. Alexander von Daniels,
comandante della 376ª Div.ne di fanteria entrerà
a far parte dell "Unione degli ufficiali tedeschi".
Il magg.gen. Otto Korfes aderisce
al "Comitato nazionale Germania libera". Dopo il 1945
sarà ufficiale superiore della polizia popolare della
zona sovietica, dove si metterà in luce anche come storico
della guerra e pacifista.
Il col. Bader, capo dell'intendenza della
6ª armata, è rimasto fuori della sacca.
Febbraio
1°, il barone von Weichs
è promosso feldmar.llo;
3, premuto dall'offensiva
del gen. G.K.
Zukov, l'esercito tedesco si ritira dal Caucaso.
7-9, "battaglia
di Guadalcanal" i giapponesi non potendo più ricevere rinforzi
devono abbandonare l'isola imbarcando i reparti superstiti su alcuni
cacciatorpediniere; gli Stati Uniti si aprono così la via alla conquista
dell'intero arcipelago delle Salomone;
Perdite subite:
sulla terraferma:
giapponesi: 23.000 tra morti e dispersi e 1000 prigionieri;
americani: 5.800 tra morti e feriti oltre a migliaia di soldati
stroncati dal clima terribile dell'isola
sul mare:
giapponesi: centinaia di aerei, una portaerei leggera, due corazzate,
quattro incrociatori e undici cacciatorpediniere;
americani: due portaerei pesanti, otto incrociatori e quattordici
cacciatorpediniere;
8, dopo sei mesi di violenti combattimenti
le truppe giapponesi abbandonano Guadalcanal.
8-14,
nuova offensiva delle truppe sovietiche, che liberano la città
di Kursk e definitivamente Rostov, formando quindi un
ampio saliente che si incunea nelle linee nemiche;
9, le truppe americane
completano l'occupazione dell'isola di Guadalcanal.
15-22,
il feldmar.llo E.
Rommel tenta una nuova offensiva, ma dopo alcuni successi
iniziali è bloccato dagli alleati al passo di Kasserine.
15, Milano viene pesantemente
bombardata;
23, i tedeschi lanciano una controffensiva
nella regione di Karlov.
27, commandos norvegesi, paracadutati
dalla RAF, e partigiani fanno saltare l'impianto in cui i tedeschi
producono acqua pesante, necessaria per la realizzazione della bomba
atomica.
Battaglia della Neretva: formazioni dell'Esercito di
liberazione jugoslavo, attaccate da soverchianti forze tedesche,
italiane e collaborazioniste, riescono, con durissimi combattimenti,
a sottrarsi all'accerchiamento, passando il fiume Neretva.
Marzo
1°, truppe americane
e australiane iniziano la controffensiva in Nuova Guinea.
Aerei alleati bombardano Berlino in forma massiccia.
5, grande manifestazione
di decine di migliaia di cittadini di Atene contro il lavoro forzato
per i nazisti: i carri armati tedeschi aprono il fuoco sulla folla,
provocando centinaia di morti.
10, il feldmar.llo E.
Rommel lascia il comando delle truppe italo-tedesche in
Africa settentrionale.
12, le truppe sovietiche liberano
la città di Vjazma;
14, i tedeschi riprendono
l'offensiva sul fronte del Donets e occupano nuovamente Karlov.
16, offensiva britannica contro
le forze dell'Asse in Tunisia, sul fronte del Mareth;
21-26, le truppe britanniche
da sud e quelle americane da ovest lanciano un attacco combinato contro
le forze italo-tedesche, che sono costrette a ripiegare verso il nord
della Tunisia;
Aprile
8, le truppe britanniche e americane si ricongiungono nel
sud della Tunisia.
30, i giapponesi completano l'occupazione
della Birmania e minacciano il confine indiano.
Rottura delle relazioni tra il governo sovietico e il governo
polacco in esilio di Londra; anche la resistenza polacca si
divide.
Maggio
2, Grecia, viene costituito il comando generale dell'ELAS.
7, le truppe alleate entrano
a Biserta e a Tunisi.
11, truppe americane sbarcano
nell'isola di Attu (Aleutine occidentali).
11-19,
nella terza Conferenza di Washington, F.D.
Roosevelt e W. Churchill decidono di accelerare la campagna contro il
Giappone, aggirando e isolando le basi avanzate giapponesi nelle isole
del Pacifico, per avvicinarsi più rapidamente al cuore dell'impero
nipponico.
12-13,
in Tunisia anche le ultime truppe tedesche e italiane in Africa si
arrendono: i prigionieri sono circa 300 mila.
15-15 giu.,
l'Esercito di liberazione jugoslavo respinge una nuova offensiva,
condotta da ingenti truppe tedesche, in Erzegovina.
27,
in Francia, nella clandestinità, si riunisce per la prima volta
il Consiglio Nazionale della Resistenza.
29-3 giu.,
Conferenza di Algeri: vengono approvati i piani di invasione
della Sicilia;
30,
arrivo di Ch.
De Gaulle ad Algeri;
Giugno
3, Algeri, si costituisce il Comitato Francese
di Liberazione Nazionale; il gen. Ch.
De Gaulle deve accettare di condividere la presidenza con
il moderato gen. H.-H.
Giraud, gradito agli americani;
sbarco alleato a Pantelleria;
11, dopo intensi bombardamenti,
si arrendono le guarnigioni italiane di Pantelleria, Lampedusa e Linosa
che vengono occupate da truppe britanniche.
16, battaglia aerea nel
cielo di Guadalcanal: gli americani abbattono 107 aerei, perdendone
solo 6.
21,
truppe americane occupano la Nuova Georgia.
Prime azioni militari contro gli occupanti da parte dei "maquis"
(formazioni partigiane francesi) in Alta Savoia.
24,
in un discorso ai gerarchi fascisti, che sarà reso pubblico
alcuni giorni dopo, B.
Mussoliniafferma che un eventuale sbarco alleato sarà
fermato "su quella linea che i marinai chiamano del bagnasciuga".
In estate alti ufficiali della 6ª armata con a capo il
gen. von Seydlitz, fondano, in
collaborazione con fuorusciti comunisti tedeschi nell'Unione
Sovietica, l' "Unione ufficiali tedeschi" nel quadro
del "Comitato nazionale Germania libera".
Luglio
5, "battaglia
di Kursk", i tedeschi, per eliminare il saliente creato dai
sovietici a febbraio, hanno intanto concentrato nella zona circa 40
divisioni (metà ca corazzate) per complessivi 900.000 uomini al comando
del feldmar.llo G.
von Kluge;
da nord e da sud, nel settore di Orel e di Bjelgorod, sferrano
un violentissimo attacco in special modo con i carri armati
Mark VI Tigre.
[Walter von Hünersdorff (1898-1943),
già 1 b sotto F.
Paulus, nel 1942 capo di S.M. della 3ª armata
centro ed ora ten. gen. e comandante della 6ª Div.ne corazzata,
subisce un grave ferita in seguito alla quale entro l'anno morirà.]
9-10,
nella notte, preceduti dai paracadutisti e truppe su alianti, iniziano
gli sbarchi alleati in Sicilia (operazione "Husky");
le truppe americane della VI armata, agli ordini del gen. G.S.
Patton, sbarcano presso Gela, sul tratto di costa
tra Licata e Scoglitti;
il secondo sbarco alleato è effettuato dalle truppe britanniche
della VIII armata, comandata dal mar.llo B.L.
Montgomery, che prendono terra sul tratto di costa
tra Capo Passero e Cassibile; complessivamente le forze sbarcate
ammontanto a oltre 180 mila uomini e comprendono anche due divisioni
corazzate.
10, entra in funzione l'AMG
(Allied Military Governement) il Governo militare alleato che
in Italia diviene l'AMGOT (Allied Military Governement Occupied
Territories) il Governo militare alleato dei territori occupati,
costituito dalle Nazioni Unite per amministrare i territori occupati
dalle forze armate alleate durante la II Guerra mondiale (emette anche
carta-moneta col nome di "am-lira").
10-12, le truppe americane
occupano Gela, Vittoria e l'aeroporto di Comiso;
11-17 ago.,
occupazione della Sicilia;
le truppe britanniche entrano a Noto, Avola e Siracusa e occupano
la base di Augusta;
12, le truppe americane
e britanniche si ricongiungono a Ragusa;
l'armata del gen. G.S.
Patton si dirige verso la Sicilia centrale e occidentale,
mentre quella del mar.llo B.L.
Montgomery punta verso Catania.
I sovietici, al comando dei gen.li K.K.
Rokossovskij e N.F. Valutin
(con 1.300.000 uomini e una formidabile artiglieria) riescono
non solo a contrastare l'avanzata nemica ma a contrattaccare
attorno a Orel; i contrattacchi si sviluppano sui fronti di
Brjansk, di Kursk, di Voronezh;
13, in una battaglia con
3000 carri armati i tedeschi non riescono ad infrangere la resistenza
sovietica; da questo momento sono costretti a mettersi sulla difensiva
sul fronte orientale e devono abbandonare le speranze di riscattare
il disastro di Stalingrado;
- 30 divisioni, di cui 7 corazzate, annientate;
- 3500 aerei abbattuti.
15-17,
bombardamenti alleati sulle linee ferroviarie intorno a Napoli e sulla
città, per rallentare l'afflusso di rifornimenti verso la Sicilia;
17, Agrigento è
liberata dalle truppe americane;
19, primo bombardamento
aereo di Roma: l'obiettivo è lo scalo ferroviario di San Lorenzo,
ma anche intere zone popolose della città subiscono gravissimi
danni, in particolare il quartiere Tiburtino; i morti tra la popolazione
civile sono 1500;
anche il nodo ferroviario di Bologna viene bombardato; le truppe
alleate arrivano a Enna;
22,
dopo una marcia velocissima attraverso la Sicilia occidentale, praticamente
abbandonata dalle forze italo-tedesche, le truppe americane entrano
a Palermo.
24/25-3
ago., Amburgo, Operazione Gomorra: primo
attacco sulla città; 740 aerei del Comando Bombardieri con
le loro bombe appiccano numerosi grossi incendi;
25,
fa la sua apparizione l'8ª Forza Aerea degli Stati Uniti che
con le sue bombe appicca nuovi incendi;
25, Vittorio
Emanuele III destituisce B.
Mussolini e lo fa arrestare.
Bombardamento aereo di Livorno;
26, il Comando Bombardieri
organizza la seconda incursione in seguito alla quale si sviluppa
la "tempesta di fuoco". Amburgo, è la prima città
tedesca (anzi la prima città nella storia dell'intero mondo)
a subire una "tempesta di fuoco": durante l'attacco della
RAF cadono sulla città così tante bombe da generare
temperature elevatissime e capaci di determinare l'autoaccensione
anche nei punti non direttamente colpiti. In pratica tutto ciò
che può bruciare brucia, e tutti i materiali incombustibili
vengono fusi.
26/27, un'altra ondata
di oltre 700 aerei fa la sua incursione su Amburgo;
27, Milano subisce un bombardamento;
al quartier generale di A. Hitler vengono predisposti i piani per l'occupazione militare
dell'Italia, il disarmo delle truppe italiane e la liberazione di
B.
Mussolini; intanto nuove truppe tedesche vengono fatte
affluire in Italia da altri fronti.
Agosto
2/3, Amburgo, un'altra
incursione della RAF non ottiene alcun successo a causa delle
cattive condizioni metereologiche; comunque in totale, nei tre principali
attacchi, tutti eseguiti dal Comando Bombardieri britannico, oltre
2.350 aerei hanno sganciato sulla città 7.200 tonnellate di
bombe incendiarie e ad alto esplosivo: nel corso dell'intera battaglia,
in un periodo di nove giorni il totale delle bombe sgancate sull'obiettivo
ha raggiunto le 9.000 tonnellate.
Le statistiche parlano di 277.500 case d'abitazone e di 183
edifici industriali distrutti; installazioni portuali messe
quasi completamente fuori uso, 180.000 tonnellate di naviglio
affondate in porto.
Il Comando Bombardieri britannico ha perso soltanto cinquantasette
aerei.
[Il conto totale dei morti sarà completato dalle autorità
civiche di Amburgo soltanto nel 1957 sulla base complessiva
ed approssimativa di 50.000 morti, tra cui 7.000 bambini e adolescenti.
Del resto in città le temperature, in determinate zone,
hanno raggiunto tra i 1.000 e i 1.500 gradi centigradi.]
Sui cieli tedeschi ormai l'aviazione alleata prevale sulla
Luftwaffe.
5, le truppe sovietiche
liberano Oriol e Belgorod.
Dopo tre settimane di violentissimi combattimenti nella zona
dell'Etna, le truppe del mar.llo B.L.
Montgomery entrano a Catania.
5-10,
gli Alleati sbarcano in Calabria.
6, all'incontro italo-tedesco
di Tarvisio partecipano i ministri degli esteri (Raffaele
Guariglia e J.
von Ribbentrop) e i capi di S.M. (V. Ambrosio e W.
Keitel): si discute del proseguimento della guerra, ma
i tedeschi sospettano degli italiani.
Il sommergibile Flutto viene affondato mentre attaccava
un convoglio angloamericano diretto in Sicilia.
13, Milano, primo massiccio
bombardamento;
15,
Milano, altro bombardamento che colpisce il Teatro alla Scala;
truppe americane e canadesi sbarcano sull'isola di Kiska, che
è stata abbandonata dai giapponesi; termina così
l'occupazione nipponica delle Aleutine occidentali.
17, uno stormo di 571 bombardieri
della RAf attacca gli impianti segreti di Peenemünde, dove vengono
prodotte le "bombe volanti" tedesche.
Il col.gen. Hans Jeschonnek, capo
di S.M. della Luftwaffe,
si toglie la vita nella Prussia orientale.
Con l'ingresso degli americani a Messina le truppe alleate completano
l'occupazione della Sicilia;
gli alleati hanno catturato circa 6000 tedeschi e oltre 25 mila
italiani, ma 40 mila tedeschi e 60 mila italiani sono riusciti
a ritornare sul continente.
17-24,
Conferenza di Quebec: F.D.
Roosevelt e W. Churchilldecidono lo sbarco nelle Filippine, l'invasione
della penisola italiana e la costruzione della bomba atomica.
19-20, nel corso di incontri
segreti a Lisbona, il gen. Aldo Castellano
riceve dagli alleati le condizioni di armistizio che il governo italiano
potrà solo accettare o respingere, non essendo negoziabili.
23, le truppe sovietiche
liberano Karkov; pesantissimi bombardamenti su Berlino.
26,
le nazioni alleate riconoscono il Comitato di liberazione nazionale
francese.
29,
sciopero generale in Danimarca contro lo stato d'assedio imposto dai
tedeschi.
31, dopo aver riferito
a Roma circa i colloqui di Lisbona, il gen. Aldo
Castellano è mandato a incontrarsi ancora con gli alleati
in Sicilia per ottenere che l'annuncio dell'armistizio sia preceduto
(e non seguito) dallo sbarco alleato; la richiesta è respinta.
Settembre
1°, sentito il
nuovo rapporto del gen. Aldo Castellano,
rientrato a Roma dalla Sicilia, il vertice militare e il re decidono
di accettare la proposta alleata di armistizio;
3 ,
Cassibile (Sicilia), viene firmato dal gen.
Aldo Castellano per l'Italia e dal magg.gen. Walter
Bedell Smith per gli alleati l'armistizio cosiddetto "corto",
con cui il governo italiano si impegna a cessare le ostilità
verso gli alleati e a mettere a loro disposizione il territorio nazionale
per le operazioni di guerra contro la Germania;
gli alleati si impegnano a far sbarcare a Roma, al momento dell'annuncio
dell'armistizio una Div.ne aviotrasportata per collaborare alla
difesa della città;
3-4,
truppe britanniche e canadesi sbarcano in Calabria e occupano Reggio.
4, truppe australiane sbarcano
a est di Lae, sulla costa nord-occidentale della Nuova Guinea: l'isola
sarà completamente riconquistata otto mesi dopo.
5, Le truppe sovietiche
liberano Stalino;
7, i tedeschi sono espulsi
dal bacino del Donez.
Giunge segretamente a Roma il gen. americano Maxwell Taylor per concordare le modalità
dello sbarco di truppe aviotrasportate alleate.
8, nelle prime ore del mattino,
il governo italiano si mette in contatto con l'alto comando alleato
rifiutando con pretesti l'offerta della Div.ne aviotrasportata e cercando
di rinviare l'annuncio dell'armistizio; il comando alleato minaccia
rappresaglie se l'armiistizio non sarà annunciato come previsto;
ore 16,30, «Radio New York» annuncia la firma dell'armistizio
con l'Italia, nonostante la richiesta del mar.llo P.
Badoglio di procrastinare la notizia a causa della
minacciosa presenza di truppe tedesche nei dintorni di Roma;
ore 19,30, costretto dagli eventi anche il "nuovo
governo Badoglio" annuncia la firma dell'armistizio con
gli alleati mentre l'Italia centrosettentrionale viene occupata
dalle truppe tedesche; ciò pone fine all' "asse Roma-Berlino".
8-11, le truppe tedesche già presenti in Italia
iniziano a disarmare le truppe italiane, lasciate prive di direttive
e spesso abbandonate dai comandanti; nonostante numerosi episodi
di resistenza, come la battaglia di Monterotondo (in cui reparti
della Div.ne Piave si oppongono con successo a una
colonna di paracadutisti tedeschi), l'esercito si sbanda; intanto
nuove Div.ni germaniche occupano il territorio fino oltre Roma;
SFACELO DELL'ESERCITO ITALIANO
Un'ora dopo l'annuncio dell'armistizio, lungo la linea ferroviaria
altoatesina, alla chiusa di Ceraino, al ponte di Parono avvengono
scontri di pattuglie e movimenti di truppe tedesche spinte a
occupare le posizioni strategiche necessarie a mantenere sicure
le comunicazioni:
- in tarda sera un reparto tedesco tenta disarmarre il plotone
che difende la stazione di Nizza, il quale oppone sangunosa
resistenza, ma è sopraffatto;
- da Anzio a Nettuno a Salerno, le Div.ni costiere vengono invitate
a deporre le armi e, se rifiutano, attaccate;
- sul Volturno, la Div.ne Pasubio svanisce o lo era
già al momento dell'intimazione;
- XIX C.d'A.: tenta una resistenza soltanto il gen.
Ferrante Gonzaga, comandante della
222ª Div.ne costiera, assassinato a Buccoli (Salerno) mentre
chiama i suoi soldati alle armi;
- mentre si tentano i primi attacchi contro Roma, vengono disarmate
la Div.ne Piacenza e tutte le unità costiere
fino a Civitavecchia, subito occupata;
- sul Moncenisio: il battaglione alpini Moncenisio
resiste per due giorni finché riceve l'ordine di ritirarsi.
IV Armata (gen. Mario Vercellino)
(da tempo in Francia, chiamata dai francesi "L'armée
des parfums"): rimasta accerchiata dalle forze tedesche,
la maggior parte delle sue unità viene sorpresa in fase
di movimento per il ritorno in Italia concordato con i tedeschi:
. I e XXV C.d'A.: non appena trovate bloccate le strade
del Varo, si arrendono subito, assieme a due Div.ni costiere<;
. V C.d'A.: affrontato presso Ormea da una colonna motorizzata,
patteggia: si salva con pochi uomini il gen. Bancale;
. XV C.d'A.: presso Genova si disfa, la Pusterla
parte a Tolone, parte in Savoia, parte in Piemonte;
a Gap un battaglione resiste molto valorosamente; ad Annency,
altri reparti riparano in Svizzera dopo qualche scontro;
verso sera i soldati italiani sono ammassati dai tedeschi sulle
rive di Nizza.
Cuneo: il gen. Salvi, di
propria iniziativa, mette il presidio in libertà;
Alessandria: una compagnia tedesca completa il disarmo
di 6000 soldati che vengono fatti prigionieri;
Torino: viene consegnata ai tedeschi dal gen. Enrico
Adami-Rossi, fascista;
Asti, Mondovì, Alba, Brà, Aosta: cadono
in mano tedesca senza combattere;
Tortona: cade dopo una parvenza di difesa.
Napoli, nella notte dell'armistizio e la mattina dopo,
i tedeschi occupano tutti gli aeroporti intorno alla città
e i caposaldi di Villa Literno, di Mondragone e d'altri posti.
SARDEGNA: fino a questo momento nessun incidente si
è visto tra italiani e tedeschi; il gen. Basso,
comandante delle forze dell'isola, stava sempre con il gen.
Lungerhausen, capo della Div.ne
corazzata tedesca: studiavano assieme, secondo gli ordini, la
difesa del territorio. Ora, di comune accordo, fissano il 17
settembre per lo sgombero totale. Le operazioni per l'evacuazione
dell'isola si svolgono quindi spedite e senza incidenti.
Solo l'amm. Bruno Brivonesi, comandante
la Maddalena, aprirà il fuoco sulle motozattere tedesche
in fuga impegnando un combattimento che provocherà molte
vittime tra gli italiani.
CORSICA: si trovano circa 80.000 italiani della Div.ne
Friuli al comando del gen. Magli
e 5.000 tedeschi di una brigata corazzata; i tedeschi tentano
invano di prendere Bastia, difesa dalla Div.ne Friuli
che ne sbarra gli ingressi;
9,
sbarco di Salerno" o "operazione Avalanche";
avendo come obiettivo il porto di Napoli, la V Armata
americana, comandata dal gen. M.W.
Clark, effettua questo sbarco: all'alba più di 600
unità nava, li provenienti dall'Africa settentrionale e dalla
Sicilia, sbarca nella piana del Sele: a sud il VI C.d'A. americano
del gen. E. Dawley, a nord il X
C.d'A. britannico del gen. R. McCreery;
superate facilmente le difese avversarie, gli alleati occupano
Salerno, Battipaglia e Paestum spingendosi all'interno per circa
15 km;
truppe britanniche sbarcano a Taranto;
ore 02:00, come da ordini ricevuti, per non consegnarsi
ai tedeschi l'amm. Carlo Bergamini,
comandante in capo della flotta italiana, fa uscire le navi
di La Spezia (vi rimangono gli incrociatori da 10.000 tonn.
Bolzano e Gorizia per lavori):
- corazzata Roma [stazza 35.000 tonn., varata a Trieste
nel 1938, entrata in linea nel 1942],
- corazzata Italia [ex corazzata Littorio
da 35.000 tonn. varata a Genova nel 1940; danneggiata nell'attacco
su Taranto all'inizio della guerra è stata poi rimessa
in efficienza e, il 25 luglio 1943, ribattezzata col nome di
Italia],
- corazzata Vittorio Veneto (gemella della Littorio),
- incrociatore Attilio Regolo,
- C.T. Vivaldi,
- C.T. Da Noli,
- ecc.
raggiunte in mare dalla 7ª Div.ne navale, al comando dell'amm.
Romeo Oliva, tre incrociatori provenienti
da Genova:
- Eugenio di Savoia,
- Duca d'Aosta,
- Montecuccoli,
si dirigono verso la Maddalena;
ore 15:00 ca, nelle acque dell'Asinara, la flotta italiana
viene intercettata da aerei della Luftwaffe: la corazzata Roma
viene centrata da una bomba planante radioguidata e affonda
in pochi minuti con 1500 (su 1800) uomini d'equipaggio;
[A raccogliere i naufraghi ci pensano le torpediniere Pegaso
e Orsa che poi raggiungono Pollenza dove rimarranno
internate fino alla fine della guerra.]
viene colpita anche la corazzata Italia ma riesce a
continuare la navigazione;
mentre uno dopo l'altro i porti dell'alto Tirreno cadono in
mano tedesca, il C.T. Vivaldi è colpito a morte
dalle artiglierie costiere tedesche e il C.T. Da Noli,
salta su una mina.
Mentre levano l'ancora, le torpediniere Ardito e Aliseo
vengono colpite dalle batterie tedesche di Bastia: la prima
resta immobilizzata.
I comandi alleati del Mediterraneo si preparano a ricevere
in consegna la flotta italiana:
dalle navi operanti dinanzi a Salerno vengono distaccate verso
Bona, per farle da scorta [in realtà "to shepherd"]
verso Malta:
- nave da battaglia Warspite (che aveva assistito alla
resa della flotta tedesca nel 1918],
- nave da battaglia Valiant (affondata dai M.A.S. italiani
nel 1941 e recuperata],
- una flottiglia di C.T.,
- la piccola nave greca Olga e
- la nave francese Le Terrible.
Roma, il Comitato nazionale delle opposizioni proclama la nascita
del Comitato di liberazione nazionale (C.L.N), destinato
a coordinare la lotta contro i nazifascisti.
9-17,
dopo un tentativo, fallito, di impadronirsi della piazzaforte della
Maddalena, le truppe tedesche (circa 30 mila uomini) lasciano la Sardegna
per la Corsica; nonostante la schiacciante superiorità numerica
delle truppe italiane (oltre 130 mila uomini) il gen. Basso
decide di agevolare la fuga dei tedeschi.
Milano, un gruppo di comunisti, prese le armi gettate dai soldati
italiani, respinge un plotone tedesco inviato a occupare la
stazione centrale.
Milano, Como e Varese sono ancora libere; il gen. Ruggero,
responsabile della loro difesa, stipula un accordo con i tedeschi
assumendosi ogni responsabilità per il mantenimento dell'ordine.
Per le strade piemontesi e lombarde sfilano soldati sbandati
di ogni nazionalità e fuggiaschi di ogni genere.
Genova: è già circondata dai tedeschi,
col porto e la zona industriale bloccati;
Savona: già dal mattino in mano ai tedeschi. VENETO, tutte le città cadono rapidamente in
mano tedesca; solo a Verona alcuni centri di resistenza si oppongono
al disarmo, in particolare i soldati dell'8° artiglieria
comandati dal col. Spiazzi; migliaia
di uomini con il gen. Orengo vengono
deportati come prigionieri in Germania; nella zona delle montagne,
verso le Dolomiti e verso la Carnia, grossi reparti si ritirano
incalzati dai tedeschi e costituiscono subito alcune bande.
V Armata (gen. Caracciolo
di Feroleto): nonostante i severi ordini di tenere a
ogni costo, i vari centri della zona dove il comandante sperava
di organizzare un'azione alle spalle della III Div.ne Panzer-Grenadiere,
cadono rapidamente uno dopo l'altro: Orviero, Chiusi, Tarquinia,
Viterbo.
VII Armata (gen. Mario Arisio):
perde subito il suo centro, Potenza (dove il comandante, col.
Faccin, vistosi sopraffatto, si
uccide). Comprendeva 3 C.d'A.:
- XIX C.d'A., in Campania: si sfalda tutto e viene travolto,
trovandosi nel territorio percorso dalle Div.ni tedesche dirette
a Salerno; a Nola, per rappresaglia contro alcuni tedeschi morti
in uno scontro con soldati del 48° artiglieria, vengono
fucilati:
. col. Ruberto, comandante del
presiddio,
. col. De Pasqua, comandante del
deposito, con 8 suoi ufficiali.
Ad Aversa, sempre per rappreesaglia, vengono assassinati numerosi
carabinieri;
- IX C.d'A., in Puglia: cadono Foggia (il comandante,
gen. Caperdoni, tenta di uccidersi),
Manfredonia, Cerignola, Gioa del Colle, Santeramo, Gravina,
Altamura, e in genere tutti i centri, gli aeroporti, e persino
i comandi dei carainieri a ovest della linea Bari-Taranto. Si
disperdono i presidi della 209ª Div.ne costiera. Ma a Putignano,
a Bitetto, a Barletta, presso Canosa, a Trani alle violenze
naziste o ai loro tentativi d'occupazione, si risponde con le
armi.
A Matera, cittadini armati cooperano con i soldati a impedire
l'entrata dei tedeschi. A Bari un reparto di circa 200
pionieri tedeschi inizia la distruzione del porto ma l'intervento
del gen. Bellomo con alcune truppe
in fase di sbandamento riesce a limitare i danni; un intervento
successivo del gen. Caruso con
reparti più consistenti obbliga i tedeschi alla resa.
Nonostante i fatti citati, il comandante del IX C.d'A.
riesce a salvare la massima parte delle due Div.ni Legnano
e Piceno e tutte le sue truppe mobili.
- XXXI C. d.A., in Calabria: le forze vengono subito
(es. Div.ne Mantova) disgregate dagli inglesi e dai
canadesi, disarmate e i soldati messi nei campi di concentramento;
gli sbandamenti sono comunque pochi anche perché gli
inglesi proibiscono ai soldati italiani di andare al nord.
[Gli ultimi due sono più "fortunati", sia perché
l'armistizio ha colto i tedeschi in ritirata da queste regioni,
sia perché i comandi hanno potuto agire.]
10,
le due squadre navali italiana e inglese si incontrano a Cap de Garde
presso Bona;
a bordo dell'incrociatore Eugenio di Savoia, dove ci
sono le insegne di comando, si recano il cap. Brownrigg
e il ten. Seth Smith in rappresentanza
dell'amm. sir Andrew Cunningham
per conoscere la consistenza della squadra italiana e comunicarla
al comando; le unità navali italiane ricevono così
l'ordine di mettersi in formazione dietro le inglesi e di seguirle;
intanto il gen. Eisenhower e l'amm.
sir Andrew Cunningham sono saliti
sul C.T. Hambledon per assistere a nord di Biserta
alla sfilata dei vascelli conquistati;
dietro la Warspite e la Valiant, sfilano gli
incrociatori:
- Eugenio di Savoia (amm. Romeo
Oliva),
- Duca d'Aosta,
- Duca degli Abruzzi,
- Montecuccoli,
- Garibaldi;
seguono, affiancate dai C.T. italiani naviganti a poppa dei
C.T. inglesi, le corazzate:
- Vittorio Veneto
- Italia.
Malta, nel pomeriggio arrivano per prime da Taranto:
- Duilio
- corazzata Andrea Doria [stazza 23.622 tonn.
varata a ?];
- corazzata Duilio,
- 2 incrociatori,
- 1 C.T..
Dopo la morte dell'amm. di squadra Carlo
Bergamini, il comando della flotta è stato preso,
come ufficiale anziano, dall'amm. Alberto
da Zara.
Pistoia: è occupata dai tedeschi che hanno superato
facilmente il passo della Futa;
Roma, lo stesso giorno, alle porte di Roma, in particolare
nel quartiere romano di Porta San Paolo civili e militari, senza
ordini e con poche armi, cercano di difendere Roma dalle truppe
tedesche che la invadono: tra i civili vi saranno oltre 400
morti;
ore 16:00, il mar.llo Caviglia
e il gen. Calvi di Bergolo firmano
la capitolazione della città, mentre i reparti tedeschi
già entrano nella capitale;
le truppe britanniche entrano a Brindisi e a Catanzaro;
Vittorio Emanuele III, P.
Badoglio e il loro seguito sbarcano a Brindisi.
Appena arrivati a Brindisi, i gen.li V. Ambrosio e M.
Roatta assegnano, senza ragione,
al IX C.d'A. il numero LI; mettono in moto la Div.ne Piceno
con l'intenzione di affiancarla alle truppe alleate ma alla
prima tappa gli inglesi la fermano; propongono di sbarcarla
in Abruzzo, alle spalle dei tedeschi, e viene rifiutato.
Per ordine di A. Hitler una parte dei territori italiani viene annessa
al Reich tedesco:
- le province di Bolzano, Belluno e Trento costituiscono la
regione del "Voralpenland";
- le province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana
costituiscono la regione dell' "Adriatisches Küsterland".
10-11,
le truppe del gen. M.W.
Clark occupano il porto di Salerno ma sono bloccate
da una violenta resistenza tedesca;
11, il feldmar.llo A.
Kesselring,comandante del Gruppo di Armate C in
Italia, dichiara "zona di guerra" tutto il territorio
italiano sotto controllo tedesco; sferra un contrattacco di
mezzi corazzati al centro dello schieramento degli alleati sbarcati
a Salerno.
Mentre rimane qua e là qualche unità della IV Armata, il gen. Mario Vercellino,
per evitare la loro cattura, dichiara sciolta l'Armata liberando
tutti da ogni vincolo di servizio; il gen. Operti
apre i magazzini dell'Armata a Carrù, invitando i vicini
al saccheggio per evitare che lo facciano i tedeschi.
Firenze: mentre la città cade in mano ai tedeschi,
si ha qualche resistenza delle Div.ni costiere: si combatte
a Livorno (muore il magg. Paolo Gamerra)
e a Pisa, ma tutto finisce.
A Pertula in Grecia, la Div.ne Pinerolo stipula
un accordo di collaborazione con le formazioni partigiane e
continua la lotta contro i nazisti.
La situazione degli anglo-americani si è fatta critica nel
triangolo Salerno-Eboli-Castellabate-Licosa; nella notte sul 12 i
tedeschi riprendono Battipaglia e continuano i loro contrattacchi
finendo col gettare di nuovo a forza gli alleati in mare.
12, Intanto l'AMGOT
viene sostituito nelle retrovie dall'ACC (Allied Control
Commission) la Commissione alleata di controllo.
Nascono le prime brigate partigiane (Garibaldi, Matteotti, Giustizia
e Libertà, ecc.);
circa 600.000 soldati e ufficiali italiani, catturati dopo
l'8 settembre dai tedeschi e mai considerati prigionieri di
guerra (per evitare l'intervento della Croce Rossa internazionale)
in quanto catturati prima della dichiarazione di guerra da parte
dell'Italia, vengono internati: 30.000 saranno i morti e i dispersi.
La formazione partigiana "Italia libera"
prende posizione a Madonna del Colletto.
13, i tedeschi rientrano
a Salerno; quando per gli alleati la situazione diventa disperata,
l'amm. Hewitt chiama rinforzi navali
mentre il gen. M.W.
Clark chiede altri rinforzi di uomini e armi.
Piemonte, Duccio Galimberti e
Livio Bianco danno inizio alla
lotta partigiana.
Malta, dopo un tentativo di rivolta dell'equipaggio [voleva
l'autoaffondamento] arriva la corazzata Giulio Cesare
(classe della Cavour).
[Nei giorni successivi continueranno a arrivare altre navi,
molti anche i mercantili. Un grosso "squadrone" composto
di 17 motosiluranti, 8 corvette, 6 sommergibili, altre unità
minori, raccolto nei porti tirrenici giunge al comando dell'amm.
Nomis di Pollone.
Arriva anche la Fecia di Cossato, con l'Alisco
(dopo aver distrutto dieci piccole unità tedesche, davanti
a Bastia, dove s'era perduto l'Ardito), poi 16 sottomarini
da vari punti, torpediniere da Cattaro, cannoniere e posamine
da Rodi via Nicosia.
Ma molte navi non arriveranno mai…
- corazzata Cavour
(ancora immobilizzata nel cantiere San Marco di Trieste),
- le navi lasciate a raccogliere i naufraghi
della corazzata Roma vanno poi a Port Mahon nelle Baleari
e qui sono internate,
- torpediniera Sirtori (affondata a Corfù),
- torpedinera Stocco (impegnata a Corfù, sarà
più tardi distrutta),
- le navi del cap. Avegno (distrutte
alla Maddalena),
- cannoniera Aurora (silurata fuori Ancona),
- motonave Foscari (mandata a picco dinanzi a Livorno),
- C.T. Sella, (fatto saltare da un sottomarino mentre
usciva da Venezia)
- ecc.
Secondo inchieste successive:
- 52 piccole unità vengono distrutte nei porti o in mare,
- 49, fra cui parecchie navi mercantili, si autoaffondano o
vengono sabotate perché non cadano in mano ai tedeschi.
Rifiutano invece di arrendersi:
- la squadriglia dei sottomarini della base atlantica comandata
da Enzo Grossi,
- la "Decima Mas" del principe Valerio
Borghese,
- i sottomarini stanziati a Gdynia;
e inoltre:
- il C.T. Impetuoso viene affondato dal suo comandante
Cicala Fulgosi;
- il cap. Marietti, messo in salvo
l'equipaggio, s'inabissa con il sommergibile Murena;
- Mimbelli, fatte partire per Malta
le sue motosiluranti, sbarca in un campo di concentramento;
- ecc. ecc.. CORSICA: dopo il vano tentativo di prendere Bastia,
difesa dalla Div.ne Friuli, i tedeschi si uniscono
ai reparti motocorazzati in arrivo dalla Sardegna e battono
le truppe italiane occupando il porto;
14,
Malta, le corazzate Italia e Vittorio Veneto, e
altre sette navi vengono mandate ad Alessandria, scortate da una grossa
nave inglese, dove vengono disarmate completamente.
[Alcuni giorni dopo saranno trascinate nel Lago Amaro del canale
di Sueza, in mezzo al deserto, e trasformate in campi di concentramento
sotto vigilanza dell'amm. sir John Cunningham
comandante del Levante.
Il feldmar.llo A.
Kesselring costringe le forze americane ad abbandonare
Battipaglia.
Il comandante della V Armata americana sta considerando
la possibilità di poter sgombrare.
Il feldmar.llo A.
Kesselring e Hube,
che dirige la battaglia, ritengono che gli anglo-americani non
possano rimediare tempestivamente alle enormi perdite subite;
sono sicuri di gettarli in mare prima che l'8ª Armata,
risalendo dalla Calabria, venga a rinforzarli.
Le truppe sovietiche liberano Brjansk.
14-15, Cosenza e Bari sono liberate dalle truppe
britanniche. CORSICA: ad Ajaccio sbarcano le truppe marocchine senza
incontrarvi alcuna resistenza; il loro comandante Louchet
pretende subito il comando anche delle truppe italiane ma ne
con le sue né con quelle italiane riesce ad impedire
il raduno di tutte le forze tedesche intorno a Bastia;
15,
la V Armata americana si ritira verso il mare ma le teste di
ponte degli sbarchi sono ancora salde; i tedeschi continuando nei
loro controattacchi riescono quasi a dividere gli inglesi dagli americani,
scendono lungo il Sele, riprendono Altavilla e Bersana, rientrano
ancora a Salerno, donde erano stati cacciati, arrivano in più
punti presso la costa ma poi devono fermarsi. Sono giunti grandi rinforzi
e aerei da tutte le parti del Mediterraneo.
Le corazzate Valian e Warspite, accompagnate
da uno stuolo di navi minori, aprono un bombardamento infernale
che immobilizza i tedeschi sulle posizioni raggiunte permettendo
lo sbarco di grandi rinforzi. Mentre la Warspite è
costretta a ritirarsi colpita da un siluro magnetico, le altre
unità continuano a bombardare senza sosta.
16, la potenza dell'aviazione
alleata e l'intervento dell'8ª Armata del mar.llo B.L.
Montgomery permettono
agli alleati di respingere il contrattacco tedesco del feldmar.llo A.
Kesselring;
17,
ripresa l'offensiva, gli anglo americani arrivano a Montecorvino e
risalgono le valli del Calore e del Sele;
a sud di Battipaglia, fra Vallo di Lucania e Agropoli, la V
Armata (gen. M.W.
Clark) e l'8ª Armata (mar.llo B.L.
Montgomery) si ricongiungono; attaccate dall'aviazione
alleata e bombardate dal mare, le truppe tedesche iniziano a
ripiegare dalla zona di Salerno verso nord.
Si costituisce in Danimarca il Consiglio della Libertà.
Le truppe sovietiche liberano Novorossijsk.
19, ritiro delle truppe
tedesche dalla Sardegna.
20,
Brindisi, i gen.li V. Ambrosio
e M. Roatta
emanano una circolare intitolata "Riscossa" per accendere
lo spirito combattivo delle truppe;
21, truppe alleate liberano
Eboli;
il mar.llo P.
Badoglioriceve dagli alleati la comunicazione che
per volontà superiore le truppe italiane, sino a nuovo
ordine, non devono partecipare più a nessun combattimento
e limitarsi a servizi di retrovia; al telegramma di protesta
inviato al Comando Generale alleato, questo non si degna nemmeno
di rispondere;
22,
gli alleati arrivano a Matera, già insorta contro i tedeschi
il giorno precedente.
Lo stesso giorno F.D.
Roosevelt manda istruzioni al gen. D.D.
Eisenhower< e al consultore americano Murphy
affinché raccomandino di tanto in tanto l'alleggerimento
delle clausole dell'armistizio per permettere agli italiani
di tentare la guerra contro la Germania; ma prevale la volonta
dell'Inghilterra a cui gli stati Uniti hanno riconosciuto il
primato negli affari del Mediterraneo.
L'offensiva scatenata dalla V Armata (gen. M.W.
Clark) incontra un'accanita difesa tedesca intorno
a Salerno e nella valle del Sele; si tratta di guerra di montagna
a cui gli americani sono poco allenati; più rapida cammina
l'8ª Armata (mar.llo B.L.
Montgomery inseguendo le retroguardie tedesche;
23,
l'8ª Armata (mar.llo B.L.
Montgomery) occupa Potenza e da questo momento si stabilisce
un fronte continuo con la V Armata (gen. M.W.
Clark), non un linea interrotta ma un allineamento di colonne
in marcia verso nord-ovest;
da Salerno truppe britanniche si aprono la strada verso Napoli.
Nell'Italia occupata dai tedeschi B.
Mussolini e alcuni gerarchi fascisti costituiscono
un governo fantoccio e proclamano la Repubblica sociale italiana.
Le truppe sovietiche liberano Poltava.
25, le truppe sovietiche
riconquistano Smolensk;
25-7 ott., le armate sovietiche dei fronti
della Steppa e sud-occidentale attraversano il Dniepr.
26, dopo accaniti sforzi
(con una battaglia definita la più dura dopo el-Alamein) che
si protraggono dal giorno 22, la V Armata (gen. M.W.
Clark)raggiunge la valle dell'Ofanto a Lioni (S. Angelo)
passando l'acqua e si spinge verso Avellino minacciando dalle spalle
le truppe che difendono la via di Napoli; queste si sganciano ovunque
e sono già in piena ritirata verso la linea del Volturno dopo
aver lasciato Foggia;
27,
l'8ª Armata (mar.llo B.L.
Montgomery) entra a Foggia; l'operazione viene salutata
come grande successo dagli anglo-americani essendo un punto estremamente
importante ai fini della guerra aerea (12 campi di aviazione già
costruiti a suo tempo dal governo fascista);
[Si conta di poter svolgere da Foggia una grande offensiva aerea
sulla Baviera meridionale, ricca di industrie, sulle officine
Skoda in Boemia, su alcuni centri
industriali dell'Austria (specie Vienna e Wiener Neustadt),
sulle raffinerie petrolifere della Romania (Ploesti) e, oltre
a ciò, appoggiare l'avanzata in Italia e l'azione dei
partigiani nei Balcani.]
27-28,
a V Armata (gen. M.W.
Clark) arriva davanti a Nocera, forza la resistenza delle
retroguardie tedesche sulle montagne sopra Salerno e sbocca nella
pianura, avanzando verso Pompei; ma l'avanzata è molto lenta
perché i tedeschi distruggono ponti e strade durante la ritirata;
questa lentezza permette al feldmar.llo A.
Kesselring di mantenere ordinata la ritirata e di preparare
altre linee di resistenza al nord.
Gli alleati sono comunque sulla strada verso Napoli.
27-30, Napoli, la popolazione
(ridotta ormai alla metà) insorge contro il lavoro forzato,
i rastrellamenti e la cattura di ostaggi messi in atto dai tedeschi:
in quattro giornate di violenti combattimenti le truppe germaniche
sono costrette a ritirarsi prima dell'arrivo degli alleati;
28,
truppe britanniche entrano a Foggia e si impadroniscono dell'aeroporto;
viene impiegato il 1° raggruppamento italiano motorizzato (futuro
CIL), forte di 1500 uomini al comando del gen. V.C.
Dapino, accanto ai reparti della V armata americana
a Montesarchi;
a bordo della corazzata britannica Nelson, nel porto
di Malta, alla presenza del gen. D.D.
Eisenhower e del mar.llo Alexander,
comandante delle truppe alleate in Italia, il mar.llo P.
Badogliofirma l'armistizio "lungo", col
quale l'Italia mette a disposizione degli alleati tutte le proprie
risorse finanziarie e materiali a sostegno della guerra contro
i tedeschi;
29,
CORSICA: il comandante delle truppe marocchine e italiane
Louchet decide di attaccare le
forze tedesche radunate a Bastia, ma gli elementi di copertura
resistono finché tutte le loro unità coi loro
mezzi hanno lasciato l'isola; poi anche queste si ritirano.
30,
le truppe americane entrano a Nocera;
Ottobre
1°, le truppe britanniche
entrano a Napoli già liberata dall'insurrezione popolare;
2, con un'operazione combinata
dall'entroterra e dal mare gli alleati conquistano Termoli; truppe
alleate entrano a Benevento; con un discorso al Teatro Adriano di
Roma, il mar.llo R.
Graziani, ministro della guerra della Repubblica sociale,
cerca di reclutare ufficiali per l'esercito di Salò in via
di costituzione;
2-6,
all'avvicinarsi delle truppe alleate, alcune cittadine campane e abruzzesi
– tra cui Nola, Capua e Lanciano – insorgono.
4,
CORSICA: un battaglione di bersaglieri italiani entra a Bastia
prima dei francesi, ma non vi trova più tedeschi; persino
gli ultimi guastatori, destinati a far saltare il porto, se
ne sono andati insieme al gen. von Senger-Etterlin
che con i suoi ufficiali è stato l'ultimo a partire.
I tedeschi riescono a trasportare sul continente con piccole
navi, con mezzi di fortuna e con idrovolanti, da 25 a 30.000
uomini (anche quelli della Div.ne Nembo), oltre seimila
carri, pezzi d'artiglieria e automezzi e seimila tonnellate
di materiale bellico, senza che l'aviazione o la marina degli
alleati e dei francesi (hanno pur mandato 4 incrociatori, alcuni
C.T. e due sottomarini) abbiano non solo impedito ma inferto
loro serie perdite.
[Perdite italiane: 603 morti e 2352 feriti nelle due Div.ni.
Minime quelle francesi. Malgrado queste prove, gli alleati non
daranno alcuna importanza alla collaborazione italiana. Eppure
dal 29 settembre al 4 ottobre hanno combattuto in Corsica:
- sette battaglioni italiani, con tre battaglioni semoventi,
un battaglione mortai e sedici batterie
- tre battaglioni marocchini accompagnati da uno squadrone di
carri leggeri;
due C.T. italiani hanno partecipato alle operazioni di sbarco
dei francesi e automezzi italiani sono stati dati ai marocchini.
Nel rapporto tenuto alla stampa l'8 ottobre dal gen. Dewink
dello S.M. di Giraud, non c'è
il minimo cenno ai soldati italiani. La settimana dopo, quando
le truppe italiane saranno trasferite in Sardegna, saranno obbligate
dal comando alleato a consegnare ai francesi tutte le loro armi,
tutti gli automezzi, i viveri e il materiale bellico.]
7,
i tedeschi fanno prigionieri e deportano in Germania 1500 carabinieri
romani;
8, le truppe alleate entrano
a Capua già libera; iniziano i combattimenti tra forze partigiane
e teedeschi in Va d'Ossola;
12, la V armata del
gen. M.W.
Clark incomincia l'attraversamento del Volturno, incontrando
una forte resistenza dei tedeschi che proteggono il ripiegamento sulla
"linea Reinhard";
13,
il regio governo italiano dichiara guerra alla Germania;
all'Italia gli alleati riconoscono lo status di paese "cobelligerante".
19-30,
Conferenza di Mosca dei ministri degli esteri alleati, con
la parteciazione di
- Hull, per gli Stati Uniti,
- Eden, per la Gran Bretagna
- Molotov,
per l'Unione Sovietica;
si discute il trattamento da riservare, alla fine della guerra,
ai paesi nemici e a quelli occupati dalle truppe dell'Asse.
19-31,
II guerra cino-giapponese
nelle conversazioni di Mosca, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione
Sovietica riconoscono la Cina libera come una delle quattro
grandi potenze.
23,
le truppe sovietiche liberano Melitopol;
25, le truppe sovietiche
liberano Dniepropetrovsk.
28-2 nov.,
truppe americane sbarcano nelle isole di Choiseul e di Bougainville,
nelle Salomone.
Novembre
3, sul versante adriatico del fronte, la VII Armata del mar.llo B.L.
Montgomery attacca le truppe tedesche schierate lungo la
"linea Reinhard" e le costringerà ad arretrare e
ad attestarsi sulla "linea Gustav", oltre il fiume Sangro;
5-15, sul versante tirrenico
del fronte, le truppe del gen. M.W.
Clark tentano di sfondare la "linea Reinhard",
ma sono bloccate da una durissima resistenza tedesca.
6, le truppe sovietiche
riconquistano Kiev.
8,
il gen. H.-H.
Giraud dà le dimissioni dal Comitato Nazionale di
Liberazione Francese; Ch.
De Gaulle resta unico presidente.
8, la 8ª Armata entra
a Isernia e di qui attraversa l'alta valle del Volturno.
13,
le truppe sovietiche liberano Zitomir.
20, con una controffensiva
i tedeschi riprendono Zitomir.
Truppe americane sbarcano a Tarawa, nelle isole Gilbert.
20-28,
il mar.llo B.L.
Montgomery attacca le posizioni tedesche sul Sangro; dopo
otto giorni di duri combattimenti, le truppe tedesche del versante
adriatico abbandonano la "linea Gustav" e iniziano un lento
ripiegamento.
22,
grande incursione alleata su Berlino: oltre 700 mila persone abbandonano
la capitale del Reich; tutte le città tedesche sono ormai bersaglio
dei quotidiani bombardamenti alleati.
22-26, Conferenza del
Cairo tra F.D.
Roosevelt, W. Churchill e Chiang
Kai-shek;
Chiang Kai-shek
prende parte come uno dei "grandi" ai colloqui del
Cairo dove si decide l'assetto della Cina postbellica (reintegrazione
della Manciuria e di Formosa).
Le truppe sovietiche del fronte bielorusso liberano Gomel.
28-1 dic.,
Conferenza di Teheran
F.D.
Roosevelt, W. Churchille Stalin
si accordano per l'operazione di sbarco (denominata Overlord)
nella regione settentrionale della Francia, cui dovrebbe seguire
tra qualche mese uno sbarco sulle coste meridionali; la direzione
suprema viene affidata al gen. americano D.D.
Eisenhower;
le forze navali sono poste al comando dell'amm. inglese B.H.
Ramsay e quelle terrestri al comando del mar.llo inglese
B.L.
Montgomery;
allo scopo di evitare un'invasione alleata i tedeschi hanno
già eretto un grandioso complesso di fortificazioni sul fronte
occidentale (il Westwall), difeso da 64 divisioni al
comando del feldmar.llo K.
von Rundstedt, mentre le forze che hanno il compito
della difesa immediata della Manica (il gruppo di armate B)
sono comandate dal feldmar.llo E.
Rommel.
29, a Jajce, in Bosnia,
si riunisce per la seconda volta il Consiglio antifascista di liberazione
nazionale jugoslavo.
Dicembre
8, nella battaglia
di Monte Lungo entrano per la prima volta in azione contro i tedeschi,
subendo gravi perdite, le truppe del I Raggruppamento motorizzato
italiano (poi confluito nel CIL (Corpo Italiano di Liberazione)), inquadrate
nell'Armata del gen. M.W.
Clark.
Offensiva sovietica: battaglia del Dnepr.
14,
le truppe sovietiche liberano Cerkassy.
16, truppe americane sbarcano
nella Nuova Britannia, dove tuttavia la guarnigione giapponese resisterà
fino alla fine delle ostilità.
20,
i partigiani fanno saltare un convoglio militare carico di munizioni
sulla linea ferroviaria Roma-Cassino.
24,
i partigiani sabotano il viadotto di Vernate, interrompendo la line
ferroviaria Cuneo-Ventimiglia;
28,
le truppe del mar.llo B.L.
Montgomery entrano a Ortona.
31, le truppe sovietiche
riconquistano definitivamente Zitomir.
Nel 1943, l'aviazione tedesca ha sganciato sull'Inghilterra
circa 2 mila tonnellate di bombe, mentre l'aviazione alleata
ne ha sganciate sulla Germania 120 mila tonnellate;
Nel corso dell'anno i tedeschi hanno distrutto circa 3,5 milioni
di tonnellate di naviglio alleato, perdendo circa 290 sottomarini.
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