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ANNO 1943
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Papa Pio XII
(1939-58)

II Guerra Mondiale
1943
Gennaio
II guerra cino-giapponese
i trattati vengono scambiati;
intanto
- Giappone
- Italia e
- governo francese di Vichy
dichiarano decaduti i privilegi stranieri in Cina a favore del governo di Nanchino.
10, i sovietici offrono alle truppe tedesche di Stalingrado la possibilità di arrendersi:  F.W.E. Paulus respinge la proposta;
12, Leningrado: i tedeschi perdono Schlüsselburg e riescono con una controffensiva ad aprirsi un varco per cui possono passare i rifornimenti alla città.
13, mobilitazione generale in Germania;
14-26, Conferenza di Casablanca: il presidente statunitense F.D. Roosevelt e il primo ministro britannico W. Churchill (invitati anche i francesi H.-H. Giraud e Ch. De Gaulle) decidono di condurre la guerra contro le potenze dell'Asse; viene approvato lo sbarco in Italia.
14, "battaglia del Don": anche tedeschi e ungheresi abbandonano le loro posizioni lasciando scoperte le ali degli alpini italiani;
15, il feldmar.llo gen. Erhard Milch viene nominato da A. Hitler capo dei rifornimenti aerei di Stalingrado con poteri speciali;
17, il comando dell'Armir si decide a impartire l'ordine di ritirata che inizia in condizioni disperate: solo il sacrificio delle Div.ni Julia, Cuneense e Vicenza alla retroguardia e la tenuta della Div.ne Tridentina, che riesce a mantenere l'inquadramento alla testa della colonna, permettono la rottura dell'accerchiamento sovietico a Nikolaevka;
18, le truppe sovietiche riescono a creare una breccia nell'assedio di Leningrado, aprendo una via di comunicazione terrestre a oriente della città.
20, verso sera il magg. von Zitzewitz parte in aereo dalla sacca;
21, il magg. von Zitzewitz parla a Novocerkask con il feldmar.llo E. von Manstein il quale si schiera in favore della capitolazione di F.W.E. Paulus;
22, il magg. von Zitzewitz si presenta a rapporto da A. Hitler;
23, occupazione inglese di Tripoli; tutta la Libia cade in mani alleate, mentre le forze italo-tedesche ripiegano in Tunisia.
25, le truppe sovietiche liberano completamente la città di Voronez, da cui partirà la controffensiva in direzione di Kursk; a Nikolajewka alcuni reparti italiani superstiti riescono a sfondare le linee sovietiche e a sottrarsi all'accerchiamento; è l'ultimo atto della spedizione italiana in Russia che si concluderà con perdite impressionanti: circa 85 mila tra morti e dispersi e circa 27 mila congelati;
29, il capo di S.M. italiano, gen. U. Cavallero, viene destituito; sarà rimpiazzato dal gen. V. Ambrosio;
30, i resti del C.d'A. Alpino, a cui si sono aggregati sbandati ungheresi e tedeschi, possono considerarsi fuori della sacca dopo aver perduto l'80% degli effettivi;
nella ritirata in Russia periscono 84.832 soldati italiani.
[300.000 erano quelli inviati in due riprese, giugno 1941 e ottobre 1942]
31-2 feb., a Stalingrado, nonostante gli ordini contrari di A. Hitler, il gen. F.W.E. Paulus si arrende ai sovietici con la sua 6ª armata composta da 90-100.000 superstiti (pesantissime le perdite tedesche: 250 mila morti o feriti gravi, 150 mila prigionieri, enormi quantitativi di armi e mezzi distrutti o catturati dai sovietici);
[Nella sacca il 24 novembre 1942 (secondo le valutazioni del gen. F.W.E. Paulus) c'erano 220.000 uomini.
[Secondo dati russi 107.800 sono fatti prigionieri per cui, detraendo i 42.000 trasportati fuori in aereo (fino al 24 gennaio 1943, ultimo giorno), le perdite della 6ª armata dopo la formazione della sacca ammontano probabilmente a 70.200 morti.]
Subito dopo la cattura del feldmar.llo F.W.E. Paulus, si dichiarano sorpresi di trovarlo ancora lì gli alti ufficiali sovietici:
. Sciumilov, ten.gen., comandante della 6IV Armata a Stalingrado,
. Rokossovski, gen., comandante in capo del "fronte Don",
. Voronov, gen. dell'artiglieria,
. Vassilievski, gen., delegato capo della STAVKA, cioè del quartier generale dello S.M. per il "coordinamento delle operazioni presso Stalingrado".
Ancora per divergenze con A. Hitler, si dimette l'amm. E. Raeder, comandante supremo della flotta tedesca sostituito dall'amm. K. Dönitz.
Alla fine di gennaio l'1 a, col. Elchepp e l'1 c, ten. col. Niemeyer, compiono di loro iniziativa un tentativo di uscita dalla sacca.
[Da questo momento sono dispersi. 2 A è il col. Adam.]
Il col.gen. Jaenecke, ferito a Stalingrado, diviene poi comandante della 1VII Armata. Fatto prigioniero dai russi in Cecoslovacchia nel 1945, viene condannato a 25 anni di lavori forzati. Sarà rilasciato nel 1955.
Il ten.gen. Hellmut Schlömer, comandante della 3ª Div.ne di fanteria motorizzata, viene incaricato del comando del XIV C.d'A. corazzato dopo la partenza del gen. Hube.
Il ten.gen. Alexander von Daniels, comandante della 376ª Div.ne di fanteria entrerà a far parte dell "Unione degli ufficiali tedeschi".
Il magg.gen. Otto Korfes aderisce al "Comitato nazionale Germania libera". Dopo il 1945 sarà ufficiale superiore della polizia popolare della zona sovietica, dove si metterà in luce anche come storico della guerra e pacifista.
Il col. Bader, capo dell'intendenza della 6ª armata, è rimasto fuori della sacca.

Febbraio
, il barone von Weichs è promosso feldmar.llo;
3, premuto dall'offensiva del gen. G.K. Zukov, l'esercito tedesco si ritira dal Caucaso.
7-9, "battaglia di Guadalcanal" i giapponesi non potendo più ricevere rinforzi devono abbandonare l'isola imbarcando i reparti superstiti su alcuni cacciatorpediniere; gli Stati Uniti si aprono così la via alla conquista dell'intero arcipelago delle Salomone;
Perdite subite:
sulla terraferma:
giapponesi: 23.000 tra morti e dispersi e 1000 prigionieri;
americani: 5.800 tra morti e feriti oltre a migliaia di soldati stroncati dal clima terribile dell'isola
sul mare:
giapponesi: centinaia di aerei, una portaerei leggera, due corazzate, quattro incrociatori e undici cacciatorpediniere;
americani: due portaerei pesanti, otto incrociatori e quattordici cacciatorpediniere;
8, dopo sei mesi di violenti combattimenti le truppe giapponesi abbandonano Guadalcanal.
8-14, nuova offensiva delle truppe sovietiche, che liberano la città di Kursk e definitivamente Rostov, formando quindi un ampio saliente che si incunea nelle linee nemiche;
9, le truppe americane completano l'occupazione dell'isola di Guadalcanal.
15-22, il feldmar.llo E. Rommel tenta una nuova offensiva, ma dopo alcuni successi iniziali è bloccato dagli alleati al passo di Kasserine.
15, Milano viene pesantemente bombardata;
23, i tedeschi lanciano una controffensiva nella regione di Karlov.
27, commandos norvegesi, paracadutati dalla RAF, e partigiani fanno saltare l'impianto in cui i tedeschi producono acqua pesante, necessaria per la realizzazione della bomba atomica.
Battaglia della Neretva: formazioni dell'Esercito di liberazione jugoslavo, attaccate da soverchianti forze tedesche, italiane e collaborazioniste, riescono, con durissimi combattimenti, a sottrarsi all'accerchiamento, passando il fiume Neretva.

Marzo
, truppe americane e australiane iniziano la controffensiva in Nuova Guinea.
Aerei alleati bombardano Berlino in forma massiccia.
5, grande manifestazione di decine di migliaia di cittadini di Atene contro il lavoro forzato per i nazisti: i carri armati tedeschi aprono il fuoco sulla folla, provocando centinaia di morti.
10, il feldmar.llo E. Rommel lascia il comando delle truppe italo-tedesche in Africa settentrionale.
12, le truppe sovietiche liberano la città di Vjazma;
14, i tedeschi riprendono l'offensiva sul fronte del Donets e occupano nuovamente Karlov.
16, offensiva britannica contro le forze dell'Asse in Tunisia, sul fronte del Mareth;
21-26, le truppe britanniche da sud e quelle americane da ovest lanciano un attacco combinato contro le forze italo-tedesche, che sono costrette a ripiegare verso il nord della Tunisia;

Aprile
8
, le truppe britanniche e americane si ricongiungono nel sud della Tunisia.
30, i giapponesi completano l'occupazione della Birmania e minacciano il confine indiano.
Rottura delle relazioni tra il governo sovietico e il governo polacco in esilio di Londra; anche la resistenza polacca si divide.

Maggio
2
, Grecia, viene costituito il comando generale dell'ELAS.
7, le truppe alleate entrano a Biserta e a Tunisi.
11, truppe americane sbarcano nell'isola di Attu (Aleutine occidentali).
11-19, nella terza Conferenza di Washington, F.D. Roosevelt e W. Churchill decidono di accelerare la campagna contro il Giappone, aggirando e isolando le basi avanzate giapponesi nelle isole del Pacifico, per avvicinarsi più rapidamente al cuore dell'impero nipponico.
12-13, in Tunisia anche le ultime truppe tedesche e italiane in Africa si arrendono: i prigionieri sono circa 300 mila.
15-15 giu., l'Esercito di liberazione jugoslavo respinge una nuova offensiva, condotta da ingenti truppe tedesche, in Erzegovina.
27, in Francia, nella clandestinità, si riunisce per la prima volta il Consiglio Nazionale della Resistenza.
29-3 giu., Conferenza di Algeri: vengono approvati i piani di invasione della Sicilia;
30, arrivo di Ch. De Gaulle ad Algeri;

Giugno
3
, Algeri, si costituisce il Comitato Francese di Liberazione Nazionale; il gen. Ch. De Gaulle deve accettare di condividere la presidenza con il moderato gen. H.-H. Giraud, gradito agli americani;
sbarco alleato a Pantelleria;
11, dopo intensi bombardamenti, si arrendono le guarnigioni italiane di Pantelleria, Lampedusa e Linosa che vengono occupate da truppe britanniche.
16, battaglia aerea nel cielo di Guadalcanal: gli americani abbattono 107 aerei, perdendone solo 6.
21, truppe americane occupano la Nuova Georgia.
Prime azioni militari contro gli occupanti da parte dei "maquis" (formazioni partigiane francesi) in Alta Savoia.
24, in un discorso ai gerarchi fascisti, che sarà reso pubblico alcuni giorni dopo, B. Mussoliniafferma che un eventuale sbarco alleato sarà fermato "su quella linea che i marinai chiamano del bagnasciuga".
In estate alti ufficiali della 6ª armata con a capo il gen. von Seydlitz, fondano, in collaborazione con fuorusciti comunisti tedeschi nell'Unione Sovietica, l' "Unione ufficiali tedeschi" nel quadro del "Comitato nazionale Germania libera".

Luglio
5
, "battaglia di Kursk", i tedeschi, per eliminare il saliente creato dai sovietici a febbraio, hanno intanto concentrato nella zona circa 40 divisioni (metà ca corazzate) per complessivi 900.000 uomini al comando del feldmar.llo G. von Kluge;
da nord e da sud, nel settore di Orel e di Bjelgorod, sferrano un violentissimo attacco in special modo con i carri armati Mark VI Tigre.
[Walter von Hünersdorff (1898-1943), già 1 b sotto F. Paulus, nel 1942 capo di S.M. della 3ª armata centro ed ora ten. gen. e comandante della 6ª Div.ne corazzata, subisce un grave ferita in seguito alla quale entro l'anno morirà.]
9-10, nella notte, preceduti dai paracadutisti e truppe su alianti, iniziano gli sbarchi alleati in Sicilia (operazione "Husky");
le truppe americane della VI armata, agli ordini del gen. G.S. Patton, sbarcano presso Gela, sul tratto di costa tra Licata e Scoglitti;
il secondo sbarco alleato è effettuato dalle truppe britanniche della VIII armata, comandata dal mar.llo B.L. Montgomery, che prendono terra sul tratto di costa tra Capo Passero e Cassibile; complessivamente le forze sbarcate ammontanto a oltre 180 mila uomini e comprendono anche due divisioni corazzate.
10, entra in funzione l'AMG (Allied Military Governement) il Governo militare alleato che in Italia diviene l'AMGOT (Allied Military Governement Occupied Territories) il Governo militare alleato dei territori occupati, costituito dalle Nazioni Unite per amministrare i territori occupati dalle forze armate alleate durante la II Guerra mondiale (emette anche carta-moneta col nome di "am-lira").
10-12, le truppe americane occupano Gela, Vittoria e l'aeroporto di Comiso;
11-17 ago., occupazione della Sicilia;
le truppe britanniche entrano a Noto, Avola e Siracusa e occupano la base di Augusta;
12, le truppe americane e britanniche si ricongiungono a Ragusa;
l'armata del gen. G.S. Patton si dirige verso la Sicilia centrale e occidentale, mentre quella del mar.llo B.L. Montgomery punta verso Catania.
I sovietici, al comando dei gen.li K.K. Rokossovskij e N.F. Valutin (con 1.300.000 uomini e una formidabile artiglieria) riescono non solo a contrastare l'avanzata nemica ma a contrattaccare attorno a Orel; i contrattacchi si sviluppano sui fronti di Brjansk, di Kursk, di Voronezh;
13, in una battaglia con 3000 carri armati i tedeschi non riescono ad infrangere la resistenza sovietica; da questo momento sono costretti a mettersi sulla difensiva sul fronte orientale e devono abbandonare le speranze di riscattare il disastro di Stalingrado;
- 30 divisioni, di cui 7 corazzate, annientate;
- 3500 aerei abbattuti.
15-17, bombardamenti alleati sulle linee ferroviarie intorno a Napoli e sulla città, per rallentare l'afflusso di rifornimenti verso la Sicilia;
17, Agrigento è liberata dalle truppe americane;
19, primo bombardamento aereo di Roma: l'obiettivo è lo scalo ferroviario di San Lorenzo, ma anche intere zone popolose della città subiscono gravissimi danni, in particolare il quartiere Tiburtino; i morti tra la popolazione civile sono 1500;
anche il nodo ferroviario di Bologna viene bombardato; le truppe alleate arrivano a Enna;
22, dopo una marcia velocissima attraverso la Sicilia occidentale, praticamente abbandonata dalle forze italo-tedesche, le truppe americane entrano a Palermo.
24/25-3 ago., Amburgo, Operazione Gomorra: primo attacco sulla città; 740 aerei del Comando Bombardieri con le loro bombe appiccano numerosi grossi incendi;
25, fa la sua apparizione l'8ª Forza Aerea degli Stati Uniti che con le sue bombe appicca nuovi incendi;
25, Vittorio Emanuele III destituisce B. Mussolini e lo fa arrestare.
Bombardamento aereo di Livorno;
26, il Comando Bombardieri organizza la seconda incursione in seguito alla quale si sviluppa la "tempesta di fuoco". Amburgo, è la prima città tedesca (anzi la prima città nella storia dell'intero mondo) a subire una "tempesta di fuoco": durante l'attacco della RAF cadono sulla città così tante bombe da generare temperature elevatissime e capaci di determinare l'autoaccensione anche nei punti non direttamente colpiti. In pratica tutto ciò che può bruciare brucia, e tutti i materiali incombustibili vengono fusi.
26/27, un'altra ondata di oltre 700 aerei fa la sua incursione su Amburgo;
27, Milano subisce un bombardamento;
al quartier generale di A. Hitler vengono predisposti i piani per l'occupazione militare dell'Italia, il disarmo delle truppe italiane e la liberazione di B. Mussolini; intanto nuove truppe tedesche vengono fatte affluire in Italia da altri fronti.

Agosto
2/3
, Amburgo, un'altra incursione della RAF non ottiene alcun successo a causa delle cattive condizioni metereologiche; comunque in totale, nei tre principali attacchi, tutti eseguiti dal Comando Bombardieri britannico, oltre 2.350 aerei hanno sganciato sulla città 7.200 tonnellate di bombe incendiarie e ad alto esplosivo: nel corso dell'intera battaglia, in un periodo di nove giorni il totale delle bombe sgancate sull'obiettivo ha raggiunto le 9.000 tonnellate.
Le statistiche parlano di 277.500 case d'abitazone e di 183 edifici industriali distrutti; installazioni portuali messe quasi completamente fuori uso, 180.000 tonnellate di naviglio affondate in porto.
Il Comando Bombardieri britannico ha perso soltanto cinquantasette aerei.
[Il conto totale dei morti sarà completato dalle autorità civiche di Amburgo soltanto nel 1957 sulla base complessiva ed approssimativa di 50.000 morti, tra cui 7.000 bambini e adolescenti. Del resto in città le temperature, in determinate zone, hanno raggiunto tra i 1.000 e i 1.500 gradi centigradi.]
Sui cieli tedeschi ormai l'aviazione alleata prevale sulla Luftwaffe.
5, le truppe sovietiche liberano Oriol e Belgorod.
Dopo tre settimane di violentissimi combattimenti nella zona dell'Etna, le truppe del mar.llo B.L. Montgomery entrano a Catania.
5-10, gli Alleati sbarcano in Calabria.
6, all'incontro italo-tedesco di Tarvisio partecipano i ministri degli esteri (Raffaele Guariglia e J. von Ribbentrop) e i capi di S.M. (V. Ambrosio e W. Keitel): si discute del proseguimento della guerra, ma i tedeschi sospettano degli italiani.
Il sommergibile Flutto viene affondato mentre attaccava un convoglio angloamericano diretto in Sicilia.
13, Milano, primo massiccio bombardamento;
15, Milano, altro bombardamento che colpisce il Teatro alla Scala;
truppe americane e canadesi sbarcano sull'isola di Kiska, che è stata abbandonata dai giapponesi; termina così l'occupazione nipponica delle Aleutine occidentali.
17, uno stormo di 571 bombardieri della RAf attacca gli impianti segreti di Peenemünde, dove vengono prodotte le "bombe volanti" tedesche.
Il col.gen. Hans Jeschonnek, capo di S.M. della Luftwaffe, si toglie la vita nella Prussia orientale.
Con l'ingresso degli americani a Messina le truppe alleate completano l'occupazione della Sicilia;
gli alleati hanno catturato circa 6000 tedeschi e oltre 25 mila italiani, ma 40 mila tedeschi e 60 mila italiani sono riusciti a ritornare sul continente.
17-24, Conferenza di Quebec: F.D. Roosevelt e W. Churchilldecidono lo sbarco nelle Filippine, l'invasione della penisola italiana e la costruzione della bomba atomica.
19-20, nel corso di incontri segreti a Lisbona, il gen. Aldo Castellano riceve dagli alleati le condizioni di armistizio che il governo italiano potrà solo accettare o respingere, non essendo negoziabili.
23, le truppe sovietiche liberano Karkov; pesantissimi bombardamenti su Berlino.
26, le nazioni alleate riconoscono il Comitato di liberazione nazionale francese.
29, sciopero generale in Danimarca contro lo stato d'assedio imposto dai tedeschi.
31, dopo aver riferito a Roma circa i colloqui di Lisbona, il gen. Aldo Castellano è mandato a incontrarsi ancora con gli alleati in Sicilia per ottenere che l'annuncio dell'armistizio sia preceduto (e non seguito) dallo sbarco alleato; la richiesta è respinta.

Settembre
, sentito il nuovo rapporto del gen. Aldo Castellano, rientrato a Roma dalla Sicilia, il vertice militare e il re decidono di accettare la proposta alleata di armistizio;
3 , Cassibile (Sicilia), viene firmato dal gen. Aldo Castellano per l'Italia e dal magg.gen. Walter Bedell Smith per gli alleati l'armistizio cosiddetto "corto", con cui il governo italiano si impegna a cessare le ostilità verso gli alleati e a mettere a loro disposizione il territorio nazionale per le operazioni di guerra contro la Germania;
gli alleati si impegnano a far sbarcare a Roma, al momento dell'annuncio dell'armistizio una Div.ne aviotrasportata per collaborare alla difesa della città;
3-4, truppe britanniche e canadesi sbarcano in Calabria e occupano Reggio.
4, truppe australiane sbarcano a est di Lae, sulla costa nord-occidentale della Nuova Guinea: l'isola sarà completamente riconquistata otto mesi dopo.
5, Le truppe sovietiche liberano Stalino;
7, i tedeschi sono espulsi dal bacino del Donez.
Giunge segretamente a Roma il gen. americano Maxwell Taylor per concordare le modalità dello sbarco di truppe aviotrasportate alleate.

8, nelle prime ore del mattino, il governo italiano si mette in contatto con l'alto comando alleato rifiutando con pretesti l'offerta della Div.ne aviotrasportata e cercando di rinviare l'annuncio dell'armistizio; il comando alleato minaccia rappresaglie se l'armiistizio non sarà annunciato come previsto;
ore 16,30, «Radio New York» annuncia la firma dell'armistizio con l'Italia, nonostante la richiesta del mar.llo P. Badoglio di procrastinare la notizia a causa della minacciosa presenza di truppe tedesche nei dintorni di Roma;
ore 19,30, costretto dagli eventi anche il "nuovo governo Badoglio" annuncia la firma dell'armistizio con gli alleati mentre l'Italia centrosettentrionale viene occupata dalle truppe tedesche; ciò pone fine all' "asse Roma-Berlino".
8-11, le truppe tedesche già presenti in Italia iniziano a disarmare le truppe italiane, lasciate prive di direttive e spesso abbandonate dai comandanti; nonostante numerosi episodi di resistenza, come la battaglia di Monterotondo (in cui reparti della Div.ne Piave si oppongono con successo a una colonna di paracadutisti tedeschi), l'esercito si sbanda; intanto nuove Div.ni germaniche occupano il territorio fino oltre Roma;
SFACELO DELL'ESERCITO ITALIANO
Un'ora dopo l'annuncio dell'armistizio, lungo la linea ferroviaria altoatesina, alla chiusa di Ceraino, al ponte di Parono avvengono scontri di pattuglie e movimenti di truppe tedesche spinte a occupare le posizioni strategiche necessarie a mantenere sicure le comunicazioni:
- in tarda sera un reparto tedesco tenta disarmarre il plotone che difende la stazione di Nizza, il quale oppone sangunosa resistenza, ma è sopraffatto;
- da Anzio a Nettuno a Salerno, le Div.ni costiere vengono invitate a deporre le armi e, se rifiutano, attaccate;
- sul Volturno, la Div.ne Pasubio svanisce o lo era già al momento dell'intimazione;
- XIX C.d'A.: tenta una resistenza soltanto il gen. Ferrante Gonzaga, comandante della 222ª Div.ne costiera, assassinato a Buccoli (Salerno) mentre chiama i suoi soldati alle armi;
- mentre si tentano i primi attacchi contro Roma, vengono disarmate la Div.ne Piacenza e tutte le unità costiere fino a Civitavecchia, subito occupata;
- sul Moncenisio: il battaglione alpini Moncenisio resiste per due giorni finché riceve l'ordine di ritirarsi.
IV Armata (gen. Mario Vercellino) (da tempo in Francia, chiamata dai francesi "L'armée des parfums"): rimasta accerchiata dalle forze tedesche, la maggior parte delle sue unità viene sorpresa in fase di movimento per il ritorno in Italia concordato con i tedeschi:
. I e XXV C.d'A.: non appena trovate bloccate le strade del Varo, si arrendono subito, assieme a due Div.ni costiere<;
. V C.d'A.: affrontato presso Ormea da una colonna motorizzata, patteggia: si salva con pochi uomini il gen. Bancale;
. XV C.d'A.: presso Genova si disfa, la Pusterla parte a Tolone, parte in Savoia, parte in Piemonte;
a Gap un battaglione resiste molto valorosamente; ad Annency, altri reparti riparano in Svizzera dopo qualche scontro;
verso sera i soldati italiani sono ammassati dai tedeschi sulle rive di Nizza.
Cuneo: il gen. Salvi, di propria iniziativa, mette il presidio in libertà;
Alessandria: una compagnia tedesca completa il disarmo di 6000 soldati che vengono fatti prigionieri;
Torino: viene consegnata ai tedeschi dal gen. Enrico Adami-Rossi, fascista;
Asti, Mondovì, Alba, Brà, Aosta: cadono in mano tedesca senza combattere;
Tortona: cade dopo una parvenza di difesa.
Napoli, nella notte dell'armistizio e la mattina dopo, i tedeschi occupano tutti gli aeroporti intorno alla città e i caposaldi di Villa Literno, di Mondragone e d'altri posti.
SARDEGNA: fino a questo momento nessun incidente si è visto tra italiani e tedeschi; il gen. Basso, comandante delle forze dell'isola, stava sempre con il gen. Lungerhausen, capo della Div.ne corazzata tedesca: studiavano assieme, secondo gli ordini, la difesa del territorio. Ora, di comune accordo, fissano il 17 settembre per lo sgombero totale. Le operazioni per l'evacuazione dell'isola si svolgono quindi spedite e senza incidenti.
Solo l'amm. Bruno Brivonesi, comandante la Maddalena, aprirà il fuoco sulle motozattere tedesche in fuga impegnando un combattimento che provocherà molte vittime tra gli italiani.
CORSICA: si trovano circa 80.000 italiani della Div.ne Friuli al comando del gen. Magli e 5.000 tedeschi di una brigata corazzata; i tedeschi tentano invano di prendere Bastia, difesa dalla Div.ne Friuli che ne sbarra gli ingressi;
9, sbarco di Salerno" o "operazione Avalanche";
avendo come obiettivo il porto di Napoli, la V Armata americana, comandata dal gen. M.W. Clark, effettua questo sbarco: all'alba più di 600 unità nava, li provenienti dall'Africa settentrionale e dalla Sicilia, sbarca nella piana del Sele: a sud il VI C.d'A. americano del gen. E. Dawley, a nord il X C.d'A. britannico del gen. R. McCreery; superate facilmente le difese avversarie, gli alleati occupano Salerno, Battipaglia e Paestum spingendosi all'interno per circa 15 km;
truppe britanniche sbarcano a Taranto;
ore 02:00, come da ordini ricevuti, per non consegnarsi ai tedeschi l'amm. Carlo Bergamini, comandante in capo della flotta italiana, fa uscire le navi di La Spezia (vi rimangono gli incrociatori da 10.000 tonn. Bolzano e Gorizia per lavori):
- corazzata Roma [stazza 35.000 tonn., varata a Trieste nel 1938, entrata in linea nel 1942],
- corazzata Italia [ex corazzata Littorio da 35.000 tonn. varata a Genova nel 1940; danneggiata nell'attacco su Taranto all'inizio della guerra è stata poi rimessa in efficienza e, il 25 luglio 1943, ribattezzata col nome di Italia],
- corazzata Vittorio Veneto (gemella della Littorio),
- incrociatore Attilio Regolo,
- C.T. Vivaldi,
- C.T. Da Noli,
- ecc.
raggiunte in mare dalla 7ª Div.ne navale, al comando dell'amm. Romeo Oliva, tre incrociatori provenienti da Genova:
- Eugenio di Savoia,
- Duca d'Aosta,
- Montecuccoli,
si dirigono verso la Maddalena;
ore 15:00 ca, nelle acque dell'Asinara, la flotta italiana viene intercettata da aerei della Luftwaffe: la corazzata Roma viene centrata da una bomba planante radioguidata e affonda in pochi minuti con 1500 (su 1800) uomini d'equipaggio;
[A raccogliere i naufraghi ci pensano le torpediniere Pegaso e Orsa che poi raggiungono Pollenza dove rimarranno internate fino alla fine della guerra.]
viene colpita anche la corazzata Italia ma riesce a continuare la navigazione;
mentre uno dopo l'altro i porti dell'alto Tirreno cadono in mano tedesca, il C.T. Vivaldi è colpito a morte dalle artiglierie costiere tedesche e il C.T. Da Noli, salta su una mina.
Mentre levano l'ancora, le torpediniere Ardito e Aliseo vengono colpite dalle batterie tedesche di Bastia: la prima resta immobilizzata.
I comandi alleati del Mediterraneo si preparano a ricevere in consegna la flotta italiana:
dalle navi operanti dinanzi a Salerno vengono distaccate verso Bona, per farle da scorta [in realtà "to shepherd"] verso Malta:
- nave da battaglia Warspite (che aveva assistito alla resa della flotta tedesca nel 1918],
- nave da battaglia Valiant (affondata dai M.A.S. italiani nel 1941 e recuperata],
- una flottiglia di C.T.,
- la piccola nave greca Olga e
- la nave francese Le Terrible.
Roma, il Comitato nazionale delle opposizioni proclama la nascita del Comitato di liberazione nazionale (C.L.N), destinato a coordinare la lotta contro i nazifascisti.
9-17, dopo un tentativo, fallito, di impadronirsi della piazzaforte della Maddalena, le truppe tedesche (circa 30 mila uomini) lasciano la Sardegna per la Corsica; nonostante la schiacciante superiorità numerica delle truppe italiane (oltre 130 mila uomini) il gen. Basso decide di agevolare la fuga dei tedeschi.
Milano, un gruppo di comunisti, prese le armi gettate dai soldati italiani, respinge un plotone tedesco inviato a occupare la stazione centrale.
Milano, Como e Varese sono ancora libere; il gen. Ruggero, responsabile della loro difesa, stipula un accordo con i tedeschi assumendosi ogni responsabilità per il mantenimento dell'ordine.
Per le strade piemontesi e lombarde sfilano soldati sbandati di ogni nazionalità e fuggiaschi di ogni genere.
Genova: è già circondata dai tedeschi, col porto e la zona industriale bloccati;
Savona: già dal mattino in mano ai tedeschi.
VENETO, tutte le città cadono rapidamente in mano tedesca; solo a Verona alcuni centri di resistenza si oppongono al disarmo, in particolare i soldati dell'8° artiglieria comandati dal col. Spiazzi; migliaia di uomini con il gen. Orengo vengono deportati come prigionieri in Germania; nella zona delle montagne, verso le Dolomiti e verso la Carnia, grossi reparti si ritirano incalzati dai tedeschi e costituiscono subito alcune bande.
V Armata (gen. Caracciolo di Feroleto): nonostante i severi ordini di tenere a ogni costo, i vari centri della zona dove il comandante sperava di organizzare un'azione alle spalle della III Div.ne Panzer-Grenadiere, cadono rapidamente uno dopo l'altro: Orviero, Chiusi, Tarquinia, Viterbo.
VII Armata (gen. Mario Arisio): perde subito il suo centro, Potenza (dove il comandante, col. Faccin, vistosi sopraffatto, si uccide). Comprendeva 3 C.d'A.:
- XIX C.d'A., in Campania: si sfalda tutto e viene travolto, trovandosi nel territorio percorso dalle Div.ni tedesche dirette a Salerno; a Nola, per rappresaglia contro alcuni tedeschi morti in uno scontro con soldati del 48° artiglieria, vengono fucilati:
. col. Ruberto, comandante del presiddio,
. col. De Pasqua, comandante del deposito, con 8 suoi ufficiali.
Ad Aversa, sempre per rappreesaglia, vengono assassinati numerosi carabinieri;
- IX C.d'A., in Puglia: cadono Foggia (il comandante, gen. Caperdoni, tenta di uccidersi), Manfredonia, Cerignola, Gioa del Colle, Santeramo, Gravina, Altamura, e in genere tutti i centri, gli aeroporti, e persino i comandi dei carainieri a ovest della linea Bari-Taranto. Si disperdono i presidi della 209ª Div.ne costiera. Ma a Putignano, a Bitetto, a Barletta, presso Canosa, a Trani alle violenze naziste o ai loro tentativi d'occupazione, si risponde con le armi.
A Matera, cittadini armati cooperano con i soldati a impedire l'entrata dei tedeschi. A Bari un reparto di circa 200 pionieri tedeschi inizia la distruzione del porto ma l'intervento del gen. Bellomo con alcune truppe in fase di sbandamento riesce a limitare i danni; un intervento successivo del gen. Caruso con reparti più consistenti obbliga i tedeschi alla resa.
Nonostante i fatti citati, il comandante del IX C.d'A. riesce a salvare la massima parte delle due Div.ni Legnano e Piceno e tutte le sue truppe mobili.
- XXXI C. d.A., in Calabria: le forze vengono subito (es. Div.ne Mantova) disgregate dagli inglesi e dai canadesi, disarmate e i soldati messi nei campi di concentramento; gli sbandamenti sono comunque pochi anche perché gli inglesi proibiscono ai soldati italiani di andare al nord.
[Gli ultimi due sono più "fortunati", sia perché l'armistizio ha colto i tedeschi in ritirata da queste regioni, sia perché i comandi hanno potuto agire.]
10, le due squadre navali italiana e inglese si incontrano a Cap de Garde presso Bona;
a bordo dell'incrociatore Eugenio di Savoia, dove ci sono le insegne di comando, si recano il cap. Brownrigg e il ten. Seth Smith in rappresentanza dell'amm. sir Andrew Cunningham per conoscere la consistenza della squadra italiana e comunicarla al comando; le unità navali italiane ricevono così l'ordine di mettersi in formazione dietro le inglesi e di seguirle; intanto il gen. Eisenhower e l'amm. sir Andrew Cunningham sono saliti sul C.T. Hambledon per assistere a nord di Biserta alla sfilata dei vascelli conquistati;
dietro la Warspite e la Valiant, sfilano gli incrociatori:
- Eugenio di Savoia (amm. Romeo Oliva),
- Duca d'Aosta,
- Duca degli Abruzzi,
- Montecuccoli,
- Garibaldi;
seguono, affiancate dai C.T. italiani naviganti a poppa dei C.T. inglesi, le corazzate:
- Vittorio Veneto
- Italia.
Malta, nel pomeriggio arrivano per prime da Taranto:
- Duilio
- corazzata Andrea Doria [stazza 23.622 tonn. varata a ?];
- corazzata Duilio,
- 2 incrociatori,
- 1 C.T..
Dopo la morte dell'amm. di squadra Carlo Bergamini, il comando della flotta è stato preso, come ufficiale anziano, dall'amm. Alberto da Zara.
Pistoia: è occupata dai tedeschi che hanno superato facilmente il passo della Futa;
Roma, lo stesso giorno, alle porte di Roma, in particolare nel quartiere romano di Porta San Paolo civili e militari, senza ordini e con poche armi, cercano di difendere Roma dalle truppe tedesche che la invadono: tra i civili vi saranno oltre 400 morti;
ore 16:00, il mar.llo Caviglia e il gen. Calvi di Bergolo firmano la capitolazione della città, mentre i reparti tedeschi già entrano nella capitale;
le truppe britanniche entrano a Brindisi e a Catanzaro;
Vittorio Emanuele III, P. Badoglio e il loro seguito sbarcano a Brindisi.
Appena arrivati a Brindisi, i gen.li V. Ambrosio e M. Roatta assegnano, senza ragione, al IX C.d'A. il numero LI; mettono in moto la Div.ne Piceno con l'intenzione di affiancarla alle truppe alleate ma alla prima tappa gli inglesi la fermano; propongono di sbarcarla in Abruzzo, alle spalle dei tedeschi, e viene rifiutato.
Per ordine di A. Hitler una parte dei territori italiani viene annessa al Reich tedesco:
- le province di Bolzano, Belluno e Trento costituiscono la regione del "Voralpenland";
- le province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana costituiscono la regione dell' "Adriatisches Küsterland".
10-11, le truppe del gen. M.W. Clark occupano il porto di Salerno ma sono bloccate da una violenta resistenza tedesca;
11, il feldmar.llo A. Kesselring,comandante del Gruppo di Armate C in Italia, dichiara "zona di guerra" tutto il territorio italiano sotto controllo tedesco; sferra un contrattacco di mezzi corazzati al centro dello schieramento degli alleati sbarcati a Salerno.
Mentre rimane qua e là qualche unità della IV Armata, il gen. Mario Vercellino, per evitare la loro cattura, dichiara sciolta l'Armata liberando tutti da ogni vincolo di servizio; il gen. Operti apre i magazzini dell'Armata a Carrù, invitando i vicini al saccheggio per evitare che lo facciano i tedeschi.
Firenze: mentre la città cade in mano ai tedeschi, si ha qualche resistenza delle Div.ni costiere: si combatte a Livorno (muore il magg. Paolo Gamerra) e a Pisa, ma tutto finisce.
A Pertula in Grecia, la Div.ne Pinerolo stipula un accordo di collaborazione con le formazioni partigiane e continua la lotta contro i nazisti.
La situazione degli anglo-americani si è fatta critica nel triangolo Salerno-Eboli-Castellabate-Licosa; nella notte sul 12 i tedeschi riprendono Battipaglia e continuano i loro contrattacchi finendo col gettare di nuovo a forza gli alleati in mare.
12, Intanto l'AMGOT viene sostituito nelle retrovie dall'ACC (Allied Control Commission) la Commissione alleata di controllo.
Nascono le prime brigate partigiane (Garibaldi, Matteotti, Giustizia e Libertà, ecc.);
circa 600.000 soldati e ufficiali italiani, catturati dopo l'8 settembre dai tedeschi e mai considerati prigionieri di guerra (per evitare l'intervento della Croce Rossa internazionale) in quanto catturati prima della dichiarazione di guerra da parte dell'Italia, vengono internati: 30.000 saranno i morti e i dispersi.
La formazione partigiana "Italia libera" prende posizione a Madonna del Colletto.
13, i tedeschi rientrano a Salerno; quando per gli alleati la situazione diventa disperata, l'amm. Hewitt chiama rinforzi navali mentre il gen. M.W. Clark chiede altri rinforzi di uomini e armi.

Piemonte, Duccio Galimberti e Livio Bianco danno inizio alla lotta partigiana.

Malta, dopo un tentativo di rivolta dell'equipaggio [voleva l'autoaffondamento] arriva la corazzata Giulio Cesare (classe della Cavour).
[Nei giorni successivi continueranno a arrivare altre navi, molti anche i mercantili. Un grosso "squadrone" composto di 17 motosiluranti, 8 corvette, 6 sommergibili, altre unità minori, raccolto nei porti tirrenici giunge al comando dell'amm. Nomis di Pollone.
Arriva anche la Fecia di Cossato, con l'Alisco (dopo aver distrutto dieci piccole unità tedesche, davanti a Bastia, dove s'era perduto l'Ardito), poi 16 sottomarini da vari punti, torpediniere da Cattaro, cannoniere e posamine da Rodi via Nicosia.
Ma molte navi non arriveranno mai…
- corazzata Cavour (ancora immobilizzata nel cantiere San Marco di Trieste),
- le navi lasciate a raccogliere i naufraghi della corazzata Roma vanno poi a Port Mahon nelle Baleari e qui sono internate,
- torpediniera Sirtori (affondata a Corfù),
- torpedinera Stocco (impegnata a Corfù, sarà più tardi distrutta),
- le navi del cap. Avegno (distrutte alla Maddalena),
- cannoniera Aurora (silurata fuori Ancona),
- motonave Foscari (mandata a picco dinanzi a Livorno),
- C.T. Sella, (fatto saltare da un sottomarino mentre usciva da Venezia)
- ecc.
Secondo inchieste successive:
- 52 piccole unità vengono distrutte nei porti o in mare,
- 49, fra cui parecchie navi mercantili, si autoaffondano o vengono sabotate perché non cadano in mano ai tedeschi.
Rifiutano invece di arrendersi:
- la squadriglia dei sottomarini della base atlantica comandata da Enzo Grossi,
- la "Decima Mas" del principe Valerio Borghese,
- i sottomarini stanziati a Gdynia;
e inoltre:
- il C.T. Impetuoso viene affondato dal suo comandante Cicala Fulgosi;
- il cap. Marietti, messo in salvo l'equipaggio, s'inabissa con il sommergibile Murena;
- Mimbelli, fatte partire per Malta le sue motosiluranti, sbarca in un campo di concentramento;
- ecc. ecc..
CORSICA: dopo il vano tentativo di prendere Bastia, difesa dalla Div.ne Friuli, i tedeschi si uniscono ai reparti motocorazzati in arrivo dalla Sardegna e battono le truppe italiane occupando il porto;
14, Malta, le corazzate Italia e Vittorio Veneto, e altre sette navi vengono mandate ad Alessandria, scortate da una grossa nave inglese, dove vengono disarmate completamente.
[Alcuni giorni dopo saranno trascinate nel Lago Amaro del canale di Sueza, in mezzo al deserto, e trasformate in campi di concentramento sotto vigilanza dell'amm. sir John Cunningham comandante del Levante.
Il feldmar.llo A. Kesselring costringe le forze americane ad abbandonare Battipaglia.
Il comandante della V Armata americana sta considerando la possibilità di poter sgombrare.
Il feldmar.llo A. Kesselring e Hube, che dirige la battaglia, ritengono che gli anglo-americani non possano rimediare tempestivamente alle enormi perdite subite; sono sicuri di gettarli in mare prima che l'8ª Armata, risalendo dalla Calabria, venga a rinforzarli.
Le truppe sovietiche liberano Brjansk.
14-15, Cosenza e Bari sono liberate dalle truppe britanniche.
CORSICA: ad Ajaccio sbarcano le truppe marocchine senza incontrarvi alcuna resistenza; il loro comandante Louchet pretende subito il comando anche delle truppe italiane ma ne con le sue né con quelle italiane riesce ad impedire il raduno di tutte le forze tedesche intorno a Bastia;
15, la V Armata americana si ritira verso il mare ma le teste di ponte degli sbarchi sono ancora salde; i tedeschi continuando nei loro controattacchi riescono quasi a dividere gli inglesi dagli americani, scendono lungo il Sele, riprendono Altavilla e Bersana, rientrano ancora a Salerno, donde erano stati cacciati, arrivano in più punti presso la costa ma poi devono fermarsi. Sono giunti grandi rinforzi e aerei da tutte le parti del Mediterraneo.
Le corazzate Valian e Warspite, accompagnate da uno stuolo di navi minori, aprono un bombardamento infernale che immobilizza i tedeschi sulle posizioni raggiunte permettendo lo sbarco di grandi rinforzi. Mentre la Warspite è costretta a ritirarsi colpita da un siluro magnetico, le altre unità continuano a bombardare senza sosta.
16, la potenza dell'aviazione alleata e l'intervento dell'8ª Armata del mar.llo B.L. Montgomery  permettono agli alleati di respingere il contrattacco tedesco del feldmar.llo A. Kesselring;
17, ripresa l'offensiva, gli anglo americani arrivano a Montecorvino e risalgono le valli del Calore e del Sele;
a sud di Battipaglia, fra Vallo di Lucania e Agropoli, la V Armata (gen. M.W. Clark) e l'8ª Armata (mar.llo B.L. Montgomery) si ricongiungono; attaccate dall'aviazione alleata e bombardate dal mare, le truppe tedesche iniziano a ripiegare dalla zona di Salerno verso nord.
Si costituisce in Danimarca il Consiglio della Libertà.
Le truppe sovietiche liberano Novorossijsk.
19, ritiro delle truppe tedesche dalla Sardegna.
20, Brindisi, i gen.li V. Ambrosio e M. Roatta emanano una circolare intitolata "Riscossa" per accendere lo spirito combattivo delle truppe;
21, truppe alleate liberano Eboli;
il mar.llo P. Badoglioriceve dagli alleati la comunicazione che per volontà superiore le truppe italiane, sino a nuovo ordine, non devono partecipare più a nessun combattimento e limitarsi a servizi di retrovia; al telegramma di protesta inviato al Comando Generale alleato, questo non si degna nemmeno di rispondere;
22, gli alleati arrivano a Matera, già insorta contro i tedeschi il giorno precedente.
Lo stesso giorno F.D. Roosevelt manda istruzioni al gen. D.D. Eisenhower< e al consultore americano Murphy affinché raccomandino di tanto in tanto l'alleggerimento delle clausole dell'armistizio per permettere agli italiani di tentare la guerra contro la Germania; ma prevale la volonta dell'Inghilterra a cui gli stati Uniti hanno riconosciuto il primato negli affari del Mediterraneo.
L'offensiva scatenata dalla V Armata (gen. M.W. Clark) incontra un'accanita difesa tedesca intorno a Salerno e nella valle del Sele; si tratta di guerra di montagna a cui gli americani sono poco allenati; più rapida cammina l'8ª Armata (mar.llo B.L. Montgomery inseguendo le retroguardie tedesche;
23, l'8ª Armata (mar.llo B.L. Montgomery) occupa Potenza e da questo momento si stabilisce un fronte continuo con la V Armata (gen. M.W. Clark), non un linea interrotta ma un allineamento di colonne in marcia verso nord-ovest;
da Salerno truppe britanniche si aprono la strada verso Napoli.
Nell'Italia occupata dai tedeschi B. Mussolini e alcuni gerarchi fascisti costituiscono un governo fantoccio e proclamano la Repubblica sociale italiana.
Le truppe sovietiche liberano Poltava.
25, le truppe sovietiche riconquistano Smolensk;
25-7 ott., le armate sovietiche dei fronti della Steppa e sud-occidentale attraversano il Dniepr.
26, dopo accaniti sforzi (con una battaglia definita la più dura dopo el-Alamein) che si protraggono dal giorno 22, la V Armata (gen. M.W. Clark)raggiunge la valle dell'Ofanto a Lioni (S. Angelo) passando l'acqua e si spinge verso Avellino minacciando dalle spalle le truppe che difendono la via di Napoli; queste si sganciano ovunque e sono già in piena ritirata verso la linea del Volturno dopo aver lasciato Foggia;
27, l'8ª Armata (mar.llo B.L. Montgomery) entra a Foggia; l'operazione viene salutata come grande successo dagli anglo-americani essendo un punto estremamente importante ai fini della guerra aerea (12 campi di aviazione già costruiti a suo tempo dal governo fascista);
[Si conta di poter svolgere da Foggia una grande offensiva aerea sulla Baviera meridionale, ricca di industrie, sulle officine Skoda in Boemia, su alcuni centri industriali dell'Austria (specie Vienna e Wiener Neustadt), sulle raffinerie petrolifere della Romania (Ploesti) e, oltre a ciò, appoggiare l'avanzata in Italia e l'azione dei partigiani nei Balcani.]
27-28, a V Armata (gen. M.W. Clark) arriva davanti a Nocera, forza la resistenza delle retroguardie tedesche sulle montagne sopra Salerno e sbocca nella pianura, avanzando verso Pompei; ma l'avanzata è molto lenta perché i tedeschi distruggono ponti e strade durante la ritirata; questa lentezza permette al feldmar.llo A. Kesselring di mantenere ordinata la ritirata e di preparare altre linee di resistenza al nord.
Gli alleati sono comunque sulla strada verso Napoli.
27-30, Napoli, la popolazione (ridotta ormai alla metà) insorge contro il lavoro forzato, i rastrellamenti e la cattura di ostaggi messi in atto dai tedeschi: in quattro giornate di violenti combattimenti le truppe germaniche sono costrette a ritirarsi prima dell'arrivo degli alleati;
28, truppe britanniche entrano a Foggia e si impadroniscono dell'aeroporto;
viene impiegato il 1° raggruppamento italiano motorizzato (futuro CIL), forte di 1500 uomini al comando del gen. V.C. Dapino, accanto ai reparti della V armata americana a Montesarchi;
a bordo della corazzata britannica Nelson, nel porto di Malta, alla presenza del gen. D.D. Eisenhower e del mar.llo Alexander, comandante delle truppe alleate in Italia, il mar.llo P. Badogliofirma l'armistizio "lungo", col quale l'Italia mette a disposizione degli alleati tutte le proprie risorse finanziarie e materiali a sostegno della guerra contro i tedeschi;
29,
CORSICA: il comandante delle truppe marocchine e italiane Louchet decide di attaccare le forze tedesche radunate a Bastia, ma gli elementi di copertura resistono finché tutte le loro unità coi loro mezzi hanno lasciato l'isola; poi anche queste si ritirano.
30, le truppe americane entrano a Nocera;

Ottobre
, le truppe britanniche entrano a Napoli già liberata dall'insurrezione popolare;
2, con un'operazione combinata dall'entroterra e dal mare gli alleati conquistano Termoli; truppe alleate entrano a Benevento; con un discorso al Teatro Adriano di Roma, il mar.llo R. Graziani, ministro della guerra della Repubblica sociale, cerca di reclutare ufficiali per l'esercito di Salò in via di costituzione;
2-6, all'avvicinarsi delle truppe alleate, alcune cittadine campane e abruzzesi – tra cui Nola, Capua e Lanciano – insorgono.
4,
CORSICA: un battaglione di bersaglieri italiani entra a Bastia prima dei francesi, ma non vi trova più tedeschi; persino gli ultimi guastatori, destinati a far saltare il porto, se ne sono andati insieme al gen. von Senger-Etterlin che con i suoi ufficiali è stato l'ultimo a partire.
I tedeschi riescono a trasportare sul continente con piccole navi, con mezzi di fortuna e con idrovolanti, da 25 a 30.000 uomini (anche quelli della Div.ne Nembo), oltre seimila carri, pezzi d'artiglieria e automezzi e seimila tonnellate di materiale bellico, senza che l'aviazione o la marina degli alleati e dei francesi (hanno pur mandato 4 incrociatori, alcuni C.T. e due sottomarini) abbiano non solo impedito ma inferto loro serie perdite.
[Perdite italiane: 603 morti e 2352 feriti nelle due Div.ni. Minime quelle francesi. Malgrado queste prove, gli alleati non daranno alcuna importanza alla collaborazione italiana. Eppure dal 29 settembre al 4 ottobre hanno combattuto in Corsica:
- sette battaglioni italiani, con tre battaglioni semoventi, un battaglione mortai e sedici batterie
- tre battaglioni marocchini accompagnati da uno squadrone di carri leggeri;
due C.T. italiani hanno partecipato alle operazioni di sbarco dei francesi e automezzi italiani sono stati dati ai marocchini.
Nel rapporto tenuto alla stampa l'8 ottobre dal gen. Dewink dello S.M. di Giraud, non c'è il minimo cenno ai soldati italiani. La settimana dopo, quando le truppe italiane saranno trasferite in Sardegna, saranno obbligate dal comando alleato a consegnare ai francesi tutte le loro armi, tutti gli automezzi, i viveri e il materiale bellico.]
7, i tedeschi fanno prigionieri e deportano in Germania 1500 carabinieri romani;
8, le truppe alleate entrano a Capua già libera; iniziano i combattimenti tra forze partigiane e teedeschi in Va d'Ossola;
12, la V armata del gen. M.W. Clark incomincia l'attraversamento del Volturno, incontrando una forte resistenza dei tedeschi che proteggono il ripiegamento sulla "linea Reinhard";
13, il regio governo italiano dichiara guerra alla Germania; all'Italia gli alleati riconoscono lo status di paese "cobelligerante".
19-30, Conferenza di Mosca dei ministri degli esteri alleati, con la parteciazione di
- Hull, per gli Stati Uniti,
- Eden, per la Gran Bretagna
- Molotov, per l'Unione Sovietica;
si discute il trattamento da riservare, alla fine della guerra, ai paesi nemici e a quelli occupati dalle truppe dell'Asse.
19-31, II guerra cino-giapponese
nelle conversazioni di Mosca, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica riconoscono la Cina libera come una delle quattro grandi potenze.
23, le truppe sovietiche liberano Melitopol;
25, le truppe sovietiche liberano Dniepropetrovsk.
28-2 nov., truppe americane sbarcano nelle isole di Choiseul e di Bougainville, nelle Salomone.

Novembre
3
, sul versante adriatico del fronte, la VII Armata del mar.llo B.L. Montgomery attacca le truppe tedesche schierate lungo la "linea Reinhard" e le costringerà ad arretrare e ad attestarsi sulla "linea Gustav", oltre il fiume Sangro;
5-15, sul versante tirrenico del fronte, le truppe del gen. M.W. Clark tentano di sfondare la "linea Reinhard", ma sono bloccate da una durissima resistenza tedesca.
6, le truppe sovietiche riconquistano Kiev.
8, il gen. H.-H. Giraud dà le dimissioni dal Comitato Nazionale di Liberazione Francese; Ch. De Gaulle resta unico presidente.
8, la 8ª Armata entra a Isernia e di qui attraversa l'alta valle del Volturno.
13, le truppe sovietiche liberano Zitomir.
20, con una controffensiva i tedeschi riprendono Zitomir.
Truppe americane sbarcano a Tarawa, nelle isole Gilbert.
20-28, il mar.llo B.L. Montgomery attacca le posizioni tedesche sul Sangro; dopo otto giorni di duri combattimenti, le truppe tedesche del versante adriatico abbandonano la "linea Gustav" e iniziano un lento ripiegamento.
22, grande incursione alleata su Berlino: oltre 700 mila persone abbandonano la capitale del Reich; tutte le città tedesche sono ormai bersaglio dei quotidiani bombardamenti alleati.
22-26, Conferenza del Cairo tra F.D. Roosevelt, W. Churchill e Chiang Kai-shek;
Chiang Kai-shek
prende parte come uno dei "grandi" ai colloqui del Cairo dove si decide l'assetto della Cina postbellica (reintegrazione della Manciuria e di Formosa).
Le truppe sovietiche del fronte bielorusso liberano Gomel.
28-1 dic., Conferenza di Teheran
F.D. Roosevelt, W. Churchille Stalin si accordano per l'operazione di sbarco (denominata Overlord) nella regione settentrionale della Francia, cui dovrebbe seguire tra qualche mese uno sbarco sulle coste meridionali; la direzione suprema viene affidata al gen. americano D.D. Eisenhower;
le forze navali sono poste al comando dell'amm. inglese B.H. Ramsay e quelle terrestri al comando del mar.llo inglese B.L. Montgomery;
allo scopo di evitare un'invasione alleata i tedeschi hanno già eretto un grandioso complesso di fortificazioni sul fronte occidentale (il Westwall), difeso da 64 divisioni al comando del feldmar.llo K. von Rundstedt, mentre le forze che hanno il compito della difesa immediata della Manica (il gruppo di armate B) sono comandate dal feldmar.llo E. Rommel.
29, a Jajce, in Bosnia, si riunisce per la seconda volta il Consiglio antifascista di liberazione nazionale jugoslavo.

Dicembre
8
, nella battaglia di Monte Lungo entrano per la prima volta in azione contro i tedeschi, subendo gravi perdite, le truppe del I Raggruppamento motorizzato italiano (poi confluito nel CIL (Corpo Italiano di Liberazione)), inquadrate nell'Armata del gen. M.W. Clark.
Offensiva sovietica: battaglia del Dnepr.
14, le truppe sovietiche liberano Cerkassy.
16, truppe americane sbarcano nella Nuova Britannia, dove tuttavia la guarnigione giapponese resisterà fino alla fine delle ostilità.
20, i partigiani fanno saltare un convoglio militare carico di munizioni sulla linea ferroviaria Roma-Cassino.
24, i partigiani sabotano il viadotto di Vernate, interrompendo la line ferroviaria Cuneo-Ventimiglia;
28, le truppe del mar.llo B.L. Montgomery entrano a Ortona.
31, le truppe sovietiche riconquistano definitivamente Zitomir.
Nel 1943, l'aviazione tedesca ha sganciato sull'Inghilterra circa 2 mila tonnellate di bombe, mentre l'aviazione alleata ne ha sganciate sulla Germania 120 mila tonnellate;
Nel corso dell'anno i tedeschi hanno distrutto circa 3,5 milioni di tonnellate di naviglio alleato, perdendo circa 290 sottomarini.



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