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ANNO 1848

STORIA e POLITICA RELIGIONE e FILOSOFIA ARTE

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SCIENZE ECONOMIA LETTERE e TEATRO ????

Papa Pio IX
(1846-78)

- segretario di Stato: card. Giovanni Soglia Ceroni;
- responsabile dell'Entità: card. L. Lambruschini;

1848 
Febbraio
10
, Pio IX dirama un ambiguo proclama interpretato dall'opinione pubblica come un annuncio di riforme costituzionali (sebbene, in effetti, non vi si faccia esplicito riferimento).
Il proclama termina con queste parole: «Oh, perciò benedite, gran Dio, l'Italia, e conservatele sempre questo dono preziosissimo, la Fede! Beneditela con la benedizione che umilmente vi domanda, posta la fronte per terra, il vostro Vicario! Beneditela con la benedizione che per lei vi domandano i Santi a cui diede la vita, la Regina dei Santi che la protegge, gli Apostoli di cui serba le gloriose reliquie, il Vostro Figlio Umanato, che in questa Roma mandò a risiedere il suo Rappresentante sopra la terra!».

Con questa preghiera egli rimuove la pietra angolare su cui poggiano ancora gli scrupoli di migliaia di patrioti. I quali hanno finora dubitato e temuto che le loro aspirazioni politiche "peccaminosamente" contrastassero con gli ideali della loro fede religiosa." [da: Franco Mancini, Todi e i suoi castelli, 1960]
12, il papa forma un Governo aperto ai laici;

A Roma e nei suoi territori si eleggono i deputati che siederanno nel Consiglio.
Marzo
13
, i cardinali e il papa approvano lo statuto fondamentale per il governo temporale degli stati della Chiesa;
14, il ritardo con cui concede lo statuto rispetto ai sovrani di Napoli, Firenze e Torino fa emergere chiaramente la contraddizione tra il papato e il movimento liberale;
Aprile
16
, il papa riceve dal suo rappresentante a Vienna un dispaccio nel quale si prospetta una reazione estremamente negativa alla sua decisione di autorizzarre l'invio di un corpo di spedizione militare per cui comincia a maturare l'idea di sganciarsi dalla rivoluzione nazionale anche in ragione della sua posizione di guida spirituale di una comunità di fedeli che non ha confini di stato o di appartenenza nazionale;
29, il distacco dal movimento liberale viene ora accentuato dalla sua affermazione – nel discorso tenuto nel concistoro dei cardinali – dell'universalità della missione papale e quindi della rinuncia al ruolo nazionale;
[si sfalda così il neoguelfismo];
Maggio

Giugno

Luglio

Agosto
la Camera, eletta in primavera, chiude per la pausa estiva e i lavori sono aggiornati al 15 novembre;

Settembre
16, dopo il debole ministero presieduto da T. Mamiani della Rovere, il papa affida la direzione del governo al conte  P. Rossi (ex ambasciatore del Governo francese di Guizot e Luigi Filippo presso la Santa sede, non più in servizio da febbraio); giurista ed economista di grande prestigio, è favorevole al sistema costituzionale ma è contrario ad un'ulteriore partecipazione dello Stato Pontificio a una guerra nazionale;
per questo motivo, appena si diffonde la notizia della nomina, si scatenano attacchi di stampa e proteste di gruppi democratici nei confronti del nuovo capo del Governo, contro il cui programma si sostiene la linea indicata da G. Mazzini fin dal maggio-giugno precedente dalle pagine dell'«Italia del Popolo» imperniata sulla convocazione di un'assemblea costituente italiana e sulla ripresa della guerra nazionale;
11, l'agente tedesco W. Stieber ha il primo contatto con l'Entità; informa il nunzio papale in Prussia, mons. Carlo Luigi Morichini, che un agente dello spionaggio prussiano, infiltratosi in un gruppo rivoluzionario, gli ha detto che si sta preparando un attentato contro un'alta carica della gerarchia ecclesiastica che potrebbe essere lo stesso papa;
appena il nunzio informa il card. L. Lambruschini e il segretario di Stato, il papa ordina al capo dell'Entità di inviare degli agenti a Berlino per raccogliere maggiori informazioni ma in due mesi non otterranno alcun risultato;
Novembre
15
, viene ucciso il conte P. Rossi;
misteriosamente, il caso dell'omicidio, ancora irrisolto, viene chiuso, senza alcuna spiegazione, per ordine del card. L. Lambruschini;
16, durante i tumulti e le insurrezioni viene ucciso anche mons. Palma, segretario del papa;
di fronte a questa situazione il papa accetta, come ministero imposto dal popolo, Giuseppe Galletti, un patriota bolognese, ma una parte della popolazione pretende lo scioglimento della Guardia Svizzera e le dimissioni del papa stesso;
quest'ultimo, spaventato, fa dire a Galletti che acconsente a nominare un ministero di impronta democratica, ciò che poi effettivamente fa affidandolo alla guida di mons. Muzzarelli;
17, la Guardia Civica occupa la Santa Sede, espelle gli svizzeri e il papa è considerato prigioniero della rivoluzione;
24, costretto ad abbandonare Roma, il papa si rifugia a Gaeta, nel regno di Napoli;
Dicembre
-

Neoguelfismo
1843-48

«segue da 1843»
1848, 29 aprile, si sfalda in seguito all'allocuzione di Pio IX ;
«segue 1849»




K.H. Marx e F. Engels lanciano al mondo il Manifesto del Partito Comunista, nel quale, per la prima volta, si denuncia quella tendenza cosmopolitica dell'economia borghese che porterà al realizzarsi del fenomeno di espansione coloniale, destinato ad assumere nella seconda metà del XIX secolo proporzioni illimitate.

[L'Africa, pur sottoposta finora ad un duro drenaggio di materie prime e di materiale umano, si conserva quasi inviolata e inconquistata all'interno; né K.H. Marx giungerà a vedere quella Conferenza di Berlino del 1885 e ad assistere quindi alla corsa indiscriminata, per la spartizione dell'Africa, che segnerà l'apogeo del colonialismo.]


Le rivoluzioni europee non mutano l'assetto del sistema e delle conquiste coloniali.





 

1848
SVIZZERA

1848
-

Sonderbund
(lega separata)

«segue da 1847»
1848, autunno, la Svizzera si dà una costituzione generale di orientamento liberale che rispetta in una certa misura la sovranità dei cantoni; i sette cantoni del Sonderbund possono così tornare a poco a poco al loro conservatorismo ma per parecchio tempo perdono qualsiasi capacità di influire sulla politica generale federale;
l'episodio di Sonderbund è un preludio alla rivoluzione europea del 1848.
Fine - Inizio








1848
Deutscher Bund*
(Confederazione Germanica)
1815 8 giugno - 23 agosto 1866
[Unione, con vincoli assai blandi,
di trentacinque stati sovrani.]

1848
Marzo
30
-3 aprile, dopo la recentissima Vittoria della rivoluzione liberale in Austria e in Prussia, si riunisce a Francoforte un Vorparlament (parlamento preliminare) che, sospesa la dieta come primo passo, prepara il progetto per la formazione dell'assemblea costituente eletta nel maggio successivo a suffragio universale diretto;
Maggio
18
, Francoforte sul Meno, nella chiesa di San Paolo si riunisce l'assemblea nazionale (585 deputati) con l'incarico di elaborare una nuova costituzione per la Confederazione Germanica;
le difficoltà nascono subito, circa l'inclusione dell'Austria nello stato federale, dal contrasto tra:
- piccolo-tedeschi (contrari) e
- grande-tedeschi (favorevoli);

Burschenschaften

«segue da 1827»
1848-49, le Burschenshaften svolgono un ruolo di una certa importanza sia con la partecipazione di loro ex aderenti al parlamento di Francoforte sia con una vera e propria attività rivoluzionaria (fondazione a Vienna della Legione accademica, un corpo armato di studenti volontari);
nell'ambito del movimento studentesco tedesco si creano così due tendenze:
- linea rivoluzionaria, mirante al  riconoscimento dei principi di uguaglianza e di rappresentatività e 
- linea di nazionalismo sfrenato, che degenererà nell'esaltazione di una grottesca mitologia germanica e di un preteso primato razzistico.



 
Impero d'Austria (escluse le regioni polacche o ungheresi)
Ferdinando I (Vienna 1793-Praga 1875)
figlio primogenito di Francesco I e di Maria Teresa di Borbone-Napoli;
1835-48, imperatore d'Austria;
- Cancelliere:
- Ministro degli Esteri: principe di Metternich-Winneburg (1809-48);
1814-15, congresso di Vienna: la perdita dei Paesi Bassi è stata compensata dalla creazione del Regno del Lombardo Veneto e dall'acquisto del Salisburghese e del Tirolo;
1848
l'imperatore, in quanto soggetto ad attacchi di epilessia, è affiancato nel governo da una sorta di consiglio di reggenza, la "Staatconferenz", il vero organo decisionale dove l'antiliberale ministro degli esteri ha la parte preminente;
Marzo
13
, l'insurrezione dei liberali di Vienna provoca il crollo del ministro degli esteri;
14, il ministro degli esteri viene costretto alle dimissioni da capo del governo e viene fatto allontanare dalla capitale;
15, viene concessa la libertà di stampa e la formazione della Guardia nazionale;
16, viene annunciata la concessione di una costituzione;
l'imperatore è disposto a numerose concessioni ma di fronte al radicalizzarsi della lotta politica e dei separatismi nazionali, preferisce abbandonare Vienna, rifugiandosi a Olmütz e affidando al gen. Windischgrätz l'incarico di ristabilire la situazione interna;
Ottobre
il parlamento viene trasferito nella cittadina morava di Kremsier.
I risultati raggiunti in quest'assemblea – nella quale i croati gravitanti su Zagabria non hanno propri depurtati, essendo composta solo da rappresentati delle terre asburgiche ereditarie, e non di quelle soggette alla corona di santo Stefano – sembrano promettenti: il parlamento elabora infatti una costituzione piuttosto liberale che, pur ribadendo l'unità dell'impero, tiene conto anche delle sue diversità etniche;
Dicembre
2
, il nuovo cancelliere Felix principe di Schwarzenberg, con l'intento di rafforzare il potere imperiale impone subito l'abdicazione del vecchio e debole imperatore Ferdinando I e l'ascesa al trono del nipote Francesco Giuseppe sciogliendo nello stesso tempo il Reichstag uscito dalla rivoluzione di marzo.
Albero genealogico
 

Francesco Giuseppe I (Vienna 1830-1916)
figlio dell'arciduca Francesco Carlo d'Absburgo-Lorena e di Sofia di Baviera;
1848-1916, imperatore d'Austria;
- Cancelliere: Felix principe di Schwarzenberg, il "principe di ferro" (1848 nov-1852) e Ministro degli Esteri;
1848-49, prima guerra d'indipendenza;
Nell'impero asburgico viene abolita la servitù della gleba


1867-1916, re d'Ungheria;

Albero genealogico
 
Regno di Prussia (escluse le terre polacche)

Federico Guglielmo IV (Berlino 1795-Sans-Souci, Potsdam 1861)
figlio di Federico Guglielmo III e di Luisa Augusta di Meclemburgo-Strelitz;
1840-61, re di Prussia;
1814-15, congresso di Vienna: la Prussia ha ottenuto cospicui ingrandimenti territoriali nelle regioni renane;
1848
Marzo
21
, è costretto dalla rivoluzione popolare di Berlino ad acconsentire alla convocazione di un'assemblea costituente prussiana;
Dicembre
quando l'ondata rivoluzionaria comincia a defluire, scioglie la costituente e concede una costituzione che fa della Prussia una monarchia costituzionale;

Albero genealogico
 
Regno di Baviera
Ludwig I (Strasburgo 1786-Nizza 1868)
figlio del re Maximilian I Joseph e della langravina Auguste Wilhelmine von Hesse-Darmstadt;
1806, serve negli eserciti napoleonici;
1809, serve negli eserciti napoleonici;
1813-15, combatte nella guerra d'indipendenza nazionale tedesca contro la Francia;
1825-48, re di Baviera;
1814-15, congresso di Vienna: la Baviera continua a dominare la Franconia e la Svevia. Ha dovuto invece restituire il Tirolo all'imperatore d'Austria.
1848
entrato in conflitto con il popolo e con i ministri a causa delle sue grandi spese (opere pubbliche di stile neoclassico a Monaco: Palazzo Reale, pinacoteca, biblioteca, odeon) e della sua scandalosa relazione con la ballerina Lola Montez, cui permette anche di interferire nelle questioni politiche, è costretto a licenziare quest'ultima e quindi ad abdicare (20 marzo) in favore del figlio Massimilian II Joseph.
 
Maximilian II Joseph (Monaco 1811-1864)
figlio del re Ludwig I e della p.ssa Therese von Sachsen-Altenburg;
1848-64, re di Baviera;
1848
Marzo
20
, sale al trono all'indomani delle rivoluzioni di Vienna e di Berlino, manifestando subito tendenze liberali, non avversando le esperienze costituzionali;
favorevole alla creazione di una confederazione di piccoli e medi stati tedeschi, che costituisca una terza forza di fronte ad Austria e Prussia, è però costretto dai sentimenti antriprussiani dei bavaresi all'alleanza con l'Austria.
 
Regno di Hannover

Ernst August I (Londra 1771-Hannover 1851)
quintogenito di re Giorgio III d'Inghilterra e di Carlotta Sofia di Mecklenburg-Strelitz;
1799-51, duca di Cumberland;
1837-51, re di Hannover;
1848
dopo aver regnato sin dall'inizio da monarca assoluto, ora la rivoluzione lo costringe a concedere le riforme più radicali di tutta la Germania;

Albero genealogico
 
Regno di Sassonia

Friedrich August II (Dresda 1797-Brennbüchel, Tirolo 1854)
figlio di Maximilian e di Carolina di Parma;
1830, viene associato al trono dello zio Antonio;
1836-54, re di Sassonia;
1848
conservatore ma non reazionario, chiama al governo ministri liberali;

Albero genealogico
 
Regno di Württemberg 
Wilhelm I (Lübben 1781 - Schloß Rosenstein 1864)
figlio del re Friedrich I e della duchessa Auguste von Braunschweig-Wolfenbüttel;
1803-1805, principe elettore di Württemberg;
1816-1864, re di Württemberg;
1849
-
Albero genealogico
 
In tutto 35 stati sovrani compresi i seguenti:
Elettorato
Elettorato di Assia-Kassel
Friedrich Wilhelm (Philippsruhe 1802 - Prague 1875)
figlio del pr. elettore Wilhelm II e della p.ssa Auguste von Preussen;
1847-66, principe elettore di Hessen;
1848
-
Albero genealogico
 
Granducati
Granducato di Assia
Ludwig II (Darmstadt 1777 - Darmstadt 1848)
figlio del granduca Ludwig I e della langravina Luise di Hesse-Darmstadt;
1830-48, granduca di Hessen und bei Rhein;
1848
-
Albero genealogico
 
Ludwig III (Darmstadt 1806 - Seeheim 1877)
figlio del granduca Ludwig II e della p.ssa Wilhelmine di Baden;
1848-77, granduca di Hessen und bei Rhein;
1848
-
Albero genealogico
 
Granducato di Baden
Leopoldo (Karlsruhe 1790 - Karlsruhe 1852)
figlio del granduca Karl Friedrich e di Luise Karoline Geyer von Geyersberg;
1830-52, granduca di Baden;
1848
-
Albero genealogico
 
Granducato di Lussemburgo
Willelm II (The Hague 1792 - Tillburg 1849)
figlio del re Willelm I e della p.ssa Wilhelmine di Prussia;
1840-49, re dei Paesi Bassi e granduca di Lussemburgo;
1848
-
Albero genealogico
 
Granducato di Meclemburgo-Schwerin
Friedrich Franz II (Ludwigslust 1823 - Schwerin 1883)
figlio del granduca Paul Friedrich e della p.ssa Alexandrine di Prussia;
1842-83, granduca di Mecklenburg-Schwerin;
1848
-
Albero genealogico
 
Granducato di Meclemburgo-Strelitz
Georg (Hannover 1779 - Schweizerhaus, vicino Neustrelitz 1860)
figlio del granduca Karl II e della langravina Friederike von Hessen-Darmstadt;
1816-60, granduca di Mecklenburg-Strelitz;
1848
-
Albero genealogico
 
Granducato di Oldenburg
August (Rastede 1783 - Oldenburg 1853)
figlio di Peter I e della d.ssa Friederike di Württemberg;
1829-53, granduca di Oldenburg;
1848
-
Albero genealogico
 
Granducato di Sassonia-Weimar-Eisenach

Karl Friedrich (Weimar 1783 - Belvedere, vicino Weimar 1853)
figlio del granduca Karl August e della c.ssa Luise von Hessen-Darmstadt;
1828-53, granduca di Sassonia-Weimar-Eisenach;
1848
-

Albero genealogico
 
Ducati
Ducato di Braunschweig
Wilhelm (Braunschweig 1806 - Schloss Sibyllenort 1884)
figlio del duca Friedrich Wilhelm e della p.ssa Marie von Baden;
1830-84, duca di Braunschweig;
1848
-
Albero genealogico
 
Ducato di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
Karl (Gottorp 1813 - Luisenlund 1878)
figlio del duca Wilhelm e della langravina Luise von Hessen-Kassel;
1831-63, duca di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg;
1848
-
Albero genealogico
 
Ducato di Lauenburg
Ducato di Limburgo
Ducato di Nassau
Adolf (castello di Biebrich in Wiesbaden 1817 - castello di Hohenburg vicino Lenggries 1905)
figlio del duca Wilhelm e della p.ssa Luise di Saxe-Altenburg;
1839-66, duca di Nassau;
1848
-
Albero genealogico
 
Ducato di Sassonia-Altenburg
Joseph (Hildburghausen 1789 - Altenburg 1868)
figlio del duca Friedrich e della d.ssa Charlotte von Mecklenburg-Strelitz;
1780-1826, duca di Sassonia-Hildburghausen;
1834-48, duca di Sassonia-Altenburg;
1848
-
Albero genealogico
 

Georg (Hildburghausen 1796 - Hummelshain 1853)
figlio del duca Friedrich e della d.ssa Charlotte von Mecklenburg-Strelitz;
1848-53, duca di Sassonia-Altenburg;
1848
-

Albero genealogico
 
Ducato di Sassonia-Coburgo-Gotha

Ernst II (Coburgo 1818-castello di Reinhardsbrunn 1893)
figlio di Ernst I e della p.ssa Luise di Saxe-Gotha;
1844-93, duca di Sassonia-Coburgo-Gotha;
1848
-

Albero genealogico
 
Ducato di Sassonia-Meiningen
Bernhard II (Meiningen 1800 - Meiningen 1882)
figlio del duca Georg I e della p.ssa Luise Eleonore zu Hohenlohe-Langenburg;
1803-66, duca di Sassonia-Meiningen;
1848
-
Albero genealogico
 
Principati
Principato di Assia-Homburg
Gustav (Homburg 1781 - Homburg 1848)
figlio del principe Friedrich V e della langravina Karoline von Hessen-Darmstadt;
1846-48, principe di Assia-Homburg;
1848
-
Albero genealogico
 
Ferdinand (Homburg 1783 - Homburg 1866)
figlio del principe Friedrich V e della langravina Karoline von Hessen-Darmstadt;
1848-66, principe di Assia-Homburg;
1848
-
Albero genealogico
 
Principato di Hohenzollern-Hechingen

Konstantin (Sagan 1801 - Schloss Polnisch-Klettkau 1869)
figlio del principe Friedrich e della p.ssa Pauline Biron von Kurland;
1838-49, principe di Hohenzollern-Hechingen;
1848
-

Albero genealogico
 
Principato di Hohenzollern-Sigmaringen (fino al 1850)

Karl (Sigmaringen 1785 - Bologna 1853)
figlio del principe Anton Alois e della p.ssa Amalie Zephyrine zu Salm-Kyrburg;
1831-48, principe di Hohenzollern-Sigmaringen;
1848
Agosto
27
, abdica in favore del figlio;

Albero genealogico
 

Karl Anton (Krauchenwies 1811 - Sigmaringen 1885)
figlio del principe Karl e della p.ssa Marie Antoinette Murat;
1848 27 ago-7 dic 1849, principe di Hohenzollern-Sigmaringen;
1848
-

Albero genealogico
 
Principato di Liechtenstein
Aloisio II (Wien 1796 - Lednice (Eisgrub), Moravia 1858)
figlio del principe Johann I e della ldgfn Josephine Sophie zu Fürstenberg-Weitra;
1836-58, principe von und zu Liechtenstein;
1848
-
Albero genealogico
 
Principato di Lippe
Leopold II (Detmold 1796 - Detmold 1851)
figlio del principe Leopold I e della p.ssa Pauline Christine von Anhalt-Bernburg;
1809-51, principe di Lippe-Detmol;
1848
-
Albero genealogico
 
Principato di Reuss-Greiz
Heinrich XX (Offenbach 1794 - Greiz 1859)
figlio del principe Heinrich XIII e della p.ssa Luise Pss von Nassau-Weilburg;
1836-59, principe di Reuss-Greiz;
1848
-
Albero genealogico
 
Principato di Reuss-Schleiz
Heinrich LXII (Schleiz 1785 - Gera 1854)
figlio del conte Heinrich XLII e della p.ssa Karoline Henriette zu Hohenlohe-Kirchberg;
1818-54, principe di Reuss-Schleiz;
1848
-
Albero genealogico
 
Principato Schaumburg-Lippe
Georg (Bückeburg 1784 - Bückeburg 1860)
figlio del conte Philipp II e della langravina Juliane von Hessen-Philippsthal;
1806-60, principe di Schaumburg-Lippe;
1848
-
Albero genealogico
 
Principato di Schwarzburg-Rudolstadt
Friedrich Günther I (Rudolstadt 1793 - Schloss Heidecksburg 1867)
figlio del principe Ludwig Friedrich II e della ldgvne Karoline di Hesse-Homburg;
1807-67, principe di Schwarzburg-Rudolstadt;
1848
-
Albero genealogico
 
Principato di Schwarzburg-Sondershausen
Günther Friedrich Karl II (Sondershausen 1801 - Sondershausen 1889)
figlio del principe Günther Friedrich Karl I e della p.ssa Karoline von Schwarzburg-Rudolstadt;
1835-80, principe di Schwarzburg-Sondershausen;
1848
-
Albero genealogico
 
Principato di Waldeck e Pyrmont
Georg Viktor (Arolsen 1831 - Mariánské Lázne (Marienbad), Bohemia 1893)
figlio del principe Georg Friedrich Heinrich e della p.ssa Emma von Anhalt-Bernburg-Schaumburg-Hoym;
1845-93, principe di Waldeck e Pyrmont;
1848
-
Albero genealogico
 
Città libere e anseatiche
Francoforte sul Meno
Brema
Amburgo
Lubecca
*Bund in tedesco significa tanto confederazione quanto federazione.
[Fino al 1847 ha costituito poco più di una cassa di risonanza, in Germania, della politica del cancelliere austriaco principe di Metternich-Winneburg.]




1848
REGNO di POLONIA
(Regno del Congresso)
[capitale Varsavia]
 
 
1848
dopo la rivoluzione inizia un processo di liberalizzazione;


1848
Regno di Ungheria
[All'inizio dell'800 in tutto il regno, che si estende anche alla Slovacchia, alla Transilvania e alla Vojvodina, solo 3 milioni di abitanti su 10 sono di nazionalità ungherese.]
 
1848
Budapest,
CROAZIA [dal 1096 fino al sec. XIX fa parte della corona ungherese; dal 1102 al 1918 l'Ungheria segnerà in maniera decisiva la storia croata; nel XIII secolo si stacca la Slavonia che ottiene un bano e una dieta propri.
Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Bosnia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria.
Dopo aver fatto parte delle Province Illiriche (1809-1821), nel 1822 la Croazia del bano (o "Croazia civile") viene nuovamente annessa all'Ungheria.]
1848
anche se Ljudevit Gaj e alcuni suoi collaboratori sono all'oscuro di come la pensi il ministro serbo Ilija Garašanin circa i piani di espansione serbi, ciò non impedisce loro di sperare, nelle prime settimane della rivoluzione del 1848, nella possibilità di formare un forte regno degli slavi meridionali.
Uno di loro, Andrija Torkvat Brlic scrive in questo periodo allo scrittore dalmata N. Tommaseo:
«Ormai l'impero austriaco ha perduto quel vincolo che legava le province austriache, cioè la dominazione assoluta; onde non può più durare. E noi slavi cerchiamo che quanto in cotesto impero era nostro, salviamo dalla rovina, e l'edifizio nostro liberiamo dalle austriache macerie, per edificare quella potenza slava che il possente re serbo Dusciano, tra il Mar Nero e l'Adriatico tentò stabilire».

Marzo
Zagabria, viene convocata un'assemblea nazionale che elegge come bano di Croazia il gen. Josip Jelacic, chiamato del resto a tale incarico qualche giorno prima dallo stesso imperatore.
Questa duplice nomina ha un valore simbolico in quanto i liberali croati:
- da un lato, auspicano la ricomposizione di un loro regno (chiedono cioè l'unione della Dalmazia, della Frontiera militare – la Kraijna – e di «altre parti della nostra patria» quale entità autonoma nell'ambito della monarchia asburgica e dello stato ungherese;
- dall'altro, sono ben presto costretti ad affiancarsi all'imperatore nella sua lotta contro i rivoluzionari ungheresi che tentano di trasformare le terre della corona di santo Stefano in uno stato centralistico e unitario in cui non ci sarebbe spazio per alcuna autonomia etnica. (Si giunge la punto di elaborare una legge elettorale in cui è proibito l'uso del nome croato).
Questo aspetto illiberale del regime di Kossuth, che poco dopo rompe con gli Absburgo proclamando la repubblica, non interessa a nessuno nell'Europa occidentale, affascinata dal coraggio con cui gli ungheresi hanno osato opporsi all'odiato regime austriaco.

Settembre-Ottobre
quando i croati, seguendo l'esempio dei serbi della Vojvodina, prendono le armi e marciano, sotto il comando del gen. Josip Jelacic, su Budapest e su Vienna (dove i liberali tedeschi hanno preso il potere per appoggiare i magiari), l'opinione pubblica europea non vede in questo atto un disperato tentativo di autodifesa dal nazionalismo magiaro, ma piuttosto un abietto schierarsi con le forze dell'assolutismo imperiale contro i combattenti della libertà.
Tale equivoco getterà una lunga ombra sull'atteggiamento dell'Europa colta nei confronti dei croati.

[Joze Pirjevec, Serbi, Croati, Sloveni - Storia di tre nazioni, Universale Paperbacks, Il Mulino, Bologna 1995]
BOSNIA [Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Croazia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria]
1848
-






1848
Principato di Serbia
[sotto la sovranità dell'Impero ottomano]
Alessandro Karagjorgjevic
Albero genealogico

(Topola, Belgrado 1806 - Timisoara 1885)
figlio di Karagjorgje;
1842-58, principe di Serbia;
è costretto ben presto a lasciare il governo del paese ai "difensori della costituzione", tra i quali primeggia Ilija Garašanin;

1848
Marzo

quando scoppia la rivoluzione a Budapest e i liberali salgono al potere, i serbi si associano a loro, rovesciando nelle provincie da essi popolate il regime militare e burocratico di stampo metternichiano. Ma ben presto i loro rapporti con i ribelli ungheresi si guastano perché questi non sono affatto disposti a riconoscere alle etnie soggette alla corona di santo Stefano le stesse autonomie culturali e politiche che reclamano per sé, sostenendo che in Ungheria esiste una sola nazione politica: quella magiara.

Maggio
sotto la guida del metropolita Josip Rajacic, eletto patriarca, chiedono la creazione di un'entità autonoma nel sud dell'Ungheria, la Vojvodina, comprendente la Backa, la Baranja, il Srem e il Banato; non ottenendo risposta affermativa, insorgono in armi, concludendo un'alleanza con i croati, del pari recalcitranti al dominio ungherese. Questa intesa rappresenta la prima occasione di collaborazione politica tra i due popoli.
Essa non porta tuttavia i risultati sperati perché gli Absburgo, dopo aver abilmente sfruttato croati e serbi per tenere a bada gli ungheresi (e i rivoluzionari di Vienna) non si dimostrano affatto grati quando riescono con l'aiuto dei russi a sconfiggere le forze di Kossuth.


1848
Montenegro
Petar II Njegoš
Albero genealogico

(1813 - 1851)
nipote di Petar I Petrovic Njegoš;
1830-51, vladika di Cettigne;
[vladika=metropolita ortodosso, principe vescovo]
appena 17enne, succede allo zio;

1848
-






1848
REGNO di GRECIA

Ottone I

Albero genealogico

(Salisburgo 1815 - Bamberga 1867)
secondogenito di Luigi I re di Baviera;
1832-62, re dei greci;
- dal 1844 ha concesso una costituzione di cui però non tiene conto;


- i greci rimangono esclusi dalla direzione politica del paese -

 
1848
-



1848
IMPERO OTTOMANO

'Abd ul-Mejid I

Albero genealogico

(23 aprile 1823 – 25 giugno 1861)
figlio di Mahmud II;
1839-61, XXXI sultano;


1848
fonda le prime università e accademie moderne;

Principati
vi sono disordini nei due principati, sia contro il protettorato russo che i privilegi della nobiltà ma sono facilmente soppressi dalle autorità russe; il governo di Pietroburgo stabilisce quindi che la carica di hospodar debba essere non più elettiva ma di nomina del sultano e dello zar e limitata a sette anni, le assemblee sono soppresse e sostituite da "divani" o consigli nominati dagli hospodar stessi.
Ciò nonostante il movimento nazionale continua a diffondersi assieme all'uso della lingua romena, che finora è stata parlata solo dal basso ceto, mentre le classi alte parlano il greco o il francese.
Moldavia
Governatore
(hospodar)
? (boiaro)
(? - ?)
1848
-
BUCOVINA [annessa all'Austria dal 1775]
BESSARABIA [regione fra i fiumi Pruth e Nistro, annessa alla Russia dal 1812]
VALACCHIA
Governatore
(hospodar)
? (boiaro)
(? - ?)
1848
-

 
BULGARIA
1848
dal 1845 sono già aperte 50 scuole bulgare e dappertutto si comincia a predicare l'idea nazionale bulgara.
Segue la rivolta dei bulgari contro la dominazione ecclesiastica greca che fa capo al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
A Costantinopoli, dove i bulgari sono numerosi, viene ora aperta la prima chiesa bulgara dove in seguito sarà omesso di pronunciare il nome di patriarca nelle preghiere, esempio poi seguito dalle varie chiese bulgare che si ergono in varie parti del paese.






1848
RUSSIA
 
Nicola I Romanov
Albero genealogico

(Carskoe Selo, Pietroburgo 1796 - Pietroburgo 1855)
terzogenito di Paolo I e di Maria Fëdorovna;
1825-55, zar di Russia;
- dal 1832 vigilanza poliziesca sulla stampa, sulla pubblica istruzione e in generale sulla cultura;

 
Ministro degli Esteri
K.V. Nessel'rode
(1816 - 1856)
1848
1847-49, nelle province lituane e polacche istituisce degli "inventari" che regolano i rapporti economici fra proprietari e contadini;





1848
-
 
Granducato di Finlandia
[relativamente autonomo]
- dal 1809, in seguito alla pace di Tilsit e al trattato di Fredrikshamn;
1848
-






1848
FRANCIA
Luigi Filippo d'Orléans
Albero genealogico

(Parigi 1773-Claremont, Londra 1850)
primogenito di Luigi Filippo Giuseppe duca di Orléans e di Luisa Maria Adelaide di Borbone Penthiève;
1785-93, duca di Chartres;
1793-1830, duca di Orléans;
1807-30, duca di Montpensier;
1830-48, re dei francesi;

Camera dei Pari
[Carta del 1830]
Étienne-Denis Pasquier
duca
(1830 3 ago - 24 feb 1848)
-
Camera dei deputati
[Carta del 1830]
-
 
 
Primo ministro
F.-P.-G. Guizot
(1847 18 set - 24 feb 1848)
 
Affari Esteri
F.-P.-G. Guizot
(1840 29 ott - 23 feb 1848)
 
Interno
C.-M.-T. Duchâtel
conte
(1840 29 ott - 24 feb 1848)

sottosegr. di stato
A.-F. Passy
(1840 29 ott - 24 feb 1848)
 
Educazione pubblica

N.-A. de Salvandy
(1845 - 24 feb 1848)

 
Giustizia e Affari religiosi
M.-P.-A. Hébert
(1847 14 mar - 24 feb 1848)
 
Finanze
P.-S. Dumon
(1847 9 mag - 24 feb 1848)
 
Agricoltura e Commercio
L. Cunin
(1840 29 ott - 24 feb 1848)
 
Lavori pubblici
H.-P. Jayr
(1847 9 mag - 24 feb 1848)
 
Guerra
Camille Alphonse Trézel
(1847 9 mag - 24 feb- 1848)

sottosegr. di Stato
Pierre Magne
(1847 9 mag - 24 feb- 1848)
 
Marina e Colonie
L.-N.-A. Lannes
2° duca di Montebello
(1847 9 mag - 24 feb- 1848)

sottosegr. di stato
Jean Jubelin
(1847 9 mag - 24 feb- 1848)
 
 
1848
Febbraio
il popolo parigino insorge contro F.-P.-G. Guizot; lo scoppio della rivoluzione lo travolge;
24, dopo aver abdicato a favore del nipote, il conte di Parigi, e proclamata la repubblica, il re deve riparare in Inghilterra.



1848
FRANCIA
     
Seconda Repubblica
[Costituzione del 1848]
(1848-1852)
Assemblea costituente  
Presidente
Ph.-J. Buchez
(9-10 mag)
Presidente
A.-M.-J. Sénard
(5-28 giu)
   
Assemblea nazionale legislativa
Presidente della Repubblica          
** C.-L.-N. Bonaparte
(1848 20 dic - 1852)
 
 
*Governo provvisorio
Commissione esecutiva
Consiglio esecutivo
Governo
Primo ministro  
J.-Ch. Dupont de l'Eure
(24 feb - 8 mag)
Presidente del consiglio
gen. L.-E. Cavaignac
(28 giu - 20 dic)
O. Barrot
I
(20 dic - 14 mag 1849)
Affari Esteri  
A. de Lamartine
(24 mar - 8 mag)

J. Bastide
(9 mag - 28 giu)

sottosegr. di Stato
J.-G.-C. Favre

gen. M.-A. Bedeau
(28 giu - 17 lug)
J. Bastide
(17 lug - 20 dic)
É. Drouyn de Lhuys
(20 dic - 2 giu 1849)
Interno  
A.-A. Ledru-Rollin
(24 feb - 8 mag)

A. Recurt
(9 mag - 28 giu)

sottosegr. di Stato
N.-H. Carteret

A.-M.-J. Sénard
(28 giu - 13 ott)
J. Dufaure
(13 ott - 20 dic)
L.-J.-L. Faucher
(29 dic - 2 giu 1849)
Educazione pubblica e Culti  
L.-H. Carnot
(24 feb - 8 mag)

Educazione pubblica
L.-H. Carnot
(9 mag - 28 giu)
sottosegr. di Stato
J.-E. Reynaud

Affari religiosi
E. Bethmont
(11 mag - 7 giu)

L.-H. Carnot
(28 giu - 5 lug)
[licenziato]
A. Tenaille de Vaulabelle
(5 lug - 13 ott)
A.-P. Freslon
(13 ott - 1° dic)
F.-A.-P. Falloux
conte
(20 dic - 21 ott 1849)
Giustizia  
A. Crémieux
(24 feb - 7 giu)
E. Bethmont
(8 giu - 3 nov)
P. Marie de Saint-Georges
(17 lug - 20 dic)
O. Barrot
(20 dic - 30 ott 1849)
Finanze  
M. Goudchaux
(24 feb - 5 mar)

L.-A. Pagès
(5 mar - 8 mag)

sottosegr. di Stato
C. Duclerc
(7 mar - 8 mag)

C. Duclerc
(11 mag - 28 giu)
M. Goudchaux
(28 giu - 25 ott)
A.-J. Trouvé-Chauvel
(25 ott - 20 dic)
H.Ph. Passy
(20 dic - 31 ott 1849)
Agricoltura e Commercio  
E. Bethmont
(24 feb - 8 mag)
F. Flocon
(9 mag - 28 giu)
Ch.-G. Tourret
(28 giu - 20 dic)
J.-A. Bixio
(20-29 dic)
L.-J. Buffet
(29 dic - ott 1849)
Lavori pubblici  
P. Marie de Saint-Georges
(24 feb - 8 mag)

U. Trélat
(9 mag - 18 giu, dim.)

A. Recurt
(28 giu - 13 ott)
A.-F.-A. Vivien
(13 ott - 20 dic)
L.-J.-L. Faucher
(20-29 dic)
B.-T.-J. Lacrosse
barone
(29 dic - 30 ott 1849)
Guerra  
gen. M.-A. Bedeau
(24-25 feb)
gen. J.-G. Subervie
barone
(25 feb - 4 mar, dim.)
gen. L.-E. Cavaignac
(20 mar - 5 apr)
F.-J.-D. Arago
(5 apr - 8 mag)

ten.col. J.-B.-A Charras
(11-17 mag)
[ad interim]

gen. L.-E. Cavaignac (17 mag - 28 giu)
ten.gen. J.-M. Rulhière
(20 dic - 30 ott 1849)
Marina e Colonie  


F.-J.-D. Arago
(24 feb - 8 mag)

sottosegr. di Stato
Victor Schœlcher

J.-G. Casy
(9 mag - 28 giu)

sottosegr. di Stato
R.-J.-B. de Verninac Saint-Maur

J. Bastide
(29 giu - 17 lug)
A.-C.-C.-V. Destutt
marchese di Tracy
(20 dic - 30 ott 1849)
* Governo provvisorio
Formazione di un governo provvisorio al quale partecipano:
- moderati (A. de Lamartine),
- repubblicani (A.-A. Ledru-Rollin) e
- socialisti (L. Blanc). 
Vengono creati gli "ateliers nationaux" (opifici nazionali) e si indicono elezioni a suffragio universale per eleggere un'assemblea costituente che, per lo spettro della rivoluzione sociale, risulta a maggioranza borghese moderata.

** Carlo Luigi Napoleone Bonaparte (Parigi 1808-Chislehurst, Kent 1873) Albero genealogico
figlio terzogenito (Carlo Luigi Napoleone Bonaparte ) di Luigi Bonaparte re d'Olanda (1806-10) e di Ortensia Beauharnais;
1852-70, imperatore dei francesi (Napoleone III);

1848
Febbraio
24
, scoppia la rivoluzione;

Marzo
quando la crisi economica si aggrava, nascono dei disordini a Rouen e in altri agglomerati industriali del dipartimento della Seine-Inférieure (10 morti e 25 feriti a Lillebonne);

Aprile
-

Maggio
Assemblea costituente:
- Presidente: Ph.-J. Buchez (9-10 mag);
Commissione esecutiva:
- Presidente: F.-J.-D. Arago (9 mag - 28 giu);

Giugno

alle elezioni suppletive C.-L.-N. Bonaparte viene eletto deputato all'Assemblea costituente in tre collegi;
15, C.-L.-N. Bonaparte si dimette riuscendo così a tenersi al di sopra della mischia;
21, la chiusura degli "ateliers nationaux" provoca un'insurrezione operaia;
C.-L.-N. Bonaparte non si fa compromettere dall'insurrezione popolare, né quindi dalla susseguente dura repressione del gen. L.-E. Cavaignac;
Assemblea costituente:
- Presidente: A.-M.-J. Sénard (24-28 giu);
Consiglio esecutivo:
- Presidente: gen. L.-E. Cavaignac (28 giu - 20 dic);

Settembre
17
, C.-L.-N. Bonaparte è rieletto deputato in cinque collegi;

Ottobre
11
, C.-L.-N. Bonaparte è autorizzato a risiedere in Francia [una legge del 1832 lo aveva allontanato];

Novembre

viene approvata la costituzione della seconda Repubblica che prevede una sola camera e l'elezione diretta del presidente, capo dell'esecutivo;

Dicembre
10
, dopo essere riuscito a coagulare intorno a sé consensi e speranze, C.-L.-N. Bonaparte è il vincitore assoluto delle elezioni presidenziali (5.434.000 voti su 7.500.000 votanti);
20, Carlo Luigi Napoleone Bonaparte diventa presidente della II Repubblica francese.



1848
REGNO dei PAESI BASSI
Guglielmo II

Albero genealogico

Frédéric-Georges-Louis (1792-1849)
figlio di Guglielmo I e di Federica Luisa di Hohenzollern;
1840-49, re dei Paesi Bassi e granduca di Lussemburgo (Guglielmo II);
[dopo l'abdicazione del padre.]


Primo ministro
-
1848
si crea un'agitazione liberale, rafforzata dalla carestia 1945-46, che induce il sovrano a rivedere la costituzione, a rendere i ministri responsabili verso una camera bassa eletta con suffragio censitario e a concedere la libertà di stampa;
 

a



1848
REGNO del BELGIO

Leopoldo I

Albero genealogico

(1790 - 1865)
figlio di Francesco Federico duca di Sassonia-Coburgo-Saalfeld e di Carl. di Reuss d'Ebersd;
[dal 1830 il Belgio è indipendente e dal 1939, con il "trattato dei ventiquattro articoli" che, tra l'altro, gli ha imposto uno statuto di neutralità assoluta, è riconosciuto definitivamente come paese indipendente dall'Olanda e dalle potenze.]
1831-65, re dei belgi;



 
Primo ministro
Charles Latour Rogler liberale;
(1847 - 1852)

1848
gli studenti dell'università cattolica di Lovanio sentono il bisogno di protestare contro i loro insegnanti in modo tale che si devono chiudere i corsi, mentre le università di Gand, Liegi e Bruxelles si mantengono in piena calma;
[L'Université de Louvain et les Étudiants. Lovanio 1848.]
Charles Perrin e Thonnisen, professori a Lovanio, sono due valenti ingegni; ma la fede ultramontana offusca i loro insegnamenti;
il nuovo governo liberale, succeduto al cattolico, abolisce il bollo dei giornali;
Marzo
12
, una legge riduce al minimum, fissato dalla Costituzione (20 fiorini, franchi 42.22 centesimi), il censo elettorale per la elezione dei membri della Camera dei rappresentanti e del Senato, raddoppiando così il numero degli elettori belgi;
30, dai dipartimenti francesi del nord, aiutati di nascosto da alcuni membri del governo provvisorio di Parigi, parte un migliaio di belgi per inaugurare a Bruxelles, alla strana foggia parigina, la repubblica democratica e sociale. Ma prima ancora di avere valicato il confine vengono dispersi dalle truppe del re a Risquons-Tout;
in ogni caso la pubblica opinione li aveva già sconfitti;
31, viene ridotto il censo per la elezione dei consiglieri comunali;
Maggio
26
, una legge proclama l'incompatibilità degli uffici stipendiati dallo Stato col mandato parlamentare;

sorge anche la questione dei cimiteri;
[Morto un certo Pruyssenaire, il parroco non solo gli rifiuta il suo ufficio per la sepoltura (peraltro nel suo diritto) ma impedisce pure che il cadavere venga sepolto nel cimitero comunale; il sindaco, chieste istruzioni al commissario del circondario, si sente citare i termini del decreto pratile (anno XII) per cui l'autorità civile deve portare, presentare, deporre ed inumare il defunto nel cimitero del comune [Loi sur l'exuhumation du 22 prairial, au XII.]; poiché il curato di Walwerghem dichiara che si opporrà con la forza a questo sacrilegio, il borgomastro tentenna un po' ma poi, istigato dal parroco, fa seppellire il cadavere in un luogo dove gli allievi della scuola deponevano le loro immondizie. Il commissario circondariale, dolente che la legge sia stata VIolata, lo fa trarre dalla sentina e seppellire d'ufficio nel cimitero comune.
Questi fatti si ripetono spesso specie nelle Fiandre.]

Bruxelles, lo stesso anno Elihu Burritt, fondatore assieme al quacchero inglese Joseph Sturge, della Lega della fratellanza universale (1846), tiene la prima di una serie di "conferenze mondiali per la pace" che suscitano grande entusiasmo.
[Tuttavia, con l'aggravarsi della controversia sullo schiavismo, molti iscritti subordinano il loro pacifismo all'abolizionismo: nel 1860 l'American Peace Society à diventerà praticamente inoperante.]

a






1848
Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda
Vittoria
Albero genealogico

(Londra 1819-Osborne, isola di Wight 1901)
figlia di Edoardo duca di Kent e di Vittoria Maria Luisa di Sassonia-Coburgo-Gotha;
1820, alla morte del padre è posta sotto la tutela dello zio materno Leopoldo di Sassonia-Coburgo-Saalfeld (futuro Leopoldo I del Belgio);
1837-1901, regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda;
succeduta alla morte dello zio Guglielmo IV morto senza eredi legittimi;
dal febbraio 1840 è sposata con l'amatissimo cugino Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha;
1848
-



Primo lord
del Tesoro
[First Lord
of the Treasury
]
lord John Russell Whig
ultimo 1° conte Russell
(1846 30 giu - 23 feb 1852)
Cancelliere dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
sir Charles Wood
(1846 6 lug - 21 feb 1852)
Segretari di Stato
 
Affari Esteri e
Commonwealth
H.J. Temple
visconte Palmerston
(1846 6 lug - dic 1851)
Affari Interni
-
Giustizia
-
Colonie
-

1848
il numero di Lord Spirituals (già ridotto ai soli vescovi e arcivescovi nel 1549) viene ulteriormente ridotto dal Bishopric of Manchester Act ;
[altre leggi successive ne ridurrano ancora il numero; rimangono in piedi i rappresentanti delle cinque diocesi più antiche del paese:
- arcivescovo di Canterbury,
- arcivescovo di York,
- vescovo di Londra,
- vescovo di Durham,
- vescovo di Winchester.
[La Chiesa di Scozia, in quanto istituzione presbiteriana e quindi senza arcivescovi né vescovi, non è rappresentata da alcun Lord Spiritual. Rappresentanti della Chiesa d'IRLANDA furono ammessi nella Camera dei Lord dopo l'unione fra IRLANDA e Gran Bretagna (1801).
La Chiesa del Galles ha rappresentanza in seno alla Camera [la perderà nel 1920].

1848
seconda rovina del raccolto di patate;
scarsa eco suscita la rivolta dei Giovani irlandesi;


1848
REGNO di DANIMARCA
Cristiano VIII
Albero genealogico
(Copenaghen 1786-1848)
figlio di Federico (fratello di Cristiano VII) e di Sofia di Mecklenburg-Schwerin;
1814(17 mag-ott),re di Norvegia(Cristiano Federico);
si ritira poi in Danimarca dove si dedica a studi scientifici;
1839-48, re di Danimarca;
1848
Gennaio
questione dei ducati: cerca di rafforzare l'unione dei ducati di Schleswig e dello Holstein alla corona danese, ma le sue iniziative acuiscono i contrasti con l'elemento germanico dando una svolta drammatica alla questione;
28, muore.



Federico VII
Albero genealogico
(Copenaghen 1808 - Glücksburg, Schleswig-Holstein 1863)
figlio di Cristiano VIII e di Carlotta di Mecklenburg-Schwerin;
1848-63, re di Danimarca;
1848
-



1848
guerra dei ducati (1848-50):
Gennaio
28
, pubblica la costituzione, già predisposta dal padre, provocando così la ribellione dell'elemento tedesco nei ducati;
Marzo
23
, a Kiel un governo provvisorio rivolge un appello alla dieta della Confederazione degli stati tedeschi perché accettino l'ingresso dei ducati nella Confederazione e offre la corona al principe Cristiano Augusto di Augustenborg;
l'intervento militare della Prussia e della Confederazione porta all'occupazione dello Holstein e del Lauenburg e alla penetrazione dei tedeschi nel territorio dello Schleswig fino allo Jutland;
Agosto
26
, Malmö, le grandi potenze inducono le parti a firmare un accordo di tregua di sette mesi, ma nel marzo 1849 le ostilità Ottobre
di tendenze liberali, convoca una costituente che elabora una costituzione democratica;

ISLANDA

1848
-

1848
REGNO di SVEZIA e NORVEGIA
Oscar I
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di Carlo XIV;
1844-59, re di Svezia e Norvegia;


SVEZIA
1848
-
NORVEGIA
1848
-




1848
REGNO di PORTOGALLO
Maria II
Albero genealogico
(Rio de Janeiro 1819 - Lisbona 1853)
figlia di Pietro I;
1826-53, regina di Portogallo;


Ministro degli Interni

-

1848
nel Concordato la religione cattolica è considerata come religione di stato, e quindi ufficiale;

a


1848
REGNO di SPAGNA
Isabella II
Albero genealogico

(1830 - 1904)
figlia di Ferdinando VII e di Maria Cristina di Napoli;
1833-68, regina di Spagna;
[maggiorenne dal 1843]
Prima guerra carlista (1834-39);




Primo Ministro
R.M. Narváez
(1847 - 1851)

1848
-








1848
REGNO DI SARDEGNA
Albero genealogico

(Torino 1798 - Oporto 1849)
figlio di Carlo Emanuele di Savoia principe di Carignano e di Albertina Maria Cristina di Sassonia;
1800-31, 7° principe di Carignano;
1831-49, re di Sardegna;
G. Mazzini e G. Garibaldi sono stati condannati a morte in contumacia – 

1848
Marzo
firma (4 marzo) e pubblicazione (5 marzo) dello "statuto albertino";
[Viene emanato il Regio editto sulla legge elettorale del 17 marzo 1848 n. 680, che attribuisce il diritto di voto a meno del 2% della popolazione.
Mentre il Senato, ai sensi dell'art. 33 dello Statuto, è di nomina regia, e quindi composto di membri, in numero non limitato, nominati a vita dal Re, per i 204 membri della Camera il R.D. n. 681 del 17 marzo 1848 indice le elezioni per il 17 aprile 1848, poi prorogate al 27 aprile.]
18-22, "cinque giornate di Milano" [vedi Lombardia];
23, Carlo Alberto decide di intervenire nel Lombardo-Veneto con una dichiarazione di guerra all'Austria;
24, I guerra d'indipendenza:
I fase
verso sera le truppe sarde varcano il Ticino;
Esercito sardo, 70.000 uomini, agli ordini dei gen. E. Bava e L.M. Gerbaix de Sonnaz:
- 4 divisioni di linea e una di riserva,
- 36 squadroni di cavalleria,
- 4 compagnie di bersaglieri, artiglieria e servizi;
Esercito austriaco, 45.000 uomini, agli ordini di L. Nugent e Werden;
31, si mette in moto anche il grosso dell'esercito sardo;

Aprile
Ferdinando II delle Due Sicilie, che sotto la pressione dei liberali ha concesso la costituzione, è costretto ad inviare due divisioni al comando del gen. G. Pepe; anche Pio IX invia due divisioni (una dell'esercito pontificio e una di volontari) al comando di Giovanni Durando e di A. Ferrari;
dalla Toscana partono alcuni contingenti di truppe regolari e di volontari (condotti da Cesare De Laugier);
5-6, si ha il primo contatto a fuoco con la retroguardia austriaca;
11
, i piemontesi si attestano sulla linea del Mincio fra Peschiera e Mantova e conquistano i passaggi del fiume a Goito, Monzambano e Valeggio;
primo periodo di stasi:
lo stato maggiore sardo non riesce ad ostacolare o a bloccare le comunicazioni di J. Radetzky con l'Austria lungo la valle dell'Adige (infruttuosa rimane pure la spedizione in Trentino di un corpo di volontari organizzata dal governo provvisorio lombardo) né a impedire la marcia attraverso il Veneto del corpo d'armata allestito a Gorizia dal gen. L. Nugent;
24, i piemontesi iniziano l'assedio di Peschiera;
26-28, passaggio sulla sinistra del Mincio del grosso delle truppe che assumono una posizione offensiva lungo un semicerchio di 25 km che va dal Garda a Villafranca passando per Sona e Sommacampagna così da coprire le truppe che assediano Peschiera e da minacciare Verona, la linea dell'Adige e la strada Verona-Trento;

27, si effettuano le elezioni politiche [I Legislatura] a scrutinio uninominale a suffragio ristretto, secondo la legge in vigore;
[Gli elettori chiamati alle urne sono 83.369 (l'1,70% della popolazione residente) e i votanti 53.924 (pari al 65,50% degli aventi diritto).]
30, i piemontesi attaccano Pastrengo, dove J. Radetzky ha conservato la testa di ponte del suo esercito, e portano la propria ala sinistra sull'Adige;

Maggio
Carlo Alberto decide una nuova azione offensiva secondo i piani elaborati dal gen. E. Bava che si propone l'obiettivo
- minimo, di occupare la linea avanzata austriaca disposta a semicerchio a protezione di Verona (il cosiddetto rideau), 
- massimo, di affrontare gli austriaci in campo aperto in una battaglia decisiva, qualora J. Radetzky sia uscito dalla città col grosso dell'esercito;
il progetto è limitato dal ministro della guerra A. Franzini a una "grossa ricognizione offensiva";
5, le truppe di L. Nugent occupano Belluno e Feltre;
6, si arriva così alla sanguinosa battaglia di Santa Lucia, località occupata temporaneamente dai piemontesi che però ripiegano sulle posizioni di partenza senza sfruttare il successo;
finisce qui l'iniziativa piemontese;
[. Carlo Alberto, benché dotato di coraggio personale, si dimostra privo delle doti di lungimiranza e decisione;
. C. Canera di Salasco, generale e capo di S.M., è solo un esecutore;
. Franzini e E. Bava, generali, mancano di una vasta visione strategica e spesso sono in contrasto tra loro.]
8, Torino, mentre il re si trova a combattere sui campi veneti, viene inaugurato per la prima volta il Parlamento con discorso della Corona letto dal luogotenente generale del Regno, principe Eugenio di Savoia-Carignano.
[Tuttavia, questo Parlamento non rappresenta [fino al 30 aprile 1859] che le popolazioni degli Stati Sardi, meno (in un breve intervallo dal 20 giugno 1848 al 30 marzo 1849) i diciotto collegi delle province, temporaneamente annesse, di Parma e Piacenza.]
Come previsto dal R.D. n. 729 del 29 maggio 1848 e dal R.D. n. 734 del 15 luglio 1848, sono convocati anche i collegi del Ducato di Parma e Piacenza per l'elezione di 18 deputati, portando così nelle prime due legislature il numero dei membri della Camera, compresi i parmensi e i piacentini, a 222.
8-9, le truppe di L. Nugent battono a Cornuda sul Piave il corpo pontificio di G. Durando che ripiega su Treviso;
21, le truppe di L. Nugent si congiungono con J. Radetzky a Verona che dispone così di tre corpi d'armata;
27, il maresciallo austriaco esce la sera da Verona;
28, raggiunge Mantova;
29, un corpo austriaco al comando del gen. E. Wratislaw (19.000 uomini) muove da Mantova verso le posizioni di Curtatone e Montanara tenute dall'ala destra dell'esercito piemontese (6600 uomini, tra effettivi e volontari - divisione toscana e tre battaglioni napoletani, comandati dal  gen. Cesare De Laugier), per aggirare le truppe piemontesi impegnate nell'assedio di Peschiera;
l'inaspettata resistenza (si distingue in particolare il battaglione degli universitari pisani), anche se al prezzo di 700 tra morti e feriti e 1200 prigionieri, dà il tempo all'esercito piemontese di concentrarsi su Goito;
30, proprio a Goito nel pomeriggio avviene la battaglia che si conclude con la ritirata degli austriaci, dopo che il loro fianco destro è sfondato dalle truppe del gen. E. Bava;
i piemontesi perdono circa trecento uomini tra morti e feriti, gli austriaci, quattrocento; si arrende anche la guarnigione austriaca di Peschiera composta da 1870 uomini con 150 cannoni; 
Carlo Alberto ancora una volta non riesce a sfruttare la situazione, permettendo così agli austriaci di riorganizzarsi.

Giugno
10
, J. Radetzky, tornato a Mantova, si porta con una parte delle truppe su Vicenza…

secondo periodo di stasi;
muta intanto l'equilibrio delle forze in campo: 
- i piemontesi, 75.000 uomini e 102 pezzi (senza i reparti che hanno capitolato a Vicenza e senza il corpo di spedizione napoletano - richiamato in patria dopo i fatti del 15 maggio a Napoli e il ritorno di Ferdinando II ad una politica reazionaria); 
- gli austriaci, 95.000 uomini e 200 cannoni (tre corpi d'armata più le truppe del Trentino); 

Intanto, tra i primi di aprile e giugno il pIemonte ha effettuato delle annessioni – con plebisciti che hanno decretato a grandissima maggioranza l'annessione di Piacenza, Parma, Modena, Reggio, Padova, Rovigo, Vicenza, Treviso e tutta la Lombardia (salvo Mantova; Venezia repubblicana è incerta e l'annessione sarà accettata solo ai primi di luglio da un'assemblea provinciale eletta un mese prima a suffragio universale maschile).

Luglio
3, Venezia, l'assemblea generale proclama la fusione di Venezia con il Piemonte, D. Manin cede il potere e i regi commissari piemontesi prendono possesso della città;
5, G. Garibaldi, che ha offerto inutilmente di mettersi agli ordini di Carlo Alberto, ha dal comando provvisorio lombardo il comando di alcuni reparti di volontari;
22, inizia l'offensiva austriaca; con 50.000 uomini il gen. J. Radetzky si muove in direzione di Peschiera e attacca a Rivoli l'ala sinistra piemontese;
23, travolti a Sona e Sommacampagna i piemontesi arretrano fino a 3 km davanti a Peschiera determinando così una separazione fra il centro e la sinistra del loro schieramento e la destra;
24, gli austriaci forzano anche la linea del Mincio a Salionze, Monzambano e Valeggio;
Carlo Alberto tenta, con forze però insufficienti, una controffensiva lungo la linea da Sommacampagna a Custoza conseguendo il successo di Staffalo;
J. Radetzky, costretto a sospendere l'offensiva al di là del Mincio, contrattacca col grosso delle sue unità l'avversario a Custoza;
25, la vittoria degli austriaci costringe Carlo Alberto ad ordinare il ripiegamento generale su Goito;
(prima battaglia di Custoza); 
26-27, i piemontesi falliscono anche il tentativo di rioccupare Volta Mantovana, posizione chiave inopportunamente abbandonata dal gen. Sommariva; Carlo Alberto cerca inutilmente di ottenere un armistizio;
27, come effetto delle annessioni – operazione compiuta tra i primi di aprile e giugno si forma il primo ministero "italiano" [vedi sotto];
ciononostante, la scelta di affrettare l'annessione a guerra ancora in corso provoca vibrate proteste dei repubblicani e dei democratici (G. Mazzini compreso, questa volta) ma soprattutto convinve Ferdinando II di Borbone delle intenzioni egemoniche che il Piemonte si candida ad esercitare sul nuovo possibile stato italiano. Questa convinzione, non del tutto infondata, lo rafforza nella sua intenzione di chiudere il prima possibile l'esperienza nazional-costituzionale;
31, le truppe piemontesi si portano sulla destra dell'Adda; da qui anziché spostarsi sulla destra del Po verso Piacenza, come ha proposto Bava e altri generali, continua la ritirata verso Milano per volere di Carlo Alberto il quale teme la proclamazione di una repubblica annullando così la fusione della Lombardia con gli stati sardi;

Agosto
4 , ultima battaglia davanti a Milano; i piemontesi che hanno impiegato un terzo degli effettivi ripiegano presto sui bastioni;
5, viene concessa la capitolazione;
6, gli austriaci rioccupano Milano;
9, "armistizio di Salasco";
il capo di S.M. dell'armata piemontese C. Canera di Salasco firma insieme al gen. H.H. Hess, capo di S.M. dell'esercito austriaco del feldmar.llo J. Radetzky, l'armistizio che in 7 articoli stabilisce che:
- la linea di separazione tra i due eserciti corra lungo l'antica frontiera del Ticino;
- le truppe e i commissari sardi abbandonino Venezia, la terraferma veneta, i ducati;
- evacuino le fortezze di Peschiera, Rocca d'Anfo e Osoppo (conservando i materiali bellici);
- che i lombardi, se lo vogliono, possano seguire le forze piemontesi al di là del Ticino;
l'armistizio, della durata di 6 settimane, è prorogabile di comune accordo;
G. Garibaldi, alla testa di un migliaio di uomini, occupa Arona e Varese;
11, in nome dei nuovi patti il gen. Welden intima la resa di Venezia; per 48 ore D. Manin diventa dittatore e si riprende la lotta; mentre gli austriaci si preparano ad un vigoroso assalto accorrono vari patrioti tra cui:
. A. Poerio,
. Giuseppe Sirtori,
. U. Bassi,
. A. Mordini,
. ecc.
14-26, dopo lo scontro a Morazzone G. Garibaldi deve riparare in Svizzera;
Tra le migliaia di morti:
a Palmanova:
. Antonio Dall'Ongaro, pittore,
a Vicenza:
. col. N. Del Grande,
. magg. conte Vincenzo Gentiloni, di Zilottrano nelle Marche,
. Francesco Legnani,
. Francesco Marconi,
. Pirro,
.
Missirini,
a Curtatone:
. prof. Leopoldo Pilla, geologo, dell'università di Pisa,
. Temistocle Sforzi, di Livorno,
. Riccardo Bernini, di Livorno,
. Cesare Colombi, di Montepulciano,
. canonico Roberto Bonfanti, di Pistoia,
. ecc.

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre
16
, V. Gioberti diventa primo ministro degli stati sardi, ma il suo progetto di intervento militare in Toscana per restaurare il granducato di Leopoldo II gli fa mancare l'appoggio dei democratici;

30, si chiude la I Legislatura (durata 7 mesi e 23 giorni).
[Dopo tre proroghe:
- D.Lten. n. 757 del 1º agosto 1848,
- D.Lten. n. 781 del 7 settembre 1848,
- R.D. n. 860 del 28 dicembre 1848).
Il Senato ha tenuto 39 sedute e la Camera dei Deputati 122.]

 

 
I Legislatura
[8 mag - 30 dic]
1848
Subalpino
piemontese-lombardo
 
degli Stati Sardi
Presidente del Senato     Gaspare Coller
(8 mag - 30 dic)
   
Presidente della Camera     V. Gioberti
(8 mag - 30 dic)
   
Presidenti
del Consiglio
C. Balbo
(16 mar - 27 lug)
G. Casati
milanese
(27 lug - 15 ago, dimiss.)
Carlo Alfieri di Sostegno
(15 ago - 11 ott)
E. Perrone di San Martino
(12 ott - 16 dic)
V. Gioberti
(1848 16 dic - 21 feb 1849)
Interno
Lorenzo Pareto
(16 mar - 27 lug)
Giacomo Plezza
piemontese
(27 lug - 15 ago)
P.D. Pinelli
(15 ago - 16 dic)
Riccardo Sineo
(1848 16 dic - 17 feb 1849)
Affari Esteri
Vincenzo Ricci
(16 mar - 27 lug)
Lorenzo Pareto
genovese
(27 lug - 15 ago)
E. Perrone di San Martino
(15 ago - 16 dic)
V. Gioberti
(1848 16 dic - 21 feb 1849)
Guerra
A. Franzini
(16 mar - 8 ago)
Giacinto Provana di Collegno
élite torinese
(27 lug - 15 ago)

A. Franzini
(15 - 22 ago)

  G. Dabormida
(7 set - 11 ott)
Alfonso Ferrero
conte di La Marmora
piemontese
(11 ott)
G. Dabormida
(12 - 27 ott)
Alfonso Ferrero
conte di La Marmora
piemontese
(18 ott - 16 dic)
Ettore Gerbaix De Tonnaz
(1848 16 dic - 2 feb 1849)
Finanze
Ottavio Thaon di Revel
(16 mar - 27 lug)
Vincenzo Ricci
genovese
(27 lug - 15 ago)
Ottavio Thaon di Revel
(15 ago - 16 dic)
Vincenzo Ricci
(1848 16 dic - 27 mar 1849)
Agricoltura e commercio
  Durino
milanese
(27 lug - 15 ago)
Carlo Alfieri di Sostegno
(15 ago - 11 ott)
[ad interim]
P. De Rossi di Santarosa
(12 - 27 ott)
[ad interim]
L. Torelli
(28 ott - 16 dic)
Domenico Buffa
(1848 16 dic - 27 mar 1849)
Lavori Pubblici
Luigi Des Ambrois De Nevache
(16 mar - 27 lug)
Pietro Paleocapa
veneziano
(27 lug - 15 ago)
P. De Rossi di Santarosa
(15 ago - 16 dic)
S. Tecchio
veneto
(1848 16 dic - 27 mar 1849)
Affari ecclesiastici, Grazia e Giustizia
Federigo Paolo Sclopis di Salerano
(16 mar - 27 lug)
Gioia
piacentino
(27 lug - 15 ago)
Felice Merlo
(15 - 29 ago)
[ad interim]
Felice Merlo
(30 ago - 16 dic)
U. Rattazzi
(1848 16 dic - 17 feb 1849)
Istruzione Pubblica
Carlo Bon Compagni di Mombello
(16 mar - 27 lug)
U. Rattazzi
piemontese
(27 lug - 15 ago)
Felice Merlo
(15 - 27 ago)
Carlo Boncompagni Di Mombello
(28 ago - 16 dic)
Carlo Cadorna
(1848 16 dic - 27 mar 1849)
Ministri senza portafoglio
-
  V. Gioberti
(20 - 4 ago)
  Federico Colla
(15 ago - 16 dic)
 
Rapporti col sovrano
    Guglielmo Moffa di Lisio Gribaldi
élite torinese
(27 lug - 15 ago)
Gaspare Domenico Regis
(15 ago - 11 ott)
   
 



1848
Regno Lombardo-Veneto
[Impero Austriaco]
Governatore militare
mar.llo J. Radetzky
(?-1857)

LOMBARDIA

1848 
Gennaio
3, Milano, una serie di scontri tra patrioti e militari austriaci danno come bilancio cinque morti e cinquanta feriti tra i civili;

Marzo
18-22, Cinque giornate di Milano: la notizia della vittoria della rivoluzione a Vienna (13-14) accentua il fermento contro il dominio austriaco; 
18, la mattina, gruppi di dimostranti guidati dal podestà G. Casati e da E. Cernuschi invadono il Palazzo del Governo, costringendo il vicepresidente E. O' Donnell a firmare i decreti che concedono la formazione della Guardia Civica e destituiscono la Direzione di Polizia;
intanto sono state erette più di 1500 barricate a Santa Maria Segreta, S. Nazaro, piazza Ulderico, via Velasca, al Bocchetto, alla Scala, a Santa Margherita e al Broletto;
il feldmar.llo J. Radetzky, comandante delle forze austriache (14.000 soldati e quaranta cannoni), occupa il duomo e si assicura il controllo della cerchia dei bastioni;
[La prima giornata costa 30 morti al popolo milanese.]
19, gli insorti trovano un valido centro direzionale nel consiglio di guerra con sede in Casa Taverna, composto da:
- C. Cattaneo,
- G. Terzaghi,
- G. Clerici,
- E. Cernuschi;
altri capi degli insorti:
. L. Manara,
. A. Anfossi,
. F. Longhena,
. Griffini,
. Arcioni,
. Simonetta,
. Sorresi,
. Bonfanti,
. Sedabondi,
. Tores,
. L. Porro Lambertenghi;
a capo di schiere di volontari:
. Michievitz (polacchi),
. C. Trivulzio (napoletani),
. G. La Masa (siciliani),
. Thambèrg (belgi),
. G. Modena,
. ecc.;
tra i sacerdoti che incitano alla rivolta al grido di «Viva l'Italia, Viva Pio IX, Viva L'indipendenza»:
. padre U. Bassi, bernabita,
. padre A. Gavazzi,
. ecc.
tra le donne:
. Giacinta Luchinati di Genova, caporale nella Legione Universitaria di Roma,
. Giulia Modena, di Venezia,
. ecc.;
Carlo Alberto decide di inviare un "corpo d'osservazione" alla frontiera del Ticino e di iniziare l'arruolamento di volontari, ma esita ad intervenire:
- per ragioni militari (l'esercito è ancora dislocato in gran parte lontano dal confine lombardo e difetta di armi ed equipaggiamento)
- per ragioni politiche (le grandi potenze sono contrarie all'intervento piemontese, tanto più che non è stata denunciata l'alleanza militare austro-sarda del 1831);
gli austriaci sono battuti a Portea Orientale dove muore il patriota Giuseppe Broggi;
dal Corso di Porta Nuova sono respinti da A. Anfossi; in Piazza Mercanti perdono un cannone; a Porta Ticinese e a Porta Tosa impegnano con i popolani una vera battaglia;
alla fine della giornata tuttavia molte crudeltà vengono commesse nella fabbrica Fortis, a P. Vercellina, alla Cavalcina e a santa Teresa, e molti prigionieri sono internati nel Castello;
20, il consiglio riesce a far respingere una prima proposta di tregua avanzata dagli austriaci;
dopo aver commesso varie crudeltà a San Simpliciano, P. Ticinese, S. Celso, gli austriaci vengono cacciati dal Palazzo vicereale, dal Duomo, dal Broletto, dalla Polizia, dalla Zecca, da Sant'Apollinare;
21, gli insorti cacciano gli austriaci dal palazzo del Genio (dove muore A. Anfossi), dal Comando generale e dal posto di San Bernardino;
il consiglio riesce a far respingere una seconda proposta di tregua avanzata dagli austriaci; dal Piemonte è arrivato infatti il conte Enrico Martini con le promesse di intervento di Carlo Alberto;
22, dopo aspri combattimenti gli insorti riescono a spezzare, con la conquista di porta Tosa (oggi porta Vittoria) e di porta Comasina, la linea dei bastioni e a stabilire un collegamento con gli insorti del contado e delle altre province; J. Radetzky ordina quindi l'evacuazione di Milano e la ritirata nelle fortezze del quadrilatero (Mantova, Peschiera, Verona, Legnago);
entrano quindi in città le truppe campagnole radunate da:
. Borgazzi,
. Gay,
. Nullo;
nel frattempo la municipalità si costituisce in governo provvisorio 
- G. Casati,
- V. Borromeo,
- G. Durini,
- P. Litta, ecc.;
nei cinque giorni di combattimento gli austriaci perdono circa mille uomini, tra morti, feriti e prigionieri mentre tra i patrioti i morti sono almeno 335, in gran parte appartenenti ai ceti popolari.
[Fra i ca 250 caduti di cui si conosce la professione, abbiamo:
-160 operai,
- 25 domestici e inservienti,
- 14 contadini,
- 29 commercianti,
le donne sono 38, in gran parte operaie.]
La condotta degli insorti verso i prigionieri feriti o fatti prigionieri è comunque generosa; perfino i poliziotti e i loro capi : Torresani, Bolza e Garimberti vengono rispettati.
24, I guerra d'indipendenza I fase;

Aprile
7
, G. Mazzini, arrivato a Milano, ha un atteggiamento cooperativo nei confronti di Carlo Alberto in nome del raggiungimento dell'indipendenza italiana, una posizione che, peraltro, provoca una violenta rottura con altri repubblicani e democratici lombardi come Carlo Cattaneo e Giuseppe Ferrari inclini invece ad un atteggiamento di intransigente opposizione nei confronti dell'ingombrante presenza piemontese;

Giugno
10
, J. Radetzky, tornato a Mantova, si porta con una parte delle truppe su Vicenza…

Agosto
9
, "armistizio di Salasco";

Novembre
sulle spalle di 189 cittadini viene rovesciato il peso di un'imposta straordinaria di 20 Mni di lire austriache;

Dicembre,
sul trono austriaco sale l'imperatore Francesco Giuseppe;
reinsediatosi a Milano come governatore generale militare e civile su mandato del nuovo imperatore, il feldmar.llo J. Radetzky cerca di assicurarsi la simpatia delle popolazioni contadine svolgendo una politica di dura pressione sulle élite nobiliari e borghesi, ritenute le vere responsabili della rivoluzione;


VENETO

1848
Gennaio
Venezia, vengono incarcerati N. Tommaseo, D. Manin e altri patrioti;

Marzo
17
, Venezia, un imponente manifestazione patriottica costringe il governatore conte Palffy a liberare i patrioti incarcerati nel gennaio precedente;
18, una nuova manifestazione spinge il conte Palffy ad autorizzare la formazione di corpi di Guardia civica;
[Lo stesso giorno insorge Milano!]
22, Venezia, un'insurrezione quasi del tutto incruenta conduce alla liberazione della città; il conte Palffy e il conte Zichy, proconsoli d'Austria, sgombrano la città con i loro croati;
23, D. Manin proclama la "Repubblica di San Marco";
quasi tutte le città lombarde e venete (tranne Mantova e Verona) sono liberate e Carlo Alberto si decide a dichiarare guerra all'Austria, sovrapponendo così la "guerra regia" all'insurrezione popolare.
24, I guerra d'indipendenza I fase;

Giugno
10
, J. Radetzky, tornato a Mantova, si porta con una parte delle truppe su Vicenza, difesa da 11.000 soldati pontifici;
11, dopo una buona resistenza (contro il triplo delle forze) i difensori capitolano (2000 perdite tra morti e feriti) con una convenzione che li obbliga a portarsi al di là del Po e a non prendere parte alle operazioni belliche per tre mesi; tutto il Veneto, tranne Venezia, torna così in mano austriaca;
i piemontesi si limitano ad effettuare due puntate offensive su Rivoli e verso Villafranca che non agganciano l'avversario;
18, il gen. Welden, occupate Padova e Treviso, pone il blocco a Venezia; la repubblica, con i suoi 32.000 uomiini guidati dal gen. G. Pepe, delibera di non cedere alla forza; al comando, assieme a D. Manin, troviamo:
. N. Tommaseo,
. Avesani,
. Paleocapa,
. Baldisserotto,
. ecc.
le prime scaramucce avvengono a Mestre, Brondolo e Fusina;

Luglio
3, Venezia, l'assemblea generale proclama la fusione di Venezia con il Piemonte, D. Manin cede il potere e i regi commissari piemontesi prendono possesso della città;

Agosto
9
, "armistizio di Salasco";
11, in nome dei nuovi patti il gen. Welden intima la resa di Venezia; per 48 ore D. Manin diventa dittatore e si riprende la lotta; mentre gli austriaci si preparano ad un vigoroso assalto accorrono vari patrioti tra cui:
. A. Poerio,
. Giuseppe Sirtori,
. U. Bassi,
. A. Mordini,
. ecc.
13, Venezia, D. Manin costituisce un triumvirato, formato da lui stesso e da:
. Giambattista Cavedalis (responsabile delle armi di terra),
. Leone Graziani (responsabile della Marina);
Da questo momento – e nei mesi successivi – D. Manin cerca di realizzare una politica estera che non impegni in alcuna direzione lo stato di Venezia, cercando di tenersi aperte tutte le strade possibili in vista del mantenimento dell'indipendenza dall'Austria; per questo motivo ha occasioni di scontro, anche aspro, con esponenti delle associazioni democratiche attive in città, che preferirebbero una condotta politica e militare più coraggiosa. Nonostante ciò però egli non perde il prezioso sostegno degli artigiani, dei barcaioli e degli operai cittadini, che egli sa assicurarsi con vari provvedimenti come:
- il contenimento dei prezzi dei prodotti alimentari,
- il reclutamento dei disoccupati per i lavori di rafforzamento delle difese cittadine,
- ecc.

Ottobre
23
, Venezia, si combatte al Cavallino;
26, altra battaglia a Mestre con i comandanti:
. D'Amerigo,
. Zambeccari,
. Morandi;
i veneziani prendono 6 cannoni e fanno 800 prigionieri;
muoiono:
. A. Poerio,
. ten. Olivi,
. Demboschi, polacco,
Si distinguono:
. Ulloa,
. Felice Orsini,
. Cattabene,
. Cosenz,
. Rosaroll (figlio del generale),
. Mezzacapo,
. Sirtori,
. p. U. Bassi, bernabita,
. Assanti,
. Carrano,
. Boldini,
. Mirkovich,
. Gio Batta Speciali (tamburino 14enne),
. Antonio Zorzi, fanciullo;

Dicembre
il triumvirato indice le elezioni a suffrragio universale maschile per la costituzione di un'assemblea permanente dei rappresentanti dello stato di Venezia, che va a sostituirsi a quella che è stato eletta in giugno per decidere dell'unione col Piemonte e con le altre terre liberate;

 



1848
ducato di Modena e Reggio
Francesco V d'Austria-Este
Albero genealogico

(Modena 1819 - Vienna 1875)
figlio dell'arciduca Francesco IV d'Absburgo-Este e di Maria Beatrice di Savoia;
1842, sposa la p.ssa Adelgunde di Baviera (1823–1914)
1846-59, duca di Modena e Reggio;


1848
Marzo
21
, l'insurrezione popolare lo costringe a partire da Modena dove viene stabilito un governo provvisorio;

 

1848
ducato di Parma e Piacenza
Carlo II Ludovico
Albero genealogico

(Parma 1799 - Nizza 1883)
figlio di Ludovico I e di Maria Luisa di Borbone-Spagna;
1803-07, re d'Etruria (Ludovico II);
1824-47, duca di Lucca (Carlo Ludovico);
1847-49, duca di Parma e Piacenza;
succeduto a Maria Luisa d'Absburgo-Lorena [secondo i termini del trattato di Firenze del 1817];


1848
Marzo
allo scoppio delle rivoluzioni concede una costituzione ritirandosi il mese successivo in Sassonia;



1848
Granducato di Toscana
Leopoldo II di Lorena
Albero genealogico
(Firenze 1797 - 1870)
primogenito di Ferdinando III di Lorena e di Maria Luisa Amalia di Borbone-Napoli;
1817, sposa Maria Anna Carolina di Sassonia († ?)
1833, sposa in seconde nozze Maria Antonietta di Borbone-Napoli († 1898) [interamente nelle mani dei preti]
1824-59, granduca di Toscana;
-



1848
Febbraio
11
, Leopoldo II annuncia l'istituzione di una "rappresentanza nazionale";
15, Leopoldo II firma il testo dello statuto toscano;
17, lo statuto toscano viene reso pubblico;

Marzo
21
, un proclama di Leopoldo II annuncia l'invio di un corpo composto da milizie regolari e volontarie (tra le qualii spiccano 389 universitari pisani e 74 senesi);
24, I guerra d'indipendenza I fase;
una volta cominciata la prima guerra d'indipendenza, il battaglione universitario toscano prende parte al combattimento di Curtatone;

Tra la primavera e l'estate, a Firenze si succedono governi di orientamento moderato.

Agosto
17
, Firenze, si insedia un governo guidato da G. Capponi; vi sono tuttavia numerosi casi di proteste di carattere sociale e politico, particolarmente vivaci a Livorno, dove ha un ruolo di leader lo scrittore democratico F.D. Guerrazzi;
G. Capponi nomina Leonetto Cipriani governatore della città e i popolani filoguerrazzani insorgono, prendendo a fucilate le truppe fiorentine e cacciandole;
intanto G. Montanelli, docente all'Ateneo pisano, di orientamento [per ora] nazional democratico, dato per morto a Curtatone, torna in Toscana, acclamato da tutti con entusiasmo; Leopoldo II gli affida il compito di riportare la calma a Livorno;

Settembre
nell'assemblea del granducato G. Montanelli prende posizione sempre più netta per le idee democratiche;

Ottobre
8
, G. Montanelli fa un discorso nel quale espone il progetto di un'assemblea costituente italiana, riprendendo anche lui l'idea che G. Mazzini ha lanciato sin da maggio dalle pagine del suo giornale, l'«Italia del Popolo»;
27, nominato governatore di Livorno, G. Montanelli è incaricato da Leopoldo II di presiedere un ministero democratico succeduto al governo moderato di G. Capponi, ma nel nuovo ministero l'orientamento, più che dal suo presidente, viene dato dal ministro dell'interno F.D. Guerrazzi il quale non è d'accordo con la politica montanelliana e non intende rompere con  il granduca;
triumvirato F.D. Guerrazzi, G. Montanelli e G. Mazzoni;




1848
REGNO DELLE DUE SICILIE
Ferdinando II
Albero genealogico

(Palermo 1810 - Caserta 1859)
figlio di Francesco I re delle Due Sicilie e dell'infanta di Spagna Maria Isabella di Borbone;
1830-59, re delle Due Sicilie;


NAPOLI

1848
Gennaio

Febbraio
11
, Ferdinando II è costretto dall'impetuosa crescita del movimento liberale e dalle insurrezioni della Sicilia e del Cilento a concedere, primo tra i sovrani italiani, una costituzione modellata su quella francese del 1830;

Marzo
con l'appoggio dei mercenari svizzeri attua un colpo di stato che porta al richiamo delle truppe napoletane inviate nell'Italia settentrionale ad appoggiare la guerra d'indipendenza, allo scioglimento del parlamento e al ristabilimento della monarchia;
C. Filangieri, già destituito da Ferdinando I, viene ora reintegrato e inviato in Sicilia a reprimere i moti scoppiati nell'isola;

Maggio
un dissenso sull'interpretazione della costituzione apertosi tra il re e l'opinione liberale napoletana si traduce in uno scontro aperto;
dopo aver fatto suscitare disordini dai soliti "lazzaroni", Ferdinando II convoca in seduta solenne, il giorno 15 maggio, i deputati per modificare e svolgere lo statuto; un'occasione scelta appositamente dal re per soffocare la libertà:
14, vigilia della prima seduta del Parlamento; a Napoli si diffonde la voce che le truppe si stiano mobilitando per arrestare i deputati; barricate vengono erette nel corso della notte;
15
, cominciano gli scompigli per la formula del giuramento; i liberali diffidano; le spie, gli sbirri, i sicari reali, mescolati alla plebe, diffondono calunnie e infami istigazioni; monta l'agitazione generale; i liberali, anch'essi in mezzo alla plebe, inducono alla calma, spiegando i tranelli del re ma quando si viene a sapere che Ferdinando II ha sguinzagliato le sue truppe nei punti strategici della città, svanisce ogni ritegno, il furore diventa universale, si corre alle armi e si alzano le barricate;
mentre la plebe parteggia per la monarchia assoluta, le barricate vengono difese da eroici giovanotti, tutti di buona famiglia;
molte guardie nazionali muoiono sulle barricate; 27 prigionieri vengono condotti nelle fosse del castello e fucilati; alla presenza del conte d'Aquila;
vengono assassinate 200 persone, uomini donne e bambini;
parecchi muoiono nel palazzo gravina dato alle fiamme;
. la moglie di un certo Ferrari, morto nel palazzo gravina, dà 20.000 ducati di gioie per salvarsi, ma poi viene defenestrata;
. la vedova Benucci dà inutilmente 6000 ducati per salvare l'onore delle figlie;
vengono uccisi:
. ? Vasaturo, figlia 13enne del marchese Vasaturo,
. Angelo Santilli, 17enne,
. ecc.

Alla fine, come previsto, vince Ferdinando II che scioglie la Guardia nazionale e il Parlamento, proclamando la dittatura.

Settembre
dopo un progressivo ritorno all'assolutismo, ordina il sanguinoso bombardamento di Messina [da cui "re Bomba"]; con processi e condanne cerca di decapitare il movimento liberal-nazionale colpendo uomini come L. Settembrini e S. Spaventa, rinchiusi negli orridi ergastoli isolani;
dal momento del ritorno dei Borboni vengono rispristinate le vecchie tasse sul macinato, sulla carta bollata, cui si aggiungono quelle nuove sulle porte e le finestre. Unico e inutile contentino per i siciliani il ripristino a Napoli del Ministero per gli affari di Sicilia. Ma il luogotenente non mantiene fede ai patti dell'accordo e alle promesse: dalla Sicilia esulano a Malta e altrove, oltre 43 indesiderabili, moltissimi altri sospetti di patriottismo, dopo la revoca dell'amnistia.

CAMORRA

«La Camorra potrebbe esser definita l'estorsione organizzata: essa è una società segreta popolare, cui è fine il male...
Ora qual è il nemico che minaccia l'Italia nelle province meridionali?
- È forse il partito murattista? - ma egli si compone di un sol uomo;
- È forse il partito autonomista? - ma niuno ignora che la parola autonomia è una maschera a tre facce sotto la quale tessono intrighi i malcontenti, i VInti, i disillusi;
- È forse il partito federalista? - ma esso non esiste che in Francia, o meglio nella France, dove si fabbrica ogni mattina una nuova combinazione per conservare il regno di questo mondo a Pio IX;
- È forse il partito borbonico? - sì e no. No quando i borbonici sono onesti, vale a dire antichi servitori, fedeli alla causa de' VInti, al re caduto, i quali si contentano di protestare col silenzio e colle lacrime contro l'usurpazione, così la chiamano, della nuova dinastia. quando non si contentano di protestare, ma vogliono combattere, e, conoscendo la debolezza e impotenza propria, suppliscono alle forze di cui difettano sollevando ed assoldando tutti i malfattori di queste contrade.
Non sono quindi i partigiani di Murat, dell'autonomia, della federazione e de' Borboni che minacciano l'Italia meridionale; sibbene i malfattori che la reazione eccita ed assolda.
… dirò del brigantaggio delle città, poiché la camorra non è altro che un brigantaggio…»
[Per il brigantaggio di campagna vedi: Marc Monnier, Histoire du brigantage dans l'Italie méridionale (1862, I ed., Parigi; 1862, II ed., Notizie storiche documentate sul Brigantaggio nelle campagne napoletane dai tempi di Fra Diavolo sino ai giorni nostri, aggiuntoVI l'intero Giornale di Borjès finora inedito - Barbera.]

a) garzone di mala vita (semplice servo de' serVI de' settari);
[i settari, non sapendo leggere, non hanno leggi scritte e si tramandano a Viva voce gli usi e regolamenti loro, modificati a seconda dei tempi, dei luoghi, della volontà dei capi e delle decisioni delle adunanze.]
b) picciotto [piccolo, ragazzo] di sgarro [da sgarrare: ingannare, smarrirsi; talvolta nel significato di errore o di colpa] (quando ha fornito prova di zelo e di ardire);
[secondo altri autori la trafila è: tamurro g picciotto o picciotto d'onore g picciotto di sgarro]
c) camorrista;

Fonti del Monnier:
- Francesco Casella, avvocato, magistrato e ministro sotto la monarchia assoluta;
- Liborio Romano (Patù, Lecce 1795-1867), prefetto di polizia poi ministro di Francesco II (si è servito della camorra per ricostituire il servizio interrotto della sicurezza pubblica)
- Silvio Spaventa (Bomba, Chieti 1822-Roma 1893) (governatore della polizia e dell'interno dopo l'annessione di Napoli all'Italia, perseguita la camorra)
- Aveta, questore attuale;
- Cuciniello, impiegato superiore nella stessa amministrazione sotto il governo di Silvio Spaventa (autore, per il Gabinetto di Torino, di una memoria pregevolissima sopra i camorristi).
La camorra è sparsa in tutti i luoghi di detenzione dell'ex reame delle due Sicilie. Essa si costituisce ovunque è riunito un certo numero di prigionieri: è organizzata in piccoli gruppi indipendenti gli uni dagli altri, ma non privi di relazioni tra loro; non è riunita sotto gli ordini di un capo unico ma soggetta però ad una certa gerarchia tradizionale che subordina un centro all'altro, le prigioni di Napoli, per esempio, a Castel Capuano, e Castel Capuano al Bagno di Procida. La capitale non ha autorità sulle province.
La camorra non esiste tuttavia soltanto nelle prigioni, perché nelle grandi città vi sono dei centri di camorristi liberi. Questi sono in corrispondenza con i detenuti e senza il loro assenso non ammettono nuovi membri, ma per quanto riguarda gli interessi non hanno con loro alcuna soggezione. La piazza si dice nulla ha da pretendere dalle prigioni, né le prigioni dalla piazza.
A Napoli vi sono dodici centri, uno per quartiere, ognuno diviso in paranze speciali le quali agiscono per proprio conto e fanno combriccola e borsa a parte. Ogni centro ha il suo capo e questi capi riconoscono come loro superiore quello che regna nel quartiere della vicaria. L'ultimo di tali maestri si chiamava Aniello Ausiello e aveva dimora presso Porta Capuana [latitante da tempo]. I capi di questi centri sono eletti da coloro che devono ad essi obbedire.
Camorra è il nome della società in generale ma più particolarmente denota i fondi della cassa comune. Il prodotto delle estorsioni comuni si chiama anche barattolo. Tutto il denaro guadagnato viene consegnato al capo il quale sceglie un contarulo (contabile) incaricato di tenere i registri dove segna esattamente la parte di barattolo spettante ad ognuno. Per ultimo c'è un segretario scelto fra i rari compagni che hanno frequentato le scuole, il quale deve giurare sulla croce o sopra pugnali incrociati di non rivelare a nessuno, neppure ai fratelli, ciò che il capo illetterato gli ha fatto l'onore di dettargli. Altri impiegati della camorra sono il capo stanze e il chiamatore.
Ogni domenica il capo provvede alla distribuzione del barattolo fatte prima le debite ritenute per le ammende inflitte per infrazioni leggere e liquidati i piccoli affari privati dei suoi sottoposti, … dopo aver ovviamente tenuto per sé una parte considerevole.
Nulla dice la storia circa l'origine di questa setta e la tradizione non va oltre il 1820.
Se si risale all'etimologia della parola, secondo alcuni non è che la corruzione del vocabolo gamurra, indicante un vestiario grossolano molto simile alla chamarra degl spagnoli; la parola camorra si trova spesso nelle antiche commedie in dialetto e designa sempre una specie di abito cortissimo o di giacchetta «Le facettero vedere camorra de telette di Spagna» [Pentamerone, III, 10]. Da ciò si deduce che questo abito popolare era indossato in altri tempi da una genia di bravi e di lazzaroni che hanno preso il nome dalle loro vesti; i camorristi portano ancora un abito simile e i bonachi in Sicilia (setta dello stesso genere) sono così chiamati perché portano la bumaca [giubbone di velluto che li copre sin sotto il cinto ed ha una grande tasca di dietro]. Il dizionario siculo del Mortellaro che fornisce questa spiegazione aggiunge che una parola simile, bumaca, esiste nel dialetto calabrese [Modo molto astuto per insinuare che la camorra non è nata in Sicilia bensì nel continente].
Nel XIII secolo è esistita anche un'associazione [Gamurra] de' mercanti di Pisa riuniti nell'isola di Sardegna e armati di arbaleti, di corazze e di moschetti per la difesa del paese .
La maggior parte degli etimologisti si attiene tuttavia al significato attribuito dal dizionario spagnolo al termine "camorra" che significa querela, rissa, contestazione, disputa. Buscar camorra [cercare noci], hacer camorra [cercar lite].
Dagli appunti di un camorrista…:
Ferdinando II (1830-59) non temeva tanto i ladri o i briganti che non avevano opinioni politiche, bensì lottava contro i liberali, per cui, prima del 1848, non poteva considerare la camorra come nemica in quanto mai si era occupata del governo; anche perché i camorristi stessi offrivano i loro servigi alla polizia.
A Napoli la camorra era posta, al tempo dei Borboni, sotto la sorveglianza della polizia.
All'indomani della sua elezione il nuovo affiliato si presentava al commissario del suo quartiere e gli consegnava dieci piastre; il commissario trasmetteva la notizia al prefetto di polizia, il quale entro un mese riceveva una mancia di cento ducati. Non basta.
Il prefetto non si limitava a prendere la sua parte di barattolo ma presiedeva anche all'organizzazione della società segreta nominando egli stesso i capi dei dodici quartieri, ciascuno dei quali prendeva una provVIgione di 100 ducati (425 lire italiane) al mese, pagata sui fondi segreti della polizia. In cambio i funzionari governativi, incaricati di vegliare sulla pubblica sicurezza, non disdegnavano di riempir le loro tasche con il denaro estorto ai poveri da questi malandrini a ciò autorizzati.
Quando si divideva il Carusiello, un terzo dei benefici era religiosamente portato al commissario che a sua volta lo divideva con l'ispettore di servizio e col capo squadra.
Chi veniva derubato pertanto non si rivolgeva né al delegato del quartiere, né al brigadiere della vicina caserma ma direttamente al camorrista il quale, pattuita una generosa mancia, provvedeva a far restituire il maltolto. Nel caso avesse esagerato nella sua "opera di recupero crediti", veniva deportato alle isole Tremiti.
Prima del 1848 la camorra non si è mai occupata di politica.

[Secondo altre fonti il nome di camorra sembra derivato dall'arabo, jamara, luogo dove si gioca: l'associazione si fa risalire al secolo XIV.]

Fonti:
- Marco Monnier, La Camorra, 1862.


SICILIA
1848
dal 1817 la Sicilia è stata annessa al Regno di Napoli, la costituzione definitivamente soppressa e il popolo siciliano privato di tutte le sue libertà.

Gennaio
8
, da Roma G. La Masa torna di nascosto a Palermo per partecipare alla sommossa;
10
, Palermo, il luogotenente fa arrestare alcuni illustri cittadini ritenuti capi del moto insurrezionale, ma non riesce a colpire i responsabili;
12, pochi animosi sono sufficienti per chiamarre a raccolta il popolo, stanco del malgoverno dei Borbone e delle vessazioni dei suoi cagnotti; già alla sera i popolani hanno il sopravvento: le truppe napoletane si asserragliano nei propri quartieri mentre i popolani rimangono padroni delle piazze e del centro della città;
in Piazza Fieravecchia, nel cortile della casa di contro "al palazzo Gela", sul canto della via detta di Porta Termini [poi Corso Garibaldi] che diventerà il quartiere generale dell'insurrezione, si costituisce un primo Comitato provvisorio per opera dei promotori della rivolta, fra cui primeggiano:
- Oddo,
- Bivona,
- Enea,
- Palizzolo,
- Amodei,
- Miloro,
- Bruno,
- i Cianciolo,
- Villafiorita,
- gli Ondes,
- Capaci,
- G. La Masa.
In risposta il re invia il conte d'Aquila che bombarda la città.
Nei giorni successivi si continua a combattere fra popolani e regi mentre i cannoni del Castellammare bombardano incessantemente la città;
14, mentre in Piazza della Fieravecchia continua a sedere un Comitato speciale per presenziare direttamente all'opera della rivolta (composto di Bivona, Santoro, G. La Masa, Jacona, Porcelli, Corteggiani, Lo Cascio, Enea, Palizzolo), il Comitato provvisorio si raduna nel palazzo municipale e costituisce quattro comitati allo scopo di provvedere all'approvVIgionamento, alle finanze, alla difesa, alla raccolta di notizie e alla propaganda:
1° Comitato – Presidente: Pretore di Palermo marchese Spedalotto;
Membri: tutti senatori e decurioni presenti;
2° Comitato – Presidente: il principe di Pantelleria;
Membri: duca di Gualtieri, Jacona, Riso, Bassano, Vergara, Calona, gravina, Ramacca, G. La Masa, Porcelli, Pilo, Capaci, Bivona, Villafiorita, Castiglia.
3° Comitato – Presidente: A. Starabba, marchese di Rudini;
Membri: M. Stabile, Villa Riso, Anca, Sommatino, Santoro.
4° Comitato – Presidente: R. Settimo;
Membri: duca di Terrasona, Calvi, Errante, Beltrami, Pisani, Manzone.

Seguendo l'esempio di Palermo insorgono anche Termini, Girgenti, Messina, Catania, Caltanissetta, Trapani.

15, le autorità regie, il luogotenente De Maio, il comandante della Piazza generale Vial ed il presidio, nonostante i rinforzi giunti col gen. De Sauget da Napoli, cedono terreno giorno per giorno; tutte le caserme e gli edifizi tenuti dalle truppe regie sono state sgombrate;
20, i quattro comitati si fondono in uno per meglio provvedere alla difesa e alla sicurezza pubblica, assumendo la denominazione di Comitato Generale e R. Settimo viene eletto presidente;
24, il Comitato Generale elegge una commissione composta da: Fr. Ferrara, Vito Beltrami, Emerico Amari, Pasquale Calvi e il marchese di Torrearsa, sostituito poi da Gabriele Carnazza, per decidere sulla forma di governo. Prevale, approvata all'unanimità, la proposta di rimettere in vigore la costituzione del 1812, adattandola alle nuove esigenze; si indicono quindi le elezioni per il 15 marzo ed il Parlamento viene convocato per il 25 con il compito preciso di aggiornare la costituzione del 1812;
25, il luogotenente Di Maio ed il generale vial abbandonano la città per imbarcarsi ai Quattro Venti alla volta di Napoli;
26, gli insorti occupano il palazzo reale, unica posizione rimasta ancora ai napoletani, oltre il Castellammare;
30, De Sauget parte da Solanto per Napoli, con le truppe rimastegli, incalzate fino all'imbarco dagli insorti;
rimangono ancora nelle mani regie Milazzo, Siracusa e Noto che si liberano poco dopo; solo Messina, pur battendosi eroicamente, non riesce a sloggiare il presidio borbonico dalla Cittadella e dal Castello di S. Salvatore, che bombardano la città con i loro cannoni; invano re Ferdinando tenta di staccare Messina dalla rivoluzione pur promettendo di darle, con la costituzione, la supremazia sull'isola;

Febbraio
, il Comitato Generale si costituisce in Governo provvisorio con a capo sempre R. Settimo;
6
, cade anche il Castellammare;
8, la flotta napoletana, ultimo vestigio della dominazione borbonica, lascia Palermo, dopo che il generale Yauch, approfittando dell'eccessiva generosità del Governo provvisorio, ha ottenuto la restituzione dei prigionieri napoletani;
intanto il governo di re Ferdinando si rivolge all'Inghilterra per una mediazione con il Governo provvisorio di Sicilia; a Napoli si insiste per conservare l'unione dei due regni, salvo ad accordare alla Sicilia alcune garanzie di ordine amministrativo adducendo a proprio favore il testo dell'art. 104 del trattato di Vienna, che si pretende riconosca Ferdinando di Borbone "Re del Regno delle due Sicilie".
[Atto finale del Congresso di Vienna: art.104, "S.M. Le Roi Ferdinand IV est retabli pour lui et ses heritiers sur le thrône de Naples et reconnu par les Puissances comme Roi des Deux Siciles" (Sembra che la parola "Regno" sia stata interpolata in seguito nella traduzione italiana.)].

Marzo
6
, [proposte lord Minto] la sorte poco favorevole toccata, generalmente, alle monarchie d'Europa e le insistenze inglesi inducono il governo di Napoli a ripristinare, con atto del 6 marzo, la costituzione del 1812, in parte modificata, ed a riconoscere al tempo stesso l'opera della rivoluzione, nominando:
- Luogotenente generale: R. Settimo,
- Ministro di Grazia e Giustizia: Pasquale Calvi,
- Ministro degli Interni: Butera,
- Ministro delle Finanze: Torrearsa,
- Segretario: Stabile,
- Ministro per la Sicilia residente a Napoli: Gaetano Scovazzo.
Lord Minto porta personalmente a Palermo i decreti di nomina per i membri del nuovo governo, ma Butera, Calvi, Torrearsa e Stabile non vogliono nenanche aprire i i plichi loro diretti, e R. Settimo si decide a rompere il sigillo soltanto cedendo alle preghiere di lord Minto.
Dopo una lunga discussione in casa di R. Settimo si formula un ultimatum contenente le definitive richieste della Sicilia. La sua presentazione a Napoli segna la rottura definitiva delle trattative.
25, nella Chiesa di S. Domenico si inaugura solennemente il Parlamento Generale di Sicilia.
Il presidente del Comitato Generale legge il discorso di apertura. Prima cura del Parlamento è l'organizzazione del potere esecutivo. La Camera dei pari delibera, su proposta del principe di Butera, che tutte le prerogative della corona di Sicilia, consentite dalla costituzione del 1812, siano esercitate da un reggente, sino a quando il Parlamento non deciderà diversamente.
26, la Camera dei comuni modifica invece, radicalmente, tale deliberazione decretando, con l'approvazione poi di quella dei pari, che il potere esecutivo sia provvisoriamente conferito ad un presidente ed a sei ministri da lui amovibili; il presidente e i ministri sono resi responsabili; il presidente, privato della facoltà di sanzionare i decreti del Parlamento, viene solo autorizzato a promulgarli ed a curarne l'esecuzone; gli viene inoltre tolto il potere di sciogliere, aggiornare e prorogare il Parlamento, di intimar guerra e concludere pace.
Presidente del Regno viene acclamato ad unanimità R. Settimo che nello stesso giorno forma il ministero:
- Ministro degli Affari Esteri e del Commercio: Mariano Stabile,
- Ministro della Guerra e della Marina: barone Riso,
- Ministro delle Finanze: marchese di Torrearsa,
- Ministro degli Interni e della Sicurezza Pubblica: avv. Pasquale Calvi,
- Ministro della Pubblica Istruzione: principe di Butera,
- Ministro di Grazia e Giustizia: avv. Gaetano Pisano.
Come commissari speciali del governo siciliano, destinati a rappresentare la Sicilia presso gli Stati della Penisola, sono nominati il padre Gioacchino Ventura, già residente a Roma, e Carlo Gemelli;

Aprile
6
, lord Minto, pur avendo previsto la decadenza di re Ferdinando, invita i siciliani alla maggiore ponderazione;
13, R. Settimo convoca in casa propria il marchese di Torrearsa e parecchi rappresentanti, fra i quali il principe di Granatelli, Gaetano Daita, l'avv. Fiorenzo e diversi pari, nonché i ministri, salvo il solo Calvi che non viene invitato. Lo stesso giorno la questione della decadenza viene portata in Parlamento: la sera stessa, all'unanimità, "Ferdinando II e la sua dinastia sono decaduti dal trono di Sicilia": il trono di Sicilia viene in pratica con decreto dichiarato vacante senza che il Parlamento deliberi l'elezione del re, rinviata a dopo la riforma della costituzione;
appena proclamata la decadenza dei Borboni, ai commissari speciali si aggiungono Emerico Amari, Casimiro Pisani e G. La Farina che si dirigono innanzitutto a Roma dove, dopo aver preso contatto con il governo pontificio e lasciato come commissario residente P. Ventura, partono per la Toscana ed il Piemonte; a Firenze rimane Carlo Gemelli, gli altri proseguono per Torino; vengono loro impartite istruzioni perché si adoperino per sostenere la causa della Sicilia, in particolare presso le due case regnanti di Toscana e Piemonte, le quali solamente potrebbero fornire un principe al trono di Sicilia;
[in effetti, esclusa la dinastia dei Borbone di Napoli, fra i principi italiani non resta che il figlio secondogenito di re Carlo Alberto ed il figlio, minorenne, del granduca di Toscana: scelta quindi difficilissima]
a questa prima missione, ne seguirà un'altra poco dopo, composta del principe di Granatelli e dello Scalia, destinati a Parigi, ma con l'incarico di visitare al loro passaggio, le Corti di Roma, Firenze e Torino;
intanto in seno al ministero nasce un dissidio insanabile tra Calvi e Stabile;


30
, la popolazione di Mazzarino (Caltanissetta) improvvisamente si solleva; disarma i pochi soldati della guarnigione, assalta il comune e uccide alcuni signorotti; la reazione, immediata e durissima, stronca la rivolta e imprigiona parecchi "comunisti" dopo averne fucilati alcuni;

Maggio
8
, dopo una serie di attacchi del Parlamento alla condotta del ministro Pisani e poi di Calvi, tutto il ministero si dimette;
10, viene ricomposto il nuovo ministero, a mezzo della guardia nazionale e degli altri corpi armati, con gli stessi uomini, soltanto al Pisani è succeduto l'avv. De Luca (ancora prima delle dimissioni del ministero) e al posto di Calvi è stato chiamato il marchese della Cerda;
15, il re di Napoli intanto sopprime la costituzione napoletana;

Giugno
9
, il governo inglese esprime il desiderio che venga affrettata l'elezione del re per cui il ministero sollecita la scelta nella persona del duca di Genova; si passa quindi alla riforma della Costituzione:
- il re viene privato della facoltà di sciogliere la Camera,
- la religione cattolica è riconosciuta religione di Stato ed è fatto obbligo al re di professarla,
- la sovranità appartiene all'università dei cittadini,
- il re deve risiedere in Sicilia,
- il potere legislativo è affidato unicamente al Parlamento,
- le due Camere assumono il nome "dei Deputati" e "dei Senatori" in sostituzione delle vecchie diciture "dei comuni" e "dei pari",
- la Camera dei Senatori diventa elettiva per la durata di sei anni.
10, compiuta la riforma della Costituzione, per iniziativa di Stabile e sotto la pressione della guardia nazionale che cinge minacciosamente in armi la sede del Parlamento, le Camere dei Deputati e dei Senatori eleggono re, all'unanimità, il duca di Genova, figlio di re Carlo Alberto, proclamandolo Alberto Amedeo I, re dei siciliani per la costituzione del regno.
Nella stessa seduta R. Settimo è nominato senatore di diritto, a vita, con gli onori di presidente della Camera dei Senatori.
11, per comunicare l'elezione del re al governo piemontese, parte alla volta di Genova sul Porcupine il cav. Enrico Alliata, fratello del principe di Villafranca;
21, una commissione comprendente: il duca di Serradifalco, il barone Riso, il principe di Torrearsa, il principe di S. Giuseppe ed i signori Francesco Ferrera, Francesco Perez, Giuseppe Natoli e Gabriele Carnazza, portano ufficialmente al duca di Genova l'atto di elezione e lo Statuto del Regno.

Agosto
6
, il duca di Genova rifiuta la Corona di Sicilia… non resta che rivolgersi alla Toscana oppure proclamare la repubblica (in tal senso spinge P. Ventura da Roma);
13, il ministero si dimette; il nuovo gabinetto è formato da:
- Ministro degli Esteri: Torrearsa,
- Ministro delle Finanze: Cordova,
- Ministro della Guerra: Paternò,
- Ministro della Giustizia e Culto: Viola
- Ministro dei Lavori Pubblici: La Farina.
problema principale: procurare fondi alla casse esangui dello stato;
26, Torrearsa comunica alla Camera, tanta è la fiducia nella diplomazia inglese, che non esiste alcuna minaccia di spedizione napoletana;
30, la situazione improvvisamente precipita:
il generale Filangeri, a capo di un corpo di truppe napoletane salpa da Napoli per Reggio, dove si concentrano 24.000 uomini;

Settembre
3
, Messina, un tentativo di sbarco borbonico presso l'imboccatura del torrente Zaera, viene respinto;
6, la flotta borbonica riesce a sbarcare un primo scaglione di truppe: dodicimila uomini; i messinesi contrastano valorosamente l'avanzata dei napoletani ma alla fine vengono sopraffatti; alla sera Piraino, rappresentante del governo centrale, chiede un armistizio pensando di guadagnare tempo per far arrivare i rinforzi, ma non c'è nulla da fare;
7, i regi s'impadroniscono di Messina;
8, cade anche Milazzo;
13, le atrocità commesse dalle truppe del Filangeri sono tali che gli stessi ammiragli inglese e francese inducono i propri governi ad imporre un armistizio; il governo di Napoli protesta gridando alla VIolazione di neutralità;
24, il ministro Paternò si dimette e gli succede La Farina;


Fonti:
- Altre
-
C. Avarna di Gualtieri, Ruggero Settimo nel Risorgimento Siciliano, Bari Laterza 1928;








BRITISH NORTH AMERICA
[Nord America Britannico]
Governatore generale
James Bruce
conte di Elgin e conte di Kincardine
(1847 - 1854)
-
-

1848
Secondo periodo di depressione economica (1846-49): l'assenza di tariffe protettive e l'avvento della competizione selvaggia rende duri gli anni 1840.

Nuovo governatore generale è James Bruce (1811-1863), conte di Elgin e conte di Kincardine.

Tra il 1848 e il 1855 viene applicato il principio del "govenro responsabile" a tutte le province del Nord America Britannico.
Viene applicato contemporaneamente alla nascita dei partiti politici, e quindi di quella disciplina di partito che impegna i singoli parlamentari in prima istanza verso il leader del proprio partito e soltanto in seconda istanza verso gli elettori. Tale applicazione, che ripropone il modello già da tempo in vigore in Gran Bretagna, è il risultato del riconoscimento, da parte del governatore imperiale, della nuova realtà di fatto, cioè dell'operatività del modello costituzionale britannico in ogni singola provincia.
[Il modello britannico consegna buona parte del potere esecutivo al primo ministro espresso dal partito di maggioranza, il quale governa assistito da un consiglio dei ministri che è lui stesso a scegliere. Al governatore resta il ruolo, pur importante e prestigioso, che la Gran Bretagna continua ad assegnare alla corona.]






 

 


PROVINCIA DEL CANADA
[Aggiunta alle altre province britanniche nel 1763, include la regione sulle due rive del fiume San Lorenzo grossolanamente delimitate da Anticosti a est e il Lago Nipissing a ovest.
Dal 7 nov 1763 la provincia (ex Canada francese) è stata divisa formalmente in tre distretti: Québec, Trois-Rivières, Montréal.
Nel 1791 la provincia è stata separata in due parti:
Basso Canada (francofoni) e Alto Canada (lealisti).
Nel 1841, con l'Act of Union sono stati nominati due primi ministri ma Canada Est e Canada Ovest continuano ad andare ognuna per la sua strada. Il sistema dura ben 25 anni (1842-67).]
[le due leaderschip sono espresse dallo stesso partito e quindi si ha un governo riformista moderato]
BASSO CANADA [o Canada Est]
Primo ministro
Augustin-Norbert Morin
(? - ?)
Vescovo di Montréal
Ignace Bourget
(1840 - 1876)

1848
-

Nuovo primo ministro francofono è Augustin-Norbert Morin (1803-1865). [1848-54]

Nasce il Parti Rouge ("Partito Rosso"), liberale, anticlericale, democratico, filostatunitense e, in certi periodi, annessionista.
I rouges hanno il loro punto di riferimento nell'Institut Canadien, fondato dal giornalista Jean-Baptiste-Éric Dorion (1826-1866), direttore del periodico «L'Avenir» (1847-57).

 

ALTO CANADA [o Canada Ovest]
Primo ministro
Francis Hincks
(? - ?)

1848
-

Nuovo primo ministro anglofono è Francis Hincks (1807-1885). [1848-54]

 

 

 

 

TERRANOVA
Governatore della provincia
John G. Le Marchant
(1847 - 1852)

1848
-

 

ISOLA DEL PRINCIPE EDOARDO
Governatore della provincia
Donald Campbell
(1847 - 1850)

1848
-

 

NEW BRUNSWICK
Governatore della provincia
William M.G. Colebrooke
(1841 - 1848)
Edmund W. Head
(1848 - 1854)

1848
-

 

 

NOVA SCOTIA
Governatore della provincia
John Harvey
(1846 - 1852)

1848
Solo ora viene applicato il principio del "governo responsabile" [vedi sopra].

 

 

UNIONE degli STATI UNITI d'AMERICA
Presidente degli Stati Uniti
J.K. Polk [11°]
(1845 4 mar - 4 mar 1849)
[Pd]
Vicepresidente
-
Segretario di Stato
[Ministro degli Esteri]
-
Ministro del Tesoro
-
Ministro della Guerra
-
Presidente della Corte Suprema
R.B. Taney
(1836 15 mar - 12 ott 1864)

1848
Gennaio
guerra contro il Messico: 1846-48.

Mentre il commissario di pace Nicholas P. Trist tenta di indurre i messicani a trattare, intercorre un lungo ritardo;
quando le trattative stanno finalmente per cominciare, J.K. Polk lo richiama, irritato per la doppiezza dei messicani e non è più disposto a pagare tanto per i territori che vuole.
Nicholas P. Trist, tuttavia, ignora il richiamo nella convinzione che rompere le trattative significherebbe favorire l'anarchia e la ripresa della guerriglia, e, con l'appovazione del gen. Winfield Scott, negozia un accordo sulla base delle istruzioni originali.

Febbraio
2
, trattato di Guadalupe Hidalgo con il Messico: agli Stati Uniti vengono ceduti:
- California (una parte),
- Colorado (una parte),
- New Messico,
- Arizona,
- Nevada,
- Utah.
[a.f.: solo California e New Messico, circa metà del territorio nazionale.]
Viene riconosciuto il Rio Grande come confine del TEXAS.
Gli Stati Uniti s'impegnano a corrispondere 15 Mni di dollari per i territori acquisiti ed ad accollarsi il debito nei confronti degli americani danneggiati dai messicani, circa 3.250.000 dollari.
J.K. Polk si infuria per la disobbedienza di Nicholas P. Trist, ma decide di accettare ugualmente il trattato. E ne ha tutti i motivi: esso riconosce infatti agli Stati Unitti tutto ciò per cui sono scesi in guerra.
Gli espansionisti, inebriati dal trionfale successo delle armi americane, reclamano ora l'annessione dell'intero Messico ma queste pretese vengono soffocate per evitare ulteriori critiche non solo dai whig, la cui maggioranza è diventata sempre più critica nei confronti della guerra, ma anche dai dissidenti democratici.

 

Maggio
10
, il senato ratifica il "trattato di Guadalupe Hidalgo" con 38 voti contro 14.
La guerra messicana porta enormi vantaggi agli Stati Uniti che guadagnano circa 1.300.000 kmq di territorio e in pratica completano i loro confini continentali; essi acquistano anche il magnifico porto di San Francisco, un mercato per i commerci con l'Oriente e per le ricchezze minerarie della California.
Ma il prezzo è alto: la guerra è costata 100 Mni di dollari e la perdita di 13.000 soldati, soprattutto morti di malattia.
Inoltre, come previsto da R.W. Emerson: «Gli Stati Uniti conquisteranno il Messico ma, come l'arsenico fa crollare l'uomo che lo inghiotte, così il Messico ci avvelenerà tutti».

Giugno
la controversia sull'estensione dello schiavismo preoccupa il Congresso al punto da escludere qualsiasi altra questione.
J.K. Polk è ansioso di insediare i governi territoriali nel NEW MEXICO e nella CALIFORNIA, ma il Congresso è troppo diviso per prendere una decisione. Così tutto il territorio ceduto dal Messico rimane sotto il governo militare.
Perfino il progetto che prevede l'organizzaione in territorio dell'OREGON, dove tutti sanno che lo schiavismo sarà escluso dalla natura stessa del terreno e dal clima, diviene oggetto di contesa fra le parti.

Agosto
solo ora viene approvata l'organizzazione in territorio dell'OREGON.

Durante la campagna presidenziale, i due principali partiti, preoccupati dell'unità, cercano disperatamente di evitare di prendere posizione sulla questione dell'estensione dello schiavismo.
Dato che J.K. Polk si è impegnato a non chiedere un secondo mandato, non si pone il problema, potenzialmente esplosivo, della sua ricandidatura.
- I democratici scelgono come loro candidato il sicuro e moderato Lewis Cass, il primo sostenitore della "sovranità popolare" e uno dei principali esponenti dell'espansionismo; la loro piattaforma loda l'espansione territoriale di J.K. Polk ma non è per niente chiara sul tema dello schiavismo.
- I whig sono ancora più circospetti; riponendo tutte le loro speranze su un eroe militare, il gen. Z. Taylor, non presentano programmi di sorta.
Come proprietario di schiavi della LOUISIANA, Z. Taylor può contare sul caloroso appoggio dei whig del Sud, mentre il fatto di aver trascorso quarant'anni sotto le armi può dare una certa credibilità alla sua presentazione come personaggio nazionale.
I gruppi antischiavisti, insoddisfatti per l'incapacità dei partiti maggiori di prendere una posizione precisa sulla questone dello schiavismo, decidono di creare una nuova organizzazione politica.


In seguito alla scoperta dell'oro nei pressi di Sacramento (California) giungono negli Stati Uniti più di due milioni di cercatori da ogni parte dell'Europa;
annessione dello stato del Wisconsin;
viene eletto presidente il gen. Z. Taylor, dei national republicans, l'eroe della guerra del Messico;

Grande corsa all'oro della California (1846-49): quest'anno vede l'arrivo di 90.000 persone.

Durante la campagna presidenziale, i due principali partiti, preoccupati dell'unità, cercano disperatamente di evitare di prendere posizione sulla questione dell'estensione dello schiavismo.
Dato che J.K. Polk si è impegnato a non chiedere un secondo mandato, non si pone il problema, potenzialmente esplosivo, della sua ricandidatura.
- I democratici scelgono come loro candidato il sicuro e moderato Lewis Cass, il primo sostenitore della "sovranità popolare" e uno dei principali esponenti dell'espansionismo; la loro piattaforma loda l'espansione territoriale di J.K. Polk ma non è per niente chiara sul tema dello schiavismo.
- I whig sono ancora più circospetti; riponendo tutte le loro speranze su un eroe militare, il gen. Z. Taylor, non presentano programmi di sorta.
Come proprietario di schiavi della LOUISIANA, Z. Taylor può contare sul caloroso appoggio dei whig del Sud, mentre il fatto di aver trascorso quarant'anni sotto le armi può dare una certa credibilità alla sua presentazione come personaggio nazionale.
I gruppi antischiavisti, insoddisfatti per l'incapacità dei partiti maggiori di prendere una posizione precisa sulla questone dello schiavismo, decidono di creare una nuova organizzazione politica.

 
Elezioni presidenziali
 
voto popolare
voto elettorale
. Z. Taylor (Whig)
1.360.967
163
. Lewis Cass (Democratico)
1.222.342
127
. Martin Van Buren (Free-Soil)
291.263
-

Il risultato delle elezioni è una vittoria di stretta misura per Z. Taylor .
- i whig vincono in 8 stati liberi e in 7 schiavisti;
- i democratici vincono in 7 stati liberi e in 8 schiavisti;
- il Free Soil non conquista alcuno stato. Ottiene tuttavia un totale di voti impressionante per un partito nuovo, organizzato tanto tardi nella campgna elettorale. Nell'OHIO e nell'INDIANA esso fa strage di voti whig, mentre nello stato di NEW YORK toglie tanti voti ai democratici da dare la vittoria (in quello stato, e di conseguenza in tutta la nazione) a Z. Taylor. Inoltre il nuovo partito elegge 10 congressisti: pochi, ma sufficienti per determinare il voto in una camera divisa troppo equamente fra democratici e whig.

 

 

[Maldwyn A. Jones, Storia degli Stati Uniti, Bompiani 1984.]

 




[01] DELAWARE [dal 7 dicembre 1787] - cap. Dover
[Primo stato a ratificare la Costituzione degli Stati Uniti d'America.
Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1848
-

 

[02] PENNSYLVANIA [dal 12 dicembre 1787] - cap. Harrisburg
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1848
-

 

[03] NEW JERSEY [dal 18 dicembre 1787] - cap. Trenton
[Non esistono collegamenti fra chiesa e stato e una grande libertà religiosa si è affermata sin dall'inizio.]
Governatore
-

1848
-

 

[04] GEORGIA [dal 2 gennaio 1788] - cap. Atlanta
[Già ammesso nel 1780 ma ratificato solo il 2 gennaio 1788.]
Governatore
-

1848
-


 


[05] CONNECTICUT [dal 4 gennaio 1788] - cap. Hartford
Governatore
-

1848
-

[06] MASSACHUSETTS [dal 6 febbraio 1788] - cap. Boston
Governatore
-

1848
-



[07] MARYLAND [dal 28 aprile 1788] - cap. Annapolis
Governatore
-

1848
-



 






[08] SOUTH CAROLINA [dal 23 maggio 1788] - cap. Columbia
Governatore
-

1848
-

 


[09] NEW HAMPSHIRE [dal 21 giugno 1788] - cap. Concord
Governatore
-

1848
-

 





[10] VIRGINIA [dal 26 giugno 1788] - cap. Richmond
Governatore
-

1848
-

 





[11] NEW YORK [dal 26 luglio 1788] - cap. Albany
[L'anglicanesimo è la religione di stato in quattro contee.]
Governatore
-

1848
-

Luglio
4
, Convenzione femminile di Seneca Falls, Elizabeth Cady Stanton e Lucretia Mott, due delle escluse alla Conferenza mondiale contro lo schiavismo (1840) tenutasi a Londra, indicono questa convenzione.
L'assemblea approva una dichiarazione d'intenti che, riecheggiando il linguaggio della Dichiarazione d'indipendenza, afferma che "tutti gli uomini e le donne sono creati uguali" e sostituisce a Giorgio III l' "uomo", come responsabile delle varie ingiustizie di cui si lagnano.
Il documento reclama anche il diritto di voto e si preoccupa dell'uguaglianza nell'istruzione, nel matrimonio, nella proprietà e nell'impiego.
Una delle partecipanti alla convenzione è Amelia Bloomer.
[Pur non essendo stata la prima ad indossare l'abito che porta il suo nome (un gonnellino con pantaloni alla turca legati alla caviglia), è lei a sostenere vigorosamente una riforma dell'abbigliamento sul suo giornale suffragista «Lily».
Il "costume Bloomer" è molto deriso e sarà ben presto abbandonato dalle suffragette.]

Agosto
Buffalo, nel corso di una convenzione nazionale:
- democratici "bruciapagliai",
- "whig della coscienza",
- Partito della libertà,
- altri elementi insoddisfatti,
si fondono per costituire il nuovo partito del Free Soil (Libero suolo) che sceglie M. van Buren come candidato alla presidenza e Charles Francis Adams, "whig della cosienza", figlio J.Q. Adams, come suo compagno di corsa.
Lo slogan del nuovo partito è: "free soil, free speech, free labor and free men" (libero suolo, libera parola, libero lavoro, liberi uomini) e il suo programma attacca l'atteggiamento aggressivo del "potere schiavista" e chiede che lo schiavismo resti limitato entro i suo confini, oltre a una salda aderenza alla "Wilmot Proviso"; in aggiunta reclama:
- tariffe più alte,
- insediamenti gratuiti per i coloni del West,
- aiuti governativi alle minoranze interne.
[Come tutti i "terzi partiti" della storia americana, anche questo avrà vita breve.
Costituisce tuttavia una pietra miliare nella storia politica degli Stati Uniti.]


Lo stesso anno, nella parte settentrionale dello stato, nasce la comunità di Oneida, fondata da John Humphrey Noyes, un pastore della Nuova Inghilterra sospeso dal ministero per aver sostenuto il "perfezionismo", la dottrina dell'innata purezza dell'uomo.
John Humphrey Noyes sostiene che la monogamia non è compatibile, così come la proprietà privata, con una vita veramente cristiana; di conseguenza la comunità di Oneida è basata non solo sulla proprietà comune dei beni, ma anche sul "matrimonio comunitario", un sistema in cui ogni donna è considerata moglie di ogni uomo e ogni uomo marito di ogni donna, in cui la procreazione è controllata in modo selettivo e in cui i bambini devono crescere senza genitori ufficiali.
[Per più di trent'anni la comunità prospererà economicamente, ma le poco ortodosse teorie sessuali messe in pratica da John Humphrey Noyes susciteranno la collera e il rancore dei vicini che, nel 1879, minacceranno un intervento legale.
John Humphrey Noyes rinuncerà allora al "matrimonio comunitario" e se ne andrà in Canada.
Quasi immediatamente le basi ecnomiche della comunità entreranno in crisi e la colonia, ristrutturata in una società per azioni, andrà incontro ad una nuova fase di prosperità.]

 

[12] NORTH CAROLINA [dal 21 novembre 1789] - cap. Raleigh
[Tratto di terre immediatamente a sud della Virginia, attorno allo stretto di Albemarle.]
Governatore
-

1848
-

[13] RHODE ISLAND [dal 29 maggio 1790] - cap. Providence
Governatore
-

1848
-


[14] VERMONT [dal 4 marzo 1791] - cap. Montpelier
Governatore
-

1848
-


[15] KENTUCKY [dal 1° giugno 1792] - cap. Frankfort
Governatore
-
-

1848
-


[16] TENNESSEE [dal 1° giugno 1796] - cap. Nashville
Governatore
-
-

1848
-

 





[17] OHIO [dal 1° marzo 1803] - cap. Columbus
Governatore
-
-

1848
-

[18] LOUISIANA [dal 30 aprile 1812] - cap. Baton Rouge
- 1819, Trattato Adams-Onís: stabilisce il confine con il MESSICO spagnolo: va dal fiume Sabine, nel TEXAS orientale, fino al 42° parallelo (futuro confine settentrionale della CALIFORNIA) e da quel punto, verso ovest, fino al Pacifico.
Governatore
-

1848
-

 

 


[19] INDIANA [dal 11 dicembre 1816] - cap. Indianapolis
Governatore
-
-

1848
-

[20] MISSISSIPPI [dal 10 dicembre 1817] cap. Jackson
Governatore
-
-

1848
-

[21] ILLINOIS [dal 3 dicembre 1818] - cap. Springfield
-
Governatore
-
-

1848
-

[22] ALABAMA [dal 14 dicembre 1819] - cap. Montgomery
Governatore
-
-

1848
-

[23] MAINE [dal 15 marzo 1820] - cap. Augusta
-
Governatore
-
-

1848
-

[24] MISSOURI [dal 10 agosto 1821] - cap. Jefferson City
Governatore
-
-

1848
-


[25] ARKANSAS [dal 15 giugno 1836] - cap. Little Rock
Governatore
-
-

1848
-


[26] MICHIGAN [dal 26 gennaio 1837] - cap. Lansing
Governatore
-
-

1848
Gennaio
-


[27] FLORIDA [dal 3 marzo 1845] - cap. Tallahassee
Nel 1819, con il Trattato Adams-Onís è stata completamente ceduta agli Stati Uniti dalla Spagna.
Governatore
-
-

1848
-

 


[28] TEXAS [dal 29 dicembre 1845] - cap. Austin
Governatore
-
-

1848
-

 


[-] Territorio dell'Oregon
Dalla fine dell'anno del 1845 i 5000 coloni americani dell'Oregon hanno già organizzato un governo provvisorio e hanno chiesto la fine del regime di occupazione comune e l'esclusiva giurisdizione americana.
Governatore
-
-

1848
-

Agosto
solo ora viene approvata l'organizzazione in territorio dell'OREGON.


[-] Territorio del NEW MEXICO [dal 1846]
Governatore
-
-

1848
-

 


[-] Territorio della CALIFORNIA [dal 1846]
Governatore
-
-

1848
-

 


[29] IOWA [dal 28 dicembre 1846] - cap. Des Moines
Governatore
-
-

1848
-

 


[30] WISCONSIN
Governatore
-
-

1848
Maggio
29
, entra a far parte dell'Unione.

 


a








1848
STATI UNITI del MESSICO
(repubblica federale)
- Presidente della repubblica federale
Antonio López de Santa Anna
(1834 - ago 1855)
[conservatore]
1848
Febbraio
2
, trattato di Guadalupe Hidalgo: l'annessione del Texas da parte degli Stati Uniti (1845-46), ha impegnato il Messico in un impari conflitto con il potente vicino settentrionale suggellato ora da una pace per cui il Messico viene amputato di metà del suo territorio, perdendo non solo il Texas, ma anche l'Arizona, il Nevada, lo Utah, il Nuovo Messico e parte della California e del Colorado;



1848
GUATEMALA
[formalmente indipendente dal 1847]
- Capo del governo
Rafael Carrera
(1839-65)
1848
-


1848
HONDURAS
-
?
(?-?)
1848
cresce la dipendenza dagli Stati Uniti, interessati a mantenere sotto proprio controllo le ricche piantagioni di banane, unica risorsa economica del paese;


1848
-
?
(?-?)
1848
la preminenza dell'elemento meticcio (i cosiddetti trigueños) connota la fisionomia della popolazione, mentre l'allevamento impostato durante il periodo coloniale ne resta la principale risorsa economica;
lotte tra liberali e conservatori (clericali) agitano la vita interna del paese per tutto il secolo XIX;
la Gran Bretagna stabilisce il protettorato sulla Costa de Mosquitos;


1848
COSTA RICA
[il paese è indipendente dal 1821]
-
?
(?-?)
1848
l'economia è basata in netta prevalenza sulla coltura del caffè e nel corso del secolo XIX, mentre si assiste ad una sistematica penetrazione di capitali inglesi e nordamericani, si forma pure una ristretta élite, socialmente e politicamente dominante, legata all'esportazione di questo prodotto;


1848
EL SALVADOR
[il paese è indipendente dal 1823]
-
?
(?-?)
1848
-





1848
VENEZUELA
[Repubblica indipendente dal 1830]
Dittatori
J.T. e J.G. Monegas (1846-58)
["oligarchia liberale" o monegato]
1848
-


1848
ECUADOR
Presidente della repubblica
-
 
1848
discioltasi la federazione, il paese diventa teatro di lotte civili tra conservatori, espressione dell'oligarchia terriera delle sierras che hanno il loro centro principale a Quito, e liberali laici, portavoce dei piantatori e dei commercianti della costa, con il loro punto di forza a Guayaquil;



1848
BOLIVIA
Presidente della repubblica
?
(1825-?)
 
1848
l'evoluzione storica della regione è caratterizzata dall'instabilità politica, sociale ed economica, conseguenza della lotta tra le contrapposte oligarchie dell'altopiano minerario e del Chaco agricolo e delle tensioni sociali che percorrono il paese (agitazioni contadine e scioperi dei minatori);


1848
PERU'
[Repubblica indipendente dal 1827]
Dittatore
Ramon Castilla
(1845-1851)
[epoca della "rivoluzione conservatrice"]
1848
-



1848
CILE
Presidente della repubblica
?
(?-?)
 
1848
-


1848
GUYANE
[dal 1816 divise nelle tre colonie]
 dal 1816 divise nelle tre colonie:
Guyana Britannica (inglese)
1848
-
Suriname (olandese)
1848
-
Guyane Française (francese)
1848
-


1848
Pedro II
Albero genealogico
(Rio de Janeiro 1825 - Parigi 1891)
figlio di Pietro I;
1831-89, imperatore del Brasile;
a soli sei anni dopo l'abdicazione del padre;
[incoronato imperatore nel 1841, regnerà di fatto solo dal 1847]
nel 1847, rientrata la secessione del Rio Grande do Sul, istituisce un gabinetto responsabile dinanzi al parlamento, nel quale vengono immessi in posti chiave ex dirigenti separatisti;


1848
un'ultima vampata rivoluzionaria investe Pernambuco;




1848
PARAGUAY
Presidente della repubblica
C.A. López
(1841-62)
 
1848
sin dall'inizio il presidente ha imboccato la strada dell'economia aperta;


1848
Province Unite del Rio de la Plata
[Indipendente dal 9 luglio 1816]
Dittatore
Juan Manuel de Rosas
(1829-32) (1835-52)
[governatore di Buenos Aires con poteri straordinari]
 
1848
"guerra grande" contro l'Uruguay (1939-52);



1848
Presidente della repubblica
gen. F. Rivera
(1830-35) (1838-?)
[del partito liberale o colorado]
 
1848
"guerra grande" contro l'Argentina (1939-52);


 





Cina







Giappone




1848
Marocco
-
-
1848
-


1848
Algeria
-
?
(?-?)
1848
arresosi nel 1847 al governatore duca d'Aumale, governatore dell'Algeria, l'eroe nazionale dell'indipendenza algerina, l'emiro 'Abd el-Kader, è tenuto prigioniero a Parigi.

La nuova costituzione francese dichiara l'Algeria parte integrante del territorio nazionale, organizzata in tre dipartimenti d'oltremare.


1848
Tunisia
- Bey
Ahmad
(?-?)
1848
-




1848
EGITTO
[parte dell'Impero Ottomano]
[provincia ottomana dal 1841, per decreto del sultano, dotata di uno statuto speciale e di una dinastia propria.]
Mehmet Alì o Muhammad 'Ali
(Cavalla, Macedonia 1769 - Il Cairo 1849)
di famiglia albanese (secondo altri turca), nato in Macedonia;
1805-48, wali o pascià d'Egitto;
[eletto dagli "ulama" egiziani, insorti contro i mamelucchi, al posto del governatore Cosroe Pasha, ottenendo dalla Porta la ratifica della loro scelta.
Considerato il fondatore dell'Egitto moderno, riorganizza l'esercito su modello europeo, inizia a razionalizzare l'agricoltura e incentiva una nascente industria manifatturiera.]
1841, con il trattato di Londra le grandi potenze europee gli tolgono la Siria, Creta e Adana (restituite alla Porta) riconoscendo però a lui e alla sua dinastia il governo ereditario dell'Egitto e a lui il Sudan a titolo vitalizio.
1848
uscito di senno, il governo viene preso dal figlio Ibrahim;

Ibrahim
(Cavalla 1786 o 1789 - Il Cairo 1848)
figlio del pascià Mehmet Alì
1848, pascià d'Egitto;
1848
governa al posto del padre, ma muore pochi mesi dopo aver ricevuto l'investitura ufficiale del sultano.

'Abbas Hilmi I
(Gedda 1813 - Il Cairo 1854)
figlio di Tusun;
figlio di Tusun;
1848-54, viceré d'Egitto;
1848
succeduto (come discendente maschio più anziano, in base alle condizioni del trattato di Londra) allo zio Ibrahim, conduce una politica xenofoba, interrompendo le riforme occidentalizzanti avviate dal predecessore;



1848
-


Sudan [cap. Khartum]
Vasti territori situati a sud dell'Egitto, conosciuti dagli scrittori arabi medievali con il nome di Bilad al-Sudan ("terra dei neri").
1820-22, il chedivè d'Egitto Muhammad 'Ali e suo figlio Ismail conquistano l'Alta Nubia, il Kordofan e il Sennar, realizzando la prima unificazione politica del paese;
1840, la dominazione egiziana viene consolidata a est con l'annessione di Kassala e nel 1846 con l'annessione di Suakin sul mar Rosso.
1848
-


1848
Guinea
 
-  

1848
-



1848
Senegal
[dal 1814 restituito alla Francia con il trattato di Parigi.]
- Governatore
-
1848
-




1848
Niger
1848
-


1848
Sierra Leone
[colonia inglese dal 1808.]
- Governatore
?
(?-?)
1848
-


1848
[ex Monrovia, è una repubblica indipendente dal 1847, con una costituzione modellata su quella statunitense ma con il predominio dell'elemento nero-americano su quello autoctono]
-
-
1848
-




1848
Camerun
-
1848
-

1848
Gabon
-
-

1848
1839-49, prende avvio l'insediamento francese con il pretesto della repressione della tratta degli schiavi (fondazione di LibreVille );
i missionari francesi "Padri dello Spirito Santo" fondano la missione di Santa Maria del Gabon ed estorcono "trattati" ai capitribù che permettono ai francesi di insediarsi all'estuario del Gabon;



1848
- Governatore
-
 
1848
-


1848
Costa d'Oro
(Ghana)
[dal 1821 il governo britannico è presente direttamente sul territorio.]
- Governatore
Maclean
(?-?)
1848
-

1848
Nigeria
-
-
1848
-


1848
Africa Centrale
-
-
1848
-

1848
Basso Congo
-
1848
-


1848
Somalia
[nel 1840 la costa settentrionale del territorio è diventata possedimento egiziano.]
-
-
1848
-

1848
Africa Orientale
-
-
1848
1846-55, i mercanti nyamwei dell'Africa orientale e i pastori masai oppongono resistenza al traffico di schiavi e di avorio controllato dagli europei e mediato da afro-arabi.

Nel periodo 1840-50, i missionari tedeschi Johann Krapf e Johannes Rebmann cercano di stipulare trattati con il popolo Chagga della Costa Orientale.

Johannes Rebmann si trova in Tanganica, nel distretto del Kilimangiaro


1848
Zanzibar

-
-
1848
-


1848
Angola
-

1848
Rodrigues Graça, "esploratore" portoghese, raggiunge il corso superiore dello Zambesi e sottoscrive "trattati" con i capi africani.


 


1848
Moselekatse [o Mzilikazi]
-
figlio di
? - 1868, re dei maTabele di Zimbabwe;
[clan guerriero nguni (zulu)]
1848
-


1848
Mozambico
-
-
1848
1831-50, il traffico di schiavi in Mozambico tocca le 25.000 unità all'anno.
La maggior parte delle navi per il trasporto dei negri batte bandiera spagnola, brasiliana, francese e americana, mentre le navi inglesi, catturando "negri di gran pregio", esercitano un proprio traffico di schiavi che aumenta le scorte di mandopera in tutti gli insediamenti britannici.




1848
Regno del Madagascar
(Imérina)
Ranavalona I
(† 1861)
vedova di Radama I (1810-28);
1828-61, regina del Madagascar;


1848
-


1848
Transvaal
[territorio dal Vaal al Limpopo]

[1834-39, abitata da tribù di lingua bantu, la regione subisce il grande trek (spostamento di massa dei coloni boeri );
dal 1840 viene progressivamente colonizzata dai boeri guidati da A. Potgieter e L. Trigart e, in seguito, vi giungono altri boeri dal Natal.]

   
1848
giungono ora i boeri organizzati da A.W.J. Pretorius;

1848
Natal
[dominio inglese dal 1844]
[nel 1838 la regione è stata conquistata e colonizzata da coloni olandesi (boeri) e nel 1840 trasformata in repubblica indipendente;
1842-44, gli inglesi vi affermano nuovamente il loro dominio, dopo aver costretto i boeri a trasferirsi nell'interno, nello stato libero dell'Orange.]
   
1848
-

1848
Stato Libero d'Orange
[territorio dall'Orange al Vaal - capitale: Wimburg]
[stato indipendente creato nel 1836 da coloni olandesi provenienti da Città del Capo.]
   
1848
L'Inghilterra conquista la colonia di Orange River; lo stato è occupato dalle truppe britanniche e il centro amministrativo viene spostato a Bloemfontein;

1848
[L'insediamento degli inglesi, divenuto definitivo dal 1814, ha formato un'oligarchia amministrativo-commerciale anglosassone nel Sud;
1834-39, grande trek (spostamento di massa dei coloni boeri verso le regioni dell'interno: Orange e Transvaal.]
Governatore
?
(? - ?)

1848
-

 


Le rivoluzioni europee non mutano l'assetto del sistema e delle conquiste coloniali.

 





1848
Persia
Muhammad Scià
(? - ?)
nipote di Fath 'Ali, della dinastia Qagiar;
1834-48, scià di Persia;


Nasir al-Din Scià 
(1831-1896)
figlio di Muhammad Scià, della dinastia Qagiar;
1848-96, scià di Persia;
salito al trono a 17 anni, nomina visir Mirza Taqi Khan, abile e onesto (fondatore dell'equivalente più prossimo a un movimento di riforma nella Persia del XIX secolo);


1848
dietro incoraggiamento russo, lo scià persegue la stessa politica del padre di riconquista dei territori orientali; la Gran Bretagna protesta e impone alla Persia un trattato in base al quale lo scià s'impegna ad astenersi da ulteriori interferenze in Afghanistan.

Colpito dalle riforme delle Tanzimat della Turchia ottomana, il visir Mirza Taqi Khan convince lo scià a riorganizzare le forze armate, ad assicurarsi che queste siano adeguatamente pagate e a por fine alla vendita di titoli e incarichi e ad altri abusi.
È anche il responsabile della fondazione dell'Ecole Polytéchnique, la Dar al-Funun, di Teheran e del primo giornale persiano.
Tuttavia le riforme avranno vita breve.
La straordinaria madre dello scià lo convince che il visir Mirza Taqi Khan sta diventando troppo potente, sicché Nasir al-Din Scià ordina che venga giustiziato.

 

 



Balfour, Arthur James conte di (Whittingehame, East Lothian 1848-Fishers Hall, Surrey 1930) politico inglese, nipote di Lord Salisbury; esponente dello spiritualismo in Inghilterra;
1874, deputato conservatore
Difesa del dubbio filosofico (1879)
1886-92, segretario di stato per l'IRLANDA;
Le basi della fede (1895)
1902, primo ministro (succede allo zio), realizza «l'entente cordiale» con la Francia;
1905, si dimette e resta il leader dei conservatori;
Decadenza (1908)
Interrogazioni sulla critica e sulla bellezza (1909)
Teismo e umanismo (1915)
1915, membro del governo di coalizione, lord dell'ammiragliato, di H.H. Asquith;
1916-19, idem, ministro degli esteri;
1917, 2 novembre, pubblica la "dichiarazione Balfour" che promette l'appoggio del Regno Unito alla creazione di una sede nazionale ebraica in Palestina, fatto salvo il diritto delle comunità ivi già esistenti;
1921, tra i firmatari del trattato di Versailles, capeggia la delegazione inglese alla conferenza di Washington;
Teismo e pensiero (1923).

Balenzano, Nicola (Bitritto, Bari 29 gennaio 1848 - Bari, 2 settembre 1919) politico italiano.

Bianchi, Leonardo (S. Bartolomeo in Galdo, Benevento 5 aprile 1848 – Napoli 13 febbraio 1927) politico italiano.

Cappelli, Raffaele (San Demetrio ne' Vestini, l'Aquila 23 marzo 1848 – Roma 1° giugno 1921) diplomatico e politico italiano.

D'Arco, Antonio (Milano 1° agosto 1848 – Mantova 7 maggio 1917) politico italiano.

Fasce, Giuseppe (Genova 16 ottobre 1848 - Genova 21 settembre 1910) politico italiano;
Laurea; Commerciante, Insegnante di scuole superiori;
1892-1909, eletto deputato: dalla XVIII alla XXIII Legislatura;
1905, 28 mar-24 dic, sottosegretario al Tesoro (I "governo Fortis");
24 dic-8 feb 1906, sottosegretario al Tesoro (II "governo Fortis");
1906, 29 mag-11 dic 1909, sottosegretario al Tesoro (III "governo Giolitti").

Fortunato, Giustino (Rionero in Vulture, Potenza 1848-Napoli 1932) politico italiano, nato da una ricca famiglia borghese di proprietari terrieri, redattore (1872-74) dell' «Unità nazionale» di Napoli, poi collaboratore della «Rassegna settimanale» di S.C. Sonnino e L. Franchetti;
1880, deputato al collegio di Melfi fa della "questione meridionale" il tema dominante della sua attività di studioso e di parlamentare;
1909, senatore;
Il mezzogiorno e lo stato italiano (1911)
Pagine e ricordi parlamentari (1920)
1925, risolutamente contrario al fascismo, prende parte alla ricostituzione del Partito liberale.

Kuropatkin, Aleksej Nikolaevic (n. 1848-Samcurin, Pskov 1925) militare russo
1864, entra nell'esercito
1868, partecipa alla presa di Samarcanda
1877-78, partecipa alla guerra russo-turca e alle campagne in Asia centrale
Le operazioni al comando del generale Sokobelev (1885, sulla guerra russo-turca)
1898-1904, ministro della guerra, grazie anche all'appoggio della zarina, favorisce l'espansione economica russa verso l'Estremo Oriente
1904, allo scoppio delle ostilità col Giappone assume il comando delle forze terrestri
1905, dopo la sconfitta di Mukden viene sostituito nell'incarico
Racconto (1906, sulla guerra russo-giapponese, in cui ammette i propri errori strategici)
1914-18, ha il comando di un corpo d'armata sul fronte settentrionale ed è governatore e comandante militare del Turkestan dove si sono verificati dei disordini
1917, ottobre, dopo la rivoluzione svolge funzioni di consigliere presso l'Armata rossa
Diario (1922, 1924-25 e 1935, edito nel «Krasny Archiv»).

Moltke, Helmuth Johann Ludwig von o von Moltke [il Giovane] (Gersdorf, Meclemburgo-Schwerin 25 maggio 1848 – Berlino, 18 giugno 1916) militare tedesco;
[Nipote del feldmar.llo Helmuth Karl Bernhard von Moltke.]

Niccolini, Ippolito (Pistoia 3 gennaio 1848 - Firenze 8 gennaio 1919) politico italiano.

Ferrari, Luigi (Rimini, Forlì 3 aprile 1848 – Rimini, Forlì 10 giugno 1895) politico italiano.

Pau, ? (Montélimar 1848-?) generale francese;
1870, esce da Saint-Cyr con il grado di sottotenente ed è uno degli eroi di FröschVIller dove perde la mano destra;
1881, capo di battaglione;
1893, colonnello;
1897, generale di brigata;
1903, generale di divisione;
1907, viene chiamato a Nancy alla testa del corpo d'armata;
membro del consiglio superiore della guerra.

Prudente, Giuseppe (Savona 20 gennaio 1848 - Roma 4 giugno 1910) militare italiano;
tenente generale dello S.M. dell'Esercito;
1908, 16 dic-11 dic 1909, sottosegretario alla Guerra (III "governo Giolitti" - 1906 29 mag - 11 dic 1909),
1909, 11 dic-31 mar 1910, sottosegretario alla Guerra (II "governo Sonnino") [dei "cento giorni"];
1910, 31 mar-12 giu, sottosegretario alla Guerra (I "governo Luzzatti").

Sinibaldi, Tito (1848 ca-?) politico italiano, per tre anni sindaco di Spoleto;
1900-marzo 1909, eletto deputato dal collegio di Spoleto nella sinistra ministeriale;
1911, 4 giugno, eletto senatore.

Rezzara, Nicolò (Chiuppano, Vicenza 8 marzo 1848 - Bergamo 6 febbraio 1915) politico italiano, uno tra gli organizzatori più moderni e capaci del movimento cattolico-sociale organizzato.

Roux, Luigi (Torino 1848-1913) editore e politico italiano, laureatosi in legge, s'impegnò nel settore tipografico e in breve tempo riuscì ad acquistare il controllo di varie aziende tipografiche;
1880, diventa proprietario della «Gazzetta Piemonte»;
1882, politicamente molto vicino a G. Giolitti, viene eletto deputato;
1883, fonda a Roma «La Tribuna» e la «Tribuna illustrata» e a Torino la «Gazzetta letteraria»;
1894-1900, è condirettore con F.S. Nitti della «Riforma sociale»;
1895, muta la testata della «Gazzetta Piemonte» in «La Stampa» ed è direttore del quotidiano;
1898, senatore;
1900, cede la guida ad A. Frassati divenuto socio nel frattempo e unifica le tipografie controllate nella società L. Roux & C.;
1905, concentra le precedenti tipografie nella STEN (Società tipografica editrice nazionale).

Rozestvenskij, Zinovij Petrovic (Pietroburgo 1848-1909) militare russo
1903, capo di stato maggiore della marina imperiale
1904, dopo lo scoppio della guerra russo-giapponese ha il comando della II squadra russa del Baltico con il compito di cercare di sbloccare Port Arthur, assediata dai giapponesi; ottobre, partito dal porto di Libava, dopo una lunga e difficile navigazione arriva nelle acque dell'Estremo oriente quando Port Arthur è già caduta;
1905, 26-27 maggio, si scontra nelle acque di Tsushima con la superiore squadra giapponese dell'ammiraglio H. Togo; la sua squadriglia viene distrutta ed egli stesso fatto prigioniero; liberato, viene processato da una corte marziale a Kronstadt, ma viene assolto;
(vedi il libro Tsushima: il romanzo di una guerra navale del 1936 di F. Thiess).

Velimirovic, Petar o Pera (Sikole, Negotin, Principato di Serbia 16 gennaio 1848 – Belgrado, Regno di Serbia 23 dicembre 1911) politico serbo.
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La crisi rivoluzionaria europea esplode in Francia

L'Austria finora si è sostenuta con le persecuzioni del 1821, del 1828, del 1830-31-33-44…

Febbraio
24
, rivoluzione di Parigi e proclamazione della repubblica;

Marzo
4
, il re Carlo Alberto promulga per gli stati sardi lo "statuto albertino", esteso poi ai territori annessi al Piemonte;
[Diventerà costituzione del Regno d'Italia (legge 17 marzo 1861 n. 4671) e rimarrà in vigore, pur con modifiche sostanziali fino all'instaurazione del movimento repubblicano postfascista cui succederà la costituzione della repubblica italiana entrata in vigore il 1° gennaio 1948.]
13, insurrezione di Vienna;
18, insurrezione di Berlino;
18-22, Cinque giornate di Milano
[vedi Lombardia]
22, Venezia,
[vedi Veneto].

 

 

conferenza di Londra
1848-1864

 

Giovine Italia

«segue da 1844»
1848, 5 maggio, viene sciolta e sostituita dall'Associazione nazionale italiana.

«Il Contemporaneo»
(titolo di vari periodici)

«segue da 1846»
1848, Roma, 3 giugno, da trisettimanale diventa quotidiano; è uno dei primi fogli politici del giornalismo romano; sostenitore di una linea riformista moderata, si orienta poi verso i principi democratici e republicani;
tra i collaboratori:
- Armellini
- C. Balbo
- G. Capponi,
- Gaelotti
- V. Gioberti
- G. Montanelli;
«segue 1849»

 

 

«Il Risorgimento»

1848, 3 gennaio, Torino, inizia le pubblicazioni questo quotidiano dopo due numeri usciti irregolarmente nel dicembre 1847; fondato dal conte di Cavour, C. Balbo e M. Castelli, è diretto prima dal conte di Cavour (che ha procurato il necessario finanziamento) poi da M. Castelli, quindi da P.C. Boggio; portavoce dei moderati piemontesi, il foglio assume subito un grande rilievo grazie all'assidua collaborazione del conte di Cavour (durata fino alla metà del 1849); 
dopo alcune vicissitudini interne il giornale si sposta su posizioni in alcuni casi assai lontane da quelle del leader politico;
«segue 1852»

«L'Opinione»

1848, 26 gennaio, a Torino esce il primo numero di questo quotidiano che ha come proposito quello di occupare lo spazio intermedio tra la democratica «Concordia» di L. Valerio e l'aristocratico «Risorgimento» del conte di Cavour; sotto la guida per 25 anni di G. Dina diventa però di fatto il portavoce più accreditato della politica cavouriana e poi della destra storica, in particolare di Q. Sella;
«segue 1871»

 

 

 

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