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Papa
Urbano V
, beato
(Avignone 1362-66
Roma 1367-70)

1364, patrocina la fondazione dell'università di Cracovia;

1364, Giovanni de' Dondi, dopo sedici anni di lavoro, completa a signoria di Padova, un grande orologio astronomico, noto come astrario. L'orologio indica l'ora, le fasi della Luna, i segni dello zodiaco e altre situazioni astronomiche.

ANNO 1364


1364
ducato d'Austria e di Stiria
Rudolf IV [l'Ingegnoso]
Albero genealogico
(Wien 1339 – Milano 1365, peste)
figlio di Albrecht II [il Saggio] e della c.ssa Johanna von Pfirth;
nel 1356 sposa Katharina di Lussemburgo;
1358-65, duca d’Austria, Stiria, Carinzia e Carniola;
[chiede la contea di Pfirth (Ferrete) a Giovanni di Sennen vescovo di Bâle, che non osa rifiutargliela, ma con l’accordo di tenerla in feudo della chiesa di Bâle]
1363-65, conte del Tirolo;


1364
-


1364
REGNO d'UNGHERIA
Luigi I [il Grande]
Albero genealogico

(Višegrad 1326 - Trnava 1382)
figlio di Charles I Robert d'Angiò, re d'Ungheria, e di Elisabetta di Polonia (sorella di re Kazimierz III [il Grande])
1342-82, re d'Ungheria (Lajos I);
succeduto al padre, eredita uno stato solido e finanziariamente fiorente che gli fornisce le basi per un'ambiziosa politica estera;
nel 1343, seguendo i suggerimenti di frate Roberto, invia i propri ministri a Clemente VI per far valere i diritti di suo fratello Andrea sul regno di Napoli non in quanto marito di Giovanna ma come erede dell'avo Charles Martell; per sedare la controversia ed essendo Andrea e Giovanna ancora minorenni il papa pensa di inviare un legato a Napoli (Bolla del 18 novembre);
nel 1344 combatte al fianco dello zio Kazimierz III [il Grande] di Polonia contro lituani e tatari;
nel 1345 suo fratello Andrea, marito della regina Giovanna I di Napoli, viene assassinato;
nel 1347, a inizio dicembre, dopo aver minacciato di invadere il Regno di Napoli, il re arriva a Verona dove si assicura l'approvazione e l'appoggio di Mastino della Scala, signore della città;
nel 1348, invaso il Regno di Napoli e costretto alla fuga la regina, accetta cordialmente Carlo di Durazzo e gli altri reali che ad Aversa gli presentano il figlioletto di Giovanna; dopo aver chiesto al duca dove fosse la finestra da cui era stato gettato il corpo del fratello Andrea d'Ungheria e sentendosi rispondere che non lo sapeva, gli fa di brutto tagliare la testa, fa prendere molti nobili che ritiene colpevoli e li manda in Ungheria assieme al figlioletto [vi morirà poco dopo]; si avvia verso Napoli con le sue truppe che avanzano con davanti lo stendardo in cui è raffigurato il dipinto di Andrea strangolato; arrivato nel castello nuovo, senza udir nessuno, toglie a molti e dà ad altri onori e incarichi, ma li pone tutti sotto l'autorità del vescovo ungherese Varadino;
mentre sono già trascorsi quattro mesi dal suo ingresso a Napoli, scoppia a causa del sudiciume la peste tra le sue truppe; non riuscendo inoltre ad ottenere l'appoggio di papa Clemente VI, è costretto ad abbandonare l'impresa nel Regno di Napoli; nomina prima il barone tedesco Corrado Lupo suo vicario e Gilforte Lupo castellano di Napoli;
nel 1349, chiamato da Corrado Lupo in aiuto degli ungheresi a Napoli, giunge con nuove armate in Puglia, prende Trani e Aversa costringendo Giovanna alla fuga a Gaeta;
nel 1350 da Napoli si reca a Roma dove, rifiutato il titolo di re che gli è offerto, fa le sue devozioni nel Giubileo;
nel 1352, avvisato dal legato pontificio quanto fosse pericoloso continuare la guerra contro il volere del papa, firma un accordo in base al quale la regina ha di nuovo il regno e la pace;
[alcuni scrittori parlano di 300 mila fiorini versati al re ungherese dalla regina per le spese della guerra e da questi poi donati alla chiesa romana]
certo è che il pontefice invia il vescovo di Bracara a incoronare Giovanna e Luigi di Taranto re di Napoli;
nel 1358 combatte una guerra contro Venezia riuscendo, grazie all'aiuto di Genova e di Francesco da Carrara, ad impadronirsi della Dalmazia fino a Durazzo: si assicura così il controllo dell'Adriatico;



1370-82, re di Polonia;








1364
-

1364
SACRO ROMANO IMPERO
Charles IV
Albero genealogico

(Praga 1316 - 1378)
figlio di Jan [il Cieco], re di Boemia, e di Eliska Premyslide, erede del regno di Boemia;
nel 1329 sposa Blanche de Valois († 1348);
1334-46, margravio di Moravia (Wenceslas Charles);
1346-53, duca di Lussemburgo (Wenceslas Charles);
1346-78, re di Boemia (Karel IV)
1346-76, re di Germania (Karl I)
nel 1348 muore la moglie Blanche de Valois;
fonda a Praga la prima Università dell'Europa nordoccidentale;
nel 1349 sposa Anna von Rheinpfalz († 1353);
nel 1353, rimasto vedovo, sposa Anna di Schweidnitz-Jauer († 1362);
nel 1354 (ottobre) scende in Italia (solo allo scopo di trarne ricche regalie e non perché invitato da Cola di Rienzo e da F. Petrarca a rinnovare l'impero romano) e si stabilisce a Mantova dove rimane fino alla fine dell'anno;
1355-78, imperatore del Sacro Romano Impero (Charles IV);
1355-78, re di Lombardia-Milano;
[incoronato a Milano]
nel 1356, riconoscendo una situazione di fatto ormai consolidata, promulga a Norimberga la costituzione detta "carolina" (la Bolla d'oro per antonomasia);
nel 1362 muore Anna di Schweidnitz-Jauer (terza moglie);




1365-78, re di Arelat-Arles;

 







Wenceslas II
Albero genealogico
(Norimberga 1361 - Praga, Schloß Kunratitz, 1419)
figlio dell'imperatore Carlo IV e di Anna di Schweidnitz-Jauer;
nel 1363 viene associato dal padre al trono boemo;



1373-78, elettore di Brandeburgo;
1376-1400, re di Germania [Wenzel I];
1378-1419, re di Boemia [Václav IV];
1383-1419, duca di Lussemburgo;





1364
-

1364
REGNO di POLONIA
Kazimierz III [il Grande]
Albero genealogico

(Kowal o Cracovia 1310 - Cracovia 1370)
figlio di Wladislaw I Lokietek [il Breve] e di Jadwiga († 1339), figlia di Boleslaw principe di Grande Polonia;
nel 1325 sposa Aldona di Lithuania († 1339);
1333-70, re di Polonia;
[… il fondatore dello stato polacco]
nel 1335 si allea con Giovanni di Boemia, ottenendone la rinuncia alle pretese sulla corona polacca in cambio di analoga rinuncia polacca ai diritti sulla Slesia e sulla Masovia, peraltro già occupate dai boemi;
nel 1339 ottiene da papa Benedetto XII il riconoscimento dei diritti polacchi sui territori occupati dai cavalieri teutonici;
nel 1340, acquistata la Rutenia, intraprende una vasta operazione di colonizzazione e avvia contatti in direzione dell'oriente e del Mar Nero;
nel 1343 stipula con i cavalieri teutonici la pace di Kalisz, che gli permette di riprendere la Cuiavia, pur cedendo la Pomerania;
nel 1344 riesce a riprendere parte della Masovia e ad annettere alla Polonia gli altri territori come stati vassalli; si volge anche contro i tatari e i lituani, da cui recupera i territori di Halicz e Wlodomierz, consolidando così la posizione alle frontiere;
codifica il diritto consuetudinario polacco in un corpus di leggi rielaborate da giuristi che egli ha inviato a studiare a signoria di Padova e a Bologna; fonda l'università di Cracovia strutturata sul modello di analoghe istituzioni italiane;
nel 1355, privo di eredi maschi (i tre matrimoni gli hanno dato solo femmine), con il patto di Buda designa quale erede della corona polacca il nipote Luigi I [il Grande], re d'Ungheria, figlio della sorella Elisabetta;




1364
-

 

1364
IMPERO BIZANTINO
Giovanni V Paleologo
Albero genealogico

(n. 1331 - † 1391)
[Calojanni]
figlio di Andronico III e di Anna di Savoia;
1341-47, 1354-91, imperatore;
con l'aiuto di Genova e dopo aver costretto Giovanni VI Cantacuzeno ad abdicare;
nel 1361, minacciato dall'avanzata turca, si rivolge a Innocenzo VI per proporre l'unione delle due chiese;
nel 1362, sempre minacciato dall'avanzata turca, si rivolge ora anche a Urbano V per proporre l'unione delle due chiese, sperando di ottenere un aiuto militare;



1364
-

1364
IMPERO di TREBISONDA
[impero trapesuntino]
Alessio III
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di ;
1349 (dal 22 dic) - (al 20 mar) 1390, gran comneno di Trebisonda - autokrátor dei romani;


Bailo veneziano
Andrea Dandolo (vice)
(1364-66)
1364
Marzo
in seguito alla felice missione di Guglielmo Michiel, per il ristabilimento dei rapporti commerciali e la concessione di un nuovo terreno per la ricostruzione del caravanserraglio andato distrutto, i veneziani ottengono una crisobolla che fissa il loro diritto di commercio in tutte le città e i porti dell'impero, con la garanzia della sicurezza, se essi mostreranno sottomissione all'imperatore;
le dispute territoriali tra veneziani e genovesi non vengono regolate;
i veneziani ottengono anche un nuovo appezzamento di terreno, vicino al monastero di S. Teodoro Gabras.
[La sua superficie massima è di 3.510 mq (nel 1319 era di 17.689 mq; cinque volte di meno!.
Rispetto alla crisobolla del 1319, cambiano le imposte derivanti dalla circolazione e per la pesatura delle merci, mentre si mantiene stabile il valore del dazio d'entrata (di transito).]

1364
Osmanli od Ottomani
Murad I
(? - ?)
figlio di Osman I (fondatore degli Osmanli od Ottomani) di una schiava greca;
1359-89, "capo" degli Ottomani;
indirizza risolutamente verso i Balcani l'espansione ottomana.
nel 1361 conquista Adrianopoli (Edirne dal 1365), poi tutta la Tracia, la Macedonia, Salonicco e la Bulgaria;






1364
Nell'esercito, a fianco dei due gruppi già creati (1334) dal padre,
- sipahi (cavalleria)
- piyade (fanteria), ha inserito i
- yeni-ceri (truppa nuova) "giannizzeri";

1364
REGNO di CIPRO e di GERUSALEMME
Pietro I di Lusignano
Albero genealogico

(Nicosia 1329 - 1369)
figlio di Ugo IV di Cipro e di Eschive d’Ibelin († 1312), signora di Beirut;
dopo 1342 sposa Eschive di Montfort († ante 1350);
1347, fonda l’Ordine della Spada;
nel 1353 sposa Leonora di Aragona († 1416)
1359-69, re di Cipro;
1359-69, re di Gerusalemme (titolare);
succeduto al padre, cinge anche la corona di Gerusalemme contesagli dagli Angioini di Napoli.
In questo periodo Cipro ha interesse a mantenere viva la tensione tra Islam e cristianità per rimanere l'unico centro di smistamento delle merci orientali in Europa;



1368-69, re d’Armenia;

 




1364
1362-65, compie un lungo viaggio in Europa per organizzare una crociata;


1364
IMPERO di SERBIA
Stefano X Uroš V Decanski
(? - ?)
figlio di Stefano IX Decanski;
1355-?, imperatore di Serbia;


 
-
1364
-

 

 

1364
RUSSIA
Demetrio IV [Donskoj = vincitore del Don]
Albero genealogico
(n. 1350 - †1389)
figlio del principe Demetrio III di Suzdal';
1359, alla morte del padre il principe Demetrio III di Suzdal' tenta di farsi concedere dai khan dell'Orda d'Oro il titolo di gran principe di Danimarca, Svezia e Norvegia - Russia; poiché l'Orda d'Oro è in piena guerra civile, entrambi i principi, quello di Suzdal' e quello di Mosca riescono ad ottenere l'ambito titolo;
1362-89, gran principe di Mosca e di Vladimir;
succeduto al padre sotto la tutela del metropolita Alessio;
solo nel 1363 gli viene confermato il titolo grazie all'azione di Alessio e la fedeltà dei moscoviti; inzia subito la sua politica tendente ad affermare la sua egemonia sugli altri principi russi;


 
-
1364




1364
REGNO di FRANCIA
Jean II [il Buono]
Albero genealogico
(Le Mans 1319 - Londra 1364)
figlio di Philippe VI [il Fortunato o il Pio] e di Jeanne di Borgogna;
1332, sposa Bona di Lussemburgo, figlia di Giovanni di Boemia dalla quale ha otto figli; non ne ha invece dal suo secondo matrimonio con Giovanna, vedova di Filippo I di Borgogna;
inimicatosi con il genero Carlo II [il Malvagio], re di Navarra, cui non ha voluto cedere gli appannaggi promessi, provoca l'alleanza tra questi e gli inglesi; riprende così la guerra dei cent'anni interrotta da una tregua nel 1347;
1350-64, re di Francia;
…ma non troppo, diventando infatti presto noto, nonostante la sua cavalleria e munificienza, per il suo malgoverno accompagnato anche da delitti (esecuzione senza processo di Raoul d'Eu, connestabile di Francia) e per le sue arbitrarie modificazioni monetarie a favore del tesoro reale;
nel 1356 viene fatto prigioniero a Poitiers e condotto a Londra;
nel 1359 a Londra, dov'è prigioniero, firma un accordo che cede metà del regno agli inglesi ma che sia il reggente (cioè il delfino Carlo) sia gli stati generali rifiutano di ratificare;
nel 1360 (maggio) col trattato di Brétigny tra Inghilterra e Francia si giunge ad una pacificazione in base alla quale egli viene liberato a Calais dietro promessa di versamento di un fortissimo riscatto (600.000 scudi, che è solo la prima rata di un'altra molto più grande); egli è altresì obbligato a lasciare in mano inglese degli ostaggi, tra i quali il figlio Luigi duca d'Angiò;
dal momento che la Francia non è in grado di versare l'intero ammontare della prima rata, Galeazzo Visconti viene in aiuto ai francesi;
nel 1363 concede al figlio Philippe il ducato di Borgogna che procurerà gravi fastidi alla Francia;
1364
muore in Inghilterra, dove è ritornato dopo la fuga del figlio Luigi duca d'Angiò e dopo l'impossibilità di reperire il denaro del riscatto
(per raccogliere i fondi ha fatto anche sposare sua figlia Isabella a Gian Galeazzo Visconti);







Charles V [il Saggio]
Albero genealogico
(Vincennes 1338 - castello di Beauté-sur-Marne 1380)
figlio di Jean II [il Buono] e di Judith [Bonne] de Luxembourg
1349, è il primo degli eredi al trono di Francia a portare il titolo di "delfino";
1356-60, regge il trono finché il padre è prigioniero a Londra;
nel 1357 negozia la tregua di Bordeaux e cerca di mettere insieme l'esorbitante somma richiesta dagli inglesi per il riscatto paterno, tre milioni di scudi d'oro; a tale scopo è costretto a riunire gli stati generali che gli strappano una serie di concessioni [incorporate poi nella Grande ordinanza dello stesso anno], tali da limitare gravemente i poteri della monarchia;
nel 1358, febbraio-luglio, jacquerie (rivolta dei contadini);
nel 1359, posto fine con la forza alla jacquerie e al movimento di Etienne Marcel, cerca di concludere le trattative con Edward III d'Inghilterra;
- 1360: (maggio) trattato di Brétigny; (ottobre) pace di Calais;
1364
non riuscendo a pagare il riscatto, re Jean II [il Buono] si dà nuovamente prigioniero agli inglesi ed egli torna così al governo come reggente;
1364-80, re di Francia;
Aprile
8
, acclamato re dopo la notizia della morte del padre a Londra; Maggio
19
, viene incoronato;
teso a recuperare il prestigio e il potere perduti con la guerra, punta ai successi diplomatici;







 
1364



1364
Fiandra
Louis II [de Mâle]
Albero genealogico
(Mâle, vicino Bruges 1330 - Lille 1383/1384)
figlio di Louis I [de Crécy] e di Marguerite di Francia;
1346-48, conte di Fiandra;
1346-84, conte di Nevers e conte di Rethel;
[confermato nel 1347 da Philippe de Valois]
nel 1347 sposa Margaret di Brabante († 1368)



1382-84, conte di Borgogna e conte d'Artois; signore di Salins;









 
-
1364
-


1364
ducato di Borgogna
Philippe II [l'Ardito]
Albero genealogico
(Pontoise, Parigi 1342 - Hal, Brabante 1404)
quartogenito di Jean II [il Buono] e di Judith [Bonne] de Luxembourg;
1356, combatte assieme al padre nella battaglia di Poitiers, meritiando il soprannome; ferito, segue il padre nella prigionia di Londra;
1360, al suo ritorno ottiene in appannaggio la Turenna;
1364-1404, duca di Borgogna;
ottenuto in appannaggio il ducato, diventa il capostipite della terza dinastia dei duchi di Borgogna che si estinguerà con Charles [il Temerario];

 
-
1364



1364
SAVOIA
Amedeo VI [il Conte Verde]
Albero genealogico

(Chambéry 1334 - Castropignano, Campobasso 1383)
figlio di Aimone [il Pacifico] e di Iolanda del Monferrato;
1343-83, conte di Savoia, Aosta e Maurienne;
nel 1347, impossessatosi già di vari domini, genera la gelosia dei Visconti, dei marchesi del Monferrato e dei marchesi del Monferrato i quali impugnano le armi lasciandogli solo Chieri; segue la pace con i Visconti, con cui la casa Savoia stringe anche parentela, a danno dei marchesi di Saluzzo;
nel 1348, malgrado l'umanità che ha sempre inteso introdurre nelle leggi, in occasione della pestilenza il popolo fa scempio degli ebrei;
nel 1349 i Visconti si fanno mediatori della pace con i marchesi del Monferrato il che accresce le sue giurisdizioni nel Canavese; finisce qui infatti la discendenza dei Delfini di Vienna, sin dagli antichi tempi rivale della casa Savoia: erede è il primogenito del re di Francia;
nel 1350, terminata la tutela, assume il governo proseguendo nella politica filofrancese dei suoi tutori;
nel 1354 venuto alle armi con i francesi, vince la battaglia di Arbrette;
nel 1355 (maggio), con il trattato di Parigi, conclude la pace con i francesi; cedendo alla Francia quanto possiede nel Delfinato al di là del Rodano e del Guier, diventa padrone della provincia di Fossignì e della signoria di Gex [il peso di un omaggio alla Francia cesserà nel 1588];
sposa Bona di Borbone e, appoggiandosi anche all'impero, riesce a stabilire il dominio sabaudo sui feudi poco fedeli del Vallese, di Ginevra e di Sion, e acquisisce il Vaud; in Italia cerca di impadronirsi della marca di Torino, feudo del ramo collaterale dei Savoia-Acaia; da Karel IV riceve il privilegio delle appellazioni con gran vantaggio dei suoi popoli che sono in tal modo esonerati dall'obbligo di rivolgersi alla Camera imperiale;
nel 1356 cominciano i guai con i cugini principi di Acaia che dominano in Piemonte dipendenti dai conti di Savoia [vedi ingiustizia del 1285];
egli risolve il problema in maniera violenta, richiamando a sé il dominio del Piemonte, emanandovi nuove leggi, con qualche lagnanza da parte di Torino che si sente spogliata di alcuni diritti [poco tempo dopo il Piemonte sarà restituito ai cugini];
nel 1359 dichiara guerra al marchese Federico di Saluzzo che nega gli omaggi che già prestava ai principi di Acaia ora spogliati;
oltre Chieri, il Fossignì, Gex e il Canavese, ottiene in parte per eredità e in parte acquistata la baronia di Vaud;
anch'egli, come altri del suo tempo, fa uso di truppe mercenarie;
nel 1360 (aprile) mentre si trova nel castello di Rivoli, gli si presentano davanti i soldati Guido e Jacopo Provenza nonché Jacopo di Luserna, Jacopo Piossasco dei signori di None e Jacopo Provana di Piossasco, i quali a nome di tutti i gentiluomini e banderesi del Piemonte gli chiedono di rinnovare a favore della nobiltà piemontese i privilegi e le immunità ricevute a suo tempo dai principi di Acaia; egli acconsente concedendo loro determinate franchigie;
nel 1361 da Innocenzo VI riceve il patronato della celebre abbazia di San Michele della Chiusa, cosicché i monaci, privati di ogni giurisdizione, cessano di essere sovrani;
nel 1362, nel Canavese, le due potenti famiglie ghibelline dei conti di San Martino e dei conti di Valperga, avvilite da molte sciagure, si affidano a lui che riesce a liberare la zona dalle compagnie inglesi di ventura; non sono certo contenti i marchesi del Monferrato;
egli riceve da Charles IV l'investitura dei suoi stati ma rispetto ai domini originari della sua casa tale investitura deve intendersi di semplice protezione;
nel 1363 il marchese Federico di Saluzzo, che non gli ha reso omaggio, si dichiara vassallo di Bernabò Visconti;
1364
la regina Giovanna gli cede la superiorità territoriale del contado di Ventimiglia; s'intromette nella successione in casa dei principi di Acaia di Filippo, figlio di Giacomo, favorendo le tresche della matrigna Margherita di Beaujeu;









 
-
1364
-

 

 


1364
REGNO d'INGHILTERRA
Edward III
Albero genealogico

(Windsor 1312 - Sheen, Richmond 1377)
figlio di Edward II e di Isabella di Francia, sorella di Charles IV [il Bello];
1327-77, re d'Inghilterra;
Il Model Parliament, finora monocamerale, viene diviso in due camere: i cavalieri e i borghesi formano la Camera dei Comuni (House of Commons), mentre i rappresentanti di nobiltà e clero entrano a far parte della Camera dei Lord (House of Lords).]
nel 1330 riesce ad assumere direttamente il potere dopo aver costretto all'esilio la madre e fatto giustiziare R. Mortimer;
nel 1337, all'inizio della "guerra dei cent'anni" tra Francia e Inghilterra, si trasferisce nei Paesi Bassi dove viene proclamato re di Francia;
presto gli alti costi della guerra lo inducono a prendere a prestito ingenti somme di denaro dai suoi banchieri fiorentini (Bardi e Peruzzi);
nel 1345, a causa di un malcontento generale di cui si fa portavoce l'arcivescovo di Canterbury J. Stratford, deve cedere alle richieste dei sudditi e sospende le rimesse in danaro ai suoi creditori fiorentini, causando di conseguenza il fallimento dei Bardi e dei Peruzzi;
nel 1347 fonda l'ordine della Giarrettiera;



Camera dei Lord
(House of Lords)
 
Camera dei Comuni
(House of Commons)
 

1364
-


a

1364
ducato di Lancaster
Giovanni di Gaunt
Albero genealogico
(Gand 1340 - Londra 1399)
quarto figlio di Edward III;
1359, sposa la cugina Bianca, ultima erede dei duchi di Lancaster;
1362-99, duca di Lancaster;
assunto il titolo, diviene il capostipite del ramo dei Lancaster della dinastia degli Angiò-Plantageneti;



1364
-


a


1364
REGNO di SCOZIA
David II
Albero genealogico
(Dunfermline 1324 - Edimburgo 1371)
figlio di Robert I (Bruce) e della seconda moglie Elizabeth de Burgh;
1328, ancora bambino [secondo il trattato di Northampton] viene unito in matrimonio con Joanna, figlia del re inglese Edward II;
1329-32, 1341-46, 1357-71, re di Scozia;
nel 1328 Edward III firma il trattato di Nothampton riconoscendolo come re della Scozia indipendente; nello stesso anno si riconcilia col papa;
nel 1332, spodestato da Edward di Baliol, appoggiato da Edward III d'Inghilterra, è costretto a rifugiarsi in Francia dove viene accolto da Philippe VI [il Fortunato o il Pio] che gli offre come residenza Château Gaillard;
nel 1341, aiutato dai suoi sostenitori in Scozia, riesce a rientrare in patria e a riprendere il governo del paese;
nel 1357, in seguito all'accordo di Berwick, ottiene di tornare in Scozia mediante il pagamento di un forte riscatto ma non potendo la somma essere interamente raccolta, è costretto a subire la supremazia inglese, con ciò suscitando l'opposizione del parlamento scozzese.
nel 1363 sposa (divorzierà nel 1370), Margaret Drummond († 1375);




1364
-


a

1364
REGNO di DANIMARCA
Valdemaro IV Atterdag
Albero genealogico
(n. 1320 ca - † 1375)
figlio di Cristoforo II;
visse gli anni della giovinezza in Germania dove il padre si era rifugiato in seguito agli scontri fra la corona e la grande nobiltà;
1340, alla morte di Gert, conte di Holstein e di fatto signore di gran parte della Danimarca, conclude con gli eredi di quest'ultimo un trattato grazie al quale ottiene la corona;
1340-75, re di Danimarca;
riconosciuto re da tutta la popolazione, dà inizio ad una restaurazione del potere monarchico servendosi sia di mezzi diplomatici che della forza;
nel 1341 ca sposa Helvig, dei duchi di Schleswig, avendone in dote lo Jutland settentrionale;
nel 1360 conquista alla Svezia la Scania e lo Halland;
nel 1361 attacca Gotland saccheggiandone la capitale, Visby, importante base della lega anseatica; ciò gli procura ovviamente l'ostilità delle città anseatiche che gli muovono guerra;
nel 1362 a Helsingborg consegue una grande vittoria sulle navi della Hansa;
nel 1363 dà in moglie sua figlia Margherita al re di Norvegia (ed erede al trono di Svezia) Haakon VI;
grazie alla pace stipulata con la lega anseatica, può ripristinare il suo dominio sulle regioni baltiche;
1364
rinnova la pace stipulata con la lega anseatica due anni prima;


1364
-

1364
REGNO di NORVEGIA e REGNO di SVEZIA e d'ISLANDA
Magnus VII Eriksson
Albero genealogico
(n. 1316 - † 1374)
figlio del duca Erik, della casa dei Folkung, e di Ingeborg unica figlia di re Haakon V di Norvegia;
1319-55, re di Norvegia;
[in seguito alla morte del nonno materno.]
1319-62, re di Svezia (Magnus II Eriksson);
[in seguito alla deposizione dello zio Birger.]
nel 1330, divenuto maggiorenne, conquista lo Halland e la Scania;
nel 1343 gli viene riconosciuta la conquista (1331) dello Halland e della Scania da Valdemaro IV re di Danimarca;
nel 1344 è costretto dalle pressioni dell'aristocrazia a nominare il figlio maggiore Erik erede al trono svedese e il cadetto Haakon VI erede al trono di Norvegia;
nel 1355, poiché l'unione dei due regni compiuta dal padre è puramente personale, lascia ad Haakon la corona norvegese e divide quella di Svezia e d'Islanda con Erik;
nel 1359, alla morte del figlio Erik, associa alla corona il figlio Haakon VI;
è costretto a concedere la convocazione del Riksdag;
nel 1361 viene sconfitto da Valdemaro IV di Danimarca che gli toglie i territori della Svezia meridionale conquistati trent'anni prima;
nel 1362, deposto dalla nobiltà svedese, viene tenuto come coreggente dal figlio;
nel 1363 viene deposto dalla nobiltà svedese che elegge re al suo posto Alberto di Meclemburgo, figlio di una sua sorella;
aiutato dal figlio Haakon VI tenta invano di contrapporsi al rivale che lo sconfigge ripetutamente e lo prende prigioniero;


Haakon VI
Albero genealogico
(n. 1340 - † 1380)
figlio di Magnus VII re di Norvegia e di Svezia;
1355-80, re di Norvegia;
nel 1359, alla morte del fratello Erik, viene associato al trono di Svezia dal padre;
1362-71, re di Svezia;
mantiene il padre Magnus VII come coreggente;
nel 1363 rafforza la sua posizione sposando Margherita la figlia di Valdemaro IV di Danimarca;
1364
viene ripetutamente battuto da Alberto di Meclemburgo, già riconosciuto re dai nobili svedesi;


Alberto di Meclemburgo
Albero genealogico
(Kloster, Falun 1340 ca - Bad Doberan, Rostock 1412)
figlio di Alberto II di Meclemburgo e di Eufemia, sorella di Magnus VII;
1363-89, re di Svezia;
eletto con l'appoggio di un gruppo di nobili ribelli a Magnus VII e con il riconoscimento solenne del popolo;




1388-1412, duca di Meclemburgo (Alberto III);


1364
-


1364
REGNO di PORTOGALLO
Pedro I [il Giustiziere]
Albero genealogico
(Coimbra 1320 - Estremoz 1367)
figlio di Affonso IV [l'Ardito] e di Beatrix di Castiglia;
1325 sposa (annullato 1330) Blanca di Castiglia († 1375) (s.f.);
1339, sposa Costanza di Castiglia-Villena, figlia dell'infante di Castiglia don Juan Manuel;
1345, innamoratosi di Iñes de Castro, dama al seguito della moglie, la sposa segretamente dopo la morte di Costanza e nascono tre figli;
1355, quando Iñes viene assassinata per volere di Affonso IV [l'Ardito], egli reagisce violentemente ribellandosi al padre e dando inizio alla guerra civile; in seguito i due si riconciliano;
1357-67, re di Portogallo;
appena giunto al trono compie terribili vendette contro i responsabili dell'assassinio;



1364
-

a

1364
contea di Trastamara
Enrico
Albero genealogico

(Siviglia 1333 ca - Santo Domingo de la Calzada 1379)
figlio naturale di Alfonso XI [il Giusto] e di Leonor di Guzmán;
1350-69, conte di Trastamara;
alla morte del padre sale al trono di Castiglia e León il fratellastro Pedro I [il Crudele] a cui egli si oppone ben presto apertamente, avvalendosi in particolare delle risorse offertegli dalle sue terre nelle Asturie;
nel 1356, affiancatosi a Juan Alfonso de Albuquerque ex favorito del fratellastro, tenta una rivolta ma il tentativo fallisce; la lotta tra i due prosegue nell'ambito della "guerra dei cent'anni" in corso tra Francia e Inghilterra;


1369-79, re di Castiglia e di León (Enrico II);


1364
-
a

1364
REGNO di CASTIGLIA e di LÉON
Pedro I [il Crudele]
Albero genealogico

(Burgos 1334 - Montiel, Mancia 1369)
figlio di Alfonso XI [il Giusto] e di Maria di Portogallo;
1350-69, re di Castiglia e di León;
salito al trono sedicenne, lascia per il momento la direzione dello stato nelle mani di Juan Alfonso di Albuquerque che attua una linea politica filofrancese;
nel 1353 sposa Bianca di Borbone ma il matrimonio fallisce solo dopo pochi gorni (le preferisce Maria di Padilla) e con esso anche l'alleanza con la Francia;
nel 1356, anche se Juan Alfonso di Albuquerque riesce a sostenere una prima ribellione del suo fratellastro Enrico di Trastamara, egli, pur tenendo testa ai rivoltosi, non riuscirà ad evitare le continue lotte con il fratello fino alla fine del regno coinvolgendo nel rispettivo gioco di alleanze Francia e Inghilterra (impegnate nella "guerra dei cent'anni") e Aragona;
a seguito di alcuni incidenti sul mare divampa una lunga e incerta guerra tra Aragona e Castiglia;
nel 1359 ordina l'uccisione della matrigna Leonor di Castiglia (seconda moglie di Alfonso IV [il Bonario]);
nel 1360 mentre riporta una vittoria sul mare a Sitges, il suo rivale penetra, appoggiato dagli aragonesi, in Castiglia senza tuttavia cogliere successi decisivi;


1364
-
a

1364
REGNO di NAVARRA
Carlos II [il Malvagio] 
Albero genealogico
(n. 1332 - † 1387)
figlio di Philippe III, conte d’Evreux, e di Juana II, regina di Navarra;
discende per parte di madre da Philippe IV [il Bello] e per parte di padre dal fratello di quest'ultimo Louis d'Evreux;
1343, conte d'Evreux;
1349-87, re di Navarra;
[incoronato re (ottobre) svolge la sua attività soprattutto con la Francia.]
nel 1351 sposa Jeanne, figlia di Jean II [il Buono] re di Francia, tentando invano di accattivarsi il cugino;
1353-87, conte di Beaumont;
nel 1355, con il trattato di Valogne, cede il Cotentina al cugino Jean II [il Buono];
nel 1356 (aprile) viene fatto imprigionare da Jean II [il Buono], esasperato perché egli ha cercato di coinvolgere nei suoi intrighi lo stesso delfino di Francia;
1356-58, rivolta di Etienne Marcel;
nel 1358, liberato, reprime nel sangue la jacquerie che devasta le campagne francesi, a fianco del cognato Charles (futuro Charles V [il Saggio]), reggente di Francia per il padre Jean II [il Buono], prigioniero degli inglesi;
1364
Maggio
16
, dopo aver ripreso le ostilità, le sue truppe vengono sconfitte a Cocherel dalle truppe regie, guidate da Bertrand du Guesclin;


 
1364
-

1364
REGNO di ARAGONA e di CATALOGNA
Pedro IV [il Cerimonioso]
Albero genealogico
(Balaguer, Lérida 1319 - Barcelona 1387)
figlio di Alfonso IV [il Bonario] e della c.ssa Teresa de Urgel;
1336-45, re d'Aragona;
succeduto al padre, si dedica subito al consolidamento della sua sovranità; stipula subito un trattato con il re di Granada, mantenendo d'ora in poi rapporti generalmente buoni con i musulmani;
nel 1338, luglio, sposa Maria d’Evreux [o Marie di Navarra] († 1347);
nel 1339 pretende un giuramento di vassallagio da Giacomo II re di Maiorca;
1345-87, re d'Aragona e di Catalogna (Pedro III);
in seguito alla ribellione di Giacomo II, re di Maiorca, occupa l'isola;
nel 1347 nelle cortes di Saragozza è costretto a confermare alla unión aragonesa il privilegio già concesso da Alfonso II, cercando quindi rifugio in Catalogna;
morta (aprile) la prima moglie Maria d’Evreux, si risposa (novembre) con Leonor di Portogallo († ott 1348);
nel 1348 sconfigge la unión di Valenza e la unión di Aragona;
muore (ottobre) anche la seconda moglie, Leonor di Portogallo;
nel 1349 Giacomo II, re di Maiorca, cade nella battaglia di Lluchmayor nel tentativo di riconquistare l'isola;
sempre aspri sono intanto i suoi rapporti con la nobiltà aragonese che gli rimprovera di aver infranto consuetudini radicate (anteponendo ad es. nella successione al trono la figlia Costanza a suo fratello Giacomo); ma morto il fratello (forse avvelenato) si calmano le lotte per la successione;
(agosto) sposa (sua terza moglie) Leonor di Sicilia († apr 1375);
nel 1350 mentre continua nel suo progetto di ricomporre l'unità di tutti i territori già pertinenti alla casa aragonese, fallisce ora il suo proposito sul regno di Murcia;
in Sardegna, la ribellione di Mariano IV d'Arborea, sostenuto da Genova, mette a dura prova le truppe aragonesi;
nel 1352 alleatosi con Pisa e Venezia, sconfigge la flotta genovese a Costantinopoli;
nel 1353 alleato ancora con Pisa e Venezia, sconfigge ad Alghero la flotta genovese, andata in aiuto in Sardegna a Mariano IV d'Arborea;
nel 1354 neppure il suo intervento personale in Sardegna né la conquista di Alghero riescono però a ristabilire decisamente l'autorità aragonese sull'isola;
nel 1356 a seguito di alcuni incidenti sul mare divampa una lunga e incerta guerra tra Aragona e Castiglia;
nel 1358 fa uccidere il nipote Giovanni (figlio del marchese di Tolosa, suo fratello).
nel 1363 neppure l'accordo di Murviedro riesce a por fine alla guerra in atto dal 1356 tra Aragona e Castiglia; egli allora passa a sostenere, contro Pedro I [il Crudele], l'azione del fratellastro Enrico di Trastamara;


1364
-
a

1364
REGNO di MAIORCA
Giacomo III
Albero genealogico
(† 1375)
figlio di Giacomo II, re di Maiorca, e di Costanza († 1346), sorella di Pedro IV [il Cerimonioso] re d'Aragona;
1349-75, re di Maiorca [titolare];
nel 1349 viene fatto prigioniero da Pedro IV [il Cerimonioso] re d'Aragona;
infruttuosi saranno pure i suoi sforzi di riconquistare l'isola.
[ultimo re titolare di Maiorca.]
1364
-
a


 



1364
PIEMONTE
Giacomo di Savoia-Acaia
Albero genealogico
(1315 - 1367)
figlio di Filippo I di Savoia-Acaia e di Catherine di la Tour du Pin e Coligny († 1337);
1334-1367, signore di Piemonte;
1334-1367, principe di Acaia [titolare];
[succede al padre sotto la tutela della madre che si è molto adoperata a dividere la lega formatasi contro il marito salvando così lo stato.]
nel 1338 sposa Beatrice d’Este († 1339) (s.f.);
nel 1339, rimasto vedovo, si risposa con Sibylle des Baux (Sibilla del Balzo) († 1361/62);
el 1347 (maggio) Chieri si dona indivisa a lui e al conte di Savoia, Aosta e Maurienne;
nello stesso anno cadono nelle sue mani Savigliano, Cuneo, Mondovì, Alba e Cherasco (conserverà poi soltanto Chieri e Savigliano); persiste l'antica ruggine tra i conti di Savoia ed i principi di Acaia per l'usurpata successione nell'assemblea di Giaveno del 1285;
nel 1349, pur possedendo Ivrea in comune con i conti Savoia, si vede strappare la città da Amedeo VI [il Conte Verde] che con la pace con il conte del Monferrato la cede a quest'ultimo;
nel 1356, collegatosi con i Visconti, ritoglie Ivrea al marchese del Monferrato imponendo poi delle gabelle sulle merci provenienti dalla Savoia o che passano per di qui;
nel 1360 risultanto inutili i negoziati per la storia di Ivrea, viene attaccato con le armi da Amedeo VI [il Conte Verde] e fatto prigioniero: rimarrà privo dei suoi stati per tre anni;
1364
dopo tre anni di prigionia rinnova gli omaggi e le promesse di vassallaggio alla casa Savoia, pagando pure grosse somme di denaro come indennità di guerra; il figlio Filippo, designato a succederlo, rinuncia ai suoi diritti in favore di Amedeo VI [il Conte Verde] non certo all'oscuro del maneggio;




 
1364
-


1364
Monferrato
Giovanni II Paleologo
Albero genealogico
(? - ?)
figlio del marchese Teodoro I e di Argentina Spinola;
1338-72, marchese di Monferrato;
1355-?, vicario imperiale di Pavia;
nel 1356 (dicembre) conquista la città di Novara;
nel 1357, nei primi mesi dell'anno, ottiene anche il possesso della città di Pavia e ne affida il governo al monaco Jacopo Bussolari;


1364
-

 

1364
MILANO
Galeazzo II Visconti
Albero genealogico
(1320 - 1378)
figlio di Stefano (fratello di Giovanni) e di Valentina Doria;
1343, pellegrino in Terrasanta;
1346, viene allontanato da Milano;
- sposa Bianca di Savoia († ?)
1350, occupa Bologna e viene scomunicato; la revoca gli costa 100.000 fiorini;
1354-78, signore di Milano;
(con la corte a Pavia, in comune Milano e Genova, e i domini occidentali: Como, Novara, Vercelli, Asti, Alba, Alessandria e Tortona)


Bernabò Visconti
Albero genealogico
(1323 - 1385)
figlio di Stefano (fratello di Giovanni) e di Valentina Doria;
1346, viene allontanato da Milano;
- sposa Regina della Scala († 1384);
1354-85, signore di Milano;
(con i domini orientali: Bergamo, Brescia, Cremona e Crema)


1364
-


1364
signorie di Verona e Vicenza
Cansignorio I della Scala
Albero genealogico
(1340 - 1375, avvelenato)
figlio di Mastino II e di Taddea da Carrara;
1351-59; 1359-75, signore di Verona e Vicenza;
[associato con il fratello minore Paolo Alboino I, dopo aver assassinato il fratello maggiore Cangrande II]
dal 1363 è sposato con Agnese d'Angiò-Durazzo († 1388);


 

Paolo Alboino I della Scala
Albero genealogico
(1343 - 1375, decapitato)
figlio di Mastino II e di Taddea da Carrara;
1351-65, signore di Verona e Vicenza;
[associato con il fratello]

 

 

1364
nel 1362 gli scaligeri hanno siglato un patto d'alleanza antivisconteo con il cardinal legato Egidio Albornoz e con Estensi e Carraresi, ma si sono messi in contesa con i Gonzaga di Mantova.



1364
signoria di Padova
Francesco Novello I da Carrara [il Vecchio]
Albero genealogico

(† Monza 6 ott 1393, prigioniero)
figlio di Jacopo II e di Lieta Forzaté;
- 1345, sposa Fina Buzzaccarini († 1378);
19 dic 1350 - 17 dic 1355, 7° signore di Padova;
[assieme allo zio Jacopino)
17 dic 1355 - 29 giu 1388, 7° signore di Padova;
[da solo]




 

1364
-


1364
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Lorenzo Celsi

(Venezia 1310 ca - Venezia 18 lug 1365)
figlio di Marco, di famiglia ricca;
1361-65, doge di Venezia; [58°]



- nunzio pontificio: ? (? - ?)
- ambasciatore di Spagna: ? (? - ?)
1364
Rivolta di Creta:
nel regno di Candia gli isolani sono in rivolta per i gravami loro imposti per gli scavi del porto e per il restauro del molo; prese le armi, gli insorti seguono Marco Gradenigo e Tito Venier che, su consiglio di Giovanni Calergi tra i più rispettati dell'isola, arrestano il duca Leonardo Dandolo nonché i consiglieri Stefano Grimani e Giacomo Diedo che, se non fosse per l'intervento di Andrea Cornaro e Michele Faliero, sarebbero stati uccisi; alla notizia portata a Venezia da Niccolò Faliero, staccato con la sua galea dalla squadra dal capitano del Golfo Domenico Michel, il popolo si rincresce non solo per l'eventuale perdita dell'isola ma soprattutto per il fatto che gli autori della rivolta sono gli stessi cittadini lì inviati a suo tempo per prevenirla.
Vengono subito inviati a Candia Pietro Soranzo, Angelo Zeno e Marco Morosini per portare al ravvedimento gli insorti ma vista l'impossibilità di rimettere le cose a posto, ritornano in patria sopra tre galee da mercato lì approdate dalle scale d'Oriente, dopo aver prima arrestato trecento isolani condotti prigionieri a Venezia. Niente di meglio riescono a fare altri cinque distinti cittadini inviati a Candia. Alla fine il governo, dopo aver dichiarato gli isolani rei della patria, e avvertito il pontefice, l'mperatore e il re d'Ungehria di non dare ascolto ai contumaci di Candia, invia sotto il comando di Domenico Michel 33 galee e fatte ammassare numerose milizie ne affida la direzione al celebre capitano Luchino dal Verme.
Intanto nell'isola, abbassato lo stendardo di San Marco ed innalzato quello di San Tito, protettore dell'isola, sono esposti dei proclami con cui si ordina venga abbandonato il rito latino per far posto a quello greco.
Poiché i congiurati scoprono essere volontà di Giovanni Calergi diventare signore dell'isola, per ordine del loro capo Marco Gradenigo lo fanno precipitare dalle finestre del pubblico palazzo.
I nobili a questo punto fanno ricadere sul popolo la colpa della rivolta e deliberano di offrire a Genova il comando dell'isola. Marco Gradenigo, che intende dissuaderli ma capisce tardi il suo errore, viene ammazzato.
Con una galea vengono inviati a Genova Leonardo Gradenigo e Zanachi Rizzo ma ragguagliato il senato da Girolamo Molino, vescovo di Corone, che si trova in Candia per calmare gli animi degli isolani, viene spedito subito un segretario per ricordare ai genovesi le giurate promesse che la repubblica non avrebbe fomentato la rivolta. I genovesi mantengono la parola, ma lette le lettere provenienti dagli insorti di Candia che invitano la repubblica al dominio dell'isola, rispondono agli ambasciatori di non essre in grado di soddisfare la loro richiesta, in quanto in pace con Venezia, e di rivolgersi altrove.
L'armata veneta intanto giunge in breve tempo nell'isola dove sbarca numerose milizie alla Fraschia; cento soldati, allontanatosi dal grosso dell'esercito, vengono però sopresi dagli isolani e fatti a pezzi; i ribelli, inizialmente decisi ad affrontare l'invasore, si disperdono subito dopo di fronte all'incalzare dei soldati che si dirigono, dopo aver ucciso gran parte degli insorti, verso gli ultimi di loro asserragliati nella capitale; in extremis, a trattare con l'esercito veneziano, sono inviati Andrea Cornaro e Michel Faliero ritenuti i più adatti in quanto i meno colpevoli per aver salvato i rettori. Addossata la colpa ai più contumaci e manifesti ribelli, costoro giurano fedeltà alla repubblica e dopo il loro ritorno in città gli abitanti aprono le porte all'armata veneziana a cui prontamente consegnano gli autori della congiura, tra cui il Gradenigo ed il Rizzo poco prima ritornati da Genova. Puniti i capi e raddoppiata la paga alle milizie, Pietro Soranzo ritorna a Venezia dove il doge per la felice notizia scende nel tempio maggiore a rendere grazie a Dio del fortunato avvenimento.

È da notare che notizie delle sconfitte e delle vittorie, nei lontani mari d'Oriente, giungono all'improvviso e con gravi ritardi.

[a.f.] Il governo veneziano, deciso a soffocare la rivolta di Creta, sta cercando un condottiero da mettere al comando delle forze di terra che presto saranno mandate nell'isola. Come possibile candidato a questo posto si pensa a Giberto da Correggio, uno dei figli di Azzo; purtroppo Giberto da Correggio, catturato dai modenesi mentre si trovava alla testa delle truppe viscontee, in questo periodo è in prigione; 15 gennaio, il consiglio di Venezia decide che qualora si insistesse nel proposito di offrire il comando a Giberto da Correggio, F. Petrarca verrebbe inviato a Modena per ottenere la sua liberazione. Ma poi si decide, forse per suggerimento dello stesso poeta, di chiamare a questo posto Luchino dal Verme e viene chiesto a F. Petrarca di scrivergli, per comunicargli la richiesta ufficiale o per appoggiarla. F. Petrarca scrive a Luchino dal Verme che accetta l'incarico. Partirà in aprile.

[a.f.] Il 4 giugno, come scritto in una lettera a tale Pietro da Bologna dallo stesso F. Petrarca che è affacciato alla finestra della sua bella casa proprio sulla Riva del Bacino di San Marco, una galea attracca al molo e si capisce subito, vedendo le insegne del nemico distese sulla murata di poppa, che essa porta un messaggio di vittoria.


1364
signorie di Ferrara, Modena, Rovigo
Niccolò II [lo Zoppo]
Albero genealogico

(1338 - 1388)
figlio di Obizzo III d'Este e di Lippa Ariosti;
1352-88, signore di Modena;
1361-88, signore di Ferrara e Rovigo;
nel 1363 sposa Verde (Viridis) della Scala († 1395)



1376-77, signore di Faenza;

Alberto I
Albero genealogico

(1347 - luglio 1393)
figlio di Obizzo III d'Este e di Lippa Ariosti;
1361/88-93, signore di Ferrara, Modena e Reggio;
si annette nuove terre tra cui Lugo, Bagnacavallo e Cotignola;
crea la cancelleria, la magistratura dei Dodici Savi;



1364
-


1364
PISA
Giovanni dell'Agnello

(† Genova 1378)
ricco mercante pisano
1364-68, doge;
dopo aver approfittato della crisi seguita alla sconfitta nella guerra con Firenze per impadronirsi del potere, sostenuto da Bernabò Visconti e dalle bande di Giovanni Acuto;
una volta nominato esautora in pratica le vecchie magistrature, ma governa con poca oculatezza, sbagliando la poltiica estera ed esasperando con eccessive tassazioni i cittadini;

1364
-

 
1364
REGNO di NAPOLI
Giovanna I
Albero genealogico

(Napoli 1326 - Aversa 1382)
figlia di Carlo d'Angiò duca di Calabria e di Margherita di Valois;
sposata ancora bambina ad Andrea d'Ungheria, fratello di Luigi I il Grande;
1343-81, regina di Napoli;
succeduta a soli 17 anni al nonno Roberto, ha escluso il marito dal governo;
nel 1345 (settembre) il marito Andrea d'Ungheria, viene fatto assassinare ad Aversa, per iniziativa, sembra, di Luigi di Taranto dei reali di Napoli, innamorato della regina;
avuta la notizia ella si reca subito a Napoli dove, ricevute le debite condoglianze dei nobili, dà ordine al conte Ugo Balzo di trovare e punire i mandanti e gli esecutori del delitto; individuati e processati, i colpevoli (due gentiluomini calabresi, Filippa Catanesi con il figlio e con la nipote) vengono messi a morte in carcere; ma le facili o corrotte guardie lasciano fuggire Carlo Artus e Bertrando suo figlio, Corrado di Catanzaro e Corrado Umfredo, gli strangolatori di Andrea, che trovano rifugio presso l'imperatrice di Costantinopoli; sui muri di tutta Napoli vengono affissi gli atti del Consiglio riunitosi subito dopo la fuga degli assassini ed in particolare quanto ha detto Giovanna stessa: «Io stessa mi recherei a fare incatenare quegli assassini, se il mio sesso e la mia dignità me 'l concedessero; ma scriverò all'imperatrice, e gli Artus e i Corradi morranno».
Ciò nonostante viene sospettata d'intesa con gli assassini del marito [anche se i giureconsulti contemporanei Baldo e Angelo da Perugia la ritengono innocente] e viene quindi attaccata dal cognato Luigi I d'Ungheria;
nel 1348, passata frattanto a nuove nozze con Luigi di Taranto, fatto Carlo duca di Durazzo, viceré di Napoli e consegnato a lui e agli altri reali il figlioletto affinché lo presentino al re d'Ungheria, fugge nel feudo di Provenza dove ottiene da papa Clemente VI la dispensa per la consanguineità nonché l'assoluzione dall'accusa di uxoricidio;
un legato apostolico viene inviato in Ungheria per trattare la pace;
subito dopo tuttavia, "venduta" la città di Avignone al papato per soli ottantamila fiorini d'oro di Firenze, torna con il marito a Napoli dove i sudditi, malmenati da Gilforte Lupo, si sono ribellati, e con l'aiuto di Niccolò Acciaiuoli, gran siniscalco del regno, tenta di ristablire l'autorità regia sul paese ancora corso dalle milizie ungheresi e dilaniato dai contrasti della grande feudalità;
nel 1362, alla morte del secondo marito Luigi di Taranto, passa a nuove nozze con Giacomo III di Maiorca, dal quale tuttavia viene abbandonata poco dopo;

 


1364
-

1364
REGNO di SICILIA
Federico III [lo Scemo]
Albero genealogico

(† 1377)
figlio di Pietro II d'Aragona e di Elisabeth di Carinzia († 1349);
1355-77, re di Sicilia;
inizialmente sotto la reggenza della sorella Eufemia;



1364
-




CINA

? [Dinastia Yuan]
trattasi di ?;
?-?, imperatore della Cina;
1356,

Chu Yüan-chang
1355-?, re del Wu;
1364, Nanchino, con un governo regolare ha instaurato una pace che contrasta felicemente con l'anarchia del resto del paese;

EGITTO
641 d.C.: Conquista araba.
segue
GIAPPONE

 

 



Niccoli, Niccolò (Firenze 1364-1437) umanista fiorentino; accanito bibliofilo, raccolse circa ottocento codici ed altri ne trascrisse con la sua nitida grafia (fu l'inventore della scrittura umanistica corsiva); la sua figura compare spesso nei dialoghi dei maggiori umanisti;
Itinerarium (1431, lista di codici da ricercarsi in Germania, dall'inventario di una libreria di Hersfeld, consegnata ai cardinali N. Albergati e G. Cesarini). Irriverente verso Dante "poeta da ciabattini e da fornai".

Pizan, Christine de o Christine de Pisan o Christine de Pisano (Venezia 1364–Monastero di Poissy 1430 ca), scrittrice e poetessa francese di origini italiane;
[Figlia di Tommaso di Benvenuto da Pizzano, medico e astrologo di corte di Carlo V re di Francia e, in seguito, suo consigliere personale.
Pizzano è una frazione di Monterenzio, un comune a sud est di Bologna.
La prima scrittrice europea di professione, che trae spunto dalla sua esperienza di vita e non da una tradizione religiosa o mitologica; è spesso stata considerata un'antesignana del femminismo. Wikipedia.]

ancora bambina si trasferisce a Parigi, dove resterà tutta la vita;
1366, viene presentata al re per il quale avrà sempre buone parole;
ha libero accesso alla Biblioteca Reale del Louvre (fondata dallo stesso Carlo V; una biblioteca senza pari in Europa per la quantità e qualità di preziosi libri con splendide miniature;
incoraggiata dal padre ma osteggiata dalla più tradizionale madre, riceve una educazione letteraria approfondita;
Le livre des faits et bonnes moeurs du roi Charles V (1404, Il libro delle imprese e delle virtù del re Carlo V)
Livre de la Cité des Dames (1404-1405, La Città delle Dame, scritto nei mesi invernali)
[Scritto in risposta ai libri di G. Boccaccio (De mulieribus claris, Sulle donne famose), Jean de Meung (autore del Roman de la Rose, un testo del tredicesimo secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici) e del filosofo Mateolo, nonché di altri testi misogini e chiaramente avversi alla condizione femminile, intrisa secondo loro solo di dubbio, malinconia e intemperanza. Wikipedia.]
1379, sposa Etienne de Castel († 1390 per un'epidemia), notaio e segretario del re, con cui ha tre figli, una femmina e due maschi, di cui uno muore in giovane età;
1380, muore Carlo V e presso il nuovo sovrano Carlo VI [il Folle] cade in disgrazia;
1385, muore il padre;
Le Livre des cent ballades o Cent ballades d'amant et d'amie (Cento ballate di amante e di amica, un libro di grande successo)
[Grazie al quale ottiene la protezione e committenze di illustri personaggi (quali il duca Filippo di Borgogna e Giovanni, duca di Berry, entrambi fratelli del compianto Carlo V, e la regina Isabella di Baviera), nonché numerosi riconoscimenti e attestazioni di stima, per esempio nei filosofi contemporanei in auge J. Gerson e E. Deschamps.]
Le Livre de Corps de Police (in cui incoraggia i principi ad aiutare le vedove)
[Chiaro il riferimento alle sue vicende personali.]
L'Avision-Christine (autobiografico)
Le Dit de la Rose
L'Épistre au Dieu d'Amours (in cui condanna chi usando l'amore inganna e diffama le donne)
L'Épistre d'Othéa à Hector
Le Chemin de long estude
La mutation de Fortune
Le Livre de Trois Vertus (ideale continuazione de Livre de la Cité des Dames, nel quale incoraggia le donne ad essere forti e ad uscire dagli stereotipi sessuali)
offre una copia dei suoi lavori alla regina Isabella di Baviera, moglie del re Carlo VI;
Le ditié sur Jeanne d'Arc (1429, Il Poema di Giovanna d'Arco)
[Suo ultimo lavoro sulla contemporanea Giovanna D'Arco, il primo entusiastico poema sulla pulzella e l'unico ad essere composto mentre è ancora viva.]
1427, 65enne, si ritira in un convento;
[La data della morte è sconosciuta, ma dovrebbe aggirarsi intorno al 1430.]

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guerra dei cent'anni
(1337-1453)

«segue da 1360»
1364, muore a Londra Jean II [il Buono]; Charles, divenuto ormai Charles V [il Saggio] grazie a B. du Guesclin batte a Cocherel Carlos II [il Malvagio] e sgombra la Francia dai routiers (cavalieri-banditi) che B. du Guesclin guida in Castiglia nella lotta per la successione al trono fra Enrico di Trastamara (appoggio francese) e Pedro I [il Crudele] (appoggio inglese) estendendosi così il conflitto anglofrancese anche alla penisola iberica;
«segue 1369» 

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