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– Mario
MONTI
(Varese, 19 marzo 1943)
uomo politico italiano, esponente di Scelta Civica;
economista, accademico;
[È sposato dal 1970 con Elsa
Antonioli (nata il 22 ottobre 1944), volontaria della
Croce Rossa Italiana, da cui ha avuto due figli, Federica
e Giovanni e quattro nipoti
nati a partire dal 2003.
In occasione della sua nomina a presidente del Consiglio, ha reso pubblica
la propria dichiarazione dei redditi. Ha dichiarato per il 2010 un reddito
di 1 milione 515 mila e 744 euro e un patrimonio depositato
in conti correnti, depositi, titoli e gestioni patrimoniali per un totale
di 11 milioni 522 mila euro.]
ottiene la maturità classica all'Istituto Leone XIII di Milano;
1965
consegue la laurea in economia presso l'Università Commerciale
Luigi Bocconi di Milano e trascorre un anno all'Università di
Yale (Stati Uniti), con una borsa di studio, avendo come professore
James Tobin, (Premio Nobel per l'economia
nel 1981);
1969
professore ordinario presso l'Università degli Studi di Trento;
1970
docente (1970-85) presso l'Università degli Studi di Torino;
1979
20-31 marzo (V "governo
Andreotti");
20 giugno, elezioni politiche (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11
lug 1983);
agosto-marzo 1980 (I "governo
Cossiga");
1980
4 aprile-27 settembre (II "governo
Cossiga");
ottobre-maggio 1981 ("governo
Forlani");
1981
giugno-agosto 1982 (I "governo
Spadolini");
è relatore della commissione sulla difesa del risparmio finanziario
dall'inflazione (1981)
presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario (1981-1982)
1982
23 agosto-13 novembre (II "governo
Spadolini");
dicembre-aprile 1983 (V "governo
Fanfani);
1983
12 luglio, elezioni politiche (IX Legislatura – 1983 12 lug-1
lug 1987);
agosto-giugno 1986 (I "governo
Craxi");
1985
professore di economia politica presso l'Università Bocconi di
Milano, dove diventa direttore dell'Istituto di economia politica e
dove, dal 1985 al 1995, è anche direttore (1985-95) del «Giornale
degli economisti» e «Annali di economia»;
1986
agosto-marzo 1987 (II "governo
Craxi");
membro della Commissione Sarcinelli (1986-1987)
1987
17 aprile-luglio (VI "governo
Fanfani);
2 luglio, eletto deputato (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr
1992);
luglio-marzo 1988 ("governo
Goria");
1988
aprile-luglio 1989 ("governo
De Mita");
dal governo e dal ministro del Tesoro Giuliano
Amato è nominato membro del Comitato Spaventa sul debito
pubblico (1988-1989);
lo stesso anno è designato come membro del consiglio di amministrazione
della Fiat Auto S.p.A. e della Banca
Commerciale Italiana;
1989
luglio-marzo 1991 (VI "governo
Andreotti");
assume la carica di rettore (1989-1994) dell'Università
Bocconi di Milano;
1991
aprile-aprile 1992 (VII "governo
Andreotti");
1992
23 aprile, eletto deputato (XI Legislatura – 1992 23 apr-14 apr
1994);
giugno-aprile 1993 (I "governo
Amato");
1993
aprile-aprile 1994 ("governo
Ciampi");
1994
15 aprile, elezioni politiche (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8
mag 1996);
10 maggio-17 gennaio 1995 (I "governo
Berlusconi");
alla morte di Giovanni Spadolini, assume
la carica di presidente dell'Università Bocconi
di Milano;
viene designato per la nomina a commissario europeo dal governo, assieme
alla radicale Emma Bonino;
Jacques Santer, presidente della commissione,
gli assegna le deleghe a Mercato interno, servizi finanziari e integrazione
finanziaria, fiscalità e unione doganale;
1995
gennaio-gennaio 1996 ("governo
Dini");
commissario europeo per il mercato interno
(1995-99) nella "Commissione Santer";
1996
9 maggio, eletto deputato (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29 mag
2001);
maggio-ottobre 1998 (I "governo
Prodi");
1998
ottobre-dicembre 1999 (I "governo
D'Alema");
1999
la "Commissione Santer" si dimette in blocco, a causa di uno
scandalo legato a cattive pratiche di gestione e amministrazione da
parte di alcuni commissari ma egli non viene coinvolto;
lo stesso anno egli viene confermato commissario europeo dal "governo
D'Alema", che indica Romano Prodi
come secondo rappresentante per la Commissione UE, di cui lo stesso
Romano Prodi diviene presidente;
commissario europeo per la Concorrenza
(1999-2004) nella "Commissione Prodi";
[Sotto la sua guida la Commissione europea approfondisce
il ruolo di controllo della concorrenza, inaugurando il procedimento
contro la Microsoft e bloccando nel 2001
la proposta di fusione tra General Electric
e Honeywell, considerata contraria alle
normative antitrust.]
dicembre-aprile 2000, (II "governo
D'Alema");
2000
aprile-giugno 2001 (II "governo
Amato");
2001
30 maggio, eletto deputato (XIV Legislatura – 2001 30 mag-27
apr 2006);
11 giugno-23 aprile 2005 (II "governo
Berlusconi");
2005
23 aprile–17 maggio 2006 (III "governo
Berlusconi");
primo presidente (2005-2008) del Bruegel, un comitato
di analisi delle politiche economiche (think-tank), nato lo
stesso anno a Bruxelles;
è international advisor (2005-2011) per Goldman
Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council
del Goldman Sachs Global Market Institute, presieduto
dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen;
[Tra gli organismi internazionali di cui fa parte, è
membro del comitato esecutivo dell'Aspen Institute Italia,
un’organizzazione internazionale non profit, fondata nel 1950.
È stato inoltre advisor della Coca Cola
Company, membro del "Senior European Advisory Council"
di Moody's ed è uno dei presidenti
del "Business and Economics Advisors Group" dell'Atlantic
Council.]
Èditorialista de «Il Corriere della Sera» e autore
di numerose pubblicazioni.
2006
28 aprile, elezioni politiche (XV Legislatura – 2006 28 apr-28
apr 2008);
maggio-aprile 2008 (II "gelezioni
politicheoverno Prodi");
2008
29 aprile, elezioni
politiche (XVI Legislatura – 2008 29 apr-14 mar 2013);
8 maggio-16 novembre 2011 (IV "governo
Berlusconi");
2010
su incarico del presidente della Commissione europea
Barroso, redige un libro bianco (Rapporto
sul futuro del mercato unico) contenente misure considerate necessarie
per il completamento del mercato unico europeo;
diviene presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo
di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David
Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo
Bilderberg.;
[Da questi incarichi si dimettterà il 24 novembre
2011, a seguito della nomina a presidente del Consiglio.]
15 settembre, dà il suo appoggio all'iniziativa del "gruppo
Spinelli", fondato per rinvigorire la spinta federalista nell'Unione
Europea: assieme a lui, dichiarano il proprio sostegno Jacques
Delors, Daniel Cohn-Bendit, Guy
Verhofstadt, Andrew Duff, Elmar
Brok;
2011
9 novembre, è nominato senatore a vita
dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
[Ai sensi del secondo comma dell'articolo
59 Costituzione, avendo illustrato [resa illustre] la Patria
per altissimi meriti in campo scientifico e sociale.]
13 novembre, a seguito delle dimissioni di Silvio
Berlusconi, riceve da Giorgio Napolitano
l'incarico per la formazione di un nuovo governo, accettandolo con riserva;
16 novembre, scioglie la riserva e propone al Presidente della
Repubblica la lista dei ministri per la nomina, priva di personalità
politiche;
16 novembre-28 aprile 2013, presidente del Consiglio
dei Ministri ("governo
Monti");
16 novembre-luglio 2012, ministro dell'Economia e delle
finanze (ad interim);
[Lo stesso mese, a seguito della nomina alla Presidenza
del Consiglio, richiede la sospensione temporanea, tra le altre, anche
dalla carica di presidente dell'Università Bocconi di Milano;
carica che, nelle more, sarà ricoperta dal prof. Luigi
Guatri.]
2012
11 luglio, lascia l'incarico di ministro dell'economia
e delle finanze a Vittorio Grilli;
21 dicembre, rassegna le sue dimissioni da premier, rimanendo
in carica per il disbrigo degli affari correnti;
28 dicembre, in vista delle elezioni politiche, dopo aver inizialmente
dichiarato di non volersi candidare, presenta la sua candidatura alla
guida della coalizione centrista Con Monti per l'Italia,
che comprende UdC, FLI e la lista
civica Scelta Civica, da lui stesso fondata e presieduta;
Alle Elezioni politiche italiane del 2013 alla Camera dei deputati la
sua lista Scelta Civica ha ottenuto l'8,3% dei voti (mentre la coalizione
il 10,5%), al Senato della Repubblica la lista Scelta Civica il 9,1%.
A causa dei dissidi emersi con diversi esponenti di Scelta Civica al
Senato, il 17 ottobre 2013 Mario Monti si dimette dal ruolo di Presidente
del partito.[50]
2013
8 gennaio, durante un'intervista a «TgCom24», annuncia
che nella sua lista saranno candidati:
. Valentina Vezzali, pluricampionessa olimpica,
. Alberto Bombassei, presidente di Brembo
S.p.A.,
. Mario Sechi, direttore del quotidiano
«Il Tempo»,
. Ilaria Borletti Buitoni, presidente del
FAI;
25 febbraio, elezioni
politiche (XVII Legislatura – 2013 25 feb-…);
[La sua lista Scelta Civica ha ottenuto
l'8,3% dei voti (mentre la coalizione il 10,5%), al Senato della Repubblica
la lista Scelta Civica il 9,1%.]
26 marzo-28 aprile, a seguito delle dimissioni di Giulio
Terzi di Sant'Agata, assume ad interim l'incarico di
ministro degli esteri;
28 aprile-22 febbraio 2014 ("governo
Letta");
17 ottobre, a causa dei dissidi emersi con diversi esponenti
di Scelta Civica al Senato, si dimette dal ruolo di
Presidente del partito;
2014
22 febbraio, ("governo
Renzi");
Attività scientifica[modifica | modifica wikitesto]
Uno dei risultati più importanti della sua attività di
ricerca in campo economico è il modello di Klein-Monti che descrive
il comportamento di una banca in regime di monopolio, risultato degli
studi paralleli di Monti e del premio Nobel Lawrence Klein. Tale modello
essendo basato su equazioni differenziali lineari non descrive le bolle
speculative ma esso è stato ampliato e studiato dagli anni '70
fino ad oggi.
Presidente del Consiglio dei ministri
Nel pomeriggio del 16 novembre 2011, alle ore 17 circa, in ossequio
all'articolo 93 Cost., Mario Monti ha prestato giuramento con i ministri
incaricati presso il Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano[33].
Ottiene la fiducia al Senato il 17 novembre 2011 con 281 sì,
25 no e nessun astenuto[34] e alla Camera il 18 novembre 2011 con 556
sì, 61 no e nessun astenuto[35]. La maggioranza ottenuta in occasione
del voto di fiducia è la più alta mai registrata nella
storia repubblicana. Infatti la Lega Nord è l'unico partito che
non vota la fiducia, tuttavia dal 16 dicembre anche l'Italia dei Valori
si unisce ai leghisti e negherà da allora l'appoggio al governo[36].
Il successivo 4 dicembre viene emanata dal governo, mediante decreto-legge,
la manovra fiscale anticrisi, che si articola in tre capitoli: bilancio
pubblico, previdenza e sviluppo. La manovra prevede un gettito lordo
di circa 30 miliardi di euro in 3 anni. Le maggiori modifiche sono state
attuate in campo fiscale. Il dl è stato approvato rispettivamente
dalla Camera e dal Senato il successivo 16 e 22 dicembre.
Il 16 aprile 2012 Christine Lagarde, il direttore del Fondo monetario,
elogia gli sforzi del Governo Monti in materia di interventi strutturali
e di risanamento dei conti pubblici, ma chiede che «la riforma
del mercato del lavoro affronti l'incertezza sui licenziamenti, in modo
che le imprese e i datori di lavoro possano sentirsi più fiduciosi
al momento di assumere»[37].
Per evitare l'aumento di 2 punti delle aliquote IVA previsto dal DDL
"salva Italia", il 9 maggio 2012 Monti nomina un commissario
che affiancherà il ministro per i rapporti col Parlamento Dino
Piero Giarda nella revisione della spesa pubblica per reperire 4,2 miliardi
del mancato gettito IVA. L'incarico viene affidato a Enrico Bondi, commissario
straordinario per il risanamento Parmalat dopo il crac del 2003. Inoltre
il Governo nomina l'ex premier Giuliano Amato consulente per la disciplina
dei partiti e l'economista e editorialista del Corriere della Sera Francesco
Giavazzi consulente per gli aiuti alle imprese.
Nel vertice europeo del 28 e 29 giugno 2012 la forte determinazione,
tra gli altri, di Monti porta all'adozione del cosiddetto scudo anti-spread
(misura che prevede l'intervento dell'European Financial Stability Facility
per moderare le oscillazioni dello spread tra i titoli del debito pubblico
degli stati membri)[38].
L'11 luglio 2012 Monti lascia l'incarico di ministro dell'economia e
delle finanze, che viene assunto da Vittorio Grilli[39], che sino a
quel momento aveva ricoperto la carica di viceministro del medesimo
dicastero.
Il 31 ottobre 2012 viene approvata la riforma generale delle province,
che ne riduce il numero e muta l'organizzazione interna riducendo nel
contempo le competenze, e istituisce le dieci Città metropolitane.
L'8 dicembre 2012 annuncia le sue dimissioni dopo aver incontrato il
presidente della Repubblica al Quirinale[40][41], dimissioni rassegnate
il 21 dicembre successivo, al termine dell'iter di approvazione della
legge di stabilità[42].
Tra le riforme approvate dal governo Monti, va ricordata la riforma
del sistema pensionistico che accelera il passaggio a un metodo di calcolo
contributivo a capitalizzazione simulata sulla crescita pro-rata per
tutti i lavoratori, innalzando i requisiti necessari al pensionamento[43].
La riforma porta la firma del ministro del lavoro e delle politiche
sociali Elsa Fornero ed è stata oggetto di critiche da più
parti[44], in particolar modo per la vicenda dei cosiddetti esodati,
cioè di coloro che avevano usufruito di forme di prepensionamento
in aziende in crisi, ma poi ritrovatisi privi di copertura pensionistica
a seguito dell'innalzamento dei requisiti d'accesso.
Il 16 maggio 2012 è stata approvata dal Consiglio dei ministri
il riordino della Protezione civile.
Il 31 ottobre 2012 viene approvato un decreto legge volto a riordinare
l'assetto territoriale dello Stato, in particolar modo coinvolgendo
le province, che vengono ridotte da 86 a 51 e mutate in ente di secondo
livello[45] e le Città metropolitane, che vengono finalmente
istituite, a più di dieci anni dalla loro introduzione in Costituzione[46]
il decreto, tuttavia, non è stato convertito in legge a seguito
dello scioglimento anticipato delle camere[47].
Il 26 marzo 2013 assume ad interim l'incarico di ministro degli affari
esteri dopo le dimissioni del ministro Giulio Terzi per gli sviluppi
della Crisi diplomatica fra India e Italia del 2012-2013.
Il 28 aprile 2013, dopo la formazione, la presentazione e il giuramento
nelle mani del Presidente della Repubblica del nuovo esecutivo guidato
da Enrico Letta, termina ufficialmente il Governo Monti con la tradizionale
cerimonia del passaggio di consegne a Palazzo Chigi.
Monti oggi è a capo del gruppo internazionale sulle risorse dell'Unione
Europea.[51]
Idee e iniziative politiche[modifica | modifica wikitesto]
In economia Monti sostiene il mercato, le liberalizzazioni e il rigore
dei conti pubblici[52]. Si è espresso a favore delle riforme
portate avanti, nei rispettivi campi, dall'ex Ministro dell'Istruzione
Mariastella Gelmini (PdL) e dall'amministratore delegato di FIAT Sergio
Marchionne[53]. Dell'ex premier Silvio Berlusconi (PdL) ha criticato
il magnetismo comunicativo con cui è riuscito ad alimentare,
in moltissimi italiani, un sogno sul presente[53]. Intervistato da The
Independent, il 15 ottobre 2012 Monti ha dichiarato[54] di provare stima
nei confronti di Margaret Thatcher nonostante i due abbiano (testuali
parole) "visioni antitetiche" su molti temi[54], tra cui quelli
relativi all'Unione Europea e all'integrazione europea[54] (Monti favorevole,
Thatcher contraria).
Del Governo Monti fanno parte due ministri di famiglia aristocratica:
il bergamasco Giulio Terzi di Sant'Agata e il napoletano Filippo Patroni
Griffi.
Presidente del Consiglio dei ministri
Mario Monti (SC dal 28/12/2012)
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Antonio Catricalà, segretario del Consiglio dei Ministri con
delega (fino al 19/01/2012) al Coordinamento Amministrativo
Carlo Malinconico, con delega all'Editoria - fino al 10/01/2012
Paolo Peluffo, con delega all'Informazione, alla Comunicazione e (dal
19/01/2012) all'Editoria e al Coordinamento Amministrativo
Gianni De Gennaro, con delega alle Informazioni per la Sicurezza, Autorità
Delegata per la Sicurezza della Repubblica - dall'11/05/2012
Ministri senza portafoglio
Rapporti con il Parlamento
Ministro Dino Piero Giarda (con delega all'Attuazione del Programma
di Governo)
Sottosegretari Giampaolo D'Andrea (PD)
Antonio Malaschini
Affari regionali, turismo e sport
Ministro Piero Gnudi
Coesione territoriale
Ministro Fabrizio Barca (PD dall'11/04/2013)
Affari europei
Ministro Enzo Moavero Milanesi (SC dal 4/01/2013)
Pubblica amministrazione e semplificazione
Ministro Filippo Patroni Griffi (con delega alle Riforme istituzionali)
Cooperazione internazionale e integrazione
Ministro Andrea Riccardi (con delega alle Politiche per la Famiglia,
alla Gioventù, alle Politiche antidroga e al Servizio Civile)
(SC dal 04/01/2013)
MINISTERI
Affari esteri
Ministro Giulio Terzi di Sant'Agata - fino al 26/03/2013
ad interim Mario Monti - dal 26/03/2013[35]
Viceministri Marta Dassù - dal 27/03/2013
Staffan de Mistura - dal 27/03/2013[35]
Sottosegretari Marta Dassù - fino al 27/03/2013
Staffan de Mistura - fino al 27/03/2013[35]
Interno
Ministro Anna Maria Cancellieri
Sottosegretari Carlo De Stefano
Giovanni Ferrara
Saverio Ruperto
Giustizia
Ministro Paola Severino
Sottosegretari Salvatore Mazzamuto
Andrea Zoppini - fino al 15/05/2012
Antonino Gullo - dal 06/07/2012
Sabato Malinconico - dal 06/07/2012
Difesa
Ministro Giampaolo Di Paola (militare)
Sottosegretari Filippo Milone
Gianluigi Magri (UdC)
Economia e finanze
Ministro Mario Monti - fino all'11/07/2012
Vittorio Grilli - dall'11/07/2012
Viceministro Vittorio Grilli - fino all'11/07/2012
Sottosegretari Vieri Ceriani
Gianfranco Polillo (PRI)
Sviluppo economico
Ministro Corrado Passera
Sottosegretari Claudio De Vincenti (PD)
Massimo Vari
Infrastrutture e trasporti
Ministro Corrado Passera
Viceministro Mario Ciaccia
Sottosegretario Guido Improta (API)
Lavoro e politiche sociali
Ministro Elsa Fornero (con delega alle Pari Opportunità)
Viceministro Michel Martone
Sottosegretario Maria Cecilia Guerra (PD)
Istruzione, università e ricerca
Ministro Francesco Profumo (con delega all'Innovazione tecnologica)
Sottosegretari Elena Ugolini
Marco Rossi-Doria
Beni e attività culturali
Ministro Lorenzo Ornaghi
Sottosegretario Roberto Cecchi
Salute
Ministro Renato Balduzzi (SC dal 4/01/2013)
Sottosegretario Adelfio Elio Cardinale
Ambiente e tutela del territorio e del mare
Ministro Corrado Clini
Sottosegretario Tullio Fanelli
Politiche agricole alimentari e forestali
Ministro Mario Catania (SC dal 4/01/2013)
Sottosegretario Franco Braga
Cronologia[modifica | modifica wikitesto]
8 novembre 2011. Al secondo tentativo, la Camera dei deputati approva
il rendiconto generale dello Stato con 308 voti favorevoli, che non
rappresentano la maggioranza dei deputati (le opposizioni, presenti
in aula per garantire il numero legale, non hanno preso parte al voto).
In serata, dopo un colloquio tra il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quest'ultimo
annuncia in un comunicato che il presidente del Consiglio rimetterà
il mandato al Capo dello Stato dopo l'approvazione della legge di stabilità.[36]
9 novembre 2011. Mentre lo spread (ITAGER10) tra i tassi sui BTP decennali
emessi dal Governo italiano e quelli dei Bund tedeschi aumenta fino
a toccare 575 punti base, con i tassi d'interesse superiori al 7%,[37]
il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nomina il professor
Mario Monti senatore a vita. La nomina viene largamente interpretata
come un segnale alle forze politiche e ai mercati finanziari internazionali.[38]
12 novembre 2011. La Camera approva i disegni di legge, già approvati
dal Senato, contenenti le disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2012),
il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e
il bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014.[39] In serata, il
presidente del Consiglio Berlusconi si reca al Quirinale e rassegna
le dimissioni.[40]
13 novembre 2011. Il presidente della Repubblica avvia le consultazioni
con i presidenti di Camera e Senato e le forze politiche[41] e in serata
affida l'incarico al professor Mario Monti, che accetta come da prassi
con riserva[42] e apre la fase di consultazioni con i gruppi parlamentari,
le parti sociali, gli enti locali e con lo stesso presidente della Repubblica.[43]
16 novembre 2011. Monti scioglie la riserva e annuncia la lista dei
ministri, dichiarando di aver deciso di non includere personalità
politiche nella lista, per non suscitare conflittualità tra i
partiti, di opposto orientamento politico, che si sono impegnati a votare
la fiducia al nuovo Governo.[44] Il governo Monti presta quindi giuramento
nelle mani del Capo dello Stato presso il Quirinale.[45] I ministri
della Difesa Di Paola e degli Esteri, Terzi di Sant'Agata, momentaneamente
all'estero, giureranno nei giorni successivi, appena rientrati in Italia.
17 novembre 2011. Il premier Mario Monti si reca al Senato per la discussione
del programma di governo e ottiene la fiducia con 281 sì, 25
no e nessun astenuto (su 306 votanti), maggioranza mai registrata al
Senato in un voto di fiducia a un Governo.[15]
18 novembre 2011. Anche la Camera, dopo la discussione del programma
di governo, vota la fiducia, con 556 sì, 61 no e nessun astenuto
(su 617 votanti), maggioranza mai registrata alla Camera in un voto
di fiducia a un Governo.[16]
24 novembre 2011. A Strasburgo incontro trilaterale tra la cancelliera
tedesca Angela Merkel, il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente
del Consiglio italiano Mario Monti, per analizzare la situazione dei
mercati in Europa.[46]
25 novembre 2011. Il Consiglio dei ministri conferisce ai ministri senza
portafoglio Piero Gnudi e Dino Piero Giarda rispettivamente le deleghe
agli Affari Regionali e all'Attuazione del Programma di Governo.[47]
28 novembre 2011. Vengono assegnati gli incarichi di viceministri e
sottosegretari. Filippo Patroni Griffi viene inoltre nominato ministro
per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione.[48]
29 novembre 2011. A Palazzo Chigi, giurano i viceministri e i sottosegretari;
al Quirinale giura invece Filippo Patroni Griffi. La Presidenza del
Consiglio comunica che il viceministro Vittorio Grilli è permanentemente
invitato a partecipare alle sedute del Consiglio dei ministri.[49]
30 novembre 2011. Sì unanime della Camera in prima lettura al
ddl costituzionale contenente il pareggio di bilancio in Costituzione,
approvato con 464 sì, nessun no e 6 astenuti. Il testo era già
stato approvato unanimemente dal Senato con 255 sì, nessun no
e 14 astenuti. Il gruppo di Coesione Nazionale annuncia l'astensione
dei suoi senatori che in Senato vale come voto contrario.
4 dicembre 2011. Viene emanata dal governo, mediante decreto-legge,
la manovra fiscale anticrisi, che si articola in tre capitoli: bilancio
pubblico, previdenza e sviluppo. La manovra prevede un gettito lordo
di circa 30 miliardi di euro in 3 anni. Le maggiori modifiche sono state
attuate in campo fiscale.
15 dicembre 2011. Sì unanime in seconda lettura Senato al ddl
contenente il pareggio di bilancio in Costituzione.
16 dicembre 2011. La Camera approva, con 402 sì, 75 no e 22 astenuti,
la manovra economica del governo, su cui era stata posta la questione
di fiducia. Nella circostanza, oltre alla Lega Nord, sono passati all'opposizione
anche l'Italia dei Valori (tranne Renato Cambursano che ha dato la sua
approvazione), la Svp e Noi Sud. Tra le file del PdL hanno votato in
dissenso con il loro partito Alessandra Mussolini e Giorgio Stracquadanio.
Non hanno invece votato la manovra del governo, in quanto assenti, 66
deputati del PdL, 10 di Fli, 6 (uno in missione) del Pd, uno (un altro
in missione) dell'UdC, 10 di Popolo e Territorio e 22 del Gruppo Misto
(componente Forza del Sud con 3 deputati presenti su 8, componente Api
con 4 deputati presenti su 6, componente Liberali per l'Italia-Pli con
2 deputati su 5, componente Mpa con 2 deputati su 4, componente Fareitalia
con 3 su 4, componente Pri con 2 deputati su 3, componente LD con 2
deputati su 3, componente Noi Sud con un deputato su 3, componente Svp
con nessun deputato su 2 e Misto, non iscritti a nessuna componente
con 2 deputati su 5). L'astensione è stata annunciata dal deputato
dell'Union Valdotaine e dal gruppo di Popolo e Territorio che si è
diviso con i deputati Francesco Saverio Romano, Vincenzo Taddei e Roberto
Marmo a favore della fiducia, Domenico Scilipoti e Andrea Orsini contrari
mentre i restanti 9 presenti si sono astenuti.
22 dicembre 2011. Il Senato approva definitivamente la manovra economica
del governo, sempre tramite ricorso al voto di fiducia, con 257 sì,
41 no e nessun astenuto. Votano contro i 25 senatori della Lega Nord,
i 12 dell'Italia dei Valori, i 2 senatori della Svp presenti in aula,
il senatore dell'Union Valdôtaine e il senatore del Pdl Esteban
Juan Caselli in dissenso con il suo partito.[50]
10 gennaio 2012. Si dimette il primo esponente del governo: il sottosegretario
di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all'Editoria Carlo
Malinconico rassegna le dimissioni dopo soli 42 giorni di mandato in
seguito a uno scandalo che lo vedrebbe coinvolto per alcune vacanze
che gli sarebbero state pagate nel 2007 e nel 2008 dall'imprenditore
Francesco De Vito Piscicelli.[51]
17 gennaio 2012. La Camera approva la prima risoluzione unitaria di
maggioranza firmata da Pdl-Pd-Udc-Fli-Api dopo la relazione annuale
del ministro della Giustizia Paola Severino sullo stato della giustizia
in Italia. Il testo è stato approvato con 424 sì, 58 no
e 45 astenuti mentre sono state respinte le risoluzioni separate di
Lega, IdV e Radicali. Lo stesso giorno la Lega presenta una mozione
di sfiducia individuale al ministro dello Sviluppo Economico Corrado
Passera per "manifesta incapacità di creare sviluppo nel
nostro paese".[52]
20 gennaio 2012. Viene approvato dal Consiglio dei ministri il decreto
legge contenente misure volte a liberalizzare vari settori economici.
Lo stesso giorno, in aggiunta a quelle già conferitegli, vengono
assegnate al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Paolo Peluffo le deleghe in materia di editoria, diritto d'autore e
attuazione delle relative politiche, deleghe precedentemente attribuite
a Carlo Malinconico. Viene inoltre nominata portavoce del presidente
e del Governo la dottoressa Elisabetta Olivi.
25 gennaio 2012. Al Senato il premier Monti riferisce sulla politica
europea che il Governo intende adottare a livello comunitario. Viene
inoltre approvato un emendamento della Lega (con parere favorevole del
Governo) alla mozione di maggioranza unitaria in riferimento alle radici
giudaico-cristiane che vede il voto favorevole di Pdl-Udc-Fli-Api-Mpa-Cn
mentre la contrarietà di Pd e Idv. Spazio inoltre alla richiesta
di impegno al Governo per la formazione di un'agenzia di rating europea,
sull'introduzione della Tobin Tax - si pone anche l'accento sulla necessità
di convincere la Gran Bretagna -, la messa a punto di strumenti innovativi
di finanziamento allo sviluppo, come gli eurobond. Infine, una sollecitazione
a lavorare in Ue per una nuova prospettiva federalista «che superi
il metodo troppo intergovernativo oggi dominante».[53]
2 febbraio 2012. La Camera approva la Legge Comunitaria 2011. Approvato
anche l'emendamento della Lega Nord a scrutinio segreto sulla responsabilità
civile dei magistrati nonostante parere negativo del Governo. Un ulteriore
contestato emendamento leghista alla Comunitaria che conteneva alcune
previsioni ricalcate sul cosiddetto "Stop Online Piracy Act"
(SOPA) che avrebbe imposto maggiori oneri e responsabilità sui
provider Internet, caricandoli di doveri di rimozione a semplice richiesta
dei sedicenti titolari di diritti lesi, è respinto con voto contrario
di tutti i gruppi eccetto la Lega.
15 febbraio 2012. Sì definitivo della Camera al ddl Severino
sul sovraffolamento delle carceri con 385 sì, 105 no e 26 astenuti.
Per la prima volta le opposizioni riescono a superare quota 100 deputati
grazie ai deputati di partiti della maggioranza che si sono espressi
in contrasto con i loro gruppi votando con i deputati della Lega Nord,
dell'Italia dei Valori, di Noi Sud e della Svp. Hanno negato il loro
sì all'approvazione finale del ddl gli 11 deputati del Pdl, i
6 di Popolo e Territorio e i 2 di Fareitalia che sulla fiducia si erano
astenuti aggiungendosi ai loro colleghi che avevano già detto
no al Governo.
23 febbraio 2012. Ottava fiducia del Governo alla Camera sul ddl Milleproroghe
2012 con modifiche per l'approvazione definitiva in legge. Il testo
è approvato definitavente con 336 sì, 61 no e 13 astenuti
(tutti deputati PdL). Tornano ad accordare la fiducia dopo essersi astenuti
nell'ultimo voto Popolo e Territorio e Radicali del Pd facendo incrementare
i voti a favore dell'esecutivo.
1º marzo 2012. Passa al Senato con voto di fiducia il ddl sulle
liberalizzazioni con 237 sì, 33 no e 2 astenuti. Tra le misure
più importanti il pagamento dell'IMU sulle attività commerciali
della Chiesa, la nascita della nuova Autorità di regolazione
dei trasporti che si occuperà di metodologie di incentivazione
della concorrenza, efficienza produttive e contenimento dei costi, criteri
per la fissazione da parte dei soggetti competenti delle tariffe e dei
canoni e la separazione tra Eni e Snam Rete Gas. Per protesta contro
un emendamento PD che annulla le commissioni bancarie sulle linee di
credito l'intero comitato di presidenza dell'Associazione bancaria italiana
si dimette.
23 marzo 2012. Il Consiglio dei ministri approva salvo intese[54] dopo
numerosi tavoli di incontro con le parti sociali il disegno di legge
contenente la riforma del mercato del lavoro. Tra le novità introdotte
ci sono nuovi ammortizzatori sociali, la valorizzazione dell'apprendistato
e alcune misure mirate all'occupazione giovanile. Duramente criticata
la proposta di modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori,
che in caso di licenziamento per motivi economici prevedeva per il lavoratore
esclusivamente la possibilità di indennizzo, senza possibilità
di reintegro. Il 5 aprile il Governo ha annullato la modifica come chiesto
espressamente da CGIL, CISL, UGL e dal Partito Democratico.[55]
16 aprile 2012. Il Governo approva il disegno di legge contenente la
riforma del catasto, interventi sui rapporti tra fisco e contribuente
e la revisione della tassazione in funzione della crescita
9 maggio 2012. Per evitare l'aumento di 2 punti delle aliquote IVA previsto
dal ddl "salva Italia" Monti nomina un commissario che affiancherà
il ministro per i rapporti col parlamento Giarda nella revisione della
spesa pubblica per reperire 4,2 miliardi del mancato gettito IVA. L'incarico
viene affidato a Enrico Bondi, commissario straordinario per il risanamento
Parmalat dopo il crac del 2003. Inoltre il Governo nomina l'ex premier
Giuliano Amato consulente per la disciplina dei partiti e l'economista
e editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi consulente
per gli aiuti alle imprese.
11 maggio 2012. Il Consiglio dei ministri approva il ddl sull'editoria.
22 maggio 2012. Nuovo ingresso nel Governo: il direttore del Dipartimento
delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) Gianni De Gennaro è
nominato nuovo sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
dei ministri con delega ai Servizi Segreti e alla sicurezza della Repubblica.
Il nuovo direttore del DIS che succede a De Gennaro sarà l'ambasciatore
Giampiero Massolo, già Segretario generale del Ministero degli
Affari Esteri.
16 maggio 2012. Il Consiglio dei ministri vara la nuova riforma di riordino
della Protezione Civile.
15 maggio 2012. Si dimette dal Governo il sottosegretario di Stato del
Ministero della Giustizia Andrea Zoppini indagato dalla Procura di Verbania
per frode fiscale e dichiarazione fraudolenta che avrebbe fornito il
suo aiuto ad alcuni imprenditori del novarese per realizzare una frode
fiscale a carattere transnazionale. Zoppini è stato il secondo
esponente a dimettersi dal Governo dopo l'ex sottosegretario all'Editoria
Carlo Malinconico.
23 maggio 2012. Il Consiglio dei ministri approva il ddl sugli esodati
che riguarderebbe secondo i tecnici del Ministero del Lavoro 65 mila
persone mentre secondo precedenti stime dell'INPS il numero sarebbe
stato pari a 130 mila persone. Il ministro Fornero ribadisce che nonostante
gli sforzi del Governo la copertura non potrà essere per tutti.
24 maggio 2012. Il Consiglio dei ministri approva il ddl di revisione
del Patto di bilancio europeo.
30 maggio 2012. A seguito del terremoto dell'Emilia del 20 e 29 maggio
il Consiglio dei ministri approva il decreto legge che istituisce lo
stato di emergenza, il rinvio a settembre dei versamenti fiscali, l'aumento
di 2 centesimi di euro dell'accisa sulla benzina, la deroga al patto
di stabilità per i comuni interessati. Viene inoltre previsto
che siano devoluti in favore delle popolazioni colpite i ricavi del
taglio del 50% ai rimborsi dei partiti. Commissario del Governo delegato
alla ricostruzione viene nominato Vasco Errani, presidente della Regione
Emilia-Romagna.
9 giugno 2012. Il presidente del Consiglio Mario Monti designa i nomi
dei nuovi rappresentanti dei vertici Rai proponendo il vice direttore
della Banca d'Italia Anna Maria Tarantola come presidente e l'ex amministratore
delegato di Wind Luigi Gubitosi come direttore generale. Inoltre Monti,
in qualità di ministro dell'economia, designa Marco Pinto come
nuovo consigliere RAI in quota ministeriale.[56]
12 giugno 2012. A seguito delle turbolenze sui mercati finanziari che
riaccendono l'attacco speculativo nei confronti dell'Italia nonostante
la decisione dell'Unione europea di stanziare 100 miliardi di euro per
superare la crisi delle banche spagnole, il premier Monti decide di
incontrare i tre leader della maggioranza Alfano (PdL), Bersani (Pd)
e Casini (UdC) che confermano pieno sostegno al governo ricevendo dal
premier l'invito ad accelerare le riforme. A seguito delle polemiche
scaturite dalla pubblicazione su alcuni organi di stampa di un rapporto
dell'INPS contenente valutazioni relative al numero dei lavoratori esodati
dopo la riforma pensionistica del dicembre 2011 difformi da quanto previsto
dal decreto di copertura del governo, l'opposizione presenta una mozione
di sfiducia individuale nei confronti del ministro del Lavoro Elsa Fornero.
4 luglio 2012. La Camera respinge, con 88 sì, 435 no e 18 astenuti,
la mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Fornero.[57]
6 luglio 2012. Vengono nominati due nuovi sottosegretari alla Giustizia:
Antonino Gullo e Sabato Malinconico.
11 luglio 2012. Monti lascia l'incarico di ministro dell'Economia e
delle Finanze, che viene assunto da Vittorio Grilli,[58] sino a quel
momento viceministro.
31 ottobre 2012. Viene approvato un decreto legge volto a riordinare
l'assetto territoriale dello Stato, in particolar modo coinvolgendo
le province, che vengono ridotte da 86 a 51 e mutate in ente di secondo
livello[59] e le Città metropolitane, che vengono finalmente
istituite, a più di dieci anni dalla loro introduzione in Costituzione.[60]
La riforma sarà in vigore a decorrere dal 1º gennaio 2014,[61]
anche se numerosi ricorsi presso la giustizia amministrativa sono stati
presentati da diverse Regioni.
6 dicembre 2012. Il PdL lascia la maggioranza e si astiene sul voto
al Senato del DL Sviluppo e alla Camera del DL sulle spese di regioni
ed enti locali.[62]
8 dicembre 2012. In serata, dopo un colloquio tra il presidente del
Consiglio Mario Monti e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
quest'ultimo annuncia in un comunicato che il presidente del Consiglio
rimetterà il mandato al Capo dello Stato dopo l'approvazione
della legge di stabilità.[63]
21 dicembre 2012. Conclusosi l'iter parlamentare di approvazione della
Legge di stabilità, Monti rassegna le dimissioni da presidente
del Consiglio. Il Governo rimarrà comunque in carica per gli
affari correnti fino all'insediamento delle nuove Camere e la nascita
del nuovo Governo.
26 marzo 2013. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata annuncia
alla Camera dei deputati le sue dimissioni dichiarando di essere stato
in disaccordo con le scelte del Governo nella gestione della crisi diplomatica
con l'India.[64] La sua decisione è stata criticata da Mario
Monti secondo cui l'obiettivo perseguito da Terzi sarebbe stato invece
quello più esterno di conseguire "altri risultati".[35]
La guida del dicastero è stata assunta ad interim dallo stesso
Monti.[35][65]
28 aprile 2013. Dopo la formazione, la presentazione e il giuramento
nelle mani del Presidente della Repubblica del nuovo esecutivo guidato
da Enrico Letta, termina ufficialmente il Governo Monti con la tradizionale
cerimonia del passaggio di consegne a Palazzo Chigi.
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