– Giuseppe
SARAGAT
(Torino 19 settembre 1898-Roma 1988) uomo politico italiano,
laureato in scienze economiche;
1922
aderisce al Partito socialista;
1925
entra a far parte della direzione;
1926
per sottrarsi alle persecuzioni fasciste, emigra in Austria e poi in
Francia;
1934-38
nel periodo dei fronti popolari approva il patto d'unità d'azione fra
socialisti e comunisti che sostiene anche durante la guerra e la resistenza;
viene arrestato dai tedeschi;
1944
riesce ad evadere e dopo la liberazione di Roma rappresenta il Partito
socialista come ministro senza portafoglio nel primo ministero Bonomi;
1945-46
ambasciatore a Parigi;
1946
presidente dell'assemblea costituente;
1947
gennaio, lascia la carica quando, a conclusione di una lunga
disputa in contrapposizione a P.
Nenni, leader della maggioranza del PSI favorevole al mantenimento
dell'unità d'azione con il PCI, esce dal partito con una consistente
frazione di dirigenti e parlamentari e dà vita al PSLI (Partito socialista
dei lavoratori), poi PSDI (Partito socialista democratico italiano)
che si allinea alle posizioni dell'Internazionale socialista e in politica
interna promuove la collaborazione di governo con la Democrazia Cristiana
e gli altri partiti di centro;
1948 maggio - gennaio 1950
vicepresidente del consiglio nel quinto ministero De
Gasperi;
1953
5
marzo, muore Stalin;
1954-57
vicepresidente del consiglio nei ministeri presieduti da M.
Scelba e A. Segni;
1956
dopo le rivelazioni del XX congresso del PCUS sugli eccessi dello stalinismo,
si riavvicina a P.
Nenni con il quale getta le basi di un'intesa tra PSI e PSDI;
1960
si schiera a favore di un'alleanza fra DC, PSI, PSDI, PRI;
1963-64
è ministro degli esteri nei primi governi organici di centrosinistra
di A. Moro;
1964
dicembre, viene eletto presidente della repubblica con
i voti di una larghissima maggioranza compreso anche il PCI;
1971
dicembre, cessa la sua presidenza;
in seguito, dopo il fallimento del tentativo di unificazione fra PSI
e PSDI e il ritorno dei due partiti alla loro libertà d'azione, riprende
l'attività politica come presidente del PSDI;
1983
segretario del partito, viene nominato presidente a vita;
1988
muore a Roma.
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