– Helmuth
Otto Ludwig WEIDLING
(Halberstadt, 2 novembre 1891 – Vladimir, 17 novembre 1955)
militare tedesco;
1911
entra nell'esercito;
1914
1914 luglio - novembre 1918 – I
Guerra Mondiale
presta servizio come tenente;
1918
dopo la guerra rimane nell'esercito ridotto della Repubblica di Weimar;
1931
-
1933
30 gennaio, A.
Hitler è nominato cancelliere dal presidente
del Reich P.L.
von Hindenburg;
27 febbraio, incendio del Reichstag;
[I nazisti accusano immediatamente il partito comunista
di aver preparato e commesso il crimine. L'incendio è l'inizio
della rivoluzione… nasce una nuova era nella storia della Germania.]
1934
30 giugno, "notte
dei lunghi coltelli";
2 agosto, il presidente del Reich P.L.
von Hindenburg muore a Neudeck (futura Podzameck);
1936
1937
5 novembre, Berchtesgaden, nel corso di una riunione A. Hitler comunica che la Germania deve conquistarsi il Lebensraum
[spazio vitale] in Europa orientale facendo uso della forza militare;
[Sono presenti anche W.
von Fritsch,
E. Raeder, W.
von Blomberg e il ministro degli esteri K.
von Neurath.]
1938
gennaio, scoppia lo "scandalo Blomberg-Fritsch";
marzo, A.
Hitler procede all'annessione al Reich dell'Austria;
"Anschluss"
maggio, in un discorso tenuto a Jüteborg, A.
Hitler dice chiaro e netto davanti ai generali che la Germania
"incorporerà la Cecoslovacchia;
29 settembre, viene firmato il patto
di Monaco;
9-10 novembre, Kristallnacht
"notte dei cristalli", progrom antisemita;
[Si dice che questa improvvisa violenza contro le proprietà
degli ebrei sia stata causata dall'assassinio di E.E.
vom Rath, terzo segretario presso l'Ambasciata tedesca a
Parigi (ferito gravemente il giorno 7 novembre e morto due giorni dopo).]
novembre, viene promosso al grado di Oberst
(colonnello) nelle ricostituite Forze armate tedesche;
1939
1939 settembre - aprile 1945 – II
Guerra Mondiale
1° settembre, A.
Hitler attacca la Polonia;
viene assegnato al 56º Rgt di artiglieria, con il quale prende
parte all'invasione della Polonia;
1940
aprile, viene assegnato al XL. Panzer-korps;
10 maggio - 25 giugno, campagna
di Francia
con il XL. Panzer-korps partecipa alla campagna di Francia;
1941
invasione
dell'Unione Sovietica
22 giugno, inizia la campagna di Russia;
con il XL. Panzer-korps partecipa alle prime fasi dell' "Operazione
Barbarossa";
1942
1º gennaio, gli viene assegnato il comando della
86. Infanterie-Division, operante sul fronte orientale;
i meriti conseguiti sul campo lo portano in solo un anno ad essere promosso
prima al grado di Generalmajor (Maggiore Generale),
poi a quello di Generalleutnant (Tenente Generale);
23 giugno, ottiene la Croce tedesca in oro come Generalmajor
e comandante della della 86. Infanterie-Division;
1943
15 gennaio, ottiene la Ritterkreuz des Eisernen Kreuzes
(croce del cavaliere della croce di ferro) come Generalmajor
e comandante della della 86. Infanterie-Division;
15 ottobre, come premio per l'importante ruolo svolto nella
battaglia di Kursk, assume il commando del XLI. Panzer-korps;
[Rimarrà al comando di quest'unità
quasi ininterrottamente fino al 10 aprile 1945.]
dicembre, viene promosso al grado di General der
Artillerie (Generale d'Artiglieria);
1944
22 febbraio, ottiene le "Foglie di quercia" come Generale
der Artillerie del XLI. Panzer-korps;
6 giugno, D-Day, inizio dell'invasione finale ad ovest;
19 giugno-1 luglio, c'è una breve interruzione del suo
comando;
[Durante questa pausa, il Generaleleutnant Edmund
Hoffmeister subentra durante le prime fasi dell' "operazione
sovietica Bagration"; quest'ultimo è al comando quando
gran parte della IX armata tedesca, insieme all'XLI Panzer Corps,
viene circondata durante l'offensiva di Bobruysk.
Il XLI Panzer Corps viene ricostruito come parte della 4ª
armata tedesca;
alla 4ª armata, sotto il comando del gen. Friedrich
Hoßbach, è assegnato il compito di tenere i confini
della Prussia orientale.
Il XLI Panzer Corps fa parte del Gruppo d'armate Vistola al
comando del gen. Gotthard Heinrici.]
20 luglio, Rastenburg, fallisce il colpo di stato tentato contro
A.
Hitler;
1945
21 gennaio, ottiene le "Spade" come come Generale
der Artillerie del XLI. Panzer-korps;
10 aprile, tre giorni prima che le forze sovietiche lancino
l'offensiva prussiana orientale, egli viene rimosso dal comando e assegnato
alla Führerreserve (Riserva ufficiali) presso il quartier
generale dell'Alto Comando dell'Esercito tedesco a Zossen;
12 aprile, viene posto al comando del LVI. Panzer-korps,
inquadrato nella IX Armata del gen. Theodor Busse;
[Egli viene impegnato, con il resto delle forze del Gruppo
d'armate Vistola, nella difesa contro l'assalto sovietico alla linea
difensiva tedesca lungo l'Oder.
Il LVI. Panzer-korps prende parte alla battaglia delle Alture
Seelow: la sua unità copre il centro dello schieramento difensivo,
protetta sui fianchi dal CI. Armee-korps e dal XI. SS-Panzer-korps.
L'avvio della battaglia è positivo per le truppe tedesche: nonostante
l'inferiorità di uomini e di mezzi (specialmente di quelli corazzati),
la IX Armata difende le sue posizioni con successo. Quando poi il Gruppo
d'armate Centro, che copre il fianco destro della linea difensiva tedesca
lungo le Alture Seelow, viene sfondato dagli assalti del 1º Fronte
Ucraino del mar.llo Ivan Konev, anche le
posizioni della IX Armata si fanno indifendibili, portando così
alla sconfitta sulle Alture Seelow. Il gen. Gotthard
Heinrici, comandante del Gruppo d'armate Vistola è così
costretto a ritirare le poche unità combattenti rimastegli a
disposizione, compreso il LVI. Panzer-korps, verso Berlino.]
16 aprile, egli si prepara a prendere parte alla "Battaglia
delle Seelow Heights", che fa parte della più ampia "Battaglia
dell'Oder-Neisse";
[Il suo LVI Panzer Corps è al centro, affiancato dal
CI Army Corps alla sua sinistra e dall'XI SS-Panzer Corps
alla sua destra. Tutti e tre i corpi fanno parte della 9ª Armata
del gen. Theodor Busse che difende le altezze
sopra il fiume Oder.
Mentre tutti e tre i corpi sno in buone posizioni difensive, sono evidentemente
a corto di carri armati.
Il suo comandante, gen. Gotthard Heinrici,
riconosce la carenza all'inizio della giornata, poiché A.
Hitler ha ordinato il trasferimento di tre divisioni più
panzer dal gruppo dell'esercito Vistola al comando del feldmaresciallo
di campo recentemente promosso Ferdinand Schörner;
Nel mezzo della Battaglia di Berlino, il 32enne leader della "Gioventù
Hitleriana", Artur Axmann, con un
braccio solo, visita il suo quartier generale e gli dice che i giovani
della "Gioventù Hitleriana" sono pronti a combattere
e anche ora stanno presidiando le strade nella 56ª parte posteriore.
Egli è così infuriato che per un momento diviene quasi
inarticolato. Dice ad Artur Axmann: "Non
puoi sacrificare questi bambini per una causa che è già
persa. Non li userò e chiedo che l'ordine di mandarli in battaglia
venga annullato".
19 aprile, il centro del gruppo dell'esercito del feldmaresciallo
Ferdinand Schörner sta crollando;
il suo LVI Panzer Corps si ritira con il resto del gruppo dell'esercito
Vistola;
22 aprile, A.
Hitler ordina che sia condotto davanti al plotone di esecuzione;
[Il Führer, infatti, è convinto che egli
abbia spostato la linea di difesa del LVI. Panzer-korps verso
occidente, in palese violazione dell'ordine che impedisce a tutti gli
ufficiali qualsiasi ripiegamento.
La convinzione del Führer, però, è sbagliata: il
LVI. Panzer-korps si batte ancora con le sue forze residue
alle porte di Berlino, cercando di resistere agli assalti sovietici.
Così egli si dirige verso il Führerbunker, presso
la nuova Cancelleria, dove ha modo di spiegare personalmente ad A.
Hitler la situazione delle truppe sotto il suo comando.]
23 aprile, molto impressionato da questa discussione, il Führer
lo nomina Comandante della difesa di Berlino;
egli accetta questo nuovo incarico con senso del dovere, anche se con
profondo disappunto;
[Al gen. Hans
Krebs che gli comunica la nomina a Comandante della difesa
di Berlino, egli risponde: "sarebbe meglio
se lei avesse dato ordine di farmi fucilare, perché allora questo
calice sarebbe passato ad altri".]
I suoi ordini sono semplici: difendere Berlino fino all'ultimo
uomo, evitando a qualsiasi costo la resa.
[Le forze a sua disposizione per la difesa di Berlino
sono molto scarse: in totale le unità combattenti della Wehrmacht
e delle Waffen-SS ammontano ad appena 45.000 uomini. A dare
man forte, comunque, sono reclutati membri della Polizia di Berlino,
circa 40.000 volontari della Volkssturm (la milizia popolare
nazista) e molti ragazzi della "Gioventù hitleriana".
Quando egli scopre che ragazzi così tanto giovani sono impegnati
in battaglia, ordina al Reichsjugendführer Artur
Axmann di sciogliere le unità combattenti della "Gioventù
hitleriana". Tuttavia, nella confusione della battaglia e del momento,
l'ordine non sarà mai eseguito, condannando molti giovanissimi
ragazzi a morire per le strade di Berlino.
Egli organizza il dispositivo di difesa in otto settori, identificati
dalle lettere dalla "A" alla "H". Ciascuno di questi
settori è comandato da un Colonnello o da un Generale, anche
se la maggior parte di questi ha scarsa esperienza di combattimento
sul fronte.
Queste sono le unità ancora a sua disposizione:
- 20. Panzergrenadier Division – settore ovest;
- 9. Fallschirmjäger Division (Divisione paracadutisti)
– settore nord;
- Panzer Division "Müncheberg" – settore nord-est;
- 11. SS-Nordland Panzergrenadier Division – settore sud-est.
La 18. Panzergrenadier Division (dislocata al centro di Berlino)
costituisce la sola unità di riserva a sua disposizione, ed egli
stabilisce il proprio comando operativo al Benderblock, già sede
dell'Alto Comando dell'esercito.
A protezione del quartiere governativo rimane solo la "Kampfgruppe
Mohnke", un'unità di non più di 2.000 uomini
composta da nove battaglioni (inclusi i resti della divisione "Charlemagne";
al comando SS-Brigadeführer W.
Mohnke.]
L'impari lotta contro un nemico di gran lunga superiore in termini
di uomini e di mezzi lo porta ben presto a rendersi conto che la battaglia
non è ancora a lungo sostenibile. Le speranze che unità
tedesche provenienti da occidente possano salvare Berlino dall'assedio
si affievolisce di ora in ora, mentre anche il tentativo di riprendere
il controllo dell'aeroporto della città (fondamentale per ricevere
munizioni e rifornimenti) viene schiacciato dal peso delle forze sovietiche.
26 aprile, in serata, quando ormai la situazione si mostra chiaramente
senza speranze, egli presenta ad A.
Hitler un dettagliato piano per fuggire da Berlino. Il Führer,
però, rifiuta categoricamente l'ipotesi di lasciare la città:
è sua ferma intenzione, infatti, rimanere nella capitale del
Reich a qualsiasi costo.
27 aprile, A.
Hitler ordina di allagare la metropolitana di Berlino, così
da rendere più complessa l'avanzata alle truppe sovietiche: questa
decisione porta alla morte per annegamento di migliaia di soldati e
civili tedeschi che proprio in quei canali sotterranei cercano rifugio
e protezione. Questo brutale ordine, comunque, non sortisce alcun effetto
sulle possibilità di difesa di Berlino, che proprio lo stesso
giorno viene definitivamente tagliata fuori dal resto della Germania;
l'avanzata dei sovietici è inarrestabile;
29 aprile, l'Ufficio d'informazione sovietico annuncia che
le truppe del 1° fronte bielorusso continuano a liberare le strade
di Berlino, occupando il settore nord-ovest di Charlottenburg fino a
via Bismarck, la metà ovest di Moabit e la parte est di Schoeneberg.
Le truppe sovietiche del 1° fronte ucraino occupano Friedenau e
Grunewald a Berlino nord e ovest.
Alla sera gran parte della città è perduta: il quartiere
governativo e il suo comando operativo nel Bendlerblock sono
ormai a pochi metri dalla linea del fronte; ancora una volta, allora,
egli cerca di convincere il Führer ad organizzare una manovra di
sfondamento che conduca le forze che difendono Berlino verso occidente,
così da ricongiungersi con la XII Armata di Walther
Wenck.
La punta di lancia di Walther Wenck ha
raggiunto il villaggio di Ferch sulle rive dello Schwielowsee vicino
a Potsdam.
Il breakout è programmato per iniziare la notte successiva alle
22:00.
La risposta di A.
Hitler è in un primo momento ancora una volta negativa;
quando ormai è prossimo a togliersi la vita, però, il
Führer lo autorizza ad organizzare una fuga generalizzata dei reparti
combattenti verso occidente. La situazione, tuttavia, è diventata
troppo disperata anche per organizzare una simile manovra.
30 aprile, l'Ufficio d'informazione sovietico annuncia che le
truppe sovietiche del 1° fronte bielorusso hanno occupato Moabit,
la stazione ferroviaria di Anhalter, Joachimsthal a nord di Berlino
e Neukölln, Marienwerder e Liebenwalde. Le truppe del 1° fronte
ucraino occupano la parte meridionale di Wilmersdorf, Hohenzollerndamm
e la stazione ferroviaria di Halensee.
A.
Hitler si toglie la vita insieme alla sua amante Eva
Braun (ufficialmente sposata il giorno precedente);
egli viene convocato al Führerbunker dove J.
Goebbels, M.
Bormann e il gen. H.
Krebs lo informano della novità, facendogli giurare
di non diffondere per il momento la notizia;
[Gli dicono che i loro corpi sono stati bruciati e sepolti
in un cratere di conchiglie nel giardino della Cancelleria del Reich
sopra. Egli è costretto a giurare che non ripeterà questa
notizia a nessuno. L'unica persona al mondo esterno che deve essere
informata è Joseph Stalin. Quella
notte si sarebbe tentato di organizzare un armistizio e il gen. H.
Krebs avrebbe informato il comandante sovietico in modo che
possa informare il Cremlino.]
Poco dopo egli telefona al col. Hans Refior,
il suo capo di S.M. civile, nel quartier generale di Bendlerblock. Egli
dice che non può dirgli cos'è successo, ma ha bisogno
che vari membri del suo staff si uniscano a lui immediatamente, incluso
il col. Theodor von Dufving, il suo capo
di S.M. militare.
1° maggio, il gen. H.
Krebs viene inviato presso il posto di comando dell'8ª
Armata della Guardia del gen. Vasilij Cujkov
per trattare i termini della resa. Tuttavia i sovietici non hanno alcuna
voglia, né interesse a trattare; per loro esiste una sola via
d'uscita: la resa incondizionata delle forze tedesche a Berlino.
[Secondo G.[Traudl]
Junge, ultima segretaria privata di A.
Hitler, il gen. H.
Krebs sarebbe tornato nel complesso del bunker con un aspetto
"sfinito, sfinito".]
La resa è ormai la sola alternativa praticabile date le condizioni
della popolazione civile e dei militari impegnati in battaglia; però
J.
Goebbels, nel frattempo divenuto Reichskanzler (Cancelliere
del Reich) dopo la morte di A.
Hitler, si oppone strenuamente a questa soluzione. Si rimane
pertanto in attesa…
ore 20:30, anche J.
Goebbels si toglie la vita prima di accettare la capitolazione
imposta dal comando sovietico.
Tocca a lui quindi ora comunicare la resa dei tedeschi a Berlino.
2 maggio,
ore 2:50, mentre è ancora formalmente Comandante della difesa
di Berlino, egli si reca presso il ponte di Potsdam per incontrare il
gen. Vasilij Cujkov e comunicare l'avvenuta
resa delle forze armate tedesche operanti nella città;
più tardi nello stesso giorno l'ordine di resa incondizionata
è comunicato alle truppe tramite numerosi annunci con gli altoparlanti.
Solo poche unità continuano la resistenza contro i sovietici,
mentre altri piccoli gruppi (tra cui alcuni occupanti del Führerbunker)
cercano di scappare dalla città attraverso le linee sovietiche.
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Berlino, 2 maggio 1945.
Il giorno 30 aprile il Führer si è suicidato, abbandonando
in tal modo tutti coloro che gli avevano prestato giuramento di
fedeltà. Ligi agli ordini del Führer, voi soldati
tedeschi eravate pronti a continuare a combattere per Berlino
benché le vostre munizioni stessero per finire e la situazione
complessiva rendesse insensata un'ulteriore resistenza. Dispongo
ora la cessazione di ogni forma di attività bellica. Ogni
ora che voi doveste continuare a combattere non farebbe che protrarre
le terribili sofferenze della popolazione civile e dei nostri
feriti. D'accordo con il comando supremo delle truppe sovietiche,
vi chiedo di deporre immediatamente le armi.
Weidling, ex comandante della difesa della piazza di Berlino.
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ore 8:23, termina l'incontro tra lui e il gen. Vasilij
Cujkov;
Dopo la resa, egli viene preso in custodia dai vincitori, nell'attesa
di essere sottoposto a processo. È detenuto nelle carceri di
Butyrka e Lefortovo a Mosca.
1952
27 febbraio, è condannato da un tribunale sovietico a
25 anni di reclusione per crimini di guerra commessi nell'Unione Sovietica
occupata;
[Non tornerà più in Germania.]
1955
17 novembre, muore a Vladimir, a causa di problemi cardiocircolatori.
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