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Papi

468-483, Simplicio [santo].

470-479 d.C.




470-479
IMPERO ROMANO-ORIENTALE
Leone I [il Trace]
(411 ca - 474)
figlio di
457-474
, imperator;



Leone II
(466 ca - † 474)
figlio di Zenone e di Elia Ariadne, primogenita di Leone I [il Trace];
474
, imperator;



Zenone

[Tarasikodissa] (? - ?)
figlio di
474-475, 476-491, imperator;
con questo nome Tarasikodissa s'insedia a Palazzo Magnaura, ma riesce ad imporsi solo per poco tempo; in diverse province sono nominati ben sei controimperatori;
475
Novembre
diretta dalla suocera Verina, imperatrice madre, ha successo la cospirazione contro di lui, suo genero; a dare man forte alla vedova è il suo amante Patrizio (la cui candidatura a nuovo imperatore è stata comunque respinta dal partito "senatorio" prima del golpe), il fratello di lei Basilisco, molti ambiziosi senatori e Teodorico Strabone [il Losco];
accortosi troppo tardi dello scherzo giocatogli dalla suocera, egli, travestito da donna, riesce a fuggire assieme alla moglie Elia Ariadne.


Basilisco

(? - ?)
figlio di ?, e fratello di Verina vedova di Leone I [il Trace];
nel 468, generale, subisce lo smacco del vandalo Genserico che con un abile trucco gli incendia la flotta in sosta nel porto di Cartagine;
475-476
, imperator;
dopo la breve cerimonia di incoronazione, nomina imperatrice la moglie Zenoide e principe ereditario il figlio Marco;
come primo atto politico attua una spedizione per inseguire il monarca fuggiasco; subito dopo:
- stanzia una somma per una adeguata ricompensa a tutti i parenti e gli amici che hanno in qualche modo aderito all'azione di ribaltamento;
- pone Teodorico Strabone [il Losco] al comando della guardia imperiale, defenestrando Teodorico degli Amali;
- innalza una colonna di marmo in onore della sorella Verina;
- promuove comandante in capo suo cugino Armato [Guance rosse] l'amante di sua moglie Zenoide;
- …assume un atteggiamento sospettoso nei confronti di Patrizio, l'amante della sorella, che muore poco dopo misteriosamente.
Verina, che sospetta il fratello autore della tresca che ha portato alla morte dell'amante, richiama indietro le truppe spedite alla ricerca di Zenone il quale, grazie all'intervento di Teodorico, riprende il potere.
Tradito dal cugino Armato è costretto a riaprire le porte a Zenone il quale spedisce lui e i golpisti nella città di Cucusus in Cappadocia, destinati ad essere murati vivi in un acquedotto asciutto.

Un suo sconsiderato provvedimento provoca delle sommosse religiose.
Sua moglie Zenoide non solo briga per far rientrare dall'esilio Timoteo Eluro [il Gatto] ma induce il marito a invitarlo a corte, sfidando in tal modo apertamente le autorità religiose ufficiali e il popolo dei cattolici ortodossi ligi alla dottrina di Calcedonia e al credo niceno.
[Ex vescovo di Alessandria d'Egitto, il patriarca Timoteo Eluro [il Gatto] era stato scacciato dalla propria sede e scomunicato per essersi opposto alle decisioni approvate a suo tempo dal Concilio di Calcedonia dove era stata condannata la tesi monofisita (che attribuisce a Cristo la sola natura divina).]
Timoteo Eluro [il Gatto] lo convince a spedire un'enciclica a tutti i vescovi reperibili nell'impero affinché venga condannata, sia pure tardivamente, la dottrina di Calcedonia che era stata cara a Nestorio e a Leone Magno. Scoppia la bomba.
Quando Acacio, patriarca di Costantinopoli, tenta una timida ribellione, gli fa recapitare un ordine che impone al prelato di sottoscrivere per primo la condanna o di ritenersi ufficialmente deposto ed esiliato; alla minaccia insolente, Acacio reagisce sobillando l'intero popolo dei fedeli costringendo così l'imperatore, nel solo giro di un giorno, ad annullare con una seconda enciclica l'ordine impartito con la prima.

475-476
-
Zenone

[Tarasikodissa] (? - ?)
figlio di
474-475, 476-491, imperator;
476
ripreso il potere, ripristina il titolo di generale dell'impero per Teodorico mentre destituisce dal grado di magister militum (generale) il suo antagonista Teodorico Strabone [il Losco] al quale sottrae pure il contributo annuo che gli accordava per tenerselo buono; quando quest'ultimo reagisce minacciando l'invasione di alcune terre dell'impero, egli chiede aiuto ancora a Teodorico il quale però chiede ora un concreto sostegno alle truppe e la promessa che l'imperatore si astenga dal concludere una pace separata con Teodorico Strabone [il Losco]. Le promesse sotto giuramento dell'imperatore, del senato e dei capi dell'esercito bizantino non vengono però mantenute e l'imperatore continua a fare il doppio gioco approfittando soltanto della rivalità dei due avversari.
Avviene così la rottura con Teodorico che con i suoi ostrogoti inizia a saccheggiare la Tracia; si porta quindi in Macedonia, invade Tessalonica (l'odierna Salonicco). Gli abitanti delle zone conquistate, convinti che l'imperatore abbia concesso agli ostrogoti le loro terre, abbattono tutte le statue che lo rappresentano, assalgono il pretorio e prendono in ostaggio il prefetto che ha salva la vita solo grazie all'intervento del patriarca metropolitano.
Venuto a conoscenza della piega che hanno preso gli eventi, egli si affretta a mandare ambasciatori a Teodorico per pregarlo di fermare i suoi soldati e per convincerlo a trattare la pace. A tal fine egli offre agli ostrogoti vaste terre in Pantalia e nell'Illirico (ex Jugoslavia). Soppesata l'offerta Teodorico aspetta prima di dare la risposta anche perché sta pensando di lanciare l'esercito nell'Epiro Nuovo (Albania settentronale) dove c' è da sfruttare un'eccellente collocazione tattica. Per giunta, nella vicina Durazzo, vive un suo autorevole parente, tale Sidimunto, goto e amalo come lui, che certamente lo aiuterà.

Intanto muore una sorella di Teodorico e si deve trovare una nuova sistemazione alla madre Erelieva che ora rimane con l'altra sua sorella Amalafreda.
Distribuita la spedizione in quattro corpi, Teodorico si avvia per la strada che da Eraclea conduce a Durazzo. Un convulso incontro di ambasciatori segue l'impresa ostrogota sulla quale per primi piombano i due principali rappresentanti di Zenone: Adamanzio e Sabiniano. Quest'ultimo, uno dei migliori generali dell'impero, scopre che il contingente con il quale viaggiano i congiunti di Teodorico è quello rimasto in coda. Non gli è difficile la cattura. Il vantaggio consente agli imperiali di porre un tassativo ultimatum agli ostrogoti i quali devono piegarsi alle condizioni dettate da Costantinopoli. Vengono catturati 5000 prigionieri e accantonati centinaia di carri.
Un vero disastro ma, ancora una volta, il destino gioca a favore di Teodorico. Una seconda congiura di palazzo scoppia a Costantinopoli che costringe l'imperatore al richiamo immediato nella capitale di tutte le forze sparse. Quelle che detengono i prigionieri ostrogoti li abbandonano al loro destino.

Altro complotto ai suoi danni viene ora ordito da Marciano – marito della seconda delle due figlie di Leone I [il Trace], Leonzia – secondo il quale, il diritto al trono non è suo in quanto aveva sposato la primogenita Ariadne quando il padre non era ancora imperatore.
Organizzato ancora una volta da Verina (la suocera che, non si capisce come sia potuta sfuggire alla sua ira), un attacco condotto durante la notte contro la dimora imperiale da Antemio, il braccio armato di Marciano, non ha buon esito; l'insurrezione viene sedata un po' con la forza e un po' con la corruzione. Tramite i suoi incaricati, egli cerca di contattare Teodorico Strabone [il Losco], schieratosi con gli insorti, che viene allontanato con una grossa somma di denaro.
Convocate Leonzia e Verina, dopo averle severaamente redarguite, le spedsce in duro esilio nella città di Papurio, in Cilicia. Prelevato con la forza dalla chiesa dove si è si era rifugiato, relega Marciano a Cesaea in Cappadocia constringendolo ad indossare un saio da frate e a fare il religioso per tutta la vita.
Sistemati i parenti, gli rimane di decidere con chi stare, con Teodorico Strabone [il Losco] o con Teodorico.
Scartato il primo per la posizione assunta nel tentato golpe, si affretta a respingere le pressioni della moglie Ariadne che cerca di far liberare Verina e in questo chiede consiglio al fido generale Illo. La suocera, conosciuta la posizione di Illo, cerca di farlo uccidere da un soldato alano ma questi riesce solo a mozzargli un orecchio e a provocargli una reazione così terribile che per ammansirlo l'imperatore è costretto a crearlo conte d'oriente, plenipotenziario in Siria.
Una volta stabilitosi nella nuova sede, il generale Illo cerca di convincere Verina (proprio colei che aveva ordinato la sua uccisione) ad accordarsi con lui per una congiura contro l'imperatore.
[Il progetto consiste in una nuova sua detronizzazione mettendo al suo posto il patrizio Leonzio uno dei seguaci che si era portato in Cappadocia.]
L'intrigo, orchestrato lontano dalla capitale, si concretizza con l'emanazione di un proclama che i cospiratori inviano al popolo di Antiochia e alle autorità civili e militari d'oriente. Leonzio viene incoronato.
Vista la situazione, l'imperatore è costretto a ricorrere a Teodorico il quale, affiancato dalle truppe di Giovanni Scito, seda in poco tempo la rivolta rinsaldandolo ancora sul trono.



segue


470-479
GALLIA
406, invasione della Gallia da parte di alani, burgundi, suebi (svevi), vandali;
nel 411 l'usurpatore britannico Costantino, riconosciuto da Onorio, tenta di fronteggiare le invasioni ma viene ucciso; i burgundi si stanziano definitivamente nel territorio di Magonza;
nel 413, i burgundi sono autorizzati a stabilirsi a Worms e Magonza; i franchi saccheggiano Treviri; i visigoti prendono Narbona e Tolosa;
nel 418, dopo varie vicende, i visigoti sono autorizzati a stabilirsi nell'Aquitania;
La storia gallica perde la sua unità per divenire storia delle singole popolazioni barbariche e dei loro regni indipendenti.

La presenza di regni barbari in Gallia è ormai un fatto compiuto e accettato dal governo imperiale che se ne serve anzi per mettere gli uni contro gli altri;
i bretoni si installano nell'Armorica e, poco dopo, gli alamanni occupano l'Alsazia;
la popolazione gallo-romana continua a vivere sotto i nuovi dominatori, costituendo, come altrove, l'elemento di continuità fra mondo antico e medioevo.




470-479
BRITANNIA
407-411, Costantino III, acclamato dall'esercito, usurpa il trono in Britannia, una regione non più difesa dal governo centrale;
nel 410 i romani cominciano ad evacuare l'isola che viene ora invasa da angli, sassoni e iuti provenienti dal continente; una parte dei britanni si rifugia nell'Armorica, che da adesso prende il nome di Bretagna;
la Britannia romana cessa quasi completamente di esistere e anche il cristianesimo, introdotto all'inizio del sec. III, scompare dalle zone della pianura [la regione sarà poi convertita al cristianesimo nel sec. VI].
Il Galles ritorna in breve tempo alle proprie tradizioni tribali e celtiche, mentre profonde tracce lascia l'opera di evangelizzazione promossa dal vescovo di Auxerre.

sec. V, genti di stirpe germanica (per la maggior parte angli e sassoni, ma anche frisoni e juti e altre minoranze) occupano gran parte del territorio corrispondente all’odierna Inghilterra cacciandone o sterminandone la maggioranza degli indigeni, di stirpe celtica;

470-479
-

a

470-479
ANGLOSASSONI

sec. V, genti di stirpe germanica (per la maggior parte angli e sassoni, ma anche frisoni e juti e altre minoranze) occupano gran parte del territorio corrispondente all’odierna Inghilterra cacciandone o sterminandone la maggioranza degli indigeni, di stirpe celtica;

REGNO di SUSSEX (dal 477)
[(Sassoni Meridionali) comprende le province del Sussex e del Surrey]
Aella

(† ?)
477 ca, sbarca, alla testa dei suoi sassoni, sulla costa sudorientale dell’Inghilterra.
477-?, re di Sussex;


REGNO di KENT (dal 456)
[Kent e isola di Wight]
Hengest

(† ?) (jutlandese)
456-?, re del Kent; [fondatore]
[persiste il dubbio sulla presenza degli juti al sud dell’Inghilterra]



470-479
-

a


470-479
SPAGNA
409, vandali, alani, suebi (svevi) passano i Pirenei;
nel 415 i visigoti occupano Barcellona;
nel 419 lotta tra vandali e suebi;



a








470-479
IMPERO ROMANO d'OCCIDENTE
Artemio Procopio

467-472, imperatore romano d'occidente;
[riconosciuto da Ricimero]

Ricimero viene ucciso da Anicio Olibrio, uno degli inutili imperatori succedutisi in un convulso ventennio.

Giulio Nepote
(† 480)
472-475
, imperatore romano d'occidente;

Oreste
(† Piacenza 476)
448, generale romano di origine barbarica, è segretario di Attila;
475
dopo il crollo dell'impero romano, è nominato comandante dell'esercito dell'imperatore Giulio Nepote;
Agosto
ribellatosi, caccia Giulio Nepote dal trono e vi impone il proprio figlio Romolo (detto poi augustulus=piccolo imperatore); il suo rifiuto di assegnare terre ai soldati provoca la rivolta delle truppe (associatesi nel "popolo dei soldati"), guidate dallo sciro e rex (capo dell'esercito) Odoacre; viene da quest'ultimo sconfitto e ucciso a Piacenza.

Romolo Augustolo
(† ?)
figlio del generale romano, di origine barbarica, Oreste;
475-476
, imperatore romano d'occidente;
[sotto la reggenza del padre]

Odoacre
(434 ca - Ravenna 493)
re barbarico [forse uno degli sciri (popolo germanico)] il cui padre è stato al servizio di Attila;
472
giunge in Italia come capo di un gruppo di barbari entrati nelle file del composito esercito imperiale; è ricordato al fianco di Ricimero in lotta contro Antemio;
476
ufficiale delle guardie del palazzo imperiale di Ravenna, è acclamato rex gentium dalle milizie barbare insorte dopo che Oreste, reggente del proprio figlio imperatore Romolo Augustolo, ha rifiutato la loro richiesta di un terzo delle terre d'Italia;
sconfitto e ucciso Oreste, depone Romolo Augustolo rispedendo le insegne imperiali a Costantinopoli e facendo presente a Zenone che per i due tronconi dell'impero un sovrano è ben sufficiente;
475
fine dell'impero romano d'occidente
;
476-493, governa di fatto l'Italia;
una volta consolidato il potere, non si preoccupa più di chiarire la sua posizione nei confronti dell'imperatore d'oriente; distribuito un terzo delle terre alle sue truppe (atto che conferisce ufficialmente un possesso fondiario ai barbari in Italia), riesce ad ottenere dai vandali, pagando tributo, gran parte della Sicilia;

– 475, fine dell'impero romano d'occidente
470-479
-

a


VENEZIA

470-480, l'ordine sociale continua ad essere assicurato dall'opera dei Tribuni che (ogni isola elegge il suo) si riuniscono tutti assieme per deliberare nei casi riguardanti il bene comune.

segue


470-479
VANDALI
Genserico
[o Gaiserico] († 477)
figlio illegittimo di Godigiselo;
428-477, re dei vandali;
succeduto al fratellastro Gunderico;
nel 429 è il primo a guidare una spedizione di vandali in Africa;
nel 430-431 assedia ed espugna Ippona;
nel 435 Roma è costretta a riconoscere ai vandali il possesso della Mauritania e della Numidia e lo statuto di federati;
nel 439 occupa Cartagine;
nel 440, con una potente flotta, attua una spedizione anche in Sicilia creando notevoli difficoltà all'impero;
nel 442 una nuova pace gli assegna l'Africa proconsolare, la Bizacena e la Tripolitania;
instaura buoni rapporti con Valentiniano III che promette sua figlia in sposa a Unerico, suo figlio;
nel 455, dopo l'usurpazione imperiale di Petronio Massimo, per vendicarsi delle mancate nozze o forse chiamato dall'imperatrice Eudossia, vedova di Valentiniano III, attacca Roma e la saccheggia, riportandone un grosso bottino e numerosi prigionieri, fra i quali la stessa imperatrice e le sue due figlie Placidia ed Eudocia (che poi dà in moglie al figlio Unerico);
con successive incursioni marittime occupa anche la Sardegna, la Corsica e le Baleari: la sua potenza navale, bloccando di fatto tutti i rifornimenti granari dell'occidente, diventa un pericolo per l'impero d'occidente; 
nel 456, a Cartagine, Eudocia, figlia di Valentiniano III († 455) sposa Unerico, suo figlio.
nel 468, quando l'imperatore Maggioriano sbarca in Africa per colpire i vandali ma senza successo, egli saccheggia nuovamente prima le coste italiane, in seguito quelle dell'Illirico e della Grecia, e distrugge a Cartagine la flotta mandatagli contro dall'impero d'oriente;
476
l'impero d'oriente è costretto a riconoscergli il possesso dei territori conquistati;
profondamente antiromano, di religione ariana, contrasta i cattolici perseguitando in particolare il clero.
477
muore.
 
470-479
-

a

470-479
OSTROGOTI
Teodemiro
(† 474)
appartenente alla nobile casata degli Amali;
?-474, re degli ostrogoti;
472
tenta di riordinare il regno ostrogoto allargatosi notevolmente dopo la clamorosa vittoria presso il fiume Bollia [oggi di difficile identificazione] sulla lega composta di svevi, sciri e di unni, che decreta la supremazia degli ostrogoti in Pannonia nonostante vi abbia trovato la morte Gualamero, il maggiore dei suoi due fratelli;
improvvisamente le popolazioni ostrogotiche si agitano pericolosamente contro i loro capi spinte da una insopportabile penuria di viveri tanto che Guintemero e Teodomero non trovano migliore soluzione per ammansirle che trascinarle verso altri lidi, lasciando la Pannonia; ma stabiliscono di dividersi tra di loro: il primo, più cauto, prende la via dell'occidente, il secondo, invece, verso oriente avendo come obiettivo l'impossessamento della Mesia Superiore; una penetrazione nel cuore dell'impero bizantino, parte integrante dei possedimenti di Leone I [il Trace].
Ciascuna famiglia gota è lasciata libera di scegliere il suo capo.
Seguito dal figlio Teodorico e dalla maggior parte delle famiglie, egli imbocca subito la Valle del Margo - nell'odierna Moravia, nella Repubblica Ceca - e, dopo essersi appoggiato su Singidunum, si spinge fino alla fiorente Naisso (Nish) che della Mesia Superiore è la capitale (con l'intenzione di spingersi oltre, verso la Macedonia e forse nella Tracia, se i convulsi avvenimenti di questo periodo non lo avessero frenato.
Il fratello Guintemero si dirige verso l'Italia ma, appena messo piede nelle nuove terre, muore.
474
muore, mentre la nuova residenza del suo popolo è la Mesia Superiore.
[La Mesia, che generalmente viene indicata come l'odierna Bulgaria, ma che in gran parte è l'attuale Serbia, era stata divisa in due regioni autonome. Una misura voluta da Domiziano sin dall'86 d.C. per un più efficiente controllo del territorio. I tentativi di invasione da parte dei barbari erano all'ordine del giorno.
Sin da allora venne chiamata:
- Alta Mesia, situata a ovest (corrisponde all'attuale Serbia settentrionale), con capitale Novae (Stoklen) dove risiede il governo;
- Bassa Mesia, corrispondente all'incirca all'attuale Bulgaria settentrionale.]
Ma le angustie che hanno spinto gli ostrogoti a lasciare la Pannonia non tardano a manifestarsi anche nella nuova sede. Per quanto fertile, il paese non offre provviste sufficienti a mantenere un popolo la cui propensione alla guerra è prevalente e molto scarsa l'attidudine all'agricoltura.

Teodorico
[o Teoderico] (454 ca - Ravenna 526)
figlio di Teodemiro, appartenente alla nobile casata degli Amali;
462-472, vive a Costantinopoli come ostaggio, in garanzia di un trattato federativo stretto fra ostrogoti e impero;
473
combatte in nome dell'impero contro Babai, re dei sarmati;
[una popolazione formata di antiche tribù nomadi di razza iranica; un re divenuto famoso per essere riuscito ad allontanare un esercito romano che aveva tentato di impedirgli di impadronirsi della città di Singidunum (Belgrado)];
egli riesce a liberare la città ma non la restituisce a Leone I [il Trace] che, pur rimanendo deluso, non reagisce pressato com'è da Teodorico Strabone [il Losco] che, presentatosi in compagnia di un tale Ostro, (noto per aver rivestito la carica di maestro dei soldati - generale) ha chiesto l'autorizzazione a disporre dell'intera Tracia;
l'acquisizione di Singidunum (Belgrado) è comunque per gli ostrogoti un affare della massima importanza strategica perché apre loro la strada alla conquista della Mesia Superiore: la Serbia;
474-526, re degli ostrogoti;
succeduto al padre, trasferisce il suo popolo dalla Pannonia alla Mesia inferiore; l'aiuto prestato all'imperatore Zenone contro il rivale Basilisco gli vale i titoli di patricius e di magister militiae che gli danno una posizione ufficiale nell'impero;


493-526, re d'Italia;
470-479
-

a





CINA

357-589, invasioni di popolazioni barbariche e divisione dell'impero in regni autonomi, diversi nel nord e nel sud;

Compaiono nuove orde minacciose quelle dei Tu-küe, o Turchi Gök, al Nord, quelle degli Unni Eftaliti, a Ovest, originari dell'Altai e che si dirigono sul Turchestan. Sono le future grandi potenze dell'Alta Asia.

Chuen-Ti [Dinastia [Lieu] Song]
i Song sono rifugiati al nord dove trovano parecchi aiuti interessati quando si tratta di allestire una spedizione contro il sud.

477, Siao Tao-Cheng, capo di un clan, s'impone agli altri facendo assassinare l'ultimo dei Lieu-Song, l'imperatore Chuen-Ti, appena giunto alla maestà imperiale;
i membri dell'antica famiglia imperiale corrono a rifugiarsi presso il nemico, a nord del fiume.

Kao-Ti [Dinastia Ts'i]
nome assunto da Siao Tao-Cheng che fonda la nuova dinastia anche se di breve durata;

 

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EGITTO
30 a.C.-641 d.C. Epoca romana e bizantina.
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