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– Alberto PINCHERLE
o Alberto
MORAVIA
(Roma 28 novembre 1907 – 26 settembre 1990)
scrittore italiano, di famiglia agiata;
[ebreo per parte di padre (di Venezia, architetto e pittore)
e "ariano" per parte di madre Amelia
Pincherle Moravia (di Ancona)]
1916
a 9 anni comincia a soffrire di una tubercolosi ossea che lo costringe
a letto per tre anni e quindi ad abbandonare gli studi;
1919-21
viene ricoverato altri due anni nel sanatorio Codivilla di Cortina
d'Ampezzo;
[si abbona al «Gabinetto Vieusseux» di Firenze.]
1921
gli studi brevi e irregolari gli permettono a mala pena di
conseguire la licenza ginnasiale, unico suo titolo di studio;
Canzone
d' autunno (Roma 1921; battesimo tipografico per il giovane quattordicenne:
poesia pubblicata sulla rivista romana «Cronache d'Attualità»
(1916-22) fondata e diretta da Anton
Giulio Bragaglia)
1925
guarito definitivamente lascia il sanatorio
e si trasferisce a Bressanone, dove però continua a camminare
con le grucce;
[la malattia è durata quindi fino ai 16 anni (cinque
dei quali trascorsi complessivamente a letto) ma i suoi effetti si faranno
sentire ancora fino ai 25, cioè fino al 1932 ca.]
1926
comincia a scrivere sulla rivista «900» di M.
Bontempelli. È qui che conosce Curzio
Malaparte.
La cortigiana
stanca (1926, in francese, pubblicata sulla rivista «900»).
1929
Gli indifferenti (1929, luglio, romanzo iniziato nel 1925
a Bressanone e pubblicato a spese dell'autore - Lire 5.000 -, casa editrice
Alpes, diretta da Cesare Giardini, Milano)
[da cui i film:
- omonimo di Francesco Maselli nel
1964;
- omonimo di Mauro Bolognini nel 1987]
1930-31
diventa collaboratore di Curzio
Malaparte a «La Stampa» di Torino su segnalazione
di Corrado Alvaro;
[In seguito, e per diversi anni, le strade dei due si
separano anche se non mancano occasioni di incontro.]
comincia
a viaggiare e a scrivere articoli di viaggio sui giornali;
[1930-35, soggiorna a Parigi e a Londra.]
Inverno
di malato (1930, novella, ricordi di Cortina, pubblicata su «Pegaso»
di Ojetti e Pancrazi)
1935
La bella vita (1935, racconti, cso Inverno di malato,
Carabba, Lanciano)
Le
ambizioni sbagliate (1935, romanzo, iniziato nel 1928, Mondadori,
Milano)
[Il Ministero della Cultura Popolare dà ordine
ai giornali di non parlarne (nel 1960 non avrà avuto ancora alcuna
recensione). In
una lettera a Ciano chiede il suo intervento
per sbloccare la pubblicazione del romanzo. Una lettera peraltro ormai
inutile, avendo Mussolini già dato il via
libera alla pubblicazione.]
autunno,
persa contemporaneamente la collaborazione alla «Gazzetta del
Popolo», parte per gli Stati Uniti;
[Nel suo diario, in data 29 luglio 1938, Leonetta
Cecchi Pieraccini, testimone delle presenze moraviane nei salotti
Cecchi, Sarfatti,
Pecci Blunt, annota: "Moravia
pare sia stato dimesso dalla «Gazzetta del popolo» per ragioni
di razza. Egli avrebbe scritto a Mussolini facendo presente il suo caso".
È accertato comunque che sul registro degli ospiti della casa
di Margherita Sarfatti, l' "amante di Mussolini",
la sua firma ce l'ha messa più volte. ]
1936
dopo sei mesi negli Stati Uniti, rimasto per
lo più a New York, fa un viaggio al Messico; torna quindi in
Italia in tempo per la fine della guerra in Etiopia;
parte per la Cina dove trascorre due mesi;
1937
L'imbroglio (1937, racconti, cso La provinciale, Bompiani,
Milano)
[da cui il film omonimo di Mario Soldati
nel 1952]
[Cugino
dei fratelli Rosselli (la madre si chiamava
Amelia Pincherle Moravia) non si fa vivo
con la zia nei giorni del martirio… le chiederà scusa nel dopoguerra]
1938
parte per la Grecia dove rimane sei mesi;
[dirà l'autore nel 1960 ca: «…
forse per questo facevo tanti viaggi, per sottrarmi ad un'atmosfera
avvelenata dalla menzogna, dalla paura e dal conformismo.»]
1939
ottobre, scrive sul primo numero di «Prospettive»
(rivista fondata nel 1937) quando C.
Malaparte la trasforma in una delle riviste culturali più
significative e più interessanti del periodo;
[Di fatto svolge la funzione di direttore durante i periodi
di assenza dall'Italia di C.
Malaparte.]
1940
I sogni
del pigro (1940, raccolta di scritti satirici e surrealisti, Bompiani,
Milano)
1941
è
colpito da un provvedimento che vieta alla stampa di pubblicarne gli
scritti;
Lettera scritta da Moravia a Mussolini:
Duce,
Mi è stato ufficialmente comunicato di interrompere la mia attività
professionale nei periodici di cui sono collaboratore. Non so a
quale fatto specifico si debba questo provvedimento a mio danno.
Da quando Voi, Duce, nel 1938 mi avete autorizzato a riprendere
la mia attività professionale, ho la coscienza di non aver scritto
né pubblicato cosa alcuna che potesse dispiacervi. In questi ultimi
tempi, ho abbandonato molti degli elementi che costituivano la mia
prima letteratura. La stessa critica l'ha ampiamente riconosciuto
a proposito del mio ultimo libro, I Sogni del Pigro. Mi
permetto, perciò, rivolgervi, Duce, la preghiera di potere riprendere
la mia attività giornalistica dalla quale io traggo i mezzi per
vivere. Anche perché tra poche settimane mi sposo e mi preparo ad
assumere responsabilità, alle quali, in queste condizioni, non posso
andare incontro con animo sereno.
Devotamente
Alberto Moravia
Roma, 7 marzo 1941 XIX
|
[Sulla lettera sta questa scritta inglese: "Letter
to Mussolini which Malaparte advised Moravia not to send";
sotto una nota dello stesso C.
Malaparte a matita rossa: "Da
restituire a Moravia. Non approvo questa lettera. Meglio non inviarla".
Spedita o no, rinvenuta dagli Alleati tra le carte dell'Ovra,
essa aiuta a meglio comprendere la complessa storia dei rapporti
tra fascismo e letteratura.] |
agosto,
il filonazista Robert
Brasillach ospita La bella vita sulla sua rivista
«Je suis partout», organo fascista diretto da Pierre
Gaxotte;
sposa la scrittrice Elsa
Morante;
La mascherata
(1941, satira di un'immaginaria dittatura in un immaginario paese centroamericano,
I ed., Bompiani, Milano; II ed., sequestrata; 1958, va in scena
una riduzione)
[In
effetti, da un lato è tenuto d'occhio come cugino dei fratelli Rosselli
prima ancora che per ciò che scrive (semmai, per ciò che «Giustizia
e Libertà» o «Stato operaio» scrivono di lui), sospettato
quale loro tramite; dall'altro è nipote del gerarca De
Marsanich, che lo protegge recensoriamente e lo ospita su «Lavoro
fascista». È ebreo per parte di padre e ariano per parte
di madre e, dal dicembre 1941, per decreto di Mussolini.
Ha libri inseriti in liste di bonifica antiebraica, che però circolano
sino a esaurimento, mentre altri suoi vengono stampati (La mascherata).
Quanto poi alle collaborazioni giornalistiche, si deve segnalare il
suo andirivieni nell'Albo dei giornalisti del sindacato fascista, rimosso
nel 1939 (ma resta in quello dei Pubblicisti), e ricomparsovi nel 1940
e 1941, indipendentemente dalla sua realtà di "bonificato" in quanto
"ebreo di sette cotte".]
1942
febbraio, le sue richieste di autorizzazione a collaborare a
riviste ricevono risposte positive "a condizione che gli scritti siano
firmati con pseudonimo" [Pseudo];
[Una
situazione tanto ibrida questa che "ad alcuni ebrei sia stato consentito
di scrivere e pubblicare" contrariamente alle precise norme antiebraiche.
Moravia ottiene di essere dichiarato "non
ebreo" e di poter mutare il cognome in Piccinini.]
[a) da un saggio incompiuto di C.
Malaparte degli anni Quaranta si legge "…che
Moravia non è né antifascista né fascista, che non è mai stato perseguitato,
che ha un passaporto, che può liberamente circolare all'estero, e che
è personalmente bene accetto dai circoli più vicini alle alte sfere
dirigenti della politica. La leggenda del suo antifascismo è stata creata
ad arte da piccoli scrittorelli invidiosi della sua straordinaria fortuna,
e più del favore che egli ha fin dall'inizio incontrato in un certo
pubblico, così detto antifascista".
b) da una intervista del 1950 a un giornalista straniero. C.
Malaparte è durissimo: "Aggiungo
che Moravia (e lo posso provare) ha leccato le scarpe a Mussolini durante
i vent' anni di fascismo";
c) in un brano del 1938 ("Archivio Malaparte"), C.
Malaparte ricorda che Moravia,
convocato in Questura dopo la pubblicazione di Gli indifferenti,
ottenne dal funzionario delle scuse dopo avergli ricordato che la sua
casa editrice apparteneva a importanti personalità politiche. E commenta:
"Di egual natura sono le persecuzioni a cui
Moravia è stato soggetto da quando si è
permesso di pubblicare il suo primo romanzo".
…
[da Francesco Perfetti, Ermanno
Paccagnini 24.1.1999 «IlSole24Ore»]
è colpito da un ulteriore provvedimento che vieta alla stampa
di pubblicarne gli scritti con o senza pseudonimo; viene dato
anche l'ordine di non farlo lavorare nel cinema; due film infatti di
cui ha scritto la sceneggiatura (Un colpo di pistola
e Zasa ambedue di Castellani)
non portano la sua firma;
1943
luglio, caduto il fascismo,
collabora con alcuni articoli al «Popolo di Roma» diretto
da Corrado Alvaro;
settembre, si dà alla fuga sapendo di essere nella lista
tedesca di coloro che devono essere arrestati; scappa verso Napoli dove
passa ca nove mesi in una stalla;
[dichiarerà l'autore nel 1960: «
…così la parabola dei miei rapporti con la dittatura fascista
si completa dalle innocue polemiche del 1929 fino alla fuga, per salvare
la pelle nel 1943. Credo che questa parabola sia inevitabile in qualsiasi
regime di dittatura, almeno per gli intellettuali. La scelta è
tra diventare un adulatore stipendiato oppure avvicinarsi ogni giorno
di più al silenzio completo e magari alla prigione. Tutto il
resto sono chiacchiere e sofismi ».
(E.F. Accrocca, Ritratti su misura,
Sodalizio del Libro, Venezia, 1960)]
L'amante
infelice (1943, Bompiani, Milano)
[La tempesta, Il ritorno dalla villeggiatura, L'equivoco,
La solitudine, La caduta, L'avventura, Malinverno, L'amante infelice,
Serata di don Giovanni, Luna di miele, sole di fiele]
1944
liberato dalla seconda armata americana giunta a Napoli, dopo un breve
soggiorno in città ritorna a Roma dove riprende a lavorare e
a vivere normalmente;
La speranza
(1944, Documento, Roma)
L'epidemia (1944, Documento, Roma)
1945
Agostino (1945, premio del «Corriere Lombardo»,
Bompiani, Milano)
[da cui il film Agostino (La perdita
dell'innocenza) di Mauro Bolognini
nel 1962.]
Due cortigiane (1945)
La speranza, ossia cristianesimo e comunismo (1945, in cui per
la prima volta fa i conti, sostanzialmente positivi, con il marxismo)
1947
riprende a viaggiare e a collaborare a giornali e riviste;
La romana (1947, Bompiani, Milano)
[da cui i film:
- omonimo di Luigi Zampa nel 1954;
- omonimo di Giuseppe Patroni Griffi nel
1988)]
1948
La
disubbidienza (1948, romanzo breve, Bompiani, Milano)
[da cui il film omonimo
di Aldo Lado nel 1981]
17 ottobre,
con Spia per scommessa inizia a comparire sul «Corriere
della Sera» la fortunata serie di Racconti romani: ben
trentaquattro sullo stesso quotidiano;
1949
L'amore
coniugale (1949, Bompiani, Milano)
1951
Il conformista
(1951, Bompiani, Milano)
[da cui il film omonimo
di Bernardo Bertolucci nel 1970]
1952
21 luglio, I.
Kristol, segretario esecutivo della sezione americana del
CCF (Congress
for Cultural Freedom), invia questa lettera a Nicolas
Nabokov sul tema del rifiuto del visto d'ingresso allo scrittore:
Parigi, 22 gennaio 1954
Caro Nicolas Nabokov,
ho ricevuto il tuo cablogramma
relativo a Moravia e ho bloccato il rilascio
della dichiarazione. Inoltre, in mattinata, ho ricevuto una breve
lettera del Comitato italiano che mi dice che Moravia non è
un comunista, ma non è neppure un anticomunista, nel senso
nostro del termine. Le sole informazioni negative sul suo conto
le ho avute da Edmund Wilson, che mi ha detto
che nel 1937 Moravia scrisse, per un quotidiano italiano, una
serie di articoli molto critici nei confronti degli Stati Uniti.
Wilson, tra l'altro, ha firmato la dichiarazione e pensa sia appropriato
per il Comitato intervenire su questo argomento. Peter
Viereck, che conosce Moravia, si dice indignato del fatto
che gli sia stato negato il visto d'ingresso.
Non credo che le prove che abbiamo
siano tali da impedirci di inviare una protesta. Dopotutto, Kingsley
Martin ha appena completato un tour in questo paese che
ha arrecato alla lotta al comunismo danni più considerevoli
di quelli che potrebbe fare Moravia.
Se tu ritieni comunque – per qualsiasi
ragione – che non sarebbe saggio per il comitato prendere una
posizione pubblica su questo argomento suggerisco di inviare,
in forma privata, la dichiarazione sottoscritta da una dozzina
di eminenti scrittori americani alla Sezione Visti del Dipartimento
di Stato. Potrebbe sortire qualche effetto. Le adesioni già
ottenute comprendono: John Chamberlain, John
Dos Passos, Max Eastman, James
T. Farrel, Alfred Kazin, William
Phillips, Katherine Anne Porter, Allen
Tate, Lionel Trilling, Peter
Viereck, Edmund Wilson.
Fammi immediatamnte sapere la tua posizione. Se puoi mandami un
cablogramma.
Desidero anche sapere se il Congresso
sta facendo qualcosa per il rapimento Linse.
[…]
Informami, per favore, di
ogni iniziativa che intendi prendere.
Tuo,
Irving
Kristol
Segretario Esecutivo
P.S.: Incidentalmente,
una dichiarazione di protesta sul caso Linse ci permetterebbe
di assestare un colpo alla National Lawyers' Guild
che è dominata dai comunisti, ma ha molti iscritti non
comunisti. Verrebbero veramente messi alle strette quando chiedessimo
loro di sottoscrivere la dichiarazione di protesta.
|
- Frances Stonor Saunders,
La guerra fredda culturale. La Cia e il mondo delle lettere
e delle arti (1999 in Gran Bretagna e negli Stati Uniti;
2004, pressoché ignorato, in Italia); |
tutti i suoi libri vengono messi all'Indice dal Sant'Uffizio;
Racconti
1927-51 (1952, antologia di 24 suoi racconti, premio Strega, Bompiani,
Milano)
[Al suo attivo ha già, oltre agli otto romanzi,
ben duecentotrenta racconti, più o meno lunghi,
comparsi su vari periodici.]
1953
dà vita, insieme con A. Carocci, alla rivista
«Nuovi Argomenti» e comincia la collaborazione al «Corriere della Sera»
con racconti e reportages di viaggi; collabora quindi all' «Espresso»
come critico cinematografico;
Questo
freddo di Betlemme lo sentì il Bambino (1953, réportage per «L'Europeo»;
Vicenza 1999, ed. La Locusta)
1954
22 gennaio, da Parigi M.
Josselson, segretario amministrativo del CCF
(Congress for Cultural Freedom), scrive a Nicolas
Nabokov (pure del CCF),
in questo momento a Roma, sulla condotta da tenere rispetto a una posizione
assunta da Alberto Moravia:
Parigi, 22 gennaio 1954
Al signor Nicolas Nabokov
Palazzo Pecci
Via del Teatro di Marcello, 6
Roma
Caro Nicolas,
secondo i giornali italiani comunisti
e paracomunisti, L'UNITÀ, L'AVANTI
e PAESE SERA, il nostro amico Moravia
ha partecipato il 17 dicembre a un dibattito su "Lukács
e il problema del realismo", organizzato dall'associazione
italiana per le relazioni culturali con l'Ungheria. Secondo i
resoconti apparsi su questi tre giornali, il signor Moravia,
in questa discussione, s'è completamente allineato, sulla
questione del realismo socialista, al punto di vista dei comunisti.
A mio avviso il comitato italiano
dovrebbe reagire. Sfortunatamente Silone è
a Zurigo per motivi di salute, ma ritengo che lei dovrebbe parlarne
a Chiaromonte e a Venturi. La
mia idea è che il comitato italiano dovrebbe organizzare
il più rapidamente possibile un dibattito sul realismo
socialista e sui suoi riflessi in tutti i campi della creazione,
ossia letteratura, pittura, ecc… Si dovrebbe invitare Moravia
a partecipare a questa discussione, e di certo egli non potrà
sostenere le stesse posizioni che ha tenuto con i comunisti e
si rivelerà un ipocrita. Se non accetterà di prendere
parte al dibattito, si dovrà discutere sulla posizione
da lui assunta nell'incotnro del 17 dicembre per demolirla pubblicamente.
Penso che la stampa non comunista darà a un tale dibattito
almeno la stessa pubblicità conferita dalla stampa comunista
a quello del 17 dicembre. Si tratta pertanto di invitare a questo
convegno i rappresentanti di tutti i più importanti giornali
non comunisti.
Sono desolato di darle un'altra
preoccupazione, oltre a quelle che ha già, ma credo che
sia molto importante reagire e tentare di smascherare il signor
Moravia. Secondo me, tra l'altro, dovrebbe partecipare
anche lei a un tale dibattito.
Mi tenga al corrente.
Con amizizia
M. Josselson
|
- Frances Stonor Saunders,
La guerra fredda culturale. La Cia e il mondo delle lettere
e delle arti (1999 in Gran Bretagna e negli Stati Uniti;
2004, pressoché ignorato, in Italia); |
Racconti romani (1954, premio Marzotto, Bompiani, Milano)
[da cui i film:
- omonimo di Gianni Franciolini nel 1955;
- La giornata balorda di Mauro
Bolognini nel 1960;
- Risate di gioia di Mario
Monicelli nel 1960]
-
Il fanatico, da cui il film Peccato
che sia una canaglia di Sandro Blasetti
nel 1954)
- Il pupo, da cui un episodio del film Tempi
nostri (Zibaldone n. 2) di Sandro Blasetti
nel 1954)
- L'avaro, da cui un episodio del film L'amore
difficile di Alberto Bonucci e altri
nel 1963)
- Appuntamento al mare, da cui il film Le
ore nude di Marco Vicario nel 1964;
- La donna invisibile, da cui il film omonimo di Paolo
Spinola nel 1969;
Il disprezzo
(1954, romanzo, Bompiani, Milano)
[da cui il film Le
mèpris (Il disprezzo) di Jean-Luc Godard
nel 1963]
[Roma 2001: all'asta battuta da Christie's Italia, il dattiloscritto
completo del romanzo è stato comperato per 61 milioni da Elena
Pincherle Moravia, sorella dello scrittore, e dal Fondo
Moravia.]
In questo
periodo tutti i suoi libri vengono tradotti nelle principali lingue
del mondo.
1956
Racconti
surreali e satirici (1956, raccolta di una cinquantina di racconti
di carattere allegorico o fantastico)
1957
La ciociara (1957, Bompiani, Milano)
[da cui i film:
- omonimo di Vittorio De Sica nel
1960;
- omonimo di Dino Risi nel 198, prodotto
per la TV da Rete Italia.]
1958
Teatro (1958, comprende una riduzione de La mascherata
e Beatrice Cenci, Bompiani, Milano)
Viaggio in URSS (1958, raccolta di reportages apparsi
sul «Corriere della Sera», Bompiani, Milano)
[anche Un mese in URSS]
1959
Nuovi racconti romani (1959, Bompiani, Milano)
- Una donna
sulla testa
- La raccomandazione
- Lo studente
- Lo scimpanzè
- Banca dell'amore
- L'incantesimo
- Lo zio
- I giuramenti
- La paura
- Io e lui, da
cui il film omonimo di Luciano
Salce nel 1973;
- Tutto per la famiglia
- Un dritto
- La vita è danza
- Il sorpasso
- La serva padrona
- Le risate di Gioia
- Capelli biondi
- Rigoletta
- Il doppio gioco
- Il vaso cinese
- Silvano e Romildo
- Buoni a nulla
- Quant'è caro
- Il verme
- Operazione Pasqualino
- Un caso fortunato
- La riparazione
- Il morso
- Fortissimo
- La confidenza
- La vita leggera
- Lasciami perdere
- Naturale
- Non sanno parlare
- Non uno ma cinque
-
La marcia indietro da cui il film Una ragazza
piuttosto complicata di Damiano Damiani
nel 1969
- Gli ordini sono ordini da cui il film
omonimo di Franco Giraldi nel 1972.
[Questi
Nuovi racconti romani sono stati scritti tra il 1954 e il 1959
e ovviamente costituiscono una continuazione del discorso avviato coi
precedenti Racconti romani, varie volte ristampati e considerati
dalla critica centralissimi della produzione moraviana. I racconti romani
si riallacciano alla tradizione iniziata da G.G.
Belli con la sua opera monumentale e poi continuata dall'opera
di C.
Pascarella, Trilussa
e altri. Naturalmente, Roma e i suoi abitanti sono molto cambiati da
un secolo a oggi: non più la plebe arguta e scanzonata di G.G.
Belli dentro la grande città papale, né i popolani
risorgimentali di C.
Pascarella con la loro Roma carducciana e neppure la borghesia
burocratica di Trilussa,
costruttrice della Roma umbertina dei Prati e del Macao. Bensì
la Roma moderna e un po' stralunata del primo decennio del dopoguerra:
una Roma libera e insieme alienata, vitale e insieme deturpata, piena
di imprevisti e di avventure ma anche di rassegnazioni e di angosce.]
1960
La
noia (1960, romanzo, ?)
[da cui i film omonimi
- di Damiano Damiani nel 1963
- L'ennui di Cédric Kahn nel 1998.]
[Da questo
momento, secondo alcuni, non azzeccherà più un libro degno
del suo nome e rango di scrittore.]
1962
Un'idea dell'India (1962, raccolta di reportages apparsi
sul «Corriere della Sera»)
L'automa (1962)
1963
L'uomo
come fine e altri saggi (1963, raccolta di saggi)
1965
L'attenzione (1965, )
[da cui il film omonimo
di Giovanni Soldati nel 1985.]
La cortigiana stanca (1965, comprende pure Inverno
di malato, Fine di una relazione e La provinciale)
[già pubblicata in francese, nel 1926, sulla rivista
«900».]
1966
Il
mondo è quello che è (1966, teatro)
1967
Una cosa è una cosa (1967)
La rivoluzione culturale in Cina (1967, saggio)
1968
Il
dio Kurt (1968, teatro)
1969
La
vita è gioco (1969, teatro)
1970
Il
paradiso (1970)
1971
Io
e lui (1971, ?)
[da cui i film:
- omonimo di Luciano Salce nel 1973
- Me and Him (Lei… io & Lui)
di Doris Dörrie nel 1989.]
1972
A quale
tribù appartieni? (1972, saggio)
1973
Un'altra
vita (1973)
1976
Boh
(1976)
1977-78
si devono aggiungere le varie collaborazioni televisive come le "interviste"
in Iran e in Arabia Saudita;
1978
La
vita interiore (1978)
1981
Lettere
dal Sahara (1981)
1982
1934 (1982, vicende di un'intellettuale tra le due guerre)
Favole della preistoria (1982, fiabe moraleggianti)
1983
La
cosa (1983, sul sesso e la sua anatomicità)
[La cosa, Al dio ignoto, La donna dalla cappa nera, Il
diavolo non può salvare il mondo, Il segno dell'operazione, La cintura,
Il proprietario dell'appartamento, Anche mia figlia si chiama Giulia,
C'era un canestro sul Lungotevere, Un brutto ingorgo della memoria,
Il diavolo va e viene, Che me ne faccio del carnevale, Quella maledetta
pistola, Ho balbettato tutta la mia vita, Sento sempre in sogno un passo
sulla scala, Tuono rivelatore, C'è una bomba N anche per le formiche,
La passeggiata del guardone, Le mani intorno il collo, La donna nella
casa del doganiere]
riceve il premio Viareggio-Versilia per il complesso della sua opera;
1984
eletto al parlamento europeo, si adopera contro il pericolo nucleare;
Alcune Afriche (Torino 1984, con il regista Andrea
Andermann, ed. Eri)
[I due intellettuali
hanno voluto ripercorrere, come Andrè Gide
nel 1925, l’intero corso del fiume Congo. Sbarcati nello Zaire, a bordo
di un battello hanno risalito il fiume per arrivare al deserto del Sahel.]
1985
L'uomo che guarda (1985, ?)
[da cui il film omonimo
di Tinto Brass nel 1994.]
1986
sposa la trentaduenne Carmen Llera;
[Nel libro
Il bambino Alberto (1986) di Dacia
Maraini, legata sentimentalmente allo scrittore (dopo
Elsa
Morante), Moravia rivela
ogni dettaglio sulle sottovesti di trine della madre e sulle carezze
proibite della governante polacca. Eppure, sostiene l'autrice nella
prefazione, nessuno più di lui detestava il passato [sic].]
1988
Viaggio a Roma (1988, inquieta vicenda sull'incesto)
La villa del venerdì (1988, raccolta degli ultimi racconti)
[da cui il film omonimo
di Mauro Bolognini nel 1991.]
Io e il mio tempo (1988, conversazioni critiche con Ferdinando
Camon)
1989
Il
vassoio davanti alla porta (1989, scritto su invito dell'APT del
Trentino in occasione del duecentenario della scoperta scientifica delle
Dolomiti)
1990
Palocco (1990, storia della vita di una povera donna e del
suo cane)
Autobiografia (1990, apparsa pochi giorni dopo la sua morte e
firmata con Alain Elkann)
26 settembre,
muore.
___________________________
La donna
leopardo (1991, postumo)
Diario
europeo (1993, postumo).
(?) commedia (
[da cui il film La cintura
di Giuliana Gamba nel 1989.]
Diario
Europeo (Bompiani 1995, serie di articoli pubblicati sul «Corriere
della Sera» quando era parlamentare europeo nel 1984)
Racconti
dispersi (Bompiani 2000, racconti, tra cui Spia per scommessa
apparso sul «Corriere della Sera» il 17 ottobre 1948).
[I racconti scritti da Moravia tra il 1927 e il 1951
rimasti sepolti nelle pagine dei quotidiani o delle riviste sono più
di cento. Una cifra consistente, che fa della "dispersione" un fenomeno
di tutto rispetto nell'insieme dell'opera di Moravia, come già ben documentava
la raccolta che di una parte di essi fece nel 1993 Enzo
Siciliano in Romildo: trentadue dispersi fino al 1951
e quarantasette in totale, fino al 1990, che rendono tale volume capostipite
e gemello del presente. I trentadue di Romildo vanno a integrare
i sessantanove Racconti dispersi che qui per la prima volta si
raccolgono, senza peraltro escludere la possibilità di ulteriori rinvenimenti.
(Simone Casini e Francesca
Serra, 26.9.2000 «IlSole24Ore») ]
Opere complete (?)
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