– Alessandro
MANZONI
scrittore,
il protagonista italiano del romanticismo europeo.
Nasce a Milano il 7 marzo 1785 dal conte Pietro
Manzoni e da Giulia Beccaria,
figlia di Cesare
[con buone ragioni, ma senza prove, si sospetta sia figlio
di Giovanni Verri, fratello degli scrittori
Pietro e Alessandro,
e amante di Giulia che, ventenne,
era stata forzata alle nozze col quarantanovenne patrizio lecchese].
primo e unico figlio, viene battezzato nella chiesa di
San Babila e subito mandato a balia a Malgrate, nei dintorni di Lecco;
fanciullo,
frequenta la chiesa e il convento di Pescarenico, vicini alla villa
paterna del Caleotto;
1792
la madre Giulia si separa dal marito;
1795
la madre Giulia va a convivere con
il conte Carlo Imbonati, prendendo con
questi dimora a Parigi; frequenta i salotti di Mme
Helvétius e di Mme Sophie de Condorcet;
egli sta invece in collegio a Merate presso i Padri Somaschi;
1797-1801
viene trasferito nel collegio Longone a Milano dove stringe varie amicizie:
Arese, Pagani,
Confalonieri, Visconti;
a Lugano,
dove è allievo di F. Soave;
1801
va ad abitare a Milano nella casa in contrada Santa Prassede, accolto
dal padre legittimo don Pietro,
dalle zie nubili, dallo zio monsignore;
a Milano ha i primi contatti con letterati e patrioti in esilio, da
A. Mustoxidi, a F.
Lomonaco, a V. Cuoco, che lo introduce
al pensiero di Vico e ad altre letture
storico politiche;
frequenta a brevi intervalli l'università di Pavia legandosi d'amicizia
con Ermes Visconti; e incontra Vincenzo
Monti e Ugo Foscolo;
stravede per Luigina Visconti, sorella
di Ermes Visconti: l'adora per oltre cinque
anni e quando osa chiederle la mano… è già sposata;
Del trionfo della libertà (1801, steso in margine alla pace di
Lunéville, ma pubblicato postumo a cura di C.
Romussi nel 1878)
1805
15 marzo, muore Carlo Imbonati lasciando
Giulia erede universale;
giugno, egli va a vivere con lei (fino al 1810);
In morte di Carlo Imbonati (Parigi 1806, stampato da Didot)
1807
18 marzo, muore il padre Pietro
prima che egli possa arrivare in tempo per assisterlo; a Parigi frequenta
la celebre "Maisonnette" di Sophie de
Condorcet, ora legata al grande erudito Claude
Fauriel (con cui resterà sempre in contatto, anche dopo il rientro
in Italia), ed incontra P.-J.-G. Cabanis,
D.-J. Garat, A.-L.-C.
Destutt de Tracy;
autunno, di passaggio a Milano conosce Enrichetta
Blondel, sedicenne, figlia di un filandiere e poi banchiere
ginevrino, e se ne innamora;
1808
6 febbraio, le nozze, secondo il rito calvinista della sposa
(anche se battezzata cattolica è di religione protestante e non
ha chiesto la dispensa), sono celebrate a Milano; Giulia
non prende parte alla cerimonia (gli sposi vengono benedetti da un pastore
svizzero nella casa di contrada Marino), non c'è banchetto di
nozze; in città il matrimonio viene aspramente criticato: è
scandaloso che un nobile, parente di monsignori, sposi una protestante;
giugno, rientra a Parigi con la moglie e con la madre; i tre
prendono casa nel Boulevard des Italiens;
23 dicembre, nasce la primogenita Giulia
Claudia [Giulietta] (1808-34),
battezzata otto mesi più tardi col rito cattolico;
1810
15 febbraio, gli sposi decidono di regolarizzare il loro matrimonio
di fronte alla Chiesa cattolica, nella cappella privata del loro amico,
conte Marescalchi;
2 aprile, assistono alle nozze di Napoleone
e di Maria Luisa;
22 maggio, Enrichetta si
converte al cattolicesimo sotto la pressione dell'abbé B.-H.
Grégoire e dell'abate genovese Eustachio
Degola († 1826) (che gli dà i Regolamenti), entrambi
giansenisti;
giugno, rientrano in Italia e si stabiliscono a Brusuglio, nella
villa ereditata da Carlo Imbonati, e a
Milano, nella casa di via del Morone che dà su piazza Belgioioso; qui
possono contare sull'assistenza di mons. Luigi
Tosi (Busto Arsizio 1763), a sua volta giansenista (vescovo di
Pavia nel 1823);
inverno, a Milano prendono casa in affitto in via San Vito del
Carrobbio;
1812
muore il suocero Francesco Blondel, mai
più visto dopo il suo ritorno in Italia; con i soldi ricevuti
in eredità viene acquistata una casa in via del Morone [casa
civile con giardino, 106.000 lire]
Inni sacri (1812-15, Il Natale, La Passione, La
Risurrezione, Il nome di Maria)
1813
luglio, nasce il figlio Pietro Luigi
(1813-73);
1814
19 aprile, Milano, viene sottoscritta una petizione per la convocazione
dei Collegi Elettorali, da presentarsi al Senato; fra i nomi dei 127
sottoscrittori c'è anche il suo;
[20 aprile, viene ammazzato Giuseppe
Prina, ministro delle Finanze, odiato dal popolo perché
ossequiente ai francesi. Mentre lo stesso Ugo
Foscolo si era adoperato per salvarlo, egli non "aveva
la forza di andare a difenderlo".]
1815
giugno, arrivata a Milano la notizia della disfatta
di Waterloo, egli sviene per l'emozione [è un convulsionario]
mentre sta in una libreria;
[Milano: torna un governatore austriaco e la repressione
è ferrea. Avendo egli rifiutato di collaborare ad un giornale
caro alle autorità e avendo amici all'opposizione, era osservato con diffidenza
dalle autorità stesse.]
luglio, nasce la figlia Cristina
(1815-41);
1817
muore lo zio Michele de Blasco;
novembre, nasce la figlia Sofia
(1817-45);
1818
viene venduto "il Caleotto", proprietà paterna nelle
vicinanze di Lecco che costa molto e non rende nulla;
[Acquirente il signor Scola,
105.000 lire]
Osservazioni sulla morale cattolica (1818-19 e 1845, scritte
sotto l'influenza di mons. Luigi Tosi,
che gli crea così un caso di coscienza, in risposta alla Storia delle
repubbliche italiane del medioevo (1817) di J.-Ch.
Simonde de Sismondi)
Aprile 1814
Il proclama di Rimini
1819
luglio, nasce il figlio Enrico
(1819-81)
settembre, la famiglia (otto di loro e due domestici) compie
un viaggio a Parigi;
novembre, dopo un mese trascorso a La Maisonnette, alloggia
in un appartamento nel Faubourg Saint-Germain;
Lettre
à M.C.*** (J.-.J.-V. Chauvet) sur
l'unité de temps et de lieu dans la tragédie (Parigi 1819, settembre)
1820
maggio, dopo un ennesimo svenimento, si ammala;
26 luglio, lascia Parigi con la famiglia per fermarsi poi a Torino,
ospite di Somis per un giorno, in cui va
a trovare l'abate Lodovico di Breme;
Il
conte di Carmagnola (1820, tragedia)
Lettre à Chauvet (1820, pubblicata a Parigi nel 1823)
1821
[luglio, nella «Gazzetta di Milano»
compare la notizia della morte di Napoleone Bonaparte
(† 5 maggio).]
agosto, nasce la figlia Clara
(1821-23), mentre la madre rischia di morire;
Marzo
1821
5 Maggio (1821, scritta in tre giorni a Brusuglio alla notizia
della morte di Napoleone, tradotta nel
1823 da Goethe)
1822
agosto, a Brusuglio c'è una fortissima grandinata
che devasta campi e vigne, e i gelsi;
8 settembre, muore Sophie
de Condorcet;
17 settembre, nasce la figlia
Vittoria (1822-92);
Adelchi
(1822, tragedia, pubblicato in Italia a novembre)
Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia (1822)
La Pentecoste (1822, parte degli Inni sacri)
1823
muore la figlia Clara di due anni;
Sul romanticismo (1823, Lettera a C. Taparelli
d'Azeglio, pubblicata nel 1846)
Fermo e Lucia (romanzo iniziato il 24 aprile 1821 e terminato
il 7 settembre 1823; deriva dalla lettura di storia milanese, in particolare
delle Historiae Patriae e del De peste quae fuit anno 1630
del canonico G.
Ripamonti; anche se la critica lo considera un romanzo a
se stante, esso è il preromanzo de I promessi sposi)
1824
Di
alcuni modi di dire opposti alle regole ricevute (1824-25)
_____________________________
I promessi sposi
[Alla maniera di W. Scott, un
best-seller, di fama nazionale e internazionale.
S.H. Steinberg, Cinque Secoli di Stampa,
Einaudi 1962.]
1824,
viene stampato il I volume, presso l'editore Ferrario,
col titolo Gli sposi promessi;
1825, dopo alcune revisioni e anche ribaltamenti, sono mandati alla
censura e alle stampe il I e II volume de I promessi sposi;
1826, …il III volume, sempre col titolo definitivo;
1827, riedizione completa in tre volumi (chiamata la "ventisettana");
[In Francia I promessi sposi escono col titolo
Les fiancés; la traduzione non è di Trognon
ma è firmata con due iniziali M.G.
[Monsieur Gosselin] (Pierre
Joseph Gosselin); Trognon, che ha
già fatto un terzo della traduzione, quando viene a sapere che
il romanzo è nelle mani di un altro traduttore e d'un editore
diverso da quello per cui egli lavora [non esiste ancora il diritto
d'autore] scrive a Claude Fauriel che rinuncia
all'impegno. Gosselin dieci anni più
tardi ristamperà la traduzione, riveduta con l'aiuto del Manzoni;
questa volta con il nome scritto per intero.]
1840-42, edizione definitiva, tutta revisionata linguisticamente con
l'apporto (persino eccedente) della "risciacquatura in Arno",
cioè di una riscrittura secondo la parlata toscana; in appendice è pubblicata
La storia della colonna infame, in parte già progettata durante
la stesura di Fermo e Lucia e redatta in poche pagine nel 1823,
poi ripresa e dilatata nel 1828 e a intervalli rielaborata saltuariamente
sino alla vigilia della pubblicazione nel 1842
Filmografia:
- I promessi sposi del 1922 di ?
- I promessi sposi di Mario
Camerini del 1941; sceneggiatura di I.
Perilli e G. Baldini, riveduta da
E. Cecchi e R. Bacchelli
- I promessi sposi di Mario
Maffei del 1964;
- La colonna infame di Nelo
Risi del 1973; sceneggiatura di Vasco Pratolini.
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1826
marzo, nasce il figlio Filippo
(1826-68);
1827
luglio, intraprende un viaggio in Toscana che lo porta a frequentare
il gabinetto scientifico-letterario di G.P. Vieusseux
e la redazione dell' «Antologia»; qui incontra G.B.
Niccolini, P. Giordani, G.
Capponi, Leopardi, e rivede N.
Tommaseo che egli ha ospitato già a Milano nel 1825 e che nel
1826 gli ha presentato Rosmini); dal 1827
al 1839 lavora praticamente alla revisione stilistica de I promessi
sposi;
1828
Del romanzo storico (1828-30, saggio, pubblicato nel 1845)
1829
Lettre
à Victor Cousin (1829-30, postuma 1887)
1830
luglio, nasce la figlia Matilde
(1830-56);
Lettera
a Niccolò Tommaseo sul Dizionario dei sinonimi (1830)
Della lingua italiana (1830-35, trattato interrotto con due stesure;
ripreso in altre due redazioni tra il 1837 e il 1840 e in una quinta
e sesta ristesura del 1842-43 e del 1855-59)
1833
a Natale muore la moglie Enrichetta
(10 figli in vent'anni);
Natale
del '33 (1833, parte degli Inni sacri, ma interrotto; in
morte a Natale di Enrichetta)
1834
muore la figlia Giulia Claudia [Giulietta];
1836
Sentir
messa (1836, trattato, pubblicato postumo nel 1923 da D.
Bulferetti)
1837
si sposa con Teresa Borri, vedova
di Stefano Decio Stampa († 1820) e madre
di Giuseppe Stefano Stampa (1819-1907);
1841
muore la figlia Cristina;
1842
inizia il silenzio creativo del Manzoni;
1845
nascono due gemelle ma non sopravvivono;
muore la figlia Sofia;
1847
Sulla lingua italiana (1847, Lettera a G.
Carena)
1848
18-22 marzo, cinque giornate
di Milano;
29 luglio, dopo un tremendo incendio a Brusuglio che distrugge
le case coloniche provocando ingenti danni, lascia la custodia della
casa al figlio Pietro e la cura
dei suoi interessi a Cesare Beccaria, e
parte per Lesa, situata nello Stato Sardo;
1849
Dell'invenzione
(1849-50, dialogo; l'edizione francese nel 1858)
1851
Del
piacere (1851, frammento, postumo 1887)
1855
Del
sistema che fonda la morale sull'utilità (1855, appendice alla Morale
cattolica)
1856
muore la figlia Matilde;
1859
Vittorio Emanuele II gli assegna un vitalizio annuo e lo nomina
senatore del Regno;
1860
nella sua casa di Milano riceve la visita di Cavour;
1861
23 agosto, muore la seconda moglie Teresa;
1862
nella sua casa di Milano riceve la visita di Garibaldi;
la solitudine si fa più amara anche perché sono morti nel frattempo
molti dei suoi amici Porta (1821), Visconti
(1841), Fauriel (1844), il vescovo
Tosi (1845) Giusti
(1850, Grossi (1853) Rosmini
(1855, spirato tra le sue braccia);
1863
muore il suo amico G.P. Vieusseux;
La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859
(1864-72, scritto ad intervalli e pubblicato postumo da R.
Bonghi nel 1889)
1864
dicembre, va a Torino per votare al senato il trasferimento della
capitale d'Italia a Firenze, in attesa che venga portata a Roma; compie
il suo ultimo viaggio in Toscana;
1868
muore il figlio Filippo;
Dell'unità della lingua e dei mezzi di diffonderla (1868, relazione
per il ministro Broglio, seguita dall'Appendice
alla Relazione del 1869)
Lettera intorno al libro «De vulgari eloquio» di Dante Alighieri
(1868)
Lettera intorno al «Vocabolario» (1868, a R.
Bonghi)
1870
muore il suo amico Rossari;
1871
Lettera al marchese Alfonso della Valle di Casanova (1871, in
merito alla revisione 1827-40 de I promessi sposi)
1872
accetta la cittadinanza onoraria di Roma, scandalizzando tutti i cattolici
papalini;
1873
6 gennaio, scendendo gli scalini della chiesa di San Fedele a
Milano, cade battendo la testa e riporta un grave ematoma;
28 aprile, muore il figlio Pietro Luigi;
22 maggio, dopo oltre dieci giorni di agonia, muore;
29 maggio, dopo solenni funerali viene tumulato al famedio del
Cimitero Monumentale.
Dell'indipendenza dell'Italia (1873, troncato dalla morte, esce
postumo nel 1924).
Alla sua
morte dei figli rimangono soltanto Enrico
(† 1881) e Vittoria († 1892).
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