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Ugo FOSCOLO o Didimo
Chierico
poeta italiano
1778-1827
(nome di battesimo Niccolò; dal 1797 si firma Niccolò
Ugo, poi solo Ugo)
1778
nasce a Zante [la greca Zacinto, una delle isole Ionie, allora possedimento
di Venezia]
figlio di Andrea (un medico di bordo d'antica famiglia veneziana) e di Diamantina
Spathis (una greca di modeste origini);
1792
raggiunge la madre a Venezia (qui trasferitasi dopo la morte del marito)
dopo aver fatto i primi studi a Spalato;
1794
invia una raccolta di poesie a C. Naranzi
suo parente (pubblicata nel 1831);
1797
gennaio, viene rappresentata la tragedia il Tieste; sfoga
la sua passionalità in amori tempestosi come quello per la dama letterata
Isabella Teotochi Albrizzi ;
abbraccia le idee giacobine;
aprile, promotore della trasformazione della vecchia Repubblica
di Venezia, oligarchica e aristocratica, in repubblica democratica,
deve abbandonare la città e rifugiarsi nella Cispadana, a Bologna dove
pubblica:
A Venezia
(1797, sonetto)
A Bonaparte
liberatore (1797, ode; 1799, ristampa con una nuova lettera dedicatoria)
Ai
novelli repubblicani (1797, ode)
Al
Sole (1797, versi sciolti)
luglio,
tornato a Venezia ottiene il posto di segretario verbalizzatore provvisorio
della municipalità;
17 ottobre, trattato di Campoformio (cessione di Venezia all'Austria);
9 novembre, si dimette dalla Municipalità; costretto nuovamente
all'esilio, si stabilisce a Milano, stringe amicizia con V.
Monti, conosce G. Parini
e collabora con P.
Custodi e M.
Gioia al «Monitore italiano»;
1798
estate, passa a Bologna, scrive sul «Monitore bolognese» e sul
«Genio democratico» (fondato a Modena dal fratello Giovanni);
1799
aprile, di fronte all'invasione austro-russa, riprende la divisa
militare, combatte in Emilia e in Romagna (viene ferito a Cento) e partecipa
alla difesa di Genova (di nuovo ferito);
A Luigia
Pallavicini caduta da cavallo (1799, ode)
1800
dopo la vittoria di N. Bonaparte a Marengo
compie alcune missioni in Lombardia, Emilia e Toscana;
a Firenze un grande amore per Isabella Roncioni ;
tornato a Milano nasce un nuovo amore per Antonietta
Fagnani Arese [relativo carteggio];
Sesto
tomo dell'io (1800, frammento di un romanzo autobiografico rimasto
incompiuto)
Orazione
a Bonaparte (1800, ode)
1802
___________________
Le
ultime lettere di Jacopo Ortis (1802, completato (iniziato nel
1798) e dato alle stampe, dal momento che un certo A. Sassoli ha già portato a termine il libro per
l'editore bolognese Marsigli;
edizione spuria: Vera storia di due amanti infelici; 1816, 17
marzo, III edizione, con l'aggiunta dell'importante lettera contro
Napoleone, pubblicata in Svizzera; 1817,
IV edizione, Londra)
[Scenario dell'opera sono i Colli
Euganei (Padova)]
_______________
1803
La Chioma di Berenice di Callimaco
(1803, traduzione commentata, dedicata a G.B.
Niccolini)
Poesie (1803, opuscolo contenente le due odi A Luigia Pallavicini
caduta da cavallo e All'amica risanata, e dodici sonetti
scritti e rielaborati tra il 1797 e il 1803)
[un'edizione parziale è già uscita nel 1802.]
1804
diventata pericolosa la sua permanenza a Milano chiede e ottiene di
essere inviato come ufficiale nella Francia del nord (Valenciennes,
Lilla, Calais, Boulogne-sur-Mer) dove Napoleone
sta preparando un'armata per invadere l'Inghilterra;
due anni di noia vengono arricchiti dall'amore per una giovane inglese
che gli dà una figlia, Floriana ;
1806
marzo, svanito il progetto napoleonico, torna a Milano, capitale
del Regno d'Italia, con Napoleone I re
e Eugenio
de Beauharnais viceré;
1807
Dei
sepolcri (1807, carme, pubblicato a Brescia)
Esperienza
di traduzione dell'Iliade di Omero (1807, Nicolò Bettoni,
Brescia)
[Oltre alla versione del primo canto del poema omerico
per sua mano, ne contiene un'altra per mano di V.
Monti.]
1808
al suo protettore ministro della guerra A. Caffarelli
dedica il primo volume delle Opere di R.
Montecuccoli da lui curate;
febbraio, ottiene la cattedra di eloquenza all'università di Pavia;
1809
22 gennaio, alla stessa università tiene la celebre orazione inaugurale
Dell'origine e dell'ufficio della letteratura
, seguita da poche altre lezioni perché nel frattempo questo insegnamento
viene soppresso dalle autorità;
1810
Milano, rompe i rapporti con V. Monti;
Ragguaglio
dell'Accademia de' Pitagorici (1810, opera polemica)
1811
Aiace
(1811, tragedia, rappresentata alla scala il 9 dicembre)
[carica di allusioni antinapoleoniche, aggrava i sospetti
della polizia che ne proibisce le repliche e sospende il poeta dal suo
ufficio di revisore delle traduzioni della compagnia dei commedianti
al servizio del re d'Italia.]
1812
dopo alcuni viaggi a Venezia e Pavia, decide di lasciare il regno
d'Italia e si reca a Firenze capitale del regno dell'Etruria; qui vive
tranquillo cullato dall'affetto "coniugale" di Quirina
Mocenni, la "donna gentile", e dalla rara e sicura
amicizia della contessa
d'Albany;
1813
La Ricciarda
(1813, tragedia)
Le Grazie
(1813)
A sentimental journey through France and Italy di L.
Sterne (1813, Viaggio Sentimentale di Yorick lungo la
Francia e l'Italia, versione-creazione già iniziata nel 1804,
pubblicata a Pisa)
[1819, 6 settembre, l'abate Alberino
Bellenghi firma l'istruttoria con cui la Sacra Congregazione
dell'Indice mette al bando il Viaggio Sentimentale di Yorick lungo
la Francia e l'Italia nella traduzione di Didimo
Chierico - nom de plume di Ugo
Foscolo, invaghito di questo racconto fino al punto di tradurlo
tre volte.
L'opera, in apparenza il racconto di un improbabile viaggio, descritto
come in una serie di fotogrammi surreali, è in realtà un'avventura
del pensiero, il cui scopo secondo la Sacra Congregazione è "l'
oscenità, e la laidezza, e la seduzione" mentre, agli occhi degli
innumerevoli letterati inglesi e italiani che lo idoleggiano tra Sette
e Ottocento, resta solo l'ironico filosofeggiare di uno scrittore senza
schemi.]
[Il Viaggio sentimentale del sig. Sterne, era stato già
impresso da Zatta a Venezia nel 1792.]
Notizia intorno a Didimo Chierico (1804, pubblicata a Pisa)
novembre,
mentre crolla l'impero napoleonico, torna a Milano; disposto a combattere,
prende parte ai vari tentativi di salvare il Regno d'Italia;
pensa anche alla possibilità di collaborare in una posizione autonoma
e critica al regime austriaco, che cerca di accaparrarsi il suo appoggio
offrendogli la direzione di una nuova rivista, la futura «Biblioteca
italiana»;
1815
30 marzo, quando gli viene chiesto il giuramento militare prende
una decisione improvvisa: fugge da Milano e dall'Italia;
Parere
(1815)
1816
peregrino in Svizzera;
Discorsi
della servitù dell'Italia (1816)
Ipercalisse (1816, satira secondo lo stile biblico dell'Apocalisse)
contro politici e letterati)
12
settembre, si stabilisce a Londra, accolto con affetto dagli ambienti
liberali inglesi;
la situazione economica però si aggrava, dilapida rapidamente il piccolo
patrimonio della figlia Floriana ,
ritrovata a Londra in circostanze romanzesche e che rimarrà fedele compagna
delle sue sventure;
è costretto ad un estenuante lavoro editoriale e giornalistico vivendo
gli ultimi anni nei più squallidi quartieri londinesi, dove si cela
spesso sotto falso nome (nel 1824 sarà incarcerato per debiti);
1817
tenta di riprendere le Grazie;
Lettere
scritte dall'Inghilterra (1817, raccolta)
Lettera
apologetica (postuma)
1818
Saggio
sullo stato della letteratura italiana nel primo ventennio del secolo
decimonono (1818)
1819
Scritti
su Parga (1819)
1821
Saggi
sul Petrarca (1821)
1823
Epoche
della lingua italiana (1823, lezioni, pubblicate nel 1850)
1824
viene incarcerato
per debiti;
1825
Discorso
sul testo della Divina Commedia (1825)
Discorso
storico sul testo del Decamerone (1825)
1826
Della
nuova scuola drammatica italiana (1826, pubblicato nel 1850)
1827
ridotto a miseria estrema, va ad abitare in una modestissima casetta
a Turnham Green dove muore a 49 anni il 27 settembre;
le sue
spoglie, rimaste nel cimitero di Chidwick, verranno trasferite, a cura
del governo italiano, nella chiesa di Santa Croce in Firenze.
1986. Armando Torno.
L'edizione nazionale delle opere di Ugo Foscolo
in 23 volumi, Le Monnier, Firenze (nell'elegante veste grafica dal caratteristico
color rosa) .
L'ultimo volume che ha visto la luce era uno dei più attesi.
Ha richiesto mezzo secolo di preparazione. Iniziò ad occuparsene
Francesco Pagliai e ora, dopo la sua scomparsa,
è stato condotto a termine da Gianfranco
Folena e da Mario Scotti. Riguarda
Poesie e Carmi, ovvero le Odi, i Sonetti, i Sepolcri,
l'Inno alla nave delle Muse, l'Epistola a Vincenzo Monti,
le Grazie". Di queste parti dell'opera foscoliana viene offerto
il testo migliore sino ad oggi conosciuto. Cioè: il vero testo
di queste celebri pagine, con un apparato critico che sostituisce tutti
i lavori precedenti. D'ora in poi sarà questo poderoso tomo il
riferimento obbligatorio per chiunque voglia conoscere una breve variante
di un sonetto o le traversie del testo delle Grazie. Ma vediamo
brevemente il contenuto.
Le prime 153 pagine sono curate dal Folena.
Dopo un'introduzione dove viene descritto ogni possibile particolare,
si passa ai testi nelle varie redazioni. Si scopre, ad esempio, che
il carnet dei Sepolcri ha come base l'edizione del 1807 di Nicolo
Bettoni (si nota anche che la mancanza dell'accento sul nome
del tipografo è stata voluta a causa di "preziosità di
gusto epigrafico") e che i manoscritti del Foscolo
dedicati a tali versi sono andati distrutti. Ma soprattutto si scoprono
tutte le differenze tipografiche tra questa e le successive edizioni.
Non manca nemmeno l'elenco delle disformità grafiche dell'espressione
bresciana, che pur fu curata dal Foscolo stesso. Infine, il grande contributo
del libro è quello di aver ridato un testo "sicuro" alle "Grazie".
Da pagina 156 a pagina 1267, Mario Scotti
esamina i testimoni autografi, apografi e a stampa, quindi le edizioni,
e conclude presentando un "Prospetto Cronologico" amplissimo e dettagliato
degli avvenimenti che vanno dall'estate 1812 alla primavera 1815. Di
più, nei riguardi delle Grazie, non si poteva sperare.
È il Foscolo definitivo che a scuola abbiamo letto alla meglio
(su certe antologie) e a cui ora è resa giustizia.
Ugo Foscolo, Poesie e Carmi,
a cura di Francesco Pagliai, Gianfranco
Folena e Mario Scotti, Firenze,
Le Monnier, pagg. 1312, L. 100.000.
1987. Armando Torno.
La recentissima edizione delle poesie di Ugo Foscolo ("licenziata dai
torchi della Stamperia Alberto Tallone
ad Alpignano il 28 gennaio 1987") è quanto di più desiderabile
ci sia in commercio per accostarsi al poeta. La tiratura è stata
limitata a 533 esemplari si è usata carta a mano espressamente
fabbricata - quattro carte diverse sono state utilizzate - la composizione
è avvenuta con i caratteri "Palladio" disegnati da Alberto
Tallone e incisi da Charles Malin.
Insomma: un omaggio tipografico degno per accostarsi con eleganza al
Foscolo. Anche il testo è stato riproposto con particolare cura.
Le Odi, i Sonetti, i Sepolcri, l'Epistola a
Vincenzo Monti sono stati fedelmente stampati seguendo l'edizione
Pagliai-Folena-Scotti (Le Monnier, Firenze 1985). Le Grazie
hanno invece seguito la lezione di Francesco Flora,
pubblicata dallo stesso Tallone a Parigi
nel 1956. E su quest'ultimo punto ci pare giusto aggiungere una breve
considerazione: si poteva preferire - soprattutto per Le Grazie - la
lezione Scotti. È un peccato che
Bianca Tallone non lo abbia fatto, ma siamo
sicuri che in lei ha prevalso il gusto del ricordo e il rispetto di
un'elegante tradizione (non pensiamo che un filologo o uno studioso
abbiano suggerito la scelta, perché dal punto di vista scientifico
è una menda). L'opera comunque merita tutti gli elogi, le ovazioni
e i complimenti dei bibliofili e dei foscoliani.
Ugo Foscolo, Poesie, Tallone,
Alpignano (Torino) 1987, pagg. 118, L. 120.000.
Adriana Flamigini, Rosella Mangaroni, "Ugo Foscolo.
La passione dell' esilio", Camunia, Milano 1987, pagg. 330, L. 32.000.
1995.
Giuseppe Billanovich. Nel Settecento si
truccarono in terra lombarda alcune decine di libri come libri del
Petrarca; e al di qua della porta dell'Ottocento Ugo
Foscolo, poeta sommo ma levantino di origine e di costumi, apprestò
per il suo protettore Holland tre esecrabili
presunte lettere autografe del Petrarca:
oggi approdate, a eterna vergogna di quei due, dentro il porto massimo
della British Library. Per fortuna, a contrasto degli operai del male,
operano pure gli operai del bene: cioè sotto il patronato dell'Ente
nazionale Francesco Petrarca e dell'Accademia (aretina) Francesco Petrarca
prosegue il continuo, anche se per necessità lento, restauro
della biografia, delle opere, dei libri del Petrarca.
E anche per provvidenziale fortuna nemmeno una pagina scorsa dagli occhi
e toccata dalla penna del Petrarca è
andata perduta in questi sconquassi di furti e di falsificazioni.
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