Incisione
(XVIII sec.)
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Voltaire
François-Marie Arouet "monsieur de Voltaire"
o patriarca di Ferney
(Parigi 1694 – 1778)
scrittore e filosofo francese, nato nella casa di un notaio parigino.
Fece conoscere Shakespeare ai francesi.
Altri pseudonimi: Akakia, Amabed, Aumonier de sa majesté le roi de Pologne, Guardiano dei Cappuccini di Ragusa, ecc.
Opere:
Oedipe (1718, tragedia, Edipo)
Le fanatisme, ou Mahomet le prophète
La
Ligue ou Henri le Grand (Rouen 1723, poema epico, La lega o Enrico
il Grande, stampato di nascosto)
[I edizione: Rouen 1723, La Ligue,
con la soscrizione fittizia "Ginevra, presso Jean Mokpap";
II edizione: Londra 1728, La Henriade, con una dedica
in inglese alla regina Carolina.]
Marianne (1725, tragedia, Marianna)
Brutus (1730, tragedia, Bruto)
La mort de César (1731, tragedia, La morte di Cesare)
Histoire de Charles XII (1731, Storia di Carlo XII)
Zaïre (1732)
Le temple du goût (1733, Il tempio del gusto)
Inizia il decennio trascorso in Lorena,
nel castello di Cirey sur la Blaise, ospite di
Mme Èmilie de Châtelet
Lettres philosophiques o Lettres sur les anglois o Lettres
anglaises (Londra nel 1733 e Parigi 1734; col titolo Letters
Concerning the English Nation - Lettere filosofiche o Lettere sugli
Inglesi)
[«In Inghilterra di solito si pensa e le lettere
sono più in onore che in Francia. […] Vi sono a Londra circa
ottocento persone che hanno diritto di pensare in pubblico e di sostenere
gli interessi della nazione; circa cinque o seimila aspirano a loro
volta al medesimo onore; tutti gli altri s'erigono a giudici di costoro
e ciascuno può far stampare ciò che pensa sugli affari
pubblici. Così tutta la nazione si trova nella necessità
d'istruirsi». Mario Infelise, I
libri proibiti, Laterza 1999.]
Mondain (1736, Mondano)
L'enfant prodigue (1736, commedia sentim., Il figliuol prodigo)
Traité de métaphysique (1736, Trattato di metafisica)
Eléments de la philosophie de Newton (1736, Elementi della filosofia
di Newton)
Alzire (1736, tragedia, Alzira)
1738, 3 dicembre,
a Cirey sur la Blaise, nel suo viaggio verso Parigi si ferma Madame
de Grafigny;
Discours sur l'homme (1738, Discorsi sull'uomo)
Essai sur le moeurs (?, Saggio sui costumi)
Zulime (1740, tragedia)
Mahomet (1741-42, tragedia, Maometto)
Mérope (1743, tragedia, Merope)
Poème de Fontanoy (1745, Poema di Fontanoy)
La princesse de Navarra (1745, La principessa di Navarra)
Le temple de la gloire (1745, Il tempio della gloria)
Zadig ou la destinée (1748)
Nanine (1749, commedia sentim., Nannina)
Sémiramis (1750, Semiramide, dedicata all'ecclesiastico italiano
Angelo
Maria Querini)
Catilina (1750)
Voix du sage et du peuple (1750, anonimo)
[I censori romani non ne sospettano affatto la vera
paternità; apparso e diffuso con straordinario successo nello
scorcio del 1750, viene frettolosamente colpito con decreto del 25 gen
1751.]
Le siècle de Louis XIV (Berlino 1751, Il secolo di Luigi
XIV; qui dà origine alla questione della "Maschera
di ferro")
Diatribe du dr. Akakia (1752, Diatriba del dottor Akakia)
Micromégas (1752, Micromega)
Nel 1753 lascia la Prussia di
Federico II, il re filosofo, e si stabilisce
a Ginevra nella villa "Les delices"
L'orphelin de la Cine (1755, L'orfano della Cina)
La Pucelle d'Orléans (Francoforte 1755, La Pulzella d'Orléans, poema
diviso in quindici canti, ad opera del cappuccino
Maubert di Francoforte; abbozzata verso il 1725, nel 1735 sono
pronti nove canti e nel 1755 quindici; durante un soggiorno a Berlino
il manoscritto gli viene rubato e nello stesso anno appare così la prima
edizione non autorizzata: il libro termina con «…Cetera desunt»;
nel 1762 V. fa pubblicare un'edizione autorizzata dove i brani più audaci
sono mitigati)
Poème sur le désastre de Lisbonne (1756, Poema sul disastro di Lisbona)
La loi naturelle (1756, La legge naturale)
Essai sur le moeurs (1756, Saggio sui costumi)
Acquisto del castello di Ferney nel 1758
Incisione di Brandoin
(XVIII sec.)
Candide, ou l'optimisme (1759, Candido o l'ottimismo)
[Best-seller, conquista l'Europa quasi il
giorno stesso della sua uscita.]
L'écossaise (1760, commedia satirica, La scozzese)
1763
Traité sur la Tolérance. A l'occasion de la mort de
Jean Calas (1763, s.l.)
[Capitoli:
. I, è raccontato il caso di Jean Calas…
. II, … e le conseguenze del suo supplizio;
. III, tocca delle ragioni che produssero la Riforma, specialmente in
Francia;
. IV, tocca dei vantaggi che dalla tolleranza universale hanno saputo
trarre vari Stati europei, asiatici, americani;
. V, propugna che un simile regime venga accolto anche in Francia;
. VI, si dice che la tolleranza non è di diritto divino o naturale,
non può essere quindi di diritto umano;
. VII, la tolleranza fu ignota ai Greci…
. VIII, … e ai Romani,
. IX e X, … poiché la storia del martirio dei Cristiani dimostra
come esso fu provocato dal disprezzo di quelli per le leggi romane e
non della sola diversità di fede;
. XI, chiarisce gli eccessi mostruosi dell'intolleranza, che giunse
fino a glorificare il regicidio;
. XII, l'intolleranza non fu di diritto divino neppure presso i Giudei…
. XIII, … tant'è vero che la loro storia abbonda di esempi di
tolleranza;
. XIV, né l'intolleranza trova fondamento nella dottrina insegnata
da Gesù Cristo;
. XV, … contro di essa abbondano le testimonianze degli scrittori d'ogni
tempo, dai primi Padri della Chiesa ai contemporanei;
. XVI, contiene una digressione: un finto dialogo fra un morente ed
un intollerante, il quale vorrebbe indurlo a firmare una ritrattazione
e finisce per firmarla egli stesso onde non perdere il merito della
conversione;
. XVII, contiene una digressione: una supposta lettera di un gesuita
che svolge partitamente un suo progetto di sterminio di tutti gli ugonotti
e giansenisti di Francia;
. XVIII, si dimostra che in un solo caso l'intolleranza è giusta,
quando cioè si tratta di contenere gli eccessi del fanatismo;
. XIX, contiene un'altra digressione: una finta disputa tumultuosa fra
un gesuita, un elemosiniere danese e un cappellano di Batavia innanzi
a un mandarino cinese, che finisce per farli imprigionare tutti e tre
finché non si accordino o almeno si perdonino;
. XX, si combatte l'opinione che convenga mantenere i popoli nella superstizione,
poiché "la superstition est à
la religion ce que l'astrologie est à l'astronomie, la fille
très-folle d'une mère très sage";
. XXI, si svolge ancora una volta l'antichissimo motivo sociniano, che
le buone opere valgono più che i dogmi, il cui numero deve quindi
ridursi al minimo possibile;
. XXII, che si intitola De la Tolérance universelle,
è un ultimo calorosissimo appello alla benevolenza e indulgenza
reciproca di tutti gli uomini, fatto anch'esso di spiritose digressioni,
di esempi brillanti, di inaspettate allocuzioni;
. XXIII, chiude il trattato una preghiera, veramente ispirata a Dio,
perché voglia egli stesso porre fine allo scempio d'ogni principio
di bontà cristiana, che da tanti secoli si compie in nome della
credenza in lui, e far sì che gli uomini possano impiegare in
pace il breve attimo della loro esistenza e benedirlo ugualmente in
mille lingue diverse, dal Siam fino alla California.
I due capitoli che seguono contengono:
- un poscritto, ove si confuta un opuscolo apologetico delle persecuzioni,
uscito in questi giorni;
-una conclusione, intesa a informare il lettore dei progressi fatti
dalla causa di riabilitazione di Jean Calas
durante il tempo, in cui il trattato si scrive.
L'intento imprecativo contro l'intolleranza ed emotivo a prò
della tolleranza predomina nel trattato ed assorbe tutte le forze intellettuali
dello scrittore; il quale, a differenza di quasi tutti coloro che lo
precedettero, non si occupa di farci sapere, quale ordinamento sarebbe
a darsi, secondo lui, alla libertà religiosa, quando finalmente
la si potesse ottenere. Onde il suo concetto si può soltanto
sparsamente e incertamente rintracciare in più luoghi; e sarebbe
questo:
- piena libertà di coscienza per tutti, finché non turbino
l'ordine pubblico (cap. XI),
- riservati pero i templi, gli uffici e gli onori pubblici ai segiaci
della religione dominante, cioè del principe (cap. IV) e V).
Questo concetto limitato della libertà
rimarrà anche nel seguito il perno di tutto il movimento letterario
e legislativo francese.]
Idées républicaines (1763, Idee repubblicane)
Dictionnaire philosophique (1764, Dizionario filosofico)
Tancrède (1764, Tancredi)
Le triumvirat (1764, Le triumvirat)
Avis au public sur les parricides imputé aux Calas e aux
Sirven (1766, s.l.)
Les scytes (1767, tragedia, Gli sciti)
L'ingénu (1767, L'ingenuo)
A.B.C. (1768)
Les guèbres (1769, I guebri)
Questions sur l'Encyclopédie (1770-72, Questioni dell'Enciclopedia)
Les pélopides (1772, I pelopidi)
Les lois de Minos (1772, Le leggi di Minosse)
Sophonisbe (1774, Sofonisba)
Lettres à l'Académie (1776, Lettere all'Accademia, dove condannò
Shakespeare)
Irène (1778, Irene)
L'homme aux quarante écus (? , L'uomo dei quaranta scudi)
Histoire de Jenny ( ? , Storia di Jenny)
Le Blanc e le Noir (?, Il Bianco e il Nero)
Jeannot e Colin
La princesse de Babylone (?, La principessa di Babilonia)
Odalisque (compiuta a 82 anni, posta al n. 575 dell' «Enfer» della
Biblioteca Nazionale di Parigi)
Opere:
circa
cinquanta edizioni a partire dal 1740.
Opere complete (Kehl 1784-90 [o 1785-89], I edizione,
70 voll., in 8°, a cura di P.-A.
de Beaumarchais)
[Ne viene eseguita una edizione anche in 12° in 92
voll.
Fatto epico nella storia della stampa e dell'editoria: P.-A.
de Beaumarchais acquista:
- per 160 mila franchi dall'editore parigino Pancoucke
(cui Voltaire aveva affidato il compito
di stampare le sue opere complete) il copyright di tutti i manoscritti
di Voltaire;
- per 150 mila franchi dalla vedova di J.
Baskervillel'intera attrezzatura della stamperia Baskerville,
assicurandosi così per il più grande scrittore del secolo
anche il miglior carattere del Settecento.
Dal margravio del Baden egli si assicura dei locali nella piccola piazzaforte
di Kehl, di fronte a Strasburgo, con privilegi che fanno di lui poco
meno del signore di un principato indipendente. Fonda infine una Société
littéraire et typographique di cui è il solo socio
e che funge da agenzia pubblicitaria della casa editrice di Kehl (una
lotteria dotata d'un primo premio di 24 mila franchi è uno dei
sistemi che egli impiega per attrarre i sottoscrittori).
L'imperatrice di Russia Caterina II deve
patrocinare l'impresa (le viene dedicata una copia dell'opera, stampata
su pergamena e racchiusa in un cofanetto del costo di 40 mila franchi),
ma si oppone all'inclusione nella raccolta della sua corrispondenza
con Voltaire e a causa della sua antipatia
politica per P.-A.
de Beaumarchais - rivoluzionario inquieto - si scaglia anche
contro il "Voltaire figaroisé",
dileggio senza fondamento, perché, a parte l'assenza dei moderni
criteri bibliografici, questa edizione è un capolavoro d'abilità
editoriale e di realizzazione tipografica.]
1778
10 febbraio, dopo ventisette anni di assenza, viene ricevuto
in trionfo a Parigi;
29 aprile, Parigi, viene
ricevuto all'Académie de sciences;
30 maggio, 84enne, muore.
[Dopo il suo ritorno a Parigi si è recato numerose
volte anche all'Académie française e si è intrattenuto
spesso con i suoi amici che hanno seguito quindi da vicino le negoziazioni
del vecchio con la Chiesa.
Tre mesi prima della sua morte egli aveva firmato una ritrattazione
e ricevuto l'assoluzione di un abate comprensivo. In stato di coma dopo
il 18 maggio, egli non ha ripreso conoscenza che apprendendo il decreto
di Lally, il tempo di scrivere una lettera
di felicitazioni a suo figlio Tollendal.
Poi è morto senza ricevere i sacramenti.
La sua famiglia l'ha sepolto clandestinamente nell'abbazia di Seillières,
vicino a Troyes, a scapito del l'arcivescovo di Parigi che gli aveva
rifiutato una sepoltura religiosa negando pure ai membri del Club des
Cordeliers di celebrare un servizio funebre per il grand'uomo, come
si usa ogni volta che muore un accademico. Il clero prendeva la sua
rivincita.
D'altro canto il potente Jean-Frédéric
Phélypeaux, conte di Maurepas, non ha fatto nulla per
far recedere dalla sua posizione l'arcivescovo che, nonostante le reiterate
richieste dell'Académie ha rifiutato ostinatamente una messa
per il riposo dell'anima dell'illustre defunto.
Elisabeth Badinter e Robert
Badinter, Condorcet, Un intellectuel en politique, Librairie
Arthémie Fayard 1988.]
Mémoires pour servir à la vie de M. de Voltaire, écrits par lui-même
(1789, si trovano nel 70° volume della edizione di Kehl; sono stati
pubblicati nel 1914 col titolo Vie privée du roi de Prusse: in
pratica si tratta di una "memoria" per servire al giudizio
dei contemporanei e dei posteri sui rapporti tra Voltaire
e Federico II di Prussia)
[Secondo lui Omero
è noioso.]
Il pregio della sua biblioteca consiste principalmente
nelle note autografe apposite dallo scrittore in margine alle singole
opere. La nuora, madame Denis, vendette
subito Fernay al marchese de Villette per,
si disse, 250.000 livres, mentre la biblioteca fu acquistata
dalla Semiramide del Nord per 150.000 livres
e sistemata all'Hermitage.
Ci vollero dodici grandi casse per trasportare per nave la biblioteca
sino in Russia. I soli testi in inglese, alienati dallo scrittore in
vita, ma recuperati dall'imperatrice, erano 150.
Per la composizione attuale è possibile consultare Bibliothèque
de Voltaire. Catalogue des Livres. Editions
de l'Académie des Sciences de l'Urss, Mosca-Leningrado,
1961.
Dal 1861 la biblioteca di Voltaire è
collocata presso la Biblioteca pubblica della città.
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