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Giovanni Andrea ALCIATO o ALCIATI o Andreas Alciatus

(Milano [a.f.: Alzate (Como)], 8 maggio 1492 – Pavia, 12 gennaio 1550)

 

giurista e insegnante italiano, nato nel Ducato di Milano;

[Figlio di Ambrogio Alciati, ricco e influente mercante, e di Margherita Landriani, donna di nobili origini.
Il padre, morto pochi anni dopo la nascita del suo unico figlio, sembra fosse stato anche ambasciatore milanese a Venezia.]

Collectanea
Rerum patriae
Epistula contra vitam monasticam




De praesumptionibus [Venezia 1564]

a Milano riceve una formazione umanistica dai maestri Giano Lascaris, Aulo Giano Parrasio e Demetrio Calcondila;

1507
passa a Pavia, dove studia diritto con Giason del Maino, Filippo Decio e Paolo Pico;

ancora studente, raccoglie gran parte delle iscrizioni epigrafiche latine che costituiscono i due libri dei suoi:

Monumentorum veterumque inscriptionum, quae cum Mediolani tum in eius agro adhuc exstant collectanea,
[Lavoro che egli considera necessario alla stesura, che va facendo, di una storia di Milano dalle origini ai suoi tempi, ma che rimarrà interrotta al regno di Valentiniano e sarà pubblicata postuma nel 1625 a Milano con il titolo di Rerum Patriae libri IV.]

1511
si trasferisce nell'Università di Bologna per studiare con Carlo Ruini;

1515
pubblica a Strasburgo i primi scritti giuridici composti l'anno precedente:

Annotationes in tres posteriores libros Codicis Iustiniani (1515)
[Dedicate al compagno di studi Filippo Sauli, futuro vescovo di Brugnato.
a.f.: In tres posteriores libros Codicis Justiniani annotationunculae (1518).]

Opusculum quo graecae dictiones fere ubique in Digestis restituuntur (1515)
[Dedicato all'amico milanese Iacopo Visconti.]

La sua preoccupazione è di ripristinare gli originari testi giuridici romani, emendandoli dalle interpretazioni e dai guasti prodotti dai glossatori medievali.

1516
18 marzo, Ferrara (dove non ha mai studiato), ottiene la laurea in utroque iure, ossia in diritto canonico e civile;

1517

Opere di Tacito (1517, Milano, per i tipi di Alessandro Minuziano)
[L'edizione porta le sue Annotationes e una sua dedica, intitolata Encomium historiae, a Galeazzo Visconti, nelle quali egli sottolinea la necessità di rivalutare i meriti storiografici di Tacito anche nei confronti di Livio.]

1518

si stabilisce ad Avignone per insegnarvi diritto;

Collectanea (1518, collezione delle sue opere per i tipi di Alessandro Minuziano)
[- Paradoxa iuris civilis, libri VI, dedicati ad Antonio Du Prat, dove discute di interpretazioni giuridiche;
- Disputationes, libri IV, dedicati a Giovanni Selva, che sono studi di carattere filologico;
- Praetermissa, libri II, dedicati a Iacopo Minut, nei quali spiega il significato di termini giuridici
[a.f.: Praetermissorum libri (1518).];
- De eo quod interest, dedicato a Giovanni Appiani;
- Declamatio, un esempio di disputa legale.
Nel volume sono ripubblicati anche l' Opusculum… e le Annotationes… del 1515.]

 

1519

De verborum obligationibus (Lione 1519)

esce a Milano una raccolta di scritti di vari autori, tra i quali la sua Repetitio;

autunno, dopo un breve ritorno a Milano, riprende l'insegnamento avignonese, commentando la decretale De praesuntionibus e il De vulgari et pupillari substitutione del Digesto.

La sua fama intanto si allarga nei circoli della cultura europea: da Basilea viene ad ascoltarlo Bonifacio Amerbach, amico e corrispondente di Erasmo da Rotterdam, al quale egli – timoroso delle conseguenze della Riforma anticattolica – chiede di rientrare in possesso del suo scritto antimonastico Contra vitam monasticam ad Bernardum Mattium epistola, passato in proprietà dell'umanista olandese.
[Lo scritto sarà pubblicato in Olanda soltanto nel 1695 e rivela un Alciati in linea con la letteratura di polemica anticuriale, che egli tuttavia – a parte quest'unico esempio – per l'avvenire si guarderà dal manifestare.]

1521
17 febbraio, Avignone, mentre sta tenendo il corso "De verborum significatione", riceve da papa Leone X, attraverso l'amico libraio Francesco Calvo, il titolo di conte palatino. Alla fine dello stesso mese, lascia la città francese, dove è scoppiata la peste, e fa ritorno a Milano;

autunno, ritorna ancora ad Avignone per tenervi quello che sembra dover essere l'ultimo corso accademico;

1522
il mancato accordo economico con il Comune di Avignone lo convince a lasciare la città ma il periodo trascorso a Milano, dove esercita l'avvocatura, è tra i più difficili della sua vita, a causa della guerra che devasta la Lombardia;

1527
ritorna ad Avignone e vi insegna ancora due anni;

1529
ottenute migliori condizioni economiche, si trasferisce a Bourges per insegnare nella locale università, dopo aver sostenuto una disputa pubblica, stampata a Lione col titolo De quinque oedum praescriptione insieme con la dissertazione De magistratibus, civilibusqe et militaribus officiis;

Le sue lezioni sono frequentate da un variegato pubblico di giuristi, di letterati, di chierici e di politici: vi assiste persino il re di Francia Francesco I.
[Le lezioni che hanno visto presente il re saranno pubblicate postume a Basilea nel 1582 con il titolo di Andreae Alciati oratiuncula cum Christianissimus Gallorum rex Franciscus Valesius lectioni suae adesset habita.]

Selecta epigrammata graeca (Basilea 1529, traduzioni latine di epigrammi greci)

Defensio in Stellam et Longovallium (Basilea 1529, appare sotto il nome dell'allievo Aurelio Albuzio)
[Contro le critiche rivoltegli da Pierre de L'Estoile, professore di Orléans, dall'avvocato parigino Jean Longueval e da Francesco Ripa, la quale gli vale la replica di Nicolas Duchemin, con la sua Antapologia adversus Aurelii Albucii defensionem pro A. A., prefata da Giovanni Calvino e pubblicata a Parigi.]

1530

De verborum significatione libri quattuor (Lugduni-Lione 1530, suo capolavoro, stampato da Sebastiano Grifio)
[Un'esposizione delle regole dell'interpretazione giuridica, del corso tenuto a Bourges sul Codice di Giustiniano, i Commentarii ad rescripta principum e, a Hagenau, del Libellus de ponderibus et mensuris.]

De magistratibus civilibusque et militaribus officiis (Lugduni-Lione 1530, stampato da Sebastiano Grifio)

1531

Emblemata (Augsburg 1531)
[Un lavoro in latino che conoscerà una straordinaria diffusione, con centinaia di edizioni e traduzioni in italiano, in francese, in spagnolo, in tedesco e in inglese.
Si tratta di una collezione di allegorie e simboli riprodotti in xilografie e spiegati da brevi testi in versi latini che introducono un insegnamento a carattere morale.
Egli non crea un nuovo genere letterario – esistendo già nel Medioevo – ma nuovo è l'utilizzo di soggetti tratti della mitologia classica.
L'opera viene frequentemente ristampata e ampliata e presto tradotta in francese, italiano e spagnolo con uteriori aggiunte.
Da 104 "emblèmes" - emblemi in latino con novantotto silografie, presenti nella prima edizione, stampata da Heinrich Steiner, si passerà ai 190 dell'edizione veneziana del 1546, fino ai 212 dell'edizione padovana del 1621, evidentemente con versi di autori diversi, tra i quali va ricordato Claude Mignault.
Per i centocinquant'anni seguenti questo tipo di libro (genere degli "emblèmes") entrerà nella biblioteca di ogni intellettuale e di ogni persona alla moda in tutta l'Europa occidentale.]

1533
lascia l'Università di Bourges per quella di Pavia;

nominato anche senatore, non è tuttavia soddisfatto della nuova situazione trovata nella città, tormentatata dalla guerra, e nell'Università, dove gli studenti sono particolarmente indisciplinati;

1537
passò volentieri a Bologna, per succedere nella cattedra di Pietro Paolo Parisio;

Digestorum librum XII (Lione 1537)

1538

Parerga (Basilea 1538, collezione erudita)
[- Basilea 1538, I ediz. in tre libri; sarà in seguito ampliata fino all'edizione postuma:
- Lione 1554, in dodici libri.]

1541
le autorità milanesi gli impongono il ritorno a Pavia;

1542
si allontana da Pavia, giustificandosi con il ritardo nel pagamento dei suoi emolumenti, per approdare a Ferrara;

1546
è richiamato ancora a Pavia d'autorità: sono gli ultimi quattro anni d'insegnamento;

1547

Annotationes in Tacitum (1547)

1550
12 gennaio, muore a Pavia, dopo aver nominato suo erede il lontano parente Francesco Alciati, futuro cardinale, che succede immediatamente alla sua cattedra.

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Pubblicazioni postume:

De formula romani Imperii libri duo, (Basilea 1559)
[Comprendente l'«editio princeps» del De Monarchia di Dante.]

Responsa (Lione 1561, in nove libri)

Tractatus de praesumptionibus, cum Annotationibus, & argumentis Ioan Nicolai Arelatani I.V.D. [Iur.Vtr.Doct.] (Lugduni-Lione 1551, Haeredes Iacobi Iunctae)
[ Venezia 1564, apud Cominum de Tridino Montisferrati.]

De plautinorum carmina ratione libellus (Basilea 1568)

__________________

Infine, le Opere, più o meno complete, appaiono in diverse date, a partire dall'edizione dell'Isingrin, a Basilea, del 1547, fino a quella del Guarin, sempre a Basilea, del 1582 e all'edizione di Zetzer, a Francoforte, del 1617.

Bibliografia

P. È Viard, André Alciat. 1492-1550, Paris 1926
R. Abbondanza, «ALCIATO (Alciati), Andrea». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vol. II, 1960 (on-line)
R. Abbondanza, La vie et les œuvres d’André Alciat, in «Pédagogues et juristes. Congrès du Centre d’Études Supérieures de la Renaissance de Tours», 1960, Paris 1963
D. S. Russel, Alciato, Andrea (1492-1550, in C. Nativel, Centuriae latinae. Cent une figures humanistes de la Renaissance aux Lumières offertes à Jacques Chomarat, Genève 1997

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