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– Giovanni
Boccaccio
(Firenze? 1313 – Certaldo, Firenze, 1375)
scrittore italiano, figlio illegittimo di Boccaccio
di Chellino o Boccaccino,
un mercante e cambiatore molto abbiente;
trascorre la sua prima fanciullezza a Firenze dove inizia gli studi
sotto la guida di Giovanni da Strada;
1328 ca
viene mandato a Napoli a far pratica di mercatura nella succursale dei
Bardi, con cui il padre lavora;
Rime (vasto canzoniere composto in vari periodi della sua vita,
che subisce di volta in volta l'influsso poetico di vari autori)
1333
Elegia di Costanza (1333 ca, parafrasi latina in versi dell'Epitafio
di Omonea)
1334 ca
inadatto a questa attività, intraprende lo studio del diritto canonico;
Caccia di Diana (1334 ca, poemetto in terza rima che celebra
in chiave mitologica gentildonne napoletane)
1335
Filostrato (1335, '39 o '40, poema in ottave ispirato ad un episodio
del Roman de Troie di Benoit de Sante-Maure;
"vinto d'amore", secondo una sua personale etimologia)
1336
Filocolo (1336-38, romanzo in prosa, diviso in 5 libri, che narra
gli amori di Florio e Biancifiore, tratti da una leggenda medievale;
"fatica d'amore", secondo una sua personale etimologia)
Allegoria mitologica (Napoli; parafrasi in prosa latina delle
Metamorfosi di Ovidio)
Teseida delle nozze d'Emilia (1339-41)
1340
dopo la sua permanenza a Napoli, torna a Firenze chiamato dal padre
in dissesto economico;
Commedia delle ninfe fiorentine (Ameto o Ninfale d'Ameto)
(1341-42)
Amorosa Visione (1342, poema di terzine dantesche in 50 canti)
Elegia di Madonna Fiammetta (1344-45, romanzo in 9 capitoli preceduti
da un proemio dedicato alle "vaghe donne")
1346
risiede a Ravenna, alla corte di Ostasio da Polenta;
Ninfale fiesolano (1345-46 ca, poemetto in ottave, delicata storia
d'amore tra il pastore Africo e la ninfa Mensola)
Storia di Tito Livio (volgarizzamento
della III e IV decade)
1347
risiede a Forlì, presso Francesco degli Ordelaffi;
1348
durante la terribile pestilenza è di nuovo a Firenze [forse tra gli
"Otto dell'Abbondanza"];
1349
oltre al padre e alla seconda matrigna, muoiono molti suoi amici;
Decameron (prencipe Galeotto) (1349-1353 ca; 1411/14, tradotto
in francese (Cento novelle) da Laurent de Premierfaict)
1350
viene mandato in ambasceria presso i signori di Romagna; autunno, incontra
F. Petrarca a Firenze e nasce così un'assidua
e calda amicizia;
1351
viene mandato come camerlengo del Comune presso Ludovico
di Baviera nel Tirolo; rivede F.
Petrarca a Padova;
1353
nel Monastero di Montecassino, compie importanti scoperte umanistiche:
dal De lingua latina di Varrone
alla Pro Cluentio di Cicerone, dagli
Annali di Tacito alle Metamorfosi
di Apuleio;
Iliade di Omero (traduzione
in latino)
1354
è ad Avignone presso Innocenzo VI;
1359
rivede F.
Petrarca a Milano;
1360
presi gli ordini minori, diventa chierico con cura di anime; attorno
a lui si riunisce un attivo gruppo di letterati, tra cui Coluccio
Salutati e Filippo Villani, che
costituisce il primo circolo dell'Umanesimo fiorentino; a sue spese
viene chiamato a Firenze Leonzio Pilato
cui viene affidata la traduzione dei poemi omerici;
De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludis
et de nominibus maris liber (1360 ca, repertorio ordinato alfabeticamente
dei nomi geografici ricorrenti in opere classiche)
1361
ritiratosi a Certaldo, riceve una lettera del certosino
Pietro Petroni, morto in odore di santità: viene esortato ad
abbandonare gli studi profani, per pensare di più alla sua anima e al
destino mortale dell'uomo; egli non rinnega per questo la letteratura,
della quale anzi promuove la svolta nella direzione del nascente umanesimo;
1362
per intervento dell'amico Niccolò Acciaiuoli,
gran siniscalco del regno di Napoli, viene invitato alla corte angioina
ma ne riparte amareggiato e deluso;
1363
rivede F.
Petrarca a Venezia;
Corbaccio (1365 o '66, forse dallo spagnolo corbacho,
cioè frusta, oppure allude al corvo; sua ultima opera narrativa in volgare)
Genealogia deorum gentilium (1365 ca, trattato in 15 libri di
mitologia classica)
[Nei libri XIV e XV respinge il bando di Platone
contro i poeti e la condanna della poesia in quanto corrotta pronunciata
dall'antichità cristiana e da san Girolamo
in particolare.
Estremamente cauto nella sua difesa, riconosce che più meritevole
di fronte a Dio e alla Chesa sarebbe leggere opere di letteratura sacra
e, pur prendendo le difese dei poeti contro Platone,
conviene che alcuni non meglio indentificati «comici»
lascivi dovrebbero essere messi al bando.
Egli condivide anche il timore che alcuni possano uscire rovinati dalla
descrizione di superstizioni pagane e di culti sacrileghi. Ma se la
Chiesa lo ritiene necessario, argomenta, emani una proibizione generale
e perpetua di alcune opere.
Poiché l'opera è stata scritta in più riprese,
è impossibile datare con precisione le sue affermazioni.
Paul F. Grendler, L'Inquisizione Romana
e l'Editoria a Venezia 1540-1605, Il Veltro
Editrice, Roma 1983.]
Bucolicum carmen (1367, in volume, raccolta di 16 egloghe di
derivazione virgiliana e petrarchesca; dedicato a Donato
degli Albanzani)
De casibus virorum illustrium (1356-60, compiuto nel 1373; 1400,
tradotto in francese (Della rovina dei nobiluomini e delle nobildonne)
da Laurent de Premierfaict)
De claris mulieribus (1361, settantadue biografie di donne famose,
accresciuta nel 1362 a centoquattro (con esclusione dei personaggi biblici
e delle sante); 1401/16, tradotto in francese (Delle illustri e nobili
donne) da Laurent de Premierfaict)
Trattatello in laude di Dante (1355-70 ca, pervenutoci in 3
redazioni; dal vero titolo De vita et moribus Dantis Alagherii florentini
poetae)
Epistole (ne restano solo 24, di cui due in traduzione italiana)
1365
è presso Urbano V ad Avignone;
1367
presso Urbano V a Roma;
1370-71
un ulteriore viaggio a a Napoli presso la corte angioina non è
felice;
1373
viene incaricato dal comune di Firenze di una lettura ufficiale (Comento)
della Divina Commedia, ma dopo un anno le critiche di alcuni
dotti fiorentini e la salute malferma lo costringono a ritirarsi di
nuovo a Certaldo;
Esposizioni sopra la Commedia di Dante (raccolta di materiale
erudito sul poema dantesco, in gran parte utilizzato per le lezioni
tenute, fino al XVII canto dell'Inferno, in Santo Stefano di
Badia)
Carmina latini
De vita et moribus domini Francisci Petracchi (prima biografia
di F.
Petrarca)
De Canaria
1375
21 dicembre, muore.
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