© |
Il Viandante |
|
|
|||
in rete dal 1996 |
||||||
Se ti siamo stati utili effettua una
|
|
|
(Palmanova, Udine 31 maggio 1921 – 27 agosto 2005) politico italiano, esponente del PSI (Partito Socialista Italiano); pubblicista
[Iscritto al gruppo parlamentare:
1940 17 maggio, data dell'ultima seduta pubblica del Senato del Regno; II guerra mondiale 1941
1942
1943 25 luglio 1943 - 23 maggio 1948, Ordinamento provvisorio; 25 lug-17 apr 1944, (I "governo Badoglio"); – 1943 23 set - 25 apr 1945 – 1943-45, durante la guerra partigiana comanda nella Val d'Ossola la
II Divisione Garibaldi "Redi" e in questa veste è uno
dei liberatori di Milano; 1944 18 giugno-12 dicembre, (II "governo
Bonomi"); 1945 21 giugno-10 dicembre, ("governo Parri); 22 set-2 giu 1946, Consulta nazionale; 10 dicembre-13 luglio 1946 (I "governo
De Gasperi"); 1946 22 giugno, entra in vigore la cosiddetta "amnistia
Togliatti";
1947 1948
1950 1951 1953 1954 1955 1957 1958 1959 1960 1962 1963 1964 1966 1967 sindaco di Milano (1967-76); 1968 1969 1970 1972 1973 1974 1976 5 luglio, eletto deputato (VII
Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979) per il PSI, nel
collegio di Milano;
1978 1979
1980
1981 1982
1983
1984 17 giugno, elezioni per il Parlamento europeo; 1986 1987
1988 1989 1991 vicepresidente della Camera dei Deputati e presidente nazionale della Fiap (Federazione Italiana delle Associazioni partigiane);
Parri, L'avventura umana, militare e politica di Maurizio (1991, riferita a F. Parri) 1992 28 giugno-28 aprile 1993, (I "governo
Amato"); estraneo a Tangentopoli, passa ai DS (Democratici di sinistra); 1993 1994 1995 1996 1998 1999 2000 2001 2004 2005 27 agosto, muore a Palmanova (Udine). ________________________
http://www.fondazionealdoaniasi.it/ 1921 Aldo Aniasi nasce a Palmanova (Udine) il 31 maggio, il maggiore di quattro fratelli. Il padre, di origine piemontese, è un funzionario di Stato, il primo procuratore del registro del governo italiano a Udine, la madre è di Modena. Il lavoro del padre costringe la famiglia a spostamenti frequenti e così Aldo vivrà “un po’ dappertutto”, da Rapallo, dove frequenta le elementari, a Mirandola, Rho, Desio, Codogno, Magenta. 1938 La famiglia si trasferisce definitivamente a Milano, abitando in uno dei quartieri più popolari della città e Aldo si iscrive all’Istituto tecnico “Cattaneo”. L’ambiente famigliare e sociale si rivelano determinanti per la crescita e la maturazione di una coscienza politica e antifascista: se dal padre, un vecchio socialista, impara “l’attaccamento al dovere” e “il senso delle istituzioni”, la sua professoressa di italiano e storia, denunciata, poi, per antifascismo, gli insegna il coraggio delle idee. I suoi “discorsi appassionati” – in classe, “parlava liberamente delle ideologie della libertà, dal socialismo al liberalismo” – convincono il giovane Aldo che il fascismo sia “la prigione delle idee”. 1940 In Giugno, proprio quando scoppia la guerra, Aldo ottiene il diploma di maturità , trovando immediatamente lavoro, dapprima in una impresa di costruzioni, la ditta Rodio, poi all’Anas come geometra. 1941 Non pago degli studi tecnici, affronta e supera l’esame da privatista al liceo scientifico conseguendo la maturità scientifica, e si iscrive alla facoltà di ingegneria presso il Politecnico di Milano. La Resistenza 1943 Prima ancora della caduta del fascismo, Aldo con alcuni compagni universitari svolge un’intensa attività clandestina, tenendo riunioni in casa ora dell’uno ora dell’altro, facendo propaganda politica e diffondendo libri e pubblicazioni proibiti dal regime. Subito dopo il 25 luglio, i rapporti con i gruppi antifascisti si fanno più stretti. Nei giorni immediatamente successivi all'8 settembre, assieme ad alcuni amici socialisti, comunisti, azionisti, organizza assalti di massa ai treni tedeschi carichi di generi alimentari e di vestiario, in transito per la stazione ferroviaria di Codogno, dove, nel frattempo, la famiglia è sfollata; con l’appoggio e il sostegno della popolazione civile, distribuisce abiti ai militari sbandati in fuga e il recupero di armi nelle caserme rimaste deserte. Si porta, poi, in bassa Valsesia con una ventina di giovani lodigiani e codognesi, che avrebbero dato vita al distaccamento "Fanfulla" (poi battaglione), della XV Brigata d'assalto Garibaldi. Aldo “fa di tutto”, il partigiano semplice, il caposquadra, il commissario politico di distaccamento, il comandante di brigata, il vicecomandante di divisione e il comandante di divisione, e impara, durante quella straordinaria esperienza, a dormire per terra, nel fieno, a spaccar legna, a segare gli alberi, a sparare col mitra. Il 31 dicembre Aldo e i suoi compagni respingono, nella zona di Camasco l’attacco dei militi fascisti della “Tagliamento”, ma sono costretti a lasciare Camasco. 1944 Si trasferisce nel Cusio, quindi nella valle Strona e successivamente in Val d’Ossola dove viene formata la 2° divisione Garibaldi “Redi”, di cui diventerà comandante, con il nome di battaglia di “Iso Danali” – anagramma di Aldo Aniasi – e dove partecipa direttamente alla breve quanto intensa vicenda della repubblica dell’Ossola, la più famosa tra le “repubbliche” partigiane. 1945 Qualche settimana prima della Liberazione, il fratello Guido viene fatto prigioniero dai tedeschi. “Iso” cerca di trattare senza successo uno scambio di prigionieri. Per lui si pone drammaticamente il conflitto fra l’uomo che deve salvare il fratello e i compagni, e il comandante che ha il dovere “di non piegarsi a nessun ricatto , a nessuna indulgenza sentimentale”. Decide di attaccare e con l’aiuto delle formazioni garibaldine novaresi circondano la colonna tedesca e liberano i prigionieri. Le formazioni dell’Ossola nei giorni che precedono e seguono il 25 aprile eseguono le direttive operative del comando militare di zona. Non si da tregua al nemico, si attaccano caserme, si tenta di impedire la fuga dei fascisti e dei tedeschi, si occupano le città. Alla Divisione “Redi” si arrendono i tedeschi del Campo di Aviazione di Lonate Pozzuolo e Gallarate e gli aviatori dell’aereonautica militare della RSI che tentano invano di resistere. Il 27 e il 28 aprile i partigiani dell’Ossola si ricongiungono a Milano già liberata, e il 6 maggio partecipano alla grande sfilata per le vie della città per festeggiare la Liberazione. Aldo Aniasi verrà insignito della medaglia d’argento al valor militare. Per tutti resterà il “Comandante Iso”.
1946 Nell'immediato dopoguerra il "comandante Iso" lascia il PCI e si iscrive al Partito socialista. La sua esperienza politica comincia dal basso, da membro del direttivo della sezione “Volta Garibaldi” di Milano, a membro del Comitato direttivo della federazione nazionale giovanile, passando, poi, successivamente, all’attività di partito vera e propria come componente del Comitato direttivo della Federazione, del Consiglio nazionale e, infine, membro dell’esecutivo. Negli anni a seguire farà parte del Comitato direttivo di Milano, del Comitato centrale del PSI e, dal 1972, della Direzione nazionale. Per far fronte alle drammatiche emergenze sociali del dopoguerra il giovane Aniasi lavora con Ezio Vigorelli – già partigiano in Ossola insieme ad “Iso” e presidente dell’Ente comunale di assistenza (Eca) – alla costituzione dell’Associazione nazionale degli enti di assistenza (Anea), di cui diverrà segretario generale fino al 1969, un vero e proprio laboratorio politico-sociale che, attraverso la rivista “Solidarietà umana”, promuove coraggiose proposte politiche e importanti convegni di studio, lanciando l’idea di un “piano di sicurezza sociale”. Da questa realtà parte, dunque, una proposta anticipatrice di Welfare State, che mira ad una riforma organica del settore e delle politiche assistenziali nel nostro Paese, richiamandosi al modello inglese. 1947 Aniasi aderisce alla scissione socialista di Palazzo Barberini nel gennaio di quell’anno, passando al Psli (poi Psdi) di Saragat, condividendone il principio dell’autonomia socialista. 1949 Il 9 agosto nasce ufficialmente la Federazione Italiana Associazioni Partigiane (FIAP) dopo il distacco, nel 1948, dall’ANPI. Aldo è uno dei primi comandanti partigiani, assieme a Corrado Bonfantini, ad aderire all’associazione in rappresentanza delle formazioni Matteotti e garibaldine. Nel 1986 succederà a Ferruccio Parri nella presidenza che manterrà fino alla morte. 1951 Viene eletto per la prima volta a palazzo Marino nella giunta Ferrari e come consigliere, forte del patrimonio di esperienza maturato affianco a Vigorelli, si impegna attivamente sul fronte dell’edilizia popolare, profondamente convinto che il problema della casa debba porsi al centro delle politiche sociali del Comune. La richiesta sempre crescente di case e la necessità di contenere la dilagante disoccupazione – due questioni strettamente legate – lo spingono a proporre, per esempio, l’impiego dei senza lavoro nella costruzione di nuovi alloggi popolari. Determinante è poi il suo sostegno all'azione diretta del Comune nel settore delle politiche per i minori: iniziative a favore dell’istituzione di asili nido e scuole materne comunali, colonie marine ed elioterapiche, interventi e servizi mirati, in particolare, a minori portatori di handicap, non scolarizzabili o con patologie specifiche, tra cui, per esempio, l’istituzione tra il 1951 e il 1954 di sette scuole speciali per audiolesi, per anormali psichici, per rachitici e motulesi, per ambliotici, per epilettici, e per bambini gracili. 1954 Viene promosso alla carica di Assessore Effettivo all’Economato, da cui si dimette nel 1959. In qualità di assessore promuove , in particolare, la riforma del servizio di refezione scolastica, elevandone gli standard qualitativi, dagli arredi delle mense ai menù, Da “semplice mensa dei poveri” diventa, così, un importante strumento educativo volto a favorire la socializzazione e l’interazione tra bambini di ogni condizione e ceto sociale. 1959 Alla luce del dibattito in corso nella politica nazionale – unificazione socialista e apertura a sinistra - Aniasi, insieme al segretario del PSDI, Lamberto Jori, entrambi appartenenti alla corrente di sinistra di Vigorelli, su posizioni anti-saragattiane, si staccano dal PSDI, formano il Muis (Movimento unitario di iniziativa socialista), lasciano le rispettive cariche, provocando una crisi nella giunta e passano all’opposizione insieme a Vigorelli. In giugno, il Muis milanese confluisce nel PSI, ottenendo posti in tutti gli organi dirigenti e i gruppi di lavoro. Tra le file socialiste Aniasi sarà uno dei protagonisti della nuova stagione politica che viene inaugurata nel novembre del 1960 con la nascita della prima giunta comunale di centro-sinistra in Italia, guidata dal sindaco Gino Cassinis. 1961-1967 Nell’amministrazione Cassinis, Aniasi viene chiamato a ricoprire l’incarico di Assessore ai Lavori pubblici. Contribuisce , in questa veste, alla costruzione di nuovi edifici scolastici, ponendo fine così al sovraffollamento delle aule ed al sistema della doppia o tripla turnazione nell’orario delle lezioni. L’11 maggio del 1961 riesce a fare approvare dalla giunta il piano di emergenza per la costruzione di aule scolastiche, entro la fine del 1965 Milano si doterà di ben 110 scuole tra materne, elementari e medie. Un impegno ed un risultato straordinari premiati con il conferimento nel 1966 della medaglia d’oro di benemerenza per la scuola, la cultura e l’arte. L’attenzione alle periferie è un altro elemento che caratterizza l’azione di Aniasi. Nel 1961 promuove, infatti, un’importante inchiesta sulle periferie che coinvolgerà 19 quartieri – ne seguirà un’altra nel 1964 – : da quell’inchiesta, dagli incontri con i comitati di quartiere, dalle riunioni con gli amministratori che “uscivano per la prima volta dai loro uffici per prendere atto della realtà cittadina”, si sviluppa e si afferma l’idea del decentramento amministrativo. Su questo tema, nel 1963, si costituisce la prima commissione assessorile composta dallo stesso Aniasi, Valentini e Crippa e, nel 1969, con l’istituzione dei Consigli di zona, il decentramento entrerà ufficialmente in vigore. Il 27 dicembre 1967, pochi giorni dopo la sua elezione a sindaco di Milano, ad Aniasi verrà conferito il titolo onorifico di “Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. Sindaco a Milano 1967-1976 Aldo Aniasi viene eletto sindaco di Milano il 19 dicembre 1967. Sono gli anni difficili della contestazione studentesca, dell’autunno cado e della strage di Piazza Fontana. La giunta Aniasi inaugura una nuova politica urbanistica ed ambientale: viene approvato il piano quadriennale del verde che porta alla realizzazione di nuovi parchi cittadini, di giardini nelle zone periferiche, e di una rete di campi-gioco per bambini – da 8 nel 1961 passano a 84 nel 1970; in difesa della salute pubblica, con un’ordinanza del sindaco viene ordinata la chiusura temporanea della Montedison di Taliedo e della Fonderia Vitale di Bovisa, trasferita poi in un un’altra zona di Milano; per ridurre l’inquinamento atmosferico vengono rinnovati gli impianti termici – il gasolio sostituisce il carbone – negli stabili di proprietà comunale. Altrettanto incisiva l’azione della giunta nella gestione del trasporto pubblico, dall'introduzione del biglietto unico a tariffa oraria e dell’obliteratrice automatica su tram e bus, alla realizzazione delle Linee Celeri dell’Adda e all'apertura della seconda linea della metropolitana, inaugurata il 4 ottobre 1969. Anche la difesa del lavoro rappresenta una priorità dell’Amministrazione: durante le agitazioni dell’autunno caldo, per esempio, il Consiglio comunale vota un cospicuo stanziamento a favore delle famiglie dei lavoratori in stato di bisogno per il prolungarsi degli scioperi, e la distribuzione a prezzi controllati di generi di prima necessità. Nel 1974, a conferma dello stretto legame tra decentramento e sviluppo dei servizi sociali, vengono istituiti i Comitati sanitari di zona, intesi “come strumento di gestione politico-territoriale della politica della salute”: “è sempre necessario – dirà Aniasi – che la tematica del decentramento e della partecipazione possa tradursi in soluzioni concrete e immediatamente agibili. […] La realizzazione di una città diversa, che risponda alle esigenze dei ragazzi e degli anziani può essere solo il risultato di una partecipazione costruttiva”. L’attività culturale 1968 Aldo Aniasi, con Pietro Nenni, segretario del Psi, e Bettino Craxi, segretario della Federazione milanese, inaugura il 10 maggio il Circolo di via De Amicis, luogo di incontro e di dibattito culturale della sinistra milanese. Accanto ai temi più strettamente legati alla politica socialista e alla realtà cittadina, l’assistenza , la riqualificazione delle periferie, le autonomie locali, la medicina scolastica, la regionalizzazione dei telegiornali, trovano spazio nel dibattito le questioni internazionali: dei trenta incontri tenuti nel primo anno di vita del Circolo quasi un terzo sono dedicati, per esempio, alla situazione in America Latina, alla “primavera” di Praga, alla repressione sovietica. Ma il De Amicis è anche un luogo di “socialità”, aperto alla cittadinanza, invitata a partecipare a spettacoli teatrali e musicali. Deputato in Parlamento 1976 Il 28 giugno Aniasi viene eletto deputato nel gruppo parlamentare del PSI. Nel corso della VII Legislatura (5luglio 1976-19 giugno 1979) presenta, come primo firmatario, 17 proposte di legge su temi a lui particolarmente cari: a sostegno della salute pubblica e dell’ambiente, l’istituzione di una “Commissione d’inchiesta parlamentare sulle cause e conseguenze della sciagura causata il 10 luglio 1976 a Seveso (Milano) per l’inquinamento di dioxina dovuto al cattivo funzionamento di un reattore dello stabilimento della società ICMESA”, depositata il 9 agosto 1976; sulle autonomie locali, “Provvedimenti urgenti per il risanamento della crisi economica e finanziaria degli enti locali per l’istituzione di tributi locali a favore dei comuni e delle province ( 9 novembre 1976) e “Nuovo ordinamento dei poteri locali” (18 maggio 1978); in tema di sicurezza sociale, la “Riforma dell’assistenza pubblica e organizzazione dei servizi sociali, presentata il 9 marzo 1977; il 14 aprile sulle “Disposizioni in favore delle vittime della strategia della tensione” e, infine, il 28 novembre 1977, la proposta di “Costituzione di un comitato nazionale dello sport”. È inoltre membro della II Commissione (Interni) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali. 1979 Il 14 giugno Aldo Aniasi viene rieletto deputato tra le fila del Psi nell’VIII Legislatura (20 giugno 1979-11 luglio 1983). Come primo firmatario presenta 10 proposte di legge. Sul tema delle autonomie, “Riforma della finanza locale”, “Stato giuridico ed economico degli amministratori locali” , “Nuovo ordinamento dei poteri locali”, presentate il 25 luglio 1979, e “Nuovo assetto della polizia locale”, il 28 febbraio 1980. A garanzia di una “reale libertà di stampa”, la “Riforma dell’editoria” presentata il 19 luglio 1979; sul problema della casa, “Modifiche alla legge 22 aprile 1982, n. 168, concernenti misure fiscali per lo sviluppo dell’edilizia abitativa”, il 14 marzo 1983. 1980 Aniasi viene chiamato a ricoprire l’incarico di Ministro della Sanità nel II Governo Cossiga ((05/04/80 – 18/10/80) e nel Governo Forlani (18/10/80 – 28/06/81). In tale veste, presenta, come primo firmatario, 10 disegni di legge tra i quali la “Conversione in legge del decreto-legge 28 febbraio 1981, n. 37, recante misure urgenti in materia di assistenza sanitaria” (2 marzo 1981); “Abrogazione dell’obbligo della vaccinazione antivaiolosa” (25 marzo 1981); “Conversione in legge del decreto-legge 28 maggio 1981, n. 247, concernente il blocco degli organici delle Unità sanitarie (30 maggio 1981); Conversione in legge del decreto-legge 29 maggio 1981, n. 252, concernente le prestazioni di cura erogate dal Servizio sanitario nazionale (30 maggio 1981); e ancora, la “Conversione in legge del decreto legge 28 maggio 1981, concernente la partecipazione degli assistiti alla spesa per l’assistenza farmaceutica”. 1981 Il 28 giugno 1981 Aniasi diventa Ministro senza portafoglio con delega agli Affari Regionali nel I governo Spadolini ( 28/06/81- 23/08/ 82) e nel II (23/08/82 –01/12/82). Il 15 luglio entra a far parte della VI Commissione (Finanze e Tesoro). 1982 Il 14 dicembre Aldo Aniasi assume la prestigiosa carica di Vicepresidente della Camera, che manterrà fino al 22 aprile 1992. È contemporaneamente componente dell’VIII Commissione (Istruzione e Belle Arti). 1983 Il 5 luglio Aldo Aniasi viene rieletto deputato nella IX Legislatura (12 luglio 1983- 1° luglio 1987). Sono 20 le proposte di legge che presenta come primo firmatario. In aula si batte, in particolare, per l’approvazione di una “Legge quadro sui servizi sociali” (19 luglio 1983); di una “Legge quadro sui diritti del cittadino malato” (14 novembre 1986); di una “Legge quadro per la regolamentazione dell’esercizio delle professioni sanitarie non mediche (22 gennaio 1987); di una “Legge quadro per la regolamentazione e l’organizzazione del servizio di pubblico trasporto di persone individuale e collettivo” (21 ottobre 1983) e, per finire, propone una “Legge quadro sulle attività sportive in Italia” (12 novembre 1986). In questi anni partecipa ancora ai lavori della II commissioni (Interni). 1987 Come deputato nella X Legislatura (2 luglio 1987-22 aprile 1992), Aniasi svolge un’intensa attività parlamentare, presentando, come primo firmatario, 30 proposte di legge, e cofirmandone 100. Torna ad occuparsi di “Diritti del malato” e di “Servizi Sociali” ( 2 luglio 1987), di personale insegnante di sostegno nelle scuole statali (2 luglio 1987) e dell’istituzione “di una gestione speciale dei fondi destinati a contribuire al finanziamento di attività formative professionali degli invalidi e disabili, nonché per agevolare il loro inserimento nell’ambiente di lavoro” (3 novembre 1988); di tutela dell’ambiente, richiedendo l’introduzione di “Norme per la gestione del territorio nazionale ai fini dell’incremento della fauna, della tutela dell’ambiente e per la regolamentazione della caccia nell’ambito delle disposizioni internazionali e comunitarie” ( 28 luglio 1989); di sport, per “l’ordinamento degli studi di educazione fisica e sportiva presso le università, istituzione del corso di laurea in Scienze motorie e norme transitorie per gli ISEF (19 aprile 1990); particolare attenzione dedica alle attività produttive, auspicando l’incremento del credito alle imprese artigiane per gli anni 1991-1997 (26 settembre 1991). E non dimentica di mantenere viva la memoria della Resistenza, quando presenta, il 14 febbraio 1989, la proposta di legge per la “riapertura dei termini per la concessione di medaglie d’oro al valore militare alle province di Milano e Pavia per meriti acquisiti durante la Resistenza”. È , inoltre, membro della VII Commissione (Cultura, Scienza Istruzione), della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, della Sottocommissione RAI per gli indirizzi. Infine, presidente del Comitato per la Comunicazione e l’Informazione Esterna , afferente all’Ufficio di Presidenza. 1992 Nel corso della XI Legislatura ( 23 aprile 1992-14 aprile 1994), l’ultima che lo vede sedere tra i banchi di Montecitorio, deposita, come primo firmatario, 20 proposte di legge. Tra le altre, “Norme concernenti detrazioni fiscali per incentivare la ricerca scientifica biomedica” ( 23 aprile 1992);”Proposta di Legge costituzionale: Soppressione del Senato della Repubblica e i istituzione del Senato delle regioni e delle autonomie locali” ( 23 aprile 1992); “Modifiche alla legge 10 aprile 1991, n. 121, recante autorizzazione al Governo per l’emanazione di un testo unico delle leggi concernenti l’istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado” ( 18 novembre 1992); “Istituzione dell’Istituto nazionale di biofisica” (28 settembre 1993). È, inoltre, presidente della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione). Gli ultimi anni 1994 Lasciata la Camera dei Deputati, Aniasi prosegue la sua attività politica. A metà degli anni ’90 aderisce ai Democratici di Sinistra (DS) e il suo impegno come presidente della Fiap e come animatore di convegni e seminari è continuo. Il 13 e 14 dicembre, Aniasi organizza a Roma, presso l’Archivio di Stato, un Convegno di studi sul “Governo Parri”, che vede la partecipazione del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, con relazioni di Leo Valiani, Giorgio Spini, Giorgio Vaccarino, Paolo Sylos Labini, Edoardo del Vecchio, Paola Puzzuoli, Renzo Biondo e Guido Quazza. 1995 Il 5 e 6 maggio si svolge a Milano un convegno dal titolo “Le formazioni GL nella Resistenza”, con la partecipazione del generale americano Edwards H. Thomas, il primo ufficiale alleato entrato a Roma il 4 giugno 1944, e con relazioni dello stesso Aniasi, Leo Valiani, Paolo Vittorelli, Giovanni de Luna, Giorgio Vaccarico e Piero Graglia. 1999 Nel 50° anniversario della fondazione della Fiap, Aniasi porta con sé tutta la giunta nazionale al Quirinale ad un’udienza speciale col presidente Carlo Azeglio Ciampi. 2002 Il 13 aprile, in via De Amicis 17 a Milano, in collaborazione con il circolo De Amicis e la Casa della Cultura, Aniasi presenta i risultati di un sondaggio sul tema: “Conoscete la storia patria?” Intervengono Oscar Luigi Scalfaro, Stefano Draghi, Guido Martinotti, Fulvio Papi, Maurizio Pessato e Alceo Riosa. Il 20 ottobre a Fondotoce, nella casa della Resistenza, organizza il Convegno sul “Comando militare del Corpo volontari della libertà”. Relazionano Giorgio Rochat, ,gen. Luigi Manfredi, Guido Bersellini, Renzo Biondo, Francesco O modeo Zorini, Vittorio Beltrami, Arturo Colombo, Aldo. G. Ricci e Mario Giovana. 2003 Il 23 gennaio, presso il circolo De Amicis, Convegno sul tema, “Il pericolo dell’estrema destra in Italia ed in Europa, con interventi di Renato Mannheimer, Guido Caldiron, Saverio Ferrari, Emanuele Fiano, Giorgio Galli, Riccardo Rudeli, Ferruccio Capelli, e con la presentazione di un numero unico, “I siti della vergogna”, un censimento dei siti Internet neofascisti e neonazisti. 2004 A settembre, Aniasi presenzia, presso il Palazzo della Regione a Milano, l’inaugurazione di una mostra su Sandro Pertini. 2005 Il 19 maggio, già malato, si reca per l’ultima volta a Venezia per presentare il libro “Giustizia e Libertà e Partito d’Azione a Venezia e dintorni”. Il “Comandante Iso” si spegne il 27 agosto. I suoi funerali, celebrati il 30, vedono una larga e commossa partecipazione delle autorità e della cittadinanza milanese.
|
||
|