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Vittorio [Tojo] OLCESE


(Milano 11 agosto 1925 - 1° gennaio 1999)

industriale e politico italiano, esponente del PRI (Partito Repubblicano Italiano);

[Figlio di Achille e di ?.
Coniuge:
a) Giuliana de Cesare, di famiglia napoletana, nata a Roma il 5 marzo 1937; (matrimonio contratto nel 1958 e dichiarato nullo dal Tribunale della Sacra Romana Rota nel febbraio 1976);
[Nel suo salotto romano di piazza Campitelli è nato l'Ulivo.]
b) Maria Teresa Valoti, casalinga, nata a Milano 15 dicembre 1936 , residente a Luvigliano di Torreglia (Padova), in via Vescovi, 4.
[Splendida signora che frequentava, come il marito, a Milano il vecchio bar Giamaica ed era stata amica dello scrittore e giornalista Dino Buzzati.]
Figli:
. (a) Carolina Januaria Maria
. (b) Pierpaolo, regista, nato a Cambridge (Gran Bretagna) il 12 aprile 1971; residente a Venezia, Campo San Polo n. 2171.]

Laurea in giurisprudenza; dirigente d'azienda;

1945
27 aprile, B. Mussolini viene "passato per le armi" a Giulino di Mezzegra (Como);

21 giugno-10 dicembre, ("governo Parri);

22 set-2 giu 1946, Consulta nazionale;
[Organismo a carattere consultivo istituito dal (III "governo Bonomi") con decreto luogotenenziale n. 146 del 5 aprile 1945 – composta da membri designati dai partiti del Cln o da altri partiti o scelti, sempre attraverso nomina governativa, tra personalità del periodo prefascista; egli ricopre la carica di Presidente fino al termine dei lavori nel giugno 1946.
Presidente della Consulta: conte Carlo Sforza.]

10 dicembre-13 luglio 1946 (I "governo De Gasperi");

1946
Assemblea Costituente;
2 giugno, Proclamazione della Repubblica;

22 giugno, entra in vigore la cosiddetta "amnistia Togliatti";
25 giugno-31 gennaio 1948, Assemblea costituente;

13 luglio-18 ottobre, (II "governo De Gasperi");
[I governo della Repubblica.]



1947
2 febbraio-31 maggio, (III "governo De Gasperi")

31 maggio-23 maggio 1948, (IV "governo De Gasperi");

1948
18 aprile, (I Legislatura – 1948 8 mag - 24 giu 1953);


23 maggio-27 gennaio 1950 (V "governo De Gasperi");

1950
27 gennaio-26 luglio 1951, (VI "governo De Gasperi");

1951
26 luglio-16 luglio 1953 (VII "governo De Gasperi");

1953
7 giugno, (II Legislatura – 1953 25 giu - 11 giu 1958);
16 luglio-17 agosto, (VIII "governo De Gasperi");
17 agosto-18 gennaio 1954, ("governo Pella);

1954
18 gennaio-10 febbraio, (I "governo Fanfani);
10 febbraio-6 luglio 1955, ("governo Scelba);

1955
6 luglio-19 maggio 1957 (I "governo Segni");

1957
19 maggio-1° luglio 1958, ("governo Zoli");

1958
25 maggio, (III Legislatura – 1958 12 giug - 15 mag 1963);
1° luglio-15 febbraio 1959 (II "governo Fanfani");

1959
15 febbraio-25 marzo 1960, (II "governo Segni");

1960
25 marzo-26 luglio, ("governo Tambroni);
26 luglio-21 febbraio 1962, (III "governo Fanfani);

1962
21 febbraio-21 giugno 1963, (IV "governo Fanfani);


1963
28 aprile, (IV Legislatura – 1963 16 mag - 4 giu 1968);
21 giugno-4 dicembre, (I "governo Leone");
4 dic-22 lug 1964, (I "governo Moro");

1964
20 maggio, acquista Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (Padova), sui Colli Euganei, rimasta finora di proprietà della curia padovana (vescovo Girolamo Bortignon).

http://www.villadeivescovi.net

[1964,
20 maggio, Vittorio Olcese acquista (Notaio Giuseppe Salce di Padova, Rep. 33589) la metà indivisa di Villa dei Vescovi [dati non in possesso];
5 agosto
[possesso di fatto 20 maggio 1964], (Notaio Giuseppe Salce di Padova, Rep. 34032): il vescovo Girolamo Bortignon, leg. rapp. della Mensa Vescovile di Padova, vende a a Giuliana de Cesare, maritata Olcese, la metà indivisa di Villa dei Vescovi (Totale: ettari 6.48.50 + 0.18.53, terreno relativo al fabbricato rurale) per Lire 14.000.000.- [vedi Atto];
15 ottobre, Vittorio Olcese e Giuliana de Cesare accendono un mutuo ipotecario (Notaio Giovanni Candiani di Venezia, Rep. 20456) di Lire 40.000.000.- con l'Ente per le Ville Venete – consorzio, ente di diritto pubblico costituito con la legge 5 agosto 1962, n. 1336, qui rappresentato dal suo presidente, marchese dr. Giuseppe Roi – per l'esecuzione di opere di consolidamento, di restauro, ecc. (da ultimarsi entro il 30 novembre 1966, salvo ulteriori proroghe concesse dall'Ente);
[Interesse annuo scalare del 2,5% e con il contributo a fondo perduto del 20% a carico dell'Ente da erogarsi in coincidenza del rimborso dell'ultima rata di mutuo. Le rate costanti avranno scadenza 1° gennaio e 1° Luglio… ultima rata 15 giugno 1975. Viene concessa ipoteca a favore dell'Ente per Lire 48.000.000.]
[vedi Atto]

Noi ne eravamo a conoscenza - dichiara Giuliana de Cesare -, la vendita di Villa dei Vescovi avvenne per la necessità della Curia di Padova di reperire i fondi necessari alla costruzione di un istituto per bambini disabili. Quindi acquistammo la proprietà con ancora maggiore slancio».]

[L'espressione mensa vescovile indica l'insieme dei beni a disposizione della diocesi per garantire una rendita sufficiente al mantenimento del vescovo, della sua residenza e della curia diocesana.
Si tratta di un istituto regolamentato dal diritto canonico rimasto in vigore in tutte le diocesi italiane, anche dopo le leggi eversive del 1866 che esentò le mense vescovili del passaggio forzato dei beni ecclesiastici allo Stato. Ma con l'accordo di revisione del Concordato (1984), i beni delle mense confluirono negli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, che assunsero pertanto la proprietà dei beni suddetti.
Distinto dalla mensa vescovile era l'istituto del beneficio capitolare, da cui si traeva il reddito per i canonici del duomo; anch'esso, comunque, è stato soppresso e i beni sono confluiti negli Istituti diocesani per il sostentamento del clero.]

1/2, altra quota di comproprietà, Notaio Giuseppe Salce di Padova, 5 aprile 1978 [???].


"Chi vuol fare un palazzo da prencipe pur fuori della terra, vadi a Luvigliano, dove
contemplerà uno albergo degno d'esser habitato da un pontefice o da uno imperatore
nonché da ogn'altro prelato o signore, ordinato dal saper di Vostra Signoria
".
dedica di Francesco Marcolini ad Alvise Cornaro (da "Regole Generali" di Sebastiano Serlio del 1544).]

22 luglio-23 febbraio 1966, (II "governo Moro");

1966
23 febbraio-24 giugno 1968 (III "governo Moro");

1968
19 maggio, (V Legislatura – 1968 5 giu-24 mag 1972);
24 giugno-12 dicembre 1968, (II "governo Leone");
12 dicembre-5 agosto 1969, (I "governo Rumor");

1969
5 agosto-27 marzo 1970, (II "governo Rumor");

1970
27 marzo-6 agosto, (III "governo Rumor");
6 ago-17 feb 1972, ("governo Colombo");

1972
17 febbraio-26 giugno, (I "governo Andreotti");
7-8 maggio, (VI Legislatura – 1972 25 mag - 4 lug 1976);
26 giugno-7 luglio 1973 (II "governo Andreotti");

1973
7 lug-14 mar 1974, (IV "governo Rumor");

1974
14 marzo-23 novembre,  (V "governo Rumor");
23 novembre-12 febbraio 1976, (IV "governo Moro");

1976
12 febbraio-29 luglio, (V "governo Moro");
5 luglio, (VII Legislatura – 1976 lug-19 giu 1979);
29 luglio-11 marzo 1978, (III "governo Andreotti");

1978
11 marzo-20 marzo 1979, (IV "governo Andreotti");

1979
20 marzo-4 agosto, (V "governo Andreotti");
3 giugno, eletto deputato (VIII Legislatura – 1979 20 giu-11 lug 1983) per il PRI, nel collegio di Milano;
[Proclamato il 20 giugno 1979 - Elezione convalidata il 10 giugno 1980]


7-10 giugno, prime elezioni per il Parlamento europeo;
4 agosto-4 aprile 1980, (I "governo Cossiga");

1980
4 aprile-18 ottobre, (II "governo Cossiga");
18 ottobre-28 giugno 1981 ("governo Forlani");

1981
28 giugno-23 agosto 1982, (I "governo Spadolini");

1982
24 agosto-1° dicembre, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
(con funzione di segretario) (II "governo Spadolini");

1° dicembre-4 agosto 1983, (V "governo Fanfani);

1983
26 giugno, rieletto deputato (IX Legislatura – 1983 12 lug-1 lug 1987) per il PRI, nel collegio di Milano;
[Proclamato il 5 luglio 1983 – Elezione convalidata il 26 gennaio 1984.]


9 ago-1° ago 1986
, sottosegretario alla Difesa (I "governo Craxi");

1984

17 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;

1986
4 ago-17 apr 1987, sottosegretario alla Difesa (II "governo Craxi");
[Termine del mandato: 1° luglio 1987.]

1987
17 aprile-28 luglio, (VI "governo Fanfani);
14 giugno, (X Legislatura – 1987 2 lug-22 apr 1992);
28 luglio-13 aprile 1988, ("governo Goria");

1988
13 aprile-22 luglio 1989, ("governo De Mita");

1989
18 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;

22 luglio-12 aprile 1991, (VI "governo Andreotti");

1991
12 aprile-28 giugno 1992, (VII "governo Andreotti");

1992
4 aprile, (XI Legislatura – 1992 23 apr-14 apr 1994);
28 giugno-28 aprile 1993, (I "governo Amato");

1993
28 aprile-10 maggio 1994, ("governo Ciampi");

1994
27 marzo, (XII Legislatura – 1994 15 aprile-8 mag 1996);
10 maggio-17 gennaio 1995, (I "governo Berlusconi");
12 giugno, elezioni per il Parlamento europeo;

1995
17 gennaio-17 maggio 1996, ("governo Dini");

1996
21 aprile, (XIII Legislatura – 1996 9 mag-29 mag 2001);
[Sistema proporzionale.]
17 maggio-21 ottobre 1998 (I "governo Prodi");

1998
21 ottobre-22 dicembre 1999 (I "governo D'Alema");

29 dicembre, vende Villa Vescovi (rogito notaio Carlo Cafiero di Milano) al figlio Pierpaolo (nuda proprietà) per Lire 1.300.000.000 e alla seconda moglie (usufrutto generale vitalizio).
[Restano da pagare:
- Lire 207.054.274.-, residuo Mutuo (Notaio Giovanni Candiani, Venezia 29 ottobre 1990), all'Istituto Regionale per le Ville Venete;
- Lire 170.000.000.- residuo Mutuo (Notaio Giovanni Candiani, Venezia 19 febbraio 1997), all'Istituto Regionale per le Ville Venete;
- Lire 400.000.000.- residuo Mutuo (Notaio Sergio Casali, Milano 11 giugno 1998) Cassa di Risparmio d Venezia SpA;
Il saldo di Lire 522.945.726.- sarà pagato dalla parte acquirente alla parte venditrice a seguito del mancato esercizio del diritto di prelazione.] [vedi Atto]

E tra gli atti, l'atto di "compravendita" avvenuto in data 29 Dicembre 1998. Compravendita con cui Vittorio Olcese, soltanto due giorni prima di mancare e oramai agonizzante, con rogito del notaio Carlo Cafiero, "vende" al figlio nato dal secondo matrimonio, Pierpaolo, la nuda proprietà con gli annessi rurali del complesso monumentale di Villa dei Vescovi mentre ne dispone la proprietà d'usufrutto alla seconda moglie - in regime di separazione dei beni - Maria Teresa Valoti.
Nell'atto di "compravendita" stipulato con il figlio Pierpaolo e la seconda moglie in merito alla proprietà d'usufrutto, non v'è alcuna traccia della figlia, ed erede, Carolina Januaria Maria Olcese nata dal primo matrimonio di Vittorio Olcese con Giuliana de Cesare.
Vittorio Olcese è mancato in Luvigliano di Torreglia il giorno 1 Gennaio 1999. Il giorno 23 Gennaio 1999 viene presentata all'Ufficio del Registro la trascrizione dell'atto. Seguono, fino al 2002, anni di "vuoto" finchè, il 9 Dicembre 2002, avviene una ulteriore trascrizione da cui risultano eredi per il diritto di proprietà - ciascuno per un terzo dell'intero complesso - la vedova, il figlio Pierpaolo e Carolina Januaria Maria Olcese (!). La "vendita" del 29 Dicembre 1998, quindi, non ha avuto seguito. Per quale motivo? Notai e apprendisti notaio, ipotesi e motivazioni le spiegano bene, in modo "pittoresco".
Nell'anno 2005 il FAI, per l'avvenuta donazione di Villa dei Vescovi, tiene due conferenze stampa durante le quali Pierpaolo Olcese dichiara alla stampa: «Donandola al FAI abbiamo rispettato il desiderio di papà così che la villa possa essere aperta al pubblico».
Il tutto riguarda soltanto la proprietà di Villa dei Vescovi. Poi, c'è molto altro. Intanto si arriva al giorno 7 Luglio 2002 quando, il notaio Renato Maria Giacosa, di Milano, nei dati relativi all'annotazione della scrittura privata con sottoscrizione autenticata scrive:

"ATTI NULLI PER MANCANZA DI CONSENSO E - COMUNQUE - NEGOZI SIMULATI IN VIA ASSOLUTA E - PERTANTO - INVALIDI E/O INEFFICACI"
"Atti enunciati nelle premesse A. B e C. che precedono costituivano - in realtà - negozi nulli per mancanza di consenso e - comunque - fenomeno di simulazione assoluta"

Tipo di annotazione ANNOTAZIONE A TRASCRIZIONE
Descrizione 718 INEFFICACIA TOTALE
(....).
(....). Tuttavia il predetto atto (il rogito a nome notaio Carlo Cafiero avvenuto in data 29 Dicembre 1998, ndr) non è mai stato notificato al competente Ministero per l'eventuale esercizio della prelazione, e - pertanto - venne presentata all'Ufficio del Registro di Milano, denuncia di mancato avveramento di condizione (denuncia presentata Ufficio del Registro di Milano in data 30 Gennaio 2001 al numero 67 volume 122);
Quanto precede era motivato dal fatto che gli atti enunciati nelle premesse A. B e C. che precedono costituivano - IN REALTA' - negozi nulli per mancanza di consenso e - COMUNQUE - fenomeno di simulazione assoluta e - PERTANTO - erano invalidi e/o inefficaci, non volendo le parti - A QUELL'EPOCA - che detti atti producessero alcun effetto, ne' obbligatorio ne' traslativo/reale, a favore di chicchessia; Ma vuolsi - ora - concordemente tra le parti interessate far constare in modo espresso della nullità e/o simulazione assoluta degli atti indicati nelle premesse A., B e C. che precedono; tutto ciò premesso e ritenuto; si conviene e si stipula quanto segue:
Valoti Maria Teresa, Olcese Pierpaolo, Olcese Carolina Jannaria Maria, quali unici eredi del defunto signor Olcese Vittorio - da un lato - e quali uniche controparti interessate - dall'altro lato -, dichiararono e riconobbero, ad ogni effetto di legge e con efficacia anche erga omnes, che i seguenti atti:
*in data 29 Dicembre 1998 in autentica notaio Carlo Cafiero al numero 68.996/5.373 di repertorio, registrato a Milano - atti privati - in data 14 Gennaio 1999 al numero 98 serie 2V e trascritto a Padova in data 23 Gennaio 1999 ai numeri 1874 /1374;
*in data 29 Dicembre 1998 a rogito notaio Carlo Cafiero al numero 68.94/5371 di repertorio registrato a Milano - atti pubblici - in data 11 Gennaio 1999 al numero 8835 serie 1/a;
*in data 29 Dicembre 1998 a rogito notaio Carlo Cafiero al numero 68.995/5.372 di repertorio registrato a Milano - atti pubblici - in data 11 Gennaio 1999 al numero 836 serie 1A;
erano e sono nulli per mancanza di consenso e - COMUNQUE - negozi simulati in via assoluta e - PERTANTO - invalidi e/o inefficaci, non (....). (segue l'elenco dei differenti beni quali società ecc.ndr).
(....). Sono da considerarsi di proprietà comune - in parti uguali - tra i signori Valoti Maria Teresa, Olcese Pierpaolo, Olcese Carolina Jannaria Maria il tutto come risulta - altresì - dalla denuncia di successione in morte di Olcese Vittorio, presentata all'Ufficio del Registro successioni di Milano in data 3 Dicembre 1999 al numero 12500.

Il 28 gennaio 2005 la villa sarà donata al FAI (Fondo Ambiente Italiano), dalla sua seconda moglie: Maria Teresa Valoti Olcese

1999
1° gennaio, muore a Milano.

__________________________________

http://www.villadeivescovi.net/acquisto_restauro.htm

La Villa dei Vescovi, gioiello architettonico edificato nel '500 e donata al FAI da Vittorio Olcese, imprenditore, amante delle arti, collezionista, uomo politico e Sottosegretario al Consiglio dei Ministri nei due Governi Spadolini, fu venduta dal Vescovo di Padova Monsignor Bortignon e acquistata in comproprietà proindiviso, e interamente restaurata anche con il contributo dell'Ente Ville Venete, da Vittorio e da me con il reciproco impegno che un giorno divenisse Bene pubblico.
Vittorio mi affidò la supervisione dei lavori di restauro durati due anni, la cura, la scelta degli arredi e degli ornamenti e la regia scenografica della Villa. Già negli anni in vi soggiornavamo con nostra figlia Carolina la Villa era aperta al pubblico ed ospitava eventi pubblici, concerti, rappresentazioni teatrali, convegni letterari, mostre d'arte, artigianato, gastronomiche.
La Villa era frequentata da critici d'arte come Roberto Longhi, David Carret, Franco Russoli e Giuseppe Fiocco, artisti, commediografi e scrittori come Truman Capote, Gianni Testori, Pierpaolo Pasolini, Guido Piovene ed Elio Vittorini, architetti come Ignazio Gardella e Ludovico Caccia Dominioni, scultori come Henry Moore e Alberto Giacometti, pittori come Andy Warhol, Renato Guttuso e Francis Bacon, imprenditori ed editori come Giangiacomo Feltrinelli, Valentino Bompiani, Alberto Mondadori, Carlo Caracciolo e Nino Cerruti, politici italiani e stranieri, di destra e di sinistra da Sir Desmond e Lady Diana Guinness ai repubblicani Ugo la Malfa e Giovanni Spadolini, da Gianni de Michelis a Sir Oswald Mosley - leader delle "Camicie nere" inglesi fondatore e capo della British Union of Fascists - con la leggendaria moglie, Lady Diana Mitford Mosley, scrittrice, detta da Winston Churchill «Lady Dinamite» ed editrice del Guinness of Records avendo sposato in prime nozze il miliardario Brian Walter Guinness. Lady Diana era tanto amica e ammiratrice del Führer che chiamò il suo bassotto «Svastica».
E inoltre sua sorella Lady Deborah con il marito duca di Devonshire, «il Principe nero» Valerio Junio Borghese, già Comandante della X Flottiglia MAS e passato alla storia come autore de «il golpe dell'Immacolata», o «il golpe Borghese», Mario Capanna leader di Lotta Continua e i «terroristi» Toni Negri e Nanni Sabbatini fino a registi come Luchino Visconti, Beni Montresor e Nando Scarfiotti, attori come Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Claudia Mori e tante altre personalità che hanno segnato le cronache e la storia degli ultimi decenni.
La Villa dei Vescovi, i cui frontoni poggiano su maestose mezze colonne ioniche, è immersa nel verde dei Colli Euganei e fu edificata nel 1527 come residenza estiva del Patrizio veneziano Cardinal Francesco Pisani Vescovo di Padova.
A pianta quadrata, fu costruita per volontà del Nobil veneziano Alvise Cornaro della famiglia di Caterina Cornaro Regina di Cipro, e ne commissionò il progetto architettonico a Giovanni Maria Falconetto ed al suo giovane apprendista di bottega Andrea Palladio. Per l'occasione Falconetto e Palladio si recarono a Roma e, dopo aver eseguito i rilievi architettonici delle maggiori antichità romane, progettarono il «Palazzo dei Vescovi» a «Pianta di Vitruvio» con cortile interno a cielo aperto, colonnati, arcate e loggette perimetrali, ed un pozzo centrale alimentato dalle sorgenti degli Euganei.
Qualche anno dopo è ad Andrea della Valle che fu commissionato il progetto delle imponenti scalinate e dei terrazzati che circondano l'intero complesso monumentale, un mirabile esempio architettonico di stile rinascimentale veneto che si distingue dalle Ville Venete per il suggestivo gioco di gradinate, terrazze, sottostanti fornici, un ninfeo e da un doppio ordine di bellissime arcate intervallate da eleganti paraste su cui poggia un fregio del Vittoria ornato di metope, triglifi, bucrani e figure mitologiche in stucco bianco che si stagliano sul fondo rosa delle facciate in un magico effetto di luci ed ombre. Fu nel Settecento che il cortile interno fu chiuso per creare quattro nuove stanze laterali ed il tradizionale salone centrale veneziano.
La barchessa, o rustico, ha un lungo porticato ad ampi archi comprendente uno dei tre portali timpanati che si affacciano sul brolo recintato arricchito da tre portali monumentali ornati dallo stemma Pisani che conducono ad una splendida area all'italiana con un antico pozzo in mattoni di cotto e marmo di Verona.
Il piano nobile e le splendide logge sono interamente affrescate con decorazioni floreali e paesaggi, vigneti, figure umane e scene mitologiche opera del pittore fiammingo Lambert Sustris - metà del sec. XVI -
ll piano terra, ove si intuisce la pianta originale detta «a Pianta di Vitruvio», è caratterizzato dalle volte a botte e a vela, dalle finestre palladiane «a bocca di lupo», dai resti dell'antico pozzo, originariamente posto al centro del cortile interno, in marmo rosa di Verona e da splendide vasche da bagno e lavabi in marmi colorati di Vicenza alimentati da getti d'acqua zampillanti da antiche maschere cinquecentesche in terracotta a bocca di leone.
La Villa dei Vescovi, assai più che una villa veneta, ricorda le architetture del Rinascimento Romano come Palazzo Farnese, il Palazzo di Caprarola e la Villa Lante della Rovere a Bagnaia. Il complesso monumentale della Villa dei Vescovi è recentemente divenuto "Bene del FAI" Fondo per l'Ambiente Italiano e, in attesa di nuovi restauri le visite sono sospese. La riapertura è prevista entro il 2007.
Invito e proposta di Giuliana D'Olcese
La Villa dei Vescovi, il più grande amore artistico della mia vita, è stata per me un'occasione unica di poter riportare agli antichi splendori una grande opera d'arte. Un Monumento italiano, e veneto, da salvare e tramandare ai posteri. Per non commettere errori filologici studiai su «I quattro Libri delle Architetture» di Andrea Palladio. Già l'acquisto della Villa fu una vera avventura. La Villa era bene della Chiesa perciò non alienabile ma, Monsignor Bortignon, una delle tante vittime di «Giuffrè il banchiere di Dio», avendo perso il patrimonio prestatogli dal Giuffrè, patrimonio mai reso con gli interessi promessi, fu costretto a venderla mentre con quell'investimento la Curia di Padova sperava di donare alla città l'asilo per bambini minorati.
E potrei raccontare delle mie visite in Vaticano per ottenere con l'aiuto di Novello Papafava, cugino di Giulio Sacchetti Cameriere segreto del Papa, «il rilascio» e l'uso della Villa. Bortignon l'aveva venduta ma senza l'autorizzazione del Vaticano e il Vaticano ci negava il benestare per entrarne in possesso.
Da quando la Villa fu edificata come residenza estiva del Vescovo di Padova Cardinal Francesco Pisani, sono stata la prima donna ad abitarla facendone un capolavoro di atmosfere e di regia tanto che l'Associazione degli architetti e degli interiors decorators USA ci assegnò il premio annuale per il miglior restauro nel mondo consegnatomi all'Accademia Querini Stampalia, Venezia, con una suggestiva cerimonia.
Tra architetti e interior decorators, vennero in Italia in trecentocinquanta con due aerei speciali e organizzarono una lunga sfilata di gondole con musici, serenate, corolle di fiori, cartelli del premio, il nome della Villa e i nomi di Vittorio Olcese e mio. Non si può immaginare quale avventura meravigliosa furono per me i restauri della Villa.
Del magnifico edificio ricordo e conosco ogni pietra, ogni mattone, ogni tubo, ogni segreto. Tra muratori, idraulici, stuccatori, affrescatori, falegnami, maestri vetrai, maestri del marmo e intagliatori della pietra, vi lavorarono 60 operai al giorno per due anni. Ed io sempre con loro seguendone il lavoro.
E, quando i restauri furono ultimati, reinventai la «Vita in Villa» come la aveva magnificata e immortalata il Ruzzante grande amico e maestro di vita di Alvise Cornaro. Scriveva il Vasari: «Se vuoi vivere da Principe, vieni nel Palazzo dei Vescovi a Luvigliano».
Dalla Villa dei Vescovi passavano tutti e di tutto. Giulia Maria Crespi, ora Presidente del FAI, fu nostra ospite e se ne innamorò. Una delle mie grandi gioie è stato il fatto che che l'espressione di una famiglia tipicamente milanese sia entrata in possesso della Villa perchè, anche se del FAI, la Villa moralmente appartiene molto a Giulia Maria. E' lei che ha il grande merito di averla salvaguardata rendendola al mondo come volemmo Vittorio Olcese ed io. Quando la acquistammo infatti, decidemmo di comune accordo che l'avremmo lasciata ad una Fondazione o allo Stato perchè si conservasse per sempre.
Perchè il sogno, e non solo quello di Villa dei Vescovi, continui, si può aderire al FAI ache con l'invito di "un Monumento FAI da te xTe" e contribuire a salvare il patrimonio artistico dell'Italia più bella senza dover rinunciare a destinare l'8x1000 allo Stato o alle Confessioni religiose. Il 5x1000, infatti, non sostituisce in alcun modo l'8x1000.
Giuliana D'Olcese quota rosa di LiberoReporter

______________________

----- Original Message -----
From: Patrizio Giulini
To: Giovanni CARBONARA
Sent: Monday, March 21, 2011 8:55 PM
Subject: Villa dei Vescovi

Caro Giovanni, mi avete fatto impazzire: ero talmente sicuro di com’era la corte d’onore di Villa dei Vescovi prima che la comprassero e la restaurassero Vittorio e Giuliana Olcese, che ho tentato ogni via per giurare la mia testimonianza:
· a quella cre... della Soprintendente per il Veneto Orientale.
· all’arrogante presuntuoso Direttore Regionale, senza ottenere il minimo cenno di risposta!
No! Loro due dovevano prestare ascolto all"onesto FAI"!
Bene, ora in allegato, (sei il primo a esserne informato) ho trovato una testimonianza irrefutabile:
Grazie a una provvida segnalazione della Presidente di Italia Nostra Padova, Architetto Maria Letizia Panajotti, ho raggiunto la carta di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni edita nel 1780 (Intitolata Gran Carta del Padovano) (presente alla biblioteca civica di Padova) in cui la Villa dei Vescovi è riportata con la corte d’onore con gli assi in croce (molto simili a quelli che avevo visto io nel 1960-’61 prima che la Villa venisse ceduta agli Olcese).
Non si tratta, quindi di un falso storico inventato dai coniugi Vittorio e Giuliana Olcese, come hanno sostenuto la Presidente FAI, il vice Marco Magnifico, l'architetto Domenico Luciani seguiti dal vertice del FAI, non si tratta di una falsa testimonianza del sottoscritto, come calunniosamente il FAI, con la connivenza dell’Architetto Domenico Luciani, voleva farVi intendere.
Te ne allego il particolare per gridare alla porcata, indegna da parte di un FAI (da me amato e a lungo sostenuto) che con così poco rispetto ha trattato, non tanto me, né la Giuliana D'Olcese de Cesare, quanto la VERITÀ!).
Grazie per l’attenzione, Ti prego informa il Ministero e gli innominabili due di cui sopra.
Perché l’Italia deve essere occupata da personaggi di poca cultura e ancor meno onestà?
Attendo una Tua risposta e un commento a come agire.
L’ultima novità, pare, sia: "Il FAI malgrado i permessi è intenzionato a soprassedere al lastricato, all’inaugurazione, in Maggio, verrà Giorgio Napolitano". Ulteriori mistificazioni?
Patrizio Giulini

 

Fonti
- Altre

 

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