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– Enrico
Letta
(Pisa, 20 agosto 1966)
uomo politico italiano, esponente del PD (Partito
Democratico);
presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal
28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014.
– Letta, Enrico (Pisa 1966) uomo
politico italiano
[Nipote di Gianni]
laureato in giurisprudenza;
1993-94, capo della segreteria del ministro degli Esteri B.
Andreatta (governo Ciampi);
1996-97, segretario generale del Comitato per l'euro del ministero del
Tesoro, Bilancio e programmazione economica; ex vicesegretario del Ppi;
1998 ottobre - dicembre 1999, ministro per le Politiche comunitarie
nel governo D'Alema
I;
[il più giovane ministro nella storia repubblicana
battendo Giulio Andreotti]
2000 gennaio - giugno 2001, ministro dell'Industria nei governi D'Alema
II e Amato
II;
2006, maggio, sottosegretario alla presidenza del consiglio nel governo
Prodi II.
Nel 1998 è stato nominato ministro per le politiche comunitarie
del governo D'Alema I,[2] diventando il più giovane, fino ad
allora, ministro della storia della Repubblica.[3] È stato successivamente
ministro dell'industria nei Governi D'Alema II ed Amato II,[2] e poi
sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri
del governo Prodi II.
Europarlamentare dal 2004 al 2006 nel gruppo liberaldemocratico, dal
2001 è deputato, iscritto dapprima al gruppo parlamentare della
Margherita e poi a quello del PD, partito del quale è stato vicesegretario
nazionale dal 2009 al 2013.[2]
Il 24 aprile 2013, Giorgio Napolitano, appena rieletto presidente della
Repubblica, gli conferisce l'incarico di formare un nuovo governo. Letta
accetta l'incarico con riserva, che scioglie positivamente il 27 aprile
2013; lo stesso giorno presenta la lista dei ministri e il 28 aprile
pronuncia il giuramento.[2] Il 14 febbraio 2014 rassegna le proprie
dimissioni a seguito della sfiducia votata il giorno precedente dalla
Direzione Nazionale del Partito Democratico.[4]
Indice [nascondi]
1 Studi e vita familiare
2 Carriera politica
2.1 Primi passi
2.2 L'impegno nel Partito Democratico
2.2.1 Vicesegretario del PD (2009-2013)
2.2.2 Deputato PD nella XVII Legislatura (2013)
2.3 Presidente del Consiglio
3 Incarichi associativi
4 Controversie
5 Opere
6 Note
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Studi e vita familiare[modifica | modifica wikitesto]
Enrico Letta è figlio di Anna Banchi e di Giorgio Letta (professore
di Calcolo delle probabilità all'Università di Pisa, socio
dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dell'Accademia Nazionale delle
Scienze) ed è nipote di Gianni Letta, uno dei principali collaboratori
di Silvio Berlusconi.[5]
Trascorre parte dell'infanzia a Strasburgo, dove frequenta la scuola
dell'obbligo. Si laurea in Scienze politiche (indirizzo politico-internazionale)
all'Università di Pisa nel 1994 con la votazione di 110 e lode[6].
Consegue il perfezionamento (equivalente al dottorato di ricerca, in
base alla legge N. 41/1987) in Diritto delle comunità europee
presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
È stato professore a contratto presso l'Università Carlo
Cattaneo tra il 2001 e il 2003, presso la Scuola Superiore Sant'Anna
di Pisa nel 2003 e presso l'École des hautes études commerciales
di Parigi nel 2004[7]. Si è sposato una prima volta a 24 anni,
ha divorziato 6 anni dopo[8] ed è sposato in seconde nozze con
la giornalista del Corriere della Sera Gianna Fregonara, con la quale
ha tre figli,[9] Giacomo, Lorenzo e Francesco.
Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]
Primi passi[modifica | modifica wikitesto]
È stato presidente dei Giovani democristiani europei tra il 1991
e il 1995, quindi segretario generale del Comitato Euro del Ministero
del Tesoro nel biennio 1996-1997 e vicesegretario nazionale del Partito
Popolare Italiano dal 1997 al 1998. Successivamente è nominato
ministro per le politiche comunitarie del governo D'Alema I (1998-1999),
poi ministro dell'industria nei Governi D'Alema II ed Amato II (1999-2001).[2]
Dal 2001 al 2004, Letta è responsabile nazionale per l'economia
della Margherita. Alle elezioni europee del 2004 è stato eletto
parlamentare europeo per la lista di Uniti nell'Ulivo nella circoscrizione
nord-est, ricevendo 176 000 preferenze.[10]
Iscritto al gruppo parlamentare dell'Alleanza dei Liberali e Democratici
per l'Europa, è stato membro della Commissione per i problemi
economici e monetari; della Commissione temporanea sulle sfide e i mezzi
finanziari dell'Unione allargata nel periodo 2007-2013; della Delegazione
per le relazioni con i paesi del Maghreb e l'Unione del Maghreb arabo
(compresa la Libia). Nel 2006, viene nominato sottosegretario del Consiglio
dei ministri del Governo Prodi,[2] succedendo allo zio Gianni Letta,
e abbandona l'incarico europeo per accettare quello di deputato nazionale.
L'impegno nel Partito Democratico[modifica | modifica wikitesto]
Enrico Letta nel 2009
Dal 23 maggio 2007 è uno dei 45 membri del Comitato Nazionale
per il Partito Democratico che riunisce i leader delle componenti del
futuro PD. Il 24 luglio 2007 annuncia la sua candidatura alle primarie
per la segreteria del PD[11] tramite un video su YouTube.[12] In seguito
ha dichiarato:
« Vorrei fare in modo che il nuovo partito sia costruito un po'
come l'enciclopedia Wikipedia, un po' come un quadro di Van Gogh. Come
accade con Wikipedia, anche nel PD ognuno delle centinaia di migliaia
di partecipanti deve portare il proprio contributo, le proprie competenze,
che in certi campi sono di sicuro maggiori delle mie e di quelle dei
leader del centrosinistra. E, come i quadri di Van Gogh, il nuovo partito
deve avere tinte forti: un giallo che sia giallo, un blu che sia blu.[13]
»
La sua candidatura raccoglie il sostegno di varie personalità
e gruppi del centrosinistra:
personalità politiche, quali l'ex ministro delle politiche agricole
Paolo De Castro,[14] Davide Corritore,[15] l'europarlamentare Gianni
Pittella, l'ex presidente della Commissione esteri della Camera Umberto
Ranieri,[16] entrambi DS, l'ex-sottosegretario agli interni Giannicola
Sinisi (Margherita);
amministratori locali, come il presidente della regione Basilicata Vito
De Filippo, il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, il Presidente della
Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai;[17]
il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga;
l'associazione Innovatori Europei.[18]
Raccogliendo 391.775 voti (l'11,02%), supera i tre candidati indipendenti
(Jacopo Schettini Gherardini, Pier Giorgio Gawronski e Mario Adinolfi)
e si piazza terzo alle spalle di Rosy Bindi e Walter Veltroni, che viene
eletto segretario col 75,82% dei voti. Nel 2007 è nominata Responsabile
nazionale Lavoro nella Segreteria nazionale del Segretario Walter Veltroni.
Dal 9 maggio 2008 al 24 febbraio 2009 è Ministro del Lavoro,
Salute e Politiche Sociali nel Governo ombra del Partito Democratico.[19]
L'8 maggio 2008 restituisce l'incarico di Segretario del Consiglio allo
zio Gianni Letta, a causa della caduta del Governo Prodi e della successiva
elezione a Presidente del Consiglio di Silvio Berlusconi.
È eletto alla Camera nelle fila del Partito Democratico. Tra
le principali proposte di legge che ha presentato nella XVI legislatura
(2008-2013), quella sull'abolizione dei vitalizi dei parlamentari.[20]
Primo firmatario, insieme con Guglielmo Vaccaro, della Legge 238/2010
- Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia rientrante
nel progetto "Controesodo - Talenti in movimento".
Dal 24 febbraio 2009 il Segretario del PD Dario Franceschini (già
Vicesegretario di Veltroni nominato leader del Pd dopo le sue dimissioni
dalla Segreteria nazionale) lo nomina Presidente nazionale del Forum
Welfare del Pd.
Vicesegretario del PD (2009-2013)[modifica | modifica wikitesto]
Alle elezioni primarie del 2009 sostiene la mozione vincente di Pier
Luigi Bersani ed il 7 novembre 2009 viene eletto vicesegretario nazionale
del PD.[21] Il 20 aprile 2013, contestualmente alla effettività
delle dimissioni del segretario Bersani a causa dell'esito fallimentare
delle candidature a Presidente della Repubblica di Franco Marini e Romano
Prodi, tutta la segreteria del PD, e quindi anche il vicesegretario
Letta, rassegna le dimissioni dai propri incarichi nel partito.
Deputato PD nella XVII Legislatura (2013)[modifica | modifica wikitesto]
L'8 gennaio 2013 la direzione nazionale del PD candida Letta alla Camera
dei Deputati come capolista della lista PD nelle circoscrizioni Marche
e Campania II in vista delle Elezioni politiche italiane del 2013[22].
A marzo, in seguito alle elezioni, insieme con molti altri colleghi
del Parlamento, aderisce al progetto "Riparte il futuro",
firmando la petizione che ha lo scopo di revisionare la legge anti-corruzione,
modificando la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416
ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare.[23]
Presidente del Consiglio[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Governo Letta.
Enrico Letta con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
IL 24 aprile 2013 riceve l'incarico di presidente del Consiglio dei
ministri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, incarico
che accetta con riserva.[24] Dopo un rapido giro di consultazioni nella
giornata di giovedì 25 aprile,[25] il 27 aprile scioglie la riserva
e forma il 62° governo della Repubblica Italiana, composto da 21
ministri, di cui sette donne, con un'età media di 54 anni.[26]
Il governo è composto da esponenti del Partito Democratico, Popolo
della Libertà e Scelta Civica.
Il 29 aprile ottiene la fiducia della Camera dei Deputati con 453 voti
favorevoli e 153 contrari su 623 votanti; solo 17 gli astenuti[27].
Il giorno successivo ha ottenuto la fiducia anche al Senato con 233
sì, 59 no e 18 astenuti.[28] Il suo governo si configura come
il primo esecutivo di grande coalizione della storia della Repubblica,
in quanto comprende esponenti di entrambe le principali coalizioni che
si contrapponevano prima delle elezioni.
In particolare, la stessa carica di vicepresidente del Consiglio dei
ministri è stata affidata al segretario politico del Popolo della
libertà Angelino Alfano. Il 14 giugno promuove un vertice a quattro
a Palazzo Chigi con i ministri economici e del Lavoro di Italia, Germania,
Francia e Spagna sul tema della disoccupazione giovanile[29]. Il 15
giugno il Governo emana il c.d. "decreto del fare", provvedimento
volto ad assumere politiche per il rilancio dell'economia[30].
Il 17 e 18 giugno partecipa al suo primo G8 a Lough Erne in Irlanda
del Nord[31], mentre tra il 5 e il 6 settembre partecipa al G20 di San
Pietroburgo[32]. Suo Sherpa e consigliere economico e' Fabrizio Pagani.
Letta e Barack Obama al G8 del 2013
Il 28 settembre i ministri del PdL si dimettono su ordine del loro leader
Silvio Berlusconi, prendendo a pretesto la decisione di posticipare
il decreto che impediva l'aumento dell'IVA dal 21 al 22%, aprendo così
di fatto una crisi di governo.[33]. Il giorno seguente Letta si reca
al Colle dal Presidente della Repubblica per fare il punto della situazione
sul Governo e le alternative possibili. In precedenza il Capo dello
Stato aveva dichiarato che avrebbe sciolto le camere solo se non ci
fossero state alternative possibili[34].
Il 2 ottobre si è votato per la fiducia: in mattinata si è
votato presso il Senato, nel pomeriggio alla Camera[35][36]. Al Senato
ha ottenuto 235 voti favorevoli e 70 contrari, mentre alla Camera 435
favorevoli e 162 contrari, ottenendo quindi la piena fiducia da parte
del Parlamento[37]. Il 27 novembre il Senato approva il ddl di Stabilità
con 162 voti favorevoli (Partito Democratico, Nuovo Centrodestra, Scelta
Civica) e 115 contrari (Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia
Libertà, Fratelli d'Italia). Ciò comporta, dunque, sia
l'approvazione della legge finanziaria da parte del Senato sia la composizione
di una nuova maggioranza di Governo dopo l'uscita di Forza Italia, anche
a seguito della votazione della decadenza dalla carica di senatore di
Berlusconi avvenuta in quello stesso giorno.[38][39]
In seguito alle dimissioni dal Governo del ministro Nunzia De Girolamo,
dal 27 gennaio assume ad interim la carica di Ministro delle Politiche
Agricole Alimentari e Forestali.[40]
Il 13 febbraio 2014 la Direzione Nazionale del Partito Democratico,
su impulso del segretario Matteo Renzi, chiede a Letta le dimissioni
per fare spazio ad un nuovo esecutivo guidato dallo stesso Renzi.[41]
Il giorno seguente, Letta rassegna le proprie dimissioni al Capo dello
Stato.[4][42]
In seguito si trasferisce a Parigi per insegnare all'Università
Sciences-Po dove tiene un corso su Europa e populismi.[43]
Incarichi associativi[modifica | modifica wikitesto]
Letta è segretario generale dell'Arel - Agenzia di ricerche e
legislazione, fondata da Beniamino Andreatta, nonché fondatore
delle associazioni Trecentosessanta e VeDrò[44]. È inoltre
membro del comitato europeo della Commissione Trilaterale[45] e del
comitato esecutivo dell'Aspen Institute Italia (ne è vicepresidente
dal 2004)[46]. Nel 2012 ha partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg
presso Chantilly, Virginia, USA.[47]
Controversie[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Luigi Lusi#Inchieste giudiziarie.
Nel gennaio 2012 l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, iscritto
nel registro degli indagati per aver sottratto, secondo la procura di
Roma, ingenti somme di denaro dalle casse del partito, ha sostenuto
che parte di tali soldi sia andata a diversi appartenenti al partito,
tra i quali Enrico Letta[48].
_________________________________
Presidente del Consiglio dei ministri
Enrico Letta (PD)
Vicepresidente del Consiglio dei ministri
Angelino Alfano (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri
Filippo Patroni Griffi (indipendente), segretario del Consiglio
dei ministri
Giovanni Legnini (PD), con delega all'editoria e al programma di governo
Marco Minniti (PD), con delega alle informazioni per la sicurezza, Autorità
Delegata per la Sicurezza della Repubblica - dal 17/05/2013
Ministri senza portafoglio
Rapporti con il Parlamento e coordinamento dell'attività di
governo
Ministro Dario Franceschini (PD)
Sottosegretari Sesa Amici (PD)
Sabrina De Camillis (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Affari europei
Ministro Enzo Moavero Milanesi (SC)
Affari regionali e autonomie
Ministro Graziano Delrio (PD) (dal 26/06/2013 con delega allo sport)
Sottosegretari Walter Ferrazza (FI, fino al 30/11/2013 Moderati in Rivoluzione[11])
- fino al 2/12/2013[12]
Coesione territoriale
Ministro Carlo Trigilia (PD)
Riforme costituzionali
Ministro Gaetano Quagliariello (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Pubblica amministrazione e semplificazione
Ministro Gianpiero D'Alia (UdC[13])
Sottosegretari Gianfranco Micciché (GS) - fino al 29/11/2013[14]
Michaela Biancofiore (PdL) (dal 26/06/2013 con delega in materia di
sport)[15] - fino all'1/10/13
Integrazione
Ministro Cécile Kyenge (PD) (dal 26/06/2013 con delega alle politiche
giovanili)
Pari opportunità, sport e politiche giovanili
Incarico cessato il 24/06/2013; dal 26/06/2013 le competenze sono state
così ridistribuite:
al ministro per gli affari regionali e le autonomie Graziano Delrio
lo sport;
al ministro per l'integrazione Cécile Kyenge le politiche giovanili;
al viceministro del lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra
le pari opportunità.
Ministro Josefa Idem (PD) - fino al 24/06/2013[16]
MINISTERI
Affari esteri
Ministro Emma Bonino (RI)
Viceministri Lapo Pistelli (PD)
Marta Dassù (Indipendente)
Bruno Archi (FI, fino al 16/11/2013 PdL) - fino al 3/12/2013[17]
Sottosegretario Mario Giro (PpI, fino al 10/12/2013 SC)
Interno
Ministro Angelino Alfano (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Viceministro Filippo Bubbico (PD)
Sottosegretari Domenico Manzione (indipendente)
Gianpiero Bocci (PD)
Giustizia
Ministro Anna Maria Cancellieri (indipendente)
Sottosegretari Giuseppe Berretta (PD)
Cosimo Ferri (indipendente)
Difesa
Ministro Mario Mauro (PpI, fino al 10/12/2013 SC)
Sottosegretari Roberta Pinotti (PD)
Gioacchino Alfano (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Economia e finanze
Ministro Fabrizio Saccomanni (indipendente)
Viceministri Luigi Casero (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Stefano Fassina (PD) - fino al 04/01/2014
Sottosegretari Pier Paolo Baretta (PD)
Alberto Giorgetti (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Sviluppo economico
Ministro Flavio Zanonato (PD)
Viceministri Carlo Calenda (SC)
Antonio Catricalà (indipendente)
Sottosegretari Simona Vicari (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Claudio De Vincenti (PD)
Infrastrutture e trasporti
Ministro Maurizio Lupi (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Viceministro Vincenzo De Luca (PD)
Sottosegretari Erasmo De Angelis (PD)
Rocco Girlanda (NCD, fino al 28/11/2013 FI; fino al 16/11/2013 PdL)
Politiche agricole alimentari e forestali
Ministro Nunzia De Girolamo (NCD, fino al 16/11/2013 PdL) - fino al
27/01/2014
ad interim Enrico Letta (PD) - dal 27/01/2014
Sottosegretari Maurizio Martina (PD) (con delega per Expo 2015)
Giuseppe Castiglione (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Ambiente e tutela del territorio e del mare
Ministro Andrea Orlando (PD)
Sottosegretario Marco Flavio Cirillo (FI, fino al 16/11/2013 PdL)
Lavoro e politiche sociali
Ministro Enrico Giovannini (Indipendente) (dal 10/07/2013 con delega
alle pari opportunità[18])
Viceministro Maria Cecilia Guerra (PD) (dal 10/07/2013 con delega alle
pari opportunità[18])
Sottosegretari Carlo Dell'Aringa (PD)
Jole Santelli (FI, fino al 16/11/2013 PdL) - fino al 6/12/2013[19]
Istruzione, università e ricerca
Ministro Maria Chiara Carrozza (PD)
Sottosegretari Gabriele Toccafondi (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Marco Rossi-Doria (indipendente)
Gianluca Galletti (UdC)
Beni e attività culturali e turismo
Ministro Massimo Bray (PD)
Sottosegretari Simonetta Giordani (Indipendente)
Ilaria Borletti Buitoni (SC)
Salute
Ministro Beatrice Lorenzin (NCD, fino al 16/11/2013 PdL)
Sottosegretario Paolo Fadda (PD)
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