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Il Viandante |
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(Tassullo, Trento 28 dicembre 1733 – Tassullo, 28 ottobre 1802) giurista, storico e pubblicista italiano; studia diritto a Salisburgo, Gottinga, Lipsia; 1764 L'esistenza della legge naturale impugnata e sostenuta (1764) 1766 Ragionamenti intorno alla legge naturale e civile (1766) 1767 Di una riforma d'Italia ossia dei mezzi di riformare i più
cattivi costumi e le perniciose leggi d'Italia (Villafranca (in
realtà Venezia) 1767; 2ª ed. in d 2 voll. 1770; altra ed.
in 3 voll. Londra (Lugano) 1786, con note; ed. pari alla prima, Parigi,
anno IV) Il trattato prende spunto dalle polemiche del giurisdizionalismo, ma affronta il problema del conflitto Stato-Chiesa alla radice, nel suo nodo principale: occorre ridurre il clero secolare (i preti), abolire quello regolare (ordini ecclesiastici), sottrarre ogni ricchezza alla Chiesa e trasformare i sacerdoti in funzionari pubblici, preparati per il loro compito in seminari gestiti dallo Stato. Si possono notare riferimenti al febronianesimo, mentre a sua volta l'opera sembra suggerire temi e argomenti al nascente giuseppinismo. Pilati vuole l'abolizione di tutte le immunità e delle giurisdizioni ecclesiastiche, restituire allo Stato e al mercato i beni immobilizzati nelle manimorte, la cancellazione dei diritti romano e canonico. È cosciente della differenza tra i paesi protestanti con i paesi cattolici; i paesi che hanno conosciuto la Riforma non conoscono forme di immobilizzazione dei beni, i quali al contrario circolano liberamente e distribuiscono benessere. La superiorità dei paesi protestanti non deriva però, secondo Pilati, da motivazioni teologiche, ma sposta l'origine su differenze culturali ed etiche. Nodo da scegliere è sempre la presenza ingombrante della Chiesa che concentra le ricchezze sottratte allo Stato e alla società civile e porta con sé un sistema di valori incompatibile con un mondo ragionevole. Fondamentale è il concetto di tolleranza e il rifiuto di ogni inquisizione. Il sovrano e lo Stato sono inoltre invitati a fare una scelta decisamente antiaristocratica, poiché la nobiltà, assieme al clero, rappresenta un'istituzione anacronistica e che ostacola il libero sviluppo della società. Della tolleranza in punto di religione
agosto, si trasferisce in Olanda, sede dei grandi editori dell'Illuminismo
radicale. Successivamente si trasferisce a Coira, nei Grigioni, da cui
si lancia nell'esperienza giornalistica lanciando il giornale «Corriere
letterario», che dura circa un anno e mezzo, come tentativo di
mediazione tra cultura tedesca e Illuminismo italiano e francese. 1768 Relazioni del Regno di Cumba (1768) Riflessioni di un Italiano sopra la Chiesa in generale, sopra il
clero sì regolare che secolare, sopra i Vescovi ed i Pontefici
romani e sopra i diritti ecclesiastici dei principi (Borgo Francone,
Venezia, 1768) 1769
1804 __________________ Proveniente da una cultura di frontiera (Trento), da un'identità difficile e divisa fra cultura controriformistica, aperture illuministiche, influenze asburgiche e resistenze ecclesiastiche, prende come proprio punto di riferimento la cultura tedesca e la religiosità protestante, oltre all'Illuminismo italiano e francese. Le sue argomentazioni principali sono l'esaltazione della ragione e dell'esperienza contrapposte alla natura, il ruolo fondamentale dell'istruzione, il carattere strumentale delle religioni. Fondamentale per capire la sua formazione culturale è anche la dottrina di Febronio e la cultura giansenistica.
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