|
– Elio
VITTORINI
(Siracusa 23 luglio 1908 – Milano 1966)
scrittore italiano;
[Figlio di un ferroviere.]
passò l'infanzia in varie località della Sicilia seguendo le destinazioni
del padre;
1924
fugge improvvisamente dall'isola, interrompendo gli studi tecnici, e
si ferma in Venezia Giulia dove lavora come assistente edile;
1927
manifesta la sua vocazione letteraria nella rivista di C.
Malaparte «La conquista dello Stato» e sul quotidiano torinese
«La Stampa»;
Scarico di coscienza (1929, intervento nell' «Italia letteraria»
in cui rifiuta gran parte della tradizione italiana per rifarsi ai modelli
francesi e a Italo Svevo; ciò provoca un
trambusto e gli crea qualche fastidio nelle collaborazioni)
1929
esce il suo primo racconto in «Solaria»;
1930
trasferitosi a Firenze, collabora anche a «Il Bargello», organo della
Federazione provinciale fascista, che acquista, grazie a lui, notevole
importanza culturale; collabora poi a «Letteratura» e a «Campo di Marte»;
Scrittori nuovi (1930, antologia scritta con E.
Falqui)
1931
Piccola
borghesia (1930, racconti già apparsi in «Solaria»; 1931,
in volume, ed. Solaria, Firenze)
Erica e i suoi fratelli (1931, racconto lungo apparso in «Campo
di Marte»; 1956, in volume, Bompiani, Milano)
La garibaldina (1931; interrotto nel 1936 con il precedente,
sotto l'urgenza emotiva della guerra di Spagna; 1956, in volume, Bompiani,
Milano)
1932
Nei
Morlacchi (1932)
Viaggio in Sardegna (1932)
[pubblicati entrambi nel 1936 e poi ristampati nel 1953
col titolo Sardegna come infanzia.]
1933
Il
garofano rosso (1933-34, romanzo, apparso a puntate in «Solaria»
provoca il sequestro della rivista con l'accusa di oscenità; 1948, in
volume, Mondadori, Milano)
[da cui il film del 1976
di Luigi Faccini e lo sceneggiato TV
per la RAI di Piero
Schivazappa.]
1936
Nei Morlacchi - Viaggio in Sardegna (1936, scritti nel 1932,
Parenti, Firenze; 1953, ristampa, col titolo Sardegna come infanzia,
Mondadori, Milano)
1938
si trasferisce a Milano dove, in seguito alla guerra civile spagnola,
da "fascista di sinistra" si iscrive al PCI (Partito Comunista
Italiano);
Conversazione in Sicilia (1938, apparso a puntate su «Letteratura»;
1941, in volume col titolo Nome e lacrime, per aggirare la censura,
Parenti, Firenze; 1941, pochi mesi dopo col titolo originario, Bompiani,
Milano; 1986, con illustrazioni di Renato Guttuso;
è la sua opera più importante, da cui il film
Sicilia! del 1999 di Jean-Marie
Straub e Danièle
Huillet)
Americana (1938, silloge di narratori statunitensi (E.
Poe, J. Steinbeck, E.
Caldwell, W. Saroyan, J.
Fante) da lui tradotti e da altri scrittori italiani, e
preceduta da una prefazione (subito censurata dal regime e sostituita
con un'altra di E. Cecchi) che fa di lui,
con C. Pavese, un protagonista della nascita
del cosiddetto "mito dell'America" nella letteratura italiana)
1941
Teatro spagnolo (1941, antologia)
1945
dopo la Liberazione dirige l'edizione milanese del quotidiano comunista
«L'Unità»;
settembre, dà vita al settimanale (mensile nel maggio 1946) «Il
Politecnico» dove sostiene una convinta battaglia per una cultura
che intenda, da una parte allargarsi al di là del consueto ambito letterario
e, dall'altra, sottrarsi all'egemonia della politica; nascono allora
forti polemiche con i cattolici e soprattutto con i comunisti, dapprima
M. Alicata e poi P.
Togliatti: polemiche che forse incidono sulla rapida fine
della rivista nel dicembre 1947;
Uomini e no (1945, sulla resistenza a Milano a cui ha partecipato,
Bompiani, Milano)
[da cui il film del 1980
di Valentino Orsini.]
1947
Il
Sempione strizza l'occhio al Fréjus (1947, allegoria della ripresa
dei rapporti sociali nel mondo del dopoguerra, Bompiani, Milano)
1949
Le
donne di Messina (1949, I ed., Bompiani, Milano; 1964, II ed. ampiamente
rielaborata)
1951
lascia il PCI e si dedica all'attività editoriale; dirige per Einaudi
(per il quale cura anche le edizioni di Boccaccio,
Ariosto e Goldoni)
la collana di narrativa "I Gettoni" cui chiama a collaborare
molti degli scrittori più interessanti della generazione del dopoguerra;
1957
Diario in pubblico (1957, raccolta di scritti di tutta la sua
militanza culturale, da «Il Bargello» a «Il
Politecnico», Bompiani, Milano)
1959
agendo ormai quasi esclusivamente come organizzatore culturale, dirige
con I. Calvino la rivista «Il Menabò» di
cui usciranno 10 numeri l'ultimo dei quali, nel 1967, sarà a lui dedicato;
vi pubblica alcuni testi saggistici tra cui Letteratura e industria,
un punto fermo nel dibattito culturale contemporaneo;
1960
dirige la collana Mondadori «La Medusa»;
1963
appaiono chiari i segni della malattia che lo porterà alla morte;
1964-65
fonda, per la Mondadori, la collana «Nuovo
Politecnico»;
1966
muore a Milano.
Opere
postume:
Le
due tensioni (1967, incompiuto, in cui polemizza ancora con l'industriale
borghese)
Le città del mondo (1969, incompiuto, iniziato nei primi anni
'50).
Torna
su
|