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– Dante ALIGHIERI
(Firenze
1265-Ravenna 1321) poeta
Scomparsi gli autografi e anche i resti della sua libreria, le sue opere
vengono diffuse per via manoscritta prima e poi a stampa.
Fiore
(1285-95)
Detto d'amore (1285-95): poemetto allegorico-didattico italiano;
ne resta un frammento di 480 versi settenari pervenutoci attraverso
lo stesso codice di cui faceva parte il Fiore; libero rifacimento
della seconda parte del Roman de la Rose, tratta dell'amore e
della donna ideale)
Rime: numerosi i manoscritti (un paio dugenteschi), e le impressioni
a stampa (Venezia 1491 e Firenze 1527).
Vita nuova (1292-93): 42 manoscritti (altrettanti ci hanno trasmesso
le parti in poesia), stampata interamente solo nel 1576.
Convivio (1304-07): 43 esemplari a penna, tardi e scorretti,
stampato a Firenze nel 1490, diffusasi in ritardo per l'incompletezza
in cui la'veva lasciata Dante.
De vulgari eloquentia: ci son giunti solo tre manoscritti (a
parte le copie del Bembo e del Colocci nel 1500, il trattato sarà stampato a Parigi
solo nel 1577.
Monarchia: bruciato a Bologna nel 1329 per ordine del cardinale
Bertrando del Poggetto, ci è giunto in una ventina
di esemplari, molti privi del titolo e dell'autore, in due versioni
italiane del 1400 e nel commento attribuito a Cola di Rienzo; solo nel 1559 la prima stampa a
Basilea.
Canzoniere
Epistole e Egloghe: salvate per l'interessamento del Boccaccio, alcune delle prime sono andate perdute;
sopravvivono pochi e tardi esemplari a mano.
Questio de aqua et terra: svanita ogni traccia manoscritta, ci
resta come prima testimonianza la stampa veneziana del 1508.
Divina Commedia: restano attestazioni ancora prima della sua
morte (pochi versi tramandati dai Memoriali bolognesi del 1317 e segg.),
notizie precoci (dichiarazioni di Francesco da
Barberino e di Giovanni del Virgilio),
nonché riprese letterali evidenti.
Ne sono testimonianza oltre 600 copie manoscritte (la più antica del
1336, ma una indirettamente, del 1330) e un numero altissimo di stampe.
Dispute:
- Cecco d'Ascoli: Acerba
Commenti:
nel
Trecento
- Jacopo Alighieri (1322, Chiose all'Inferno,
in volgare)
- Graziuolo Bambagliuoli (1324, commento
in latino)
- Iacopo della Lana (1324-28, commento
in volgare)
- Andrea Lancia (1333-1340, definito Ottimo
commento dall'Accademia della Crusca)
- Pietro Alighieri (1340-1350 in tre stesure;
preziose notizie sia per l'affermazione della realtà storica di Beatrice
e la paternità dantesca della Quaestio sia per l'atteggiamento
polemico nei riguardi di Guido da Pisa
che della Commedia aveva dato un'interpretazione profetica e non filosofica)
- G. Boccaccio (1351-1358, in tre redazioni,
edizione critica di Dante (Raccolta) alla cui introduzione scrisse il
Trattatello in laude di Dante, biografia ideale di Dante)
- Istituzione presso lo Studio di Firenze di una cattedra dantesca offerta
al Boccaccio, che lesse i primi diciassette
canti dell'Inferno dal 23 ottobre 1373 al gennaio 1374
- Benvenuto da Imola (1380, in latino)
- Francesco da Buti (1385, in volgare)
- Anonimo fiorentino (fine 1300 in volgare)
- Filippo Villani (1402-1404, in latino
del primo canto dell'Inferno)
nel
Quattrocento
- fra Giovanni da Serravalle (traduzione
letterale in latino, per divulgare la Commedia tra i prelati
stranieri presenti al Concilio di Costanza (1416-1417)
- Guiniforte Barzizza (ristretto al solo
Inferno, modestamente compilatorio)
- Cristoforo Landino (1481)
- 1481, prima edizione illustrata dello stampatore Nicolaus
Laurentii.
nel
Cinquecento:
-
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Critica:
- Leonardo
Bruni (1436, Vita di Dante, in latino ed in volgare, capolavoro
della critica dantesca del Quattrocento)
- Poggio Bracciolini (1440, De infelicitate
principum)
- Giannozzo Manetti (Vita Dantis)
- Palmieri (1455-64, Città di Vita)
- Lorenzo il Magnifico (Altercazione
e Comento)
- M. Ficino (Vita, Apologia ed epistola
introduttiva)
- Poliziano
- Luigi Pulci
- P. Bembo
- Gerolamo Benivieni (1506, Circa el
sito forme et misure dello Inferno di Dante Alighieri excellentissimo
poeta)
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[ Mattiuzzi, Udine 1823, La Divina Commedia di Dante
Alighieri - giusta la lezione del codice bartoliniano, vol. II -
Purgatorio]
[Ricardo Masi, Bologna 1832, La Divina Commedia di Dante Alighieri
- con varianti estratte dal codice bartoliniano ecc. e con note di Paolo
Costa, vol. I - Inferno]
[Per l'espressionsita tedesco Albert
Ehrenstein, la Divina Commedia è l'opera scolastica
cerebrale, pesante e sadica di un poeta musicale ma monotono.]
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