Ventenne, prima di partire per Parigi.
Parigi, Musée National d'Art Moderne, Centre
Georges Pompidou
Jeanne Hébuterne
(Livorno, Museo Fattori)
Alice Prin o
Kiki di Montparnasse (1901-53)
(foto di Man Ray)
1919, autunno.
|
– Amedeo
Modigliani "Dedo"
o Modì o
Il Cigno di Livorno
(Livorno 12 luglio 1884 – Parigi 24 gennaio 1920)
pittore e scultore italiano;
[Figlio di Flaminio
e della francese Eugenia Garsin,
fratello del deputato socialista Emanuele
(1872-1947);]
1898
maggio, si ammala gravemente di pleurite;
al liceo-ginnasio Guerrazzi, dove ha iniziato i suoi studi classici,
va male: agli esami dell'anno scolastico 1897/98 merita 4 in italiano
e 4 in greco, riparerà a settembre;
1° agosto, comincia a prendere lezioni di disegno; ammalatosi
di tifo, con i capelli rasati a zero [misura di profilassi, anche se
tardiva] frequenta il suo primo maestro Guglielmo
Micheli [sposato con Guglielmina Paganucci],
un postmacchiaiolo, ex allievo di Giovanni Fattori,
che ha l'atelier al piano terreno di villa Baciocchi, in via delle Siepi;
assieme a lui anche Oscar Ghiglia (1876-?),
Manlio Martinelli, … e altri suoi coetanei,
tra cui il fotografo Bruno Miniati;
1899
10 aprile, rinuncia agli studi, dedicandosi esclusivamente alla
pittura;
1900
settembre, di nuovo febbricitante, la diagnosi è pleurite
doppia, acuta; si tratta in effetti di tubercolosi, morbo ancora più
pericoloso, malattia annidata in seno della famiglia [Garsin];
1901
marzo, dopo Napoli, Torre del Greco, è a Capri con la
madre da dove scrive cinque lettere all'amico e collega Oscar
Ghiglia; poi visita Roma, Firenze, Venezia, le Dolomiti;
1902
maggio, s'iscrive alla Scuola libera di nudo di Firenze, in pratica
l'atelier dove Giovanni Fattori accoglie
alcuni giovani per salvarli dagli epigoni del macchiaiolismo;
[tra i frequentatori, oltre a Oscar
Ghiglia, ci sono Ardengo Soffici
(con Papini e Prezzolini
fondatori della «Voce»), Giovanni
Costetti, Umberto Brunelleschi (1879-1949;
uno dei maggiori disegnatori italiani di inizio secolo; suoi
bozzetti e figurini usciranno a Parigi sul «Journal des Dames
et des Modes» al quale collabora anche Dongen),
Gino Melis, ecc. tutti poi diretti a Parigi,
tranne Ghiglia che nel 1902 sposa a Firenze
il grande amore della sua vita Isa Morandini]
1903
19 marzo, a Venezia s'iscrive alla Scuola libera di nudo del
Regio Istituto di Belle Arti, mentre risiede nell'elegante via 22 Marzo,
parrocchia di San Marco [sempre grazie allo zio Amédée];
qui entra in contatto con la componente mitteleuropea della cultura
figurativa contemporanea, lo Jugendstil, le secessioni, G.
Klimt;
[nuovi amici: Guido Marussig,
Mario Crepet, Guido
Cadorin e un tal Cuccolo o Croccolo,
baronetto napoletano; altra conoscenza, molto importante, suo amico
fino all'ultimo, il cileno, ma nato a Como, Manuel
Ortiz de Zarate figlio del compositore e pianista don
Eleodoro de Zarate.]
1905
a Venezia, nelle Biennali del 1903 e del 1905 avvicina anche l'impressionismo
e attraverso le pagine di Vittorio Pica
conosce la grafica di Toulouse-Lautrec,
che lo conquista;
[a Parigi, al Salon d'Automne, espongono intanto per
la prima volta i pittori fauves (le belve, le fiere: termine
coniato in modo assolutamente fortuito da Louis
Vauxcelles, critico del periodico «Gil Blas»), riuniti
intorno a Henri Matisse, suscitando lo
scandalo tra i benpensanti.]
muore
lo zio Amédée;
1906
gennaio, parte da Venezia per Parigi portando con sé un
bagaglio davvero essenziale, nel quale, più che indumenti, ci
sono riproduzioni di opere di Simone Martini,
di Duccio e del Carpaccio
che nei suoi tre anni a Venezia ha studiato con passione. Vendute le
sue poche cose all'amico Mauroner, inizia
così la sua avventura parigina;
a Parigi, stabilitosi intorno a Montmartre [in pochi mesi cambierà
così tanto spesso alloggio, da essere impossibile una ricostruzione
esatta degli spostamenti], inizia il suo percorso stilistico influenzato
da Toulouse-Lautrec, Gauguin,
Van Gogh;
qui sono sempre i fauves
al centro del dibattito artistico e culturale parigino; una delle prime
persone che conosce è il pittore e scultore russo ebreo Sam
Granowski per il quale l'amico Ortiz gli
ha dato a Venezia una lettera di presentazione; l'amicizia però
non durerà;
[sono già a Parigi Costantin
Brancusi, Jules Pascin, Juan
Gris e Gino Severini; quest'ultimo
viene introdotto da Modigliani nel gruppetto
dei pittori italiani: Anselmo Bucci, Bugelli,
Pirola, Leonardo
Dudreville, il disegnatore satirico d'origine padovana Gino
Baldo; con lui c'è sempre l'amico veneziano Manuel
Ortiz de Zarate.
Per quanto riguarda il commercio dell'arte si può dire che Parigi
ha solo alcuni intenditori più che veri e propri mercanti d'arte;
tra questi possono essere considerati gli iniziatori, i fratelli americani
Léo e Gertrude
Stein, il deputato
socialista Marcel Sembat, il barone Cochin,
Adolphe Brisson, pochi altri.]
1907
per molti mesi, assieme ad Maurice Utrillo,
forma la coppia dei più accaniti bevitori della Butte Montmartre;
sul finire dell'anno i fratelli Paul (1881-1968)
e Jean Alexandre (?-?), giovani medici
alle prime armi, presa in affitto una villetta in rue du Delta la mettono
a disposizione di artisti senza mezzi che formano assieme una specie
di comune [andrà avanti fino al luglio 1913]; tra questi lo scultore
Maurice Drouard e il pittore Henri
Doucet; è quest'ultimo a portarci un giorno Modigliani
che diventa così amico di Paul;
nonostante l'aiuto datogli a Parigi dai fratelli Alexandre
(Paul in particolare, suo amico e mecenate,
nonché suo primo collezionista, lo porta a conoscere l'arte egizia,
khmer, africana al Louvre, al Musée Guimet, al Musée du Trocadéro),
conduce una vita agitata e poverissima;
al Delta si presenta in compagnia di una donna affascinante, Maud
Abrantès…
[Incinta partirà per gli Stati Uniti a bordo del
piroscafo La Lorraine da dove il 28 novembre 1908, spedisce un'ultima
cartolina, ricordando i bei tempi, a Paul Alexandre;
di lei non si saprà più nulla.]
- L'Ebrea
L'Ebrea (1907)
[La juive (1907) (anche Maud), ritratto dell'americana
Maud Abrantès, esposto nel 1908
al Salon des Indépendants: Christie's
2013: quotazione: 2-3 Mni di dollari.]
[Le opere dei primissimi anni parigini sono poche, rare
e di difficile reperimento; L'Ebrea rappresenta un testo fondamentale
per la lettura del primissimo periodo di Parigi, quando i fauves
da un lato e Picasso dall'altro segnano
vistosamente l'arte di questo giovane livornese appena arrivato dall'Italia.]
Picasso intanto conclude ed espone le
Demoiselles d'Avignon, aprendo la strada al "cubismo".
[Al Salon d'Automne, Georges Braque
presenta sette tele una delle quali s'intitola Les Maisons de l'Estaque.
«Tiens, des petites cubes!» (guarda un po', dei piccoli
cubi), esclamerà Matisse, membro
della giuria, da cui "cubismo".]
1908
frequenta l'Accademia di nudo Ranson
a Montmartre; dietro consiglio di Paul
si iscrive alla Société des Artistes Indépendants
(i membri hanno la possibilità di partecipare a grandi esposizioni
collettive) e questo gli permetterà di esporre cinque (forse
sei) opere nel Salon d'Automne;
mentre il Louvre è l'inesauribile fonte di conoscenza di sempre,
il Musée Guimet propone la scultura di regioni remote, alla quale
gli artisti più anticonformisti guardano con profondo interesse.
1909
si trasferisce in seguito a Montparnasse dove prende alloggio nella
baracca di un cantiere di rue Vavin;
primavera, Paul Alexandre parte
per Vienna per completare la sua specializzazione in dermatologia (ci
rimane soltanto tre mesi); qui riceve alcune lettere dal fratello Jean,
medico dentista, che parlano anche di Modigliani;
estate, dopo tre anni e mezzo di assenza, Amedeo
torna a Livorno per una breve visita alla madre; vi torna pure la zia
Laura;
- Amazzone con la mano sinistra sul fianco
L'Amazzone con la mano sinistra sul fianco (1909, ritratto della
baronessa Marguerite de Hasse de Villers,
ritratta in costume da cavallerizza; tale ritratto viene rifiutato dalla
baronessa, finendo così nella Coll. P. Alexandre)
- Jean Alexandre
Jean Alexandre (1909, figlio; ritratto cm. 81x60)
- Jean-Baptiste Alexandre
Jean-Baptiste Alexandre (?, padre; più grande del ritratto di Jean)
- Mendicante (Il) di Livorno
Il mendicante di Livorno (1909, agosto, eseguito durante il soggiorno
livornese; unico quadro [secondo Paul Alexandre]
poi riportato a Parigi; Parigi, Coll. P. Alexandre)
- Mendicante (La)
La mendicante
- Paul Alexandre
Paul Alexandre (?, figlio; più grande del ritratto di
Jean)
- Suonatore di violoncello
Il suonatore di violoncello (1909, chiara la discendenza da Cézanne;
Parigi, Coll. P. Alexandre)
- Vera
Vera (1909; ritratto di sua cognata)
settembre,
ritorna a Parigi, dove riprende alloggio alla Cité Falguière;
lascia la pittura per esercitarsi nel disegno e dedicarsi intensamente
alla scultura;
[nel 1909 non dipinge molto: sei quadri secondo alcuni,
diciotto secondo altri, tra opere finite, abbozzi, studi]
1910
18 marzo-1° maggio, si tiene il XXVI Salon des Indépendants
dove espone sei opere:
- Due studi (il soggetto è probabilmente Bice
Boralevi, sua ex compagna di classe incontrata a Livorno in estate)
- Lunaire
Lunaire
(1907)
- Violoncellista
Violoncellista
(1907)
cambia
ancora vari alloggi;
conosce la poetessa russa Anna Andreevna Gorenko
o Anna
Achmatova (Odessa 1889-Mosca 1966), in viaggio di nozze a
Parigi, giovane sposa di Nikolaj Gumilëv;
per tutto l'inverno continuerà a scriverle;
1911
estate,
la zia Laura affitta un villino
a Yport, in Normandia, pensandio di installarvisi con il nipote… che
la raggiungerà solo a settembre per un soggiorno molto breve:
meno di una settimana;
22 agosto, al Louvre viene rubata La Gioconda;
nello studio dello scultore portoghese Amadeo
de Souza Cardoso (arrivato a Parigi nel 1906 e ora tra i pochi
veri amici di Modigliani, morirà di spagnola nel 1918 appena
trentenne) espone una serie di sculture;
- Cariatide con le mani dietro il capo
Cariatide con le mani dietro il capo
(1911)
- Nudo femminile genuflesso sulla gamba sinistra
Nudo femminile genuflesso sulla gamba sinistra
(1911)
Intanto
Pablo Picasso, il più dotato tra
tutti gli artisti presenti a Parigi (circa trentamila), ha già
raggiunto l'agiatezza che lo accompagnerà per tutto il resto
della sua vita. Matisse viene presto esposto
a New York; Derain e Vlaminck
lasciano le topaie di Montmartre per alloggi di livello superiore; a
Londra, la galleria Grafton allestisce la prima mostra dei postimpressionisti,
alla quale partecipano molti di quei pittori della Butte che Modigliani
può considerare coetanei o colleghi, se non amici. Il
solo che continua a vivere a Montmarte come ha sempre fatto è
Max Jacob…
un caso a sé.
1912
partecipa al Salon d'Automne con sette sculture, chiaramente rivelatrici
del suo interesse per l'arte negra;
- Nudo in piedi
Nudo in piedi (1912/13, pietra calcarea- 162,8x33,2xx31,5 cm.
- Canberra (Australia), Australian National Gallery)
- Nudo seduto
Nudo seduto (1912-1913, Olio su tela, cm. 92x60, Courtauld Institute
Galleries, Londra)
- Teste in pietra
Teste in pietra
(1912, Parigi, Musée National d'Art Moderne,
e New York, Museo of Mod. Art)
- Testa
Testa (1911/12, pietra- 63,5x12,5x35 cm. - Londra, Tate Gallery)
- Testa
Testa (1911/12, pietra- 50,8x16x19 cm. - New York, Perls
Gallery)
- Testa
Testa (1911/12, pietra calcarea - 65x19x24 cm. - Washingt
- Testa
Testa
(1911/12, pietra arenaria- h. 46 cm. - Parigi,
Musée National d'Art Moderne)
- Testa
Testa (1912/13, matita su carta - 42,5x26,5 - Torino, collez.
privata)
1913
primavera, nuova scappata a Livorno;
[qui nasce la storia delle sculture gettate nell'Arno.
24
luglio 1984]
al suo ritorno a Parigi incontra l'italiana Rosalia
Tobia [Rosalie] che ha bottega
al numero 3 di rue Campagne-Première, una traversa di boulevard
du Montparnasse.
[Si tratta di un bistrot, un'osteria dove Rosalie,
aiutata dal figlio Luigi, cucina e serve
ai quattro tavoli del locale. Era arrivata a Parigi da Mantova nel 1887,
ventenne, come cameriera della principessa Ruspoli;
ha poi posato come modella, in particolare per William
Adolphe Bouguereau (1825-1905) che aveva il suo atelier nel quartiere,
al 75 di rue Notre-Dame-des-Champs. Tutti quadri e i disegni che Modigliani
le ha lasciato, forse per un piatto di pastasciutta, sono finiti
in cantina o chiusi dentro una vecchia dispensa rosicchiati dai topi.]
luglio, avviene il trasloco da rue du Delta al 10 di Place Dancourt,
di fianco al teatro Montmartre [poi diventato il teatro di Charles Dullin];
Paul Guillaume, uno dei più influenti mercanti d'arte
parigini (ex agente assicurativo che ha deciso di impegnare i propri
risparmi nell'acquisto di dipinti, specie di giovani artisti; tra i
primi a collezionare opere d'arte primitiva africana), apre una galleria
in rue du Faubourg Saint Honoré dove espone, tra l'altro, dipinti
di de Chirico, Severini
e Derain;
- Cariatidi
Cariatidi
(1913-14, New York, Museo of Mod. Art)
- Cariatide
Cariatide (1913, Nagoya, Aichi Prefectural Museum of Art)
- Cariatide (blu)
Cariatide blu (1913)
- Cariatide (rosa)
Cariatide rosa (1913/14, acquerello - 90x70 cm. - Collez. privata)
- Paul Alexandre davanti a una vetrata
Paul Alexandre davanti a una vetrata (1913, terzo ritratto, il
solo per cui il medico non abbia posato)
1914
aprile-maggio, ritorna alla pittura, favorito dall'incoraggiamento
della nuova arrivata giornalista e poetessa Béatrice
Hastings (uno dei più tumultuosi e infelici, tra i
suoi tanti amori; cinque anni più vecchia di lui, gli è
presentata dallo scultore di origine russa Ossip
Zadkine) e dal suo primo mercante, il polacco Léopold
Zborowski [detto Zbo]
(Zaliszckyki 1889-Parigi 1932) arrivato a Parigi nel 1913 [o giugno
1914] e sposato con Hanka Cirowska;
abitano assieme al n. 53 di rue Montparnasse, trasferendosi poi a Montmartre,
prima del definitivo addio;
Zbo, costretto a lasciare Parigi a causa
della guerra, lo mette in contatto con Paul Guillaume
che per due anni s'interessa anche alle opere di Modì;
tra i suoi amici il messicano Diego Rivera,
convinto comunista, e l'inglese Nina Hamnet
[Torso ridente]
luglio,
in Francia c'è la mobilitazione generale; chiusa la sede di Place
Dancourt, Paul Alexandre viene richiamato
nella sanità militare: non rivedrà più Modigliani.
[Sarà il figlio Noël,
dopo la morte del padre, a raccogliere in volume, per l'editore italiano
Allemandi, la collezione di disegni, vari
documenti e testimonianze su Modigliani,
compresa quella di suo padre.]
Si arruolano:
- Moïse Kisling
(ebreo polacco di Cracovia, giunto a Parigi nel 1910, non ancora ventenne),
nella legione straniera, anche se non obbligato ad andare in guerra;
- Blaise Cendrars (Frédéric
Sauser-Hall) scrittore di nazionalità svizzera;
- Apollinaire, Zadkine,
Braque, Ortiz de
Zarate, Maurice de Vlaminck, André
Derain;
- André Utter, 28enne, amante di Suzanne
Valadon, madre 49 enne di Utrillo
(i due si sposano prima della partenza).
- Modigliani
tenta di arruolarsi ma il medico militare lo rifiuta.
- Utrillo, pure
volontario, viene invece accettato e affidato al servizio territoriale.
Presentatosi ubriaco, viene rispedito immediatamente a casa.
- Picasso continua
il suo lavoro e i suoi affari,
- Chagall, che ha scelto proprio questi
giorni per andare a sposarsi in Russia, viene preso e arruolato nell'esercito
dello zar.
29 agosto,
primo bombardamento di Parigi;
[i suoi quadri sono 6]
1915
con il suo stile inconfondibile inizia la produzione di oltre trecento
ritratti;
nella nota galleria aperta in questi anni di guerra al n. 6 di rue Huyghens,
alla mostra "La Lyre et la palette" espongono Kisling,
Matisse, Modigliani
(15 ritratti), Ortiz de Zarate, Picasso;
- Béatrice Hastings
Béatrice Hastings (1915, Milano, Civico Museo d'Arte Contemporanea,
collezione Jucker [ritratta circa una dozzina di volte])
- Chéron
Chéron (1915 o 1917; forse il suo primo mercante; proprietario
di una galleria in rue de la Boétie; ex bookmaker diventato mercante
d'arte dopo aver sposato la signorina Devambez
figlia di un noto gallerista di place Saint-Augustin]
- Enfant gras
Enfant gras (1915, Olio su tela, cm. 46x38 (Collezione privata,
Milano)
- Maria, figlia del popolo
Maria, figlia del popolo (?, Parigi, coll. privata)
- Nudo accovacciato
Nudo accovacciato (?, Anversa Musei Reali di Belle Arti)
- Nudo disteso
Nudo disteso (?, Milano)
- Testa di donna
Testa di donna (1915, Olio su tela, cm. 46x38 (Collezione Emilio
Jesi, Milano)
[i suoi quadri sono 55]
1916
agosto, compare su «The New Age», l'ultimo articolo
di Beatrice
Hastings; dal novembre successivo curiosamente riprende a
collaborare la sua amica-rivale Katherine
Mansfield;
Simone Thiroux, pure lei ammalata di TBC
[morirà circa un anno dopo Modì], di famiglia agiata (nata
da padre canadese e da madre francese), entra nella vita di Modigliani
mentre lo scultore Alfredo Pina è
il nuovo amante della Hastings;
rimasta incinta e senza soldi, mentre abita al 207 di boulevard Raspail
lavorando come aiuto infermiera all'ospedale Cochin, nasce Serge
Gérard [Zazà]
che Amedeo non intende riconoscere;
[Quando Simone non può
più prendersi cura del bambino, di lui si occupano alcuni amici
di Rolf de Maré che lo mettono a balia in campagna; alla morte
della madre, un'amica di famiglia, Camilla Sandhal,
va in treno in Normandia a prendere il bambino dalla sua nutrice; nel
viaggio di ritorno verso Parigi, Zazà viene notato da una coppia
non più giovanissima (un ufficiale dell'esercito in pensione
e sua moglie) la quale decide di adottarlo a patto che non abbia ereditato
dai genitori una tubercolosi congenita e che Camilla
non sveli ad anima viva il loro nome e il loro indirizzo. Il bambino
non saprà mai il vero nome di suo padre.]
- Chaïm Soutine
Chaïm Soutine (1916, olio su tela - 1,00x0,65 m. - Parigi,
collez. privata)
- Fantesca
Fantesca (1916, olio su tela - 1,00x0,65 m. - Parigi,
collez. privata)
- Léopold Zborowski
Léopold Zborowski (1916-19, ?)
- Margherita seduta
Margherita seduta(1916, olio su tela - cm. 73x50 - Harry N. Abrams
Family Collection - New York, Collezione N.H. Abrams)
- Max Jacob
Max Jacob (1916, Olio su tela, cm. 73x60 (Antica collezione André
Lefèvre, Parigi
- Paul Guillaume seduto
Paul Guillaume seduto (1916, Milano, Civica Gal. d'Arte Mod.
o Civico Museo d'Arte Contemporanea; il nome del personaggio è
posto chiaramente sulla tela, caratteristica abituale di Modì)
- Ritratto di Lepoutre
Ritratto di Lepoutre (1916, ?) [Il corniciaio]
- Ritratto di Margherita
Ritratto di Margherita (1916, ?) [Il corniciaio]
- Ritratto di Soutine
Ritratto di Soutine (1916, ?)
- Servetta
La servetta(1916, Zurigo, Kunsthaus)
- Studente
Lo studente (1916-19, ?)
- Testa di donna (La ragazza rossa)
Testa di donna (La ragazza rossa) (1916-19, ?)
- Thora Klinckowström
Thora Klinckowström (1916-19, ?)
[i suoi quadri sono 58]
1917
febbraio, conosce la pittrice Jeanne Hébuterne
(Parigi 6 aprile1898-25 gennaio 1920) che studia disegno applicato all'École
Nationale des Arts décoratifs e composizione pittorica all'Académie
Colarossi;
[ha già avuto almeno un'altra avventura, storia
di un mese o poco più, con il pittore Foujita.]
comincia a posare per lui divenendo così la sua compagna fino
alla morte;
per alcuni mesi Zbo paga ai due
innamorati una stanza all'hotel des Mines e poi trova loro una sistemazione
in un piccolo appartamento all'ultimo piano del numero 8 di rue de la
Grande-Chaumière;
- Bambina in celeste
Bambina in celeste (1917-18, Olio su tela - cm. 116x73, Collezione
privata, Parigi
con abito e occhi azzurri, è ripresa con inclinazione dall'alto,
in piedi nell'angolo di una stanza)
- Chaïm Soutine (seduto a tavola)
Chaïm Soutine (seduto a tavola) (1917, Olio su tela - cm.
92x60 - National Gallery of Art, Washington, D.C. Chester Dale Collection)
- Donna con la cravatta nera
Donna con la cravatta nera (1917, Olio su tela - cm. 65x50 -
Collezione G. Renand, Parigi: antica collezione Henry Bernstein)
- Giovane donna (Victoria)
Giovane donna (Victoria) (1917, Roma, Gal. Naz. d'Arte Mod.)
- Grande nudo
Il grande nudo (1917, New York, Mus. od Mod. Art)
- Jacques Lipchitz e la moglie
Jacques Lipchitz e la moglie (1916-17, Lo scultore Jacques Lipchitz
e sua moglie.
Olio su tela - cm. 81x54 - Art Institute of Chicago - Helen Birch Bartlett
Memorial Collection
Jacques Lipchitzè lo pseudonimo
di Chaïm Jacob (1891-Capri 1973);
arrivato diciottenne a Parigi dalla Lituania, per fare lo scultore,
durante l'occupazione nazista deve riparare negli Stati Uniti ma nel
dopoguerra rientra in Europa; Chicago, Art. Inst.)
- Jeanne Hébuterne
Jeanne Hébuterne (1917, ritratto che viene dalla Nuova Zelanda;
uno dei tre ritratti esistenti di Jeanne)
- Jeanne Hébuterne (testa)
Jeanne Hébuterne (testa) 1918, cm. 46x29
- Lunia Czechowska
Lunia Czechowska (1917, olio su tela - 81x60 cm. - Grenoble,
Musée de peinture et de sculpture)
- Marie
Marie (1917, Olio su tela - cm. 60x50 - Collezione privata -
Basilea)
- Nudo accoccolato
Nudo accoccolato (1917, Olio su tela cm. 116x73
- Koninklijk Museum voor Schone Kunsten, Anversa, Belgio)
- Nudo disteso con i capelli sciolti
Nudo disteso con i capelli sciolti (1917, 60x92,2, Osaka, Osaka
City Museum of Modern Art)
- Nudo seduto (sul divano)
Nudo seduto (sul divano) (1917-18, Olio su tela - cm. 100x65 - Collezione
G. Renand, Parigi: antica collezione de Frenne)
- Nudo sdraiato
Nudo sdraiato (1917-18, Olio su tela - cm. 60x92 - Collezione
Gianni Mattioli, Milano)
- Ragazzo con la giubba blu
Ragazzo con la giubba blu (19?, Olio su tela, cm. 92x73 (The
Solomon R. Guggenheim Museum Collection, Nuova York) e sua moglie.
Olio su tela - cm. 81x54 - Art Institute of Chicago - Helen Birch Bartlett
Memorial Collection
Jacques Lipchitzè lo pseudonimo
di Chaïm Jacob (1891-Capri 1973);
arrivato diciottenne a Parigi dalla Lituania, per fare lo scultore,
durante l'occupazione nazista deve riparare negli Stati Uniti ma nel
dopoguerra rientra in Europa; Chicago, Art. Inst.)
- Ritratto della Signora Menier
Ritratto della Signora Menier (1917, Olio su tela - cm. 92x54
- Collezione Carlo Cardazzo, Venezia)
- Ritratto di Baranowski
Ritratto di Baranowski (1917, Olio su tela - cm. 92x54 - Collezione
Carlo Cardazzo, Venezia)
- Signora dal bavaretto
La signora dal bavaretto (1917, Roma, Gal. Naz. d'Arte Mod.)
- Zingara con bambino
Zingara con bambino (1918, Olio su tela - cm. 116x73 - National Gallery of Art, Washington, D.C., Chester Dale Collection)
3-30
dicembre, la sua prima mostra personale [l'unica in vita] presso
la Galleria Berthe Weil, al 50 di rue Taitbout, è un insuccesso;
inoltre l'intervento della prefettura della polizia, che ordina la rimozione
di alcune delle trentadue opere esposte per "oltraggio al pudore",
rovina l'inaugurazione.
[Pablo Picasso usa un quadro
di Modigliani per dipingervi sopra una
natura morta, raffigurante una chitarra e una bottiglia di Porto]
[i suoi quadri sono 58; le opere posteriori al
1916 sono le più quotate e la tendenza ad attribuire molte più
opere all'ultimo periodo si deve forse attribuire (insinuazione della
figlia Giovanna) soltanto ad interessi
commerciali.]
1918
nei primi mesi alcuni suoi quadri si cominciano a vendere:
- Uno dei
nudi rosa (acquistato dal collezionista William
Kundig per 300 franchi)
- Alcune tele (acquistate dal commissario Zamaron
ora promosso al grado di Secrétaire Général de
la Préfeture de Police)
- Una serie di ritratti (acquistati in blocco dal banchiere Schenemayer)
febbraio,
Jeanne è incinta;
non è difficile immaginare le reazioni di casa Hébuterne
alle scelte di vita a dir poco scandalose della figlia e al suo legame
con un uomo che ha già avuto tre figli da tre donne diverse (la bellissima
Maud Abrantès, poi Beatrice
Hastings [?] e infine, quasi contemporaneamente, Simone
Thiroux e la stessa Jeanne );
aprile, i due si recano a Nizza, con la madre di Jeanne,
assieme ad un'eterogenea compagnia della quale fanno parte i coniugi
Léopold e Hanka
Zborowski, Foujita e la sua compagna
Fernande Barrey, Soutine;
la compagnia si installa poi a Cagnes-sur-Mer;
incontra Renoir († 17 dicembre 1919);
11 novembre
1918, finisce la guerra;
29
novembre, all'ospedale Saint-Roch di Nizza nasce la loro figlia
Jeanne (Giovanna) [autrice
di Modigliani senza leggenda (Vallecchi 1961)];
[viene riconosciuta soltanto dalla madre (all'ufficio
di stato civile il padre arriva in ritardo… e non vi torna più);
si chiamerà Modigliani solo perché, dopo essere rimasta
orfana di entrambi i genitori e superata una serie di difficoltà
burocratiche, sarà adottata dalla zia Margherita.]
dipinge
quattro paesaggi mediterranei (conservati in collezioni private a Parigi
e New York e alla Barnes Foundation di Merion in Pennsylvania);
- Anna (Hanka Zborowski)
Anna (Hanka Zborowski) (1918, Olio su tela, cm. 55x33 (Galleria
nazionale d'Arte Moderna, Roma)
- Bambina con trecce
Bambina con trecce (1918)
- Blaise Cendrars
<Blaise Cendrars (1918, ?)
- Bohémienne
La bohémienne (1918, Washington Nat. Gal.)
- Contadinello
Il Contadinello (1918, Olio s tela, cm. 100x65 (Tate Gallery,
Londra)
- Due bambine
Le due bambine (1918, Olio su tela, cm. 100x65 (Collezione privata,
Parigi)
- Fanciulla dai capelli castani
Fanciulla dai capelli castani (1918, Olio su tela, cm. 65x45 (Collezione Emilio Jesi, Milano)
- Fillette au tablier noir
Fillette au tablier noir (1918, Sotheby's, Londra 28-11-1989,
5.060mila sterline).
- Germaine Survage
Germaine Survage (1918)
- Homme assis
Homme assisRoger
Dutilleul, autore di una straordinaria raccolta di tele del pittore
di cui era estimatore ed amico. Esposto nel 1930 alla Biennale di Venezia
passa di mano una sola volta quando, negli anni Quaranta, viene venduto
a un collezionista francese. Nel 1996, per decisione degli eredi di
quest'ultimo, è presentato all'asta con una valutazione tra 5
e 7,5 miliardi di lire)
- Jeanne Hébuterne
Jeanne Hébuterne (1918, Berna coll. priv.; tre sono i
ritratti esistenti di Jeanne)
- Jeanne Hébuterne
Jeanne Hébuterne (1918, 55x38, Giappone, coll. priv.)(coll.
priv.)
- Jeanne Hébuterne (au henné)
Jeanne Hébuterne (1918, 55x38, Giappone, coll. priv.)(coll.
priv.)
- Jeanne Hebuterne (cassettone)
Jeanne Hebuterne (davanti a un cassettone) (1918, Olio su tela, cm.
100x65, (The Solomon R. Guggenheim Museum Collection, Nuova York)
- Jeanne Hébuterne (testa verso destra)
Jeanne Hébuterne (testa verso destra
(1918, olio su tela - 46x29 cm., Parigi, collez. privata)
- Léopold Survage
Léopold Survage(1918, pseudonimo del pittore russo Léopold
Sturzwage (Mosca 1879-Parigi 1968), che si mantiene a Parigi
facendo il verniciatore di pianoforti per la fabbrica Pleyel, mestiere
appreso dal padre, fabbricante a Mosca di questi strumenti)
- Ritratto di Baranowski
Ritratto di BaranowskiOlio su tela, cm. 111x56 (Collezione R.J. Sainsbury, Londra
- Servetta di Cagnes
Servetta di Cagnes (1918, ?)
- Servetta
La servetta (1917-18, Olio su tela, cm. 152x61 (Albright-Knox
Art Gallery, Buffalo, U.S.A.)
- Madame Georges Van Muyden
Madame Georges Van Muyden (1916-19, ?)
- Marie Wassilieff
Marie Wassilieff (?, la pittrice russa (Smolensk 1884-1957) che
ha trasformato la sua scuola d'arte in una cantine, morta in
una casa di riposo per artisti a Nogent-sur-Marne, completamente abbandonata;
ritratto venduto dalla medesima ad un mercante per 1000 franchi dopo
la morte del pittore)
- Modot
Modot (1918, attore)
- Ritratto di ragazza dai capelli rossi
Ritratto di ragazza dai capelli rossi (Jeanne Hébuterne
) (1918)
- Zingara con bambino
Zingara con bambinoOlio su tela, cm. 116x73 (National Gallery of Art, Washington, D.C., Chester Dale Collection
[i suoi quadri sono 66]
1919
trascorre il capodanno al Coq d'Or con Léopold
Survage mentre Jeanne rimane
a casa con la bambina;
a Marsiglia, Léopold riesce a vendere
dieci tele al collezionista e mercante Jacques
Netter, per 500 franchi oro;
[compresa la Bambina in azzurro stimata da sola
poco dopo 400 mila franchi]
- Autoritratto
Autoritratto (1919, Olio su tela, cm. 100x65 (Collezione Francisco
Matarazzo Sobrinho, San Paolo del Brasile)
- Elvira
Elvira (1919, Olio su tela, 92x65 (Collezione Joseph Pulitzer
Jr., St. Louis, U.S.A.)
- Elvira
Elvira (1907) (1918, secondo Ambrogio
Ceroni; 1917, secondo Hanka Zborowska;
1914, secondo Arthur Pfannstiel)
["la Quique", ex cantante, figlia di una prostituta
marsigliese e di padre ignoto; ha 24 anni nel 1906; fucilata dai tedeschi
come spia, durante la guerra.]
[Arthur Pfannstiel,
di Amburgo, conosce del pittore più cose della stessa figlia
Jeanne, sposata Nachstein,
che eviterà i contatti personali e tratterà tramite il
proprio avvocato Hauert. Questi presenterà
due autentiche firmate in anticipo: l'una sancisce che ci sono stati
dei ritocchi, l'altra che il dipinto è interamente originale;
la prima costa 1 mne di vecchi franchi, la seconda 5 mni.
R. Peyrefitte, Scene di caccia, 1978]
- Jeanne Hébuterne
Jeanne Hébuterne (1919, maggio; New York, Guggenheim Mus.;
tre sono i ritratti esistenti di Jeanne; Londra, 23 giugno 1988, è
venduto all'asta di Christie' ad un ignoto collezionista per 1.944.000
sterline, in pratica 4.906.000.000 di lire; il più alto prezzo
pagato finora per un Modigliani in Gran Bretagna)
- Léopold Zborowski_seduto
Léopold Zborowski_seduto(1919, Olio su tela, cm. 100x65
(Museu de Arte, San Paolo del Brasile)
- Nudo sdraiato
Nudo sdraiato (1919, Olio su tela, cm. 115x72 (Collezione privata,
Milano)
- Ragazzo con i capelli rossi
Ragazzo con i capelli rossi (1919, ?)
- Ritratto di Mario
Ritratto di Mario (1919, Olio su tela, cm. 116x73 (Collezione
privata, Zurigo)
poiché
gli viene rubato il portafogli, con tutti i documenti, fatica a rientrare
a Parigi; lo aiuta il fratello deputato Emanuele;
[in questo periodo si stima possa aver ricevuto mensilmente
la somma di 600 franchi da Léopold Zborowski.]
31 maggio,
la polizia di Cagnes gli rilascia un salvacondotto ed egli può
rientrare a Parigi mentre Jeanne
e la bambina rimangono in Costa Azzurra;
- Lunia (Luisa) Czekowska
Lunia (Luisa) Czekowska (1919, luglio, amica polacca di Léopold
e Hanka Zborowski; ultimo dei 14 suoi ritratti;
6-7 miliardi di lire nel 1994; Milano Coll. privata)
giugno,
Jeanne ritorna a Parigi, incinta
per la seconda volta; Giovanna viene
lasciata alle cure di Lunia nell'appartamento
degli Zborowski e poi messa a balia in
un nido d'infanzia a Chaville, non lontano da Versailles;
1° agosto, alla Mansard Gallery di Londra si apre una esposizione
di "Modern French Art" con una lista di partecipanti ben nutrita;
anche per Modigliani è un buon successo;
ottobre,
la giovane svedese Thora Klinkowstroen
(futura moglie di Nils Dardel), studentessa
d'arte, posa per un ritratto (uno degli ultimi);
1° novembre - metà dicembre, si tiene al Grand Palais
il consueto Salon d'Automne; Zborowski
vi fa partecipare un nudo e tre ritratti di Modigliani [numeri di catalogo
dal 1368 al 1371]. Pochi li notano.
- Donna con bambina
Donna con bambina (1919, ?)
- Hanka Zborovska
Hanka Zborovska (1919; di buona qualità ma certo non straordinario,
da Christie's nel 1994 arriva a 3 miliardi e 350 milioni di lire)
- Nudo coricato con il braccio destro sotto
la testa
Nudo coricato con il braccio destro sotto la testa (1919, tre
nudi che ripetono per tre volte, con la stessa modella, un'uguale posa
e l'identico gesto)
- Mario
Mario (1919 dic - gen 1920, ritratto di Mario
Varvoglis, un artista greco del gruppo "bohemien" frequentato
dal pittore; battuto all'asta dalla Christie's di Londra il 28 marzo
1988, raggiunge la cifra-record di circa 11 miliardi di lire)
[i suoi quadri sono 54]
[Tra il 1918 e il 1919, dipinge 91 tele (secondo
Arthur Pfannstiel) o 120 (secondo
Ambrogio Ceroni)]
1920
22 gennaio, Ortiz de Zarate, appena
rientrato a Parigi e preoccupato per la scomparsa dell'amico, sfonda
la porta dell'alloggio e trova Jeanne
e Amedeo distesi sul letto in disordine;
convoca subito un altro medico che, visitato il malato, diagnostica
una meningite tubercolare e ordina l'immediato ricovero in ospedale;
ricoverato d'urgenza all'Hospice de la Charité, all'angolo fra
rue Jacob e rue des Sainte-Pères [vi sorge l'attuale facoltà
di medicina dell'università di Parigi], vi giunge in coma;
24 gennaio, muore senza mai essersi ripreso dal coma;
25 gennaio, domenica, Jeanne,
al nono mese di gravidanza, si reca a visitare la salma di Amedeo
in compagnia di suo padre Achille;
nella stanza c'è Kisling che sta
tentando [fa anche dei danni] di ricavare dal volto dell'amico una maschera
mortuaria;
tornata
nell'appartamento dei genitori in rue Amyot, Jeanne
si getta dalla finestra della sua stanza al quinto piano [forse l'alba
di lunedì 26]: muore all'istante assieme al suo bambino; la salma,
caricata su una carretta di passaggio per ordine del fratello André,
viene trasportata in casa Modigliani in rue de la Grande-Chaumière;
26 gennaio, lunedì, la salma rimane abbandonata nel misero
alloggio, dove negli ultimi otto giorni la coppia si è cibata
forse solo di sardine, l'intera mattinata; solo nel pomeriggio salgono
a vegliarla le due amiche Jeannette Léger
e Chantal Quenneville.
La salma viene avvolta in una tovaglia russa donata da Marie
Wassilieff. Due amici di Amedeo,
un certo Zawado e un tunisino, Abdul
Wahab Gelani, rimangono a vegliare il corpo durante la notte
[soprattutto per paura dei topi!];
27 gennaio, alle otto del mattino, quasi clandestinamente
per ordine dei genitori, avvengono i funerali di Jeanne,
poi sepolta frettolosamente nel lontano cimitero di Bagneux [lo stesso
dove era stato dapprima sepolto lo stesso Oscar
Wilde… per analoghe ragioni];
la salma di Amedeo parte invece, alle due e mezzo del pomeriggio,
dall'ospedale della Charité. Tutta Montparnasse segue il feretro;
il carro funebre, trainato da quattro cavalli neri, percorre lentamente
i circa sette km che separano l'ospedale dal cimitero Père Lachaise.
La notizia della sua morte ha un modestissimo rilievo giornalistico
e solo su alcuni quotidiani progressisti. «Le Figaro» la
ignora del tutto.
Il mercante Louis Labaude ha già
cominciato a fare incetta dei suoi quadri.
29 gennaio, sull' «Evénement» compare un articolo
di Francis Carco, l'unico.
1922,
grazie all'interessamento di Emanuele Modigliani
e di Jeannette Léger le salme vengono
riunite nella stessa tomba al Père Lachaise.
_________________________________
Altre opere non collocate:
- Anna Achmatova
Anna Achmatova (?,)
- Donna con giubbetto bianco
Donna con giubbetto bianco (?, Museo di Bellas Artes di Buenos
Aires)
- Moïse Kisling
Moïse Kisling (?, Moïse
Kisling)
- Raymond Radiguet
Raymond Radiguet (?, Raymond
Radiguet)
- Un uomo con un bicchiere di vino
Un uomo con un bicchiere di vino (?)
Muoversi
fra i dipinti e i disegni di Modigliani
(spesso curiosamente tracciati sulla carta rigata dei registri contabili)
è come muoversi in un campo minato: quando morì, molte sue opere erano
incompiute. E poiché la sua leggenda esplose immediatamente, non mancarono
i compagni di vita e di miseria che le completarono, o i mercanti che
si industriarono a trarne beneficio (del resto un suo ritratto, che
nel 1918 si vendeva a 300-500 franchi, nel 1926 già ne valeva 35mila).
Nel
1927, per la prima volta, un editore italiano, Giovanni
Scheiwiller, presenta la pittura di Modigliani nella collana
"Arte moderna straniera".
La collezione
di Eric Estorick (Brooklyn 1913-? 1993)
(ebreo americano, sociologo di professione e più tardi mercante
d'arte e gallerista, proprietario della Grovsnor Gallery, sposato con
Salome Dessau, figlia di un industriale
tessile), presente nel Museo Estorick (nella zona di Islington a Londra)
possiede dei lavori di Modigliani, il primo acquistato nel 1930, una
Cariatide acquistata nel 1938, ecc.
Cesarina
(† 1992, a 102 anni) e Riccardo Gualino
(un self-made man smisuratamente ricco, confinato nel 1931 [in seguito
al suo crollo finanziario], per 15 mesi [trascorsi tra Lipari e Cava
dei Tirreni], per il "nocumento arrecato all'economia italiana", durante
i quali lei dipinge serena e lui scrive tre libri], proprietari nella
Torino dei primi anni del secolo di una collezione strepitosa (ora divisa
tra la Galleria Sabauda e la Banca d'Italia) di opere d'arte antica
e contemporanea, nel 1928 possiedono già sette Modigliani, grazie
al fruttuosissimo sodalizio avviato, dopo il 1918, con Lionello
Venturi.
Nel
1984 a Livorno vengono trovate tre teste attribuite ad Amedeo
Modigliani: trattasi di falsi e di una beffa…
La vicenda: la convizione che Amedeo Modigliani in procinto di lasciare
Livorno alla volta di Parigi, si sia realmente liberato di alcune brutte
e ingombranti sculture in abbozzo gettandole nel Fosso Reale della città
medicea, scatena nel luglio del 1984 un vero e proprio "tutti al fiumeee".
Dragato per giorni, il maleodorante corso d'acqua restituisce, insieme
ad indicibili detriti e schifezze fangose, tre teste abbozzate. Travolta
dall'emozione, Vera Durbé, responsabile
dei musei civici livornesi ed artefice delle ricerche ne fosso, non
esita un istante a dichiarare autentiche le statue pescate definendole
"bellissime, con nasi nobilissimi". Dietro a Vera
il coro di consensi permette che si appronti in fretta e furia una mostra
ed un catalogo per sancire e solennizzare l'evento. Qualcuno però,
assai più avvezzo a guardare che a chiacchierare, non riesce
a non farsi abbindolare da quei brutti "tre mammozzi". E fa bene perché
già in settembre la verità viene a galla: le teste sono
state scolpite e gettate nel canale per scherzo da quattro studenti
livornesi, i quali, per dimostrare la veridicità delle loro affermazioni,
rifanno in televisione una statua "di Modigliani" usando un comunissimo
trapano. In Italia scoppia una fragorosa risata e i critici cascati
nel tranello cercano di curarsi la testa rotta: è stata proprio
una brutta tegolata.
[da un art. del 1984 di Vanni
Scheiwiller]
…articolo di Cesare Brandi sul "Corriere"
del 12 agosto: "Ho visto quelle teste: sono di Modigliani". E giustamente
osserva:"chi altri, anche il falsario più acuto, avrebbe potuto abbozzare
così rozzamente, ma così illuminatamente, quelle due teste che hanno
una luce interiore, come una "veilleuse"?. La presenza di Modigliani
è ribadita anche nell' apparente trasandatezza dell' abbozzo ma con
quel gusto infallibile "per cangiare in una testa di facciata l' una
parte della' altra".
…di diverso parere è Mario Spagnol
("La Stampa", 29 luglio), grande storico dei falsi in arte, per il quale
le teste di Livorno sono solo un "aborto" di Modigliani o un falso.
Sarà che a Spagnol non piace Modigliani, ma quegli "aborti", pur avendoli
visti solo in fotografia, sono estremamente suggestivi e commoventi
come incunaboli e mi richiamano perentoriamente il retro della "Testa"
1911-12, pure in pietra, proveniente da Washington, per non parlare
dei disegni come "Testa di cariatide" e "Busto femminile" (1910?) pure
esposti. Uno stile, quelle tre pietre, che non ricorda solo l' incontro
di Modigliani col grande Brancusi /al quale si deve la testimonianza
- secondo il romeno Peter Neagoe - di come un giorno di Aprile del 1910
Modigliani gli parlò di quelle sue sculture caricate su un carretto
e gettate nel canale),…
… la stampa francese preferisce insistere sul pittore decisamente
legato alla scuola di Parigi piuttosto che sul sublime "inventore" dei
disegni e delle rare memorabili sculture ("Liberation", 21 agosto).
…si moltiplicano intanto i pareri autorevoli sull'autenticità delle
tre sculture.
Il prof Marco Franzini del Dipartimento
Scienze della Terra dell'Università di Pisa ha potuto esaminare, tra
l'altro, un frammento di pietra serena ripescato nel Fosso non lontano
dalla "Testa" scolpita nello stesso materiale, accertando come l'impregnazione
avesse di poco superato i due centimetri di profondità (uno spessore
congruo, se verificato nella stessa scultura, per l'ipotetica durata
della sua permanenza in acqua): si trattasse di una burla, i 75 anni
di immersione non sarebbero accettabili.
… per Modigliani si sono espressi Jean Leymarie,
tra i maggiori studiosi di arte moderna ("E' una resurrezione"), lo
scultore Cascella, Enzo
Carli ("l' impressione che siano autentiche, anche se appena
sbozzate"). In particolare lo scultore Lorenzo
Guerrini, espertissimo di come si tratta la pietra, ha fatto
notare che, tra le due "Teste" ritrovate e quelle esposte non vi sia
sostanziale differenza circa la conduzione della mano e l'uso di strumenti.
[da un art. del 1984 di Everardo
Della Noce].
[Mentre tra i suoi iniziali collezionisti troviamo Apollinaire,
dieci anni dopo la morte di Amedeo Modigliani
compaiono sul mercato i primi falsi, in particolare a Parigi.
Secondo la catalogazione più recente le opere ad olio dipinte con sicurezza
da Modigliani sono soltanto 337. Le sculture appena 25. Tra acquarelli
e disegni 730/735, ma per quest’ultimo dato non c’è certezza matematica.
Qualche disegno probabilmente non di sua mano nella storia può essere
passato per buono, mentre non risulta in senso stretto che alcuni non
originali ad olio siano stati autenticati per reali. Va detto - e l’episodio
è curioso - che un suo amico pittore, il valente Soutine,
si incaricò - dopo la morte di Modì - di terminare alcune tele. Non
soltanto: anche Kisling, molto vicino a
Modigliani, fece altrettanto.
Gli anni più… drammaticamente falsi del grande maestro sono stati di
certo quelli che vanno dal 1930 al 1950 quando i ""Modigliani"" fiorivano
come papaveri in un campo di grano. Poi scoperti alcuni autori, individuata
qualche fonte, adagio adagio il fenomeno si è ricomposto e la produzione
truffaldina (mentre il mercato faceva lievitare la quota) lentamente
si è andata spegnendo.
Il più alto prezzo pagato in asta per un’opera di Modì risale allo scorso
maggio. A New York, la sera del sedici, uno stupendo olio del 1918 ""Bambina
con trecce"" è stato venduto per 2.780.250 dollari, tasse comprese.
La casa che ha stabilito il record è la Christie’s. L’avvenimento, tra
operatori e cultori, ha fatto clamore anche perché la sera precedente
sempre a New York, l’altra grande casa di vendite pubbiche, la Sotheby’s,
aveva aggiudicato per 1.867.000, un Modigliani pure del 1918 il cui
esito di sala sembrava in tempo breve imbattibile.
Certo che il tempo muta la più parte delle cose. Gli anni in cui un’opera
del livornese si vendeva quasi esclusivamente a Parigi sono lontani
anni luce. Oramai la Francia, nei confronti di Londra e New York, sembra
sparita. E anche il quadro di Modigliani, mercantilmente, ha di gran
lunga spostato gli interessi di chi colleziona soltanto qualità eccelsa.
Considerato poi che le assemblee di mercato sono più competitive a New
York piuttosto che a Londra o altrove, è anche logico che una tela di
alta importanza sia esitata preferibilmente in America. L’ultima battuta
italiana di buon respiro dedicata a Modì risale al novembre 1975 quando
a Prato Farsetti pose all’incanto una tela del 1918 ""Il profilo di
Hanka Zborowski"" (24x41 centimetri). Opera venduta a 130 milioni di
lire, tasse escluse. È record italiano che ancora resiste, ma
resiste unicamente perché da nove anni, mai più un Modigliani di rilevanza
è stato posto in asta. La quotazione attuale al Punto per olii dell’artista
italiano di fatto non esiste. Il punto è tramontato e il conteggio,
generalizzato per un pittore come Modì, inesistente. Per curiosità,
in ogni modo, ricorderò che alla fine del 1980 il riferimento di valore
era indicato attorno ai 18 milioni.]
Erede
della fortuna fatta con la compagnia farmaceutica Johnson & Johnson,
Barbara Johnson nel 1984 vende un nudo
di Modigliani per 4,6 Mni di dollari.
Alla pinacoteca
di Brera nel 1987 avvengono furti di opere di Modigliani e altri.
Mostre
importanti:
1921, Parigi,
galleria l'Evêque;
1922
- Parigi, galleria Bernheim-Jeune, 39 dipinti;
- Venezia,
XIII Esposizione Internazionale d'Arti della città di Venezia,
nella sala ordinata da Vittorio Pica;
[critiche negative da Arturo Lancellotti
sul romano «Corriere d'Italia», e da Francesco
Sapori e da Enrico Thovez];
1925, i
primi italiani a capire Modigliani sono Paolo
D'Ancona e Giovanni Scheiwiller
(monografia illustrata del 1927 con saggio datato dicembre 1925);
1929, New
York, galleria De Hauke & Co., 37 dipinti; arrivano poi Boston e
Los Angeles; grazie soprattutto a Albert C. Barnes
[suo il brevetto del disinfettante delle vie nasali, Argyrol] che ha
già acquistato in blocco la raccolta di Leo
Stein e della sorella Gertrude (Picasso,
Matisse e cubisti) facendo poi la fortuna di Léopold
Zborowski († 24 marzo 1932 a 43 anni per una polmonite aggravata
da complicazioni cardiache);
1930, XVII
Biennale di Venezia, una mostra più vasta (40 lavori) curata da Lionello
Venturi; prima grande affermazione anche se non del tutto favorevole
la critica di Ugo Ojetti;
1993,
5 set - 4 gen 1994, Palazzo Grassi, una grande rassegna di opere inedite,
(400 disegni), dalla collezione del suo primo amico e mecenate, Paul
Alexandre.
2000, Fondazione
Cini, una mostra di taglio diverso, "Modigliani e i suoi", curata da
Christian Parisot, che si propone di rileggere
l'ambiente familiare e artistico in cui Amedeo
visse i suoi ultimi anni a Parigi.
Costruita intorno a un'autentica gemma, come il Ritratto di Jeanne
Hébuterne incinta del loro secondo figlio, la mostra espone accanto
ad alcuni altri dipinti e disegni di Modigliani
un nucleo inedito di opere di Jeanne Hébuterne,
rese pubbliche solo ora dalla famiglia.
Insieme sono alcuni disegni del fratello di Jeanne,
André Hébuterne e un'interessante sequenza
di fogli di Georges Dorignac, che agli
Hébuterne e a Modigliani
era legato da vincoli di parentela e di frequentazione (stavano
tutti alla Ruche, una sorta di alveare di studi d'artista a Montparnasse).
E in chiusura, una rapida carrellata di lavori di quegli artisti e intellettuali,
da Picasso a Max
Jacob, da Foujita a Suzanne
Valadon, Pascin, Kisling,
, che con lui si confrontavano
ogni giorno, nei ritrovi prima di Montmartre, poi di Montparnasse.
Da: Corrado
Augias, Il viaggiatore alato [poi Modigliani, l'ultimo
romantico] (Le Scie 1998)
Giovanni Scheiwiller, Modigliani
(Paris 1928)
Arthur Pfannstiel, Modigliani
(Paris 1929)
Nina Hamnetv, Laughing Torso
(New York 1932)
Fernande Olivier, Picasso et
ses amis (Paris 1933; Roma 1993, Picasso e i suoi amici)
Douglas Goldring , Artist Quarter
(London 1944; pubblicato in prima edizione con lo pseudonimo di Charles
Douglas)
Augustus John, Chiaroscuro
(London 1952)
André Warnod, Fils de
Montmartre (Paris 1955)
André Salmon, La vie passionnée
de A. M. (Paris 1957)
Ambrogio Ceroni, Amedeo Modigliani
(Milano 1958)
Claude Roy, Modigliani (Paris
1958)
Jean-Paul Crespelle, Monparnasse
vivant (Paris 1962)
Pierre Sichel, Modigliani, a
Biografphy (London 1967)
Ambrogio Ceroni, Modigliani
(Milano 1970, con una presentazione di Leone Piccioni)
Jean-Paul Crespelle, La vie quotidienne
à Montparnasse (Paris 1976)
Gino Severini, Vita di un pittore
(Milano 1983)
Morrill Cody, The Women of Montparnasse
(New York 1984)
Jeanne [Giovanna] Modigliani, Modigliani
racconta Modigliani (Livorno 1984)
Sylvie Buisson, La scuola di
Parigi e Modigliani (Livorno 1989)
Christian Parisot, Modigliani,
catalogue raisonné (Livorno 1990)
Billy Kluver, Julie
Martine, Kiki's Paris (New York 1994)
Stefano De Rosa, Modigliani
(Firenze 1996)
Kiki de Montparnasse, Diario (Catanzaro
1996)
Christian Parisot, Amedeo Modigliani
(Paris 1996)
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