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Il Viandante

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STATO PONTIFICIO
Innocenzo XI
(1676-89)
Segreteria di stato
- direttore:
card. Alderano Cybo-Malaspina
[legato Pontificio ad Avignone (1677 -90), spia francese stipendiata da Louis XIV]
altri incarichi

- segretario delle Lettere cifrate o della Cifra : Lorenzo Casoni, suo cugino;

 
- segretario dei Memoriali:
. Giovan Battista de Luca
 
- segretario dei Brevi:
. Johan Walter Slusius
 
- sottodatario, datario:
. Francesco Liberati,
 
 


1683
impersona l'Europa cattolica nella crociata contro il turco, fornendo cospicui aiuti finanziari agli Absburgo, patrocinando l'alleanza tra l'Impero e la Polonia di Jan III Sobieski;

si adopera inutilmente per estirpare la piaga della tratta degli schiavi sulla costa dell'Angola;

Aprile
un nuovo nunzio, Angelo Ranuzzi, parte per Parigi;
mentre il Sant'Uffizio ha esaurito la sua analisi della questione delle "regalie" e della Declaratio cleri gallicani, il papa preferisce bloccare la pubblicazione della bolla di condanna Cum primum;
il nuovo nunzio a Varsavia Obizzo Pallavicini partecipa attivamente ai negoziati, culminati con la liberazione di Vienna;

Cappuccini
[ Frati Minori della vita eremitica]

«segue da 1682»
1683, settembre, dopo la liberazione di Vienna dall'assedo turco, la celebrazione della festa del "Nome di Maria" (dal 1672 concessa nel solo territorio della repubblica di Genova) viene estesa a tutta la chiesa cattolica.
«segue 1693»

 

 

ANNO 1683





1683
Sacro Romano Impero
Leopoldo I
Albero genealogico

(Vienna 1640 - 1705)
figlio di Ferdinando III e di Maria Anna d'Absburgo-Spagna;
1655-1705, arciduca d'Austria;
1655-1705, re d'Ungheria;
1655-1705, re di Boemia;
1658-1705, imperatore del Sacro Romano Impero;





1683
-

AUSTRIA
 
BOEMIA
 
UNGHERIA
1683
Gennaio
11
, Adrianopoli, vengono messe sulle aste le code di cavallo (tug);

Marzo
10
, Filippo Guglielmo di Neuburg comunica al frate cappuccino Marco d'Aviano: «"Il turco resta ancora fiero, ma la Polonia si mostra inclinata a concorervi, et forsi anco la Moscovia»;
12, Adrianopoli, il Sultano si trasferisce dal suo palazzo alle tende dell'accampamento;
22, si parte da Adrianopoli; sosta a Kemal-cairi (?), poi a Mustafapasa Köprüsü;
25, sosta a Harmali;
27, sosta a Kayali,
28, sosta a Papazköy,
29, arrivo a Filippopoli (Plovdiv);
31
, tra Leopoldo I e Jan III Sobieski viene fissata l'alleanza contro i turchi, secondo la quale l'imperatore deve mettere a disposizione 60.000 uomini in Ungheria, la Polonia 40.000 uomini in Podolia; nel caso che o Vienna o Cracovia vengano minacciate, i due eserciti si riunirebbero;
egli concede inoltre per gli armamenti polacchi la somma di 200.000 talleri (=1.200.000 fiorini polacchi).
L'alleanza viene posta sotto la garanzia di Innocenzo XI il quale, senza esitazione, paga nel corso del 1683 enormi sussidi all'imperatore (400.000 fiorini) e alla Polonia (500.000 fiorini). In più il pontefice dà il suo permesso all'introduzione e alla riscossione di una cosiddetta tassa turca sugli introiti ecclesiastici in Austria e in Baviera.
Tali sussidi si dimostreranno indispensabili per armare e mantenere i rispettivi eserciti.
Innocenzo XI
cerca di ottenere anche l'appoggio della Francia o almeno di indurla a una condotta affinché la Germania e gli altri paesi cristiani si possano dirigere contro la Turchia senza dover temere Luigi XIV. Il re Sole rivendica così per la Francia le intere diocesi di Meta, Toul e Verdun.
Intanto, lo stesso 31 marzo il sultano Mehmet IV e il suo gran visir Kara Mustafa si mettono in marcia con l'esercito turco da Adrianopoli.
Anche da parte imperiale domina il desiderio di condurre la guerra in maniera offensiva (cioè in territorio nemico) e, secondo i piani dello stato maggiore di corte l'esercito si dovrebbe radunare il 20 aprile nelle vicinanze di Kittsee, a sud di Bratislva, per poter iniziare in tempo la campagna militare.

Aprile
2
, i turchi fanno sosta a Pazardzik,
3, sosta a Serhabeyli,
4, sosta a Ispahi Köprüsü,
5, sosta a Ihtiman,
6, sosta a Kaziasker Derven,
7, arrivo a Sofia;
10, sosta a Halkali Bunar; giunge notizia dell'arrivo delle truppe egiziane a Salonicco; incontrano gli ambasciatori dell'Ungheria:
. Pietro Fagel (da parte del re),
. Stefano Sirmaly (da parte della loro nobiltà)
. Paolo Uprezio (da parte dell'esercito);
11, sosta a Sari Yurt,
12, sosta a Sarköy,
13, sosta nella palanca di Mustafapasa;
14, arrivo a Niš;
16, sosta a Alexica (?), di seguito a Kinaloglu, Yagodina, Patrinica e nella palanca di Hasanpasa. Giungono notizie sui movimenti dei tedeschi, le loro operazioni di preparativi bellici, l'avvento dell'Imperatore alal cosiddetta Tavsan Ovast (Schütt);
papa Innocenzo XI, grazie ai nunzi a Vienna e a Varsavia, Francesco Buonvisi e Obizzo Pallavicini fa in modo che si giunga ad un'alleanza tra l'Imperatore e Jan III Sobieski la quale, malgrado gli sforzi contrari dell'ambasciatore francese Vitry e degli agenti ungheresi del conte Tököli viene approvata dalla dieta polacca;
21
, non solo non è stata rispettata la data del 20 aprile, ma solo ora viene nominato il comandante supremo dell'esercito imperiale: duca Carlo di Lorena, cognato dell'imperatore e allievo di R. Montecuccoli;
23, i turchi arrivano a Belgrado dove il Sultano decide di rimanere; lo vanno a riverire i sumenzionati ambasciatori ungheresi;

Maggio
3
, l'esercito turco giunge a Belgrado dove attendono le truppe ausiliarie dalla Valacchia e dalla Moldavia, in modo che il totale dell'esercito sale a più di 100.000 uomini, senza calcolare l'immenso carriaggio;
il legato imperiale, conte Alberto Caprara, deve seguire l'esercito nemico fino a Belgrado; il residente Kunitz deve però restare e prende parte, quasi come prigioniero, alla campagna militare e all'assedio di Vienna;
6, Belgrado, il gran visir Kara Mustafa parte con l'esercito e attraversa la Sava;
Kittsee, davanti all'imperatore e al principe elettore di Baviera ha luogo la rivista militare; l'esercito conta all'incirca 21.600 fanti e 10.800 cavalieri; da parte ungherese sono arrivati 6.000 uomini sotto la guida del palatino Paolo Esterhazy; la maggior parte dello schieramento ungherese di circa 18.000 uomini ha occupato punti importanti nell'Ungheria settentrionale; l'offensiva imperiale però non ha luogo;
il conte Tököli si allea apertamente con i turchi e avanza dall'Ungheria superiore verso ovest; molti nobili e molte città ungheresi si associano, in parte contro la loro volontà. L'esercito imperiale rischia di essere tagliato in due.
11, Belgrado, parte il tug dell'Aga dei giannizzeri;
13, Belgrado, parte il tug del gran visir Kara Mustafa;
14, si muove alla volta di Osijek con sosta a Votika;
15, sosta a Parka;
16, sosta a Parfa;
17, arrivo a Mitrovica con sosta di due giorni;
19, arrivo a Kokovica; forte pioggia, un lampo colpisce e uccide Abdullatif Aga ed il suo servo vicino; sosta a Varnik;
20, sosta a Vukovar;
si muovono gli ungheresi;
22, sosta a Dil sul Danubio;
23, arrivo a Osijek;
25, hanno luogo diverse parate militari (alay), inoltre si riunisce un Consiglio con il Gran Visir, il reis Efendi, il Cavusbasi, il Muhzir Aga e tutti i Sancak Bey);
26, viene pagato il soldo;

Giugno
7
, arrivo a Burnivar;
il legato imperiale, conte Alberto Caprara, viene chiamato alla Porta dove gli viene data risposta alla lettera del presidente del Consiglio di guerra palatino Hermann von Baden, ministro del Kaiser, e viene congedato;
8, arrivo a Mohács,
9, sosta a Bátaszék,
10, sosta a Szekszárd;
viene il re d'Ungheria Tököly allo scalo di Erdut, passando il Danubio da Sombor. Vanno a riceverlo Deli Pascià, Gönüli Aga con i cavalleggeri e i custodi dei cani (segmen o sekban, in tempo di guerra parte del corpo dei giannizzeri) del Pascià, il Silikat Agasi (?) Osmân Aga e, al posto del Cavus Agasi/Sipâhilar Aga che è leggermente indisposto, va il Sipâhilar Kehâyâ. Sono presenti anche il Silihtâr Kehâyâ (capo degli ufficiali) ed il Cavusbasi (capo dei ciausci e responsabile anche del ricevimento degli ambasciatori stranieri) con molti ciausci (guardie con diverse funzioni); a metà strada viene ricevuto dal dragomanno Alessandro Maurokordatos […]
11, sosta a Paks,
12, sosta a Földvár,
13, sosta a Can-kutaran (?); raggiunge l'esercito anche il principe ereditario Serban Cantacuzeno, voivoda di Salti (Bucarest);
15, arrivo a Stolni Belgrad (Székesfehérvár, Albareale);
il gran visir Kara Mustafa si mette in cammino da Esseg e si reca via Mohacs a Stuhlzweissenburg. Qui si incontra con il khan dei tartari e con i suoi reparti selvaggi;
16-17, sosta a Stolni Belgrad (Székesfehérvár, Albareale);
17, incontro con il khan di Crimea e con il suo generale Nur ad-Din Sultan. Si tiene il Gran Consiglio di guerra con tutti i notabili: è Vanli Efendi a trarre le conclusioni;
18, arrivo a Mór,
19, arrivo a Kisbér,
20, arrivo a Pér,
21, arrivo al fiume Raab. Di fronte si vede l'accampamento dei tedeschi;
24, arrivano 400 soldati ungheresi (pascià di Ofen);
30, arrivo a Tavsan Ovast (Schütt);
l'esercito turco si trova vicino alla frontiera con l'Austria;

Luglio
2
, il consiglio di guerra austriaco decide la ritirata, mentre orde di tartari già seminano il terrore in tutta la pianura fino al lago di Neusiedl;
3, i turchi sostano nel villaggio di Hules (?); il pascià vede la città di Vienna;
4, arrivo a Bécs (Vienna). Si suddividono i fronti;
6, avvengono combattimenti violenti con molte perdite;
7, durante il ritiro delle truppe imperiali, nei pressi di Petronell, la retroguardia viene attaccata da turchi e tartari; il giovane duca Louis Julius di Savoia-Soissons (dal 1682 alla guida di un reggimento imperiale di dragoni) fratello maggiore del principe Eugenio, viene ferito gravemente (morirà due giorni dopo a Vienna);
durante la lotta vicino a Petronell, Carlo di Lorena, presupponendo che tutto l'esercito turcosia ormai nelle vicinanze, invia una notizia a Vienna che l'imperaore deve lasciare la città al più presto possibile;
8, Vienna:
ore 04:00, arrivata la terrificante notizia, a corte vengono fatti velocemente i bagagli;
ore 08:00, la famiglia imperiale lascia la capitale per fuggire sulla sponda settentrionale del Danubio a Krems, Linz e Passavia;
la fuga dei nobili e delle legazioni straniere dura per tutta la notte; a migliaia fuggono dai sobborghi e dai dintorni nella città come unico posto di rifugio dal terribile nemico;
l'imperatore nomina il conte Ernst Rüdiger von Starhemberg a comandante cittadino; le forze di ruolo dei difensori ammontano a circa 11.000 unità e vengono rinforzate da cittadini, studenti, commercianti, artigiani e impiegati di corte;
14, inizia l'assedio di Vienna;
come previsto il gran visir Kara Mustafa, ascoltando i consigli di ingegneri francesi e italiani e soprattutto dell'ex padre cappuccino Ahmet Bey, dirige l'attacco principale con i fuochi d'artiglieria contro la parte più forte della città, cioè contro il castello e la bastia Löwel;
[l'inverno precedente Ahmet Bey, assieme a messaggeri di Tököli, era stato a Vienna e aveva disegnato dei piani delle fortificazioni.]
18, 19 e 20, le postazioni turche avanzano con difficoltà;
23, 25, 27, iniziano i primi assalti da parte dei turchi;
verso la fine del mese, dopo che un'intimazione di resa inviata con un freccia è stata accolta con scherno, e che le perdite sono elevate in entrambe le parti, scoppia la dissenteria per causa della quale muore anche il sindaco Andreas Liebenberg;
quando i turchi, dopo aver fatto esplodere delle mine nelle vicinanze del castello, riescono a penetrare all'interno del sistema di fortificazioni, la situazione comincia a diventare molto minacciosa;

Agosto
10, dopo vari attacchi i turchi sono riusciti a prendere soltanto le palizzate; il keháyá Ahmet Aga, colpito a morte, viene sostituito dal keháyáa Ali;
mentre vaste parti della Bassa Austria e del Burgenland vengono devastate in maniera orribile dal nemico, l'imperatore, fuggito nel frattempo fino a Passavia, invia lettere urgenti a Polonia, Baviera, Sassonia e ad altri perché venga finalmente messo a disposizione il corpo d'armata promessogli. Anche il papa e il nunzio fanno il possibile.
Mentre la situazione si fa sempre più pericolosa, Carlo di Lorena si decide, nel caso diventi necessario, a liberare Vienna da solo con le truppe imperiali e bavaresi. Tale decisione contribuisce finalmente ad accelerare l'arrivo dei polacchi.
L'imperatore aspetta intanto a Linz, Dürnstein e Krems. Interviene anche Marco d'Aviano.

Settembre
, quando Vienna si trova in grave difficoltà, Luigi XIV fa entrare le sue truppe nei Paesi Bassi spagnoli;
6, Parigi, muore  Jean-Baptiste COLBERT;
12, secondo i piani di Carlo di Lorena, si osa la battaglia di liberazione della città (battaglia di Khalenberg); tutto l'esercito, circa 70.000 uomini, fra i quali anche 15.000 polacchi, sale sulle alture della foresta viennese e viene disposto per la battaglia;
ore 04:00, Marco d'Aviano celebra la messa sul Kahlenberg;
schieramento imperiale:
- a sinistra, dove nelle vicinanze del Danubio la strada dal Khalenberg e dal Leopoldsberg nella città è la più breve, si trovano le truppe imperiali sotto il principe elettore Giovanni Giorgio III;
[Ci sono Carlo di Lorena con il margravio Hermann e il giovane Ludovico Guglielmo, il conte von Leslie e il conte Caprara, il principe Lubomirski con i suoi temibili cavalieri polacchi corazzati, poi Mercy e Tafe, futuri eroi d'Ungheria, insieme a decine di altri principi. L'ancora sconosciuto Eugenio di Savoia, il principe elettore di Sassonia, assistito dal feldmaresciallo Goltz, il principe elettore di Baviera con i cinque Wittelsbach.]
- il centro viene formato soprattutto dai bavaresi sotto il giovane principe elettore Massimiliano Emanuele nonché i soldati imperiali della Franconia e della Svevia;
[sono schierati anche i principi regnanti della Turingia, dei gloriosi casati Guelfi e Holstein; il margravio di Bayreuth, i feldmarescialli e generali Rodolfo Baratta, Dünewald, Stirum, il barone von Degenfeld, Kàroly Pàlffy e molti altri.]
- l'ala destra è formata dai polacchi del re Jan III Sobieski rafforzati da quattro reggimenti tedeschi;
schieramento turco:
- nell'ala destra (alla sinistra degli imperiali), comandano Ibrahim Pascià di Buda (che nutre rancore e odio verso il gran visir), Kara Mehmet Pascià di Diyarbakir e altri generali con le truppe delle loro province; nelle trincee si trovano poi anche gli egiziani e altri pascià di fanteria;
- nell'ala centrale (a sinistra dei polacchi) sta lo stesso gran visir Kara Mustafa con i giannizzeri, con i sipâhi e con le sue proprie truppe;
- nell'ala sinistra sta Hüseyin Pascià di Samo con il Khan dei tatari e i suoi uomini, mentre sull'isola rimane il tesoriere Hasan Pascià di Hamid con i valacchi e i moldavi;

la battaglia inizia, nella tarda mattinata, sull'ala destra dello schieramento imperiale;
gli imperiali scendono giù, mantenendo un ordine preciso e avanzando con grande velocità;
ore 16:00, inizia una rapida ritirata dell'ala destra dei turchi (Ibrahim Pascià di Buda abbandona per primo la battaglia) seguito dall'ala sinistra (khan dei tatari); soltanto il gran visir Kara Mustafa, al centro, resiste all'attacco fino ad un'ora prima del tramonto;
la ritirata si trasforma comunque ben presto in una fuga selvaggia oltre il proprio accampamento in direzione dell'Ungheria;
quando cala la sera tutto è deciso; i caduti turchi sono circa 10.000 mentre da parte imperiale si contano circa 2.000 morti;
durante la notte, mentre i soldati tedeschi obbediscono con ferrea disciplina rimanendo schierati dinanzi all'accampamento turco, i polacchi si impossessano del ricco bottino di guerra, primo fra tutti il loro re Jan III Sobieski il quale si appropria della tenda del gran visir Kara Mustafa con tutti i ricchi gioielli che vi si trovano.
Non si fa differenza ormai fra cattolici e protestanti: è una vittoria del cristianesimo.
Luigi XIV se ne sta in disparte, un colpo a lungo preparato contro la casa d'Austria è fallito. Il papa, in memoria della liberazione di Vienna, introduce per tutta la chiesa la festa del Santissimo Nome di Maria e, a ricordo di tale vittoria, a Roma viene costruita anche una chiesa sotto il patrocinio del "SS. Nome di Maria";
13, al mattino Jan III Sobieski fa il suo ingresso a Vienna, festeggiato entusiasticamente dalla popolazione; nella chiesa degli agostiniani viene cantato il Te Deum. Il duca Carlo di Lorena e i principi tedeschi però non vi prendono parte. Aspettano l'imperatore che, per il bene comune, si è tenuto finora nell'ombra; verso sera arriva a Klosterneuburg;
14, al mattino l'imperatore viene accolto da Carlo di Lorena e dai principi tedeschi davanti a Vienna; nel duomo di S. Stefano il vescovo Kollonitsch celebra la solenne messa di ringraziamento.
Dopo che i polacchi si sono presi la parte più consistente, e si sono serviti pure le altre truppe e i viennesi, l'enorme bottino dell'accampamento turco viene incorporato nell'arsenale imperiale;
15, il principe elettore di Sassonia fa ritorno a casa con le sue truppe;
nei giorni successivi partono anche le truppe imperiali della Franconia e della Svevia;
le partenze sono compensate da truppe imperiali soprattutto croati, addotti poco dopo;
i turchi sono fuggiti fino a Raab dove il gran visir Kara Mustafa raccoglie i resti del suo esercito; Ibrahim Pascià di Ofe (Buda), ritenuto colpevole della sconfitta, viene fatto strangolare;
17, mentre i turchi continuano alla volta di Stuhlzweissenburg, il duca Carlo di Lorena insiste che vengano inseguiti;
18, inizia l'avanzamento delle truppe imperiali e dei polacchi, i bavaresi seguono poco dopo;
Ottobre
verso la fine del mese viene presa la città di Gran, e viene liberata la sede del primate d'Ungheria; con questa splendente azione finisce la gloriosa campagna;
mentre l'ambasciatore spagnolo presso la corte imperiale insiste che truppe vengano inviate dall'Austria in Belgio per far fronte ai soldati francesi entrati nei Paesi Bassi spagnoli, il papa, il nunzio e soprattutto Marco d'Aviano insistono perché si continui la guerra fino alla completa liberazione dell'Ungheria, dei cristiani sui Balcani e addirittura fino alla cacciata dei turchi dall'Europa;

Novembre
Linz, verso la fine del mese viene presa la decisione di una continuazione della guerra contro i turchi;


CROAZIA [dal 1096 fino al sec. XIX fa parte della corona ungherese; dal 1102 al 1918 l'Ungheria segnerà in maniera decisiva la storia croata; nel XIII secolo si stacca la Slavonia che ottiene un bano e una dieta propri.
Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Bosnia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria.]
1683
sotto la guida del conte Emerik Thököly (marito di una delle figlie del bano Petar Zrinski, giustiziato il 30 marzo 1671 per crimine di lesa maestà) scoppia una nuova insurrezione alla quale, stavolta, i turchi decidono di prestare appoggio.
Un esercito di 200.000 fanti e cavalieri marcia su Vienna costringendo Leopoldo I alla fuga e cingendo d'assedio la città per ben due mesi.

Settembre
12
, battaglia di Khalenberg, Vienna è liberata da truppe cristiane che con questa vittoria danno il via alla riconquista dei territori ungheresi e croati soggetti al sultano.
[Durante l'assedio di Vienna cade anche Jurai Krizanic (1617-1683), un avventuroso monaco domenicano che con immaginazione barocca porterà la corrente slavofila, presente da tempo nella cultura e nel pensiero politico croato, alle sue estreme conseguenze. A differenza dei suoi predecessori che si erano limitati a sviluppare le loro idee nei propri scritti, egli cercò di tradurle in atto puntando – nel tentativo di risolvere le sorti della sua misera patria – sulle due potenze antitetiche del mondo contemporaneo: la curia romana e la corte russa.
Mettendosi al servizio della "Propaganda Fide" e del suo grandioso progetto relativo all'unione delle chiese, egli sperava di cogliere due piccioni con una fava convincendo lo zar a riconoscere l'autorità del papa e a farsi protettore di tutti gli slavi per liberarli dal dominio straniero. A tal fine si recò due volte a Mosca dove era riuscito a mettersi al servizio di Alessio I.
Per cause rimaste ignote, nel 1661 fu esiliato in Siberia, a Tobolsk. Rimasto qui per ben quindici anni, elaborò le proprie idee in numerosi scritti, soprattutto in quello intitolato Politica o discorso sul governo. Solo dopo la morte di Alessio I poté tornare a Mosca per trasferirsi più tardi in Polonia dove entrò nell'ordine domenicano. Nel 1683 ha intrapreso, al seguito delle truppe di Jan III Sobieski, il suo ultimo viaggio in direzione di Vienna.
Pure definito «cervello torbido e stravagante» dal segretaro della "Propaganda Fide", egli lascierà nelle sue opere (pubblicate postume) una testimonianza preziosa delle condizioni politico sociali della Russia contemporanea, ma anche della diffusa irrequietezza dei croati per il dominio dei "tedeschi" (cioè della burocrazia e degli ufficiali imperiali), che, a suo dire, «odiano tutto il popolo slavo con eterno e demonico odio».]

[Joze Pirjevec, Serbi, Croati, Sloveni - Storia di tre nazioni, Universale Paperbacks, Il Mulino, Bologna 1995]
BOSNIA [Dal 1390 al 1409 fa parte, assieme alla Croazia, del Regno di Croazia e di Dalmazia; dal 1409 ritorna a far parte dell'Ungheria]
1683
-

1683
Brandeburgo
Federico Guglielmo [il Grande Elettore]
Albero genealogico

(Berlino 1620 - Potsdam 1688)
figlio dell'elettore Giorgio Guglielmo e di Elisabetta Carlotta del Palatinato, fu educato nei Paesi Bassi presso Federico Enrico d'Orange;
1640-88, elettore di Brandeburgo;
nel 1641 ha ottenuto lo sgombero dei suoi territori da parte degli svedesi in cambio della rinuncia alla Pomerania occidentale;
nel 1648 la pace di Vestfalia gli ha assegnato i vescovati di Minden, Cammin e Halberstadt e la successione all'arcivescovato di Magdeburgo [poi unito ai suoi domini nel 1680];
1654-60, prima guerra del nord;
1660-88, duca indipendente di Prussia;
nel 1661, con la pace di Oliva, ha ottenuto la piena sovranità sulla Prussia, già feudo polacco;
1672-88, guerra d'Olanda: si schiera con le Province Unite contro la Francia e la Svezia;
nel 1679 le clausole del trattato di Saint-Germain-en-Laye non gli hanno permesso di recuperare la Pomerania occidentale ceduta a suo tempo agli svedesi;
nel 1680 ha unito ai suoi domini l'arcivescovato di Magdeburgo (in seguito al diritto di successione assegnatogli dalla pace di Vestfalia);
nel 1682 ha creato la Compagnia d'Africa;




1683
Sassonia
Giovanni Giorgio III
Albero genealogico

(Dresda 1647 - Tubinga 1691)
figlio di Giovanni Giorgio II e di Maddalena di Brandeburgo-Bareith;
1680-91, principe elettore di Sassonia;
nel 1680 ha abbandonato l'alleanza con la Francia per quella con l'imperatore; riorganizza militarmente la Sassonia costituendo un esercito permanente;
1683
partecipa alla liberazione di Vienna dai turchi;

1683
ducato di Sassonia-Gotha
Albero genealogico

-

1683
Baviera
Massimiliano II Emanuele di Wittelsbach
Albero genealogico

(1662 - 1726)
figlio di Ferdinando Maria e di Enrichetta di Savoia († 1675);
1679-1706, principe elettore di Baviera;
[dal 1648 la Baviera ha incorporato l'Alto Palatinato]



1714-26, principe elettore di Baviera;



1683
REGNO di POLONIA
Jan III Sobieski
Albero genealogico

(Olesko, Leopoli 1624 - Wilanów 1696)

1674-96, re di Polonia;
nel 1681, con la pace di Karlowitz, ha ottenuto l'Ucraina e la Podolia;

 

1683
sconfigge l'esercito ottomano a Kahlenberg liberando Vienna dall'assedio;
distaccatosi dalla Francia per l'atteggiamento ambiguo di Luigi XIV nel conflitto turco-polacco, stringe con Leopoldo I d'Austria e il papa Innocenzo XI un'alleanza contro i turchi (Lega santa) ostacolandone tuttavia l'ingresso alla Russia contro la quale muove guerra per questioni legate alle terre confinanti con la Loituania; sia da Vienna che da Roma si interviene per la restaurazione della pace e l'ingresso della Russia nella lega;

 

 




1680
IMPERO OTTOMANO

Mehmet IV [Avci-il cacciatore]

Albero genealogico

(1642 - 1692)
figlio di Ibrahim e di Tarhan;
1648-87, sultano;
[Con la cessione del potere esecutivo al Gran Visir (1656), si inaugura l'era in cui i Gran Visir diventano il vero potere dietro il trono di Istanbul.]
dal 1667 è alleato con i Cosacchi di Petro Doroshenko;
nel 1669 ha tolto Candia ai veneziani;
nel 1676 ha tolyo la Galizia e la Podolia ai polacchi;



Gran Visir
Mehmet Köprülü;
(1648 ago - ?)

1680
scaduto il termine di 20 anni previsto dal trattato di pace di Eisenburg, l'Impero ottomano dichiara nuovamente guerra all'Austria.
Appoggiando la rivolta ungherese guidata da Imre Thököly contro il dominio imperiale, il gran visir Kara Mustafa marcia alla testa di un imponente esercito attraverso l'Ungheria e giunge ad assediare Vienna. Sulle colline di Kahlenberg, presso la capitale austriaca, però, gli Ottomani vengono ripetutamente sconfitti dalle forze imperiali guidate da Carlo V, duca di Lorena, e da quelle polacche del re Jan III Sobieski.
Inizia la controffensiva cristiana.
Il gran visir Kara Mustafa viene fatto strangolare a Belgrado dal sultano e la sua testa viene posta su una colonna all'esterno del Palazzo di Edirne.


 


 



1683
RUSSIA
Ivan V [il Semplice]
Albero genealogico

(Mosca 1666 - 1696)
figlio dello zar Alessio;
1682-89, zar di Russia;
assieme al fratellastro Pietro I ma di fatto non ha alcuna parte nel governo retto fino al 1689 dalla sorella Sofia;



Pietro I [il Grande]
Albero genealogico

(Kolomenskoe, Mosca 1672 - Pietroburgo 1725)
quartogenito dello zar Alessio Michajlovic e di Natalia Kirillovna Naryškina;
1682-1725, zar di Russia;
assieme al fratellastro Ivan V il Semplice e sotto la reggenza della sorella Sofia;


 
-
1683
-


 




1683
Francia e Navarra
Luigi XIV [il Re Sole]

(Saint-Germain-en-Laye-1638-Versailles 1715)
figlio di Luigi XIII e di Anna d'Austria;
1643-1715, re di Francia e di Navarra;
a 5 anni sotto la reggenza della madre;
1653-61, la sua formazione politica è opera di G. Mazarino.
1672-78, guerra franco-olandese;


 

Primo ministro
-
Cancelliere
M. Le Tellier
(1677 29 ott - 30 ott 1685)
Sovrintendente delle Finanze
J.-B. Colbert
(1661 set - 1683)
Claude Le Peletier
(set - 1689)
Segretario di stato agli Affari Esteri
J.-B. Colbert
marchese di Torcy
(1679 26 lug - 23 set 1715)
 
1683
Aprile

un nuovo nunzio papale, Angelo Ranuzzi, parte per Parigi;

Settembre
6
, muore J.-B. Colbert;

 

Nord America
ACADIA
Governatore        

1683
Port Royal,

 

CANADA
[Il nome deriva dalla parola huron kanata – villaggio o insediamento – che venne utilizzata in riferimento agli indiani di Stadaconé dal navigatore bretone Jacques Cartier (1491-1557). Essa viene quindi applicata dai francesi anche al territorio di Micmac e Montagnais.]
Governatore generale della Nuova Francia
Joseph-Antoine Le Febvre de la Barre
(1682 - 1685)
Intendente
Jacques de Meulles
(1682 - 1686)

1683
-
Lo stesso anno ha origine nella valle del Mississippi e in Louisiana la Description de la Louisiana (1683) del recolletto Louis Hennepin (1626-c. 1705) e la Histoire de la Louisiana di Le Page Du Pratz.

 

 
1683
Province Unite e dei Paesi Bassi
WILLEM III
[Willem III Hendrik van Oranje]
(L'Aia 1650 - Londra 1702)
figlio di Willem II d'Orange e della p.ssa Mary Stuart, primogenita di Charles I d'Inghilterra;
1672-1702, statolder delle Province Unite e dei Paesi Bassi;
[nel novembre 1677 ha sposato sua cugina Mary, figlia dell'erede al trono inglese James Stuart.]
1683
manda il suo amico fidato Bentinck dall'Aia a Londra ingiungendogli di nulla omettere che sia necessario alla riconciliargli la corte d'Inghilterra e significare in particolare, con calde espressioni, l'orrore che il suo signore ha sentito per la congiura dei whig;
1689-1702, re di Gran Bretagna e Irlanda;

 

 


 

1683
Inghilterra e Scozia
Charles II

(Londra, St.James's Palace 1630 - Whitehall 1685)
figlio di Charles I e di Enrichetta Maria di Borbone;
1660-85, re d'Inghilterra e Scozia;
1662, il suo matrimonio con Caterina di Braganza si rivela un fallimento;
1669, si ascrive segretamente alla religione cattolica che professerà palesemente in punto di morte;


[dal 1679, con la promulgazione dell'Habeas corpus Act, sono state ripristinate le garanzie costituzionali.]

 

 

 
Primo lord
del Tesoro
[First Lord
of the Treasury
]
-
Cancelliere
dello Scacchiere
[Chancellor
of the Exchequer
]
-
Segretari di Stato
 
Affari Esteri e Commonwealth
-
 
Affari Interni    
Giustizia    
 
1683
la scoperta della congiura di Rye House sconfigge i whig e rende trionfante il re;
SCOZIA
-
-
-
-
1683
-
 
IRLANDA
Lord Luogotenente d'Irlanda
James Butler
(duca d'Ormond)
(1677 - 1684)
-
-

1683
-

 
Nord America
-
-
-
-

1683
Nella South Carolina la guerra contro i Westo (1680-83) segue esattamente lo stesso schema percorso in precedenza dalla vicina Virginia.

VIRGINIA
Governatore
-
-

1683
Jamestown, sul fiume James;






MARYLAND [Dal nome della regina Enrichetta Maria]
Governatore
-
-

1683
-






NEW ENGLAND [Confederazione dal 1643]
Governatore
-
-

1683
-

MASSACHUSETTS
Governatore
-
-

1683
-

PLYMOUTH
Governatore
-
-

1683
-

NEW HAVEN
Governatore
-
-

1683
-

CONNECTICUT
Governatore
-
-

1683
-

RHODE ISLAND
[Considerato dai vicini vergognosamente liberale, viene lasciato fuori dalla Confederazione del NEW ENGLAND.]
Governatore
-
-

1683
-

CAROLINA
[Vasto tratto di terre immediatamente a sud della Virginia.
[La concessione è geograficamente distinta in:
- parte settentrionale: attorno allo stretto di Albemarle;
- parte meridionale.]
Governatore
-
-

1683
-

NEW YORK
Governatore
-
-

1683
-
Anche se il governatore Andros in suo rapporto (1678) ha detto che seguaci di tutte le religioni del mondo, non esclusi quaccheri, anabattisti e giudei vivono tranquilli nella colonia, la formula però adottata nella Carta che i coloni si danno ora escluderebbe i giudei (almeno dalla vera libertà, se non dalla semplice tolleranza); poiché dice che "Tutte le persone pacifiche le quali professino la fede in Dio per mezzo di Gesù Cristo, non potranno in nessuna circostanza e in nessuna maniera essere inquietate per qualunque divergenza di opinioni".
Anche i cattolici quindi (fra cui è lo stesso governatore Dongan) vi sono quindi compresi.
[Ma questo appunto è la causa che renderà questa Carta e le posteriori dichiarazioni di indulgenza di James II poco accette alla maggioranza protestante, e che la farà insorgere contro di lui alle prime notizie della Grande Ribellione inglese.]

 

NEW JERSEY
Governatore
-
-

1683
-

 

PENNSYLVANIA
Governatore
-
-

1683
Un gruppo d coloni tedeschi fonda Germantown, presso Philadelphia.
Non potendo fare a meno dell'appoggio finanziario dei suoi ricchi soci quaccheri, William Penn attenua il proprio impegno per un governo popolare;
lo "schema di governo" della colonia prevede un'assemblea elettiva, ma lascia il potere soprattutto nelle mani di un governatore e di un consiglio di amministrazine nominati.
[E per quanto l'élite quacchera della colonia diventi presto una minoranza, essa dominerà la politica della colonia fino alla Rivoluzione americana.
William Penn
, personalmente, trarrà poco profitto dalla sua condizione di proprietario, anzi, rischierà quasi il fallimento, ma la PENNSYLVANIA prospererà.]
È l'ultima colonia del XVII secolo.
L'Inghilterra si trova così ad avere una fascia ininterrotta di colonie costiere, dal Canada francese fin quasi alla Florida Spagnola.
[La colonizzazione della Florida nel 1732 completerà lo schieramento.]

 

a

 



1683
REGNO di DANIMARCA e di NORVEGIA
Cristiano V
Albero genealogico
(Flensburg, Schleswig-Holstein 1646 - Copenaghen 1699)
figlio di Federico III e di Sofia di Brunswick-Lüneburg;
1670-99, re di Danimarca e di Norvegia;
continua la politica assolutistica del padre favorendo l'ascesa di una nuova nobiltà composta in gran parte di stranieri, in particolare tedeschi;
1672-78, guerra franco-olandese;
nel 1679, con la pace, ha dovuto cedere i territori conquistati in Scania;





Primo ministro
Peter Griffenfeld
(1670 - ?)

1683
-

Il nuovo codice promulgato dal re contiene durissime disposizioni contro i cattolici.
Mitigazioni di questo regime si avranno un po' per volta, in via eccezionale, non tanto grazie a una reazione liberale quanto a considerazioni economiche e diplomatiche.
[Nel caso, per esempio, di favorire l'impianto di alcune manifatturiere, a cui bisognano operai stranieri, viene concessa ad alcuni luoghi la facoltà di permettere l'esercizio privato (esclusa quindi ogni cerimonia pubblica e punito ogni tentativo di proselitismo) di altri culti, compreso il cattolico.]


NORVEGIA
1683
-
ISLANDA
1683
-

 

1683
REGNO di SVEZIA
Cristina
Albero genealogico
(Stoccolma 1625 - Roma 1689)
figlia di Gustavo II Adolfo e di Maria di Brandeburgo;
1632-54, regina di Svezia;
sotto la reggenza di un consiglio di aristocratici presieduto da Axel Oxenstierna; direttamente al potere dal 1644;
1618-48, guerra dei trent'anni (1635-48, periodo franco-svedese);
dal 1655 si è stabilita a Roma non rinunciando alle sue ambizioni politiche;
1656-57, intrigo con il cardinale Mazarino per ottenere la corona di Napoli;
nel 1660, alla morte del cugino Carlo X Gustavo ha tentato di riacquistare il trono svedese;
nel 1667, ha posto la sua candidatura al trono di Polonia;
1669-71, avventuroso progetto di una spedizione in aiuto dei veneziani assediati dai turchi a Candia;
le sue stravaganze, i suoi amori (tra cui il lungo sodalizio con il cardinale Decio Azzolino) e i suoi rapporti con potenti e artisti fanno di lei una delle figure più note del tardo Seicento;



Carlo XI
Albero genealogico
(Stoccolma 1655 - 1697)
figlio di Carlo X;
1660-97, re di Svezia;
1660-72, regna sotto la tutela di un consiglio di sicurezza che stipula con la Polonia la pace di Oliva;




1683
dopo aver avocato alla corona molti feudi nobiliari con la cosiddetta "riduzione", colpisce l'aristocrazia con pesanti ammende e tributi;
nelle varie diete (1680-99) si impone il potere assoluto della monarchia;




1683
REGNO di PORTOGALLO
AFFONSO VI
Albero genealogico

(Lisbon 21 ago 1643 - Sintra 12 set 1683)
principe di Brasile (1653-56)
1656-83, re di Portogallo;
[1656-62, sotto la reggenza della madre Luisa de Guzman † 1666]
dal 23 novembre 1667 è stato detronizzato e imprigionato;
reggente è il fratello Pedro, duca di Beja;




Pietro II
Albero genealogico

(Lisbon 26 apr 1648 - Alcantara 9 dic 1706)
1667, reggente;
1668, sposa Maria di Savoia-Nemours († 1683), sua cognata;
1687, sposa Maria Sofia di Baviera-Neuburg († 1699);
1683-1706, re di Portogallo;




1683
-

a


1683
REGNI DI SPAGNA, NAPOLI e SICILIA
Carlo II
Albero genealogico

(Madrid 1661 - 1700)
figlio di Filippo IV e di Marianna d'Austria;
1665-1700, re di Spagna;
1665-1700, re di Napoli (Carlo V);
1665-1700, re di Sicilia (Carlo III);
succede al padre a soli quattro anni sotto la reggenza della madre;
nel 1668, con la pace di Aquisgrana, ha dovuto cedere a Luigi XIV una parte delle Fiandre;
debole di carattere e di salute malferma, dopo la sua emancipazione governa appoggiandosi a favoriti: per primo il fratellastro don Juan;



Primo ministro
Luis Méndez de Haro
(1643 - ?)
1683
[si sta compiendo il processo di progressiva decadenza della potenza spagnola]
governa appoggiandosi al duca di Medinaceli;





NAPOLI
Viceré
duca d'Arcos
(? - ?)
Nunzio apostolico
-

1683
-


SICILIA
Viceré
-
1683
-
a

 

segue



 

1683
SAVOIA
Vittorio Amedeo II
Albero genealogico
(Torino 1666 - Rivoli, Torino 1732)
figlio di Carlo Emanuele II e di Maria Giovanna Battista di Nemours;
1675-1713, principe di Piemonte
conte di Aosta, Maurienne, Nizza e Asti
marchese di Saluzzo
duca di Savoia
;
1675-1713, re di Cipro e Gerusalemme (titolare);

1708-13, marchese del Monferrato;
1713-18, re di Sicilia;
1718-30, re di Sardegna;

 

 

1683
-

 


1683
REPUBBLICA DI GENOVA
[Denominazione ufficializzata nel 1528 per iniziativa di Andrea Doria]
Luca Maria Invrea
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1681 13 ago - 13 ago 1683, doge di Genova;


Francesco Maria Lercari Imperiale
Albero genealogico

(? - ?)
figlio di
1683 18 ago - 18 ago 1685, doge di Genova;


1683
-


1683
ducato di Mantova e del Monferrato
Ferdinando Carlo I
Albero genealogico

(1652 - 1708)
figlio di Carlo II e di Isabella Klara d'Habsburg († 1685);
1665-1708, duca di Mantova e del Monferrato [Carlo III];
1665-1708, duca di Nevers e di Rethel [Carlo IV];
1678-92 e 1702-04, duca di Guastalla;



1683
-


 

1683
REPUBBLICA DI VENEZIA
"La Serenissima"
Alvise Contarini
Albero genealogico

(Venezia il 24 ott. 1601 - 15 gen 1684)
figlio diNicolò e di Elena Michiel;
1676-84, doge di Venezia;

- nunzio pontificio: ? (1666-?);
- ambasciatore di Spagna: marchese de la Fuente (1642 - ?)
- ambasciatore di Francia: Bernard Du Plessis-Besançon (1655-?)
1683
in primavera, quando gli ungheresi si ribellano all'imperatore Leopoldo, sollecitando i turchi ad intervenire in loro aiuto, la Repubblica di Venezia non è affatto pronta né materialmente né psicologicamente;

1683
ducato di Parma e Piacenza
Ranuccio II Farnese

(Casalmaggiore 1630 - Parma 1694)
figlio di Odoardo I e di Margherita de' Medici (1612-79);
1646-94, duca di Parma e Piacenza;
[nel 1660 ha sposato [procura] Violante Margherita di Savoia (1635-1663); nel 1664 ha sposato Isabella d'Este (1635-1666); dal 1668 è sposato con Maria d'Este (1644-84), sorella di Isabella.]


 

 
1683
-

 

1683
ducato di Modena e Reggio
Francesco II d'Este

(Modena 1660 - Sassuolo 1694)
figlio di Alfonso IV e di Laura MartiAlbero genealogiconozzi, nipote di Mazarino;
1662-94, duca di Modena e Reggio;
succeduto a soli due anni sotto la reggenza della madre, ma poi dominato dalla personalità del cugino Cesare Ignazio;
1683
eleva a università l'antico studio modenese;

 

 

1683
-


 

 

1683
Granducato di Toscana
Cosimo III de' Medici
Albero genealogico
(Firenze 1639 - 1723)
figlio del granduca Ferdinando II e di Vittoria della Rovere;
1670-1723, granduca di Toscana;
profondamente influenzato dalla personalità intensamente devota della madre, manifesta un'inclinazione bigotta, espressasi tra l'altro in atteggiamenti di singolare protezione verso il clero e in un intransigente quanto esteriore moralismo;

 
1683
-

 

 

 



Diedo, Giacomo (Venezia 11.09.1683-12.05.1748) storico veneziano, senatore e membro del Consiglio dei Dieci;
[Figlio di Marcantonio e di Elisabetta Battaglia.]
allievo del canonico Felice dalla Costa, del filosofo P.D. Francesco Caro, della Congregazione di Somasca, e di Andrea Musalo;
1703, veste l'abito patrizio, cominciando a presenziare alle riunioni dei nobili veneziani;
Storia della Repubblica di Venezia [dalla sua fondazione sino all'anno 1747] (Venezia, 1751, IV voll. in folio, Andrea Poletti)
Ragionamenti filosofici (intorno le proprietà naturali dei corpi sia animati che inanimati)
Poesie(in ottava rima, su argomenti di filosofia morale e cristiana).

Langendijk, Pieter Arentsz (Haarlem 1683-1756) scrittore neerlandese
Don Chisciotte alle nozze di Camacho (1699)
Matematici ovvero la damigella fuggita (1715)
Specchio dei mercanti olandesi (postumo, 1760).

Münnich, Burkhard Christoph conte (Neuenhuntorf, Oldenburgo 1683-Pietroburgo 1767) militare e politico russo di origine tedesca, ingegnere, lavorò in Francia, nell'Assia-Darmstadt e in Sassonia
1716, passa in Russia al servizio di Pietro il Grande
1721-32, da questi gli viene affidata la costruzione del canale di Ladoga; è pure stimato dalla zarina Anna Ivanovna
1731, fonda la Scuola militare dei nobili
1732, maresciallo e ministro della guerra
1734, durante la guerra di successione polacca è al comando delle truppe russe che conquistano Danzica sconfiggendo il pretendente al trono Stanislao Leszczynski
1736-39, durante la guerra russo-turca si distingue nella conquista della Crimea, battendo i turchi a Ocakof, a Kinburn e a Chotin
1740, alla morte di Anna Ivanovna dà il suo appoggio ad Anna Leopoldovna madre dell'erede al trono Ivan Antonovic (il futuro Ivan VI) perché questa assuma la reggenza in luogo del favorito della zarina
1741, la regina Elisabetta, portata sul trono di Russia da una congiura fomentata da Francia e Svezia, lo fa processare e condannare a morte sotto l'accusa di tradimento; la condanna è commutata nell'esilio in Siberia
1762, richiamato a corte dallo zar Pietro III, viene nominato da Caterina II direttore generale dei canali e dei porti di Russia
Abbozzo per dare un'idea della forma di governo dell'impero di Russia (importante).

Rameau, Jean-Philippe (Digione 1683-Parigi 1764) compositore e teorico musicale francese, figlio di un organista e avviato agli studi classici
1701, lascia il collegio dei gesuiti di Digione per dedicarsi interamente alla musica
Premier livre de pièces de clevecin (1706)
Trattato dell'armonia ridotta ai suoi principi naturali (1722)
Pièces de clavecin avec un méthode (1724)
Nuovo sistema di musica teorica (1726)
Samson di Voltaire (proibita dalla censura è andata perduta)
Generazione armonica (1737)
Pièces de clavecin en concerts (1741, 19 pezzi raccolti in 5 concerts)
1752, diventa uno dei protagonisti della "querelle des bouffons" schierato fra i sostenitori dell'opera francese.

Réaumur, René-Antoine Ferchault de (La Rochelle 1683-Saint-Julien-du-Terroux 1757) tecnologo e naturalista francese, da cui la "scala Réaumur";
Contributi alla storia degli insetti (1734-42, in cui per la prima volta viene illustrata minutamente l'organizzazione sociale delle api).

Young, Edward (Upham, Hampshire 1683-Welwyn, Hertfordshire 1765) poeta inglese;
The Revenge (1721, La vendetta)
1728, cappellano di Giorgio II;
1730, rettore di Welwyn;
The complaint; or nights thoughts on life, death, and immortality (1742-46, Il lamento; ovvero pensieri notturni sulla vita, la morte e l'immortalità; tradotto nel Settecento, dall'inglese Night Thoughts, in italiano con Le Notti)
[Compenso ricevuto dall'editore R. Dodsley: £ 220,00.].

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«segue da 1682»
1683,
Germania
Lipsia, passa al primo posto la fonderia Ehrhardt che fa incidere le sue serie migliori di caratteri ad Amsterdam da Nikolaus Kis (1683-89).
Comunque, sia a Francoforte che a Lipsia, i caratteri continuano dal Quattrocento ad avere il nome generico di "olandesi" (holländische Schriften) grazie ai vecchi punzonatori e ai nuovi come:
. Christoffel van Dyck,
. Bartholomeus Voskens,
. Dirk Voskens,
. ecc.
che continuano ancora a lavorare, come i loro predecessori, per i grandi stampatori di Anversa, Amsterdam, Leida, Haarlem;
per non parlare di [Sieur Zonen] che secondo P.-S. Fournier ereditò la bottega di Voskens.
Svizzera
Tra il 1670 e il 1685 vengono dedicati al Consiglio di Zurigo trentotto libri.
«segue 1684»

Accademia degli Investiganti

«segue da 1668»
1683, dopo tale data (e fino al 1697) si assiste ad un incremento delle attività dei membri.
[Non è chiaro, tuttavia, se l'Accademia sia stata effettivamente ripristinata.]
«segue 1688»

 

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